INTERVISTA
ALLA MAESTRA MODELLO
Elena Gardenal
Ho scelto di intervistare la maestra
Loredana in quanto non solo è stata la
mia maestra per tutto il percorso della
scuola primaria, ma ha rappresentato il
mio modello di insegnante: è grazie a lei
che ho scelto questa facoltà.
Lei insegna attualmente matematica nella
scuola elementare? Ci può dire da quanto
tempo? Oppure per quanto tempo
complessivamente lo ha fatto?
Sì insegno attualmente in una classe prima.
Ho insegnato matematica in un altro ciclo
in precedenza; ho avuto “in consegna” molto
più spesso e più recentemente le aree
linguistica, antropologica ed espressiva.
…che resti tra noi, spero di non essere in
difficoltà quest’anno!...
Ha una laurea in matematica o in una
materia scientifica? Se è si, dove e
quando l’ha conseguita? Con chi ha
svolto la tesi?
Non ho lauree, sono una semplice
insegnante di scuola primaria con il
diploma.
Ha seguito corsi di specializzazione
sull’insegnamento della matematica? Se sì,
può dirci quali? In quale ambiente o
organizzazione? Condotti da chi?
Sì, nel tempo ho continuato ad aggiornarmi.
Corsi organizzati dal ministero, dalla ex
Direzione Didattica, da associazioni quali la
Mathesis. L’ultimo è stato quello sul DIMAT
(differenziare in matematica) condotto da
Ivo Dellagana, Ispettore Scolastico Scuole del
Canton Ticino e ideatore del progetto DIMAT.
Le piace la matematica? La trova utile?
Piacevole? O altro?
Mi piace la matematica che è senz’altro
utile. A volte anche piacevole praticarla da
adulto; sicuramente piacevole e
gratificante vedere i processi dei bambini.
Supponiamo che i suoi rapporti con la
matematica oggi siano buoni. Lo sono stati
sin da quando era bambina? O da quando
era adolescente? O da quando ha cominciato
ad insegnarla?
Buoni i rapporti con la matematica fino alle
scuole medie, poi ambigui e/o ambivalenti
(anche a causa dei professori). Quando ho
cominciato ad insegnarla ho iniziato a
capirla davvero.
Chi sono i tuoi modelli tra i grandi
matematici?
Domanda difficilissima! Non saprei. Però
mi piace ciò che disse Lagange: “ un
matematico non ha interamente compresa
la propria opera finchè non l’abbia resa
così chiara da poter essere spiegata al
primo passante in cui si imbatta per la
via”. Bello no?
Chi sono i suoi maestri nel campo della
didattica della matematica?
Risposta banale ma vera; i miei maestri
della scuola elementare e i miei alunni. I
primi perché me l’hanno fatta amare, i
secondi perché mi hanno “costretto” ad
impararla.
Alcuni ricercatori (Dehaene, Butterworth,
Girelli, Wynn) sostengono che alcune
competenze matematiche siano innate ed il
campo delle competenze matematiche
innate si estende continuamente. Lei ritiene
che le competenze matematiche siano in
parte innate?
Sono assolutamente convinta che le
competenze (tutte) siano in parte innate,
altrimenti non si capirebbe il motivo del
non essere tutti scienziati o tutti muratori.
Seymour Papert, uno degli “apostoli del
linguaggio Logo” asseriva che tutti i bambini
dovrebbero, nel loro piccolo, poter in qualche
modo fare i matematici. Lei concorda o
meno? Ritiene che ognuno di noi possa, nel
suo piccolo, essere un piccolo matematico?
Siamo tutti un po’ “piccoli matematici”, come
“piccoli musicisti”, come “piccoli poeti”. Il
problema degli insegnanti e la loro sfida più
interessante è fare in modo che i propri
alunni diventino “grandi matematici”,
“grandi musicisti”, “grandi poeti”.
Gli psicologi ci dicono che molti bambini
maturano un atteggiamento di paura, se
non addirittura di terrore verso la
matematica. Lo conferma? Ne ha avuto
esperienza diretta?
A mio parere i bambini sviluppano terrore
verso tutto ciò che viene loro proposto
malamente.
Quali possono essere, secondo lei, le
cause della paura della matematica? Il
metodo adottato dall’insegnante può
influire in senso positivo o negativo?
Nella mia esperienza ho visto bambini in
difficoltà, ma mai terrorizzati.
La personalità dell’insegnante può
influenzare la paura della matematica?
Quali esperienze formative possono
avvicinare in modo sereno il bambino alla
matematica?
Certo che il metodo dell’insegnante aiuta o
frustra. Credo che il “gioco” stia nel far
accettare l’errore in maniera positiva. E qui
si apre tutto il discorso dei voti, ma questa è
tutta un’altra storia! Il gioco, la sana
competizione con se stessi, lo “sfidare” il
problema aiutano il bambino (ma anche
la fiducia che gli adulti ripongono in lui).
Ritieni che il mondo dei giochi e il
mondo della matematica possano avere
dei punti in comune?
Ho anticipato questa risposta. Sì il gioco
ha punti in comune con qualunque
disciplina di studio perché si aggancia
allo spirito del bambino e alla sua
psicologia, alla sua emotività.
Ad esempio, negli Stati Uniti c’è un intero
curriculum di avviamento alla matematica che
poggia sul gioco degli scacchi. Lo ritiene
interessante? Utile? Applicabile anche in Italia?
Gli scacchi? Perché no?! Ma dovrei capire meglio
il come. Non è una notizia nuova. E comunque
credo che un buon insegnante possa ottenere
molto facendo qualunque cosa, purchè abbia ben
chiaro dove vuole portare il suo alunno. Esempio
“banale”: posso far contare un bambino sulle
schede che gli ho preparato o facendogli contare
i carciofini sulla pizza quattro stagioni. È lo
stesso meccanismo mentale, non credi? Anzi, se
gli piacciono i carciofini è ancora meglio. E se
non gli piacciono mi serve per fargli capire il
concetto di sottrazione!
Lei ha mai provato i videogiochi?
Sì! Sono divertenti.
Ha dei figli o dei nipoti che usano i
videogiochi?
Sì, mio figlio.
Moltissimi bambini usano i videogiochi: lo
ritiene un fatto positivo? Ritiene che questa
esperienza possa favorire o meno un sano
rapporto con la matematica?
È lo stesso meccanismo dei carciofini!
Dipende dall’adulto che è vicino a quel
bambino. E quindi dalla scelta dei
videogiochi. Anche il videogioco è uno
strumento… dipende da come vengo
educato ad usarlo.
Quale ruolo può avere il computer
nell’apprendimento-insegnamento
della matematica?
Può essere uno strumento utile,
affascinante per un bambino del terzo
millennio.
Lei usa il computer per insegnare la
matematica? Se non lo usa, per quale
motivo? Attrezzature insufficienti? Difficoltà
organizzative? O contrarietà nei confronti
del mezzo?
Raramente, ma l’ho usato (giochi di
tabelline, operazioni,..). Improponibile oggi
per tutta la classe (mancanza di
attrezzature); forse domani (ad esempio con
la prossima fornitura di lavagne interattive
del Progetto Ministeriale). Non ho
contrarietà nei confronti del mezzo, le ho
superate, nonostante le “rughette”!
Conosce programmi per il computer orientati a
favorire o facilitare l’apprendimento della
matematica? Considera il computer come un
semplice supporto per materiali didattici
multimediali o qualcosa di più profondo?
Non ne ricordo il nome, ma c’è in commercio o
in rete una serie di software adatti allo scopo.
Lo stesso Excel può aiutare ( grafici e tabelle). A
“pelle” credo che il computer sia qualcosa di più
profondo, ma non lo conosco così a fondo da
spiegarne il motivo. Penso che il PC sia un
ottimo strumento, ma, perdinci!, facciamo in
modo che i bambini si stacchino dal virtuale e
scendano con i piedi per terra. Sporcarsi,
sbucciarsi le ginocchia, saltare e quant’altro
formano un bagaglio esperienziale
insostituibile!
L’ambiente scolastico l’aiuta nella sua
missione?
Sì, in parte.
Ha buoni rapporti con i colleghi sul
tema dell’insegnamento della
matematica?
Si discute troppo poco di insegnamento!
Ci sono forme di collaborazione tra tutti gli
insegnanti che, nella scuola, insegnano
matematica? O la Dirigenza della scuola
considera in modo adeguato le esigenze relative
all’apprendimento della matematica? Le
favorisce in qualche modo?
Ci sono pochi spazi di tempo per collaborare,
purtroppo. Ma se li cerchi, li trovi.. vuoi la verità?
Si fanno spesso troppe chiacchiere e pochi fatti.
Siamo sempre lì; dipende da cosa, tu insegnante,
vuoi dare ai tuoi alunni. Puoi aggiornarti,
informarti, inventare e collaborare. Oppure puoi
startene nel tuo piccolo mondo. Scegli tu e, ciò
che è grave, è che nelle scuole di oggi, puoi
permetterti di scegliere. Cambiatela voi giovani,
la scuola, ma raccomando, e non smettete mai di
faticare per i vostri alunni!
Sempre sul tema dell’apprendimento
della matematica, esiste qualche forma
di collaborazione, diretta o indiretta,
con i genitori?
I genitori sono una risorsa preziosa per
la scuola. Un positivo rapporto
docente/genitori facilita qualunque
apprendimento.
Si è mai imbattuta in soggetti che presentavano
disturbi specifici nell’apprendimento legati in
modo particolare alla matematica (tipo
discalculia)? Ha avuto modo di collaborare
con degli psicologi? Quali figure di psicologi in
particolare? Ha trovato proficua la
collaborazione con gli psicologi? Ha avuto
modo di conoscere ed apprezzare dei test per la
diagnosi precoce della discalculia?
Non ho avuto alunni con disturbi specifici
legati alla matematica. Qualche difficoltà sì,
ma mai casi di discalculia o similari disturbi.
Il servizio psicologico dell’istituto effettua i test
e risulta utile la collaborazione con le
psicologhe, ma vedo più positiva la presenza,
nella scuola, di uno psico-pedagogista.
Ringrazio di cuore la maestra
Loredana per la sua disponibilità e per
il suo prezioso contributo.
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Intervista alla maestra modello