Giovanni 10,27-30 In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola». Giovanni 10,27-30 Shema' Ysrael, Adonai Eloheinu, Adonai echad: Ascolta, Israele, il Signore è il nostro Dio, il Signore è Uno. Il fondamento della fede ebraica di Deuteronomio (6,4) sembra specchiarsi nel nostro testo di Giovanni. Il comando ascolta è ora raccolto dalle pecore che ascoltano la sua voce. Come l’ascolto determina l'appartenenza al popolo d'Israele così chi ascolta il Pastore è pecora che appartiene al Signore. Il nuovo popolo di Dio è di chi ascolta, conosce e segue il Signore come pecora mite. Gesù dice queste cose ai Giudei rinfacciando loro di non appartenere al suo gregge (cfr. Gv 10,22-26), proprio nel Tempio durante la festa della Dedicazione quando si leggeva il testo di Ez 34 contro i cattivi pastori d'Israele. Ascoltare, conoscere e seguire il Signore è ricevere la vita eterna … non come prolungamento senza fine di questa nostra vita, ma come pienezza della vita, diventata incorruttibile alla morte perché fondata sulla relazione con lui. Chi ci separerà dall'amore di Cristo? (Rm 8,35) La mano del Padre e quella di Gesù sono la stessa mano, forte dello stesso amore e della stessa dedizione al proprio gregge. Il Padre è più grande di tutti, su di lui nessuno ha potere, per cui se una pecora è sua, nessuno può strappargliela. Per tutta la sua vita Gesù ha mostrato l’amore potente del Padre che esce dai confini delle regole, dai confini del Tempio, anche quelle che sembrano uscire dalla sua bocca e che hanno costituito il Popolo d’Israele: ha frequentato i peccatori incalliti, ha cercato i più lontani, è andato in cerca delle pecore perdute della casa d'Israele (Mt 15,24). Io e il Padre siamo una cosa sola». Letteralmente «Io e il Padre siamo uno». Gesù parla di se stesso e del Padre utilizzando la stessa parola «uno» della professione di fede Israele: il Signore è uno. Gesù non afferma solo una identità di vedute, o di azione, o di amore, ma affronta i suoi interlocutori con una rivelazione finale e definitiva: Lui e il Padre sono Dio, quel Dio che non sono più capaci di ascoltare e seguire. Così i Giudei cercano sassi per lapidarlo (Gv 10,31). Non si appartiene al Popolo di Dio per nascita, per tradizione, per religione ma perché ci siamo lasciati afferrare dalla mano potente del Padre.