Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Ufficio Scolastico Provinciale di Brescia – GLIP di Brescia STRATEGIE DIDATTICHE PER L’INCLUSIONE Corso di formazione per docenti curricolari e di sostegno sulle strategie didattiche per l’integrazione e l’inclusione degli alunni con disabilità e con difficoltà di apprendimento IIS Perlasca, sede di Vobarno, marzo 2009 1 PROGRAMMA 1. Mercoledì 4 marzo 2009 Le modalità della mediazione didattica, Piergiorgio Todeschini 2. Mercoledì 11 marzo 2009 Il Piano Educativo Individualizzato, Primarosa Bosio 3. Venerdì 13 marzo 2009 Perché è così difficile imparare?, Roberto Medeghini 4. Mercoledì 18 marzo 2009 Lavori di gruppo con i relatori 2 Traccia dell’incontro di oggi Alla fine dell’incontro sapremo: 1. Cos’è il PEI 2. Perché viene fatto 3. Per chi viene fatto 4. Chi lo fa 5. Come si fa 6. Cosa c’è prima 7. Cosa c’è dopo 3 Utilizzeremo: I modelli proposti dai CTRH provinciali Il Fascicolo personale Il Profilo Dinamico Funzionale Il Piano Educativo Individualizzato L’Accordo di programma Gli allegati La comunicazione alle scuole per il modello E Il modulo per il passaggio di informazioni 4 1. Cos’è il PEI 5 Cos’è il PEI Riferimenti legislativi •C.M. 258 del 22.9.1983 • Legge 104 del 1992 • D.P.R. del 24 febbraio 1994 “Atto di indirizzo e coordinamento...” • DPCM 185 del 2006 nuove modalità di accertamento della situazione di handicap (e delibera regionale): 6 Cosa dice la legge 104 • Art. 12 comma 5: “All’individuazione dell’alunno come persona handicappata ed all’acquisizione della documentazione risultante dalla diagnosi funzionale fa seguito un profilo dinamico funzionale ai fini della formulazione di un piano educativo individualizzato…” •commi 6, 7 e 8: verifiche, atto di indirizzo, aggiornamenti del P.D.F. • Art. 13 comma 5:”…sono garantite attività didattiche di sostegno ….nelle aree disciplinari individuate sulla base del P.D.F. e del P.E.I.” •comma 6: contitolarità degli insegnanti di sostegno su sezioni e classi in cui operano 7 Cosa dice l’Atto di indirizzo E’ rivolto alle Regioni (e Province autonome) che devono attivare le unità sanitarie e/o sociosanitarie locali (o altre strutture sanitarie con cui abbiano convenzioni e accordi) Definisce “chi fa che cosa” in relazione all’attuazione degli art.12 e 13 della Legge 104, quindi a: • segnalazione e certificazione • diagnosi funzionale • profilo dinamico funzionale • piano educativo individualizzato • verifiche 8 Cosa dice il DPCM 185/2006 (e Delibera Regionale) E’ un Regolamento attuativo della Legge 289/02, art. 35, comma 7 Definisce nuove modalità per l’accertamento della situazione di handicap (non più certificazione): - l’accertamento è fatto da un Collegio (3 membri) su richiesta dei genitori/tutori e sulla base di documentazione prodotta dagli stessi - devono provvedere le ASL direttamente o con strutture convenzionate (es. la Neuropsichiatria de La nostra famiglia di Bosisio Parini) - devono essere utilizzati metodi di classificazione riconosciuti dall’OMS 9 Per la scuola non cambia nulla: - è ancora possibile segnalare all’ASL casi problematici con l’assenso scritto dei genitori - le mosse successive (DF, PDF, PEI) sono invariate - le necessità dell’alunno (docente di sostegno, assistente, ausili ecc.) stanno della Diagnosi funzionale, non nel verbale del Collegio di accertamento -la scuola può avere un ruolo importante di aiuto e di informazione per la famiglia, che è l’attore principale di queste nuove modalità; anche prima era così, qui viene enfatizzato questo aspetto. - Modello per la segnalazione, modelli per ASL (fasi dell’accertamento) 10 Diagnosi funzionale • è fatta dall’unità multidisciplinare (medico specialista della patologia, neuropsichiatra infantile, terapista della riabilitazione, operatori sociali) • si compone di elementi clinici e psicosociali • è funzionale al recupero del soggetto, descrivendo le sue modalità e le sue potenzialità in sette aree • modello diagnosi funzionale 11 Un esempio Regione Lombardia Azienda USL n. … Servizio di neuropsichiatria infantile Diagnosi funzionale Cognome e nome ecc. Referente del caso: Dott. • area cognitiva: lieve ritardo cognitivo determinato dalla difficoltà a mantenere l’attenzione e dalla limitata capacità di ascolto • area affettivo-relazionale: con l’adulto modalità “adesive”, ansia, auto ed eteroaggressività, contenibili con un rapporto affettivo ed educativo fermo e stabile. A tratti si isola. Difficoltà alla separazione • area linguistica: linguaggio espressivo strutturato, a volte scarsamente comprensibile perché poco controllato • area sensoriale: apparentemente nella norma 12 •area motorio-prassica: motricità globale nella norma, motricità fine adeguata • area neuropsicologica: memoria, attenzione e impegno buoni, se adeguatamente motivato e contenuto • area dell’autonomia personale e sociale: sufficienti le autonomie personali, da sviluppare le autonomie sociali (sapere rapportarsi, saper attendere, saper rispettare le cose e gli spazi altrui ecc.) Diagnosi funzionale codificata (barrare il relativo livello di compromissione per le diverse aree) Area cognitiva ecc……... Nessuna lieve media grave X 13 L’alunno ha necessità di: • sostegno didattico: SI NO con deroga SI NO • assistenza per l’autonomia personale SI NO • accompagnamento per gli spostamenti (non vedente) SI NO (non udente) SI NO • accompagnamento per la comunicazione (non udente) SI NO • assistenza per l’igiene personale SI NO • assistenza educativa per le relazioni sociali SI part time NO • servizio trasporto SI NO Data Firma (L’operatore di riferimento) 14 Profilo dinamico funzionale • è fatto dall’unità multidisciplinare (art. 3), dai docenti curricolari, dai docenti specializzati (sulla base di osservazione ed esperienza), con la collaborazione dei familiari • si compone della descrizione funzionale dell’alunno in relazione alle difficoltà e dell’analisi dello sviluppo potenziale a breve e medio termine • si articola in 9 parametri o assi • si aggiorna alla fine della scuola materna, elementare, media e durante il corso della secondaria superiore 15 Profilo dinamico funzionale • è fatto dall’unità multidisciplinare (art. 3), dai docenti curricolari, dai docenti specializzati (sulla base di osservazione ed esperienza), con la collaborazione dei familiari • si compone della descrizione funzionale dell’alunno in relazione alle difficoltà e dell’analisi dello sviluppo potenziale a breve e medio termine • si articola in 9 parametri o assi • si aggiorna alla fine della scuola materna, elementare, media e durante il corso della secondaria superiore 16 Profilo dinamico funzionale • è un quadro globale dell’evoluzione del percorso che operatori, insegnanti e famiglia intendono compiere per l’alunno e con l’alunno • è una guida per la progettazione dell’intervento (bisogni, risorse, obiettivi) • è un momento di integrazione di professionalità diverse (USL, scuola, famiglia); attenzione a possibili gerarchizzazioni 17 Un esempio Regione Lombardia Azienda USL n. … Servizio di neuropsichiatria infantile Diagnosi funzionale Cognome e nome ecc. Referente del caso: Dott. • area cognitiva: lieve ritardo cognitivo determinato dalla difficoltà a mantenere l’attenzione e dalla limitata capacità di ascolto • area affettivo-relazionale: con l’adulto modalità “adesive”, ansia, auto ed eteroaggressività, contenibili con un rapporto affettivo ed educativo fermo e stabile. A tratti si isola. Difficoltà alla separazione • area linguistica: linguaggio espressivo strutturato, a volte scarsamente comprensibile perché poco controllato • area sensoriale: apparentemente nella norma 18 •area motorio-prassica: motricità globale nella norma, motricità fine adeguata • area neuropsicologica: memoria, attenzione e impegno buoni, se adeguatamente motivato e contenuto • area dell’autonomia personale e sociale: sufficienti le autonomie personali, da sviluppare le autonomie sociali (sapere rapportarsi, saper attendere, saper rispettare le cose e gli spazi altrui ecc.) Diagnosi funzionale codificata (barrare il relativo livello di compromissione per le diverse aree) Area cognitiva ecc……... Nessuna lieve media grave X 19 L’alunno ha necessità di: • sostegno didattico: SI NO con deroga SI NO • assistenza per l’autonomia personale SI NO • accompagnamento per gli spostamenti (non vedente) SI NO (non udente) SI NO • accompagnamento per la comunicazione (non udente) SI NO • assistenza per l’igiene personale SI NO • assistenza educativa per le relazioni sociali SI part time NO • servizio trasporto SI NO Data Firma (L’operatore di riferimento) 20 Profilo dinamico funzionale • è fatto dall’unità multidisciplinare (art. 3), dai docenti curricolari, dai docenti specializzati (sulla base di osservazione ed esperienza), con la collaborazione dei familiari • si compone della descrizione funzionale dell’alunno in relazione alle difficoltà e dell’analisi dello sviluppo potenziale a breve e medio termine • si articola in 9 parametri o assi • si aggiorna alla fine della scuola materna, elementare, media e durante il corso della secondaria superiore 21 Profilo dinamico funzionale • è un quadro globale dell’evoluzione del percorso che operatori, insegnanti e famiglia intendono compiere per l’alunno e con l’alunno • è una guida per la progettazione dell’intervento (bisogni, risorse, obiettivi) • è un momento di integrazione di professionalità diverse (USL, scuola, famiglia); attenzione a possibili gerarchizzazioni 22 Aree della D.F. • cognitiva • affettivo-relazionale • linguistica • sensoriale •motorio-prassica • neuropsicologica • dell’autonomia personale e sociale Assi del P. D. F. • cognitivo • affettivo-relazionale • comunicazionale • linguistico • sensoriale • motorio-prassico • neuropiscologico • dell’autonomia • dell’apprendimento 23 Assi Descrizione funzionale dell’alunno Sviluppo potenziale a breve e medio termine • cognitivo • affettivo-relazionale • comunicazionale • linguistico • sensoriale • motorio-prassico • neuropiscologico • dell’autonomia • dell’apprendimento 24 Piano educativo individualizzato • è fatto da personale sanitario individuato dalla USL, dai docenti curricolari, dagli insegnanti specializzati, dall’operatore psicopedagogico, dai genitori • è la descrizione degli interventi integrati ed equilibrati tra di loro, programmati per il raggiungimento degli obiettivi (vedi P.D.F.) • tiene presenti i progetti educativi, riabilitativi e di socializzazione e le forme di integrazione tra attività scolastiche ed extrascolastiche (progetto di vita) 25 Verifiche • sugli “effetti dei diversi interventi disposti “ e “sulla influenza esercitata dall’ambiente scolastico sull’alunno in situazione di handicap” • ordinarie e periodiche (trimestrali…) e straordinarie (se necessario) • con la partecipazione di tutti (occorre assicurare le condizioni) 26 In sintesi Criteri generali: •collegialità e inter-professionalità •innesto nella programmazione della classe •scansione in obiettivi a breve, medio e lungo termine (educativi, psicologici, medico-riabilitativi, assistenziali) •uso di metodologie e strumenti differenziati Fasi •preliminare: segnalazione del caso, costituzione del gruppo di lavoro interdisciplinare • conoscenza della D.F., stesura del P.D.F. (analisi capacità e definizione dei bisogni) •stesura degli obiettivi del piano e raccordo con classe •interventi coordinati, verifiche in itinere e finali 27 L’evoluzione del PEI • Sperimentazione nelle scuole, problemi di sovrapposizione tra PDF e PEI, spesso il PDF non viene fatto; quando e come si definiscono gli obiettivi? • Rischio di frammentazione tra le varie procedure • Nuova Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute ICF dal 2002; inciderà profondamente sulla diagnosi funzionale e su tutta la progettazione dell’integrazione • Legge 53/2003: personalizzazione dei piani di studio per tutti gli alunni 28