Inizio lotte femminili : Dichiarazione delle donne e delle cittadine (1791) Alla fine dell’Ottocento le donne non hanno diritto di voto se non in Australia, Nuova Zelanda e alcuni Stati americani. IDEOLOGIA: minor forza fisica equivale a minor rendimento. Industrializzazione: le donne iniziano a lavorare, acquisendo consapevolezza dei loro diritti. Cambiamento significato del matrimonio : la scelta del compagno avviene in base ai sentimenti, non per motivi di convenienza economica. Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento si diffondono movimenti femminili che rivendicano diritto al voto e accesso alle libere professioni. . Particolarmente drammatica è la lotta delle suffragette inglesi, che reclamano il suffragio femminile anche con forme estreme di protesta. Solo nel 1918,dopo la prima guerra mondiale , l’Inghilterra concede il diritto di voto. In Italia la lotta per l’uguaglianza tra i sessi comincia in ritardo rispetto al resto dell’Europa. La presenza femminile nella società italiana stenta ad affermarsi. 1902: prima legge a tutela delle lavoratrici. Prima guerra mondiale : le donne vengono chiamate a ricoprire i posti lasciati vuoti dagli uomini. Le città si popolano di donne ,che sperimentano l’indipendenza economica. Al termine del conflitto verranno invitate a tornare tra le mura domestiche, ma l’esperienza acquisita consentirà loro di combattere con più determinazione. 1919: abolizione ‘’autorizzazione maritale’’, ammissione all’esercizio di tutte le professioni. Fascismo: regressione Seconda guerra mondiale: ritorno agli impieghi lasciati vuoti dagli uomini, ma , questa volta, nessuna crisi economica le riconduce tra le pareti di casa. Dopo la guerra i movimenti femministi iniziano ad ottenere risultati concreti, come il diritto al voto. Afghanistan Nel paese dei talebani, le donne sono usate solo per perpetuare la specie, soddisfare i bisogni sessuali degli uomini e occuparsi delle pulizie domestiche; in base ad alcuni "illuminanti" versetti del corano: “le vostre donne sono come un seme da coltivare e quindi potete farne quello che volete" (2:223). Gli uomini hanno potere assoluto sulle donne e queste sono private di ogni diritto: dietro ai loro burqa, i soffocanti veli integrali che le ricoprono da capo a piedi, non possono neanche vedere, respirare, parlare, ridere, liberamente e se malauguratamente i loro passi giungono all'udito di un uomo, rischiano di essere fustigate pubblicamente per il ludibrio delle folle. Private di un volto, di una voce, di libertà di movimento, della stessa dignità di essere umano, non contenti i talebani le hanno private anche del pensiero e della volontà. "Mille splendidi soli" è a un tempo un'incredibile cronaca della storia dell'Afghanistan degli ultimi . trent'anni e una commovente storia di famiglia, di amicizia, di fede, e della salvezza che possiamo trovare nell'amore. Nate a distanza di una generazione, e con idee molto diverse, Mariam e Laila sono due donne che la guerra e la morte hanno costretto a condividere un destino comune. Mentre affrontano i pericoli che le circondano - sia nella loro casa che per le strade di Kabul - Mariam e Laila danno vita a un rapporto che le rende sorelle e che alla fine cambierà il corso delle loro vite e di quelle dei loro discendenti. In Cina... Se confrontata con molti altri Paesi in Via di Sviluppo, la condizione della donna cinese è indubbiamente tra le migliori. Dinamiche, intraprendenti e spigliate: questa è l'immagine delle giovani donne cinesi, che in città rappresentano circa il 40% della forza lavoro. Le si vede camminare in centro, vestite alla moda, 女人 padrone della propria vita e del proprio lavoro. Serie e determinate di giorno, spigliate e libertine di notte, nei locali più in delle grandi città. In questo modo, le donne cinesi hanno saputo rivendicare, almeno in parte, la loro storia, fatta di secoli di soprusi e violenze. Un discorso diverso va fatto per le campagne, dove il genere femminile è ancora oggetto di forti discriminazioni. Le donne, fin dalla nascita, vengono maltrattate perché considerate soltanto una bocca in più da sfamare. Il loro livello sociale è molto basso e, sebbene si occupino di tutte le faccende domestiche, vengono denigrate ed escluse dal mondo maschile. Il diversivo delle donne cinesi nelle campagne è il gioco d'azzardo, che diventa pericoloso a tal punto da rischiare l'esclusione definitiva dalla famiglia e dalla comunità. Per tutti questi motivi, molte delle donne, che non scelgono di trasferirsi in città a fare lavori umili, rischiosi e malpagati, tentano il suicidio. Oggi le donne. occidentali hanno una personalità giuridica pienamente indipendente. Non sono più soggette alla tutela maschile. La donna è libera di scegliere tra una varietà di carriere professionali che in precedenza le erano precluse. La donna occidentale è completamente emancipata? Tante e diverse sono le donne che ci offre il mondo della pubblicità, ma tutte con un unico denominatore comune: quello di essere oggetto. Le rappresentazioni che se ne ricavano, infatti, sono quelle di un'apparente emancipazione che impedisce un'ascesa professionale della donna in un mondo profondamente sessista, con uomini impegnati esclusivamente nell'ambito lavorativo e donne che si sobbarcano di tutte le fatiche del loro lavoro fuori e dentro la casa. Le immagini femminili che ci vengono mostrate sono quelle di donne felici di essere esclusivamente mogli e madri o di donne che, se vogliono realizzarsi fuori dall'ambiente familiare, devono sedurre il maschio. Qualsiasi tipo di donna la pubblicità voglia rappresentare, è sempre un'immagine che caratterizza la donna in quanto tale: con un volto ed un corpo "oggetto" di espressione. Quindi, nonostante la figura femminile rivesta nel mondo dei media, e più in particolare in quello della televisione, dei ruoli marginali rispetto all'uomo, la stessa cosa non si può dire per la presentazione del corpo femminile. La donna, infatti, riesce, mediante la sua fisicità, ad ottenere un'attenzione strumentale, essendo essa mero accessorio e facile espediente per richiamare l'interesse. Il corpo femminile è divenuto un feticcio e un oggetto di consumo. Penso però di aver trovato qualcosa in comune tra la cultura islamica e in generale con quella occidentale e in particolare con quella italiana: le due culture,anzi, sono in realtà due facce simili della stessa medaglia: sono entrambe maschiliste. La cultura islamica nasconde la donna isolandola socialmente, la cultura occidentale tende a umiliarla facendola apparire come mero oggetto sessuale, ponendo l’accento su quella dipendenza sessuale e sociale dall’uomo. Nei mass-media non c’è alcuna parità tra uomo e donna. Le donne continuano ad essere subordinate e giudicate in base all’aspetto fisico e vengono identificate in base al giudizio maschile. Crescendo con la pubblicità e la TV spazzatura, molte ragazze non riescono più a trovare l’identità e l’integrità della loro persona e sono condizionate ad assumere un comportamento superficiale. La pubblicità è riuscita a creare un modello di donna “perfetta” e chi non si rispecchia in tale modello, non viene considerato ed è costretto ad adattarsi fino al punto di ricorrere a interventi chirurgici anche in giovane età. E sarebbe questa l’emancipazione per la quale le donne occidentali si sono tanto battute? I video musicali proposti sono sempre più spesso sono al limite della pornografia, che per sua natura è commerciale. I testi delle canzoni parlano di ragazze disperate per storie d’amore finite. ‘’Non sono niente senza di te’’ ‘’Posso essere la tua bambola di porcellana’’ La violenza alle donne solo da pochi anni è diventato tema e dibattito pubblico, mancano politiche in contrasto alla violenza alle donne, ricerche, progetti di sensibilizzazione e di formazione. Le ricerche compiute negli ultimi dieci anni dimostrano che la violenza contro le donne è endemica, nei paesi industrializzati come in quelli in via di sviluppo. Le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi sociali o culturali, e a tutti i ceti economici. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, almeno una donna su cinque ha subito abusi fisici o sessuali da parte di un uomo nel corso della sua vita. ‘’Campagna 16 giorni’’ di attivismo contro la violenza alle donne. La campagna internazionale ha avuto inizio dal primo Women’s Global Leadership Institute sponsorizzato dal Centre For Women’s Global Leadership nel 1991. Per la Campagna, si è scelto il periodo tra il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, e il 10 dicembre, Giornata per i diritti umani, in modo da legare simbolicamente la violenza contro le donne e i diritti umani e per enfatizzare che tale violenza è una violazione dei diritti umani. La ‘’Campagna 16 giorni’’ fa appello all’eliminazione di tutte le forme di violenza contro le donne. NEW DELHI – Le hanno tagliato il seno con un coltello perché non voleva prostituirsi. Una ragazza di 24 anni è stata mutilata in India da tre uomini, che volevano si prostituisse in un bordello vicino Mumbai. Uno dei tre uomini è stato arrestato, riferisce il quotidiano The Hindustan Times, mentre gli altri due sono ricercati. Lo scioccante fatto, l’ennesimo atto di violenza contro le donne nel Paese asiatico, è avvenuto nel distretto di Thane, un caotico agglomerato situato a nord della metropoli del Maharastra. La ragazza, originaria del Gujarat, era stata ‘venduta’ a uno dei tre uomini per 30 mila rupie (circa 400 euro) per lavorare come prostituta. Ma quando, circa una settimana fa, il gestore del bordello, Ruby Sikandar Munsi, l’ha presentata a un cliente, lei si è ribellata e si è rifiutata di fornire le prestazioni sessuali. Secondo la polizia, l’uomo e altri due conoscenti si sono infuriati perche’ “non guadagnava nulla”. Esasperati per il suo rifiuto, l’hanno portata in una stanza isolata dove l’hanno picchiata brutalmente, racconta un un responsabile del commissariato locale:“Per darle una lezione uno dei tre le ha tagliato i seni con un coltello, mentre un altro le ha spaccato i denti”. La ragazza è stata poi soccorsa e ora è ricoverata all’ospedale civico di Thane. Classe ii SEZ. iNTERNAZIONALE Liceo Scientifico “A. VoLtA” Caltanissetta A.S. 2014/2015