Gabriele D’Annunzio e Urbino
Urbino, in quel palagio che s’addossa
al monte, ove Coletto il Brabanzone
tessea l’Assedio d’Ilio, ogni Stagione
l’antica istoria tesse azzurra e rossa.
E Guidubaldo torna dalla fossa
a tener corte, e tornano a tenzone
il Bembo e Baldassarre Castiglione,
Giuliano de’ Medici e il Canossa.
Ascolta Elisabetta da Gonzaga
a fianco dell’esangue Montefeltro
poetar Serafino, il novo Orfeo;
o chiede la Gagliarda ond’ella è vaga,
ver lei musando l’armillato veltro,
al liutista Gianmaria Giudeo.
D'ANNUNZIO: LAUDI DEL CIELO DELLA TERRA E DEGLI EROI
E’ l’opera poetica più notevole e più famosa di D'Annunzio
E’ costituita da quattro libri
Il secondo libro, Elettra, composto fra il 1899 e il 1902 e
pubblicato nel dicembre 1903, celebra gli eroi della atrio (Notte
di Caprera) e dell'arte (Per la morte di Giuseppe Verdi), nella
terza parte - difficilmente collegabile con le altre - sono cantate
25 "città del silenzio" (Ferrara, Ravenna, Urbino, ecc.); nella
quarta è il famoso Canto augurale per la Nazione eletta che
infiammò di entusiasmo i nazionalisti nostrani.
Le Città del silenzio sono le
antiche città italiane, ora lasciate
ai margini della vita moderna, che
conservano il ricordo di un
passato di grandezza guerriera e di
bellezza artistica: quel passato su
cui si dovrà modellare il futuro.
Il Piacere - libro I
" ...e la piccola tavola del tè era pronta con tazze e
sottocoppe in maiolica di Castel Durante, antiche forme
d'inimitabile grazia..."
Nel ‘500 Casteldurante insieme a Urbino e Pesaro, produsse
tra le più belle maioliche del Rinascimento. Nella cittadina
metaurense ardevano all’epoca oltre 40 forni per una
committenza italiana ed europea e spesso i maestri durantini
lasciavano la patria per diffondere la loro arte.
Il durantino Cipriano Piccolpasso scrive nel 1548 i tre libri
dell’arte del vasaio dettando le regole e i segreti del far
ceramica.
Il piacere
... elmo d'argento cesellato da
Antonio del Pollajuolo, che la
Signoria di Firenze donò al
conte d'Urbino nel 1472, in
ricompensa…
E se negli anni ’30, Urbino e le altre “Città del Silenzio”
potevano apparire come l’esempio di luoghi dall’antico
prestigio, ma ormai in declino, oggi, decenni più tardi, quelle
medesime città rimangono luoghi vitali e vere protagoniste
della conservazione dell’identità culturale italiana.
di Aida Cavalera (loop musicale adattato da un brano di G. Verdi)
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