Approfondimento tratto da : “COMUNICAZIONE E POTERE”di Manuel Castells (2009) Marika Lanzani Francesca Feliziani ANALISI DELL’OPINIONE PUBBLICA Facoltà di Scienze Politiche Università degli Studi di Milano Il potere è basato sul controllo della comunicazione e dell’informazione. I media sono lo spazio nel quale si costruisce il potere. La forma più antica e diretta di politica mediatica esercitata dallo stato è: propaganda e controllo. Ciò implica: La fabbricazione e la diffusione di messaggi che distorcono fatti e inducono disinformazione, allo scopo di favorire gli interessi di governo. La censura di ogni messaggio che si ritiene possa danneggiare interessi, se necessario criminalizzando la comunicazione non controllata e perseguitando il messaggero. Nell’era di Internet, Cina e Russia sono due paesi nei quali risulta particolarmente enfatizzato il controllo diretto sui media da parte del governo. Ciascun governo tende a combinare varie strategie di controllo. Premessa: data la sua vastità è un paese storicamente ossessionato dal CONTROLLO del territorio e dell’informazione L’INFORMAZIONE E’ POTERE E IL CONTROLLO DELLA COMUNICAZIONE E’ LA LEVA PER MANTENERE IL POTERE 1999: elezione di Putin (figura fortemente autocratica ed accentratrice)e inizio della battaglia per il controllo sui media: Con una serie di manovre “legalizzate” Putin restituisce al governo statale i due principali network televisivi (Canale 1 e NTV) e da vita ad un altro grande conglomerato di media (VGTRK); (altre reti minori si occupano quasi esclusivamente di intrattenimento, con spazi limitati per l’informazione giornalistica) La popolarità di Putin, per aver restaurato l’ordine nel paese beneficiando della crescita economica, è molto alta NEL COMPLESSO, TUTTI I GRUPPI MEDIATICI SONO SOTTO IL CONTROLLO DIRETTO DELLO STATO O DIPENDONO DALLA BUONA VOLONTA’ DELLO STATO E DEI SUOI ISPETTORI E’ noto che la pubblicazione di rapporti sgraditi alle autorità porti conseguenze negative di vario genere (Es: ispettori del fisco/vigili del fuoco/uff. igiene che revocano permessi di operare alle strutture; guasti di varia natura; ecc) Di fronte a questa POLIEDRICA STRATEGIA INTIMIDATORIA i media indipendenti non possono opporre una reale lotta in questo clima L’AUTOCENSURA E’ LA REGOLA e se qualche giornalista si avventura nella ricerca di informazioni politicamente scottanti gli viene ricordato CON FORZA quali sono i poteri commerciali che sovrintendono il suo compito Avversari politici di Putin/ ex-alleati politici di Putin/ autori di satira politica/ gruppi rock oppositori vengono letteralmente rimossi dal teleschermo Quando alcuni giornalisti coraggiosi si avventurano nel campo della CORRUZIONE POLITICA, non si esita ad ingaggiare SICARI per metterli a tacere: caso clamoroso quello dell’autorevolissima giornalista Anna Politkovskaya(2006) Dal 2000, si conta che sono stati uccisi 23 giornalisti in Russia La Russia si colloca al 144° posto (su 169 paesi) nel World Freedom Press Index In Russia lo stato possiede oltre l’80% delle infrastrutture radio televisive L’interesse dei russi per la politica continua ad essere alt0 (48%) ed il 90% della popolazione si affida alla TV come principale fonte di notizie (ed il 41% degli intervistati trova la copertura politica della televisione nazionale sufficientemente obiettiva) Alcune stazioni radio tuttavia mantengono una sottile libertà di esperessione (anche se devono comunque sottostare alla “regola non scritta” per la quale almeno il 50% delle notizie sul governo devono essere positive) Solo il 25% dei russi sono utenti di Internet ma sono anche i più giovani, i più colti e i più attivi della popolazione Sono pochi i blog, ed ancor meno quelli di argomento politico I Russi non sottovalutano la potenza attuale e potenziale della rete ma, hanno imparato che la pratica cinese di censurare Internet non porta a niente e preferiscono combattere la battaglia nel cyberspazio diversamente, ovvero saturando la rete russa con i loro siti di propaganda o con i propri blogger sul web Premessa Paese vasto e sempre più popoloso. Fin dall’antichità, politiche isolazioniste da parte dello stato. La storia della Cina è contrassegnata dall’infaticabile sforzo operato dallo stato per controllare la comunicazione. 1949. Avvento dello stato-Partito comunista. I media divengono proprietà dello stato. controllo dell’informazione. 1979.L’inizio della fase di trasformazione dell’economia e della società da parte dei leader comunisti del dopo – Mao . 2001. Istituzione del gruppo di Leadership di Stato sull’Informatizzazione (presieduto dal primo ministro, normative per l’industria mediatica, il contenuto dei suoi prodotti e le linee guida da seguire per ogni settore ). 2003. Riforma dei media. Apertura alla commercializzazione, ma proprietà e controllo restano in mano ad un’organizzazione dipendente dal partito. La divulgazione di ogni informazione deve essere autorizzata dal partito; Dipartimento pubblicità copre tutte le aree di diffusione di idee e informazioni (istituzioni culturali, università..etc.), controllo quotidiano degli organi di informazione. Obiettivo: affermare il dominio politico incontrastato sulla società tramite il controllo della comunicazione, modernizzando tecnologia delle telecomunicazioni e dell’informazione. Il sistema di controllo avviene mediante la modalità direttiva. Implementazione di specifiche istruzioni su specifiche informazioni e linee guida ricavate dalle dichiarazioni dei leader e dai rapporti dell’agenzia di stampa Xinuha. • • Riunione di aggiornamento: gli incaricati trasmettono le istruzioni in ogni organizzazione media. (il guinzaglio wireless). Il controllo del personale: certificazione obbligatoria per i giornalisti. Requisiti:ideologia politica e un comportamento sociale accettabile. I dettagli contano, in particolare nei contesti locali. La struttura distributiva è il meccanismo critico attraverso il quale lo stato opera il controllo della comunicazione. Figure di nomina politica sorvegliano da vicino l’intero sistema dei media in una cascata di controlli. Interiorizzazione della censura. Gli errori individuali si pagano giornalisti perdono il lavoro, riduzione dello stipendio, prigione . Ma serve anche flessibilità Ciò che è proibito dire e ciò che non lo è cambia secondo il contesto e l’interpretazione della linea del partito da parte dei censori. (dipende tutto dai toni che si usano). Quanto è contraddittoria la diffusione di tecnologie di libertà all’interno di una società statalista? 2009. 253 milioni di utenti . Paese con il più alto numero di utenti al mondo. Il presidente Hu Jintao sottolinea l’importanza di Internet come strumento di democrazia, ma il governo cinese sorveglia i contenuti , blocca i messaggi indesiderati (questione tibetana off-limits) e punisce i messaggeri. Dalla fine degli anni ’90 istituzione di specifiche unità addette al controllo Internet. Il traffico Internet viene incanalato attraverso porte d’ingresso approvate. I provider devono avere la licenza ( revocata a YouTube), gli utenti devono essere registrati. Repressione politica decine di utenti arrestati e puniti per incitamento alla sovversione. Eppure l’efficienza tecnica dei controlli è discutibile (contenuto tramite parole chiave). Ingaggiati web master di nuova generazione. Spesso si pensa che il popolo cinese soffra il comunismo e che non sia in grado di esprimere critiche, ma i sondaggi (2005) dimostrano che il 72% della popolazione è soddisfatta delle condizioni del paese (una proporzione più alta di quella di ogni altro paese al mondo). Tra i giovani la principale ideologia politica che suscita un forte appoggio è il nazionalismo. Uso di Internet : 2/3 per intrattenimento. Forse il colossale sistema messo in atto dallo stato per controllare Internet è il risultato più di un riflesso del passato che di una necessità attuale.