IL PERCORSO DIDATTICO - EDUCATIVO PER L’INTEGRAZIONE Anno Scolastico 2007/08 Ins. TINE’ DANIELA LE 4 FASI STORICHE DELL’INTEGRAZIONE IN ITALIA • Fino alla Costituzione Repubblicana- EMARGINAZIONE SOCIALE • Dal 1947 agli anni ’70 - ASSISTENZIALISMO – i disabili sono equiparati agli invalidi civili – la tendenza è ad assimilare il diverso al normale –le classi speciali affiancano quelle comuni • Anni ’70 – ’80 – INSERIMENTO – gli alunni disabili entrano nelle classi comuni sulla spinta del cambiamento ideologico conseguente al ’68 – l’Italia diventa all’avanguardia sul piano legislativo – la società non è pronta • Anni ’90 – INTEGRAZIONE – alle persone con bisogni speciali viene riconosciuta la piena integrazione sociale - nasce la Legge “quadro” L. n. 104/1992 La legge “quadro” • È la legge che sancisce il passaggio dal concetto di inserimento a quello di integrazione • È da considerarsi avveniristica al momento della sua comparsa • Non enuncia solo principi generali, ma si configura come codice di norme • • Affronta nel dettaglio: - la definizione di persona handicappata (art. 3) - la prevenzione, cura e riabilitazione (fino all’art. 11) - l’inserimento e l’integrazione sociale (art. 8) -la scuola (da art. 12 ad art. 16) -la formazione professionale (da art. 17 ad art. 23) -le risoluzioni istituzionali e amministrative (da art. 38 ad art. 42) Nel complesso reca e coordina norme preesistenti, nuove norme e nuovi ambiti di problemi / interventi GLI ARTICOLI RELATIVI ALL’INTEGRAZIONE SCOLASTICA • • • • • • • stabiliscono Il diritto all’educazione e all’istruzione (art.12) La documentazione che deve supportare il percorso (Diagnosi funzionale, Profilo dinamico funzionale, Piano educativo individualizzato) e le relative caratteristiche (art. 12) La stipula di accordi di programma fra scuola, sanità, amministrazioni locali per garantire il successo del processo (art. 13) La contitolarità dei docenti di sostegno (art. 13) Le modalità di attuazione dell’integrazione (art. 14) La costituzione dei gruppi di lavoro presso le scuole e presso l’Ufficio Scolastico Provinciale (art. 15) Le modalità di valutazione del rendimento e le prove di esame per la scuola sec. sup. di II grado (art. 16) ACCORDO DI PROGRAMMA PROVINCIALE PER L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA DI ALLIEVI IN SITUAZIONE DI HANDICAP NELLE SCUOLE DI OGNI ORDINE E GRADO Testo elaborato dal Gruppo di Lavoro Interistituzionale Provinciale (previsto dalla legge 104/1992 all’art. 15) e approvato dal Collegio di Vigilanza a.s. 2005/2006 validità triennale L’Accordo è un accordo quadro che definisce gli impegni che l’Azienda Sanitaria Locale, il Centro Servizi Amministrativi, i Comuni, le Istituzioni Scolastiche e la Provincia assumono per l’integrazione scolastica di allievi in situazione di handicap nelle scuole di ogni ordine e grado. PERCORSO DI DOCUMENTAZIONE CERTIFICAZIONE D.F. (diagnosi funzionale) Servizi specialistici (privati - A.S.L.) P.D.F. ( profilo dinamico funzionale) P.E.I. ( piano educativo individualizzato) Operatori scuola (sostegno didattico e assistenziale +docenti curricolari) DALLA SEGNALAZIONE ALLA CERTIFICAZIONE • la segnalazione del caso , che avviene a cura della famiglia • la diagnosi clinica che è effettuata dall’ASL • la valutazione del deficit individuato • la sottoscrizione di un modulo da parte dei genitori • la stesura, a cura dell’ ASL DOCUMENTAZIONE BASE per grado scolastico Certificazione clinica Foglio informazioni e Quadro diagnostico Diagnosi funzionale ( D.F.) Profilo Dinamico Funzionale ( P.D.F.) DOCUMENTAZIONE ANNUALE Verifiche – aggiornamenti del Profilo Dinamico Funzionale Piano Educativo Individualizzato e relative verifiche – aggiornamenti Progetti speciali Ulteriore eventuale documentazione ACCORDO DI PROGRAMMA PROVINCIALE PER L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA DI ALLIEVI IN SITUAZIONE DI HANDICAP NELLE SCUOLE DI OGNI ORDINE E GRADO AZIENDA SANITARIA LOCALE DI MODENA DISTRETTO SANITARIO N.____ DI ____________ CERTIFICAZIONE AI SENSI DELL’ART.3 DELLA LEGGE 104/92 Cognome___________________________ Nome__________________________ Nat_ a ______________________________ il ____________________________ Residente Via___________________________________Numero______________ Località_______________________________, Comune _____________________ DIAGNOSI CLINICA ___________________________________________________________________ ___________________________________________________________________ ___________________________________________________________________ ___________________________________________________________________ ___________________________________________________________________ CODIFICAZIONE DELLA DIAGNOSI (ICD10) in ordine di importanza _________________, ________________, _________________ □ fisica □ psichica □ visiva □ uditiva Ai fini della definizione del Profilo Dinamico Funzionale, del Piano Educativo Individualizzato e delle conseguenti verifiche, il referente per l’allievo è Dott. __________________________________in servizio presso ________________ Recapito telefonico __________________Orari di reperibilità ________________ Data ____________________ Firma ___________________________ dal FOGLIO INFORMAZIONI Personale per l’integrazione: □ Interventi di sostegno didattico (insegnante di sostegno statale) □ Assistenza educativa (personale educativo assistenziale) per … ( specificare esigenze) __________________________________________________________________ __________________________________________________________________ __________________________________________________________________ Quantificazione complessiva del personale: □ FASCIA A) persona in situazione di gravità che necessita di supporto per il l00% del suo tempo scolastico □ FASCIA B) persona in situazione di media gravità che necessita di supporto dal 50% al 75% del suo tempo scolastico □ FASCIA C) persona che necessita di sostegno didattico ! ELENCO DEI CONTENUTI MINIMI PER LA REDAZIONE DELLA DIAGNOSI FUNZIONALE Contiene in forma di relazione la descrizione puntuale della situazione rilevata durante il percorso diagnostico e la prognosi nel breve periodo e nel lungo termine. Le aree su cui la Diagnosi Funzionale si esprime sono nell’ordine: 1. Area cognitiva. 2. Area relazionale. 3. Area linguistica. 4. Area sensoriale. 5. Area motoria- prassica. 6. Area dell’autonomia. La Diagnosi Funzionale è datata e firmata in modo chiaro e riconoscibile dall’operatore o dagli operatori che la compilano. Profilo dinamico funzionale (PDF) Il primo documento di progettazione dell’integrazione è redatto all’inizio dell’anno scolastico, in collaborazione fra genitori, scuola, ASL e altre figure professionali che si occupano dell’alunno, per tutti gli alunni che frequentano la prima classe / il primo anno di scuola materna e per tutti quelli che vengono dichiarati in situazione di handicap per la prima volta. Deve essere redatto entro la metà di dicembre, tenuto agli atti della scuola. PROFILO DINAMICO FUNZIONALE Al fine di redigere il P.D.F. occorre effettuare: un’attenta osservazione dell’allievo in situazione di handicap volta a raccogliere tutte le informazioni necessarie per la predisposizione del documento; tale attività di osservazione è continuativa per tutto il percorso scolastico e concorre °alla prima compilazione °all’aggiornamento al termine del ciclo di studio. Gli aggiornamenti vanno effettuati, inoltre, ogni qualvolta vi siano cambiamenti e/o modificazioni nelle varie aree che richiedano la discussione degli aspetti di sviluppo potenziale. Gli aggiornamenti vanno apportati in forma di allegati al P.D.F. iniziale al fine di consentire la chiara individuazione dell’evoluzione del profilo. Di seguito si riportano le aree funzionali, per le quali, a seconda delle aree in cui si riscontrano difficoltà, vanno descritti: 1. Il funzionamento dell’allievo/a in riferimento alle singole specificazioni dell’area, secondo quanto emerge dalle osservazioni dei docenti, degli operatori della Azienda Sanitaria Locale, della famiglia e del personale educativo assistenziale. 2. Il successivo potenziale sviluppo che l’alunno/a mostra di potere raggiungere a breve termine, anche se in modo non completamente autonomo o generalizzato. 3. Gli accorgimenti particolari da tenere, secondo indicazione medica, in presenza di particolari patologie (epilessia, emofilia, gracilità ossea, …) AREA LINGUISTICA COMPRENSIONE: linguaggio orale (parole, frasi, periodi, racconti di varie complessità in diversi contesti) e testo scritto. PRODUZIONE: verbale rispetto allo sviluppo fonologico (dislalie), al patrimonio lessicale, alla struttura sintattica e narrativa. COMUNICAZIONE: uso del linguaggio verbale posseduto in diverse situazioni, uso di linguaggi alternativi e/o integrativi. Descrivere come funziona l’allievo/a in riferimento alle singole specificazioni dell’area, secondo quanto emerge dalle osservazioni dei docenti, degli operatori della Azienda Sanitaria locale e della famiglia. -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------_______________________________________________________________________________ Descrivere il successivo potenziale di sviluppo che l’alunno mostra di potere raggiungere a breve termine anche se in modo non completamente autonomo e generalizzato. --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------_______________________________________________________________________________ Elementi specifici d’area (aspetti da considerare e osservare) Vi confluiscono i dati delle osservazioni e le informazioni tratte dalla D.F. e raccolte dalla scuola e dalla famiglia (situazione di fatto - livello diagnostico) Ipotesi di possibili OB di competenza raggiungibili. Definire situazioni facilitanti e motivanti (successivo livello di sviluppo - livello prognostico ) Piano Educativo Individualizzato (PEI) E’ stilato dallo stesso gruppo che ha lavorato sul profilo e deve approfondirne , in stretta continuità, gli aspetti di programmazione didattica – educativa riabilitativa e di socializzazione per l'anno scolastico in corso . La compilazione inizia in parallelo alla programmazione della classe. PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO Il Piano Educativo Individualizzato contiene: a) la programmazione didattica educativa e disciplinare per aree ed ambiti di intervento; b) le modalità di svolgimento ed organizzazione dell’attività didattica dello studente in situazione di handicap in classe, in piccolo gruppo, nelle attività di laboratorio, oppure se necessita di altre attività specifiche; c) l’individuazione degli spazi, degli arredi, degli strumenti, dei sussidi che si ritengono necessari con l’indicazione delle modalità di impiego e della finalizzazione del loro uso; d) se necessario, il progetto riguardante l’eventuale riduzione dell’orario scolastico di frequenza dell’alunno, da concordarsi con gli operatori dell’Azienda Sanitaria Locale e la famiglia, tenuto conto delle esigenze formative e dei bisogni dello studente, degli impegni terapeutici o riabilitativi, del tempo scuola, del tipo di indirizzo (per la scuola secondaria di secondo grado) e di qualunque altro elemento determinante per la realizzazione del progetto di vita. Obiettivi del PDF e del PEI • sul profilo , che è un documento di respiro ampio valido per più di un anno , vengono indicati gli obiettivi a lungo termine , intesi come i risultati che si attendono dall'alunno dopo un percorso di lavoro che si snoda nel tempo • sul PEI, documento annuale, vengono individuati gli obiettivi a breve termine, agevolmente verificabili, capaci di costruire nel tempo la competenza attesa , descritta come obiettivo a lungo termine nel profilo. LE FIGURE DELL’INTEGRAZIONE • Docente di sezione/classe • Docente di sostegno • Personale educativo assistenziale ( PEA ) • Collaboratore scolastico • Tutor • ........................... PECULIARITÀ DEL DOCENTE DI SOSTEGNO DI QUALITÀ • Il docente di sostegno deve essere un mediatore pedagogico • E’ una figura la cui funzione si deve connotare per la trasversalità e la padronanza pedagogica • Deve possedere abilità comunicative • Non deve assumere la responsabilità del percorso che dall’inserimento porta all’integrazione, ma la deve condividere con i gruppi di lavoro che si occupano dell’alunno • Deve porsi come la figura esperta che rende possibili le scelte ipotizzate PERSONALE EDUCATIVO ASSISTENZIALE * viene assegnato in presenza di un alunno con deficit particolarmente grave * deve dare risposta a bisogni materiali ( cura della persona, deambulazione, ecc. e a bisogni immateriali ( riconoscimento del proprio corpo, relazioni, bisogno di comunicare,ecc.) COLLABORATORE SCOLASTICO * in presenza di alunni con deficit gravi viene attribuita una F.S al personale * fornisce un supporto all’ingresso e all’uscita dell’alunno, durante il pasto, ecc. PER DOCUMENTARE IL PERCORSO CONOSCERE PER PROGETTARE CONOSCENZA DEL DEFICIT RACCOLTA DI INFORMAZIONI INCONTRI famiglia,insegnanti precedenti,operatori A.S.L. DOCUMENTAZIONE PREGRESSA dossier completo, documentazione clinica INDIVIDUAZIONE DEI BISOGNI E DELLE COMPETENZE ANALISI DELLA DF OSSERVAZIONE descrittiva e/o strutturata PROGETTAZIONE OSSERVARE PER CONOSCERE – L’osservazione per conoscere – va attuata in entrata, sempre – riguarda la struttura, le risorse materiali, l’alunno disabile, la classe, i colleghi, i collaboratori scolastici, … - è preferibilmente descrittiva – va eseguita sempre dalla stessa persona – necessità di individuare dei focus osservativi - le osservazioni vanno trascritte mai affidate alla memoria – altrimenti, potrebbero subire distorsioni L’osservazione dell’alunno – è finalizzata alle tre fasi della valutazione – serve a individuare risorse e bisogni – si utilizza per la progettazione, per le sue revisioni e/o conferme – per predisporre l’orario (insieme alla precedente) – è per lo più strutturata – va eseguita utilizzando protocolli e griglie – strumenti, tempi, finalità, modalità vanno sempre condivise con l’equipe pedagogica – va ad integrare le informazioni raccolte con le prove di ingresso e di valutazione formative e sommative – le prove di valutazione precedenti possono considerarsi come osservazioni strutturate speciali L’osservazione della classe – serve a monitorare il grado di socializzazione e integrazione del gruppo classe (può servire, er es., per la predisposizione dei banchi,…) – utilizza solitamente griglie strutturate SCHEMATIZZAZIONE SINTETICA DEL PERCORSO EDUCATIVO PARTENDO DALLA CONOSCENZA DEL SOGGETTO E DEL CONTESTO DI VITA PROGETTAZIONE RILEVAZIONE INIZIALE COMPETENZE INDIVIDUALI PROGRAMMAZIONI INIZIALI DI MASSIMA AZIONE * Dati da osservazione * Somministrazione di prove e analisi dei dati * PDF - PEI * Programmazione educativa e didattica * Scelta metodologica IPOTESI D’ INTERVENTO RIPROGETTAZIONE * Predisposizione strumenti e materiali * Organizzazione spazi * Progettazione interventi mirati per gruppi, a coppie, individualizzati ACCORDO DI PROGRAMMA PROVINCIALE PER L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA DI ALLIEVI IN SITUAZIONE DI HANDICAP NELLE SCUOLE DI OGNI ORDINE E GRADO AZIENDA SANITARIA LOCALE DI MODENA DISTRETTO SANITARIO N.____ DI ____________ DESCRIZIONE DELLA DIVERSITA’ CERTIFICAZIONE AI SENSI DELL’ART.3 DELLA LEGGE 104/92 Cognome xxxxxxxxxxxxxxxxxxx Nome xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx Nat_ a ______________________________ il ____________________________ Residente Via___________________________________Numero______________ Località_______________________________, Comune _____________________ DIAGNOSI CLINICA ________ SINDROME DI DOWN _____________________________ ________ RITARDO MENTALE MEDIO _____________________________ ___________________________________________________________________ ___________________________________________________________________ ___________________________________________________________________ ___________________________________________________________________ CODIFICAZIONE DELLA DIAGNOSI (ICD10) in ordine di importanza _______Q 90_______ _______F 71_________, ____________ □ fisica □ psichica □ visiva □ uditiva Ai fini della definizione del Profilo Dinamico Funzionale, del Piano Educativo Individualizzato e delle conseguenti verifiche, il referente per l’allievo è Dott. __________________________________in servizio presso ________________ Recapito telefonico __________________Orari di reperibilità ________________ Data ____________________ Firma ___________________________ CHE COSA CI DICONO QUESTI DATI ? COME POSSIAMO UTILIZZARLI PER LA PROGETTAZIONE ? DIAGNOSI FUNZIONALE La minore XX, nata a XX , il XX,è stata seguita dal nostro servizio dai primi mesi di vita con controlli e interventi riabilitativi periodici, a causa di un quadro clinico di Trisomia 21 con insufficienza mentale di grado medio. Era inoltre presente una cardiopatia che è apparsa completamente risolta all’ultimo controllo effettuato lo scorso anno. All’ultimo controllo clinico effettuato (agosto 97) si è evidenziata una positiva evoluzione delle sue capacità cognitive e prestazionali nonché degli aspetti psicologici. Il livello cognitivo si situa nella fase pre-operatoria anche se a volte emergono intuizioni più tipiche della fase operatoria quando la si facilita predisponendole tutti gli elementi concreti con cui può operare a livello più astratto.Questo livello cognitivo comporta l’instabilità nel mantenimento dell’acquisizione del concetto di numero mentre XX ha già raggiunto stabilmente quello di quantità. E’ in grado di fare una seriazione di 4/5 elementi se è riferita a cose concrete che può sperimentare direttamente. Presenta un deficit visivo (miopia ed esotropia bilaterale alternante) che le ha determinato anche un problema di tipo percettivo, che si manifesta maggiormente nelle prestazioni grafiche relative alle interpretazione ed elaborazione dei rapporti geometrici euclidei. E’ presente goffaggine motoria dovuta al quadro clinico con impaccio maggiore nella motricità fine per l’esecuzione dei compiti manuali più raffinati. La competenza prassica è ridotta sia per le difficoltà sopraccitate sia per quelle più legate agli aspetti ideativi della programmazione motoria. Il versante gnosico denota problemi a livello temporo-spaziale: XX è infatti in grado di organizzare una breve sequenza di figure solo se i loro contenuti sono semplici ed evidenti i nessi causali fra le stesse. Alle prove di memoria a breve termine sono emerse cadute specifiche in tutti i settori, dovute ad una mancanza di strategie atte alla memorizzazione che determina di conseguenza un carico mestico eccessivo. Nel settore verbale si evidenzia una comprensione adeguata sul piano lessicale, mentre dal punto di vista sintattico XX fa ancora fatica a capire frasi che si avvalgono di aggettivi possessivi, forme passive, passivenegative. Rispetto al controllo di due anni fa si è potuto comunque constatare un aumento di competenze in questo settore. La sua modalità espressiva è semplice, ma adeguata alla manifestazione delle sue necessità. Ha acquisito le tecniche della letto-scrittura anche se il loro uso è ancora limitato a richieste di tipo scolastico. Da un punto di vista psicologico si conferma l’immaturità psicoaffettiva con però un aumento dell’autonomia personale e sociale. XX percepisce solo in parte le sue difficoltà e il suo livello di autostima è pertanto sufficiente. Le sue capacità relazionali e comunicative in un piccolo gruppo di compagni sono buone. DESCRIZIONE ANALITICA QUALI ASPETTI DOBBIAMO CONSIDERARE ? STRUTTURAZIONE DELLA D.F. Dati anamnestici, clinico-medici Livelli competenza raggiunti DIAGNOSI FUNZIONALE Aree di potenzialità Carenze di All’ultimo controllo clinico effettuato (agosto 97) si è evidenziata una positiva evoluzione delle sue capacità cognitive e prestazionali nonché degli aspetti psicologici. Il livello cognitivo si situa nella fase pre-operatoria anche se a volte emergono intuizioni più tipiche della fase operatoria quando la si facilita predisponendole tutti gli elementi concreti con cui può operare a livello più astratto. Questo livello cognitivo comporta l’instabilità nel mantenimento dell’acquisizione del concetto di numero mentre XX ha già raggiunto stabilmente quello di quantità. E’ in grado di fare una seriazione di 4/5 elementi se è riferita a cose concrete che può sperimentare direttamente. Presenta un deficit visivo (miopia ed esotropia bilaterale alternante) che le ha determinato anche un problema di tipo percettivo, che si manifesta maggiormente nelle prestazioni grafiche relative alle interpretazione ed elaborazione dei rapporti geometrici euclidei. E’ presente goffaggine motoria dovuta al quadro clinico con impaccio maggiore nella motricità fine per l’esecuzione dei compiti manuali più raffinati. La competenza prassica è ridotta sia per le difficoltà sopraccitate sia per quelle più legate agli aspetti ideativi della programmazione motoria. Il versante gnosico denota problemi a livello temporo-spaziale: XX è infatti in grado di organizzare una breve sequenza di figure solo se i loro contenuti sono semplici ed evidenti i nessi causali fra le stesse. Alle prove di memoria a breve termine sono emerse cadute specifiche in tutti i settori, dovute ad una mancanza di strategie atte alla memorizzazione che determina di conseguenza un carico mestico eccessivo. Nel settore verbale si evidenzia una comprensione adeguata sul piano lessicale, mentre dal punto di vista sintattico XX fa ancora fatica a capire frasi che si avvalgono di aggettivi possessivi, forme passive, passivenegative. Rispetto al controllo di due anni fa si è potuto comunque constatare un aumento di competenze in questo settore. La sua modalità espressiva è semplice, ma adeguata alla manifestazione delle sue necessità. Ha acquisito le tecniche della letto-scrittura anche se il loro uso è ancora limitato a richieste di tipo scolastico. Da un punto di vista psicologico si conferma l’immaturità psicoaffettiva con però un aumento dell’autonomia personale e sociale. XX percepisce solo in parte le sue difficoltà e il suo livello di autostima è pertanto sufficiente. Le sue capacità relazionali e comunicative in un piccolo gruppo di compagni sono buone. □ competenze □ carenza/deficit □ potenzialità (ambiti dì intervento) Modelli del PDF e del PEI E’ opportuno utilizzare i modelli/i suggerimenti di PDF e PEI proposti dall’Accordo di Programma ; ciò in quanto una omogeneità di progettazione favorisce lo scambio di informazioni nel momento del passaggio ad altra scuola (per continuità o trasferimento) e facilita la lettura e la valutazione da parte del gruppo deputato al compito. L’ ACCORDO DI PROGRAMMA PROVINCIALE ( Testo + Allegati ) è scaricabile dal sito: www.csa.provincia.modena.it