Partite Iva.
Il lavoro autonomo nella crisi italiana
La ricerca
• Analisi secondaria dei dati statistici disponibili
(Indagine forza lavoro, Eu-Silc, Banca Italia, ..)
• Ricostruzione di una mappa qualitativa delle
caratteristiche e tendenze presenti nelle diverse
componenti del lavoro autonomo
• Focus su tre figure tipiche (150 interviste):
– Micro-imprenditori del Made in Italy e high-tech
– Professionisti con/senza albo: architetti e consulenti
– Commercianti e intermediari del commercio
Chi sono i lavoratori autonomi?
“L’insieme dei lavoratori che svolgono prestazioni
finalizzate alla realizzazione di opere o di servizi, che
operano sulla base del proprio lavoro e di proprie
risorse, su base organizzata oppure individuale,
senza vincoli sostantivi di tempo, spazio ed
esclusività della loro attività lavorativa”
Quanti sono i lavoratori autonomi?
5,7 milioni
24% della forza lavoro (in
Europa la media è 12%)
+ 2,9 milioni occupati
in micro imprese (< 9
addetti)
11% della forza lavoro
=
8,7 milioni occupati
35% della forza lavoro
48% occupati in imprese
autonomi
dipendenti di autonomi
dipendenti
In Italia e in Europa
L’evoluzione degli ultimi 20 anni
Le diverse forme del lavoro autonomo
Dipendenti
Indipendenti
Lavoro semi-non qualificato
31,4
9,3
Classe operaia qualificata
22,1
Lavoratori in proprio
21,5
Micro-imprenditori
24,5
Impiegati qualificati
17,2
Tecnici
19,2
17,2
Professionisti
8,1
17,4
Piccoli Imprenditori/Manager
0,9
9,3
Classe superiore
1,1
0,8
Differenze di reddito tra gruppi di
lavoratori
65,000
55,000
45,000
35,000
25,000
15,000
5,000
Il modello tradizionale
• Prevalenza della dimensione molecolare e barriere di
ingresso basse
• Accesso a mobilità ascendente e/o fuga dalla
disoccupazione per ampi ceti popolari
• Regolazione pubblica protezionistica che limita la
concorrenza
• Domanda limitata di servizi professionali ad elevata
qualificazione …
• e sistemi deboli di certificazione delle competenze
La political economy tradizionle
del lavoro autonomo: differenze
comparate
Come è cambiato il contesto della
political economy
• crescita della competizione: liberalizzazioni, nuova
domanda di competenze, spinta verso l’innovazione
e l’aumento di scala dimensionale
• cambiamenti demografici e sociali: crisi e persistenza
delle reti corte di tipo locale-familiare
• regolazione pubblica: dalla regolazione protettiva alla
regolazione sottrattiva
Come sono cambiate le figure del
lavoro autonomo
• Crescono i lavoratori della conoscenza, diminuiscono
le figure tradizionali, individualizzazione
• Vincenti e perdenti nel lavoro autonomo: nuove
divaricazioni nel ceto medio indipendente
• Il confine sempre più oscuro tra autonomia e
dipendenza
Livelli di qualificazione del lavoro
autonomo 1993-2010
Disuguaglianze nel reddito
• Reddito >75% della mediana: 27% degli indipendenti
• Decile di reddito più basso (fino a 11.300€
annui/famiglia): 6,8% degli indipendenti
Variazione indice Gini su reddito
procapite, 1991/95 – 2004/08
Vera e “falsa” autonomia
Destabilizzazione e nuovi rischi
• Aumento dei rischi connessi all’aumento della
competizione sul mercato e a liberalizzazioni
• Più ostacoli alla crescita dimensionale
• Mancanza di una regolazione adeguata dei contratti
d’opera:
– tutela mancati pagamenti
– proprietà intellettuale
– regimi di lavoro atipico
• Mancanza di adeguati percorsi di formazione lavoro
Il nodo della rappresentanza
• Persistenza delle istanze difensive e categoriali
(soprattutto in materia fiscale)
• Nuove forme di rappresentanza trasversale
• L’estraneità nei confronti dello stato e della
politica
Laboratorio di Politiche Sociali
DIAP/Politecnico di Milano
www.lps.polimi.it
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Consiglio Italiano per le Scienze Sociali
Laboratorio di Politiche Sociali – DIAP/Politecnico di Milano
GRAZIE PER L’ATTENZIONE.
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