Funzione docente: INTERVISTA ALLA MAESTRA MODELLO. CHI E’ LA NOSTRA MAESTRA MODELLO?? Nome: Cinzia Cognome: Arena Età: 56 anni Residente a: Milano Professione: maestra alla scuola primaria “ B. Munari” Milano, precisamente in una classe II, composta da 25 alunni Domanda: Buongiorno signora Cinzia! La ringraziamo anticipatamente per la sua disponibilità e …. Bene …. iniziamo la nostra intervista …… Domanda:Lei insegna attualmente matematica alla scuola elementare?ci può dire da quanto tempo?oppure per quanto tempo complessivamente l’ha fatto? Risposta: Insegno matematica da 30 anni (attualmente in una seconda elementare), ma ho insegnato anche italiano per 25anni. Domanda:Chi sono i suoi “modelli” tra i grandi matematici? Risposta: Non ho modelli tra i grandi matematici. Domanda:Chi sono i suoi maestri nel campo della didattica della matematica? Risposta: Mi rifaccio a grandi pedagogisti e a quelli che hanno sviluppato metodologie didattiche ( Montessori, sempre attuale, Piaget, alle intuizioni di Dienes, Dewey, Cuisinaire –Gattegno, Freudenthal, Dantzig, e altri) Domanda:Potrebbe, per favore, spiegarci alcune di queste metodologie didattiche? Risposta: Per esempio per Piaget lo scopo dell’educazione è la formazione di una personalità creativa. Di tale creatività fa parte il gioco che ha una parte fondamentale nello sviluppo dell’intelligenza in quanto permette ai bambini di assimilare la realtà agli schemi mentali di ognuno. Domanda: Invece chi era Dienes? Non ne abbiamo mai sentito parlare … Risposta:Zoltan P. Dienes, matematico ungherese, che ha orientato le sue ricerche nell’ambito della psicologia dell’apprendimento in particolar modo della matematica. Egli ipotizza che le fasi del Piaget possono subire una contrazione temporale qualora si operi con una metodologia ad hoc, utilizzando giochi con materiale strutturato. Dienes individua un “esercito di emarginati” in matematica (73% della popolazione scolastica) e classifica gli allievi che sembrano dotati come “abili fruitori di formule memorizzate”. Egli indica come causa principale di questa incomprensione con la matematica la cosiddetta “scuola seduta” tipica di un insegnamento trasmissivo. Domanda: Alcuni ricercatori (Dehaene, Butterworth, Girelli, Wynn) sostengono che alcune competenze matematiche siano innate e il campo delle competenze matematiche innate si estende continuamente. Lei ritiene che le competenze matematiche siano in parte innate? Risposta:Sì ,ritengo che, alla luce delle mie esperienze, posso dire che alcune competenze matematiche siano innate. Domanda:Ha svolto, svolge o conta di svolgere corsi di formazione per insegnanti della scuola primaria? Perché? Dove? Come? Con quale organizzazione? Risposta: Non intendo svolgere altri corsi poiché sono prossima alla pensione. Domanda: Ha seguito corsi di specializzazione sull’insegnamento della matematica? Se si può dirci quali? In quale ambiente o organizzazione? Condotti da chi? Risposta:Ho seguito corsi di aggiornamento organizzati nell’ambito della mia scuola, gestiti dall’INVALSI. Inoltre,come scuola, abbiamo aderito da parecchi anni ad un progetto dello snodo della zona 3 che riguarda lo screening sulla dislessia per i nostri alunni di prima e seconda. Per questo progetto abbiamo seguito un altro corso di formazione per poter somministrare le prove e per tabulare i risultati , in seguito gli specialisti individuavano i soggetti con problemi e proponevano attività mirate o indirizzavano i bambini ai centri UONPIA per una diagnosi e terapia più mirata. Trovo che questi test siano un ottimo strumento per individuare difficoltà oramai molto diffuse che è difficile indicare con precisioni e in modo precoce. Domanda: I suoi rapporti con la matematica sono stati buoni fin da quando era bambina? Risposta:I miei rapporti con la matematica non sono stati mai di grande simpatia. Domanda: Quando si è appassionata alla matematica? Risposta:Posso confessare che “appassionata” è una parola grossa. Nella scuola primaria non sempre puoi scegliere di insegnare una materia: io ho fatto per molti anni l’insegnante unica e quindi ho insegnato tutte le discipline, poi quando sono passata nelle sezioni a tempo pieno, ho insegnato qualche tempo italiano e poi matematica, come faccio ora, ma non per mia scelta. Nella scuola primaria è il dirigente che assegna la classe e la materia alle insegnanti. Domanda: Il metodo adottato dall’insegnante può influire sull’apprendimento in senso positivo e negativo? Risposta:Sicuramente il metodo adottato dall’insegnante può influire non solo per l’apprendimento della matematica, ma per qualsiasi materia. L’importante è la passione che ci metti nell’insegnare e soprattutto avere l’occhio su ogni bambino e saper correggere il metodo in base alle risposte che hai avuto. Domanda: La personalità dell’insegnante può influenzare la paura della matematica? Esiste la paura della matematica? Ne ha avuto un esperienza diretta? Risposta:Indubbiamente la personalità dell’insegnante può influire sulla paura per la matematica, ma anche per tutte le altre materie. Domanda: Quali esperienze formative possono avvicinare in modo sereno il bambino alla matematica? Risposta:Esiste la paura. La paura per la matematica, per l’italiano, per la storia ecc. Io avevo paura della matematica quando andavo a scuola e soprattutto non riuscivo a capire a cosa servisse concretamente. Oggi, memore di questo, cerco di avvicinare i miei alunni alla matematica attraverso prima attività concrete, ma anche spiegando loro gli agganci e l’utilità di concetti astratti con la vita di tutti i giorni. Domanda: Ritiene che il mondo dei giochi e il mondo della matematica possano avere dei punti in comune? Risposta: Esperienze formative possono essere : l’osservazione della realtà attraverso procedimenti logici, esperienze manipolative, l’utilizzo di materiale strutturato. Domanda: Moltissimi bambini usano i videogiochi: lo ritiene un fatto positivo? Ritiene che quest’esperienza possa favorire o meno un sano rapporto con la matematica? Risposta: Sicuramente il mondo dei giochi ha molto in comune con la matematica. Domanda: Quale ruolo può avere il computer nell’apprendimento-insegnamento della matematica? Risposta: Ritengo che i videogiochi non siano un modo molto creativo per giocare e per sviluppare una qualsivoglia conoscenza, meno che mai della matematica , salvo che non si utilizzino dei giochi didattici. Domanda: Considera il computer come un semplice supporto per materiali didattici multimediali o qualcosa di più profondo? Risposta: Il computer può avere un ruolo di supporto alla matematica e alla geometria. Considero il computer come supporto per l’attività didattica attraverso esercizi da far fare, ma anche da costruire da parte degli alunni stessi o anche come supporto alla geometria. Domanda: Si è mai imbattuta in soggetti che presentavano disturbi specifici nell’apprendimento legati in modo particolare alla matematica? Risposta: Ho avuto alunni che avevano problemi specifici di apprendimento sia per la matematica che per l’italiano .Specifici per la matematica no. Domanda: Ha avuto modo di conoscere ed apprezzare dei test per la diagnosi precoce della discalculia? Risposta: Nella nostra scuola abbiamo frequentato un corso biennale sui disturbi specifici dell’apprendimento, relativo alla dislessia , disgrafia e discalculia con l’associazione del prof. Profumo. Domanda: Ha buoni rapporti con i colleghi sul tema dell’insegnamento della matematica? Ci sono forme di collaborazione tra tutti gli insegnanti che insegnano matematica? Risposta: La collaborazione e il confronto con le colleghe che insegnano la mia stessa materia mi ha sempre aiutata nel mio lavoro. Noi programmiamo sempre insieme gli obiettivi del lavoro, confrontiamo i risultati, ci aiutiamo nel confronto con le nuove metodologie, discutiamo sulle problematiche relative a deficit di apprendimento di questa materia e ci scambiamo esperienze su come affrontare determinati argomenti o quali materiali utilizzare, infine ci confrontiamo sui risultati attraverso verifiche comuni. Domanda: Sempre sul tema dell’apprendimento della matematica esiste qualche forma di collaborazione, diretta o indiretta, con i genitori? Risposta: E' stata proposta circa un anno fa una mostra matematica rivolta ai bambini delle classi quarta e quinta, da un gruppo di genitori, in cui è stata richiesta la mia collaborazione. E' stato illustrato ai bambini, con parole semplici e dirette, il mondo matematico. In particolare il numero zero e il concetto di infinito. Domanda: Lei come spiegherebbe ai suoi alunni il numero zero? Risposta: Quando ho dovuto spiegare il concetto di numero zero, ho iniziato ponendo ai bambini alcune domande mirate al confronto tra il numero zero e gli altri numeri: 1. quante porte ci sono in classe? 2. Quanti bambini con il grembiule rosa? Dopodiché ho chiesto: quanti bambini portano i guanti i classe? E qui la risposta è stata inevitabilmente NESSUNO. Ho continuato con un po’ di domande del genere arrivando a spiegare che i termini NESSUNO;NIENTE e NULLA si possono esprimere con il numero zero scrivendo sulla lavagna il numero in cifra araba e in parola Domanda: E poi come ha continuato??? Risposta :Ho continuato presentando il numero zero come un numero magico, perché quando è da solo significa niente o nulla. Domanda : E i bambini come si sono posti davanti a questo numero speciale? Risposta: Di solito, a questo punto, iniziano le difficoltà dei bambini per quanto riguarda la posizione di questo numero. Domanda: E quindi come risolve questo problema? Risposta: Con l’ausilio della linea dei numeri faccio notare che il numero zero è il primo numero naturale e come tale non ha altri numeri che lo precedono. Credo che in un tale contesto sia molto utile proporre ai bambini esercizi che li avviino alla giusta comprensione di questo numero a partire da frasi tipo : “ UN SACCHETTO E’ VUOTO SE NON CONTIENE nessun OGGETTO,OVVERO CONTIENE zero OGGETTI” Domanda: E' possibile spiegare la matematica in modo semplice, diretto e coinvolgente a bambini così piccoli? Risposta: Un metodo interessante è l'utilizzo di indovinelli matematici in grado di stimolare e coinvolgere i bambini. Domanda: Ci potrebbe fare qualche esempio? Risposta: Per esempio attraverso gli indovinelli matematici. Domanda: Può farci un esempio? Risposta: Per esempio Se l׳altro ieri avevo 19 anni e il prossimo anno ne avrò 22, sapete dirmi qual è il giorno del mio compleanno e in quale giorno posso fare questa affermazione? R: Il mio compleanno è il 31 Dicembre e il giorno in cui faccio questa affermazione è il 1° di Gennaio. Risposta: Oppure anche attraverso una semplice e divertente filastrocca di Kevin Zingarelli (San Salvo) I Numeri i colori e il foglio bianco Eccomi mi presento: sono il 1° foglio bianco! Sono dentro la cartellina di questo scolaretto; si chiama Marco. Sono 2 mesi che aspetto d’essere usato, speriamo che oggi 3 Marzo sia il mio giorno… quello fortunato. Zitti tutti… sento un movimento, finalmente è il mio momento!! …..Marco mi raccomando, non mi sprecare; e voi colori colorati, cercate di non comportarvi, come al solito da maleducati. In 4 e 4 8 sono certo, che vi userà tutti, perché ho sentito dire dalla maestra, che ogni numero ogni colore: è gioia, felicità, una vera e propria festa; una specie di finestra, da qui all’aldilà….. ….Il giallo e il 5 più caldi del sole, che ti bruciano gli occhi quando lo fissi a guardare. Il grigio e il 6 di un temporale, malinconici e freddi come i gattini sul davanzale. Il fucsia e il 7 dei fiocchi di Natale su quell’ albero davvero niente male. Granata è il rosso del mio cuore come l'8 e il 9 e tutte quelle persone le coloriamo d’ambra e marrone…. 6 5 7 8 ….Il lilla è il 13 di un bel fiore che è di questa nostra natura: sempre più bella, se ne avessimo più cura. Ora il disegno è completato pieno di numeri e colori ed io, da semplici fogli bianco, mi illumino e sorrido, perché finalmente son tutto colorato. Domanda: Come sono i suoi rapporti con i colleghi? C’è tra di voi un confronto sui metodi? Danno in qualche modo un contributo alle sue lezioni? Risposta: In generale ho un buon rapporto coi miei colleghi. In particolare c'è un'ottima collaborazione con la collega di matematica dell'altra sezione. Infatti al primo di ogni mese, ci confrontiamo sui lavori individuali e di gruppo svolti con la classe e sui rendimenti e risultati ottenuti. Inoltre i risultati migliori vengono esposti e illustrati dal bambino che li ha conseguiti a tutti i compagni. Dunque esiste così la possibilità di confronto anche tra i bambini stessi. Domanda: Com’è il suo rapporto con il dirigente? Ha un rapporto continuo e di confronto con questa figura? La rende partecipe della situazione scolastica? Risposta: Da tanti anni lavoro in questa scuola e negli anni il rapporto con la mia dirigente si è rafforzato sempre di più. Anche se inizialmente abbiamo avuto qualche incomprensione, ora posso dire che la sua figura rappresenta per me un punto di riferimento e di confronto continuo sui lavori da svolgere ma anche nelle relazione con i diversi colleghi. Domanda: Com’è il suo rapporto coi genitori? Risposta: Posso dire che c'è una grande disponibilità di comunicazione e confronto con tutti i genitori dei miei alunni. Certo, è difficile mantenere profondi rapporti con tutti, ma a mio parere una buona maestra deve conoscere le condizioni familiari che stanno alle spalle di ciascun alunno, in quanto quest'ultima influenza molto spesso l'andamento scolastico e relazionale dei bambini. Domanda: Che tipi di approcci usa? Quanto li rende partecipi dell’andamento di loro figlio? Risposta: Quando devo fare delle comunicazioni ai genitori, preferisco inizialmente fermare il genitore fuori da scuola e poi convocarlo in modo formale attraverso un avviso cartaceo o di posta elettronica. A volte, se la situazione lo richiede, credo sia utile anche la presenza del bambino durante il colloquio o in una sua parte. In seguito alla nuova riforma, rendiamo disponibile con password d'accesso, ai i genitori interessati, la pagella e la valutazione del rendimento scolastico dei loro figli. Domanda: Come vede il rapporto fra la scuola e l’ambiente?in che modo diventa occasione di fare scuola? Risposta: La posizione della scuola in cui insegno, è favorita dall'ambiente circostante, ovvero la presenza di un parco che permette ai bambini di sperimentare in modo concreto idee e concetti molto spesso intesi e spiegati a livello soltanto teorico. Per esempio mostra in maniera empirica il cambiamento ciclico delle stagioni, interessante oggetto di studio e osservazione. Domanda: Organizza spesso uscite? Con che criterio sceglie le destinazioni e le modalità? Risposta: Nel collegio docenti stabiliamo in media tre uscite da effettuare durante l'anno scolastico. Generalmente le mete vengono scelte in base all'argomento che si sta affrontando, tenendo presente le esigenze di ogni bambino e i loro interessi. Ciclo delle stagioni Parco Lambro, Milano Lavoro svolto da BANTERLE CLAUDIA MARIA, BOTTINI CHIARA LUISA, BRASCA ELENA MARIA e VALENTINOFRANCESCA