Dalle scienze della comunicazione verso la scienza della comunicazione – punti di vista interdisciplinari A cura di Mihaela Gavrila Aree problematiche • Eclettismo degli approcci scientifici – Le singole visuali restano condizionate da un punto di osservazione esterno all’ambito comunicativo • Particolarità dell’oggetto-comunicazione, legata sia alla imprevedibilità dell’azione umana sia all’esplosione tecnologica – Relazioni particolari che intercorrono tra il processo di evoluzione storico della comunicazione e la maturazione degli specifici contributi analitici > i passaggi epocali che modificano sostanzialmente la fenomenologia comunicativa vengono vissuti come semplice ampliamento “tecnologico” delle possibilità umane che non giustificano nuove discipline. Aree problematiche Lo sconvolgimento provocato dalle tecnologie, in particolare da quelle digitali, cambia le regole del gioco e stabilisce influenze e relazioni fondamentalmente nuove • • • • • • • istantaneità della comunicazione tempestività di reazione degli attori sociali facilità di accesso moltiplicazione, automazione e semplificazione dei mezzi ampiezza inusitata del raggio di influenza maggiore importanza degli esiti della comunicazione La comunicazione acquisisce un maggiore valore economico La piramide della comunicazione (McQuail) • DIVERSI CONCETTI IN GIOCO: – LA REALTA' DELLA COMUNICAZIONE CAMBIA DA UN LIVELLO ALL'ALTRO • APPROCCIO STRUTTURALE – (SOCIOLOGIA) – socio-centrico – l'attenzione è rivolta ai sistemi e ai loro rapporti con la società • APPROCCIO COMPORTAMENTALE – (PSICOLOGIA E PSICOLOGIA SOCIALE) – comportamento umano individuale • APPROCCIO CULTURALE – Antropologico – media-centrico – problemi di significato e linguaggio Macrosociale Comunicazioni di massa, Istituzionale/aziendale Sistema politico/impresa Tra gruppi o associazioni Comunità locale All’interno del gruppo Famiglia Interpersonale Diade/coppia Intrapersonale Elaborazione informazione L’uomo, animale simbolico • Non solo il linguaggio verbale ma la cultura tutta, i riti, le istituzioni, i rapporti sociali, il costume, altro non sono che forme simboliche in cui l’uomo racchiude la sua esperienza per renderla interscambiabile. • Si instaura umanità quando si instaura società, ma si instaura società quando vi è “commercio” di segni. • Attraverso la comunicazione l’uomo può trasmettere il proprio dominio sulla natura indipendentemente dalla ereditarietà biologica • La pietra che diventa utensile è la prima simbologia e la prima costruzione di significato Il segno • La comunicazione va analizzata anche per smontarne il meccanismo di funzionamento: gli elementi minimi costitutivi di ogni comunicazione sono, in genere, considerati i segni • E’ segno tutto ciò che dà vita a una relazione tra due termini: dove il primo è di tipo empirico (fumo, nuvola, profumo, parola) e il secondo è di tipo concettuale (il fuoco, la pioggia, la gradevolezza dell’alimento, la cosa) • Il segno è un evento, una procedura che rende possibile la relazione di un rinvio tra un primo elemento di ordine sensoriale (espressione) e un secondo di ordine intellettuale (contenuto) • Un qualsiasi linguaggio mette in comunicazione un piano dell’espressione e un piano del contenuto: significazione Il segno • In cosa consistono le procedure di significazione? – Due scuole di pensiero • Insieme di codici preesistenti: un sistema che trascende e al tempo stesso costituisce l’individuo come essere interpretante (De Saussure e Hjemslev) • Meccanismi di tipo cognitivo che precedono l’attività interpretativa (Peirce) Ferdinand de Saussure (1916) • Segno= risultante dall’associazione di un significante e un significato • Il segno linguistico unisce non una cosa (realtà esterna) e un nome ma un concetto (significato, contenuto) e un’immagine acustica (l’espressione) • Il segno è un’entità a due facce inseparabili come quelle di un foglio di carta Ferdinand de Saussure – il segno linguistico I Concetto Immagine acustica Ferdinand de Saussure – il segno linguistico II Significato Significante Ferdinand de Saussure (1916) • I segni linguistici sono caratterizzati da arbitrarietà (il segno grafico o fonetico non è collegato necessariamente al significato cui è connesso, dipende da convenzioni sociali e da appartenenze) • Il valore di un segno, cioè la sua opposizione con gli altri segni che gli permette di differenziarsi e di significare è anch’esso arbitrario • La parte concreta del linguaggio quella che effettivamente viene utilizzata in un certo segmento spazio-temporale per comunicare con i simili viene nominata parole. Il resto, ovvero il meccanismo astratto che presiede all’esercizio della facoltà di linguaggio è chiamato langue Louis Hjemslev (anni quaranta) • I segni non sono caratterizzati soltanto da una distinzione tra significante e significato (che diventano espressione e contenuto) ma anche da quella tra forma e sostanza di questi due piani • La sostanza poi va a sua volta compresa come una certa materia organizzata da quella specifica forma Louis Hjemslev (anni quaranta) Piano dell’espressione Piano del contenuto forma sostanza forma sostanza (Barthes > denotazione e connotazione) • Un sistema di segni è un linguaggio se espressione e contenuto non sono organizzati allo stesso modo • La significazione è possibile grazie al possesso di determinate competenze, che non sono individuali o mentali, ma dipendono da consuetudini sociali, da sistemi di regole più o meno condivise ma sempre sovraindividuali Charles S. Peirce (1931-1958) Il contributo della semiotica: dal segno al senso 1. Un segno, o rapresentamen, è qualcosa che sta a qualcos’altro sotto qualche rispetto o capacità (socialmente codificato) 2. Esso si indirizza a qualcuno, cioè crea nella mente di quella persona un segno equivalente, o forse un segno più sviluppato (interpretante )del primo segno. 3. Il segno sta per qualcosa, il suo oggetto Charles S. Peirce (1931-1958) significato interpretante Segno/rapresent amen significante Attraverso forme elementari di inferenza un interprete mette in relazione un espressione e un contenuto ricavandone un qualche elemento conoscitivo o una qualche indicazione pratica. Senza l’interprete (o l’interpretante) non ci sarebbe alcun segno oggetto Segno Il linguaggio • Il linguaggio è un “dispositivo” che attraverso sistemi espressivi diversi consente di significare e di comunicare ; più precisamente, linguaggio è un insieme di segni deliberatamente organizzati in un’unità discorsiva: è circolazione codificata di informazione • La lingua è solo uno dei numerosi linguaggi, il più duttile e il più potente, ma la parola non esaurisce la varietà dei sistemi di comunicazione • Il linguaggio verbale costituisce uno strumento di mediazione simbolica e, in quanto tale, costituisce anche la prima forma di socializzazione – È un processo cognitivo (permette di dar conto della realtà che ci circonda) – È un’attività simbolica (le parole stanno per altre cose con una relazione che è il risultato di una convenzione sociale) La nostra conoscenza della realtà è fortemente condizionata dal linguaggio Il linguaggio • Dal punto di vista linguistico il linguaggio viene considerato come un sistema di suoni e simboli e analizzato all’interno di quattro sfere tradizionali: – Fonetica (studio dei suoni, del materiale grezzo) – Sintassi (studio dei principi che ordinano le forme linguistiche in sequenze accettabili) – Semantica (studio del significato) – Pragmatica (studio del modo in cui il linguaggio viene usato dai parlanti) Origine sociale del linguaggio • In che modo apprendiamo il linguaggio? – Innatismo linguistico (Chomsky, 1969): le principali caratteristiche del linguaggio (una sorta di grammatica universale, di sistema di regole: la competenza linguistica) sono già presenti nel nostro cervello dal momento della nascita come una sorta di patrimonio genetico. Tale competenza si distingue dalla esecuzione (performance) che è l’uso effettivo della lingua Origine sociale del linguaggio – Assenza del contesto sociale – Sviluppo sociale: il linguaggio ha un ruolo fondamentale non solo nei processi del ragionamento ma anche in quelli che portano allo sviluppo della nostra identità: è inestricabilmente legato alla società e alla cultura. • La struttura sociale determina norme, valori e strumenti concettuali (linguaggio) Origine sociale del linguaggio • Il linguaggio determina le istituzioni della società (ipotesi della relatività linguistica di Sapir-Whorf: è il linguaggio a determinare forme e modi di pensiero, motivazioni e modelli culturali) • La competenza linguistica viene acquisita entro la comunità di individui che parlano la stessa lingua e che interagiscono quotidianamente (competenza comunicativa Habermas 1973) Origine sociale del linguaggio Il punto di vista di Basil Bernstein Basil Bernstein, in Class, Codes and Control (1971): la padronanza della lingua è alla base del successo scolastico La competenza linguistica ha origine biologica, cioè tutti hanno accesso all'atto creativo rappresentato dal linguaggio; l'esecuzione, la performance ha un carattere sociale. Origine sociale del linguaggio Il punto di vista di Basil Bernstein Due tipologie di codici: 1. Codice ristretto (linguaggio pubblico, attribuito agli appartenenti alla working class) si orienta verso l'uso di concetti "descrittivi" piuttosto che "analitici" e abitua a rispondere ad un limitato tipo di stimoli 2. Codice elaborato (linguaggio formale utilizzato dagli appartenenti ai livelli sociali medi e mediosuperiori) può esprimersi con un più alto grado di selezione e variazione dei contenuti linguistici Origine sociale del linguaggio Il punto di vista di Basil Bernstein Due tipologie di codici: 1. I codici elaborati orientano verso significati universalistici, i codici ristretti verso significati particolaristici. 2. La scuola privilegia il primo tipo di linguaggio, per il quale gli appartenenti alle classi medie e superiori sono già abituate e' perciò si trovano favoriti Linguaggio come azione • Parlare un linguaggio è un’attività e il significato di una parola è il suo uso nel linguaggio stesso: – teoria degli atti linguistici (Austin, 1974) • Enunciare una frase costituisce di per sé il compiere un’azione • Il linguaggio non serve solo a rappresentare determinati stati del mondo ma anche a trasformarli – Atto locutorio: capacità di descrivere stati di cose Linguaggio come azione – Atto perlocutorio: produzione di conseguenze sulla situazione – Atto illocutorio: affermare o promettere con uso di regole convenzionali – Principio della cooperazione (Grice, 1975) • L’interazione comunicativa, in quanto attività sociale regolata, presuppone l’esistenza di un accordo tra gli interlocutori che si impegnano nello scambio • lo scambio linguistico è un “lavoro di collaborazione” nel quale ciascun partecipante riconosce uno scopo comune, che esclude mosse riconosciute come improprie Modello di Jakobson (‘56) • F. emotiva: mette in rilievo Contesto l’espressività del mittente (Funzione referenziale) • F. conativa: intenzione del Messaggio mittente di mutare il (Funzione poetica) comportamento del destinatario Mittente Destinatario • F. referenziale: traccia i confini (Funzione emotiva) (Funzione conativa) del discorso sulla realtà contestuale Canale (Funzione fàtica) • F. poetica: enfatizza l’espressività del messaggio puntando sui suoi fattori di Codice coerenza (Funzione metalinguistica) • F. fàtica: sottolinea il significato che assume il canale, es. il marchio • F. metalinguistica: esalta gli elementi di corredo e di precisazione del discorso Modello semiotico-enunciazionale L’enunciatario empirico proietta all’interno del testo l’immagine di se stesso e quella di chi gli indirizza la comunicazione Le immagini testuali sono disgiunte da quelle empiriche: a) attivazione effetti di realtà L’enunciatore empirico è situato fuori dal testo ma ne è il produttore (proietta all’interno del testo sia la propria immagine sia l’immagine del proprio destinatario) b) comunicazione come processo interattivo tra soggetti che si scambiano oggetti di valore