SPAZIO LIBERO
Numero 53 – ottobre 2008
Anno
V
RUBRICHE:
Editoriale Mondo filiali Attualità C’era una volta Cinema e cultura Flash
EDITORIALE
UNITA’
Stiamo vivendo una delle fasi più difficili e complesse del mondo creditizio e finanziario, accompagnata da una crisi
sistemica più generale.
La recessione comincia a mordere e sembrano non bastare le massicce immissioni di liquidità delle Banche Centrali
e le ricapitalizzazioni e nazionalizzazioni della banche in difficoltà.
Il liberismo paradossalmente si capovolge nel suo opposto: l’intervento degli Stati, nel tentativo, ancora gravido di
incognite, di salvare il sistema bancario e finanziario mondiale.
Anche se la nuova presidenza americana appare, innanzitutto culturalmente, più pronta alle enormi difficoltà del
presente, purtuttavia sarebbe sbagliato coltivare aspettative messianiche.
Ricette non ne ha nessuno, ma una linea di condotta è, per tutti, essenziale: in questa fase è fondamentale che
ciascuno continui a fare la propria parte, con la responsabile consapevolezza che si tratta di una crisi che le
nostre generazioni non hanno mai vissuto.
Anche in casa nostra, inevitabilmente incertezza e sbandamento sono molto diffusi tra tutti: lavoratori, clientela,
imprese.
Per parte sindacale, nel Gruppo Intesa San Paolo, si devono presidiare – sempre, ma soprattutto in tempi difficili due aspetti fondamentali: salario e occupazione, con l’obiettivo di non fare pagare la crisi ai lavoratori.
Per dare risposte a queste tematiche le Organizzazioni Sindacali di Gruppo hanno iniziato con l’Azienda un
percorso che prevede due livelli di trattazione che si tengono saldamente insieme:
concludere il processo di armonizzazione con la costituzione di una cassa sanitaria di Gruppo, di un Vap
condiviso, di una nuova unica organizzazione del lavoro con i connessi inquadramenti e percorsi professionali
l’attivazione immediata non solo delle assunzioni previste, ma una loro implementazione, stante la carenza
strutturale degli organici che, in alcune, realtà pregiudica l’apertura giornaliera degli sportelli
Gli argomenti in discussione con l’azienda in questi giorni - vap e organizzazione del lavoro cassa sanitaria,
assunzioni per difendere l’occupazione e migliorare le condizioni lavorative nelle filiali – sono tra loro
inscindibili e insieme vanno conclusi, per dare riferimenti e certezze.
A che punto siamo?
VAP:di fronte alla scelta se aspettare i dati in primavera del bilancio, con tutte le incognite del caso o se fare un
vap politico che consolidasse l’esistente si è scelta la seconda strada, e quindi
conferma cifra 2007 (erogata 2008) tranne premio partecipazione (- € 258 lordi)
certezza erogazione a febbraio, anziché giugno, indipendentemente dai risultati di bilancio
possibilità scambio con azioni 1 a 1 a prezzi di mercato (no nuove emissioni), per tranche di € 1000
%
EDITORIALE
segue:”Unita’”
SANITA’ DI GRUPPO: si tratta di proposte, dunque, nulla di operativo e quindi tuto è ancora da negoziare e
migliorare
cassa unica per 75.000 persone + familiari + pensionati
gestione distinta dipendenti/pensionati, con meccanismi di solidarietà gestionale
contribuzione aziendale € 900 all’anno indicizzata
contribuzione dipendente 1% retribuzione, forme di compensazione per partire previdenziali
nessuna contribuzione per familiari a carico
€ 450 per familiari non a carico
fase transitoria anno 2009
gestione amministrativa a carico aziendale fino a € 3,5/ mil euro annuali
VERIFICA ESODI (NUOVO ACCORDO) E ORGANICI
opportunità di fermare uscite eccessive (stop richieste al 31/10, tranne diritto di prelazione - ex 1700
accordo luglio - che proseguiranno fino al 30/9/2009)
opportunità di entrate aggiuntive (250 in più rispetto alle 300 di luglio = 550 unità)
ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO (NUOVE MODELLO DI FILIALE)
presentazione di modello ancora da “particolareggiare”, che comunque entrerà in vigore dal 1’ gennaio 2009 e
per i il quale, come detto, si negozieranno inquadramenti e percorsi.
Tutto ciò aveva ed ha la necessità di essere doverosamente comunicato ai lavoratori, come del resto sta
accadendo in diverse parti d’Italia; anche senza le questioni aziendali, ma solo per parlare della crisi, era
comunque necessario l’incontro con i lavoratori!
Alcune organizzazioni sindacali - ancorché protagoniste e firmatarie in termini unitari dei buoni accordi di Gruppo
- hanno ritenuto, legittimamente, di non partecipare a questa tornata assembleare.
Ovviamente siamo dispiaciuti ben sapendo la loro condivisione e lealtà nel merito dei problemi e degli accordi
sottoscritti.
Diamo un’assicurazione: porteremo gli accordi - insieme alle altre organizzazioni che invece hanno proclamato con
noi le assemblee - parlando in termini assolutamente unitari, perché unitario è stato tutto il percorso che ha
condotto e condurrà agli attuali e ai prossimi accordi.
MONDO FILIALI
RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO
OBIETTIVO POTENZIALE
C’è una nuova procedura che si chiama OBIETTIVO POTENZIALE, e la si trova al primo
rigo della home page dell’Intranet aziendale, ed è accessibile anche attraverso la
procedura di rilevazione presenze/assenze (INTESAP); la lettura, approfondita della
illustrazione di questa nuova procedura, che è volta alla valutazione del personale, ha
scaturito
in me una serie di osservazioni, che ora vi trasferisco
- in primis, non sono chiare le finalità di questo nuovo sistema.
- per espressa dichiarazione aziendale, i risultati di questa nuova procedura non
saranno comunicati ai dipendenti.
- si chiede ai direttori delle filiali di valutare il personale attraverso una serie di
indicatori che attengono anche alla sfera personale. I direttori dovranno valutare il
personale espressamente sui seguenti argomenti:
- l’energia personale,
- la stabilità emotiva,
- la capacità di generare alternative,
- l’autoconsapevolezza,
- l’influenza e impatto
Per far ciò, probabilmente, occorrerebbe una specifica preparazione che difficilmente i
direttori possono avere, sia per formazione personale ma anche, soprattutto per
mancanza di adeguata preparazione aziendale (mi riferisco, per esempio, alla
valutazione della stabilità emotiva e all'autoconsapevolezza del dipendente).
Vi giro queste mie considerazioni.
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LENZUOLA
Prima dei detersivi che lavano più bianco, prima delle lavatrici in ogni casa, prima,
fare o non fare il bucato poteva voler dire molto altro.
E già, perché l’onore andava non solo dichiarato e difeso ma anche dimostrato.
E così la tradizione, rimasta viva fino a pochi anni fa in molte zone del Sud
Italia, prevedeva che dopo la prima notte di nozze le lenzuola che avevano
ospitato gli sposi venissero esposte in bella vista. Sul terrazzo, alla finestra,
al balcone, non importa dove, l’importante è che dimostrassero con le tracce
di sangue che la sposa fosse arrivata effettivamente illibata al letto
matrimoniale.
Da questa tradizione, di origine incerta ma diffusa anche in altre zone del Sud
del Mediterraneo e in alcuni gruppi nomadi, derivavano quindi mormorii e
dicerie sui sistemi possibili per far sì che la ‘prova’ ci fosse comunque. Anche
quando la sposa illibata non era, o magari, più semplicemente e assai più di
frequente, il sangue non c’era.
Se anche la fisiologia avesse dovuto giocare un brutto scherzo rifiutandosi di
rispettare l’etichetta delle macchie dell’onore, il sangue infatti in qualche
modo doveva finire su quelle lenzuola…
Per fortuna oggi questa tradizione si è persa. Gli incolpevoli polli e galline dei
cortili che per anni si son dovuti far carico della prova ringraziano
sentitamente.
MIRACOLO A SANT’ANNA di Spike Lee
Il film diretto da Spike Lee è stato accompagnato, prima della sua uscita, da molte polemiche sul fatto che, rispetto
all’eccidio di Sant’Anna di Stazzema eseguito dai nazisti nel 1944 in Toscana e sulla rappresentazione dei partigiani
italiani, non rispetta la verità storica dei fatti.
Cercheremo di chiarire alcune cose rispetto ai prodotti di narrazione, siano essi di letteratura scritta o visiva.
Intanto, il film inizia con una prefazione nella quale, prima della sua visione, afferma che, seppur ispirato ai fatti
storici, è prodotto di finzione la cui responsabilità sta nell’autore del libro (James Mac Bride) e della
sceneggiatura, scritta come coautore da Spike Lee.
Come potrebbe essere altrimenti? Una creazione narrativa non è un trattato di storia, non ha il dovere di raccontare la
verità storica, ma solo di raccontare fatti, personaggi, situazioni di incontro e di scontro, conflitti, di avere una
intima coerenza, una struttura, che gli permetta di essere “narrativa” . Magari, rielaborando i fatti - se riesce a
rispecchiare lo spirito e la morale dell’epoca dei - riesce a raccontare la verità meglio dei resoconti storici.
Il film narra, attraverso un racconto, a scatti nel tempo, delle parti in guerra nell’Italia del 1944, partendo dai soldati
afroamericani del battaglione “Buffalo Soldiers” dell’esercito statunitense. Oltre, naturalmente,ci sono nazisti, i
partigiani, la popolazione civile. Per ogni parte in campo vi è il personaggio tipico di essa ma anche il suo contrario.
Il Soldato nero cosciente del razzismo americano (anche nell’esercito) che lamenta di non poter vivere nel suo
paese la condizione di uomo libero come la vive in guerra; di contro vi è il soldato nero apparentemente cinico,
giocatore, donnaiolo che cerca di vivere la vita disincantato ma che d’altronde ricorda l’episodio, in flashback, di
razzismo subito nel bar gestito dai bianchi in Louisiana; nazisti trucidatori, ma di contro il soldato tedesco che
salva il ragazzino; Il Generale tedesco inflessibile e il Comandante tedesco umanista che ama la poesia e che
grazia il nemico superstite dello scontro di guerra; il partigiano duro e puro ed il partigiano traditore inaspettato;
il popolo civile che vuole la liberazione dal fascismo ed il fascista irriducibile in combutta con l’invasore..
Tutti personaggi di contrasto che, assieme ad altri di contorno, creano conflitti e conseguenti scelte morali, scelte di
coraggio o di viltà.
Il film si struttura così per essere una vera tragedia (è una storia di guerra!) nella quale il personaggio più “lirico”
risulta essere (guarda un po’ che scelta “political un-correct”!!) il tedesco buono...il soldato che, causa la sua
religiosità e umanità, salva il bambino perché rifiuta i massacri, diserta sparando ai suoi commilitoni ed è per
questo infine ucciso, addirittura sgozzato dal partigiano traditore, come fosse “l’agnello sacrificale di tipo biblico”,
sempre necessariamente presente nella rappresentazione tragica ed immane della guerra. Tralasciamo di
raccontare il finale, classico, aspettato e commovente.
Il film riesce a possedere, così, una struttura di tragedia umana di stampo “shakespeariano”. Questo è, per noi
naturalmente, già un giudizio di valore ben chiaro e lo esprimiamo credendo di non esagerare.
Ciò che ci preme ancora sottolineare è che la creazione artistica è sempre “finzione” perché rielabora a modo proprio
anche fatti e situazioni che sono realmente accaduti.
Crediamo che Spike Lee con il suo “Miracolo a Sant’Anna”, da artista cinematografico onesto e notevole come ha
dimostrato di essere in molti casi, abbia compiuto questo dovere di “narratore” nei confronti sia di una storia che
desiderava raccontare che nei confronti della STORIA.
FLASH
La Redazione
Giorgio Campo
Antonio Coppola
Mario De Marinis
Antonio Forzin
Amedeo Frezza
Raffaele Meo
Italo Nobile
Maria Teresa Rimedio
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