Anno 1
n. 1
Mese Gennaio 2013
Coordinamento Femminile
Sanità – Roma
INFORMARE AL
FEMMINILE
Non daremo niente per scontato, ma, in maniera semplice,
cercheremo di informarVi.
Il Coordinamento Femminile CISL Sanità Roma
Perché un Coordinamento Femminile?
Il Coordinamento Femminile CISL Sanità Roma nasce dall’esigenza di rafforzare la tutela dei diritti
delle donne nel mondo del lavoro in ambito sanitario.
Dove siamo?
Il Coordinamento Femminile è presente in tutte le Aziende Sanitarie Locali ed Aziende Ospedaliere
di Roma e Provincia.
Attività
Si occupa delle politiche di conciliazione e delle pari opportunità.
Favorisce la formazione e l’informazione delle donne su argomenti inerenti l’attività lavorativa e si
allarga ad esplorare tutta la sfera femminile garantendo, in questo modo, la tutela delle donne.
Quali obiettivi?
Creare una rete di comunicazione fra donne a sostegno delle donne.
Come contattarci e come partecipare alle nostre iniziative
- Consultare il sito della CISL FP Roma/Sanità – www.fproma.cisl.it
- Contatti: Marisa Bloise Coordinatrice Femminile CISL Fp Roma
e.mail: [email protected] – tel. 3206192839
Marisa Bloise
Patrizia Proietti
Norma Carapellotti
Vanessa Tagliaferri
Eleonora Bittoni
Elisa Susini
Debora Gislao
Valentina Cuomo
Buracchini Luisa
Stefania Perrocchi
Sabrina Pierini
Andreina Petruccioli
Cinzia Vanzo
Coordinatrice Femminile CISL Sanità RM/A
Coordinatrice Femminile CISL Sanità RM/B
Coordinatrice Femminile CISL Sanità RM/C
Coordinatrice Femminile CISL Sanità RM/D
Coordinatrice Femminile CISL Sanità RM/E
Coordinatrice Femminile CISL Sanità RM/G
Coordinatrice Femminile CISL Sanità RM/H
Coordinatrice Femminile CISL Sanità A.O. Sant’Andrea
Coordinatrice Femminile CISL Sanità A.O. San Camillo Forlanini
Coordinatrice Femminile CISL Sanità A.O. San Filippo Neri
Coordinatrice Femminile CISL Sanità A.O. San Giovanni Addolorata
Coordinatrice Femminile CISL Sanità Policlinico Umberto I°
Coordinatrice Femminile CISL Sanità ARES 118
Saranno distribuiti, a mesi alterni, in tutte le aziende sanitarie locali ed aziende ospedaliere del
circuito sanità di roma e provincia, dei mini opuscoli informativi.
LA RETE TERRITORIALE CONTRO la
VIOLENZA di GENERE
Premessa
In Italia, quasi un terzo della popolazione femminile, tra i 16 ed i 70 anni, è stata vittima di
violenza, almeno una volta nella vita.
Nel marzo scorso, il Parlamento Europeo ha approvato una Relazione sulla violenza contro le
donne in Europa, primo strumento al mondo giuridicamente vincolante, in grado di creare un
quadro normativo completo per prevenire la violenza contro le donne, proteggere le vittime e
contrastare l’impunità dei colpevoli. Esso, inoltre, definisce e dichiara illegali diverse forme di
violenza nei confronti delle donne, inclusi i matrimoni forzati, la mutilazione genitale femminile, gli
aborti e la sterilizzazione forzati, lo stalking, la violenza fisica, psicologica e sessuale.
L’Istat, nel 2007, ha presentato i risultati di una indagine per la prima volta interamente dedicata
al fenomeno delle violenza fisica e sessuale contro le donne. Il campione comprendeva 25 mila
donne tra i 16 e i 70 anni, intervistate su tutto il territorio nazionale dal gennaio all’ottobre 2006
con tecnica telefonica.
L’indagine Multiscopo sulla sicurezza delle donne ha misurato tre diversi tipi di violenza contro le
donne: fisica, sessuale e psicologica, dentro la famiglia (da partner o ex partner) e fuori dalla
famiglia (da sconosciuto, conoscente, amico, collega, amico di famiglia, parente ecc.).
La violenza fisica è graduata dalle forme più lievi a quelle più gravi: la minaccia di essere colpita
fisicamente, l’essere spinta, afferrata o strattonata, l’essere colpita con un oggetto, schiaffeggiata,
presa a calci, a pugni o a morsi, il tentativo di strangolamento, di soffocamento, ustione e la
minaccia con armi.
Per violenza sessuale vengono considerate le situazioni in cui la donna è costretta a fare o a subire
contro la propria volontà atti sessuali di diverso tipo: stupro, tentato stupro, molestia fisica
sessuale, rapporti sessuali con terzi, rapporti sessuali non desiderati subiti per paura delle
conseguenze, attività sessuali degradanti e umilianti. Non vengono rilevate le molestie verbali, il
pedinamento, gli atti di esibizionismo e le telefonate oscene.
Le forme di violenza psicologica rilevano le denigrazioni, il controllo dei comportamenti, le
strategie di isolamento, le intimidazioni, le forti limitazioni economiche subite da parte del
partner.
Nella quasi totalità dei casi le violenze non sono denunciate. Il sommerso è elevatissimo e
raggiunge circa il 96% delle violenze da un non partner e il 93% di quelle da partner.
Negli ultimi anni quasi tutti i governi europei hanno adottato delle strategie politiche per
combattere la violenza sulle donne, le forme di violenza più sanzionate sono quella domestica ed il
traffico di esseri umani.
Pochi, invece, sono i piani d’azione rivolti a combattere le forme di violenza basate sulla tradizione,
le molestie sessuali sul luogo di lavoro, lo stalking e la violenza all’interno di ambienti
istituzionalizzati. Nonostante i numerosi progressi che si sono registrati negli ultimi vent’anni dal
punto di vista politico, normativo e di sensibilizzazione culturale, l’Europa, e l’Italia, appaiono
ancora molto lontane dal divenire una “zona a tolleranza zero” in materia di violenza sulle donne.
Normativa di riferimento Nazionale/Regionale
La principale normativa di riferimento italiana in materia di violenza sessuale è rappresentata dalla
Legge n.66 del 15/02/1996 “Norme contro la violenza sessuale” (GU n.42 del 20/02/1996), la
quale ha introdotto nel codice penale gli articoli che trattano di Violenza sessuale, Circostanze
aggravanti; Atti sessuali con minorenne; Corruzione di minorenne; Ignoranza dell'età della persona
offesa; Querela di parte; Violenza sessuale di gruppo; Pene accessorie ed altri effetti penali;
Comunicazione al tribunale per i minorenni.
Sempre a livello nazionale, nella Legge n.154 del 5/04/2001 (GU n.98 del 28/04/2001), si è trattato
delle “Misure contro la violenza nelle relazioni familiari” con la quale, nell’art 1 comma 2, si
stabilisce all’interno del codice di procedura penale l’allontanamento dalla casa familiare Con
l’art.2 si definiscono gli “ordini di protezione contro gli abusi familiari” .
Lo stalking è entrato a far parte del nostro ordinamento con il decreto legge 23 febbraio 2009, n.
11, convertito in Legge n. 38 del 23/04/2009 - Conversione in legge, con modificazioni, del
decreto-legge 23 febbraio 2009, n. 11, recante “misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di
contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori”, che ha introdotto il reato di
“atti persecutori”, espressione con cui si è tradotto il termine di origine anglosassone to stalk,
(letteralmente “fare la posta”), con il quale si vuol far riferimento a quelle condotte persecutorie e
di interferenza nella vita privata di una persona.
Nel Lazio, la legge Regionale n. 64 del 15/11/1993 "Norme per l'istituzione di centri antiviolenza o
case rifugio per donne maltrattate nella regione Lazio" ha lo scopo di istituire, nel territorio del
Lazio, centri di accoglienza e case rifugio, capaci di rispondere alle necessità delle donne che si
trovano esposte alla minaccia di ogni forma di violenza o che l'abbiano subita al fine di garantire
adeguata solidarietà, sostegno e soccorso alle vittime di maltrattamenti fisici e psicologici, di stupri
e di abusi sessuali extra o intrafamiliari.
Con l’istituzione dei Centri, definiti anche Case, si realizza l’obiettivo di fornire alle vittime di
violenze carnali, maltrattamenti e abusi extra o intrafamiliari, aiuti pratici ed immediati per
sottrarle alle situazioni di pericolo e per ricreare condizioni di vita autonoma e serena. I centri
offrono sia ospitalità che orientamenti legali, consulenza psicologica e assistenza sociale e
assistono le donne in tutte le azioni che esse liberamente riterranno di intraprendere garantendo
l’anonimato.
A partire dall’8 marzo 2006 il Ministero per le Pari Opportunità ha attivato un servizio di call
center a sostegno delle donne vittime di violenza intra ed extra familiare al fine di fornire alle
stesse un primo supporto specialistico di accoglienza ed assistenza psicologica e giuridica nonché
di indirizzo verso le strutture pubbliche e private presenti sul territorio (centri antiviolenza, forze
dell’ordine, strutture sanitarie). Per il servizio di call center, multilingue ed operativo 24 ore su 24
per 365 giorni l’anno, viene utilizzato il codice di pubblica utilità “1522”.
La Legge Regione Lazio n. 16 del 14/05/2009 " Norme per il sostegno di azioni di prevenzione e
contrasto alla violenza alle donne" ha l’obiettivo di fornire una risposta concreta in termini di
politiche di prevenzione finanziando interventi volti a prevenire e contrastare ogni forma e grado
di violenza morale, fisica e psichica di natura sessuale nei confronti delle donne.
Beneficiano di tali finanziamenti i progetti presentati dai comuni singoli o associati e dai municipi
del Comune di Roma, con priorità per i progetti relativi ad aree di particolare degrado sociale, in
cui il rischio di reati di natura sessuale risulti particolarmente elevato, dalle organizzazioni di
volontariato iscritte nell'apposito registro regionale, dalle cooperative sociali iscritte nell'albo
regionale a loro riservato, dalla Consulta femminile regionale per le pari opportunità, dalle
associazioni iscritte al registro regionale e dalle istituzioni scolastiche a partire dalle scuole di ogni
ordine e grado, anche mediante convenzioni e accordi con il servizio sanitario regionale e con le
associazioni sportive. Le attività di carattere educativo-sociale volte alla sensibilizzazione e
denuncia del fenomeno della violenza sessuale nei confronti delle donne, sono organizzate e
svolte direttamente dai Centri di Informazione e Consulenza (CIC).
I Centri Antiviolenza e la Rete Territoriale
I Centri Antiviolenza sono luoghi in cui vengono accolte persone (donne e uomini) che sostengono
di aver subito violenza. Grazie all’accoglienza telefonica, ai colloqui personali, all’ospitalità in case
rifugio e ai numerosi altri servizi offerti, le vittime sono coadiuvate nel loro percorso di uscita dalla
violenza. I Centri antiviolenza svolgono, inoltre, attività di consulenza psicologica, consulenza
legale, gruppi di sostegno, formazione, promozione, sensibilizzazione e prevenzione, raccolta ed
elaborazione dati, orientamento ed accompagnamento al lavoro, raccolta materiale bibliografico e
documentario sui temi della violenza. Le Case rifugio, invece, spesso ad indirizzo segreto, ospitano
donne ed i loro figli minorenni per un periodo di emergenza.
I primi centri antiviolenza e case rifugio, si costituiscono in Italia a partire dagli anni 70
dall'esperienza del movimento delle donne, e rispondono al bisogno di conoscere ed agire su un
fenomeno la cui sola espressione riconosciuta socialmente è quella della violenza sessuale. Oggi, i
centri e le case rifugio in Italia sono diffusi su tutto il territorio nazionale, ma si collocano quasi
interamente nel nord e nel centro del paese. Molti Centri antiviolenza si sono organizzati
costituendo una Rete territoriale di sostegno alle donne che subiscono violenza operante con le
altre agenzie territoriali.( forze dell’ordine, i pronto soccorsi, i servizi sociali ed altri enti sensibili al
tema). Con l'emanazione da parte di numerose regioni italiane di leggi di contrasto al fenomeno
della violenza vengono finanziati diverse tipologie di servizio pubblico o privato (centri ascolto,
sportelli antiviolenza, centri donna, linee telefoniche ecc…) che si aggiungono ai succitati centri
antiviolenza gestiti dalle associazioni di donne già esistenti sul territorio.
I centri e i servizi specializzati, suddivisi territorialmente per Regione, sono stati raggruppati in tre
tipologie differenti, per facilitarne e orientarne la consultazione:
 Servizi Pubblici Specializzati. In questa categoria sono stati ordinati i servizi specializzati
contro la violenza alle donne gestiti da consultori pubblici o ASL, gli sportelli e i centri
comunali per donne vittime di violenza e i servizi specializzati gestiti da Province, regioni,
aziende sanitarie.
 Centri Antiviolenza e Centri Ascolto gestiti da associazioni di donne o dal privato sociale. In
questa categoria sono state ordinate tutte le associazioni private che gestiscono in via
esclusiva o prioritaria attività, centri antiviolenza o centri ascolto, in regime di convenzione
con ente locale, attraverso finanziamenti pubblici provenienti da altre istituzioni o anche in
regime di volontariato.
 Altre Associazione e/o Cooperative che gestiscono anche servizi antiviolenza. In questa
categoria sono state ordinate tutte quelle associazioni o cooperative che, pur non
occupandosi in via esclusiva del contrasto alla violenza alle donne, gestiscono tra le loro
attività anche servizi antiviolenza.
Il servizio telefonico “1522 “
Dal 2006 il Dipartimento per le Pari Opportunità ha sviluppato, mediante l’attivazione del numero
di pubblica utilità 1522, un'ampia azione di sistema per l'emersione e il contrasto del fenomeno
della violenza intra ed extra familiare a danno delle donne.
Nato e pensato come servizio pubblico nell'intento esclusivo di fornire ascolto e sostegno alle
donne vittime di violenza, ha nel 2009, con l’entrata in vigore della L.38/2009 in tema di atti
persecutori, iniziato un’azione di sostegno anche nei confronti delle vittime di stalking. Il numero è
attivo 24 ore su 24 per tutti i giorni dell'anno ed è accessibile dall'intero territorio nazionale
gratuitamente, sia da rete fissa che mobile, con un'accoglienza disponibile nelle lingue italiano,
inglese, francese, spagnolo, russo e arabo. Le operatrici telefoniche dedicate al servizio
forniscono una prima risposta ai bisogni delle vittime di violenza di genere e stalking, offrendo
informazioni utili e un orientamento verso i servizi socio-sanitari pubblici e privati attivi a livello
locale. Dal 2010, i casi di violenza che rivestono carattere di emergenza vengono accolti con una
specifica
procedura
tecnico-operativa
condivisa
con
le
forze
dell’ordine.
Il servizio telefonico 1522 rappresenta lo snodo operativo delle attività di contrasto alla violenza di
genere e stalking. Ponendosi alla base della metodologia del lavoro "di rete", assume il ruolo di
strumento tecnico operativo di supporto alla Rete Nazionale Antiviolenza. La rete è pensata
soprattutto per recepire e diffondere a livello nazionale le azioni realizzate dalle reti antiviolenza a
livello locale, chiamate a contrastare il fenomeno della violenza di genere, garantendone, al
contempo, i necessari raccordi tra le Amministrazioni Centrali competenti nel campo giudiziario,
sociale,
sanitario,
della
sicurezza
e
dell'ordine
pubblico.
Centri Antiviolenza di Roma e Provincia
CENTRI
ANTIVIOLENZA
Sportello Donna
San Camillo c/o
Ospedale San
Camillo
INDIRIZZO
Circonvallazione
gianicolense, 87
TELEFONO/E-MAIL
Tel.06 58703216
ZONA
Roma (RM)
Fax: 06 58704611
E-Mail:
Servizio
Antiviolenza e
Antistalking SOS
donna h24 del
Comune di Roma
Via Statilio Ottato,
33
Sportello di
Consulenza
Giuridica C.O.D.I.
Centro
Antiviolenza
Donna LISA
Via della Lungara,
19
Centro
Antiviolenza
Telefono Rosa
[email protected]
Telefono: 06 71077015
Roma (RM)
Fax: 06 71077015
Via Rosina
Anselmi, 41
E-Mail:
[email protected]
Telefono: 348 5540414
Roma (RM)
Telefono: 06 87141661
Roma (RM)
Fax: 06 87230457
Viale Mazzini, 73
E-Mail: [email protected]
Telefono: 06 37518261
Telefono: 06 37518262/82
Fax: 06 37518289
E-Mail: [email protected]
Roma (RM)
Servizio di
accoglienza e
ascolto per
donne in
difficoltà della
Casa
Internazionale
delle Donne
Centro
Provinciale per
donne che non
vogliono subire
violenza
Centro
Provinciale di
Accoglienza "Le
Maree"
Via della
Penitenza, 37
Telefono: 06 68809502
Roma (RM)
Telefono: 06 68218287
E-Mail: [email protected]
Viale di Villa
Pamphili, 100
Telefono: 06 5810926
Roma (RM)
Telefono: 06 58332575
Fax: 06 5811473
Via Monte delle
Capre, 23
E-Mail: [email protected]
Telefono: 06 6535499
Roma (RM)
Fax: 06 65793567
E-Mail: [email protected]
Centro
Antiviolenza del
Comune di Roma
Sportello
Antiviolenza "I
Nostri Diritti"
ASSOLEI
Sportello Donna
Onlus
Centro Ascolto
"Centro Essere
Donna"
Centro
Provinciale "La
Ginestra”
Via di Torre
Spaccata, 157
Telefono: 06 23269049/079
Roma (RM)
Fax: 06 23269053
Via Borgo Pio, 15
E-Mail: [email protected]
Telefono: 06 6833688
Roma (RM)
Fax: 06 6833688
Via Benedetta, 28
E-Mail: [email protected]
Telefono: 06 5809363
Roma (RM)
Fax: 06 5809363
Via Traiano, 17/B
E-Mail: [email protected]
Telefono: 0773 700961
Terracina (LT)
Fax: 0773 702149
Via di Colle
Tocciarello, 1
E-Mail: [email protected]
Telefono: 06 9591187
Fax: 06 9591187
E-Mail: [email protected]
Valmontone
Centro
Antiviolenza
Erinna Corso/
Assoc. Erinna
Corso Italia, 71
Sportello
Antiviolenza "Il
Filo di Ana"
C.A.P.I.T.
Centro
Antiviolenza
Provinciale per
Donne e Minori
Vittime di
Violenza
Via Sassetti, 50
Centro
Antiviolenza
Sostegno Donna
ONLUS
Centro
Antiviolenza
"Donna Lilith"
Piazza Fulvio
Nobiliore, 5
Telefono: 0761 342056
Viterbo (VT)
E-Mail: [email protected]
Telefono: 0746 264436
Rieti (RI)
E-Mail: [email protected]
Via Pietra Liscia, 32
Tel.800 479898
Ceccano (FR)
Tel.0775 601115
Fax: 0775 601115
E-Mail:[email protected]
Telefono: 06 94015165
Cocciano (RM)
E-Mail:[email protected]
Via Massimo
d'Azeglio, 9
Tele.0773 664165 Fax: 0773 664165
Latina (LT)
E-Mail: [email protected]
Sitografia
http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+REPORT+A7-20110065+0+DOC+XML+V0//IT#_part1_ref6
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http://www.asplazio.it/asp_online/att_ospedaliera/sies_new/dati.php?menu=s22&sies=dati
www.pariopportunita.gov.it/
www.differenzadonna.it
Link
> Aidos
> Amnesty international
> Associazione NoDi
> AssoLei Onlus
> Associazione Pandora
> Be Free Cooperativa Sociale ControTratta Violenze Discriminazioni
> Casa Internazionaledelle Donne
> Centri Antiviolenza in Italia
> Centro Donna Lisa
> Delt@news
> Differenza Donna
> www.direcontrolaviolenza.it
> www.dirittoinrosa.com
> Donne e Lavoro
> Donne e Politiche Familiari Onlus
> Genere Femminile
> Genio Donna
> Ministero Pari Opportunità
> Telefono Rosa
> Se non ora quando
> www.365d.it
> www.almaterratorino.org
> www.centrouominimaltrattati.org
> www.codicedonna.it
> www.dirittiumani.donne.aidos.it
> www.dols.net
> www.domanidonna.it
> www.italiadonna.it
> www.maschileplurale.it
> www.noidonne.org
> www.pariodispari.org
> www.women.it
> www.zeroviolenza.it
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