La conversione degli Anglosassoni
Quando nel 407 i
Romani si ritirarono
dall’isola, il paese
tornò nel paganesimo
per l’invasione dei
Pitti e degli Scotti dal
Nord.
Il principe cristiano
dei Briti (Vortigerno)
chiama in aiuto le
tribù della Germania
inferiore, Angli,
Sassoni, Iuti che
accorrono in schiere
(428).
In- brevissimo tempo gli alleati si
trasformarono in conquistatori.
Con loro tornò a dilagare il paganesimo.
I Briti cristiani riuscirono a
conservare la propria
indipendenza solo nelle
regioni montuose
occidentali: Galles e
Cornovaglia. Una parte
emigrò in Britannia (Gallia).
I cristiani briti rimasero
isolati dal resto del mondo
cristiano, si affermarono e
durarono forme e usanze
ecclesiastiche proprie e
particolari (es. l’antico ciclo
pasquale romano di 84 anni,
differenze sulla tonsura, sul
rito battesimale, ecc.).
I conquistatori nel 450
fondarono sette regni
(eptarchia) anglosassoni:
Angli: Mercia, Ostanglia,
Northumbria
Sassoni: Essex, Wessex,
Sussex
Iuti: Kent
La conversione degli
Anglosassoni
Verso la fine del VI secolo l’evangelizzazione degli
anglosassoni si avviò lungo due canali indipendenti tra
loro, quasi contemporaneamente: il primo mosse da
sud, per iniziativa del papa Gregorio Magno (590-604),
il secondo da nord per iniziativa dei monaci iro-scozzesi
di Hy.
a) Missione romana
Papa Gregorio Magno invia
nel 596 l’abate benedettino
del monastero di S.Andrea a
Roma, Agostino, con 40
monaci.
Accolti da re Etelberto di
Kent (capo dei re
anglosassoni), bendisposto
verso il Cristianesimo (moglie
Berta, principessa franca).
Permette ai missionari di
predicare all’interno del
regno.
Battesimo del re (Natale 597)
assieme a migliaia di suoi
connazionali ad opera di
Agostino di Canterbury.
Visto il successo, papa Gregorio
invia nuovi missionari (Mellito,
Giusto, altri) dando incarico di
fondare due province
ecclesiastiche con 12 vescovadi
ciascuna (601).
Le due sedi metropolitane:
Canterbury e York.
Direttive evangelizzatrici del
papa: rispettare, per quanto
possibile, le usanze religiose precristiane del paese,
riempiendole di spirito e
contenuto cristiani
(trasformazione dei templi in
chiese, delle feste pagane in
cristiane)
Agostino di Canterbury (+604) riuscirà a stabilire contatti anche
con l’antica chiesa dei Briti nel Galles, ma con scarsi risultati a
causa della diffidenza (odio) dei Briti nei confronti dei recenti
conquistatori.
Il successo della missione dei monaci romani fu veramente
sorprendente: uno dopo l’altro i vari regni anglo-sassoni
abbracciarono la fede cristiana nel giro di 50 anni.
Vescovadi e monasteri
celtici e anglosassoni
b) Missione iro-scozzese
Anche il potente regno di Northumbria
si converte grazie a Paolino vescovo di
York. Che aveva battezzato il Re
Eduino nel 627 (genero del re Etelberto
di Kent).
Alla sua morte (+633) vi fu una
violenta reazione pagana.
Il re Osvaldo prega allora i monaci del
monastero di Hy di provvedere per
un’opera missionaria in Northumbria.
Efficace azione missionaria
dei monaci iro-scozzesi, che si
diffusero in tutto il regno
dalla vicina Scozia portando
con sé (ovviamente) gli usi e i
costumi e le tradizioni della
chiesa celtica.
Dal punto di vista della
giurisdizione ecclesiastica, la
loro presenza fece dipendere
la chiesa del regno dal
monastero di Hy e quindi
dalla chiesa iro-scozzese (635).
Tutto ciò provocò inevitabili
tensioni tra missionari iroscozzesi e romani per motivi
di giurisdizione, per la
differente tradizione e diversi
usi ecclesiastici.
Sinodo di Whitby (664): il re
Oswino scelse di seguire la
tradizione ecclesiastica
romana e di seguire i
rappresentanti del successore
di S.Pietro.
Negli anni 680-690 anche l’ultimo dei regni, il Sussex,
aderiva alla fede cristiana.
L’organizzazione della chiesa anglo-sassone completata
dall’arcivescovo Teodoro di Canterbury (669-690), greco
coltissimo inviato da papa Vitaliano (657-672) su richiesta
degli inglesi. Originario di Tarso (come S.Paolo), avviò una
incomparabile stagione spirituale e culturale della Chiesa
anglosassone. Egli seppe coniugare una profonda dottrina,
con una eccellente capacità organizzativa. Fedeltà assoluta a
Roma.
Vangelo di Lindisfarne,
decorato da Eadifrith (698700), Londra, British Library
Incipit del Vangelo di
Luca
L’evangelista Giovanni
Caratteristiche della chiesa anglosassone
• L’unione tra la pietà irlandese e la cultura e organizzazione
romana produsse una spiritualità e una cultura teologica di
altissimo livello (es.Beda il Venerabile 672-735).
• Il severo ascetismo e la disciplina penitenziale dei monaci iroscozzesi e la cultura romana diedero luogo a monasteri
fiorentissimi per spiritualità e produzione culturale.
• Le scuole dei monasteri anglosassoni brillavano in questo senso.
• La vita cristiana fioriva nella popolazione e ancor più nelle
classi nobili anglosassoni. Altissimo fu il numero di re e
regine che sono diventati monaci e santi. 33 tra re e regine
morte tra le mura conventuali; 23 re e 60 sono le regine
venerate come sante.
• Beda il Venerabile (672-735) “Storia degli Angli”
• Numerosissimi e fiorenti i monasteri maschili e femminili
legati alla regola di S.Benedetto (cfr.eredità di S.Agostino di
Canterbury).
• Legame con Roma dovuto all’origine della missione, e dalla
devozione e riconoscenza verso il successore di Pietro
(“principe degli apostoli”, “portinaio del cielo”) da parte delle
“genti” anglosassoni (nascita dei pellegrinaggi alla tomba
dell’Apostolo, dell’obolo di S.Pietro).
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6. Conversione degli Anglosassoni