Corrente (o conteggi) di buio Anche in assenza di luce i PMT producono una piccola corrente (e manifestano dei picchi) Le cause principali sono: • Emissione termica di elettroni dal fotocatodo e dai dinodi (fattore dominante). • Raggi cosmici • Corrente ad emissione di campo • Correnti di perdita Corrente (o conteggi) di buio Aumenta con voltaggio applicato e T Problema PMT Fattore di risposta • I PMT hanno una risposta molto dipendente dalla lunghezza d’onda 1 0 300 400 (nm) 500 600 Rivelatore di riferimento: “quantum counter” •Per ovviare alla dipendenza della sensibilità del PMT da , si usa un trucco. •Una soluzione di rodamina (di solito B), estremamente concentrata (3-8 g/L), assorbe tutta la luce incidente (assorbimento totale) •La fluorescenza emessa è proporzionale alla luce incidente (indipendentemente dalla sua exc.) •La fluorescenza emessa ha una lunghezza d’onda fissa (indipendentemente dalla exc.). Assorbanza o Fluorescenza Rodamina B 200 300 400 500 600 700 (nm) 250-600 nm 4% Rivelatore di riferimento: fotodiodo In un semiconduttore, un fotone può far passare gli elettroni dalla banda di valenza a quella di conduzione, creando una corrente. •Molto meno sensibile dl PMT •Più lento del PMT •Compatto, piccolo, resistente •Non richiede HV •Alcuni hanno una dipendenza da molto piccola Fotodiodo Fattore di risposta 1 0 300 400 (nm) 500 600 Monocromatore Onde monocromatiche • Un’onda elettromagnetica è costituita da un campo elettrico e magnetico oscillanti nel tempo e nello spazio. • E e B non sono indipendenti: – sono perpendicolari tra loro ed alla direzione di propagazione dell’onda. – I loro moduli sono collegati dalla relazione: B E • È sufficiente il campo elettrico per definire l’onda. E ( z, t ) E0 cos2 t cz x z y Somma di due onde e interferenza • Se devo considerare la sovrapposizione di due onde (della stessa frequenza), bisogna tener conto che non sono necessariamente in fase: E1 ( z , t ) E10 cos2 t cz 1 0 E ( z , t ) E 2 2 cos2 t cz 2 E1 ( z, t ) E2 ( z, t ) E10 cos2 t cz 1 E20 cos2 t cz 2 Rappresentazione complessa della radiazione elettromagnetica Il campo elettrico corrisponde alla parte reale del numero complesso: Ek0ei2 t cz k Ek ( z , t ) Re Ek0ei2 t cz k Ek0 Recos2 t cz k i sin 2 t cz k Ek0 cos2 t cz k In questo modo la sovrapposizione di due onde si esprime in modo molto più conciso (trascurando in genere di scrivere esplicitamente che si considera solo la parte reale): E1 ( z , t ) E2 ( z , t ) E10ei 2 t cz 1 E20ei 2 t cz 2 ei 2 t cz E10ei1 E20ei2 La diffrazione della radiazione Per oggetti di dimensione d>> vale l’ottica geometrica (la luce si propaga in linea retta). Oggetti di dimensione paragonabile a diffrangono la radiazione in tutte le direzioni. Diffrazione da parte di una serie di centri scatteranti puntiformi equispaziati • Consideriamo una serie di punti equispaziati (con passo a). • Inviamo su di essi una radiazione monocromatica, incidente in modo normale (per semplicità). • Ognuno dei puntidiffrange la luce in tutte le direzioni. • Le radiazioni diffratte da ciascuno dei punti interferiscono. • L’interferenza dipende dalla direzione di propagazione. • Calcoliamo il campo elettrico totale ad un angolo q rispetto alla direzione incidente Schermo o rivelatore a q Diffrazione da parte di una serie di centri scatteranti puntiformi equispaziati • Indichiamo con 0 il punto centrale, e numeriamo gli altri con interi positivi o negativi • La differenza di cammino ottico per le onde diffratte dal punto k e dal punto 0 è data da: ka sin q 2 1 0 -1 -2 a q q Diffrazione da parte di una serie di centri scatteranti puntiformi equispaziati • Il ritardo di fase è quindi dato da: ka sin q 2 • Il campo elettrico totale dato dall’interferenza di tutte le onde è: E (q ) E 0 N e a i 2k sin q k N • La diffrazione di tutti i punti è in fase solo per: a sin q intero Sviluppiamo la sommatoria E (q ) E 0 N e a i 2k sin q 0 ( N 1) b E e 2 N 1 k N e k 1 kb b i 2 a sin q b ( 2 N 2)b e e E (q ) E 0e ( N 1)b b 1 e Nb ( N 1) b e e 0e E0 E 1 eb E 0 e ( 2 N 1) i e i a a sin q sin q e e a sin M sin q E0 a sin sin q ( 2 N 1) b e 2 ( 2 N 1) i i a b 2 sin q a e ( 2 N 1) b e2 sin q b 2 a sin (2 N 1) sin q 0 E a sin sin q M=numero di centri scatteranti colpiti dalla luce. a sin M sin q f (q ) a sin sin q I (q ) f (q ) 2 a sin q max n q max n arcsin a n qmax arcsin a La spaziatura dei massimi: • diminuisce al crescere di a (spaziatura dei punti) •aumenta con In realtà i massimi hanno tutti la stessa intensità solo se i centri scatteranti hanno dimensioni trascurabili rispetto a . In realtà quello che si osserva è questo: qmax è diverso per ogni lunghezza d’onda (a parte per n=0)! qmax n arcsin a La risoluzione dipende dalle fenditure d’entrata e di uscita Dispersione angolare dq D d a sin q a d sin q d a cosqdq d 1 1 D a cosq a (q è molto piccolo) Dispersione lineare dy d F sin q dq 1 F Dlin F cosq F cosqDang F cosq d d d a cosq a F=distanza fra elemento dispersivo e fenditura di uscita 1 nm D mm lin Esempio: D-1=20 nm/mm Bandwidth=FWHM= D-1s Allargando le fenditure: • aumenta l’intensità della luce (quadraticamente) • diminuisce la risoluzione