CHE
IMMAGINE
HO DI
ME ?
La più importante scoperta psicologica
dell’altro secolo è, forse, quella
dell'immagine dell'Io.
Anche se non ce ne rendiamo conto
ognuno di noi porta con sé una sorta di
fotografia o ritratto mentale di sé stesso,
che può risultare vago e mal definito al
nostro sguardo cosciente e che, in effetti,
può non essere riconoscibile
consciamente.
Questa immagine dell'Io è l'idea che noi ci
facciamo di "noi stessi", è la convinzione
di essere "un certo tipo di persona"
piuttosto che un'altra.
E' il risultato di ciò che crediamo di noi
stessi. La maggior parte di queste
immagini si genera in base alle nostre
passate esperienze, dai successi, dai
fallimenti e dalle umiliazioni, dal modo in
cui gli altri hanno reagito nei nostri
confronti, specialmente nella prima
infanzia.
Con tutti questi elementi noi costruiamo
mentalmente un "Io" (o meglio,
l'immagine di un Io) e, una volta che
un'idea o un concetto su noi stessi
entrano a far parte di questa immagine,
diventano veri (per quel che ci riguarda
personalmente).
Non mettiamo in dubbio la loro validità,
ma continuiamo ad agire come se
fossero veri.
Capire che esiste una immagine dell'Io è
una delle chiavi per vivere una vita migliore
1. Le nostre azioni, i nostri sentimenti, il
nostro comportamento e anche le nostre
capacità derivano da tale immagine.
In poche parole noi si «agisce come» il
genere di persona che crediamo di
essere. Non solo, ma non possiamo
assolutamente agire altrimenti,
nonostante i nostri sforzi coscienti e la
nostra volontà
Capire che esiste una immagine dell'Io è
una chiave per vivere una vita migliore
2. Si può cambiare l'immagine dell'io, e
numerosi casi hanno dimostrato che non si è
mai né troppo vecchi né troppo giovani né
troppo disastrati per farlo, iniziando di
conseguenza a vivere una nuova vita.
Una delle ragioni per cui è sembra sempre
difficile mutare abitudini, personalità e modo di
vivere, consiste nel fatto che fino a quel
momento quasi ogni sforzo di cambiamento è
stato diretto, per così dire, alla circonferenza
piuttosto che al centro dell'Io.
Molti hanno messo in pratica o cercato di
usare il "pensiero positivo", solo in
particolari circostanze esterne (es.: una
abitudine particolare o un difetto del
carattere). Non hanno pensato di cambiare
il loro modo di considerare sé stessi,
cambiare l'immagine del loro "Io“ al fine
di conseguire un miglioramento generale.
(Gesù diceva che è follia applicare toppe di stoffa nuova su
indumenti vecchi o mettere vino nuovo in bottiglie vecchie.
Così le tecniche di pensiero positivo non possono essere usate
per rattoppare la stessa vecchia immagine dell'io.)
Talvolta l'immagine di noi stessi resta immutata
l'esistenza di una immagine interna che serve per la
considerazione che noi abbiamo di noi stessi,
detta anche immagine dell'Io, spiega tutti gli apparenti
contrasti e paradossi. Costituisce il denominatore
comune, i l fattore determinante di tutte le situazioni.
La chirurgia plastica, oltre all'immagine fisica
dell'individuo, riesce, a volte anche a cambiare la sua
"immagine interna"; altre volte, invece, anche se è
cambiato l'aspetto esteriore, l'immagine interna resta
quella di prima. La persona si "vede" deturpata/immutata.
Non solo. Anche il comportamento resta quello di
prima proprio per il fatto che la persona porta con sé
una immagine del suo "Io" identica a quella di prima.
La Cibernetica ha fornito prove convincenti del fatto che il
cosiddetto «subconscio» non sia una «mente» ma un
meccanismo tendente ad una meta.
Una specie di computer formato dal cervello e dal sistema nervoso
usato e diretto dalla mente. La più recente e più utile teoria,
considera che nell'uomo siano presenti una mente ragionante ed
una specie di "macchina automatica" che lotta per raggiungere
una meta, e che funziona in maniera quasi analoga ai
servomeccanismi elettronici (congegni in grado di fare un lavoro
prestabilito in modo automatico).
Tale intimo meccanismo creativo è impersonale, agisce
automaticamente e impersonalmente per raggiungere successo
e felicità o fallimento ed infelicità a seconda dei traguardi che uno
ha stabilito.
Ponetegli come fine "il successo" e agirà come "meccanismo per
il successo", ponetegli fini negativi e, altrettanto impersonalmente
e fedelmente, agirà come "meccanismo per l'insuccesso".
le transazioni
La parola "transazione" generalmente
significa lo spostamento di qualcosa.
Versare o ritirare dei soldi in banca
sono esempi di transazioni.
In Psicologia il significato è ristretto
alle modalità di relazione
il Genitore, l'Adulto ed il Bambino
I tre livelli di suddivisione della personalità
la transazione si può deteriorare nel caso in cui le persone in
causa non siano sullo stesso livello della personalità.
- Transazione parallela: quando i due enti che comunicano sono
allo stesso livello, esempio: Adulto con Adulto, Bambino con
Bambino, ecc.
- Transazione incrociata: quando gli enti che comunicano non sono
allo stesso livello.. (Es.: l'Adulto di una persona chiede una
informazione all'Adulto di un collega. Il collega, anziché rispondere
con l'Adulto risponde con il Genitore, ecc.)
- Transazione nascosta: in questo caso le parole dette nascondono
un secondo significato … (Es.: Quando si evita, per paura,
educazione, convenienza, ecc., di dire chiaramente quello che si
pensa /vuole. Le parole vengono dette dal proprio Adulto ma,
anche se non si sente, i l proprio Bambino dice una cosa
completamente differente)
Transazione Parallela
Questo tipo di transazione si può svolgere su ciascuno dei tre livelli
della personalità. Vi possono perciò essere delle transazioni tra:
Genitore Critico e Genitore Critico
Esempio: "Hai visto quella segretaria? ha un bel coraggio a venire
in ufficio vestita in un modo simile" "Hai ragione, è proprio una
vergogna, se fossi il capufficio la manderei a cambiarsi d'abito."
Adulto e Adulto
Esempio: "Hai visto che le minigonne sono ancora di moda?" "Si,
penso che siano molto comode con il caldo che fa."
Bambino e Bambino
Esempio: "Hai visto che gambe, roba da far girare la testa." "Non
parlarmene, sono già sufficientemente turbato per conto mio.«
La transazione parallela non crea problemi di sorta; le persone
possono stare a parlare tra loro tutto il tempo che desiderano
perché si trovano a parlare dei fatti dopo averli osservati, e visti,
allo stesso modo.
Transazione Incrociata
Generalmente questo tipo di transazione non dura nel tempo,
perché gli interlocutori vedono la realtà a modo loro e non vi è
possibilità di adeguamento tra i loro punti di vista. Affinché la loro
conversazione possa durare occorre un cambio del livello della
personalità di uno di essi.
La T. I. avviene perché una delle parti della personalità si rivolge ad
una delle tre personalità di un altro individuo pensando di ricevere
una risposta dallo stesso livello.
Esempio n°1 – Inizio della Transazione: il Bambino di un impiegato
si rivolge al Bambino di un collega: «Con questa bella giornata
vorrei proprio piantar qui tutto ed andare a fare una passeggiata»
Anziché rispondere con il Bambino il collega risponde con il
Genitore Critico: "Sei uno sconsiderato, ma non ti rendi conto che
hai una famiglia da mantenere?"
Transazione Incrociata
Esempio n° 2 - Inizio della transazione: L'Adulto di Susanna chiede
all'Adulto della mamma se può uscire a giocare: "Per favore
mamma, posso uscire a giocare con gli altri bambini?".
Anziché rispondere con l'Adulto la mamma risponde con il Genitore
Critico: "Lo sai che vai male a scuola, studia, studia, che a giocare
c'è sempre tempo!".
Poiché si tratta di transazioni incrociate non possono durare nel
tempo ed il discorso (transazione) termina bruscamente.
Susanna, comunque, potrebbe continuare la transazione
utilizzando il suo Bambino e interpellare il Genitore Amorevole
della mamma: "Dai mamma, lasciami andare che ti dó un bacino".
Se l'azione sortisce l'effetto desiderato il Genitore Amorevole della
mamma risponderà : "Ma sì, vai pure, però rientra a casa tra due
ore"
Transazione Nascosta
Esempio: due bimbi, stufi di stare ad ascoltare i discorsi degli
adulti, si chiedono se è il caso di uscire a giocare (Adulto verso
Adulto) mentre i loro Bambini dicono, anche se non si sentono:
"Sono proprio stufo di stare qui ad ascoltare questi discorsi«
Spesso le persone evitano, generalmente per paura, di dire
chiaramente quello che pensano. Questa è la sorgente di molti guai
perché le parole vengono dette dal proprio Adulto ma, anche se
non si sentono, il proprio Bambino dice una cosa completamente
differente.
Altro esempio: alcuni amici vanno a trovare la famiglia Rossi. Si fa
tardi, è mezzanotte e uno degli amici con il suo Adulto dice:
"Caspita, si è fatto tardi, sarà meglio che ne andiamo". Il sig. Rossi
risponde: "Ma no, possiamo stare qui ancora un po' tanto domani è
domenica", nel contempo, anche se non si sente il suo Bambino
dice: "Hai proprio ragione e sono stufo di queste stupide
chiacchiere".
CONDIZIONAMENTI VERIFICATI IN REGRESSIONE
Esperienze di terapia con la regressione della memoria
1) Una signora chiede aiuto perché soggetta a forti crisi isteriche.
In terapia si ritrova a tre anni mentre fa i capricci urlando e
pestando i piedi per terra fintanto che ottiene ciò che vuole.
Decisione presa dal "Bambino" in lei: «Quando faccio i capricci
ottengo ciò che voglio".
2) Un ragazzo di 15 anni con una sinusite cronica iniziata nei primi
mesi di vita. In terapia si ritrova a un anno di vita, con il naso chiuso
da raffreddore, seduto su un divano mentre è oggetto di molte
coccole da parte della mamma solitamente "freddina".
Decisione presa dal "Bambino" in lui: "quando ho il naso chiuso la
mamma mi fa più coccole".
CONDIZIONAMENTI VERIFICATI IN REGRESSIONE
Esperienze di terapia con la regressione della memoria
1) Una signora sposata e con figli decide che non può vivere senza
un certo Giuseppe. Si scopre che di recente la signora ha fatto
una cura dimagrante che ha messo a repentaglio il suo organismo
ed il "Bambino" in lei si è messo all'opera per superare il pericolo.
Da piccola era caduta malamente ed era stata aiutata da un
ragazzo in bicicletta (prima conclusione : "uno in bicicletta mi
salva"). A 15 anni aveva conosciuto Giuseppe il suo primo amore
(poi lasciato) che, per puro caso, era in bicicletta pure lui
(seconda conclusione : "mi piace uno in bicicletta, lo sposerò").
Per superare il pericolo, il "Bambino" ha associato le cose e
concluso di conseguenza «Se non mi metto con Giuseppe non
sarò salvata e morirò".
CONDIZIONAMENTI VERIFICATI IN REGRESSIONE
Esperienze di terapia con la regressione della memoria
1) Una ragazza si innamora alla follia di un signore sposato ed
afferma che non potrà più vivere senza di lui. In terapia si ritrova,
bambina, su un taxi che corre verso l'ospedale con la mamma che
dice al guidatore: "Mi raccomando, faccia presto, la vita di mia
figlia è nelle sue mani".
La voce del taxista viene riconosciuta molto simile a quella del
signore sposato. Decisione presa dal "Bambino" in lei: "chi parla
con questo tipo di voce ha la mia vita nelle sue mani".
CONDIZIONAMENTI VERIFICATI IN REGRESSIONE
Il salvatore come beneficio secondario
Un tipo particolare di episodio con beneficio secondario viene a
verificarsi quando compaiono sia un pericolo (vero o presunto) ed
un "salvatore" che con il suo agire aiuta a superarlo.
Se un bambino con la sinusite è trascurato dalla madre ma viene
amorevolmente curato da un'altra persona, il "Bambino" in lui
considererà tale persona come "un salvatore". Se il bambino,
diventato adulto, si sente trascurato dalla moglie, attraverso il
"Bambino" in lui cercherà una soluzione e potrà generare la
sinusite seguendo un ragionamento del tipo "quando ho la sinusite
arriva qualcuno a coccolarmi".
Le situazioni di questo tipo sono tanto più probabili quanto più, in
età infantile, un individuo abbia passato dei brutti momenti con i
propri genitori.
CONDIZIONAMENTI VERIFICATI IN REGRESSIONE
Il salvatore come beneficio secondario
Vi è anche la possibilità che l'individuo in questione incontri
qualcuno che assomiglia all'antico alleato: in questo caso il
"Bambino" in lui potrebbe considerare questa persona come un
"amico prezioso" e considerare valida ogni cosa che dirà o farà.
Anche i messaggi che il salvatore ha pronunciato nel momento in
cui si è svolto il fatto potranno costituire una guida preziosa a cui
dare il massimo affidamento. Se l'alleato ha detto: "Devi crederci"
la persona tenderà a credere a ciò che le si dice; se ha detto: "Stai
attento" starà sempre in guardia, e così via.
Questo fenomeno raggiunge il limite quando qualcuno, sempre
inconsapevolmente, sposa una persona che assomiglia al salvatore
di un tempo, nonostante altri fattori lo sconsiglierebbero
caldamente.
Come il passato può condizionare
Gli episodi che ognuno vive, specialmente nei primissimi anni di
vita, possono condizionare in modo rilevante. Gli effetti dei
condizionamenti si possono riassumere in questo modo:
1. Impongono un comportamento che al soggetto "sembra" una
soluzione sicura perché, da bimbo, agendo in quel modo è
riuscito a superare una situazione difficile. In genere tali azioni
possono essere: gridare, ammalarsi, andare in crisi, svenire,
accusare paura o dolore fisico, piagnucolare, ecc.
2. Possono causare una malattia di tipo psicosomatico perché da
piccoli quella malattia (o una con effetti similari) ha portato
qualche vantaggio o ha richiamato uno o più "salvatori".
3. Fanno in modo che chi non vuole prendersi la sua parte di
responsabilità affermi che "potrà vivere bene" solo se i suoi
conviventi (o capufficio, colleghi, altri) cambiano modo di
agire.
Come il passato può condizionare
4. Producono un comportamento anomalo (ad esempio i ruoli di
"vittima" e di "persecutore»). Purtroppo i condizionamenti
provocano un comportamento automatico e portano a credere
di agire così a causa del proprio carattere.
5. Creano un atteggiamento per cui una persona pensa comunque
di aver ragione e gli altri torto. Un'impostazione di vita che
tende a favorire la propria sopravvivenza anche a scapito di
quella degli altri.
Questi condizionamenti non aiutano a migliorare perché, per
crescere, non è necessario dominare gli altri ma semmai aiutarli a
vivere in un modo migliore. Per far questo non bisogna dire a
qualcuno che agisce in modo sbagliato ma spiegargli che il suo
comportamento è automatico a causa dei condizionamenti che ha
subito nel tempo. Ciò può essere sufficiente perché diventi
consapevole ed inizi a correggersi
Le Convinzioni
Tutti i nostri ricordi sono registrati
Più si conosce a fondo il cervello dell'uomo, più si osserva che
somiglia, per quel che riguarda il suo modo di operare, ad un
servomeccanismo. Ad esempio è stata scoperta dal dottor Wilder
Penfield * in una piccola zona del cervello un meccanismo registratore
che incide fedelmente tutto ciò che l'individuo ha sperimentato,
osservato o imparato. Durante un intervento sul cervello gli è
accadduto di toccare, con uno strumento chirurgico, una piccola zona
della corteccia. La paziente era completamente sveglia, ed esclamò
che stava 'rivivendo' un incidente occorsole nella sua fanciullezza, e
che ella aveva coscientemente dimenticato. In ulteriori esperimenti
dello stesso genere quando venivano toccate alcune zone della
corteccia cerebrale i pazienti non 'ricordavano' semplicemente
esperienze passate, le 'rivivevano' realmente con tutte le visioni, le
immagini e i suoni dell'esperienza originale, come se quest'ultima
fosse stata registrata su un nastro e riascoltata.
*direttore del Montreal Neurological Institute, congresso della Accademia Nazionale delle Scienze
Credere significa "essere convinti"
La verità è ciò che uno crede che sia.
Credere significa "essere convinti o accettare che
certe cose siano vere o reali". I
n un senso più ampio può anche significare che
con la mente riconosciamo qualcosa come vero,
anche se può mancare la certezza assoluta.
Una "convinzione" o "credenza", pertanto,
suggerisce un'accettazione puramente mentale di
qualcosa che in realtà potrebbe non avere affatto
delle basi concrete.
Il potere delle convinzioni
La storia della civiltà è la storia delle convinzioni concepite o
adottate da individui influenti. Ogni movimento politico, ogni
religione, ogni filosofia comincia con una convinzione impugnata in
modo convincente ed autoritario. Se una convinzione, ad esempio
"Fai il bravo perché altrimenti andrai all'Inferno", viene ripetuta, si
diffonde e acquista il valore di conoscenza. Poi questa conoscenza
può essere utilizzata per sostenere altre convinzioni.
E' così che i sistemi di credenze danno luogo ai sistemi di
conoscenze. Sfortunatamente prima ancora che la gente comune
avesse l'occasione di rendersi conto che le convinzioni potrebbero
anche non essere giuste o adeguate, qualcuno scoprì quanto
preziose potessero essere! F
intanto che questo qualcuno riusciva a convincere delle persone
che avevano bisogno di qualcosa che solo lui poteva fornir loro, si
creava una condizione ideale per far leva sulle loro aspettative ed
ottenerne in cambio danaro, cibo, ospitalità o protezione.
Le idee fisse
Tutto il giorno e tutta la notte continuiamo a pensare ad un'infinità
di cose diverse. Davanti alla nostra mente passa costantemente
una specie di pellicola cinematografica, anche se non ci rendiamo
conto del film proiettato. Fra tante idee differenti solitamente ci
soffermiamo a considerarne, esaminarne o studiarne alcune più di
altre. Perché? Perché sono quelle ci hanno procurato un
sentimento di compassione o simpatia oppure di timore o
antipatia; hanno perciò suscitato in noi impressioni gradevoli o
sgradevoli, non importa di che tipo.
Il fatto è che certe idee, poiché "tinte" da un dato tipo di
sentimento, ci interessano così tanto che le riprendiamo anche più
tardi e talvolta le commentiamo con qualcuno.
Queste idee su cui ci soffermiamo passano nel subconscio dove
vengono registrate ed acquistano una loro forza nei nostri
confronti. Se continuiamo a riprenderle, queste idee diventeranno
molto forti e potranno dare luogo a quelle che vengono chiamate
"idee fisse" o "fobie".
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