Putin e la classe dirigente russa ammettono, forse troppo tardi, di aver sottovalutato il problema. In tutto il Paese, in particolare a San Pietroburgo, si susseguono cruenti episodi di violenza razzista. Anche contro Russia: la nuova povertà genera xenofobia SOCIETÀ di Piero Sinatti gli stessi meridionali russi. Le cause sono quelle di sempre: povertà, disoccupazione, ignoranza. Che ancora una volta prendono forma nelle periferie informi e degradate delle grandi città Nonostante alcune condanne del razzismo e dell’odio etnico e razziale da parte delle pubbliche autorità, la Russia deve urgentemente affrontare questo problema a livello locale e nazionale”. Lo afferma un rapporto redatto dalla Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza etnica del 16 maggio. Nel documento viene lamentata l’insufficienza delle leggi russe. Specie in materia di controllo e repressione dei media che diffondono – su carta e/o in rete – materiali che incitino all’odio interetnico e razziale. Cinque giorni dopo, l’ambasciata cinese a Mosca sollecita le autorità russe, con una perentoria nota inviata al ministero degli Esteri, a far luce “nel più stretto giro di tempo” sull’assassinio a Mosca di un imprenditore cinese accoltellato per strada la notte del 19 maggio (“Nezavisimaja”, 22 maggio 2006). Immediatamente viene ipotizzato un delitto a fondo etnico razziale. Che le indagini successive sembrano smentire. Tuttavia, l’ambasciata aveva tutti i motivi di inviare quella nota. L’inverno scorso un funzionario cinese era stato picchiato da alcuni giovani a Mosca all’uscita dalla metro. Un’aggressione dai manifesti segni “ 170 SOCIETÀ Le cifre del professor Tishkov Valerij Tishkov, noto etnologo, accademico delle scienze, professore universitario e autorevole membro della Camera _San Pietroburgo detiene il triste primato di aggressioni omicide da parte di xenofobi. Sotto, le immagini di una manifestazione contro le aggressioni, dove giovani russi e stranieri mostrano le immagini delle vittime della società, ha letto il 14 aprile un ampio rapporto sul tema “Lotta contro l’intolleranza e l’estremismo nella società russa”, in una seduta plenaria dell’istituzione, cui assisteva un rappresentante della Commissione europea. Tishkov ha presentato cifre allarmanti. Nel 2004, a seguito di aggressioni a sfondo etnico e razziale, 48 persone sono state uccise (ma altre statistiche riducono il numero a 24) e 208 seriamente ferite. Nel 2005 il numero è stato, rispettivamente, di 28 e 374. Da 26 regioni toccate dal fenomeno nel 2004, si è passati a 36 l’anno dopo. Un tragico inizio di 2006 Nel 2006 si sono già contati, nel primo trimestre, per lo meno sei morti e oltre una decina di feriti. A San Pietroburgo, viene ucciso a colpi d’arma da taglio uno studente del Mali (Dembele Mamutu, 5 febbraio). Il 7 aprile, uno studente sene- Contrasto_Reuters etnico- razziali. Inoltre, tra il 2004 e il 2006, numerosi cittadini cinesi sono stati aggrediti nelle regioni del Pacifico, dove esistono sempre più numerose comunità han. Così, da due poli tanto distanti, Bruxelles e Pechino, la Russia veniva avvertita dell’allarme suscitato in due partner tanto importanti dall’aumento delle manifestazioni criminali, di tipo xenofobo e razzista. Un colpo all’immagine internazionale del Paese. RUSSIA: LA NUOVA POVERTÀ GENERA XENOFOBIA Abramjants, primo corso di Gestione Economica all’università di Mosca). Autore del delitto, un sedicenne skin moscovita, in branco con altri suoi simili. Lo stesso giorno, ancora a Mosca, un gruppo di sconosciuti assaliva due tadzhiki di 25 anni. Uno di essi decedeva durante il trasporto all’ospedale. Era stato colpito con 17 coltellate. Il triste primato di San Pietroburgo Tra gli altri casi segnalati dai media, c’è quello dello studente indiano in Medicina, Kishor Kumara Andjangi, 22 anni. Tornando a sera al pensionato dell’Accademia medica di San Pietroburgo, veniva aggredito e ferito a coltellate alla gola da due giovani sconosciuti sui 18-20 anni. Era il 19 aprile. Solo il pronto intervento di alcuni colleghi, che tamponavano subito la ferita, salvava l’aggredito da morte sicura per dissanguamento. Per restare a San Pietroburgo, sono da Contrasto_Reuters galese (Samba Lanpsar, brillante diplomando presso l’Istituto di tecnologia delle comunicazioni di San Pietroburgo) veniva ucciso per strada, sempre nella città baltica, colpito da un colpo sparato da un fucile a pompa. L’arma veniva lasciata sul posto. Sul calcio era incisa una svastica incisa e la dicitura “White Power” (sic). Una firma del delitto ? A qualche migliaio di chilometri, in una cittadina presso Volgograd (già Stalingrado), una decina di giovani, per lo più golovobritye o skinhead o skiny in stato di ebbrezza, aggredivano un accampamento di zingari (13 aprile), uccidendo a coltellate, calci e pugni un uomo e una donna di quell’etnia, mentre veniva gravemente ferita una vecchia di 80 anni. Alcuni aggressori, presto arrestati, facevano parte di gruppuscoli fascisteggianti. A Mosca, il 24 aprile, nella metropolitana, veniva ucciso, con una coltellata al cuore, un giovane studente armeno (Vagan SOCIETÀ _I gruppi nazisti stanno proliferando in Russia (qui sotto una manifestazione). Nella pagina a fianco, fiori sul luogo dell’uccisione di Vagan Abramyants, un giovane studente armeno assassinato brutalmente a Mosca primo quadrimestre del 2006, 12 aggressioni, contro le 20 di tutto l’anno scorso. I massacri di Pietroburgo: Khursheda e Vu San Pietroburgo ha conosciuto due aggressioni omicide di inaudita ferocia. Quello di Khursheda Sultonova, una bambina tadzhika di anni nove, colpevole solo di avere la pelle scura e di essersi imbattuta, verso le 21.30 del 9 febbraio 2004, in una decina di “teste rasate”, armati di catene metalliche, mazze da baseball e coltelli, che urlavano “la Russia ai russi”. La piccola tornava a casa, in periferia, con il padre Jusuf, piccolo venditore, e il cuginetto Alibir. “La Russia solo per i russi” è lo slogan classico che accompagna le aggressioni a sfondo etnico. Era risuonato nelle vie centrali di Mosca il 4 novembre scorso, nuova festa nazionale, durante una manifestazione di circa 5.000 persone, inquadrate dallo Contrasto_Reuters segnalare quest’anno altre aggressioni, prive di adeguato rilievo mediatico. Rispettivamente, contro uno studente ugandese (31 gennaio). Uno studente israeliano (20 febbraio). Un cittadino ivoriano (Désiré Dameko). Un libanese, studente presso un Istituto di istruzione superiore tecnica (2 marzo). Un ghanese di 34 anni (23 marzo). Il 7 aprile due studenti mongoli di Istituti superiori tecnici della città baltica, venivano aggrediti in una stazione della metro e duramente picchiati da una banda di giovinastri. Venivano ricoverati in ospedale con gravi traumi cranici. Complessivamente, nella città di Pietro il Grande e di Putin si sono contate, nel RUSSIA: LA NUOVA POVERTÀ GENERA XENOFOBIA 174 se iscritto al quarto anno di un Istituto tecnico superiore forestale, Roland Froisat. Arrestati gli uccisori, quattro giovani disoccupati di cui uno minorenne. Così, San Pietroburgo si è guadagnata il nome di “capitale korichnevaja”, ovvero “bruna”, per l’ideologia e i simboli nazisti dei suoi gruppi di skinhead e xenofobi. Circola liberamente una pubblicistica che anche in rete propaganda idee e slogan di tipo nazista. Recentemente è circolato su internet un opuscolo: Istruzione per terrorismo di strada. In esso si insegna come scegliere e cercare le vittime, come attaccarle: per strada, preferibilmente al buio, in sottopassaggi. Quali armi avere sottomano e come usarle. Come terrorizzare i passanti in modo che non intervengano in difesa degli aggrediti, né testimonino contro gli aggressori. Infine, si danno consigli (dilettanteschi, a dire il vero) su come, ad aggressione consumata, “non diventare vittime degli organi di polizia o degli ‘antifa’ (gli antifascisti)”. Contrasto_Reuters xenofobo “Movimento contro i nelegaly”, gli immigrati clandestini, per lo più gastarbajtery, provenienti dall’estero vicino, di cui costoro chiedevano l’espulsione. Torniamo alla famiglia tadzhika. Gli skin, dopo aver rotto a colpi di mazza gambe e testa di Jusuf, si accanivano contro Khursheda. Alibir si salvava infilandosi provvidenzialmente sotto un’auto in sosta. La bambina veniva raggiunta da 11 coltellate, che le squarciavano il petto, il ventre e le mani. Moriva dissanguata, prima dell’arrivo dell’ambulanza. I delinquenti si dileguavano. Arrestati, risultavano tutti minorenni. Questo efferato crimine suscitava indignate reazioni nella città e in tutta la Russia. I responsabili venivano presto acciuffati. Mai, però, si sono tenute proteste di massa. In pubblico manifestavano solo i (pochi) militanti delle associazioni antifasciste (mai i comunisti del PCFR) e dei gruppi di difesa dei diritti civili e umani (“Memorial”, Gruppo Helsinki…). Il 13 ottobre dello stesso anno veniva ucciso con la medesima efferatezza un giovane vietnamita, studente del primo anno al Politecnico leningradese, Vu Ang Tuan, 20 anni. Come Khursheda, Vu si era imbattuto, a tarda sera, in un quartiere popolare, in un branco di una decina e più di minorenni, ubriachi. Uno dei più giovani, quattordicenne, incitava i compagni ad assalire il vietnamita, senz’altro motivo che quello del colore della pelle e del taglio degli occhi. Lo raggiungeva con un calcio nella schiena – gli skin calzano di solito anfibi, portano cinturoni militari con fibbia metallica, indossano felpe e giacconi scuri. Vu, dopo un fallito abbozzo di fuga, veniva raggiunto dalla banda. Eccitata dall’alcol e dalla caccia, lo gettava a terra, ne tagliuzzava il corpo con i coltelli. Infine, gli venivano assestate coltellate più profonde, colpi di fibbia di cinturone, una bottiglia in testa. Alla fine veniva trafitto da un cacciavite, che ne provocava la morte, di fronte a una folla atterrita e impotente. I giovinastri si allontanavano schiamazzando. In poco tempo sarebbero stati arrestati. Un mese prima, il 10 settembre 2005, sempre a Pietroburgo, era stato aggredito e ucciso a coltellate uno studente congole- SOCIETÀ Dopo l’assassinio dello studente vietnamita, il procuratore capo di San Pietroburgo, Sergej Zajtsev, indirizzava una lettera alla governatrice, la putiniana Valentina Matveenko, in cui definiva “critica” la situazione della città e affermava che “la procura da sola non era in grado di fermare le azioni degli xenofobi”. Appelli alle forze politiche, alle forze dell’ordine, ai cittadini e al governo venivano lanciati dalla Matveenko e dal potente plenipotenziario di Putin nel distretto (okrug) del Nord-ovest, Ilja Khlebanov, perché il fenomeno venisse al più presto sradicato. Senza successo. Putin più volte ammetteva che governo, tutori dell’ordine e la stessa Presidenza _Nella pagina a fianco, Aleksandr Koptsev, il ventenne moscovita riconosciuto colpevole di tentato omicidio per odio etnico, dopo un suo raid in una sinagoga. Le idee scioviniste sono diffuse anche da certa stampa di partito avevano sottovalutato il fenomeno e non erano stati capaci di liquidarlo per tempo. Fascismo a San Pietroburgo e altrove Nella capitale baltica gli skiny sono tra i 3 e i 4.000, mentre in tutta la Russia sono calcolati in un numero che varia da 15 a 30 a persino 50.000. Di cui 5-7.000 a Mosca. 2.500.000 a Nizhnij Novogorod. 1.500 a Rostov sul Don. Più di 1.000 a Krasnodar’. E 900 a Voronezh. Le teste rasate sono comparse, complessivamente, in 85 città. A esse vanno aggiunti i militanti di partitini e gruppuscoli di orientamento nazionalista radicale, sciovinista e neonazista. In tutto sarebbero circa 15.000, cifra difficilmente accreditabile, giacchè molti di essi agiscono in strutture chiuse e cospirative. Non poco contribuiscono alla diffusione di idee e pulsioni scioviniste i due partiti nazionalisti, rappresentati alla Duma. Si tratta del cosiddetto Partito liberal-demo- 175 RUSSIA: LA NUOVA POVERTÀ GENERA XENOFOBIA cratico russo (LPDR, leader Valdimir Zhirinovskij) e “Rodina” (Patria, con leader da poco rimosso, Dmitrij Ragozin). E di formazioni social-patriote o “rossobrune”. Fanno riferimento sia al diffuso settimanale “Zavtra”, di cui è scrittore di punta l’antiputiniano Aleksandr Prokhanov, sia ai natsboly (nazional-bolscevichi) guidati dallo scrittore Limonov, anche loro all’opposizione (di strada) del presidente russo. Tutti estranei – per la verità – ai pogrom razzisti. Sciovinisti e skiny Per ora questi gruppuscoli e gli skiny hanno messo in secondo piano, ma non abbandonato, sia l’antisemitismo nazista, sia il più vecchio antisemitismo russo dell’“Unione del popolo russo” e delle “Centurie nere” dell’inizio del XX secolo, che organizzavano micidiali pogrom antisemiti al grido “Picchia il giudeo, salva la Russia”. Il loro odio di “bianchi”, “ariani slavi”, è rivolto contro i “non slavi” di “colore scuro” (o con taglio obliquo degli occhi). Quelli delle repubbliche e delle regioni “non slave” della FR. Immigrati dei Paesi ex sovietici del Sud Caucaso e dell’Asia centrale. Cinesi. Vietnamiti. Indiani. Mongoli. Ma, soprattutto africani (qui chiamati negry) , numerosissimi tra gli studenti di università e istituti superiori della FR. Tra i più odiati, in nome della mitologica purezza (chistota) della “razza bianca”. Gli skin sono per l’80% disoccupati, alunni delle classi superiori della scuola primaria, allievi di istituti professionali che abitano le periferie informi e degradate delle grandi città. In questo vuoto si sono fatte strada sub-ideologie come quella nazista. Contro di esse la Russia non ha ancora trovato misure preventive efficaci Tribunale dell’Aja, per aver partecipato all’uccisione di oltre 64 musulmani Gruppi di San Pietroburgo bosniaci. Accusa che lui respinge. Un parNegli ultimi anni ha fatto parlare di sé ticolare non secondario: Beljaev è stato a il Gruppo neonazista “Schulz”, ovvero lungo ufficiale della militsija nella città “Gruppo 88” (i due numeri indicano le baltica, prima di dare le dimissioni e iniziali di Heil Hitler). Il gruppo skin “dedicarsi a tempo pieno alla milizia poli“Mad Crowd”. Il sedicente “Partito della tica”. libertà”, in internet con il suo sito Ha anche partecipato, senza successo, a www.svobodarus.ru, che rivendica o una passata elezione governatoriale. È tutsostiene le aggressioni cruente – perpetra- tora in libertà, nonostante denunce, prote da San Pietroburgo a Novosibirsk – cessi, arresti. contro “non slavi di colore”, fatti oggetto Studenti stranieri di una campagna di odio e diffamazione. Il gruppuscolo di Beljaev e gli altri Il leader del PdL (per simbolo ha pugnale della stessa risma conducono una violenta e martello incrociati in campo rosso) si chiama Jurij Belaev, 50 anni, già impegna- campagna contro i residenti caucasici e centro-asiatici, molti dei quali controllano to militarmente negli anni Novanta con i mercati, specie di frutta e verdura dei altri volontari russi a fianco dei serbi quartieri popolari, spesso assaliti da turbe bosniaci. Per questo è ricercato dal 176 SOCIETÀ di skiny armati di spranghe, catene e mazze da baseball. A questi “alieni” vengono rivolte ingiuste accuse – che colpiscono specie i tadzhiki – di narcotraffico. Oggetto della propaganda e delle “azioni” neonaziste sono sia gli immigrati clandestini, sia gli studenti, i borsisti e gli stazhery africani e asiatici, numerosi nelle Università e negli istituti di istruzione superiori (VUZ). È un’eredità dell’epoca sovietica. Il costo di diplomi, lauree e specializzazioni in Russia ha costi ben più bassi di quelli chiesti in Occidente. A San Pietroburgo, il numero degli studenti stranieri è sceso da 15.000 a 13.000, dal 2003 al 2005. Il dato numerico rivela il clima di tensione che li circonda. I rettori di VUZ e università pietroburghesi hanno diffuso quest’anno una serie di raccomandazioni agli studenti stranieri “di colore”. Sono invitati a muoversi in gruppo, evitare gli spostamenti notturni, non uscire dai pensionati nel giorno dell’anniversario della nascita di Hitler, celebrata dagli skin con cortei e manifestazioni in ricordo del Fuehrer. Che tanto disprezzava “la razza slava”, al punto da volerla asservire. Un triste paradosso per una città che ha patito, durante la guerra 1941-1945, i 900 terribili giorni della blokada. Gli organi di tutela della legge Contrasto_Reuters La militsija di San Pietroburgo, di Mosca e delle altre città teatro di queste aggressioni, è stata accusata di mancanza di prevenzione, se non di inerzia, nei confronti di queste organizzazioni estreme. Si dice anche che almeno nei gradi più bassi la militsija simpatizzi con gli xenofobi. Le procure e le corti non sono esenti da critiche. Infatti, il più delle volte derubricano a reati di teppismo (khuliganstvo) le aggressioni contro stranieri, rimuovendo così l’aggravante dei “motivi di odio etnico e razziale“. Da qui si emettono pene in alcuni casi vergognosamente miti. Ha suscitato scandalo la sentenza con cui, _Il presidente russo Putin nei discorsi pronunciati nel Giorno della Vittoria ha condannato il fenomeno xenofobo e invocato il Paese a combatterlo all’insegna dell’antifascismo, eredità della Grande Guerra Patriottica 177 RUSSIA: LA NUOVA POVERTÀ GENERA XENOFOBIA il 29 marzo scorso, una giuria popolare di San Pietroburgo ha condannato i massacratori di Khursheda Sultonova. Pene comprese tra 1,5 e 5,5 anni di reclusione. Quest’ultima è stata inflitta solo a un sedicenne accusato di aver inferto alla bambina il colpo mortale. Ma i giurati non hanno considerato sufficienti le prove contro di lui e hanno ritenuto l’aggressione espressione di un atto teppistico. Hanno fatto ricorso per la revisione del processo il PG Zajtsev e l’avvocato della famiglia della bambina. Forse per reazione o sprezzante messaggio di impunità, veniva accoltellata subito dopo un’altra bambina, anch’essa di nove anni, la mulatta Lilian Sissoko, figlia di madre russa e di padre africano. Nel sito di Beljaev l’atto criminale viene giustificato come “punizione” del “mostriciattolo negro” e della sua famiglia, colpevoli di spaccio di droga. Accusa infame, inventata di sana pianta. Negli stessi giorni, il tribunale cittadino di San Pietroburgo falliva nel tentativo di formare il collegio dei giurati destinati al processo contro gli imputati dell’assassinio di Vu An Tuan. Un gran numero di candidati si erano rifiutati di farne parte, impauriti o dagli skiny o dalla risonanza che il processo avrebbe certamente avuto. San Pietorburgo si è conquistato il primato poco esaltante. Quello della xenofobia. Un pessimo servizio a Putin, se si pensa che in luglio la città di Pietro il Grande e sua – abbellita dai costosi restauri da lui voluti – ospiterà il summit annuale del G8. un fenomeno reale in espansione, lo dimostra il fatto che essa, oltre alle due capitali, investe un grandissimo numero di regioni e città, specie quelle in cui si concentrano numerose comunità caucasiche e centro-asiatiche. Come Voronezh, Rostov sul Don, Krasnodar’, Novosibirsk. A Mosca e nella sua regione, sono accaduti tre fatti di grande risonanza, anche internazionale, tra la fine del 2005 e l’aprile di quest’anno. Non ne esce rafforzata l’immagine della Russia sul piano internazionale. Nel novembre 2005 la comunità musulmana della FR (in tutto oltre 15 milioni di persone) è stata scossa dall’attacco ai fedeli riuniti durante la preghiera del venerdì nella piccola moschea di Sergiev – Posad, cittadina presso Mosca dove si trova il celebre santuario ortodosso di San Sergio. I musulmani venivano assaliti da un folto gruppo di skiny, armati di spranghe e bastoni. Costoro, oltre a insulti antislamici, lanciavano il grido ormai rituale: “La Russia ai russi”. Per fortuna, l’attacco lasciava sul campo solo feriti. Lo scorso gennaio, uno skin riusciva a entrare nella superprotetta sinagoga centrale moscovita, la Bronnaja. In stato di esaltazione si avventava – urlando frasi antisemite e scioviniste e brandendo un coltello – su un gruppo di ebrei. Ne feriva otto, due dei quali in modo serio, prima di essere immobilizzato e consegnato alla polizia. Lo skin voleva una strage. “Odio gli ebrei, vivono meglio di noi” – si è giustificato in processo il colpevole, un ventenne moscovita senza lavoro, Aleksandr Koptsev. La Altrove, da Mosca a Voronezh corte lo condannava a 13 anni di reclusioÈ stato scritto e detto che i fatti di San ne (ma il PM ne aveva chiesti 16) nel proPietroburgo siano una macchinazione dei cesso svoltosi nell’ultima decade di marzo. nemici di Putin per mettere in cattiva luce È stato riconosciuto colpevole di tentato lui e la sua città. Altri, al contrario, riten- omicidio per odio etnico e razziale. gono che i pogrom xenofobi siano in real- Infine, il 1° aprile scorso, Zaur Tutov, un tà un fenomeno manovrato dai “servizi” notissimo cantante e ministro della cultuvicini al Presidente, allo scopo di mettere ra della Repubblica nord-caucasica della la sordina sulla più o meno presunta Kabardino-Balkaria, veniva seriamente “deriva autoritaria” del Kremlino e/o di ferito alla testa a colpi di bottiglia, mentre imprimere un giro di vite sulle “residue era intervenuto a difesa di un gruppo di libertà politiche”, sui diritti civili e sui musicisti caucasici assaliti da quattro giomedia, in vista delle prossime politiche e vani al solito grido: “La Russia ai soli presidenziali rispettivamente del 2007 e russi”. 2008. Questi tre fatti colpivano tre comunità Non siamo d’accordo. Che la xenofobia sia influentissime, non solo in Russia. Con 178 Contrasto_Reuters SOCIETÀ _Studenti a San Pietroburgo manifestano contro l’aggressione di un loro compagno congolese, Roland Franz Epassak, anche lui vittima dell’ennesima aggressione a sfondo razziale esse, Putin cerca di intrattenere i più amichevoli rapporti. Quelle ebraica, musulmana e dei nord-caucasici fedeli a Mosca. Perciò quei fatti non potevano che creare imbarazzo e preoccupazione al Kremlino. Voronezh, nella Russia centrale – grande città in parte deindustrializzata, con una forte percentuale di giovani senza lavoro, né adeguata istruzione, con oltre mille studenti stranieri ospiti dei locali istituti di istruzione superiore tecnico-professionale – ha dato vita ad aggressioni numerose e violente contro studenti stranieri (specie africani). Nel novembre scorso veniva assalito e ucciso a coltellate uno studente peruviano, Enrique Angeles Hurtado, 18 anni. Venivano presto arrestati 13 giovani, per lo più disoccupati. L’accusa iniziale di omicidio e violenze provocate da odio etnico e razziale veniva derubricata ad atti di criminalità comune, in primo luogo “teppismo”, alleggerendo così la loro posizione. A Novosibirsk, per mesi ha operato indisturbato un gruppo datosi alla caccia di immigrati gastarbajtery centro-asiatici (uzbeki, tadzhiki, kyrgyzi). Attivi sono stati anche i gruppuscoli xenofobi a Krasnodar’ e Rostov sul Don, nel Meridione russo, limitrofo al Nord Caucaso. Qui si sono costituite negli anni post-sovietici compatte comunità di armeni, ceceni, ingusceti, dagestani, azeri, 179 RUSSIA: LA NUOVA POVERTÀ GENERA XENOFOBIA mal viste da parte della popolazione russa, che se ne sente minacciata. Specie considerando il contesto del conflitto in Cecenia. menti economici, sociali, culturali e valoriali degli anni Novanta. Dalla perdita di stato a quella di reddito e servizi sociali specie in ambienti e quartieri operai. Poi, tra le concause, le piaghe antiche e Giudizi, misure, autorità nuove della Russia. L’alcolismo, ormai difI media russi – tra cui la Tv – non tac- fuso anche tra gli adolescenti. La debolezciono il fenomeno, ma non gli danno la za della famiglia (bambini e ragazzi copertura che merita. Il presidente Putin abbandonati sono in Russia circa 750.000). nei recenti discorsi pronunciati nel Giorno La caduta qualitativa e quantitativa nell’idella Vittoria e nell’allocuzione struzione pubblica e la liquidazione delle all’Assemblea Federale (9-10 maggio) ha strutture extrascolatsiche – sportive, culcondannato il fenomeno e invocato il turali-ricreative e politiche destinate in Paese a combatterlo all’insegna dell’antiepoca sovietica all’infanzia, agli adolescenfascismo, eredità della Grande Guerra ti e ai giovani. Patriottica. Il ministro degli interni Gli skin sono per l’80% disoccupati, alunRashid Nurgaliev ha promesso e assicura- ni delle classi superiori della scuola prito il massimo impegno del suo dicastero maria (decennale), allievi di istituti pronel combattere il fenomeno. fessionali, appartenenti agli strati sociali La Duma ha elaborato un progetto di colpiti dalle riforme eltsiniane, che abitalegge, secondo cui ai reati di “teppismo” e no le periferie informi e degradate delle “vandalismo”, previsti dal CP della FR, grandi città. saranno aggiunte le aggravanti di “odio In questo vuoto si sono fatte strada subnazionale, etnico e razziale”. ideologie, come quella nazista. Contro di La Camera della Società ha chiesto, per esse la Russia, uscita da 70 anni di totaliiniziativa dell’accademico Tishkov, un tarismo, non ha ancora trovato efficaci severo controllo sui media e la condanna e misure immunitarie e preventive. chiusura di giornali, riviste, case editrici e Quelle che in Europa occidentale hanno siti che propagandano nazionalismo, scio- finora impedito e impediscono alla xenovinismo, odio razziale ed etnico. Mentre fobia e allo sciovinismo lumpen, pur difnei manuali scolastici si dovrebbero corfusi anche là, di trasformarsi in violenza reggere impostazioni etnocentriche e organizzata, cruenta e omicida. monoculturali. Si devono educare le nuove generazioni al valore guida della tolleranza. Tuttavia, complesse sono le cause del diffondersi della xenofobia e dell’odio etnico. Si tratta – è vero – di sentimenti e pulsioni sviluppate dal conflitto in Cecenia e dal terrorismo. Ma primeggia, tra le cause determinanti, il problema dell’immigrazione massiccia in Russia – per lo più ancora illegale e diretta nei maggiori centri del Paese – di cittadini, gastarbajtery provenienti, oltre che dall’Ucraina e dalla Moldova, dalle repubbliche post-sovietiche caucasiche, centro-asiatiche e anche dalla Cina. I migranty sono percepiti da una parte della popolazione, quella socialmente e culturalmente meno difesa, come una reale minaccia economico-sociale: al posto di lavoro, alla casa, alla rete dei servizi medici e sociali. In un contesto ancora dominato dagli effetti negativi dei muta180