Relazione: "Il mio approccio al Dimat" di Vanni Patrizia, scuola Primaria di Caiello, 2° Direzione
Didattica di Gallarate.
In passato ho lavorato come educatrice in un centro diurno per diversamente abili e, a parte qualche breve
supplenza sulla classe con alunni normodotati, nella scuola pubblica, ho avuto incarichi annuali come
insegnante di sostegno fino all'immissione in ruolo.
Gli alunni che seguivo avevano deficit a livello cognitivo, pertanto richiedevano programmazioni didattiche
semplificate o individualizzate.
Il mio primo approccio a questo "nuovo modo" di fare matematica è avvenuto qualche anno fa attraverso mia
figlia. Prima ancora di immaginare che sarei diventata un giorno insegnante elementare di matematica, avevo
deciso di iscrivere mia figlia in una scuola elementare dove veniva ampiamente utilizzato il Dimat nelle due
ore settimanali di laboratorio.
Ne avevo sentito parlare né bene né male: la stessa pediatra dei miei figli, nonché mia amica, ha fatto
imparare la matematica con questo metodo ai suoi figli (e con successo, direi, visto che il maggiore, che
frequenta il liceo, ha nove e dieci in tutte le materie).
Come genitore, però, la mia conoscenza di questo "approccio" era abbastanza limitata. Dopo aver ricevuto
l'opuscolo informativo sul Dimat, mi ero fatta un'idea approssimativa di questo metodo (stima e calcolo
mentale sono sempre stati per me la "matematica di tutti i giorni" visto che sono sempre priva di calcolatrici
varie e carte di credito). L'impostazione scientifica che ho avuto poi nel corso della mia carriera scolastica
(conseguimento della maturità scientifica prima di quella magistrale) mi ha favorito nella comprensione di
questo approccio che condividevo per mia figlia (e adesso anche per mio figlio che in seconda elementare è
stato "preparato" per affrontare il laboratorio Dimat del prossimo anno scolastico).
Ma come in realtà lavorano gli alunni
durante le ore di laboratorio Dimat nel
gruppo e nella classe, e tutto il discorso
pedagogico (cognitivo, metacognitivo,
relazionale) che ne è alla base, ecco,
questo era del tutto sconosciuto a me.
Almeno fino a quando, neo immessa in
ruolo, la mia dirigente mi ha "costretta" a
insegnare matematica in due classi terze,
utilizzando proprio questo approccio
didattico.
Lo scorso anno scolastico mi sono
ritrovata perciò ad affrontare una nuova
esperienza lavorativa sulla classe con
questo, nuovo per me, metodo didattico, che mi si andava via via rivelando con la frequenza a questo corso di
formazione.
E' attraverso questo corso, infatti, che ho potuto conoscere e proporre ai miei alunni attività pratiche e
situazioni
problematiche per
meglio stimolarli
ad apprendere lo
studio di questa
disciplina.
Non sono mancate
le
difficoltà,
soprattutto durante
lo scorso anno
scolastico,
nel
seguire il Dimat e applicarlo in classe nel modo migliore. Non sempre infatti sono riuscita a gestire come
avrei voluto il materiale di laboratorio e a rispettare tempi e modi consigliati da chi ha ideato il Dimat. E
ancora: frequentare il corso, conoscere certe dinamiche per la prima volta e applicarle quasi
contemporaneamente nella classe senza una buona esperienza pregressa nel campo dell'insegnamento della
matematica non è stato poi tanto facile.
Queste difficoltà sono ovviamente in parte diminuite nel corso di questo anno scolastico. Importanti e utili
sono stati gli incontri durante il corso per affrontare nuovi argomenti e altrettanto utili i laboratori autogestiti
che mi hanno permesso un confronto con le colleghe con più esperienza didattica.
L’entusiasmo dei miei alunni, che ancora oggi, senza alcun richiamo, entrano contenti e motivati in classe
nelle ore di Dimat, mi ha ampiamente ricompensata delle difficoltà incontrate. La loro voglia di imparare da
soli cose nuove, di fare in maniera pratica, partecipi del loro percorso di apprendimento è emersa in ogni
momento anche in coloro che talvolta mostravano difficoltà nel gestire il proprio lavoro in maniera
autonoma.
Il corso è stato per me positivo perché mi ha messo a conoscenza di questo nuovo approccio
all'apprendimento della matematica che ritengo valido per l'acquisizione di competenze che non si perdono
nel tempo. E' stimolante e mi ha messa continuamente in gioco, arricchendo il mio bagaglio di esperienze
didattiche. Insegnare matematica in modo "tradizionale": non so se riuscirei a farlo con lo stesso entusiasmo.
Gallarate, 18/06/09
Patrizia Vanni
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FA-patrizia-2008.09 - Dimat: differenziare in matematica