CORSO DI FILOSOFIA DEL LINGUAGGIO (2014-15)
Ferdinand de Saussure (lezione 2)
La lingua come sistema
Dott.ssa Filomena Diodato
([email protected])
 "È un sistema di segni in cui essenziale è soltanto l'unione del
senso e dell'immagine acustica ed in cui le due parti del
segno sono egualmente psichiche" (pp. 24-25) (ma non sono
'astrazioni’).
 Si introduce il dibattito su ‘concreto' e 'astratto' in linguistica (v. nota 70).
 "La lingua, così delimitata nell'insieme dei fatti del linguaggio,
è classificabile tra i fatti umani, mentre il linguaggio non lo è."
(p. 26)
 Dibattito sulla lingua come 'istituzione' sociale (v. nota 157).
Nella ricostruzione del sistema vocalico indeuropeo Saussure
ipotizza l’esistenza di un suono che ha una funzione
fondamentale nello sviluppo di alcune serie che si incontrano
in greco.
Ai tempi non vi erano attestazioni di questo suono, che
Saussure non può definire foneticamente, ma che calcola e
suppone osservando l’intero sistema vocalico indeuropeo.
“Per lui oA non era un suono, e si guardò bene da definirlo con
proprietà fonetiche, perché questo fatto non aveva alcun interesse ai
fini della sua analisi. Solo il sistema lo interessava, e in questo
sistema oA era definito da relazioni ben determinate con le altre
unità del sistema e dalla facoltà di occupare posizioni definite
all’interno della sillaba” (Hjelmslev, 1948, p. 18)
Da M. Prampolini, Ferdinand de Saussure, Meltemi 2004, p. 57
La LINGUISTICA STRUTTURALE ruota attorno al principio
saussuriano dell’autonomia della linguistica che conduce:
 all’ANTIREFERENZIALISMO:
il problema del riferimento è
filosofico, non linguistico, quindi il referente non deve
rientrare nella definizione dell’unità linguistica, che si
determina in modo ‘puramente’ linguistico in base alle
relazioni tra i segni all’interno del sistema; la lingua non è
una nomenclatura;
 all’ANTIPSICOLOGISMO: sebbene il segno sia un’entità PSICHICA,
non è un fatto psicologico ‘interno’ al soggetto, ma risiede
nel sistema linguistico inteso come langue; come tale ‘vive’
nella comunità linguistica e non solo nella ‘testa’ del
parlante.
 La tesi dell’autonomia della linguistica è radicalizzata nel
di Hjelmslev, secondo il quale la
teoria linguistica deve tendere a comprendere il linguaggio
come struttura autosufficiente, configurandosi come
un’algebra immanente della lingua.
PRINCIPIO DI IMMANENZA
 L’idea è che sia possibile individuare una demarcazione tra
ciò che è linguistico e ciò che non lo è (v. distinzione
dizionario/enciclopedia di Eco).
 Nelle sue forme estremizzate questo approccio conduce a
un’IPOSTATIZZAZIONE della lingua (Ullmann, 1962) o a
un’ONTOLOGIZZAZIONE della struttura (Eco, 1968).
 Secondo De Mauro (Introduzione alla semantica, 1965), la tesi
dell’autonomia ha la natura di un «argomento ad hominem»
legato alla necessità di definire l’oggetto della linguistica
piuttosto che a ergere steccati per evitare l’intrusione,
nell’analisi della lingua, di valutazioni fisiche, fisiologiche e
psicologiche.
 Bisogna, quindi, distinguere – almeno nella lezione di
Saussure – l’aspetto metodologico da quello ontologico.
(Ricordiamo che in linguistica è il punto di vista a definire
l’oggetto).
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Saussure (lezione 2)