Aut. del Trib di Belluno n. 558/08 n.c.- «POSTE ITALIANE SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, CNS BL». CONTIENE I.P. - Direttore Responsabile: Pellegrinon Giuseppe - Tipografia: Dolomiti Stampa s.r.l., Via Campo, 18/F Santa Giustina (BL) Caccia 2000 ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ A SSOCIAZIONE CACCIATORI BELLUNESI ... CONTINUA IL PROGETTO “osservare per...” foto: Gabriele De Nadai PAGINA 2 Caccia 2000 Aprile 2011 Lettera del Presidente Associazione Cacciatori Bellunesi La foto in copertina, inusuale per un giornalino di caccia, è invece molto significativa ed importante. Rappresenta, in maniera tangibile, uno degli scopi principali dell’A.C.B.: la nostra presenza nelle scuole, sia all’interno delle aule che all’aperto, finalizzata a fornire agli scolari una conoscenza del territorio, degli animali che lo abitano e delle piante che vi crescono. Il progetto “osservare per”, iniziato una quindicina d’anni fa, è in continua evoluzione e sempre più sono le classi che aderiscono a questa per noi gratificante iniziativa ed alla quale diamo un’importanza prioritaria (vedi pag. 34/35). I Direttivi di Riserva con i loro Soci sono, in questo periodo, in piena attività. Dopo le assemblee per l’approvazione dei bilanci e qualche d’una anche per il rinnovo delle Cariche sociali ora sono impegnati nei primi censimenti specifici sul cervo e nella programmazione delle mostre dei trofei con la successiva partecipazione alla fiera di Longarone che, quest’anno, si svolgerà nelle giornate del 29-30 Aprile e 1 Maggio ed alla quale sarà presente, con il proprio stand, anche l’ A.C.B. Anche la ns. Associazione è in pieno fermento. Si è già riunita con la Giunta più volte per definire i programmi del 2011 e tante sono le novità che troverete spiegate in dettaglio sfogliando il giornalino: SICUREZZA: Al momento sono sorte delle difficoltà per poter usare il poligono di Feltre dove avevamo già fissato la giornata del 31 Luglio p.v. per la consueta taratura delle armi. Speriamo che l’intoppo di leggi e leggine che ha creato questa sospensione si sblocchi e che si possa rispettare questa ultradecennale e positiva tradizione. Abbiamo comunque rimediato invitandovi ad andare a Limana (vedi pag. 26). Riproporremo ancora, dopo il lusinghiero successo ottenuto tre anni fa, delle serate sulla sicurezza nel maneggio delle armi (vedi calendario serate a pag. 33). CARD SCONT: Nel giornalino a pag. 25 parleremo di un’altra iniziativa che ci sta impegnando molto perché vogliamo renderla operativa già con il prossimo tesseramento 2011/12. Auspichiamo susciti non solo la vostra curiosità, ma che venga usata per cogliere le opportunità che essa offre. GAGET LIBRO: Quest’anno la Giunta ha deliberato di donare a tutti i Soci, per il tesseramento 2011/12, un gaget veramente unico e particolare. Si tratta di un bellissimo libro che l’ A.C.B. pubblicherà unitamente alla casa editrice Terra-ferma (vedi pag. 33). Altre iniziative sono in fase di preparazione e sarete puntualmente informati man mano che diventeranno mature. Aspetto d’incontrarVi alle serate sulla sicurezza ed alla festa del cacciatore a Longarone. Sarà l’occasione per conoscerci e per scambiare quattro chiacchiere insieme. Un caro saluto a tutti. IL PRESIDENTE Sandro Pelli ULTIM’ORA: Ci giunge notizia di una nuova iniziativa pubblicizzata sia con incontri fra Presidenti delle RAC sia con un documento in “bozza”, senza firma, di cui abbiamo avuto modo di prenderne visione. In proposito e nel merito siamo molto scettici e perplessi sulla creazione di una “cosiddetta” struttura gestionale di collegamento e di coordinamento fra le RAC con compiti e funzioni di servizio alle Riserve poiché: - dovrebbe dare supporto alle Riserve senza avere deleghe dalle stesse; - dovrebbe fare da “coordinatore” con la Provincia senza alcun incarico da parte della stessa; - dovrebbe avere una gestione autonoma senza alcuna copertura finanziaria propria e non risultano definiti eventuali costi per le RAC e per la Provincia; In termini più concreti si ha la netta impressione che si voglia costruire un “carrozzone” indefinito e costoso a carico dei Cacciatori. Da un breve sondaggio i Presidenti delle RAC contattati hanno tutti espresso la loro netta contrarietà ed inoltre la maggior parte di essi ha rimarcato che questa iniziativa sembra rappresentare essenzialmente un trampolino di lancio per qualche personaggio che privilegia la propria visibilità a carico del mondo venatorio bellunese. 3 PAGINA Editoriale Pubblichiamo molto volentieri la lettera pervenutaci dal presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Libera Caccia Sig. Paolo Sparvoli. Auspichiamo vivamente che il contenuto della stessa serva a far aprire gli occhi a quei cacciatori che si sono fatti ammagliare dalle tante…cassandre invidiose, che seminano zizzania e tante falsità, pur di ottenere qualche tesserato in più. Con il passare degli anni e con il mutare radicale dei rapporti fra il mondo della caccia e la società moderna, sempre più sensibile alle tematiche ambientali, questo nostro glorioso e qualificante aggettivo “Libera”, è stato villanamente usato in senso denigratorio, e quelli che per oltre quarant’anni si erano orgogliosamente vantati di essere dei cacciatori indipendenti e apartitici (da qui Libera) sono stati accusati di essere fautori di un caccia sregolata se non del tutto anarchica, nel senso più negativo del termine. A suffragare questa mistificante interpretazione ha contribuito la nostra lotta in favore della mobilità all’interno del territorio nazionale per praticare l’attività venatoria, così che siamo stati incolpati di un crimine indecente definito “nomadismo venatorio”. Eppure, a ben vedere, nessun Dirigente della Libera Caccia ha mai sollecitato una deregulation dell’attività venatoria: al contrario, non abbiamo mai nascosto che questa nostra legittima aspirazione a poter cacciare con amici e con parenti, provenienti da altre regioni, doveva comunque sottostare alle regole imposte dallo Stato e successivamente dalle Regioni. Ma, se negli anni settanta (in pieno boom economico e con un numero di cacciatori vicino ai due milioni) l’ostilità nei confronti della nostra politica poteva avere qualche fondamento, oggi continuare a parlare di “nomadismo venatorio” significa solo suscitare un allarmismo del tutto infondato. La crisi economica che stiamo vivendo, il costo proibitivo dei carburanti e dei trasporti, le pensioni oramai ridotte al limite della sopravvivenza, vanificano totalmente qualsiasi desiderio di mobilità e svuotano di significato il così tanto temuto nomadismo. Con altrettanta frequenza, poi, siamo stati accusati di essere i rappresentanti della “babele venatoria” e di fomentare le più inconfessabili richieste di sparatori senza scrupoli. In altre parole, più di qualcuno ci ha dipinti come dei veri e propri criminali, sordi ed insensibili alle istanze degli ambientalisti e della tutela del territorio, nonché della sua razionale gestione. Oggi ci piace dichiarare, senza timore di essere smentiti, che tali offese sono del tutto irricevibili, proprio perché in stridente contrasto con i nostri principi statutari che si fondano sul rispetto rigoroso delle leggi e della Società civile. IL PRESIDENTE NAZIONALE ANLC Paolo Sparvoli 4 Caccia 2000 Aprile 2011 PAGINA La stagione venatoria 2010: superati i 4.000 capi abbattuti La primavera è il tempo del bilancio provvisorio della stagione venatoria appena trascorsa. Con il nuovo calendario venatorio, che prevede anche un periodo di caccia primaverile, i dati non sono ancora completi; si tratta quindi di un bilancio provvisorio. Siccome la maggioranza degli abbattimenti è stato effettuato, possiamo già presentare quelli relativi agli ungulati abbattuti nel periodo autunno/inverno e fare le prime considerazioni. In primo luogo balza agli occhi il notevole incremento del numero dei capi abbattuti. Abbiamo superato d’impeto i quattromila precisamente 4.120. è un traguardo importante per il mondo venatorio provinciale che conferma il continuo progresso delle specie selvatiche sul nostro territorio. La specie principe senza timore di insidie immediate è il cervo, che cresce negli abbattimenti superando considerevolmente il capriolo. Analizziamo ora l’andamento delle singole specie: NEC SPE NEC METU a cura dell’Ufficio Caccia della Provincia niere totale. L’incremento rispetto all’anno precedente è consistente e fa pensare che ci sia ancora spazio di espansione per questa specie, specialmente nella parte meridionale della provincia. Il rapporto di prelievo tra le varie classi è abbastanza equilibrato, non ci sono timori nel prelievo di femmine e piccoli. Non ci soffermiamo sulle classi di età dato che non sono ancora completate le valutazioni dei trofei, ma certamente è questa la specie del momento. Capriolo: I caprioli abbattuti sono stati 1470 contro i 1432 dello scorso anno. Possiamo ribadire che la popolazione sembra stabile ma comunque su densità più basse rispetto al passato. Quello che appare evidente è invece la diversa pressione venatoria tra maschi, femmine e piccoli. Il prelievo dei maschi è ancora molto prevalente in contrasto con quelle che sono le normali indicazioni tecniche e gestionali. Su questo bisognerebbe fare una riflessione approfondita. Cervo: Il cervo rappresenta, come già detto, la parte prevalente dei prelievi effettuati dai cacciatori bellunesi, con 1.726 capi abbattuti: finora ci stiamo avvicinando al 50% del car- Camoscio: Il prelievo di camosci sembra essere in ripresa anche se con dati abbastanza altalenanti. La popolazione bellunese è ancora interessata dall’epidemia di rogna e la specie sembra reagire bene anche se, vista la sua biologia, le variazioni annuali sono modeste e bisogna pensare ad una gestione sul lungo termine, non sulla singola annata venatoria. L’esperienza acquisita nella gestione dell’emergenza rogna ci fa sperare in un buon futuro per questo animale. Muflone: Siamo oltre i 200 capi abbattuti. La presenza della specie è oramai consolidata e, dopo un recente notevole incre- specie di ungulati ci fa prevedere un ulteriore incremento per i prossimi anni. Possiamo concludere dicendo che sempre maggiori sono le soddisfazioni per il cacciatore bellunese che risulta essere tra quelli con il carniere più ricco del Paese, senza tuttavia dimenticare che solo una corretta gestione del patrimonio faunistico consentirà anche in futuro di mantenere e migliorare le popolazioni di fauna selvatica del bellunese. Conclusioni: Come visto all’inizio abbiamo oltrepassato i 4.000 capi abbattuti. L’espansione continua del cervo e la stabilità delle altre Censimento notturno di animali selvatici dal circolo di Seren del Grappa ratura, viene associata una tonalità proporzionale alla temperatura stessa. Questa tecnica applicata nel monitoraggio ambientale trova una vasta applicazione nell’individuazione delle fuoriuscite di biogas dalle discariche, l’individuazione di scarichi industriali in corpi idrici naturali, di zone più o meno umide o calde sparse sul territorio. Per il censimento notturno degli animali selvatici usando questa tecnica si individuano gli animali nell’oscurità senza disturbarli o infastidirli. I termogrammi che Vi proponiamo sono stati ripresi nel censimento notturno del 7 Aprile 2011 nella ns. Riserva. (M.G.) Femmine di cervo in una radura riprese a circa 50 m di distanza Com’è ben noto, in questo mese d’aprile, si stanno effettuando i censimenti del cervo. Per farlo al meglio la Riserva di Seren del Grappa si è servita dell’ aiuto del Sig. Giorgio Paoli Vicepresidente della RAC ed esperto in rilievi termografici. Il rilievo termografico, che viene effettuato da persone specializzate, consiste in un’indagine non distruttiva che permette di rilevare, a distanza, le temperature superficiali dei corpi tramite opportune elaborazioni dei dati rilevati. Queste elaborazioni consentono di produrre delle mappe termiche (termogrammi) che non sono altro che matrici di temperatura rappresentate con delle “palette” di colori in cui, a ciascuna tempe- Maschio e femmina di cervo in una radura ripresi a circa 50 m di distanza, rappresentati con una diversa “palette” 5 PAGINA mento, sembra essere in fase di stabilizzazione. Anche in questo caso vengono prelevati in prevalenza maschi. PAGINA 6 Caccia 2000 Aprile 2011 Conoscerli Meglio Il Cane da Caccia a cura di Elvio Dal Pan 1ªParte Inizia, con questo numero, una nuova rubrica dedicata al cane da caccia. Amico e compagno inseparabile di molti cacciatori che uniscono alla passione venatoria anche quella, non meno nobile, della cinofilia. Inizieremo con le origini del nostro amico quadrupede e con una veloce carrellata sulle principali razze di cani da caccia. Nei prossimi numeri andremo poi a conoscerle, in maniera più approfondita, una ad una. LE ORIGINI DEL CANE DA CACCIA Un’antica leggenda afferma che quando, tra l’uomo e gli animali si aprì un baratro, il cane fu l’unico a rimanere a fianco dell’uomo. è probabile che siano stati i cacciatori dell’era glaciale a stabilire i primi contatti amichevoli allevando cuccioli di lupo. Da allora sono passati 20.000 anni ed il cane ha seguito l’uomo nella sua evoluzione rimanendogli vicino nella buona e nella cattiva sorte fino a riceverne il meritato appellativo di suo “migliore amico”. Le prime tracce di collaborazione certa, tra cacciatore e cane, le troviamo però nel mesolitico (8000-5500 a.C.). Il “Canis familiaris palustris”, più comunemente chiamato cane delle torbiere, venne trovato, con relativa facilità, negli scavi archeologici; era insieme cane da caccia e da guardia e si presume che, in tempi di carestia, servisse anche come cane da macello. Una prima “scrematura” delle razze, ancora oggi esistenti, possiamo datarle tra il neolitico (4000-2200 a.C.) e l’età del bronzo (2200-750 a.C.). Più che di razze dovremmo parlare in generale di quattro singoli gruppi. Al secondo gruppo appartengono i cani da pastore, da montagna e da caccia: è proprio a quest’ultimi che rivolgeremo la nostra attenzione. Nel Medioevo si cercò di riprodurre separatamente i bracchi per cercare le tracce e i molossi, o cani da seguito, per inseguire e attaccare la selvaggina accoppiando, in modo mirato, i portatori di queste caratteristiche. Da questi primi sommari incroci nacquero il veltro, veloce cane da seguita ed il nibbio, usato soprattutto per la caccia con il falcone. In Francia e nel Regno Unito erano molto praticate le cacce alla corsa ed in battuta. Per questo motivo, quindi, ci si occupò prevalentemente dell’allevamento e relativo addestramento del cane veltro accrescendone costantemente l’inclinazione per le cacce ad inseguire. Dal cane nibbio, invece, ci si aspettava una maggiore intesa con il falconiere. Suo era il compito di scovare la selvaggina, prevalentemente da penna, per metterla in condizione di essere cacciata dal falcone. In quest’epoca nacque anche una nuova forma di segugio che però era condotto al Centro Carni Gazzi di Gazzi Fabrizio Via Pedemontana, 20 SORANZEN di Cesiomaggiore (BL) Tel. 0439 438161 - Cell. 328 9349009 PAGINA 7 guinzaglio con lo scopo di cercare le orme o comunque la presenza della grossa selvaggina: il primo cane da traccia. A metà del XIX secolo i metodi di caccia cambiarono e, di conseguenza, cambiò anche l’addestramento dei cani. Alle spettacolari battute, con grandi mute di cani, è privilegiata la caccia individuale con il cane nibbio e successivamente con un suo derivato, il cane da ferma. Quest’ultimo viene addestrato a restare fermo, in piedi o seduto, davanti alla selvaggina che ha individuato tramite l’olfatto, finchè i battitori non abbiano teso una rete intorno ad essa o che il falconiere si sia sistemato con il suo ausiliario in una posizione favorevole. Con l’invenzione e la diffusione delle armi da fuoco, per migliorare ulteriormente le qualità dei cani da ferma, si continuò a ricorrere a ripetuti incroci tra veltri, anche se l’addestramento in tutta Europa differiva da regione a regione. Iniziarono così a delinearsi le prime diverse razze sia inglesi che continentali che possiamo riassumere brevemente in questi gruppi: BRACCHI Tutte le varietà dei bracchi discendono dal veltro, lunghe orecchie pendenti e corpo snello. I primi esemplari di grandi dimensioni furono a poco a poco sostituiti da varietà più piccole e più lente per adattarsi alle diverse attività venatorie e alla riduzione dei territori di caccia. CANI DA FERMA Questi cani prendono il nome dal tipico atteggiamento che assumono quando percepiscono l’odore della selvaggina, in quanto, si fermano e attendono immobili l’arrivo del cacciatore. CANI DA CACCIA IN TANA Questi cani di piccola taglia, in genere bassotti e terrier, sono specialisti nell’infilarsi nelle tane degli animali, prevalentemente volpi e tassi e incalzarli sino a costringerli alla fuga e ad uscire dalla tana dove li attendono i cacciatori. CANI DA MUTA Parallelamente alla creazione di razze derivate dal veltro, soprattutto in Inghilterra, ci si dedicò all’allevamento di cani da muta e fu proprio nel Regno Unito che questo tipo di cane raggiunse uno standard che ancora oggi non ha confronti in nessun altro paese. CANI DA RIPORTO Per aiutare i cani da ferma, specialmente durante la caccia agli acquatici nelle paludi e negli acquitrini, fu creata in Inghilterra una razza specializzata quasi esclusivamente a tale scopo: il Retriever, oggi diventato anche un apprezzato cane da compagnia per il suo carattere bonario e tranquillo. SEGUGI L’antichissimo erede del cane da traccia, sopravvive nel segugio di Hannover. Come diretto discendente dei bracchi questo segugio, assieme al suo fratello delle montagne bavaresi, viene condotto prevalentemente sulle tracce della selvaggina ferita. CANI NORDICI I cani nordici hanno le loro radici negli antichi cani dei paesi del nord. Fra questi si distingue il cane delle torbiere danese. Sono di regola buoni cani da leva, anche se prevalentemente cacciano in silenzio. CANI DA LEVA E DA SEGUITO Questi cani hanno il compito di rintracciare la selvaggina da pelo seguendone le tracce fino al covo, segnalandone la presenza con l’abbaio, dopo averla scovata la insegue sino a portarla a tiro del cacciatore. Terminiamo così questa breve passeggiata tra le origini e le varie razze dei cani da caccia. Nei prossimi numeri di CACCIA 2000 avremo modo di approfondire e conoscere meglio i nostri amici di avventura entrando più specificatamente nelle singole razze a noi più conosciute. PAGINA 8 Caccia 2000 Aprile 2011 L’angolo del Legale VISORE NOTTURNO: SI o NO PER IL CONTROLLO AL CINGHIALE ? Gentili Lettori, da più parti, nell’ultimo periodo, è stata sollevata la questione e posto il quesito se sia regolare o meno l’uso del visore notturno durante l’attività di controllo al cinghiale. La materia è fonte di grande dibattito anche nelle sedi istituzionali e, ad oggi, purtroppo, non vi sono ancora risposte certe, tanto che è in fase di valutazione la formulazione di una espressa richiesta di presa di posizione sul punto da parte del Ministero competente. Ad oggi, l’unica fonte normativa di riferimento, rimane una sentenza, molto controversa, che fa riferimento alla direttiva europea 79/1979, che stabilisce a tutela degli uccelli, il divieto di utilizzare “sorgenti luminose artificiali, specchi, dispositivi per illuminare i bersagli... etc”. Detta direttiva, quindi, a rigore, sarebbe riferibile solo alla caccia agli uccelli, ma per analogia, potrebbe intendersi riferibile anche ad altre specie animali. Per vostra opportuna conoscenza, ritengo di riportavi di seguito alcuni passaggi tratti dal testo originale di detta sentenza, con riserva, naturalmente, di aggiornarvi, nei prossimi articoli, sugli sviluppi normativi della questione. “La normativa nazionale in tema di mezzi di caccia, all’art. 13, prescrive l’utilizzo di armi particolari, con un divieto espresso di far uso di ogni altra arma o mezzo per l’esercizio venatorio non espressamente ammessi dalla norma. La disposizione vieta, con un’espressione quanto mai omnicomprensiva, al comma 5 “tutte le armi e tutti i mezzi per l’esercizio venatorio non esplicitamente ammessi dal presente articolo”, specificando poi il divieto, ad abundantiam, all’art. 21”. Correlate a questi divieti e a quelli più specifici dell’art. 21, vi sono le sanzioni di cui all’art. 30, lett. e) e lett. h), volte appunto a reprimere comportamenti di caccia vietati e specificamente tipizzati, quale la caccia praticata sparando da veicoli a motore, da natante o da aeromobile (art. 21, lett. i), la caccia a rastrello praticata da più di tre persone (art. 21, lett. h), la caccia al camoscio praticata col segugio (art. 21, lett. f), l’utilizzo di mezzi di caccia specificamente interdetti, quali munizioni esche o bocconi avvelenati, vischio o sostanze adesive, trappole, reti, tagliole, lacci, archetti e altri simili mezzi insidiosi (art. 21, lett. u), oppure l’utilizzo di richiami al di fuori dei casi consentiti o di richiami vivi accecati o a cura dell’avv. Barbara Bastianon mutilati ovvero legati per le ali (art. 21, lett. r). La disposizione include anche il divieto di fare uso di richiami acustici a funzionamento meccanico, elettromagnetico o elettromeccanico (art. 21, lett. r)”. I fucili da caccia consentiti nella pratica venatoria sono solo quelli costituiti dai meccanismi assemblati dal costruttore che garantiscono il funzionamento dell’arma. Qualsiasi modificazione apportata dal detentore per rendere l’arma più offensiva o più efficace per l’abbattimento della preda si deve ritenere vietata. In definitiva si devono ritenere vietati non solo tutti i mezzi diretti ad abbattere la fauna selvatica diversi da quelli specificamente ammessi, ma anche tutti quegli accessori che il detentore aggiunge all’arma per renderla più offensiva. Invero il legislatore, allorchè ha indicato le caratteristiche che l’arma deve avere per essere lecita, prende in considerazione solo quelle realizzate dal produttore. Qualsiasi modificazione accessoria o sostitutiva di quella propria dell’arma, rende questa diversa da quella prevista dal legislatore e perciò non consentita. In questa materia non vige la regola in forza della quale tutto ciò che non è espressamente vietato deve considerarsi consentito, ma quella opposta in base alla quale tutto ciò che non è espressamente consentito deve considerarsi vietato. Tale soluzione trova altresì conforto nella L. n. 157 del 1992, artt. 12 e 21. A tal fine preliminare ad ogni ulteriore considerazione è l’esatta definizione del concetto di “esercizio venatorio”, poichè solo ai mezzi utilizzati per tale attività si riferisce l’art. 13. All’uopo l’art. 12, comma 2, statuisce che “costituisce esercizio venatorio ogni atto diretto all’abbattimento o alla cattura di fauna selvatica mediante l’impiego dei mezzi di cui all’art. 13” ed, ancora il comma 3, “è considerato altresì esercizio venatorio il vagare od il soffermarsi con i mezzi destinati a tale scopo o in attitudine di ricerca della fauna selvatica o di attesa della medesima per abbatterla”. Emerge quindi che per esercizio venatorio si intende qualsiasi atto diretto o strumentale all’abbattimento, rientrandovi quindi anche l’atto prodromico di ricerca e di individuazione della preda. In base ad una concezione rigorosa e restrittiva dei mezzi di caccia e delle forme di caccia consentite e, viceversa, della correlata applicazione estensiva dei divieti di far uso di mezzi di caccia non consentiti, dottrina e giurisprudenza hanno per lungo tempo, sino PAGINA 9 alla fine degli anni 90, considerato che debba ritenersi esercizio venatorio non solo ogni atto diretto all’abbattimento e alla cattura degli animali selvatici, ma anche l’attività prodromica di appostamento e di ricerca della fauna, come dispone appunto la L. n. 157 del 1992, art. 12, commi 2 e 3. Inoltre, le norme citate e lo stesso art. 13, nell’imporre una serie di limitazioni anche alle caratteristiche strutturali dei fucili, dimostrano che non è indifferente il modo con cui si arriva all’abbattimento della fauna, in quanto l’abbattimento è lecito solo nel rispetto del più autentico spirito sportivo, non essendo consentiti quei mezzi che trasformano un’attività sportiva in una mattanza di animali. Siffatto orientamento restrittivo condiviso dalla prevalente dottrina è stato recepito anche dalla giurisprudenza di legittimità fino alla pronuncia della Corte costituzionale n. 95 del 1995, citata nel provvedimento impugnato e richiamata dal difensore nella difesa davanti a questa corte costituzionale chiamata a pronunciarsi sulla legittimità della L. n. 157 del 1992, art.30, comma 1, lett. h) e della L. n. 157 del 1992, art. 13 nella parte in cui, secondo l’interpretazione corrente dianzi evidenziata, sanzionava penalmente l’uso di qualsiasi mezzo ancorchè ausiliario, non espressamente considerato lecito, con riferimento all’uso del cane, ha dichiarato manifestamente infondata la questione, in quanto l’uso del cane è vietato solo per la caccia al camoscio e, quindi, implicitamente deve considerarsi ammesso per la caccia ad altri animali. Ha tuttavia sottolineato nella motivazione che in base all’art. 13 della legge citata il divieto sanzionato penalmente deve essere circoscritto ai mezzi diretti all’abbattimento e non esteso ai mezzi ausiliari, come ad esempio i richiami vivi non espressamente vietati. Su questa distinzione si fondano in definitiva il provvedimento impugnato e la tesi sostenuta all’odierna udienza dal difensore, per escludere l’illiceità penale dell’uso del puntatore laser. L’assunto non può essere recepito per varie ragioni. Anzitutto perchè lo strumento utilizzato (puntatore laser), essendo stato incorporato nell’arma, era divenuto parte essenziale della stessa e rendeva l’arma stessa più idonea alla cattura diretta degli animali in tempo notturno. Essendo divenuto parte integrante dell’arma non può considerarsi estraneo all’uso dell’arma stessa che è un mezzo diretto di esercizio venatorio. In secondo luogo perchè la distinzione tra “mezzi diretti alla caccia e mezzi ausiliari all’esercizio della caccia “può assumere rilevanza allorchè il mezzo ausiliario non è espressamente vietato dalla legge. Nella fattispecie invece il puntatore laser al pari di qualsiasi altro dispositivo per illuminare il bersaglio è espressamente vietato dall’allegato quattro lett. a) della direttiva comunitaria n. 79/ 409 del 2 aprile del 1979, la quale fa parte integrante della legge. Dispone invero la L. n. 157 del 1992, art.1, comma 4, che le direttive n. 79/409 CE del 2 aprile del 1979 del Consiglio, n. 85/411 CEE della Commissione del 25 luglio 1985 e n. 91/244 della Commissione del 6 marzo del 2001, con i relativi allegati, concernenti la conservazione degli uccelli selvatici, sono integralmente recepite ed attuate nei modi e nei termini previsti dalla presente legge. La riprova della sussistenza di esplicito divieto si desume anche da alcune legislazioni regionali le quali hanno esplicitamente vietato l’uso del puntatore laser (cfr a titolo esemplificativo l’art. 49, lett. f) della legge regionale del Piemonte n. 70 del 1996). La legge regionale della Regione Puglia non menziona il puntatore laser tra i mezzi vietati, ma da tale circostanza non può desumersi la sua liceità stante il divieto espresso dalla legislazione nazionale a seguito del recepimento delle direttive comunitarie prima menzionate. Alla stregua della considerazioni svolte, riuniti i due ricorsi, vanno annullate le due ordinanze impugnate con rinvio al tribunale di Lecce, il quale dovrà attenersi al principio enunciato da questa corte, in base al quale il puntatore laser montato su un fucile da caccia deve considerarsi vietato. PAGINA 10 Caccia 2000 Aprile 2011 CAN CHE ABBAIA NON MORDE … MA SE MORDE? a cura della Dott. Patrizia Bragagna Attenzione! Ultimamente in Italia, a seguito di alcuni gravi episodi di aggressione (taluni mortali) da parte di cani incustoditi nei confronti di bambini e persone anziane, sono state emanate dal Ministero della Salute norme specifiche allo scopo di tutelare l’incolumità pubblica. Si tratta di due Ordinanze Ministeriali, la prima del 14 gennaio 2008 “Tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani”, la seconda del 3 marzo 2009 “Ordinanza contingibile ed urgente concernente la tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani”. A seguito di ciò, la Regione Veneto ha poi emanato un proprio provvedimento, il Decreto n. 164 del 16 novembre 2009, che in applicazione dell’art. 3 comma 1 della sopraccitata ordinanza, definisce un percorso mirato all’accertamento, da parte dei Servizi veterinari delle aziende ULSS competenti per territorio, delle condizioni psicofisiche del cane e della corretta gestione da parte del proprietario a seguito di episodio di morsicatura od aggressione. Tale percorso è strutturato in due livelli (condizioni psicofisiche del cane e corretta gestione del medesimo da parte del proprietario) a cui corrispondono tre strumenti operativi: SCHEDA 1: Valutazione dell’evento morsicatura SCHEDA 2: Visita clinica del cane e intervista al proprietario/detentore SCHEDA 3: Albero decisionale finalizzato alla categorizzazione del rischio (4 categorie) a seguito dell’evento morsicatura. Le 4 fasce di rischio consentono di valutare in modo oggettivo il grado di pericolosità del cane morsicatore che viene così classificato: Rischio 0: morsicatura accidentale, cane non problematico. Rischio 1: cane maggiore di Kg 20, che provoca lesioni gravi rispettando le regole comportamentali proprie della specie e dove l’evento morsicatura risulta proporzionato e adeguato. Rischio 2: cane maggiore di Kg 20, che provoca lesioni gravi senza rispettare le regole comportamentali proprie della specie, ma dove l’evento morsicatura rimane comunque proporzionato e adeguato. Rischio 3: cane maggiore di Kg 20, che provoca lesioni gravi senza rispettare le regole comportamentali proprie della specie e dove l’evento morsicatura è sproporzionato e inadeguato al contesto. Una volta definito il livello di rischio, l’autorità competente individuerà le misure di prevenzione e le azioni correttive alle quali dovranno sottostare il cane, il proprietario/ detentore o entrambi. Elenchiamo di seguito i provvedimenti, le prescrizioni e le azioni che andranno intraprese: Cane a rischio = 0: essendo l’episodio ritenuto puramente accidentale si forniscono al proprietario alcune indicazioni (anche solo verbali) a discrezione del Veterinario Ufficiale, onde evitare il ripetersi dell’episodio, valutando di volta in volta la dinamica del fatto e le circostanze in cui lo stesso si è verificato. Cane a rischio = 1: a) si informa il proprietario sulla normativa vigente specifica per materia e si forniscono indicazioni scritte per evitare il ripetersi dell’episodio valutando di volta in volta la dinamica del fatto e le circostanze in cui lo stesso si è verificato (ad esempio consigliare di circoscrivere la zona di presenza del cane con una rete, di evitare giochi predatori, di evitare di lasciare il cane incustodito con dei bambini) b) si consiglia di stipulare una polizza assicurativa c) si consiglia a discrezione un percorso comportamentale per il cane. Cane a rischio = 2: a) si informa il proprietario sulla normativa vigente specifica per materia e si forniscono indicazioni scritte per evitare il ripetersi dell’episodio valutando di volta in volta la dinamica del fatto e le circostanze in cui lo stesso si è verificato b) si consiglia di stipulare una polizza assicurativa c) si richiede tramite ordinanza sindacale l’obbligo di far seguire al proprietario/detentore un percorso formativo/informativo con rilascio del PATENTINO (art. 1, comma 4 dell’OM 03/03/2009) d) si consiglia a discrezione un percorso comportamentale per il cane. I Servizi veterinari delle aziende ULSS competenti per territorio devono tenere un registro aggiornato dei cani morsicatori valutati. Inoltre, secondo l’art. 1 comma 5 dell’OM 03/03/2009 il veterinario libero professionista, nell’interesse della salute pubblica, segnala ai Servizi veterinari cani considerati “impegnativi” ai fini proporre al proprietario una valutazione comportamentale. A questo punto la domanda che corre d’obbligo fare è: ma cosa c’entrano i cani da caccia con questa normativa? C’entrano eccome, perché nessuna razza canina e alcuna attitudine sono state escluse dall’applicazione del percorso sopra specificato da parte dell’autorità competente. Infatti, nella scheda di valutazione dell’evento morsicatura (scheda 1) è precisamente richiesto di specificare se si tratta di primo episodio o recidiva e se quest’ultimo ha coinvolto una persona, un cane o un’altro animale. Inoltre, nell’intervista che il veterinario fa al proprietario/ detentore del cane (scheda 2) viene richiesto di specifi- 11 PAGINA Cane a rischio = 3: a) si informa il proprietario sulla normativa vigente specifica per materia e si forniscono indicazioni scritte per evitare il ripetersi dell’episodio valutando di volta in volta la dinamica del fatto e le circostanze in cui lo stesso si è verificato b) si richiede, tramite ordinanza sindacale, la stipula di una polizza assicurativa c) si richiede, tramite ordinanza sindacale, l’utilizzo di guinzaglio e museruola d) si richiede tramite ordinanza sindacale l’obbligo di far seguire al proprietario/detentore un percorso formativo/informativo con rilascio del PATENTINO (art. 1, comma 4 dell’OM 03/03/2009) e) si richiede, tramite ordinanza sindacale, di far seguire un percorso comportamentale al cane. care la funzione effettiva che il cane svolge: guardia, difesa, compagnia o caccia. Pertanto, fatto salvo quanto stabilito dal Regolamento di Polizia Veterinaria 320/1954 circa la profilassi antirabbica, che prevede l’isolamento e l’osservazione del soggetto per 10 giorni, a seguito della segnalazione di morsicatura e/o aggressione, anche tra cani durante l’attività venatoria, il veterinario dell’ULSS competente è tenuto ad attivare il percorso di valutazione previsto dal Decreto 164/2009. Tali evenienze possono facilmente concretizzarsi, non solo durante l’attività venatoria, ma anche in concomitanza di manifestazioni cinofile, fiere e gare attitudinali, durante le quali si possono avere incontri tra cani maschi e femmine, presenza di femmine in calore, situazioni di gerarchia di gruppo, che possono scatenare nei soggetti coinvolti atteggiamenti conflittuali e aggressioni. Va inoltre precisato, che l’art. 1 ai commi 1 e 2 dell’Ordinanza 3 marzo 2009, attribuisce sempre e comunque al proprietario/detentore la responsabilità del benessere, del controllo e della conduzione dell’animale e risponde, sia civilmente che penalmente, dei danni o lesioni a persone, animali (anche altri cani) e cose provocati dall’animale stesso. PAGINA 12 Caccia 2000 Aprile 2011 Etica venatoria e ... il tiro L’argomento che vorrei trattare in questa mia riflessione riguarda tutte le forme di caccia, ma in particolare è rivolto a coloro che usano armi a canna rigata. Il tiro è il momento conclusivo di una complessa azione di caccia, intesa non solo come azione di cerca del capo da prelevare per quella specifica giornata, e ciò vale ovviamente anche per la caccia all’aspetto, con un significato molto più ampio per coloro che partecipano attivamente, come gli accompagnatori, a tutte le attività gestionali della fauna, dal giorno dopo la chiusura del calendario al periodo di prelievo. Questa azione chiude un percorso complesso e intenso, come si trattasse del taglio del nastro all’arrivo per un maratoneta, per un ciclista che ha scalato un passo alpino, oppure lo sventolamento della bandiera a scacchi per un ferrarista, per raggiunger il quale si è impegnato per mesi e a cui ha dedicato tempo e passione. A un appuntamento così importante non si può giungere impreparati! Quante volte accade che invece non si sia stati sufficientemente previdenti controllando la taratura dell’arma, oppure la fretta ci abbia fatto perdere la concentrazione necessaria, oppure l’emozione ci abbia giocato un brutto scherzo? Per quanto riguarda gli aspetti emozionali, trattandosi di una caratteristica del tutto soggettiva, essi sono vissuti da ogni cacciatore con intensità e controllo emotivo diversi; solo gli anni e la pratica aiuteranno a dominarli. Conosco amici che alla vista di un selvatico, nonostante i molti anni di caccia, vengono presi da ansia respiratoria così intensa da provocare agitazione e persino difficoltà di controllo dell’arma. Basta ovviamente un minuto per riprendere il controllo, ma bisogna che questo minuto passi senza che qualcuno intervenga con sollecitazioni o peggio mettendo fretta, come a volte qualche accompagnatore fa, peggiorando così la situazione e pregiudicando l’esito del tiro. L’incontro con la preda deve essere vissuto con la massima tranquillità, direi quasi con naturalezza. Ma perché ciò av- a cura di Flavio Galizzi venga le uscite di osservazione dei selvatici devono essere frequenti, i luoghi devono essere conosciuti oppure, qualora ci trovassimo ospiti in ambienti nuovi, si deve avere acquisito una certa confidenza con chi ci accompagnerà, direi meglio una certa amicizia e piena fiducia affinché l’immersione nello scenario in cui avverrà l’incontro sia quanto più naturale possibile, senza nulla togliere al fascino dell’ignoto. Bosco o scenario alpino non dovrebbero avere segreti, anche nella grande e inevitabile diversità di ogni luogo, con i suoi colori, i suoi rumori, con profili e orizzonti sempre di grande bellezza. Sì, perché ogni luogo in cui si caccia è carico di fascino, è carico di un’aura propria, di vita e di emozioni. Emozioni che vanno lasciate emergere con discrezione, e assaporate, ma anche dominate, non certo represse. Fino al momento dell’incontro. Nei ricordi del “dopo caccia” potranno riaffiorare con tutta la loro originaria intensità. La frequentazione dei luoghi nelle diverse stagioni, così come gli incontri che si fanno nei diversi periodi dell’anno, in cui gli animali hanno comportamenti diversi, stimolerà il desiderio di conoscerli meglio, e solleciterà la nostra attenzione. Quando ritorneremo negli stessi luoghi per la caccia, le emozioni vissute si rivestiranno di sensazioni nuove, cariche di tensioni e di responsabilità, ma anche di rispetto nei confronti di qualcosa di sacro che stiamo compiendo, che richiede rispetto, attenzione e concentrazione. Al tiro dobbiamo giungere preparati anche sul piano emotivo. Un aspetto importante da bandire nel modo più assoluto è la fretta. Velocità di esecuzione non vuol dire assolutamente fretta, semmai vuol dire abilità e destrezza nel coordinare alcuni gesti che ci devono venire spontanei: per raggiungere l’abilità necessaria non c’è altra via che la concentrazione e l’esercizio. La concentrazione deve rivolgersi non solo verso l’individuazione del selvatico, per una veloce quanto corretta valutazione del capo, ma contestualmente anche nei confronti del “luogo”, inteso sia come conformazione geologica, per l’individuazione rapida di un possibile appoggio sicuro per il tiro, ma anche di eventuale direzione di fuga del selvatico, sia come contesto vegetazionale, mappando tutti gli eventuali ostacoli che si possono trovare lungo la traiettoria del tiro. L’individuazione del selvatico non deve quindi farci prendere da un’eccessiva emozione, sempre in agguato; sarà possibile se la nostra attenzione e concentrazione sarà rivolta a come muoverci per trovare un appoggio sicuro per il tiro, e a come non farci sorprendere dai sensi sempre in allerta del selvatico. Non sempre avremo il tempo necessario, ma un esercizio serio e un’attenzione interiore viva ci 13 PAGINA permetteranno nella maggior parte dei casi di non sprecare l’occasione. Da ciò si capisce come la “cerca” non è da tutti, e resti una pratica venatoria da lasciare al cacciatore maturo, al quale, semmai, dovremmo desiderare di affiancarci per comprenderne e apprendere i segreti e lo stile. Tutto ciò vale non solo quando ci troviamo in ambiente boschivo a caprioli o a cervi, ma anche per l’alta montagna nei confronti del camoscio, sempre vigile, scaltro e smaliziato. Sono gli animali i veri conoscitori dell’ambiente, dai quali tutto abbiamo da imparare, e nei confronti dei quali dovremmo sempre continuare ad accrescere le nostre conoscenze, specie sotto il profilo comportamentale e sociale, troppo spesso sottovalutati. È per questo che la chiave per giungere a concludere la nostra azione di caccia in maniera eccellente non può prescindere dalla nostra frequentazione dell’ambiente di caccia, così come dalla conoscenza specifica della specie che ci apprestiamo ad insidiare. Al momento del tiro giungeremo preparati solo se abbiamo un’elevata conoscenza dell’animale che stiamo cacciando, della sua etologia nei diversi mesi dell’anno e del contesto ambientale e stagionale in cui svolgiamo il prelievo. Il tiro, di per sé, senza queste emozioni vissute e gestite correttamente, può non significare nulla; meglio allora sarebbe sparare a delle sagome, così saremo certi di non fare danni. Sì, perché, se la nostra preparazione non è completa, di danni ne potremo fare anche parecchi. Un animale ferito è di per sé un danno, anche se poi lo recuperiamo. Un danno per lui, ma anche per il cacciatore: il ferimento non è mai un esito venatorio da giustificare con leggerezza, anche se fa parte purtroppo degli eventi possibili. Un bravo accompagnatore si sente in dovere di riprendere sempre il cacciatore che ferisce, anche se per lo più in tono bonario, e chiude la giornata, anche quando il capo viene recuperato, con un po’ di amaro in bocca, proprio perché non vorrebbe mai veder soffrire un animale. La passione e il desiderio di conoscenza non possono che accrescere le abilità di ogni cacciatore; saremo bravi cacciatori nella misura in cui avremo la certezza, la voglia e la tensione interiore di avere ancora qualcosa da imparare. Il presuntuoso non potrà che rimanere un cacciatore modesto, superficiale, dal quale non si avrà nulla da imparare, nonostante l’ingloriosa enfasi con cui condisce spesso i suoi racconti di caccia. L’azione conclusiva del tiro richiede infine, oltre a questo bagaglio di esperienza e di conoscenze della fauna, anche un bagaglio tecnico, legato alla conoscenza della propria arma, delle sue qualità intrinseche, delle sue potenzialità e della sua precisione. Per questo motivo non si può prescindere dalla pratica del tiro, anche saltuariamente, con la propria arma. Acquisire confidenza e dimestichezza con l’arma che si utilizzerà a caccia significa avere maturato un pieno senso di responsabilità per il momento magico che conclude l’azione di caccia. Anche qui si rileva spesso un livello alto di irresponsabilità da parte di troppi cacciatori, quando iniziano la stagione del prelievo senza aver mai sparato nemmeno un colpo dall’anno precedente. Alcuni comprensori chiedono che prima dell’inizio dell’attività venatoria si pratichino delle sezioni di tiro per controllare la precisione della propria arma, altri organizzano della gare di tiro proprio per permettere a chi partecipa di tarare, nell’occasione, la loro arma, altri stanno pensando di farlo. Se si valuta il costo minimo che tale impegno comporta, irrilevante in rapporto a tutte le altre spese, non si capisce perché molti restino superficialmente poco attenti a questo aspetto, al contrario così importante! Chiudere con piena soddisfazione un’azione di caccia con la consapevolezza piena di aver raggiunto una necessaria preparazione emotiva, di conoscere approfonditamente il selvatico che si sta cacciando, e di aver riacquisito la giusta confidenza tecnica e pratica della propria arma, rappresenta quell’aspetto etico-valoriale e di soddisfazione morale che qualifica e appaga pienamente ogni cacciatore serio e responsabile, ben al di là della stessa preda, che si tratti di un Kitz o di un magniifico trofeo. DI FRANCESCO MONTAGNESE IL TUO GARDEN, IL TUO GIARDINO. APERTO ANCHE DOMENICA MATTINA GIARDINI, PRATI, IRRIGAZIONE, POTATURE Tel. 0439 305938 - Cell. 329 3543723 - [email protected] - via S. Anna, 25 - 32035 FELTRE (BL) PAGINA 14 Caccia 2000 Aprile 2011 Passeggiando nel bosco: BARDANA “Arctium lappa” – Composite Tratto da: “Guarire con le erbe” - Fratelli Melita Editore DESCRIZIONE: Pianta dotata di una voluminosa radice cilindrica, ha un fusto robusto e ramoso, solcato da scanalature. Le foglie di forma cordato-ovata, sono assai grandi alla base. Nella pagina superiore sono verdi, mentre in quella inferiore assumono tonalità grigiastre. I fiori di color porporino, poco appariscenti, sono assembrati in corimbi racchiusi in un involucro con brattee uncinate. La fioritura avviene in estate. La pianta può superare il metro e mezzo d’altezza. HABITAT: è una pianta infestante diffusa nei terreni incolti, vicino ai vecchi muri, nei sentieri, comune dal piano alla montagna. RACCOLTA: Si utilizzano le lunghe e grosse radici fresche raccolte in autunno estirpandole da piante che hanno 2 anni di età. Possono essere utilizzate anche le foglie, raramente i semi. ATTENZIONE!!! Prima di utilizzare qualsiasi pianta medicinale, si leggano attentamente le eventuali avvertenze contenute nella loro trattazione. Un loro cattivo impiego può causare seri inconvenienti. Talune piante, o loro parti o sostanze da esse ricavate, possono essere addirittura tossiche o velenose. In ogni caso nell’ incertezza si ricorra al consiglio di una persona qualificata. Certo vi sarà accaduto di passeggiare d’estate per luoghi incolti e uscirne con i risvolti dei pantaloni ed i calzini aggrediti da tenaci globi pungenti. Il vegetale che si arma di tali ostinati frutti è la bardana, pianta dalle grandi foglie carnose. A fini salutari, è soprattutto la radice della pianta quella che vanta i maggiori pregi. Essa presenta un diametro di ¾ cm. ed una lunghezza superiore al metro. Raccolta in autunno da piante di 2 anni può essere consumata lessa, grattugiata, oppure sotto forma d’infuso o decotto. Le sue proprietà medicinali si esplicano nei casi di dermatosi: foruncoli, acne, piaghe in genere, ma svolge pure un’azione intensa contro gli acidi urici che vengono eliminati con la minzione. La bardana viene consigliata anche, sotto forma di cataplasma, ai sofferenti di gotta. In tal caso si applicano sulla parte dolorante delle foglie di bardana cotte. Contro la litiasi si utilizza il decotto. Allo scopo si fanno bollire in ½ litro d’acqua 10 gr. di radice fresca per 5 minuti. Si lascia riposare per un quarto d’ora, si filtra e se ne consumano 2 tazze al giorno prese lontano dai pasti principali. Contro acne e seborrea si prepara un decotto ponendo a bollire per 10 minuti 30 gr. di radici fresche in 1 litro d’acqua bollente. Si filtra e si usa per lavaggi. Lo stesso decotto serve per frizionare il cuoio capelluto onde limitare la caduta dei capelli. Il decotto di bardana (30 gr. di radice fresca in 1 litro d’acqua e filtrata) abbassa il tasso glicemico nei soggetti sofferenti di diabete. Uso: 2 tazze al giorno prese lontano dai pasti. ALTRI USI La bardana è una pianta medicinale apprezzata fin dall’antichità. Le sue proprietà sono state confermate dai ricercatori moderni. Essa è una pianta biennale, ossia compie il ciclo vitale in 2 anni: il primo anno emette solo foglie, il secondo anche i fiori. Oltre che come verdura, nel qual caso si utilizzano le foglie fresche cotte e mescolate ad altre verdure, la bardana viene utilizzata per estrarre un olio che serve per depurare le pelli grasse e l’acne. Nella cosmesi casalinga per depurare le pelli grasse si frantuma 1 cucchiaio di radici e si pongono a bollire per mezz’ora a vapore in 1 bicchiere d’olio di oliva. Si lascia riposare in infusione per 4-5 giorni, si filtra e si utilizza con un batuffolo di cotone imbevuto per detergere la pelle del viso. I lunghi ad alta definizione e la caccia a cura di dott. Corrà Francesco HD, FL, ED…tante sigle che i produttori utilizzano per defini- che grazie a un materiale costruttivo chiamato fluorite, che re i lunghi ad alta definizione. Vediamo che strumenti ci sono produce immagini migliori ma se usato massicciamente porta dietro e quali siano gli elementi che offrono veramente van- una dominate giallastra nell’immagine e una maggiore debotaggi pratici ai cacciatori. L’ingrandimento ideale degli oculari lezza strutturale delle lenti. Un dato magari apparentemente del cannocchiale da osservazione, o lungo, non è più 20-60, meno importante per il cacciatore, ma in realtà rilevante sobensì 25-50, con ottica supergrandangolare e quindi campo prattutto in fase crepuscolare, è quello della fedeltà cromavisivo migliorato. Del resto, chi si è mai trovato a caccia a tica, che si misura con un indice che premia come migliori le trarre benefici reali dai 60x alzi la mano… Purtroppo il velo lenti sulle quali i test rilevano i valori più bassi. La fedeltà croatmosferico e la riduzione della pupilla d’uscita rendono l’os- matica è importante perché la presenza di frange di colore (la servazione sopra i 45-50x più problematica dei benefici por- cosiddetta aberrazione cromatica) intorno alle sagome di ciò tati dal maggior ingrandimento dei soggetti, con buona pace che si osserva, soprattutto la sera, rende difficile distinguerdi chi costruisce prodotti che arrivano a ingrandimenti ben ne i contorni rispetto allo sfondo e porta quindi in sostanza superiori, ottenuti peraltro al prezzo di appesantire il lungo all’impossibilità di identificare l’animale tanto prima rispetto di tre o quattro etti. Se ammettiamo che l’ingrandimento di al buio quanto maggiore è la portata del problema. “lavoro” per valutare un animale a caccia sia tra i 30 e i 45x, Grazie ai nuovi trattamenti delle lenti, i test effettuati in Auil dato tecnico da catalogo più importante su cui concentra- stria hanno mostrato sugli ATM/STM col nuovo oculare un inre l’attenzione per valutare l’utilizzabilità di un lungo è senza dice poco superiore a 3, mentre gli altri prodotti risultano su dubbio il campo visivo, la cui limitatezza in questi tipi di stru- va lori pari almeno al doppio. Dopo il campo visivo, riteniamo menti è da sempre un problema quando si usa il cannocchiale che il più grave problema dei lunghi sia legato al loro peso, da osservazione; chiunque abbia un po’ di esperienza sa che soprattutto per chi a caccia deve fare lunghe camminate. Gra“trovare” il camoscio col lungo sul versante opposto della zie all’uso del più leggero magnesio al posto dell’alluminio, Swarovski riduce drasticamente il peso dei suoi lunghi con gli montagna a volte richiede tempo e qualche imprecazione… Aumentare il campo visivo è quindi una delle massime priori- ATM ed STM 65 ed 80, portando (oculare 25-50 montato) le tà che i produttori di ottiche si prefiggono quando cercano di differenze rispetto agli ultimi modelli dei concorrenti tedeschi migliorare i loro cannocchiali. Se ad esempio il classico ocula- nell’ordine dei 300 grammi. Più in generale, consigliamo di re variabile 20-60 Swarovski portava sui cannocchiali austria- affidarsi senza problemi ad un lungo ad alta definizione con ci un campo visivo (a ingrandimento 20x) di 36m a 1000m di obiettivo da 65mm, che ha poco ingombro e pesa pochissidistanza, oggi il 25-50W, a 25x (quindi con il 25% di ingrandi- mo, se andiamo a caccia di camosci o comunque facciamo mento in più) offre un campo visivo di 42m a 1000m. Anche esperienze faticose nelle quali il peso dello zaino ha grande Leica è su questo ordine di grandezza, con 41m a 1000m a importanza. La performance di un 65 HD è veramente straoringrandimento 25x. Parliamo un po’ di performance ottica in dinaria rispetto a quello che ci si aspetterebbe vedendo uno termini di nitidezza, luminosità, definizione dell’immagine, gli strumento così compatto. Per finire, un occhio alla fotografia elementi fondamentali che distinguono la qualità di un pro- (digiscoping), che ormai la maggior parte dei cacciatori pratidotto dall’altro e che si possono presupporre conoscendo la ca utilizzando una fotocamera o videocamera digitale assofama di un produttore, ma di certo non si leggono sui catalo- ciata al lungo. Le macchine hanno fatto grandissimi progressi ghi: è necessario provare con i propri occhi. Nitidezza e defi- in qualità, facilità d’uso e contenimento dei prezzi. Oggi con nizione dell’immagine, nonché luminosità (nota dolente nei 300 Euro si compra una grande fotocamera. Alta definizione in fotografia significa differenza lunghi a causa della sproporziofacilmente percepibile giardanne tra ingrandimento elevato e do i risultati degli scatti. Se a diametro dell’obiettivo limitato), caccia si riesce ad osservare inneche sicuramente compiono passi gabilmente ma non drammaticaavanti nei lunghi ad alta definiziomente meglio con un ottica HD ne grazie all’uso di lenti asferiche o FL piuttosto che con una nore di macchine sempre più sofimale il dettaglio di un camoscio sticate che levigano la superficie un po’ distante all’interno di un delle lenti con tolleranze da mibranco, quando si fotografa le crotecnologia, col risultato di far differenze diventano veramente passare la luce senza deviazioni produttive di distorsioni e aberra- Foto ATM STM: I lunghi HD della Swarovski, oggi oggetto di una grande promozione importanti. Weidmannsheil! zioni cromatiche. Passi avanti an- presso tutti i rivenditori. PAGINA 15 PAGINA 16 Caccia 2000 Aprile 2011 LA BALISTICA Le Chiusure a cura di Nani Cadorin Vanno sotto questo nome i meccanismi che hanno il compito di tenere il bossolo nella camera di scoppio durante lo sparo. Nate per consentire il superamento del caricamento ad avancarica furono, all’origine, esclusivamente adottate dai militari. I due sistemi fondamentali, il Dreyse e lo Chassepot, erano stati studiati per ottenere lo sparo da vere e proprie “cartucce”: involucri cilindrici di carta che contenevano la polvere e ad una estremità portavano il proiettile. L’innesco era sulla base di quest’ultimo e, per ottenere lo sparo, il percussore doveva attraversare tutta la cartuccia. I due sistemi differivano per il modo di impedire la fuoruscita dei gas al momento dello sparo, dato che l’involucro di carta contenente la polvere non era certo sufficiente. Diventa molto interessante notare la chiusura della camera di scoppio che era, in entrambi i casi, assicurata da un lungo chiavistello che girando incastrava i denti di cui era munito in cavità ricavate da un blocco metallico su cui era avvitata la canna. Questo sistema, modificato e con mille varianti, è rimasto valido sino ai giorni nostri. Non ci volle molto per arrivare alle munizioni come le conosciamo oggigiorno. Gli involucri di carta furono sostituiti con altri interamente metallici o con un fondello metallico e corpo in cartone. Entrambi i tipi dovevano assicurate la tenuta dei gas. L’innesco fu spostato da dove era dietro il proiettile e montato sul fondello del bossolo, oppure distribuito su una corona anulare integrale col fondello. Le chiusure persero il compito di trattenere i gas e mantennero solo quello di tenere il bossolo nella camera di scoppio durante lo sparo. Compito da non sottovalutare: i gas che da un lato spingono il proiettile fuori della canna e dall’altro vorrebbero spingere il fondello fuori della camera di scoppio possono arrivare a pressioni dell’ordine di 3.000 kg/cm2 (pardon, di 300 MP) e questo vuol dire che la spinta che la chiusura deve contrastare può arrivare intorno a 4.500 Kg. L’introduzione delle munizioni moderne diede modo, ad una miriade di inventori, di escogitare i sistemi di chiusura più disparati. Alcuni ebbero applicazione quasi esclusivamente per usi civili, altri per usi in prevalenza militari e molti furono impiegati in entrambi i campi. Tutto questo è stato facilitato dalla buona disponibilità sul mercato sia delle munizioni militari o derivate, sia delle armi complete o delle singole chiusure adottate dai vari eserciti. Per semplificare le chiusure si possono dividere in tre gruppi: Chiusure basculanti Chiusure con otturatore scorrevole Chiusure con blocchi mobili CHIUSURE BASCULANTI Sono utilizzate principalmente per le armi da caccia (salvo qualche raro impiego in pistole lanciarazzi, in lanciagranate da spalla o in pistole che sparano proiettili di grosso calibro ed alta potenza). Queste armi, che hanno sostituito le precedenti ad avancarica, risentono delle forme e delle soluzioni delle loro antenate opportunamente modificate. Ritroviamo così, oltre alle armi monocanna, fucili a due canne affiancate o sovrapposte e fucili a più di due canne che si sono sviluppati grazie alle possibilità offerte dal nuovo munizionamento. Queste chiusure hanno una caratteristica in comune da cui prendono il nome e sono composte da due blocchi: uno che porta una o più canne ed un foro trasversale o una sede semicircolare nella parte inferiore e da un altro, sagomato ad L, che prende il nome di bascula. I due sono collegati con un perno verso l’estremità della base della bascula che permette al blocco, che porta le canne, di ruotare su di esso ed andare ad incastrarsi esattamente contro la faccia della bascula, chiudendo così la camera di scoppio. Per impedire un’eventuale ec- I precedenti sistemi di percussione per l’accensione delle armi ad avancarica, con cani che percuotevano una capsula su un luminello a fianco dell’arma, furono agevolmente convertiti per le nuove munizioni. Gli acciarini, che portavano i cani, furono modificati in modo che questi risultassero in asse con le canne ed azionassero dei percussori posti nel corpo della bascula. Con questo sistema le armi diventarono più robuste ed adatte ad affrontare in seguito le maggiori sollecitazioni generate dal passaggio dalla polvere nera alle polveri senza fumo. Con questo tipo di percussione la bascula richiedeva solo le lavorazioni destinate ad alloggiare il chiavistello che bloccava i tenoni ed inoltre c’era la sicurezza di poter portare l’arma carica senza i cani armati in modo da evitare spari indesiderati. Il desiderio di rendere le armi più eleganti portò a studiare i sistemi con cani interni. Restò il principio di un cane spinto da una molla e comandato da un grilletto. Il cane divenne più piccolo e posto all’interno della piastra dell’acciarino, anziché all’esterno. Per poter alloggiare il tutto fu necessario ricavare delle cavità supplementari nella bascula. Nacque il problema di armare i cani. All’inizio venne risolto con una leva esterna ma, successivamente, questo sistema venne abbandonato e sostituito da un armamento ottenuto con leve che attraversavano la bascula in tutta la sua lunghezza ed azionate da dei denti fissati sull’astina. Per l’applicazione di questo armamento, però, si dovevano praticare nella bascula delle cave per l’inserimento delle aste e questo indeboliva ulteriormente la struttura inoltre, senza l’astina, gli acciarini non potevano essere armati, ed il fucile era inutilizzabile. Inoltre, salvo il caso in cui ogni acciarino non prevedesse un avvisatore, non si poteva sapere se i cani erano armati o no. Gli armaioli più famosi presero come punto d’onore lo sviluppo di un proprio sistema di blocco delle canne o di percussione per cui il sistema, pur rimanendo fondamentalmente lo stesso, si sviluppò in una miriade di variazioni ognuna col nome dell’inventore. La transizione dall’avancarica fu più semplice per i fucili sovrapposti. La soluzione non era stata particolarmente diffusa nell’avancarica perchè occorreva ottenere la percussione su due luminelli posti ad altezze differenti; passando al retrocarica e abbandonando i cani esterni, l’azionamento di due percussori posti uno sopra l’altro fu più facile da realizzare. In questo tipo di arma la bascula ha una cavità più profonda ed alloggia buona parte del blocco che porta le canne, ed i tenoni sono sostituiti da due grossi denti che si incastrano i due incavi sulle facce interne dell’incavo della basculla stessa. Il vantaggio del sistema è che l’incastro, tra bascula e blocco, è posto di fianco e non sotto il blocco: questo alleggerisce gli sforzi sui chiavistelli che impediscono l’apertura durante lo sparo. Ci sono ancora costruttori che, anche per il sovrapposto, utilizzano la chiusura con tenoni inferiori, ma questo costringe a costruire bascule più alte e meno eleganti. Una variante, relativamente recente, che si distacca completamente dalle concezioni sin qui esposte e che è adatta specificamente a basculanti monocanna, consiste in una bascula ed un blocco imperniati normalmente. Il blocco che porta le canne però ha una robusta lingua che sporge verso l’indietro ed un dente altrettanto robusto che sporge inferiormente. Sulla bascula è montato un blocchetto libero di oscillare, che porta un grosso dente sulla parte superiore, ed ha in basso una lingua sporgente con un foro; inoltre all’interno del blocchetto passa un percussore. Quando l’arma va in chiusura, il dente superiore del blocchetto entra esattamente nel foro della lingua che sporge dal blocco porta-canne, ed il dente inferiore del blocco porta-canne entra esattamente nel foro sulla lingua del blocchetto. All’atto dello sparo, tutta la spinta del fondello è sopportata dai due denti che fissano il blocchetto al blocco porta-canne, e la bascula ha solo il compito di tenere chiusa l’arma, senza altri sforzi aggiuntivi: sono eliminate tutte le sollecitazioni alla bascula dovute allo sparo, salvo quelle dovute al rinculo dell’arma. 17 PAGINA cessiva rotazione del blocco, rispetto alla bascula durante l’apertura, sotto le canne viene applicata una parte fissa, l’astina, che limita la rotazione. Durante lo sparo però la spinta dei gas tenderebbe a far distaccare il blocco, che porta le canne, dalla faccia della bascula che le tiene chiuse facendolo girare intorno al perno fissato alla stessa; circa il modo di contrastare questa spinta molti costruttori si sono sbizzarriti: - c’è chi ha congiunto bascula e blocco portacanne con una T fissata alla bascula che entra in una cava del blocco e, ruotando, la trattiene; - chi invece ha impedito il movimento con un gancio sporgente sotto il blocco “tenone” che li tiene bloccati da un chiavistello che si muove all’interno della bascula; - altri ne hanno impiegati due, usando anche come tenone la parte del blocco dove è praticato il foro per la rotazione rispetto alla bascula; - altri ancora hanno pensato di rendere la chiusura ancora più solida con un altro chiavistello che impegna un foro in una linguetta che sporge dietro i piani della culatta delle canne. - ed infine qualche d’uno ha pensato di semplificare il tutto realizzando la chiusura con un perno di congiunzione blocco-culatta, generosamente dimensionato, assicurando la chiusura con un unico dente nella parte posteriore del blocco dove si incastra un chiavistello che ne impedisce la rotazione. PAGINA 18 Caccia 2000 Aprile 2011 Ricetta “LEPRE A LA BIGORRE” – specialità del sud della Francia a cura dello chef Dal Pan Vanni Per 4 persone: 1 lepre – 3 cucchiai di burro – 30 g. di pancetta grassa affumicata – 2-3 cucchiai di rafano grattugiato in un po’ di panna – 1 uovo – 100 g. di patatine salate – sale e pepe – concentrato di brodo liquido – 3 cucchiai di salsa rémoulade – 100 g. di yogurt magro – 2 pomodori – 1 mazzetto di prezzemolo riccio Tagliate la pancetta a dadini. Trinciate la lepre a pezzi e rosolateli su tutti i lati in 2 cucchiai di burro insieme alla pancetta. Togliete dal fuoco. Fate raffreddare e strofinate i pezzi di carne con il rafano grattugiato. Sgocciolate i dadini di pancetta e metteteli in caldo. Rimettete i pezzi di coniglio nella casseruola con i grassi e fate cuocere coperto, a fiamma dolce, per circa 1 ora. Ritirate i pezzi di coniglio a mano mano che sono cotti e disponeteli su una piastra leggermente oliata con il lato piatto verso il basso. Sbattete l’uovo e versatelo sui pezzi di carne che impanerete con le patatine sbriciolate. Mettete una noce di burro su ogni pezzo di lepre e infornate nel forno preriscaldato. Nel frattempo declassate il fondo di cottura con un po’ d’acqua calda o di brodo. Aggiustate il sapore con il sale, il pepe, il brodo concentrato e un po’ di salsa rémoulade. Incorporate lo yogurt magro e tenete in caldo senza mai fare bollire. Servite la salsa a parte in una salsiera preriscaldata. Presentate i pezzetti di lepre impanati su un piatto di portata preriscaldato circondati dalla pancetta a dadini, dai pomodori affettati e dai mazzetti di prezzemolo. Come contorno, verdure cotte, patatine al vapore con il prezzemolo e due fette di melone senza semi. Come vino consigliamo una buona bottiglia di barbera o di cabernet franc. Kachelofen - Stufe in pietra ollare Caminetti - Stufe Stufe originali scandinave Stufe & Arredo Sas di Gallo e C. Viale Cadore, 44/b - Ponte nelle Alpi - tel. e fax 0437 981535 www.stufe-arredo.it e-mail: [email protected] PAGINA MAGGIORE VELOCITÀ IN MIRA 19 PIÙ PRECISIONE DI TIRO CARABINA ARGO COMFORTECH 3 GRANDI TECNOLOGIE, 3 GRANDI VANTAGGI ARGO, CRIO e COMFORTECH®, 3 SISTEMI brevettati uniti nella nuova ARGO COMFORTECH® ARGO: bilanciamento e brandeggio ideale CRIO: assoluta precisione e resistenza all’usura COMFORTECH®: massima riduzione del rinculo e dell’impennamento ARGO COMFORTECH®: personalizzabile sulle esigenze del singolo cacciatore A.C.B. www.benelli.it PAGINA 20 Caccia 2000 Aprile 2011 La rete Natura 2000 In Europa a cura dei dott. ri Cesare Lasen e Michele Cassol foto di Michele Da Pozzo e Adriano Bruna 2ªParte Vegetali di allegato II inseriti nella direttiva stazione, fra l’altro molto a rischio, dell’orchidea (poco apPer quanto riguarda le piante, l’allegato II della direttiva pariscente) Liparis loeselii (di zone umide) è bene non citahabitat interessa un numero molto limitato di specie. re la località. Si riportano quelle sicuramente presenti in provincia di Altre piante, peraltro non a rischio, sono inserite nell’alleBelluno. La più famosa e nota è certamente la Pianella del- gato IV e tra esse la Madonna (Cypripedium calceolus), in passato soggetto a vi sono due speraccolte eccessive e che oggi non è particolarmente raro cie delle pareti in alcune aree (ad esempio nelle Dolomiti d’Ampezzo e in rocciose, la Camquelle di sinistra Piave). panula morettiaIl gladiolo di palude (Gladiolus palustris), è una bella pian- na (simbolo del ta erbacea che fiorisce in piena estate (fine giugno-luglio) Parco Nazionasu prati non propriamente umidi (a dispetto del nome), di le) e il raponzolo solito su pendii soggetti a ruscellamento superficiale. Diffu- di roccia (Physoso nella parte bassa della provincia: feltrino, sinistra Piave, plexis comosa). Monte Serva, fino a quote di 1600-1700 m. Sempre più raro Oltre ad esse Tipografia Piave: FG nl: AM09-----0177 nome: 27 febbraio 2010 data: 25-02-11 Ora: 10 alt: 97 , ricorda00 Compos.:10,42 del 25-02-11 base: B5 col: CMYK a causa dell’abbandono dello sfalcio. vanno Una terzaTipografia specie inserita allegato II 25-02-11 è una ro- del te lebase:stazioni Piave: FG nl: AM09-----0177in nome: 27 febbraio 2010 data: Ora: 10bella alt: 97 , 00 e Compos.:10,42 25-02-11 B5 col: CMYK più L’Amico del Popolo Testatina 177 busta campanulacea, ramificata con fiorellini di colore chia- orientali dell’enL’Amico del Popolo ro, che vive in ambienti di forra e prati cespugliosi piuttosto demica insubrica 177 Testatina asciutti. Si chiama Adenophora liliiifolia ed è piuttosto spo- Primula spectabiradica nella parte meridionale della Provincia, nella fascia lis che raggiunsubmontana, raramente oltre i 1000 m di quota. gono il massicFiorisce in estate avanzata (luglio-agosto). Per l’unica cio del Grappa, Adenophora liliifolia 27 FEBBRAIO 2011 - N. 9 27 FEBBRAIO 2011 - N. 9 CONCESSIONARIA ESCLUSIVA PER LA PROVINCIA DI BELLUNO Via Tiziano Vecellio, 32 - Telefono 0437 931 888 Direttiva Habitat – Allegato IV Zerynthia polyxena su Muscari botryoides in stazioni erboso-rupestri della fascia montana. Non vi sono segnalazioni, invece, circa la presenza di muschi e di licheni tra quelli inseriti negli elenchi. Lista di specie animali inserite nella direttiva habitat e specie di allegato I della direttiva Uccelli segnalate nella provincia di Belluno. (a cura di Michele Cassol, con la collaborazione di Marialuisa Dal Cortivo per la parte inerente la fauna non vertebrata). Direttiva Habitat – Allegato II Specie animali e vegetali d’interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione INVERTEBRATI Rosalia alpina e Falena dell’edera sono specie prioritarie Vertigo sinistrorso minore Vertigo angustior Gambero di fiume Austropotamobius pallipes Cervo volante Lucanus cervus Cerambice delle querce, Capricorno maggiore Cerambix cerdo Rosalia alpina Rosalia alpina Falena dell’edera Euplagia quadripunctaria o Callimorpha quadripunctaria Licena delle paludi Lycaena dispar Aurinia Euphydryas aurinia o Eurodryas aurinia o Hypodryas aurinia Ninfa delle torbiere Coenonympha oedippus ANFIBI Tritone crestato italiano Triturus carnifex Ululone dal ventre giallo Bombina variegata MAMMIFERI Orso e lince sono specie prioritarie Ferro di cavallo curiale Rhinolophus euryale Ferro di cavallo maggiore Rhinolophus ferrumequinum Vespertilio minore Myotis blythii Vespertilio maggiore Myotis myotis Orso Ursus arctos Lince Lynx lynx PESCI Lampreda padana Lethenteron zanandreai Savetta Chondrostoma soetta Barbo Barbus plebejus Specie animali e vegetali d’interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa INVERTEBRATI Saga Saga pedo Apollo Parnassius apollo Mnemosine Parnassius mnemosyne Polissena Zerynthia polyxena ANFIBI Salamandra alpina Salamandra atra atra Tritone crestato italiano Triturus carnifex Ululone dal ventre giallo Bombina variegata Rospo smeraldino Bufo viridis Raganella italiana Hyla intermedia Rana agile Rana dalmatina Rana verde minore Rana lessonae RETTILI Lucertola di Horvath Lacerta (Archaeolacerta) horvathi Ramarro Lacerta bilineata Lucertola muraiola Podarcis muralis Biacco Hierophis viridiflavus Colubro liscio Coronella austriaca Saettone, Anda Zamenis longissimus Biscia tassellata Natrix tessellata Vipera dal corno Vipera ammodytes MAMMIFERI Serotino di Nilsson Eptesicus nilssoni Serotino comune Eptesicus serotinus Vespertilio daubentoni Myotis daubentoni Vespertlio mustaccino Myotis mystacinus Vespertilio di Natterer Myotis nattereri Nottola comune Nyctalus noctula Pipistrello albolimbato Pipistrellus kuhlii Pipistrello di Nathusius Pipistrellus nathusii Pipistrello nano Pipistrellus pipistrellus Orecchione comune Plecotus auritus Orecchione meridionale Plecotus austriacus Serotino bicolore Vespertilio murinus Molosso di cestoni Tadarida teniotis Driomio Dryomys nitedula Moscardino Muscardinus avellanarius Orso Ursus arctos Lince Lynx lynx Tarabusino Ixobrychus minutus Nitticora Nycticorax nycticorax Sgarza ciuffetto Ardeola ralloides Garzetta Egretta garzetta Airone bianco maggiore Egretta alba Airone rosso Ardea purpurea Cicogna bianca Ciconia ciconia Cicogna nera Ciconia nigra Moretta tabaccata Aythya nyroca Pesciaiola Mergellus albellus Falco pecchiaiolo Pernis apivorus Nibbio bruno Milvus migrans Nibbio reale Milvus milvus Avvoltoio degli Agnelli Gypaetus barbatus Grifone Gyps fulvus Biancone Circaetus gallicus Falco di palude Circus aeruginosus Albanella reale Circus cyaneus Albanella minore Circus pygargus Aquila reale Aquila chrysaetos Falco pescatore Pandion haliaetus Pellegrino Falco peregrinus Francolino di monte Bonasa bonasia Pernice bianca Lagopus mutus Fagiano di monte Tetrao tetrix Gallo cedrone Tetrao urogallus Coturnice Alectoris graeca Voltolino Porzana porzana Schiribilla Porzana parva Re di quaglie Crex crex Gru Grus grus Piviere tortolino Charadrius morinellus Combattente Philomachus pugnax Croccolone Gallinago media Piro piro boschereccio Tringa glareola Sterna comune Sterna hirundo Gufo reale Bubo bubo Civetta nana Glaucidium passerinum Allocco degli Urali Strix uralensis Gufo di palude Asio flammeus Civetta capogrosso Aegolius funereus Succiacapre Caprimulgus europaeus Martin pescatore Alcedo atthis Picchio cenerino Picus canus Picchio nero Dryocopus martius Picchio tridattilo Picoides tridactylus Averla piccola Lanius collurio Direttiva Uccelli – Allegato I Specie per le quali sono previste misure speciali di conservazione per quanto riguarda l’habitat, al fine di garantirne la sopravvivenza e la riproduzione nella loro area di distribuzione Tarabuso Botaurus stellaris Gladiolus palustris 21 PAGINA Barbo canino Barbus meridionalis Trota padana o marmorata Salmo (trutta) marmoratus Scazzone, marsòn Cottus gobio 22 Caccia 2000 Aprile 2011 PAGINA Racconti sospirolesi Un ragazzo in Malga. Galli, forcelli e altre cose a cura di Paolo Piccolo Aldo è grande, è un omaccione massiccio, ma senza grasso. Ha la faccia rossa e le mani come pale da muratore. Se gli metti un braccio sulla schiena senti come due tronchi di faggio sotto la camicia, divisi appena dalla spina dorsale. Aldo ha la faccia arcigna e dura, ma quando sorride tutto il volto si illumina improvvisamente e l’espressione prende qualcosa di fanciullesco. Il corpo forestale lo ha come operaio fiduciario e lui ripete spesso con rammarico che avrebbe voluto studiare per far carriera come guardia del bosco, ma una volta non c’era tempo per i libri e già a 15 anni lo mandavano a fare il ragazzo dei pastori alla malga di Erera. Alla malga il capo pastore mancava di due dita e non parlava mai nemmeno di sera quando lui e la sua gente stavano stesi sui lettucci di foglie e qualcuno raccontava dei fatti memorabili prima di spegnere la lucerna con un soffio e darsi al sonno. Il capo comandava in assoluto e distribuiva la polenta ai ragazzi, ma il vino lo teneva per sé e lo beveva al chiarore del fuoco con due occhietti da lucertola e quella mano senza dita nel mezzo, tutta bianca per il gran rimescolare nel latte. Non dava vino ai ragazzi né a Gelindo perché a lui “faceva male” e stava tutto solo accanto al fuoco a preparare piccoli lacci per i cotorni con crine di cavallo. Aldo, in quel tempo era sempre buono come il pane, ma alle sagre paesane scazzottava spesso i giovinotti di Paderno che lo prendevano in giro per via delle sue brache troppo corte sopra le caviglie. Allora l’osteria si faceva improvvisamente muta e sentivi solo l’ansimare affannoso dei lottatori e i pugni dell’Aldo fischiare a vuoto nell’aria o abbattersi con tonfo sordo sulle schiene e sulle teste rapate. Gelindo era il vero mandriano: ora ombroso, ora ciarliero e ridanciano, spesso ritto e immobile per ore con la mantellina militare a parlare da solo dietro le bestie al pascolo. Talvolta, per la mancanza del vino, lui si svegliava in piena notte e ululava come fanno certi segugi famelici alla catena quando c’è la luna piena e loro la scambiano per polenta; allora i due bimbi pastorelli saltavano dai loro giacigli e correvano alle coperte di Aldo e si mettevano sotto con lui a dormire. Aldo mungeva molte mucche e portava enormi carriole di letame fuori dallo stallone poi c’erano i maiali da servire con secchie di siero rassodato un poco da qualche pugno di farina ed erbe cotte. Il lavoro più duro per lui era tuttavia il rifornimento di le- gna che portava alla casera ogni giorno sulle spalle: gran fasci di pino mugo e rosse “sbreghe” di larice sanguigno. Eppure tutto ciò era nulla al confronto del calvario che doveva patire con il mulo e il carico di burro da portare a valle! La bestia era bizzarra e dispettosa; s’impermaliva per nulla impuntandosi ogni cento passi e camminando sul ciglio dei burroni anziché sul centro del sentiero. Una volta il mulo s’era adombrato per un improvviso volo di cotorni e si era messo a scalciare all’aria mandando il carico giù per la china poi era andato a grattarsi il groppone rotolando sul nevaio! A sera il capo aveva rimproverato l’Aldo che si era messo a singhiozzare senza ritegno, là fuori con la testa appoggiata al muro della malga e non riusciva a calmarsi più. Eppure quel viaggio col mulo, pur periglioso e pieno di ostacoli, aveva qualche cosa di buono perché giù in California, all’osteria, Aldo si faceva fare un pane con la mortadella e la ragazza del banco correva a pettinarsi quando lo vedeva arrivare. Col pane e mezzo litro di bel vino rosso rubino, Aldo credeva d’essere in paradiso anche se la ragazza faceva un po’ la ritrosa e non voleva dirgli il suo nome, allora gli capitava d’essere solo in quell’osteria fresca dal pavimento di pietra. La ragazza stava dietro il banco appoggiata sui gomiti e lui si perdeva a leggere con fatica i cartelli ai muri: “Vietato sputare per terra”, “Colpa di qualcuno non si fanno credito a nissuno”, “Assicurazione contro l’incendio” ma più di tutto gli piaceva un cartello dove stavano due uomini d’altri tempi, uno grasso e l’altro macilento. Il grasso diceva: “Lo vendeva in contanti” e il magro: “Lo vendeva a credito”… Poi, dopo mangiato, lui si sentiva contento; faceva lo spiritoso con la ragazza e si comperava persino due sigarette. Alla malga arrivava talvolta gente: erano signori di Belluno o di Feltre e allora i due ragazzini si mettevano un poco in mostra cacciando i maiali dal “campigol” con la Malga Erera ed il suo paesaggio 23 PAGINA frusta o chiamavano le bestie al pascolo urlando assai più del bisogno. Aldo si metteva là con le mani in mano e guardava quella gente ricca e strana che perdeva le sue domeniche fra i monti e sciorinava ogni ben di dio sull’erba per mangiare. Talvolta costoro lo chiamavano sorridendo e gli chiedevano di stelle alpine, di camosci, di chiocciole pietrificate e gli domandavano quant’erano le mucche e se avesse mai visto le candide pernici delle nevi. Anche se il capo non diceva mai la verità ai forestieri, Aldo rispondeva sempre con garbo e senza dire il falso com’è abitudine invece dei pastori. Qualche volta, quando era ormai tempo di ritornare a valle per l’autunno e per le cime spesso imbiancate di neve, capitava un signore alto e con gli occhi grigi in compagnia di un setter bianco tutto fuoco, per cacciare i galli forcelli sui Piani Eterni. A giudicare dall’agitazione del capo, doveva essere un signore importante e gli servivano il mangiare sul pulito, facevano del vero caffè e lo mettevano a dormire sopra una bella branda del 1915/18. L’ospite prendeva solo una scodella di latte con una fetta bollente di polenta fumante dentro mentre Aldo, lì presso, lo guardava estasiato pur fingendo di badare al fuoco. Il cacciatore non disdegnava di parlare al ragazzo anzi lo trattava alla pari perché Aldo sapeva dov’erano i galli e cosa facevano nell’arco della giornata e i suoi discorsi erano corti, solidi e limpidi. Talvolta gli chiedeva di nettare il fucile e il ragazzo sentiva una stretta al cuore per l’enorme onore che gli era dato; era una doppietta fine e Aldo non riusciva a paragonarla ad altro che non fosse la ragazza dell’osteria in California: gli stessi fianchi sottili; la stessa figura slanciata! Partivano all’alba dopo aver preso il caffè con la grappa e camminavano solo alla luce delle stelle perché le ghiaie bianche del sentiero guidavano i loro passi; i mughi appena sfiorati liberavano il loro profumo e sui prati alti c’era un misterioso indefinibile sentore come se i fiori, pur addormentati e chiusi, non riuscissero a trattenere tutti i loro effluvi alla carezza del vento. Non c’erano ontani ma mille praticelli con blocchi solitari di dolomia, radi vecchissimi larici e macchie di pino mugo; mancavano quasi del tutto mirtilli e lamponi ma erano frequenti i sorbi ed altre bacche care ai forcelli che segnavano bene il posto con buchette per il bagno di polvere, “chegole” bianco-verdi e qualche rara piuma perduta in tutto quel loro gran pedonare a terra in caccia di semi Foto di Gallo Forcello e cavallette. Il cacciatore portava sempre i guanti anche nelle ore più calde e spiegò la cosa dicendo che faceva il chirurgo all’ospedale di Feltre dove non aveva pace né di giorno né di notte: solo a caccia tra i monti ritrovava forza e speranza. Non era un gran tiratore, ma a sera avevano spesso uno o due galli nel sacco e il setter dietro a macchiare le ghiaie bianche di sangue per l’usura dei polpastrelli. Un giorno, scendendo verso la valle del Canzoi, quel signore si fece accompagnare fino al lago e lì mise nelle grosse mani dell’Aldo un gran biglietto rosso da diecimila. Il ragazzo lo piegò con cura nel fazzoletto e vi fece sopra un nodo per maggior sicurezza poi, tornando alla malga col suo tesoro, divenne paonazzo in volto pensando al momento in cui lo avrebbe steso sul tavolo di cucina davanti a sua madre che si sarebbe avvicinata, con il grembiule in mano, per vedere quant’era bravo il suo figliolo… A questi pensieri troppo dolci e troppo sentimentali, l’Aldo ebbe uno di quei gesti furiosi che anche oggi li vedi talvolta: sollevato un enorme masso contro il petto lo scaraventò nel vuoto lungo il fianco franoso del monte; il masso batté sulla roccia tra una selva di schegge e la dolomia rossa fumò con odore di potassa e di zolfo quindi saltò nel baratro sottostante e l’eco si udì a lungo finché si spense lontano. Quando la montagna fu di nuovo nel silenzio, quel giovane gigante riprese il viaggio a grandi passi e poi si provò anche a cantare. 24 Caccia 2000 Aprile 2011 PAGINA Notizia del 01/03/2011 Scade il Porto D’Armi rilasciato nel 2005 MOLTO IMPORTANTE SI RICORDA CHE QUEST’ANNO SCADE IL PORTO D’ARMI RILASCIATO NEL 2005 RIPORTIAMO L’ELENCO DEI DOCUMENTI CHE SERVONO PER IL RINNOVO. MAGGIORI INFORMAZIONI LE TROVERETE ANCHE SUL NOSTRO SITO (www.associazionecacciatoribellunesi.it) Ricordiamo che se la Questura, per rinnovare il porto d’armi, chiede il parere anche alla Forestale questo Ente ha 120 gg. per trasmettere la risposta. Quindi sappiatevi regolare e fate bene i vostri conti… Altra cosa IMPORTANTISSIMA e che pochi conoscono. Per essere in regola con il trasporto del fucile (per partecipare a gare, per andare al poligono, per cacciare il cinghiale ecc. la TASSA ANNUALE GOVERNATIVA (attualmente di €173.16 ) va pagata IL GIORNO DOPO LA DATA DEL RILASCIO del porto d’armi e NON, come abitualmente…si usa fare, all’inizio della stagione venatoria assieme all’assicurazione ed alla tassa regionale. Quest’anno (2011) scade il libretto e/o l’autorizzazione di porto di fucile rilasciato nell’anno 2005. Per il rinnovo bisogna far domanda alla Questura di Belluno, in bollo da € 14,62. La domanda deve contenere l’attestazione di cui all’art. 12 del T.U.P.S. e la firma del richiedente deve essere autografa e autenticata. La sottoscrizione non è soggetta ad autenticazione ove sia apposta in presenza di Pubblico Ufficiale addetto, ovvero sia presentata unitamente a copia fotostatica di un documento d’identità del sottoscrittore. La domanda indirizzata alla Questura può essere presentata alla Stazione dei carabinieri del luogo di residenza. All’istanza vanno allegati i seguenti documenti: 1. N. 1 marche da bollo da Euro 14,62 per il rilascio/rinnovo della licenza da apporre sull’autorizzazione porto di fucile; 2. Due fotografie formato tessera, di cui una legalizzata, entrambe completate dalla firma apposta dall’ interessato a lato dell’effigie (la legalizzazione può essere effettuata dall’Ufficio destinatario delle foto se presentate personalmente dall’interessato o presso gli uffici comunali - esente da bollo ai sensi dell’art. 34/2°c. del D.D.R.; 28.12.2000 n. 445); 3. Certificato medico in bollo da Euro 14,62 rilasciato dagli uffici medico-legali e dai distretti sanitari delle U.L.S.S. o dalle strutture sanitarie militari e della Polizia di Stato ai sensi del D.M. Sanità 28.4.1998, previa presentazione del certificato anamnestico del medico di fiducia; 4. Attestazione, in originale, comprovante il pagamento della somma di Euro 1,26 corrisposto sul c/c postale n. 11049327 intestato alla Sezione di Tesoreria provinciale di Belluno, indicando sulla causale “ Capo X – Capitolo 2382 – Costo libretto porto di fucile rilasciato dalla Questura di Belluno”; 5. Attestazione, in originale, comprovante il pagamento della tassa di concessione governativa, effettuato sul c/c postale n. 8003 intestato all’Agenzia delle Entrate – Centro operativo di Pescara, per l’importo di €. 173,16 (168,00 tassa di CC.GG. + 5,16 addizionale art. 24 L. 157/92); 6. Libretto porto di fucile e relativa autorizzazione, in originale, scaduto di validità. 7. Copia fotostatica della carta d’ identità. Si consiglia di richiedere l’autorizzazione per porto di fucile anche per uso caccia a più di due colpi (Il costo è lo stesso). Dall’anno 2007 i libretti per licenza di porto d’arma dovranno essere ritirati personalmente presso gli Uffici della Questura in via Lungarno n. 36. La Questura stessa vi informerà sull’orario del ritiro. 25 CARD SCONT: Nel prossimo numero di Caccia 2000, che uscirà nel mese di Agosto, in occasione del tesseramento per la stagione venatoria 2011/12, troverete inserita una tessera nominativa annuale con una lettera accompagnatoria. La tessera attesta la Vs. appartenenza all’A.C.B ed esibendola, nei negozi che hanno aderito all’iniziativa, Vi darà l’opportunità di avere degli sconti a condizioni particolari. è un’iniziativa che stiamo portando avanti che richiede del tempo non solo per organizzare il tutto ma anche per trovare le Ditte ed i negozi selezionati da coinvolgere in questa iniziativa che riteniamo molto valida ed interessante. Tutti i dettagli e le condizioni che verranno praticate dai vari negozi saranno specificate in maniera dettagliata su Caccia 20000 che uscirà ad Agosto. Siamo convinti e fiduciosi che incontrerà il Vs. favore e che nel tempo si amplierà anche come scelta di prodotti. PAGINA Importante novità: La card per i soci socio tess era n ° anno 2011 IL PR ES Sand IDENTE ro Pe lli Ecco alcune Ditte che hanno già dato il loro consenso verbale: Alemagna motori - Ara Gorza - Aurora assicurazioni Birreria Pedavena ristorante - Bit e Nero - Longarone fiere - Mitsubishi - Noi e Loro - Ottica Zampol - Pneus Market - Pro-metal - Sporteam - Sportfull - Swarovski. GARA A COLLESEI DI FELTRE IL 17 APRILE 2011 Una bellissima giornata ha allietato la quarta edizione della gara cinofila cane-cacciatore organizzata dalla nostra Associazione in località Collesei di Feltre. Questa la classifica alla fine della prova. Vince la gara Comacchio Renato con il cane setter Fren di Feltre con un punteggio di 61 punti. Secondo classificato De Girardi Paolo con il setter Nico di Quero con un punteggio di 51 punti Terzo classificato De Girardi Paolo con il setter Ginger con punti 47 Quarto classificato Curto Carlo con il setter Lerry con punti 45 Quinto classificato De Girardi Paolo con il setter Ciro con punti 39 Sesto classificato Comacchio Renato con il setter Toby con punti 29 PAGINA 26 Caccia 2000 Aprile 2011 News 2011 TARATURA CARABINE SI RICORDA CHE LA GIORNATA PER LA TARATURA DELLE CARABINE PRESSO IL T.S.N. DI FELTRE FISSATA PER: DOMENICA 31 LUGLIO 2011 CONTRIBUTI PER RIPRISTINO AMBIENTALE 2011 Si ricorda che il 31 Agosto p.v. scadono i termini per presentare la domanda per poter accedere ai contributi che, anche quest’anno, la Dirigenza dell’A.C.B. ha deliberato di concedere alle Riserve che opereranno nel ripristino ambientale e che annoverano al proprio interno nostri Soci. Per poter accederVi è necessario presentare la domanda, corredata delle date e della piantina delle località dove si sono svolti i lavori. ORARI: Mattino 8.30-12.00 Pomeriggio 14.00 – 17.00 VISTE LE COMPLICAZIONI LEGISLATIVE (in proposito ci sono sorti molti dubbi ???) CHE SONO STATE SOLLEVATE è STATA PER IL MOMENTO ANNULLATA SI RICORDA CHE LA RISERVA ALPINA DI CACCIA DI LIMANA ORGANIZZA PRESSO LA “MALGA VAN” in LOC. VAL MOREL NELLE GIORNATE DI SABATO 7 e DOMENICA 8 MAGGIO 2011 ORARIO DALLE ORE 8 ALLE ORE 18 CON PAUSA PRANZO LA TARATURA DELLE CARABINE, A DISPOSIZIONE LINEE DI TIRO A 100 – 200 – 300 METRI La prova è aperta a tutti i cacciatori con regolare porto d’armi e RC validi. Al termine della manifestazione verranno sorteggiati diversi premi tra tutti i partecipanti offerti dalla Riserva. Per i soci A.C.B che presenteranno la tessera di appartenenza la prima iscrizione costerà € 5.00. La differenza verrà pagata dall’A.C.B. PACCHI DONO - FESTIVITà NATALIZIE All’operazione “PACCHI DONO” avevamo dato volutamente (le opere caritatevoli si fanno e non si dicono), solo la notizia per doverosa informazione ai nostri Soci. Sempre, per doverosa informazione, desideriamo renderVi tutti partecipi del grande successo che tale iniziativa ha riscosso. Al nostro Presidente sono pervenute diverse lettere e telefonate anche da Sindaci di ringraziamento e di plauso per tale benefica e meritevole opera umanitaria. La giunta dell’A.C.B. ne prende atto con orgoglio ed è propensa a valutare l’opportunità di riproporla anche per il prossimo anno. FIERA DI LONGARONE DAL 29 APRILE AL PRIMO MAGGIO 2011 Come consuetudine l’A.C.B. con il proprio stand sarà presente alla oramai tradizionale manifestazione “Caccia Pesca e Natura”. Vi aspettiamo numerosi così saremo ben lieti di scambiare quattro chiacchiere, di sentire i vostri suggerimenti ed anche le vostre lamentele. Ci sarà la consueta possibilità di assaggiare gli affettati di selvaggina e di bere un buon bicchiere di vino. PAGINA 27 Ovunque ti trovi viaggia con Pneusmarket! Scopri tutti i servizi che solo la maggiore rete di assistenza pneumatici del Nord-Est è in grado di offrirti, con in più la tranquillità di avere sempre un centro assistenza vicino a te. Ti aspettiamo presso i centri Pneusmarket della provincia di Belluno per illustrarti le ECCEZIONALI CONDIZIONI riservate agli appartenenti alla ASSOCIAZIONE CACCIATORI BELLUNESI. Pneusmarket, da sempre sulla buona strada. Provincia di Belluno Via Belluno, 32/A 0439 80142 Ponte Via Cadore, 71/D, nelle Alpi 0437 998813 Via Feltre, 33 Sedico 0437 853088 Provincia di Bolzano Via Altmann, 14 0471 203761 Piani di Bolzano, 1 Bolzano 0471 300163 Via Roma, 83A 0471 287395ef Via A. Amonn, 18 Bressanone 0472 268024 Via Luis Zuegg Merano 0473 449255 Loc.Ladestatt, 94 Naz Sciaves 0472 412540 San Lorenzo Via Brunico, 15 di Sebato 0474 474074 Provincia di Brescia Via A. Lamarmora, 85 Brescia 030 2428821 Feltre Desenzano del Garda Via U. la Malfa, 34 030 9990512 Via Provinciale, 60 - Collio Vobarno 0365 598695 Provincia di Forlì - Cesena Cesena - Loc. Via della Cooperazione, 521 Pievesestina 0547 313371 Provincia di Modena Via Circonv. Nord-Est, 70 Sassuolo 0536 802353 Provincia di Padova Via Regione Veneto, 21 Padova 049 8703622 Provincia di Ravenna Via Manlio Monti, 15 Ravenna 0544 456454 Provincia di Trento Via dell’òra del Garda, 13 0461 956775 Trento Via Einaudi, 62 0461 924079 Via Leopoldo Pergher, 18 0461 821355 Via Stella, 9/M Loc.Ravina 0461 390737 Via di Spini 21 - Gardolo 0461 950665 Via Fermi, 13/15 Ala 0464 670040 Via Teroldego, 6 Mezzocorona 0461 601430 Transacqua - V.le Piave, 56 Fiera di Primiero 0439 62677 Via dell’Abetone, 28/A Rovereto 0464 432222 Provincia di Treviso Via dei Pini, 38 Castelfranco Veneto 0423 491055 Via Erizzo, 145/A Valdobbiadene 0423 974198 Via della Repubblica, 12/E Villorba 0422 420903 Provincia di Trieste Monrupino Loc.Autoporto Fernetti Villa Op. 040 2158069 San Dorligo Via Ressel,2 della Valle 040 280221 Trento Via Nazionale, 48 0432 548860 Provincia di Venezia San Michele Via A.Venudo, 49 al Tagliamento 0431 521361 Provincia di Verona Domegliara Via Passo Napoleone, 1 045 6861498 San Martino V.le del Lavoro, 18 Buon Albergo 045 8799056 Via Magellano, 12 Verona 045 8343547 ZAI - V.le del Lavoro, 44-46 045 8204433 Provincia di Vicenza Bassano Via D.Alighieri, 57-59 del Grappa 0424 529192 Tavagnacco Provincia di Udine S.Giorgio di Nogaro Via III Armata, 45 0431 65313 www.pneusmarket.it PAGINA 28 Caccia 2000 Aprile 2011 Poesia Na Malga del poeta dialettale Ugo Neri Na gaẑa se destaka da na rama de l večo ẑaresèr1 takà a l kaśèl; tre vake vién molade te la lama2, su l pra doi pite3, an dinğo4 ko l porẑel. Su l kol de na montaña poregrama, indove ke no reña an buskatèl5, skomínẑia al kontadín na vita grama ko l burčo, ko la śángola, al tarèl6. Ko l fret, al vent, al bel o al tenp ke śdráia7, kusita tuti i di da ko l e nat, fra kuátro mur sek, al kuèrt de páia, fra moske fastidióśe e spuẑa in ğiro al taka a lavorár bonora al lat, par tirár fora n eto de butiro. 1. ciliegio 2. pozza d’acqua piovana 3. galline 4. tacchino 5. cespuglio 6. arnesi antichi per la lavorazione del latte 7. pioggia a catinelle CACCIA - PESCA - TREKKING - SCI - SPORTWEAR 10%B. O NT A.C. O C S OCI AI S SOVRAMONTE - Bellissimo abbattimento effettuato dal socio A.C.B. Moretton Gianni lo scorso settembre 2010. PAGINA Notizie dai circoli SEREN DEL GRAPPA - Il giorno 26 marzo 2011 si è svol- ta l’Assemblea dei soci della R.A.C di Seren del Grappa, con all’ordine del giorno l’elezione del Presidente, del Consiglio Direttivo e dei revisori dei Conti. Erano presenti 62 soci su un totale di 67 iscritti. L’esito dell’elezione ha portato alla riconferma del Presidente uscente sig. MARCHESAN Galdino con 36 voti mentre l’altro candidato sig. Dal Zotto Dino ha ottenuto 26 voti. Sono poi stati eletti i nuovi consiglieri nelle persone di: Paoli Giorgio (V. Presidente e resp. Ungulati), Scopel Endrio (segretario), Scopel Edis (resp. Cinghiali), De Riz Gianantonio (resp Lepri), Fantinel Ferrucccio (resp ripopolamenti), Scariot Claudio, Calza Adriano, Menegaz Marino, Zabot Giorgio. Per i Revisori dei Conti sono stati eletti i sigg. Conz Lorenzo, Scopel Danilo, D’Alberto Denis. Nb: il Presidente, 6 consiglieri ed un Revisore dei conti, sono attualmente soci ACB. Consegna da parte del Presidente Trento Bortolo dei distintivi d’oro ai soci ottantenni Moretta Vittore e Reato. ALANO DI PIAVE - Il giorno 26 marzo 2011 si sono svol- te le elezioni del nuovo Consiglio Direttivo della riserva di caccia di Alano di Piave. è stato riconfermato, a larga maggioranza, alla presidenza della riserva il socio A.C.B. sig. CODEMO Doimo. Sono stati eletti in qualità di Consiglieri i sigg.: DAL CANTON Daniele, MASOCCO Vincenzo, COLLAVO Elio, CARELLE Antonio, MONDIN Roberto, COLLAVO Mario, BILLò Giuseppe, CODEMO Angelo, ZANCANER Denis. Sono stati eletti in qualità di Revisori dei Conti i sigg.: BEINAT Lido, LUBIAN Giovanni, BENATO Francesco. Auguriamo a tutti un proficuo prosegiumento dell’attività venatoria per i prossimi 5 anni. S. GREGORIO Anche la Riserva di S.Gregorio nelle Alpi, che ha fra i propri iscritti diversi cacciatori associati all’A.C.B. ha rinnovato di recente il proprio consiglio direttivo. Ecco il risultato delle votazioni: Pislor Italo Presidente, Tronco Roberto Vicepresidente e Vieceli Nicola segretario mentre Consiglieri sono stati eletti Tonet Bruno, Sanvido Alvise, Pislor Michele e Pa� gnussat Livio. A tutti vadano i più fervidi auguri di buon lavoro da parte della Redazione. 29 Le nuove speranze di domani... presenti alla cena sociale della Riserva il 05 marzo 2011. LAMON - I cacciatori e simpatizzanti della RAC di Lamon che hanno partecipato ai censimenti del Gallo Forcello. LAMON - Matteo D’Agostini (sx) vuole ricordare il su0 compagno di caccia Gelindo Primolan (dx). PAGINA 30 ALANO DI PIAVE - Due belle catture per chiudere il 2010 da parte del socio Billò Giuseppe. TRICHIANA - Gli anni passano e l’età media, anche tra i BELLUNO - D’incal Luca e Sandoni Elisa. Bell’abbattimento da parte del socio. cacciatori, …aumenta. L’anno 2010, da poco terminato, ha portato alla ns. Riserva ben quattro lutti. Quattro cacciatori nostri associati sono scomparsi. Canal Orazio, anni 51 carissimo amico e compagno di caccia, Franzonia Angelo anni 65 entrambi appassionati del cane segugio. Martuscelli Mario anni 85 e per ultimo Brancher Ferruccio anni 83. Compagni ed amici inseparabili di caccia fino all’ultimo, infatti, il destino della vita ha fatto sì che mancassero a distanza di poco più di mese uno dall’altro. Brancher Ferruccio con oltre 65 licenze fu uno dei primi Soci iscritti all’A.C.B. perché fermamente convinto dei principi su cui la nostra Associazione opera per la difesa del cacciatore. Più che un amico quasi un secondo padre. Sempre disponibile con la sua pluriennale esperienza ha dare un consiglio, un suggerimento. Proprio per questo negli anni 60 aveva ricoperto l’incarico di Presidente della Riserva. Chi lo incontrava si fermava volentieri a scambiare due chiacchiere e per sentire le sue avventure di caccia. Amava soprattutto raccontare le cacciate alla beccaccia, suo selvatico preferito che, anche negli ultimi anni, andava a scovare in Croazia sempre accompagnato dalla moglie Signora Ada e dal suo fedelissimo setter. Con la sua scomparsa è venuto a mancare un pezzo di storia della nostra Riserva. Longarone- è mancato, dopo una lunga malattia, il nostro Socio e compagno di tante battute di caccia Bogo Lionello. Rammarico e sconcerto non solo fra i Soci della Riserva, ma anche fra i componenti il direttivo dell’Associazione Cacciatori Bellunesi alla quale aveva aderito fin dalla sua fondazione. In questi anni era stato il referente dell’Associazione per la RAC di Longarone. Salvo l’ultimo periodo, per ovvie ragioni, era sempre stato presente alle riunioni dove, dal solito angolo a dx. in prima fila, seguiva attentamente i lavori e portava il proprio contributo con interventi pacati, concreti e costruttivi. Ciao Lionello! MEL - Ricordo di Collazuol Renzo. Ciao Renzo, Te ne sei andato così velocemente che noi tutti non ce ne siamo ancora resi conto. Con te perdiamo un cacciatore, un grande lavoratore ed un grandissimo amico. Non dimenticheremo la grande dignità della tua vita semplice confermata dalla serenità del tuo trapasso. Purtroppo il destino è un mare senza sponde che con improvvisa furia ci sommerge e ci annulla. Vivrai sempre nei nostri cuori che così inaspettatamente hai lasciato. Alla moglie Mariella, ai figli e parenti giunga il Nostro più vivo cordoglio Associazione Cacciatori Bellunesi Circolo di Mel S.GIUSTINA All’inizio del corrente mese di Marzo ci ha lasciati Sisto Dalla Sega, figura storica ed indimenticabile tra i cacciatori di S. Giustina. Per moltissimi anni ha ricoperto la carica di consigliere e di Vicepresidente all’interno del consiglio direttivo della Riserva dove si è sempre distinto per la sua serietà e competenza. Solo per sua libera scelta, una decina di anni fa, ha deciso di abbandonare l’incarico per lasciare spazio ai giovani. Il Consiglio direttivo della Riserva con tutti i cacciatori ed il direttivo dell’A.C.B. lo ricorderanno sicuramente con affetto ed esprimono a tutti i famigliari le più sentite condoglianze. 31 PAGINA Vivendo nel loro ricordo è doveroso ricordarli e ringraziarli per quanto hanno fatto in termini di collaborazione e lavoro per la Riserva, e per l’aiuto che hanno fornito anche alla nostra Associazione. (M.P.) PAGINA 32 Caccia 2000 Aprile 2011 Auguri ai soci Soci A.C.B che nei mesi di gennaio, febbraio, marzo, aprile 2011 hanno compiuto gli anni o stanno per compierli: 89 anni: Anese Enrico 87 anni: Celli Attilio 83 anni: Prest Angelo 82 anni: Giacomini Ezio Bruno Segat Antonio 81 anni: Mazzocco Gelindo Reato Amedeo 80 anni: De Zaiacomo Gino 79 anni: Lucchetta Lucio Battistel Remo 78 anni: Zabot Isidoro Sitta Ottavio 77 anni: Corso Valter De Silvestro Giovanni Baldovin Michele 76 anni: Da Pra Mauro Deon Franco Slongo Serafino Scariot Luciano 75 anni Bee Bortolo Pelosio Cesare Frescura Giorgio 74 anni: Monti Nia Pietro Mambretti Antonio Bottegal Rizzieri Turra Pier Enzo Da Giau Maurizio 73 anni: Frescura Franco Chenet Angelo 72 anni: De Marco Dino Angelo - Arsiè - Sovramonte - Ponte nelle Alpi - Arsiè - Trichiana - Quero - Sovramonte - La Valle Agordina 71 anni: Gaiardo Franco Bortoluz Giovanni Campigotto Ferdinando Caldart Luigi Fantinel Ferruccio De Bon Agostino Bedont Anselmo Molin P. Liberale 70 anni: Dalla Corte Carlo Del Favero Gianpietro De Bastiani Giovanni Rebernig Flavio De Polo Francesco - San Tomaso agordino - Pedavena - Seren del Grappa - Rivamonte-Voltago - Seren del Grappa - Belluno - Gosaldo - Auronzo di Cadore - Sovramonte - Valle di Cadore - Santa Giustina - Seren del Grappa - Domegge di Cadore - Santa Giustina - Arsiè - Pedavena - Mel - Cesiomaggiore - Domegge di Cadore - Lozzo di Cadore - Lozzo di Cadore - Sedico - Sovramonte - Feltre - Lamon - Sovramonte - Calalzo di Cadore - Auronzo di Cadore - Ponte nelle Alpi - Sovramonte - Arsiè - Valle di Cadore - Domegge di Cadore - Gosaldo - Rivamonte-Voltago E i più giovani, che nei mesi di gennaio, febbraio, marzo, aprile 2011 hanno compiuto gli anni o stanno per compierli: 30 anni: Strappazzon Ivano Zambelli Roberto Saviane Dario 29 anni: De Val Fabio 28 anni: D’incau Simone 27 anni: Dal Canton Daniele De Gasperi Fabio 26 anni: Maccagnan Michele Renon Igor Paris Christian 25 anni: Fauner Michael Alba Mirko 24 anni: Lavore Aldo Bressan Alan 19 anni: Celli Luca - Arsiè - Auronzo di Cadore - Puos d’Alpago - San Tomaso agordino - Sovramonte - Alano di Piave - Mel - Fonzaso - Gosaldo - Limana - Sappada - Quero - Feltre - Gosaldo - Feltre SERATE SULLA SICUREZZA La nostra Associazione, già prima dei tragici fatti accaduti nella passata stagione venatoria, aveva programmato l’organizzazione di serate, sulla falsa riga di quelle proposte nel 2008 (in ottemperanza a quanto previsto dal regolamento provinciale – parte tecnica) avente come tematica la sicurezza nel maneggio delle armi. Il nostro Segretario, Sig. Pol, ci ha portato dalla Germania un filmato di caccia pratica prodotto dalla Blaser molto valido e coinvolgente ma in lingua tedesca che tratta in maniera specifica questo argomento. Abbiamo trovato, con non poche difficoltà, chi ci ha fatto la traduzione in italiano e di questo ringraziamo sentitamente: - la Blaser tramite la Fam. Cicolini, importatrice per l’Italia di questo prestigioso marchio, per averci concesso la liberatoria; - la Signora Rosangela Pidatella responsabile della Digicast di Roma del canale televisivo Caccia e Pesca per averci fatto gratuitamente la traduzione in italiano; Ora siamo pronti e Vi aspettiamo numerosi alle serate che trovate qui “calendarizzate”. A queste riunioni possono partecipare tutti i cacciatori, indipendentemente dalla tessera associativa, scegliendo possibilmente, la località più vicina al comune di residenza. GAGET 2011: UN MERAVIGLIOSO LIBRO In anteprima proponiamo la copertina del libro (il titolo ed anche la copertina non sono ancora definitive) che quest’anno l’A.C.B. regalerà a chi farà il tesseramento per la stagione venatoria 2011/12. Il libro ricco di foto meravigliose che mostrano animali, montagne e fiori della ns. Provincia raccoglie anche 12 racconti scelti fra quelli pubblicati, nei 23 anni di vita dell’A.C.B., nel nostro giornalino di Caccia 2000. è una pubblicazione che verrà anche commercializzata INIZIO ORE 20.30 VEN 29 APRILE 2011 VEN 13 MAGGIO 2011 VEN 13 MAGGIO 2011 VEN 20 MAGGIO 2011 VEN 20 MAGGIO 2011 VEN 27 MAGGIO 2011 VEN 03 GIUGNO 2011 VEN 03 GIUGNO 2011 VEN 17 GIUGNO 2011 VEN 24 GIUGNO 2011 VEN 01 LUGLIO 2011 SAPPADA Presso nuova Sala congressi a Cima Sappada DOMEGGE Presso la sala San Giorgio FONZASO Presso la Sala riunioni del Comune AGORDO Presso la Sala Don F. Tamis Via 27 Aprile FORNO DI ZOLDO Presso la Pensione Zoldana SERAVELLA/CESIOMAGGIORE (Riserva di Feltre e Pedavena) ALANO Presso la Sala delle Associazioni SEDICO Presso Palazzo dei servizi FARRA D’ALPAGO Presso la Sala parrocchiale SERAVELLA di CESIOMAGGIORE (Riserva di Belluno ecc.) TRICHIANA Presso la Sala parrocchiale RIBADIAMO CHE è UN FILMATO CON SCENE DI CACCIA PRATICA, DELLA DURATA DI CIRCA UN’ORA, MOLTO COINVOLGENTE CHE - MERITA DI ESSERE VISTO - ALLA FINE DELLA PROIEZIONE SI APRIRÀ UN DIBATTITO FRA I PRESENTI dalla casa Editrice nelle librerie. I ns. Soci che desiderassero averne qualche copia da regalare ad amici e parenti magari a Natale possono prenotarlo presso i Responsabili di zona ad un prezzo speciale. PAGINA 33 PAGINA 34 Caccia 2000 Aprile 2011 OSSERVARE PER ... Il Progetto scuole compie 15 anni ed è in continua espansione a cura di Dal Pan Elvio è iniziata i primi di Marzo, presso le scuole elementari di S. Giustina, l’iniziativa che da 15 anni vede ns. Soci presenti nelle aule delle IV e V. Dopo le iniziali lezioni teoriche in classe a cura del Dott. Maurizio Bugana le stesse sono proseguite nello sviluppo della parte pratica con l’uscita di circa 40 alunni lungo le rive del fiume Piave. Camminando lungo un percorso, opportunamente predisposto in precedenza, hanno potuto osservare le tracce, i segni, i nidi e le tane degli animali presenti nel territorio. Sotto la guida attenta degli Accompagnatori e delle Docenti hanno saputo apprendere ed accumulare molte nozioni che andranno successivamente a sviluppare in classe. La prossima uscita, nel mese di maggio, vedrà l’avventurarsi tra i boschi di altre due classi della scuola di Meano questa volta in territorio montano: meta il Palmar. Un grazie a tutti i Collaboratori cacciatori e non che hanno reso possibile tutto questo e, soprattutto, alle Docenti che hanno creduto, voluto e saputo apprezzare questa nostra iniziativa. Il progetto si sta attuando anche nelle scuole di S. Gregorio nelle Alpi, di Mel e, per la prima volta, in quelle di Sedico. foto: Gabriele De Nadai foto: Gabriele De Nadai foto: Gabriele De Nadai Giornata ecologica a Mel Una giornata ecologica lungo il fiume Piave molto proficua quella svoltasi a Mel il 26 marzo scorso. Tre prime classi delle scuole Medie e numerosi volontari scesi in campo a tutela dell’ambiente. Recuperati una trentina di quintali di ferro, 7-8 quintali di bottiglie e lattine, gomme di auto, elettrodomestici di tutti i tipi, batterie varie, oltre 10 q.li di materiale plastico. Questa è la quarta edizione del progetto ecologico ed ambientale promosso dall’A.C.B. Circolo di Mel e dedicato alla raccolta differenziata. Un’iniziativa sviluppata in collaborazione con il dirigente scolastico e docenti delle scuole medie di Mel e Lentiai, dal Comune la sede Alpini dove tutti i partecipanti hanno potuto di Mel, dall’A.C.B. Provinciale, dalla Dolomiti Ambiente usufruire di un ottimo pranzo con dessert. Il Circolo di Bl, dalla riserva di caccia di Mel, dalla Protezione Civile Mel ringrazia sentitamente tutti coloro che in qualsiasi e dalla sezione Alpini di Mel. Da alcuni anni organiz- modo hanno voluto collaborare e si augura che questa ziamo una giornata ecologica aperta a tutti per valoriz- iniziativa trovi negli anni futuri sempre maggior attenzare il rispetto verso il nostro territorio. zione. La scorsa primavera siamo intervenuti lungo una parte del Piave ed abbiamo notato come proprio i bambini presenti si dimostrassero entusiasti nel partecipare. Il Presidente del Circolo A.C.B. L’attività è stata divisa in due parti. Elvi De Gasperi La parte teorica svolta in classe per i ragazzi della scuola seguiti dai loro insegnanti e dal personale di Dolomiti Ambiente è servita a far conoscere i vari tipi di rifiuti, la pericolosità di alcuni, l’attenzione necessaria nel maneggiarli e l’effetto negativo che questi producono sull’ambiente. La seconda parte, pratica, è servita per far vivere ai ragazzi l’individuazione, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. La raccolta si è snodata su tre percorsi. di Nicola Canal Percorso giallo con partenza da Bardies e arrivo all’ex bruciatore. Percorso rosso con partenza dal Per la realizzazione di questo numero Tiro a volo di Nave e arrivo all’ex Hanno Collaborato bruciatore. Infine il verde, punto di smistaBastianon Barbara, Bellus Luca, Berton Piergiuseppe, Bragagna Patrizia, Brumento lungo la strada che porta al na Adriano, Cadorin Giovanni, Canal Nicola, Cassol Michele, Corrà Francesco, greto del Piave. Curto Carlo, Dal Pan Elvio, Dal Pan Vanni, Da Pozzo Michele, De Gasperi Elvi, Alle ore 9.00 è stata distribuita la De Nadai Gabriele, Galizzi Flavio, Grassi Renato, Lasen Cesare, Marchesan colazione a base di frutta e yogurt Galdino, Pante Luciano, Perenzin Maurizio, Pelli Sandro, Piccolo Paolo, Pioga tutti gli scolari. gia Pasquale, Sparvoli Paolo, Sbardella Enzo, Segat Stefano, Ufficio Caccia Partenza dall’ex bruciatore a della Provincia. piedi e arrivo a Tallandino presso PAGINA 35 Aprile 2011 LONTANO DIVENTA VICINO GLI Z6(i) CON TORRETTA BALISTICA O RETICOLO BALISTICO Le lunghe distanze sono una sfida meno difficile grazie agli alti ingrandimenti. La combinazione innovativa di ingrandimento 30x e ottica HD raggiunge nello Z6(i) 5-30x50 P una prestazione ottica straordinaria. Questo vi garantisce una definizione dei dettagli eccezionale e, in combinazione con la torretta laterale di correzione della parallasse, la più elevata precisione alle lunghe distanze. PAGINA DECIDETE VOI scegliete tra il reticolo balistico o la torretta balistica per tirare con precisione e sicurezza a lunga distanza RETICOLI BALISTICI 4A-300-I SEE THE UNSEEN WWW.SWAROVSKIOPTIK.COM SWAROVSKI OPTIK ITALIA S.R.L. Tel. +39 045 8349069 [email protected] facebook.com/swaroitalia.caccia BR-I LA FOTO HA CARATTERE PURAMENTE INDICATIVO 36 Caccia 2000