UNIVERSITA’ “G. D’ANNUNZIO” CHIETI
DIPARTIMENTO DI MEDICINA E SCIENZE DELL’INVECCHIAMENTO
CORSO di LAUREA in SCIENZE ATTIVITA’ MOTORIE E SPORTIVE
CATTEDRA ATTIVITA MOTORIA PREVENTIVA E
COMPENSATIVA
2° anno TRIENNALE
PROGRAMMA
Parte generale
Definizione ed obiettivi della ginnastica preventiva;
Definizione e obiettivi della ginnastica compensativa;
Origini della ginnastica adattata e compensativa;
Genesi e struttura del movimento volontario preventivo e compensativo;
La Postura: implicazioni biomeccaniche, neurologiche e psicologiche;
Caratteristiche e specificità del lavoro muscolare;
Esame posturale e funzionale. (valutazioni – misurazioni – compilazione scheda);
Elementi di auxologia e rapporto tra crescita, alterazioni morfologiche e
movimento;
Concetto di paramorfismo – dismorfismo;
Basi scientifiche della ginnastica adattata e compensativa;
Para-dismorfismi nell’età evolutiva del tronco e loro trattamento chinesiologico;
Para-dismorfismi nell’età evolutiva del rachide e loro trattamento chinesiologico;
Para-dismorfismi nell’età evolutiva degli arti inferiori e loro trattamento
chinesiologico.
PROGRAMMA
Parte generale
Esame Chinesiologico
Pianificazione del lavoro in palestra
Esercizi di presa di coscienza
Esercizi posturali
Esercizi Simmetrici ed Asimmetrici
Esercizi di educazione respiratoria
La respirazione combinata agli esercizi correttivi
Esercizi nelle varie forme di deviazioni rachidee.
 COS’E’ LA GINNASTICA PREVENTIVA E
COMPENSATIVA ?
 DI COSA SI OCCUPA ?
ALTERAZIONI
MORFOLOGICHE
L’Ortomorfismo e’ una conquista
che puo’ passare
attraverso il Paramorfismo
Il Paramorfismo e’:
-una esagerazione delle varianti
anatomo-funzionali ortomorfiche
-Un ritardo della morfogenesi
Il limite fra le due condizioni
e’ teoricamente netto
ma
non sempre di facile rilevamento
Piano frontale
Piano sagittale
Piano orizzontale
- ATTEGGIAMENTI VIZIATI: sono vizi estetici dell’adolescenza che
alterano la statica e la dinamica del corpo.
- PARAMORFISMI: il significato etimologico del termine è “al di là”
(para) della forma (morfe). I paramorfismi sono caratterizzati da
modificazioni funzionali che comportano quasi sempre uno squilibrio
muscolare non irreversibile. Una razionale chinesiterapia fornisce una
reale possibilità d’intervento.
- DISMORFISMI: sono alterazioni morfologiche in cui risulta
interessata la componente scheletrica.
Atteggiamento: Dorso curvo
Paramorfismo
Dismorfismo
Atteggiamento
Paramorfismo
Dismorfismo
LA CHINESIOLOGIA
E’ LA SCIENZA CHE STUDIA IL SISTEMA MOTORIO
UMANO COME SISTEMA INTELLIGENTE.
OGGETTO DELLO STUDIO DELLA CHINESIOLOGIA E’ IL
MOVIMENTO.
COSA SI INTENDE PER CHINESIOLOGIA SPECIALE?
Si definisce come tale quel complesso di movimenti attivi, passivi,
selettivi,
o globali che tendono a raggiungere i seguenti scopi:
Preventivo, Riequilibrativo,Correttivo, Rieducativo, Riabilitativo.
AUXOLOGIA
CRESCITA
Si intende come crescita quel particolare evento biologico
che si evidenzia con un aumento dimensionale del corpo,
detto
ACCRESCIMENTO
Unito a quelle modificazioni dei rapporti tra segmenti
corporei, dello stato di ossificazione scheletrico, della
sfera psicoaffettiva e sessuale che vanno sotto il nome di
SVILUPPO
AA.II.
P
AA.II.
18
0
TRONCO
TRONCO
L’accrescimento staturale prima della PUBERTA’ avviene per un
ALLUNGAMENTO
prevalentemente degli AA. II., quello del Tronco avverrà dopo.
P
OSSEO
OSSEO
0
18
MUSCOLARE
MUSCOLARE
L’accrescimento è principalmente osseo
prima della PUBERTA’
prevalentemente muscolare dopo
H
P
H
0
18
P
P
L’accrescimento è particolarmente veloce nell’anno che
precede la PUBERTA’,
mentre quello ponderale lo è soprattutto nell’anno
successivo ad esso
CORRELAZIONE TRA ETA’ OSSEA E MENARCA
MENARCA
Compare a 13 anni di età ossea qualunque sia
l’età cronologica;
Compare 18/24 mesi dopo le prime
manifestazioni puberali
RISSER
Ossificazione dei nuclei delle creste iliache e loro
fusione con l’ileo; è un segno a comparsa
tardiva;
R1+
inizia nell’anno successivo al menarca;
Dopo 1-3 anni dal R 1 ci sarà la completa
ossificazione con l’ileo (= R 5 +)
LE LEGGI DELLO SVILUPPO OSSEO
Lo scheletro è tanto più malleabile quanto meno è ossificato, cioè
quanto più il soggetto è giovane.
Facendo eccezione per le deformazioni di origine traumatica,
senile o infettiva, possiamo dire che ogni deformazione ossea ha
un’origine più o meno diretta fra la nascita e il ventesimo anno, e
molto spesso fra i 7 ed i 14 anni, sembrando questa età essere
l’età morfologica per eccellenza, quella in cui la morfologia e
l’atteggiamento si determinano per l’avvenire.
Ma se la plasticità dello scheletro favorisce a questa età le
malformazioni, tuttavia proprio grazie ad essa è più facile
correggerle
OSSIFICAZIONE E CRESCITA
Tutte le parti dello scheletro non si ossificano con la stessa rapidità:
 le costole si ossificano assai rapidamente ma restano malleabili grazie
alle cartilagini costali.
 il piede si ossifica più velocemente della mano (i trattamenti del piede
torto e del piede piatto devono essere molto precoci).
 le epifisi e le metafisi fertili (vale a dire quelle che si ossificano in
modo più tardivo) sono situate vicino al ginocchio e lontano dal
gomito; sono la sede dei dolori della crescita;
 il bacino è interamente ossificato prima dei 20 anni;
 i corpi vertebrali hanno una crescita molto prolungata (25 anni);
 i due ultimi punti di ossificazione sono la clavicola nell’uomo e la
zona pubica nella donna (26-27 anni).
LEGGE DI DELPECH
DOVE MAGGIORE E’ IL CARICO
MINORE E’ L’OSTIOGENESI
Nel rachide ogni vertebra è sottoposta ad una pressione di una certa entità
costituita dal peso di tutta la porzione del corpo superiore (metameri
superiori).
Questo peso è suddiviso in modo disuguale sulle due facce del corpo
vertebrale, corrispondente alla convessità ed alla concavità: la pressione
diminuisce dal lato della convessità, aumenta dal lato della concavità.
Si verifica quindi una crescita simmetrica della vertebra che aumenta
maggiormente dal lato convesso (vertebra cuneiforme): ecco la ragione del
nome dato alla malformazione: “abbassamento romboidale di Delpech”.
Questo processo fissa la curvatura che non può, a fine crescita, più
modificarsi e diventa allora una deformazione ossea.
-“ogni volta che un osso è posto in una posizione abituale anormale, la sua
crescita stessa diventa anormale e tende a deformarlo”
Questa deformazione, tuttavia, non è irriducibile, a condizione che venga
trattata sufficientemente presto.
CHINESIOLOGIA
DEL RACHIDE
Piano frontale
Piano sagittale
Piano orizzontale
ESAMINARE IL RACHIDE DI PROFILO
Per ricercare una SPONDILOLISTESI
Per ricercare una malattia di SCHEUERMANN associata
La regola dei “30 mm”
In un soggetto normale il filo a
piombo è tangente in D8 e in S2
che sono allineati sulla stessa
verticale. Le frecce cervicale e
lombare sono sensibilmente
uguali e dell’ordine di 30 mm.
C7 (30MM) + L4 (30MM)
= 60
> 100 mm = patologia

20 % dei casi
30°
Angolo lombosacrale o sacrale (ALS) fisiologico, descritto
dall’intersezione di una linea parallela all’orizzonte con una
linea tracciata tangenzialmente e parallelamente alla base del
sacro. L’angolo lombo-sacrale ottimale è di circa 30°
L’UNITA’ FUNZIONALE
La C.V., struttura portante del bipede uomo, assolve un ruolo
statico di sostegno ed una complessa funzione cinetica.
Consiste in una serie coordinata di segmenti costituiti da
UNITA’ FUNZIONALI sovrapposte. Si configura come una
struttura portante elastica capace di garantire, in opposizione
alla gravità, sia la stazione eretta che l’equilibrio di forze e di
resistenze necessarie per la locomozione e ogni altra forma di
attività cinetica finalizzata.
I due requisiti fondamentali di ordine meccanico della C.V.
sono l’efficienza statica antigravitaria e la flessibilità.
Nella
COLONNA LOMBARE
le Unità Funzionali hanno
Carattere “Idraulico”
Rappresentazione schematica
dell’unità funzionale lombare tipo.
A. L’unità funzionale vista di lato.
La linea rossa discontinua indica il
confine tra le sue due sezioni
operative; anteriore (di sostegno) e
posteriore di guida del movimento).
B. La pressione intradiscale serve a
mantenere separati i corpi vertebrali
contro le sollecitazioni compressive
assiali ed è in parte bilanciata dalla
tensione delle fibre dell’annulus e
dei legamenti longitudinali.
C. A livello lombare il piano
direzionale delle faccette è quasi
parallelo al piano sagittale.
SEZIONE ANTERIORE DELL’UNITA’ FUNZIONALE
Ha caratteristiche strutturali di
SOSTEGNO ED ASSORBIMENTO MECCANICO
Risulta composta da due robusti corpi vertebrali cilindrici
con limitanti piane, separate da un sistema idraulico
ammortizzante
IL DISCO
 Il disco intervertebrale è un organo fluido-elastico;
 L’annulus fibrosus è la parete circolare del disco e consiste
in una maglia fibro-elastica deformabile che racchiude la
matrice discale;
 La matrice o nucleo polposo è dunque incapsulata
concentricamente dalle fibre dell’annulus fra un
pavimento e un soffitto costituiti dalle limitanti vertebrali.
Meccanismo idraulico del disco intervertebrale
A.
Disco normale in condizioni basali. La pressione interdiscale si esercita in tutte le
direzioni. Le fibre dell’annulus sono tese.
B.
Disco compresso. Il liquido nucleare è incompressibile. L’aumento della pressione
interna inflette e fa sporgere l’annulus.
C.
Flessione del rachide. Con lo spostamento del liquido nucleare (il cui volume resta
invariato) le fibre posteriori dell’annulus si distendono e quelle anteriori si
detendono.
Conformazione del legamento
longitudinale posteriore lungo il
rachide lombare e possibili
implicazioni di ordine
patologico. Da L1 a L5
l’ampiezza di questo importante
legamento va riducendosi
gradualmente, sì che –
procedendo dall’alto verso il
basso – risultano via via più
estese le aree postero-laterali
dell’interspazio non protette. Il
rischio dell’erniazione discale
lungo queste direttrici di minore
resistenza (indicate dalle frecce
rosse nello schema di destra)
risulta pertanto più pesante nel
tratto lombare che in quelli
sovrastanti e, nell’ambito del
tratto lombare stesso, ai livelli
più bassi.
A
⁺⁺
⁻
La direzione dei movimenti del rachide
è condizionata, nei vari tratti,
dall’orientamento delle faccette delle
articolazioni posteriori.
Rotazione
Latero-flessione
Flesso-estensione
A.
Nel tratto lombare l’orientamento
verticale ed antero-posteriore delle
faccette consente la flesso-estensione,
mentre sono impossibili sia la lateroflessione che la rotazione. Esattamente
il contrario avviene a livello dorsale,
dove l’orientamento pressoché
orizzontale delle superfici articolari
permette movimenti combinati di
latero-flessione/rotazione, mentre
impedisce la flesso-estensione. Il segno
+ indica movimenti possibili, il segno –
quelli impossibili.
B.
Faccette del tratto lombare
⁺
⁻
⁻
Flesso-estensione
Latero-flessione
Rotazione
FATTORI CHE MODIFICANO LA STABILITA’ E LA
MOBILITA’ DEL RACHIDE
STABILITA’ E MOBILITA’
1.
Pressione e tensione
AMPIEZZA DEL MOVIMENTO
1.
Distensibilità dei legamenti
longitudinali;
2.
Fluidità dei dischi;
3.
Elasticità delle capsule
delle articolazioni
zigoapofisarie;
4.
Elasticità dei muscoli.
Dischi allontanano le vertebre
Legamenti uniscono le vertebre;
2.
Curve antero-posteriori;
3.
Spessore e forma dischi
intervertebrali;
4.
Forma dei legamenti;
5.
Orientamento faccette articolari;
6.
Dimensioni ed obliquità apofisi
spinali;
Ritmo lombo-pelvico nella flessione totale del tronco.
A sinistra: colonna eretta in equilibrio statico, con lordosi lombare fisiologica (X) (vale a dire correlata con una
normale angolazione sacrale di base(A)) e linea d’appiombo allineata alle coxo-femorali.
Al centro: la flessione del tronco è caratterizzata da una variazione coordinata della lordosi lombare, che prima si
appiattisce (Y) e poi si inverte, e della posizione della pelvi, la quale si inclina in avanti, con conseguente aumento
dell’angolo sacrale (B). Il treno inferiore si sposta all’indietro ai fini di compenso gravitario. Il rachide dorsale si
limita ad accompagnare il movimento, senza alcuna propria partecipazione articolare.
A destra: a flessione del tronco avvenuta, la lordosi lombare si presenta moderatamente invertita (Z), la pelvi
ruotata fino al limite massimo dell’escursione consentita dall’articolarità coxo-femorale ed il treno inferiore
ulteriormente spostato all’indietro per garantire l’equilibrio gravitario.
Meccanismo di produzione del dolore nella “rigidità dei muscoli posteriori delle cosce” e nella “rigidità lombare”
A.
Flessione completa del tronco, in assenza di turbe del ritmo lombo-pelvico.
B.
“Rigidità dei muscoli posteriori delle cosce”: poiché questa limita l’escursione rotatoria della pelvi, la
flessione del tronco può aver luogo solo se viene forzata quella del rachide lombo-sacrale (LS), con
conseguente sovradimensione del legamento longitudinale posteriore e comparsa del dolore lombare acuto.
C.
“Rigidità lombare”: la rotazione pelvica avviene normalmente mentre la flessione del rachide lombosacrale è ostacolata; i tentativi di forzare la flessione del rachide si traducono in una sovradistensione
dolorosa sia dei muscoli posteriori delle cosce (MPC), sia del legamento longitudinale posteriore, delle
capsule delle articolazioni posteriori e dei muscoli paravertebrali.
L’ESAME CHINESIOLOGICO
ESAME CHINESIOLOGICO
• L’esame chinesiologico precede sempre l’inizio del trattamento ed ha lo
scopo di conoscere il soggetto.
•
Deve essere eseguito con scrupolo perché è l’esame che permette
di programmare un razionale piano di lavoro.
• L’esame inizia con un colloquio che permette oltre che a mettere a proprio
agio il soggetto anche di farsi una prima idea sul tipo da trattare.
• L’esame non si identifica nella ricerca di una diagnosi,
ma permette la programmazione di un piano di lavoro personalizzato.
• Interpretazione della diagnosi medica. Che va assolutamente richiesta.
• Lettura del referto radiologico, in quanto permette di valutare dati
che in superficie non sono palesi.
• Esame morfologico: nel senso frontale, nel senso sagittale e da seduti. In
quanto non si lavorerà su una diagnosi ma su un soggetto e per questo è
necessario notare il comportamento del soggetto nel variare delle differenti
posizioni
• I vizi posturali pongono in evidenza l’adattamento delle curve alle diverse
posizioni assunte.
Da in piedi le curve si accentuano.
Da seduti le curve si invertono parzialmente.
L’atteggiamento muta continuamente.
• Le deviazioni vere fanno conservare le proprie caratteristiche alla zona
interessata.
La cifosi si riduce ma non si corregge.
La lordosi tende sempre a riformarsi.
• Per completare l’esame necessita di una misurazione delle frecce sagittali
RACHIDE
Struttura IDROSTATICA di ammortizzamento meccanico
4
3
2
1
0
36/70°
30/40
0
90/35°
50/90°
30/40
0
Triangoli
della
taglia
ALTERAZIONI
MORFOLOGICHE
DORSO CURVO
SI EVIDENZIA DALLE SPALLE ANTERIORIZZATE
ASSOCIATE A CIFOSI.
IN TALE PARAMORFISMO VIENE COINVOLTO IL COLLO E
LA REGIONE LOMBARE.
IL FANCIULLO SEMBRA AVVOLTO IN AVANTI.
MOLTO CARATTERISTICO NELLE BAMBINE E
ADOLESCENTI CHE ASSUMONO QUESTA POSIZIONE PER
NASCONDERE I SENI NASCENTI O TROPPO SVILUPPATI.
ATTEGGIAMENTO LORDOTICO
PUÒ ESSERE A LARGO – MEDIO – PICCOLO RAGGIO. NON
ESISTONO DANNI ANATOMICI E PROPRIO PERCHÉ
ATTEGGIAMENTO PUÒ ESSERE REVERSIBILE E CURABILE CON
BUONA GINNASTICA ADDOMINALE.
LE CONSEGUENZE DELL’ A.L. SONO:
DISTENSIONE DEGLI ADDOMINALI CIFOSI DI COMPENSO ALGIE.
LA MUSCOLATURA SPINALE OVVIAMENTE ACCORCIATA.
I muscoli antiversori:
- posteriormente: i muscoli
lombari
- anteriormente: il retto
femorale e lo psoas-iliaco.
I muscoli retroversori:
- posteriormente: il grande
gluteo, gli estensori della
coscia
- anteriormente: il retto
addominale.
La scoliosi
MALATTIA
MULTIFATTORIALE
SCOLIOSI
FENOMENOLOGIA
TRIDIMENSIONALE
LA SCOLIOSI
E’ UNA
DEFORMAZIONE
ANTERO POSTERIORE
IN LORDOSI
GENERATA
DA UN
MOVIMENTO DI
TORSIONE
3D
La scoliosi è una curva che si sviluppa nello spazio.
E’ dovuta ad un movimento di torsione generalizzato su
tutto il rachide.
Questo movimento è generato da una perturbazione
localizzata che provoca una rottura dell’equilibrio del
rachide.
Il movimento di torsione crea un dorso cavo e lo fa
sembrare una deformazione laterale.
In un secondo momento, questo dorso cavo sarà
proiettato posteriormente a seconda dell’aggravamento
della curva, creando una cifosi paradossa
LE DEFORMAZIONI TORACICHE
VIENE MODIFICATO L’ORIENTAMENTO DELLE
ARTICOLAZIONI COSTO-VERTEBRALI A CAUSA DEGLI
SPOSTAMENTI SUL PIANO ASSIALE.
•GIBBO POSTERIORE ED ANTERIORE
•LE COSTE SI VERTICALIZZANO
IRRIDUCIBILITA’
E DOVUTA ALLA MODIFICAZIONE DELLA MORFOLOGIA
DELLE VERTEBRE.
LE SCOLIOSI IDIOPATICHE SINO ALLA FINE DELLA
CRESCITA OSSEA HANNO UNA MOBILITA’
INTERVERTEBRALE FISIOLOGICA.
SONO MOBILI.
LA IRRIDUCIBILITA’ E DOVUTA ALLA MODIFICAZIONE
DELLA FORMA DELLE VERTEBRE.
L’EFFETTO DELLA
TORSIONE SULLE COSTE
PRINCIPI
DELLA GINNASTICA
POSTURALE
POSTURA
EREDITARIETA’
MALATTIA
Influenzano la
PERSONALITA’
L’ATTEGGIAMENTO
modifica la
LA DEFORMITA’
MODELLO
Psicomotorio
Chinesiologico
Neuromotorio
Meccanico
POSTURA
FATTORI CHE DETERMINANO
LA POSTURA
1-EREDITARIETA’
La P. risente in misura notevole di fattori ereditari e
familiari:
L’atteggiamento dei genitori e degli avi ha una spiccata tendenza a
ripresentarsi nella prole;
2- MALATTIE
Le alterazioni strutturali che influenzano la P. possono essere
ereditarie o acquisite;
3- PERSONALITA’
Il terzo dei fattori condizionanti la P. consiste in quell’insieme
di variabili rappresentato dalla reattività psico-affettiva ed
emozionale, dalle abitudini, dall'attività fisica;
La P. è espressione somatica di emozioni, impulsi e repressioni. Noi stiamo in
piedi e ci muoviamo “ come ci sentiamo”, riflettendo consciamente o inconsciamente
nell’atteggiamento esteriore la nostra condizione interiore.
CONCETTO DI POSTURA
La postura è un aspetto della vita dell'uomo.
Alcuni fisiologi definiscono la postura come la "posizione che
il corpo vivente assume abitualmente quando non è in
movimento". Con ciò non si può dire che la postura è un
valore statico, al contrario il concetto di postura racchiude in
se vari e complessi meccanismi sopratutto di ordine dinamico:
postura è equilibrio, coordinazione neuromuscolare,
adattamento alla situazione fisica ed emozionale
dell'ambiente. Pertanto il termine "postura" assume molteplici
significati perchè esistono infinite posture,diverse da un
individuo all'altro, diverse nello stesso individuo: si parla di
posizione assunta in quel determinato momento, di
atteggiamento posturale normale o patologico, di controllo
posturale (Welles).
La postura eretta si realizza grazie all'azione antigravitaria
della muscolatura scheletrica che si oppone alla forza di
gravità; la muscolatura interviene quindi ogni qualvolta un
qualsiasi evento crei alterazione significativa delle condizioni
di equilibrio posturale del corpo. Il compito dei vari gruppi
muscolari sarà quello di riportare la proiezione del baricentro
all'interno del poligono di base.
Per far questo è necessario che il sistema oste-articolare ed il
sistema nervoso centrale e periferico siano integri.
A queste considerazioni va aggiunto anche che ogni individuo
esprime un "atteggiamento" che è espressione somatica di una
personalità ben definita (Cailliet).
PERCHE' RIEDUCARE LA POSTURA
Quando si parla di alterazioni posturali di solito facciamo
riferimento alle variazioni dell'allineamento dei vari segmenti
corporei ed alle alterazioni dell'equilibrio totale del corpo che
scaturisce da questo cattivo allineamento segmentario.
Tutti sappiamo che nel bambino in crescita il perdurare di
posizioni errate può creare, in uno o più distretti corporei,
modificazioni della normo-morfologia somatica.
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