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una lavagna
per la didattica
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LAVAGN
PRIMARIA
L’insegnante può trasformare questo nuovo «ambiente di apprendimento»
in uno strumento innovativo che permette lezioni interattive e collaborative
nelle quali lo studente è partecipe dell’apprendimento stesso.
Cosa è la LIM
La Lavagna Interattiva Multimediale, o meglio conosciuta come LIM, è una «nuova
tecnologia» avente le dimensioni di una tradizionale lavagna di ardesia, connessa ad
un computer che riproduce lo schermo grazie ad un videoproiettore. Sul monitor del
PC appare quanto si riproduce, si scrive o si
Enrico
disegna sullo schermo della LIM, grazie ad
Sitta
una apposita penna interattiva o, in alcuni
modelli «touch screen», anche con un dito. Sulla lavagna quindi posso scrivere, cancellare, annotare,
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ma anche salvare, memorizzare, tenere traccia di
tutto quello che è avvenuto durante una lezione.
Posso inserire immagini, filmati, registrazioni vocali, ma anche testi, mappe e compiti. Posso fare di
questo strumento lo spazio centrale della comuni-
cazione ed il luogo della costruzione dei significati.
L’insegnante può trasformare questo nuovo «ambiente di apprendimento» in uno strumento innovativo che permette lezioni interattive e collaborative in cui lo studente non è più un semplice «fruitore di conoscenze» ma parte attiva e partecipe del
processo di costruzione dei saperi e dell’apprendimento stesso.
Sfatare il mito dei «nativi digitali»
In questi ultimi anni il dibattito sui «nativi digitali»,
cioè l’idea che i nostri alunni sono nati immersi nel
digitale, per cui hanno un approccio naturale e privo di ogni «pudore» verso le «macchine tecnologiche», ci ha portato a pensare l’inserimento di nuove tecnologie nella didattica ordinaria come un
possibile confronto impari: «Gli alunni ne sanno
molto più di noi. Per loro è facile trovare il tasto giusto, aprire o chiudere, salvare...». Tutto vero! I nostri
studenti, sin dalla scuola dell’infanzia, non hanno
bisogno di leggere alcun libretto delle istruzioni per
capire come funziona un cellulare, un videogioco o
un telefonino di ultima generazione, ma ciò che gli
alunni non sanno è come utilizzare le tecnologie per
apprendere, per imparare, per costruire significato,
per comunicare (anche nei social network) in modo
corretto ed efficace. In questo il ruolo dell’insegnante è insostituibile. I due mondi si avvicinano:
l’adulto insegna allo studente il perché e lascia allo
studente lo spazio del come. Possiamo pertanto
pensare che sarà la «sapienza digitale» a caratterizzare il nostro (docenti e alunni) modo di utilizzare
la tecnologia in classe.
Condurre la classe dove vuole l’insegnante
Se è condiviso quanto affermato nel punto precedente, possiamo procedere pensando che il do-
PRIMARIA
cente non dovrà reinventarsi completamente il modo di
insegnare e di lavorare con
gli alunni: potrà utilizzare
strategie didattiche a lui familiari e inoltre, se introdotte
in modo efficace e adeguato e fuori da «classi speciali»
(il laboratorio di informatica)
e inserite nella classe trasformandole in didattica ordinaria, potrà convertirle in
risorse normali come il libro
di testo, la cartina geografica e il cartellone. Non si
chiede ai docenti di cancellare tutto quanto si è fatto
sino ad ora per «adeguarsi» alle tecnologie, ma di
ripensare le modalità di insegnamento integrandole e potenziandole con l’uso di nuovi strumenti più
vicini al modo di imparare degli alunni. Se utilizzate bene, le LIM possono introdurre elementi che
già erano presenti nel nostro modo di pensare e
progettare una lezione, ma di cui si faceva fatica
immaginare come produrli come ad esempio poter
inserire un video o una immagine, scrivere su di
una cartina geografica, fare una inferenza su di un
testo a tutto schermo.
In definitiva, non dovrà essere la tecnologia a governare e dirigere il processo di cambiamento o di
rinnovamento della didattica, ma il docente, con i
suoi alunni, dovrà essere capace di «piegare» la
tecnologia al suo modo di insegnare e agli stili di
apprendimento degli alunni.
Alla ricerca del valore aggiunto
La LIM permette di realizzare e valorizzare in classe
modalità di lavoro probabilmente di difficile realizzazione altrimenti. In particolare essa permette di lavorare sulla motivazione ad apprendere promuovendo gli stili cognitivi di ogni alunno e favorendo lo sviluppo delle diverse intelligenze multiple. Attività di
previsione permettono una maggiore attenzione e
partecipazione degli alunni a tutto il processo di insegnamento-apprendimento.
Lo stesso clima di classe migliora in quanto gli
alunni possono partecipare maggiormente e riflettere sugli errori: la LIM rende pubblico e condiviso
l’errore e, se ben guidato dal docente, diventa fonte di insegnamento. Anche la riflessione sul processo, rispetto al prodotto, diventa un elemento
centrale in una didattica in cui, attraverso la LIM, il
docente promuove il successo formativo di ogni
alunno. Essa può essere utilizzata, ad esempio, per
favorire nella classe e negli alunni un atteggiamento positivo verso compiti da svolgere; in campo
scolastico questo diviene fondamentale ai fini del
successo formativo di ogni alunno. Gli alunni infat-
ti possono essere motivati
dalle situazioni e dalle attività di apprendimento se esse
sono stimolanti e se sanno
coinvolgerli personalmente
e attivamente nel loro apprendimento e se permettono loro una scelta personale
e un controllo in base alle loro capacità e alle richieste
del compito.
La LIM permette ad ogni
alunno di sviluppare l’intelligenza che meglio si addice
al suo stile cognitivo. I molti
linguaggi della LIM potenziano l’intelligenza artistica,
musicale, corporea, interpersonale, intrapersonale,
logica e analitica. Proprio per come è fatta, la LIM
permette di «pubblicare» o «rendere pubblico» il
prodotto realizzato dal gruppo, così come è, anche
pieno di errori. Discutere con la classe e condividere gli errori è un esercizio molto importante per la vita della classe e dei singoli alunni. L’errore commesso, condiviso e discusso insieme, diventa una
occasione importante di crescita per tutti.
Utilizzata per fare «modeling» o per insegnare ad apprendere, la LIM diventa un potente mezzo su cui il
docente può esercitarsi a riflettere a «voce alta» facendo vedere e accompagnando concretamente gli
alunni. Il docente infatti può insegnare direttamente le
regole (per riassumere, per mappare, per prendere
appunti, per produrre un testo, per risolvere una
espressione...), stampare il processo con i vari passaggi, chiedere agli alunni di esercitarsi (individualmente, in coppia o in piccolo gruppo) a fare lo stesso.
Le competenze si costruiscono sulla base di conoscenze. I contenuti sono difatti il supporto indispensabile per il raggiungimento di una competenza; ne
sono – per così dire – gli apparati serventi. Essi si
esplicano cioè come utilizzazione e padroneggiamento delle conoscenze. Si supera in tal modo la
tradizionale separazione tra sapere e saper fare...
Le competenze si configurano altresì come strutture mentali capaci di trasferire la loro valenza in diversi campi, generando così dinamicamente anche
una spirale di altre conoscenze e competenze. Proprio per quanto scritto sino ad ora appare abbastanza evidente che la LIM diventa uno strumento
particolarmente efficace per una didattica centrata
sulle competenze, rispetto alla tradizionale (e a volte eccessiva) preoccupazione per le conoscenze e
per i contenuti.
Accettare la sfida, provandoci, è la strada da percorrere: trovare nella LIM un «cavallo di Troia» da
portare in classe e dal quale far uscire idee nuove.
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ENRICO SITTA
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