L’alternanza scuola-lavoro
come «apprendimento situato»
Dario Nicoli
Fondamenti
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L’alternanza scuola lavoro rappresenta una metodologia
che mira formare persone in grado di affrontare in modo
consapevole e attivo le responsabilità della vita adulta.
Tale metodologia consente di alternare attività presso la
scuola, docenza frontale, esercitazione, ricerca,
progetto, ed attività esterne sotto forma di visite,
ricerche, compiti reali.
In tal modo si persegue una formazione efficace e si
colloca l’attività formativa entro situazioni di
apprendimento inserite alla cultura reale della società.
Prima stagione della ASL
La prima tappa della strategia dell’alternanza ha riguardato
soprattutto gli aspetti metodologici ed organizzativi:
 Metodologici: definire un piano formativo unitario, individuare
le competenze mirate, definire le attività in azienda ed a
scuola, valutare le acquisizioni.
 Organizzativi: individuare il tutor scolastico-formativo, le
aziende disponibili ed i tutor aziendali/interaziendali,
coinvolgere tutto il consiglio di classe, definire una procedura
di cooperazione formativa (progettazione, gestione,
valutazione).
 Dopo la fase iniziale centrata sullo stage (spesso senza una
chiara progettualità formativa), oggi si va facendo strada una
metodologia di alternanza più autentica.
Seconda stagione della ASL
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Si apre ora una seconda tappa, con una caratterizzazione più
culturale, mirante ad una cooperazione educativa tra gli attori
della comunità sociale.
Il territorio presenta una sua cultura peculiare - radicata nel
contesto e necessariamente aperta al mondo - che definisce
l’orizzonte dei valori di riferimento dei vari soggetti che lo
abitano, e da cui si trae anche il “mandato educativo” nei
confronti della scuola.
Alla scuola è richiesto di uscire dall’autoreferenzialità, senza
adottare identità che non le sono proprie (come quella
dell’erogatore di servizi, così come implicito nei modelli di
qualità Iso 9001), ma svolgendo in pieno il proprio compito
peculiare.
Tre finalità strategiche
1.
2.
3.
Rinnovare la didattica: l’ASL, assieme ad altre
metodologie, rappresenta un’occasione indispensabile per
realizzare nella scuola una didattica attiva, centrata sui
compiti, che mobilita le risorse degli studenti, mettendoli in
grado di conquistare un sapere personale.
Sancire un patto educativo con la società: la scuola è al
servizio di un progetto educativo che vede la responsabilità
«generativa» di tutti gli attori sociali che avvertono l’urgenza
di un impegno a favore della gioventù.
Inserire positivamente i giovani nel reale, distogliendoli
dallo stato di distrazione e sospensione in cui spesso si
trovano, facendo loro cogliere il valore educativo e formativo
del coinvolgimento in sfide concrete e condivise, in cui
possano dimostrare il loro valore.
Percorso unitario
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L’alternanza è autentica quando le diverse modalità
formative che “si alternano” vengono a comporre un
percorso unico e continuo avente al centro la persona in
formazione in riferimento al contesto in cui opera la
figura professionale di riferimento.
Tale percorso è basato su un apporto reciproco di
attenzioni, sensibilità, contenuti e metodologie; esso trae
inizio da un progetto formativo definito
congiuntamente dai due attori in gioco (la scuola e
l’impresa) e si sviluppa attraverso una cura continua che
prevede monitoraggio, verifica ed eventualmente
correzione e miglioramento lungo tutto il percorso
formativo.
Per un lavoro significativo
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L’alternanza mira ad una prospettiva professionale in
grado di dare alle attività della vita una direzione «in un
senso che le renda percepibilmente significative per chi
le pratica in virtù delle loro conseguenze, e anche utili ai
suoi associati». (John Dewey).
In definitiva, la strategia dell’alternanza mira a costruire
la comunità professionale come comunità di
apprendimento costituita dai legami che intercorrono tra
organismi formativi, soggetti economici e professionali,
organismi culturali e di ricerca, servizi attivi per il lavoro
presenti in uno specifico contesto.
Le esperienze europee
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Germania ed «area tedesca»
Danimarca
Francia
Inghilterra
Spagna
Germania ed «area tedesca»
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1.
2.
In Germania, in Austria ed in genere nell’ «area
tedesca» (ora anche in Egitto), sono presenti
due tipologie di alternanza scuola/lavoro:
l’alternanza formativa, offerta dalle
Fachoberschulen, istituti ad indirizzo
professionale di livello secondario superiore,
l’alternanza lavorativa, che si sviluppa
nell’ambito del sistema duale (Berufsschule).
Nel sistema duale, l’alternanza inizia a 15 anni.
Danimarca
Si sviluppa in una vasta gamma di programmi e si articola in:
 Istruzione e formazione professionale (erhvervsuddannelserne EUD) nei settori commerciale e tecnico, offerta dagli istituti
commerciali e tecnici;
 Formazione di base per il servizio socio/sanitario
(grundlæggendesocial – og sundhedsuddannelser - SOSU), offerta
dagli istituti per il servizio sociale e sanitario;
 Istruzione e formazione nel settore agrario, offerta dagli istituti di
agraria;
 Formazione marittima, offerta dalle scuole specialistiche del settore
(questo tipo di formazione, che non è parte del sistema di istruzione
non viene trattata).
Francia
Il quadro è complesso e alquanto variegato con diversi
dispositivi di realizzazione.
Esiste un’alternanza obbligatoria nell’ambito delle
formazioni professionali (dal CAP al BTS, al Bac pro), sia
“sous statut scolaire” (stages) oppure nell’apprendistato.
Pertanto si può affermare che siano presenti entrambe le
tipologie di alternanza: l'alternanza formativa e l'alternanza
lavorativa. Questa modalità di apprendimento è stata,
inoltre, recentemente introdotta anche a livello di collège, a
partire dalla classe 4ème (penultimo anno della scuola
secondaria di I grado – quindi a 13-14 anni).
Inghilterra
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L’alternanza scuola/lavoro formativa (work-related learning o
extended work-related learning) si svolge negli ultimi due anni
dell'istruzione obbligatoria (14-16), è obbligatoria, integrata nel
National Curriculum, con periodi di stage di 2 settimane l’anno.
Per i percorsi di tipo generale, può essere integrata
nell’apprendimento delle varie materie, oppure attraverso
l’orientamento (career education) o, infine, si può realizzare
attraverso l’alternanza lavorativa vera e propria.
Per gli altri viene offerto attraverso un corso che conduce al
conseguimento di una qualifica professionale come lo Young
Apprenticeship programme.
Nell'istruzione secondaria superiore non obbligatoria, è prevista
limitatamente alle National Vocational Qualifications (NVQs),
qualifiche professionali che prevedono principalmente, ai fini del loro
conseguimento, lo svolgimento di un’attività lavorativa.
Spagna
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La formazione in alternanza è prevista solamente per il settore
professionale della Formación Profesional Especifica de grado
medio, organizzata in diversi ciclos formativos, corrispondenti a 22
settori professionali, costituiti da moduli di apprendimento teorico e
da un periodo di formazione pratica obbligatoria sul posto di lavoro
(formacion en centros de trabajo - FCT).
È inoltre prevista nei programmi di garanzia sociale e di formazione
iniziale destinati a giovani da 16 anni di età in poi, che non hanno
conseguito un certificato di fine istruzione secondaria obbligatoria.
Hanno lo scopo di facilitare il loro ingresso nel mondo del lavoro e
l'alternanza costituisce una parte facoltativa di questi programmi.
È anche presente nella formazione professionale specifica di grado
superiore di livello post-secondario, tramite una formazione pratica
sul luogo di lavoro in continuità con quella del grado intermedio.
Le tendenze più interessanti delle
pratiche di alternanza
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
Alternanza come metodologia formativa che connota l’intero
curricolo e coinvolge per intero il collegio dei docenti ed i consigli di
classe (didattica delle «persone competenti»).
Continuità verso l’alto con passi differenti di avanzamento del
percorso formativo.
Project work inteso non solo come compito reale, ma anche come
«commessa» di un organismo interessato al suo esito.
Concorsi e premi specie da parte delle associazioni professionali
ed imprenditoriali.
Funzione di sostegno ai progetti di intrapresa anche tramite
brevetto.
Tendenza alla delineazione di un «campo educativo reale» tramite
il coinvolgimento dei soggetti veramente interessati ad un positivo
progetto educativo e sociale a favore dei giovani.
I Regolamenti sul Riordino
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Nei nuovi Regolamenti e Linee giuida sul
Riordino dei diversi istituti secondari di II grado
(Istituti tecnici, Istituti professionali e Licei),
l’Alternanza Scuola Lavoro viene richiamata
come metodo sistematico da introdurre nella
didattica curricolare e viene declinata a seconda
dei diversi indirizzi di studio, ribadendo alcune
indicazioni già contenute nella legge n.53 del
2003 e nel decreto n.77/2005.
Istituti tecnici
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I percorsi (...) si realizzano attraverso metodologie
finalizzate a sviluppare, con particolare riferimento alle
attività e agli insegnamenti di indirizzo, competenze
basate sulla didattica di laboratorio, l’analisi e la
soluzione dei problemi, il lavoro per progetti;
sono orientati alla gestione di processi in contesti
organizzati e all’uso di modelli e linguaggi specifici;
sono strutturati in modo da favorire un collegamento
organico con il mondo del lavoro e delle professioni,
compresi il volontariato ed il privato sociale. Stage,
tirocini e alternanza scuola lavoro sono strumenti
didattici per la realizzazione dei percorsi di studio.
Istituti professionali
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I percorsi (...) si sviluppano soprattutto attraverso
metodologie basate su: la didattica di laboratorio, anche
per valorizzare stili di apprendimento induttivi;
l’orientamento progressivo, l’analisi e la soluzione dei
problemi relativi al settore produttivo di riferimento; il
lavoro cooperativo per progetti; la personalizzazione dei
prodotti e dei servizi attraverso l’uso delle tecnologie e
del pensiero creativo; la gestione di processi in contesti
organizzati e l’alternanza scuola lavoro.
L’area di professionalizzazione è sostituita, nelle quarte
e quinte classi, funzionanti a partire dall’anno scolastico
2010/2011, con 132 ore di attività in alternanza scuola
lavoro.
Licei
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I licei stabiliscono, a partire dal secondo biennio, anche
d’intesa rispettivamente con le università, con le
istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e
coreutica e con quelle ove si realizzano i percorsi di
istruzione e formazione tecnica superiore ed i percorsi
degli istituti tecnici superiori, specifiche modalità per
l’approfondimento delle conoscenze, delle abilità e delle
competenze richieste per l’accesso ai relativi corsi di
studio e per l’inserimento nel mondo del lavoro.
L’approfondimento può essere realizzato anche
nell’ambito dei percorsi di alternanza scuola-lavoro di
cui al decreto legislativo 15 aprile 2005, n. 77, nonché
attraverso l’attivazione di moduli e di iniziative di studiolavoro per progetti, di esperienze pratiche e di tirocinio.
Ipotesi per gli Istituti tecnici (1)

Nel primo biennio occorre promuovere un
orientamento/riorientamento continuo in modo da
favorire negli allievi la più ampia conoscenza del settore
di studio scelto in relazione al mondo del lavoro e alle
materie curricolari. A tal fine è importante promuovere fin
dal primo anno esperienze legate al contesto (visite
guidate in aziende specifiche del settore, incontri con
esperti, conferenze/mostre, ecc) nonché percorsi
didattici (nell’ambito della quota dell’autonomia) formativi
e motivazionali (ad es. progetti sviluppati con la
collaborazione dei docenti d’indirizzo, nei laboratori della
specializzazione).
Ipotesi per gli Istituti tecnici (2)
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Nell’ambito della disciplina “Scienze e tecnologie
applicate” possono essere anticipate gran parte delle
esperienze previste nel corso dell’attuale terzo anno,
favorendo il più possibile il rapporto con le imprese/Enti
del territorio attraverso visite, incontri, occasioni di
confronto con testimonial significativi.
Il rapporto con il mondo produttivo territoriale, anche
attraverso il Comitato Tecnico Scientifico (CTS) di
Istituto, laddove è stato formalizzato, consente di avere
utili indicazioni su quali competenze debbano essere
conseguite dagli allievi.
Ipotesi per gli Istituti tecnici (3)
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Gli istituti tecnici, in base all’art. 5, comma 3 punto d) del
Regolamento, possono dotarsi di un comitato tecnico
scientifico (CTS) composto da docenti e da esperti del
mondo del lavoro, delle professioni e della ricerca
scientifica e tecnologica.
Il CTS costituisce un elemento che può favorire
l’innovazione dell’organizzazione degli istituti tecnici; è
un organismo con funzioni consultive e propositive per
l’organizzazione delle aree di indirizzo e l’utilizzazione
degli spazi di autonomia e flessibilità; è lo strumento per
consolidare i rapporti della scuola con il mondo del
lavoro e delle professioni e sviluppare le alleanze
formative.
Ipotesi per gli Istituti tecnici (4)
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Nel II biennio l’Alternanza si dovrebbe sviluppare
attraverso una fattiva coprogettazione scuolaImpresa/Ente, volta a costruire percorsi formativi da
svolgere sia a scuola che presso le imprese (stages), al
termine dei quali saranno valutate e certificate per
ciascuno studente le competenze acquisite.
Nel quinto anno si prevede la valorizzazione di
esperienze professionalizzanti e sempre più
personalizzate, in base alle attitudini e alla preparazione
dei singoli allievi.
Ipotesi per gli Istituti professionali (1)
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Per gli Istituti Professionali, l’alternanza consente di attuare una
pluralità di soluzioni didattiche per facilitare il collegamento con il
territorio e personalizzare l’apprendimento mediante l’inserimento
degli studenti in contesti operativi reali.
L’alternanza scuola lavoro rappresenta inoltre una metodologia in
grado di valorizzare le importanti esperienze svolte nel passato
nell’ambito della “Terza area”. Essa costituisce infine il naturale
supporto, oltre che per i percorsi quinquennali, per la realizzazione
di percorsi triennali finalizzati all’acquisizione delle qualifiche di
Istruzione e formazione professionale di competenza della Regione.
In base a tutte queste importanti valenze, risulta essenziale
l’elaborazione di un progetto a carattere pluriennale, distinto per
qualifica e diploma nella logica dell’integrazione e della continuità,
condiviso tra istituzioni scolastiche e organismi del sistema
economico.
Ipotesi per gli Istituti professionali con
qualifica(2)
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Nel primo anno risultano utili incontri con testimoni e visite aziendali
al fine di realizzare una sorta di dossier del settore e della figura
professionale, così che gli studenti possano avere una più precisa e
concreta visione della realtà di riferimento della propria scelta del
percorso degli studi;
nel secondo anno è proponibile un inserimento in azienda nelle
modalità dell’affiancamento così che lo studente possa
comprendere la vita reale dell’organizzazione di lavoro non solo
tramite osservazione, ma anche assumendo compiti operativi
puntuali;
nel terzo anno lo studente può essere inserito in uno specifico
contesto di lavoro nel quale svolgere compiti veramente qualificanti.
Ipotesi per gli Istituti professionali
quinquennali (3)
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Primo biennio: attività (incontri con testimoni, visite dirette, studi di
casi, ricerche) che consentano agli studenti di approfondire la
conoscenza del settore, le aziende, l’organizzazione ed i processi di
lavoro, le figure professionali le tecnologie utilizzate, i mercati);
Secondo biennio: attività collocate nel cuore dei processi di lavoro
(sicurezza, processi produttivi e di servizio, progettazione,
diagnostica, verifiche della qualità…) tramite affiancamento,
assunzione di compiti operativi, fino alla realizzazione di veri e
propri project work effettuati in stretto accordo con le aziende;
Quinto anno: completare il project work e nel contempo
confezionare il dossier finale unitario dell’intero percorso di
alternanza da portare all’esame come evidenza della propria
preparazione professionale.
Ipotesi per i Licei (1)
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Si possono prevedere percorsi biennali, a partire dalla
seconda o terza classe, in cui il primo anno abbia valore
propedeutico ed orientativo con lezioni in aula, anche e
soprattutto con esperti esterni provenienti dal mondo del
lavoro o dalle associazioni di categoria, che abbiano
come obiettivi l'acquisizione di elementi normativi
(normativa sulla sicurezza, elementi di diritto del lavoro),
organizzativi (organizzazione aziendale, qualità),
comportamentali (educazione alla cittadinanza attiva,
gestione delle relazioni, capacità di lavorare in gruppo su
obbiettivi specifici, ecc.) o orientativi. É auspicabile che
queste lezioni in aula siano integrate con visite aziendali.
Ipotesi per i Licei (2)

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Nel secondo anno, o negli anni successivi in caso di
percorsi pluriennali, l'alternanza potrà continuare
secondo le modalità indicate dalle linee guida.
Questa modalità di attuazione dei percorsi può essere
particolarmente adatta negli istituti ad indirizzo liceale,
che per tradizione e approccio culturale possono
sembrare meno direttamente coinvolti nell'attuazione di
percorsi di alternanza scuola lavoro, ma nei quali questa
può assumere un notevole valore aggiunto orientativo
soprattutto se si riesce a coinvolgere il mondo delle
professioni, dei servizi (anche d'istruzione, di ricerca, del
territorio e culturali) e delle tecnologie avanzate.
Tipologie di attività
1.
2.
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4.
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Soluzione integrale: un periodo continuativo di attività
svolta presso l’ente/l’impresa
Soluzione pomeridiana
Un giorno la settimana
Attività estiva
Simulazione di impresa
Attività esterna svolta presso un Centro dotato di
laboratori)
Commessa dell’ente esterno svolta nei laboratori della
scuola.
Apprendimento situato

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Il riferimento metodologico fondamentale è costituito dal concetto di
"apprendimento situato" (situated learning) proposto da Jean Lave e
Etienne Wenger come modello di apprendimento che ha luogo in
una "comunità di pratica".
L’apprendimento non è una trasmissione di conoscenza astratta e
decontestualizzata, ma un processo sociale in cui la conoscenza è
agita all'interno di un particolare ambiente sociale e fisico. In tal
modo, lo studente è visto come un novizio che si avvia a “diventare”
professionale, tramite una successione di azioni sociali situate,
esperite attraverso pratiche quotidiane e scambi linguistici mediante i
quali i membri della società conoscono e attribuiscono un senso al
mondo quotidiano, ma nel contempo riconoscono la realtà come
entità esterna da sé, limite e scenario in cui l’attore può sviluppare la
propria soggettività “prendendo casa” in un contesto ed
impegnandosi in esso per scopi buoni.
Progetto educativo del territorio
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Il contesto territoriale diventa sempre più un ambito ricco
di opportunità per l’apprendimento.
La scuola da un lato perde il carattere esclusivo della
cultura, ma guadagna in riconoscimento sociale che ne
enfatizza la funzione maieutica in relazione non solo alle
persone, ma anche al territorio ed alla realtà globale.
La scuola diviene un’istituzione della società civile e
riflette la responsabilità educativa di quest’ultima. Questo
movimento porta alla costituzione di reti territoriali e poli
formativi in grado di coinvolgere tutti gli attori interessati
e di fornire un piano di offerta formativa territoriale dotato
di consenso e ricco degli apporti dei vari soggetti.
Ruolo del Comitato Tecnico Scientifico
Il CTS assume un ruolo rilevante nel progetto di ASL, in
riferimento ai seguenti compiti:
 validazione del profilo finale dell’allievo, specie per ciò
che concerne compiti, competenze e stili di impegno;
 indicazione delle aziende/degli enti e iniziativa finalizzata
al loro coinvolgimento;
 coprogettazione dei percorsi di ASL specie per ciò che
concerne le soluzioni organizzative e metodologiche;
 assistenza e formazione dei tutor aziendali;
 valutazione delle esperienze e del modello di ASL in
vista del miglioramento continuativo.
Azione compiuta
La gestione didattica deve considerare che
l’apprendimento mediante loro si svolge nella logica
dell’azione compiuta intesa come “centro organizzatore”
di knowledge:
 la rappresentazione dell’azione
 la diagnosi ed il progetto
 il lavoro per processi ed il multitasking
 collaudo e verifica
 la rendicontazione.
Nodi dell’apprendimento
I nodi dell’apprendimento per azioni compiute:
 la disposizione personale e la cultura contesto: virtù e
valori (con criteri di giudizio)
 l’imprevisto e la gestione dei problemi/opportunità
 la decisione: valori, priorità
 le relazioni
 i saperi: dalla mobilitazione (saperi agiti) alla padronanza
(saperi detti) e il linguaggio.
Scopi, cultura, padronanza

L’azione agita nella realtà vede i fattori in gioco in chiave
teleologica, secondo cui ogni cosa riceve significato in
relazione al suo fine, esplicito o implicito. Gli scopi sono
legati ai soggetti ed ai loro valori; essi danno senso alle
mete ed agli strumenti utilizzati per perseguirle
(comprese le conoscenze). Il tutto delinea un “campo
culturale” dotato di specifici linguaggi. In questo quadro i
saperi sono “serventi”. Ma se spinta verso la meta della
padronanza culturale, come nel caso dell’ASL, l’azione
mira alla consapevolezza teorica e si evidenzia nel
linguaggio acquisito al seguito di azioni compiute,
consapevoli e riflessive.
Progettazione condivisa del percorso
La progettazione richiede un “canovaccio” – parte del
curricolo, in cui indicare per ogni percorso di studi un
progetto di Asl nella logica della continuità, dal I al V
anno, co il coinvolgimento del CTS per la validazione di
quanto previsto, le proposte circa le aziende ed i
suggerimenti organizzativi.
Il percorso formativo va coprogettato tra la scuola e
l’azienda/ente ospitante, come pure i criteri di verifica e
valutazione delle competenze acquisite. É questo un
riconoscimento di pari dignità del processo di
insegnamento/apprendimento sviluppato in ambito
scolastico ed extra scolastico.
Competenze

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È bene condividere con l’azienda l’approccio per
competenze, ponendo l’accento su prodotti, processi e
linguaggio, in modo che emergano nel corso
dell’esperienza le evidenze sulla base delle quali poter
procedere nella valutazione di padronanza da parte di
ogni singolo allievo.
La personalizzazione non deve necessariamente
prevedere progetti distinti individualmente, ma la
variazione del set di competenze, conoscenze ed abilità
messe in atto.
Valutazione (1)
La valutazione deve tener conto di:
 il rispetto del progetto formativo individuale concordato
con i tutor esterni;
 il grado di possesso delle competenze acquisite (in base
agli obiettivi concordati del percorso formativo);
 lo sviluppo, il consolidamento, il potenziamento delle
competenze relazionali e cognitive rispetto alla fase
d’aula ed alle esperienze maturate in azienda;
 le competenze acquisite e la ricaduta sul gruppo classe
dell’esperienza condotta in ambiente lavorativo;
 l’autovalutazione dell’allievo.
Valutazione (2)
Al fine di attuare la verifica e la valutazione, si suggerisce
di utilizzare i seguenti strumenti:
1. Griglie di valutazione dei docenti e del tutor aziendale
2. “Diario di bordo”
3. Relazione finale individuale
4. Prova esperta di fine d’anno.
Al termine del percorso di alternanza, è richiesto
all’impresa di rilasciare allo studente un’attestazione
dalla quale risulti il percorso svolto, le attività realizzate e
la valutazione conseguita.
Tutti coinvolti

L’alternanza non è un’incombenza di specialisti, ma
coinvolge l’intero Consiglio di classe; pertanto, ogni
docente è impegnato nel prendere contatto con le
imprese, nell’accompagnare gli studenti e nel monitorare
continuativamente l’esperienza, traendo dall’incontro con
le realtà esterne stimoli per il miglioramento dell’attività
scolastica, e viceversa.
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Dario Nicoli: Alternanza come apprendimento situato