Chi fa le politiche pubbliche e con
quali strumenti?
Attori e strumenti di policy
Gli attori di policy
Studiare gli attori per studiare
i processi decisionali

Quella che segue è una prima
descrizione degli attori che serve per
introdurre l’analisi dei processi
decisionali. Affronteremo di nuovo e più
approfonditamente gli attori ed i
network nella seconda parte del corso
Tipi di attori: i partiti
• Due domande “classiche”, al centro del dibattito teorico:
 Qual è il ruolo svolto dai partiti nel policy-making (in termini
assoluti, o in relazione agli altri attori e alle varie fasi del processo
di policy)?
 Ma i partiti contano davvero nel determinare le politiche
pubbliche?
• Più recentemente la rilevanza dei partiti è stata messa in
discussione da molti studiosi, per diverse ragioni:
 Aumento delle sfere di attività dello Stato e complessificazione
dell’intervento pubblico
 Declino ideologico e crisi organizzativa dei partiti
 Legittimità sempre più orientata all’output
Più che ai partiti in quanto organizzazioni, bisogna guardare al
ruolo del personale di estrazione partitica eletto e/o nominato nelle
istituzioni (pubbliche o semi-pubbliche)
Tipi di attori: i funzionari elettivi
• L’esecutivo (rafforzamento recente; problemi sempre
più complessi e legittimità sempre più orientata all’output)
Sist. Parlamentari
• Il parlamento
(ruolo diverso a
seconda di)
Sist. Presidenziali
In ogni caso, il suo ruolo è sempre più limitato al voto su proposte che
vengono dal governo.
Tipi di attori: i funzionari nominati
• La burocrazia: esecutori o co-decisori?
1. I burocrati possono ritagliarsi un ruolo
significativo grazie ad alcune risorse:
•
•
•
•
Competenze tecniche/specialistiche
Deleghe formali
Accesso alle risorse (informative e di bilancio)
Persistenza in carica
2. Tuttavia, la loro azione può incontrare alcuni
limiti:
• Frammentazione interna
• Assenza di legittimazione elettiva
Tipi di attori: i gruppi di interesse
• Risorse a disposizione
• Informazioni
• Risorse organizzative (es. membership; risorse
finanziarie)
• Risorse politiche
• Principali teorie
• Pluralismo
• Neopluralismo
• Neocorporativismo
Tipi di attori: organizzazioni di
ricerca e mass media
• Le organizzazioni di ricerca:
• Università (studio del policy making)
• Think-tanks (studio per il policy making)
• Mass media
• Ruolo rilevante nella definizione dell’agenda
politica (ruolo di news-maker)
I vincoli cui sono sottoposti gli
attori e le policy

1 – Vincoli istituzionali




a) organizzazione dello stato
b) strutture sovranazionali (UE)
2 – Organizzazione della società
3 – Organizzazione del sistema
internazionale
Gli strumenti di policy
Cosa sono
 Proposte di classificazione
 Gli strumenti volontari
 Gli strumenti coercitivi
 Gli strumenti misti
 Perché si sceglie uno strumento piuttosto che un
altro

Definizione
Gli strumenti di policy sono i mezzi o i meccanismi di
cui lo Stato può disporre per realizzare le politiche
La scelta dello strumento può essere molto
controversa.
Gli strumenti di policy sono stati al centro di
numerosi tentativi di classificazione, basati su:
Risorse a disposizione del governo
Fine di policy
Rapporto tra stato e società: volontarietà o
coercizione?
Classificazione basata sulla legittima
coercizione (Doern e Phidd)
Coercizione
Min
AUTOREGOLA
-ZIONE da parte
della società/del
mercato
Max
PROPRIETA’
PUBBLICA
Una tassonomia basata sul
livello di erogazione da parte
dello Stato
Strumenti di policy
Massimo di
obbligatorietà
Massimo di
volontarietà
STATO
SOCIETA’
Una visione d'insieme
Erogazione diretta
Impresa e controllo
pubblico
Regolazione
Coercitivi
STATO
Tasse e tariffe
aste per i diritti
proprietà
Sussidi
Informazioni
Esortazioni
Misti
Mercati
Organizzazioni
di volontariato
Famiglie e
comunità
Volontari
SOCIETA’
Quali strumenti per una policy?



Un governo può scegliere tra i vari strumenti quelli
reputati più adatti alla soluzione di un problema
collettivamente rilevante.
Teoricamente, la scelta può prevedere combinazioni
differenti di strumenti. Molti strumenti sono (in linea
di massima) TECNICAMENTE SOSTITUIBILI (es.
sanità, servizi di cura)
Ciò non significa che lo siano in pratica. I diversi
strumenti sono infatti caratterizzati da differenti
livelli di LEGITTIMITA’, EFFICIENZA,
EFFICACIA, EQUITA’, APPROVAZIONE.
Strumenti volontari





Gli strumenti volontari implicano un controllo minimo o
assente da parte del governo (non decisioni o decisione di
non agire)
Anziché richiedere un intervento pubblico diretto, il
problema di policy viene affrontato direttamente all’interno
della società.
Alcune organizzazioni (famiglia, comunità, ong, ecc.)
agiscono per la soluzione del problema su base volontaria, e
non perché costrette dal governo.
Il ricorso a questo tipo di strumenti pare destinato ad
aumentare a causa dei processi di privatizzazione in corso in
molti stati occidentali.
Vantaggi in termini di efficienza (minori costi per lo stato);
possibili svantaggi in termini di efficacia ed equità.
Tipi di strumenti volontari (1)
1) Famiglia e comunità: (es. servizi di cura e assistenza)


il vantaggio principale è che il governo non deve affrontare nessun
costo diretto, mentre può decidere di distribuire fondi per
supportare le azioni delle famiglie o delle comunità.
Vi possono essere però molti svantaggi dal punto di vista
dell’equità (sia per chi riceve il servizio, sia per chi lo eroga).
Tipi di strumenti volontari (2)
2)
Organizzazioni di volontariato: (es.
beneficienza; tutela di interessi debolmente
rappresentati ecc.).



Sostituiscono lo stato nell’affrontare numerosi
problemi, fornendo prestazioni flessibili e spesso
innovative, e stimolando lo sviluppo di spirito di
solidarietà.
Tuttavia possono agire con efficacia solo in alcuni
ambiti di policy (difficoltà di fronte a problemi
particolarmente complessi, es. occupazione, disagio
minorile ecc.) e pertanto non possono essere usati
come sostituti di altri strumenti.
Rischi di “burocratizzazione” in presenza di
finanziamento pubblico
Tipi di strumenti volontari (3)
3) Mercato: è lo strumento attorno al quale vi sono
maggiori conflitti politici e ideologici (es.
ideologia liberista vs. ideologia interventista).


Genera non pochi problemi se posto di fronte alla
necessità di beni pubblici, a cui la società attribuisce un
valore.
In genere i governi scelgono differenti combinazioni di
mercato e regolazione.
Strumenti coercitivi
REGOLAZIONE
IMPRESE A
CONTROLLO
PUBBLICO
EROGAZIONE
DIRETTA DI
BENI O SERVIZI
Gli strumenti coercitivi vincolano o indirizzano
l'azione degli individui o delle aziende,
delimitandone i comportamenti ammissibili.

Il governo può agire liberamente all'interno dei
vincoli costituzionali, limitando la discrezionalità
degli individui, dei gruppi e delle organizzazioni
e/o provvedendo all’erogazione diretta dei servizi.

Tipi di strumenti coercitivi (1)
1.
Regolazione: processo o attività con cui un
governo richiede o prescrive una certa azione o un
certo comportamento all'individuo e alle
istituzioni.


Implica un COMANDO da parte del governo, a cui I
soggetti devono adeguarsi, pena una SANZIONE (es.
leggi, provvedimenti amministrativi, standard,
proibizioni).
Può essere di natura economica (es. correzione squilibri
mercato, concorrenza ecc.) o sociale (es. tutela interessi
diffusi come la salute, la parità di genere, la qualità
ambientale ecc.)
Tipi di strumenti coercitivi (2)
2.
Imprese a controllo/partecipazione pubblica:
sono un caso estremo di regolazione, in cui il
governo partecipa al capitale azionario delle
imprese e alla loro gestione. Il livello di
partecipazione statale può variare, fino ad un
max. del 100%.

In genere si introducono per garantire beni e servizi alla
collettività nel caso in cui il settore privato non possa
rispondere a questo bisogno perché i costi iniziali o di
investimento sono troppo elevati rispetto ai benefici
previsti (es. settore delle partecipazioni statali per la
fornitura di servizi; es. politiche per il Mezzogiorno).
Tipi di strumenti coercitivi (3)
3. Erogazione diretta: diretta produzione di un
servizio da parte dello Stato (difesa, pubblica
sicurezza, istruzione pubblica, viabilità, ecc.)
tramite le proprie strutture burocratiche.
PROBLEMA DEI COSTI E DELLA
“RIGIDITA’” DELLE STRUTTURE
AMMINISTRATIVE; PROBLEMI CORRELATI
ALL’INDIVIDUAZIONE DEI BENEFICIARI
Gli strumenti misti
INFORMAZIONE ED
ESORTAZIONE
SUSSIDI
ASTE
TASSE E
TARIFFE
Combinano in vario modo elementi di
obbligatorietà con elementi di volontarietà. Il
governo li utilizza se vuole influire nelle decisioni
degli attori non statali, pur lasciando la decisione
finale agli attori privati.
Tipi di strumenti misti (1)
1) Informazione ed esortazione: si tratta di uno
strumento passivo, al quale gli individui
rispondono soltanto se vogliono farlo. In
genere si applicano dove si pensa che il
governo debba rispettare la sfera privata
individuale (campagne di sensibilizzazione,
promozione di politiche di prevenzione
sanitaria, ecc.).

Sono strumenti poco costosi e orientati al rispetto
delle libertà individuali, ma sono anche molto deboli
quando servono risultati immediati.
Tipi di strumenti misti (2)
2) Sussidi: qualsiasi forma di trasferimento di
denaro dal governo ad altri individui, imprese
o organizzazioni, allo scopo di incentivare il
compimento di un’attività desiderabile. (es.
finanziamenti; agevolazioni fiscali; prestiti e
vouchers)
 Offrono numerosi vantaggi politici (es.
benefici concentrati e visibili, costi diffusi e
scarsamente percepiti), ma presentano anche
possibili svantaggi dal punto di vista dei costi
Tipi di strumenti misti (3)
3) Tasse e tariffe: sono somme che i privati (singoli
cittadini o imprese) devono pagare
obbligatoriamente allo stato il quale le utilizza per
finanziare le proprie spese, compresa la fornitura di
servizi collettivi o come deterrenti per scoraggiare
certi comportamenti.)
 Vantaggi: immediata cogenza; flessibilità dello
strumento.
 Svantaggi: alto costo politico; difficoltà nel
graduare la tassazione e conseguenti rischi di
iniquità; non consentono una precisa e immediata
pianificazione, poiché la loro riscossione è
vincolata al comportamento individuale.
Perché si scelgono certi strumenti e
non altri?
La risposta degli economisti
(MODELLI ECONOMICI)


Dibattito tra economisti classici ed economia del
benessere (diversa ottica verso i fallimenti del mercato;
vedi dibattito tra public choice e policy analysis)
Tuttavia le teorie economiche condividono una
caratteristica:

Logica deduttiva nella soluzione dei problemi: le giustificazioni
logiche alla scelta degli strumenti di policy si fondano su
premesse teoriche circa ciò che i governi dovrebbero o non
dovrebbero fare, piuttosto che su indagini empiriche rispetto a
quello che essi fanno veramente.
Perché si scelgono certi strumenti e non
La risposta degli scienziati politici
altri?
(MODELLI POLITICI)


Nessun governo può utilizzare l’intera gamma degli
strumenti a disposizione. Spesso, in pratica, gli strumenti non
sono sostituibili. Vincoli sociali e politici favoriscono la
scelta di alcuni strumenti e scoraggiano l’adozione di altri. La
logica deduttiva non funziona se applicata a problemi politici.
La scelta degli strumenti dipende da una serie di fattori, sia
strutturali, sia di contesto, sia contingenti, quali:

CARATTERISTICHE DEGLI STRUMENTI STESSI (es.
costi);

NATURA DEL PROBLEMA;

ESPERIENZE PASSATE DEL GOVERNO DI FRONTE
A PROBLEMI SIMILI A QUELLO CHE DEVE ESSERE
AFFRONTATO;

PREFERENZE SOGGETTIVE DEI DECISIONMAKERS;

PREFERENZE E ASPETTATIVE DEI GRUPPI
ECONOMICI E SOCIALI DESTINATARI DELLE
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