Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di
cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
RTI formato da A.E.C.A. – mandatario
Obiettivo Lavoro Agenzia per il Lavoro S.p.A. – mandante
PLAN Soc. Coop. – mandante
Approvato con Determinazione regionale n. 949 del 06/02/2008
L’AECA (Associazione Emiliano-Romagnola di Centri Autonomi di formazione
professionale) nasce nel 1973. Fanno parte dell’associazione 18 enti di ispirazione
cristiana che operano su tutti i territori provinciali attraverso una rete di 26 centri di
formazione professionale accreditati. La rete AECA si rivolge alle persone
(prevalentemente giovani e coloro che sono maggiormente in difficoltà) per supportare il
percorso di inserimento nel mondo del lavoro o la permanenza e la stabilizzazione per i
lavoratori e le lavoratrici. I percorsi formativi, così come i progetti europei, sono realizzati in
collaborazione con gli attori territoriali. La presenza capillare dei centri associati consente
una lettura attenta dei fabbisogni ed una risposta mirata all’interno della maggior parte dei
settori produttivi.
OBIETTIVO LAVORO – Agenzia per il Lavoro Spa – nasce, in forma di società
cooperativa, nel 1997 grazie a un progetto comune fra Legacoop, Compagnia delle Opere,
Confcooperative, Cisl, Uil ed altri soggetti economici e rappresentativi appartenenti al
settore dell’economia sociale. Nel 2003 la forma societaria viene modificata in Società per
Azioni e vede l’entrata nell’assetto proprietario dell’Istituto Centrale delle Banche Popolari.
Negli anni è stata progressivamente variata ed arricchita una struttura di gruppo attraverso
la costituzione di società interamente controllate da Obiettivo Lavoro Spa, alle quali è stato
affidato il compito di sviluppare specifici segmenti: tra queste, Obiettivo Lavoro Formazione
srl e 10 società estere (OL Perù, OL Suisse, OL Bulgaria, OL Spagna, OL Romania, OL
Ucraina, OL Slovakia, OL Polska, OL Los Andes, OL Brasile). Al proprio interno, Obiettivo
Lavoro è strutturata mediante divisioni specialistiche di settore o di intervento: tra queste la
divisione Politiche Attive del Lavoro. La presenza di oltre 150 filiali sull’intero territorio
nazionale (25 nella sola regione Emilia Romagna), consente una lettura attenta dei
fabbisogni del mercato del lavoro (lato offerta) e una risposta quantitativamente e
qualitativamente efficace alle persone in cerca di occupazione (lato domanda). Obiettivo
Lavoro è certificata in qualità e, dal luglio 2007, ha ottenuto la certificazione etica SA8000.
PLAN nasce nel 1988 a Bologna per fornire servizi di ricerca, consulenza, formazione, per
lo sviluppo del capitale conoscitivo nelle imprese, nella pubblica amministrazione, nel
sistema educativo. Da allora PLAN ha sviluppato numerose collaborazioni con vari
organismi privati, pubblici e sociali, consolidando il proprio know how e concentrandosi
1
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
sempre più sui processi di produzione e diffusione del sapere, per l’innovazione dei sistemi
di apprendimento e per la valorizzazione e lo sviluppo delle risorse umane.
Le attività svolte dal Plan si concentrano soprattutto negli ambiti:
- politiche della formazione, sviluppo dei sistemi educativi, organizzazioni
dell’apprendimento. Progetti, ricerche, sperimentazioni, interventi di monitoraggio,
assistenze tecniche e metodologiche alle pubbliche amministrazioni che programmano i
sistemi di formazione e politiche, per lo sviluppo di sistemi e di organizzazioni educative
e di servizio al lavoro.
- Sviluppo organizzativo, risorse umane, formazione continua. Sviluppo ed elaborazione
di progetti per la formazione continua e manageriale, per lo sviluppo organizzativo, la
valorizzazione delle risorse umane, la rilevazione e la diffusione delle competenze, il
consolidamento dei sistemi di management della conoscenza.
2
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
Indice
_______________________________________________________________________
Introduzione
pag. 04
Capitolo 1
La sintesi del progetto
pag. 06
Capitolo 2
Il metodo di lavoro
pag. 11
Capitolo 3
Le definizioni di base: le buone pratiche ed il mainstreaming
pag. 14
Capitolo 4
Le esperienze analizzate
Il caso n. 1
Il caso n. 2
Il caso n. 3
Il caso n.4
Il caso n.5
Il caso n.6
Il caso n.7
Il caso n.8
pag. 24
pag. 26
pag. 29
pag. 31
pag. 34
pag. 36
pag. 40
pag. 44
pag. 46
3
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
Introduzione
_______________________________________________________________________
Nella fase di progettazione e definizione della proposta progettuale alla Regione EmiliaRomagna, tre idee fondamentali hanno animato il nostro lavoro:
1)
osservare per anticipare;
2)
agire sulle competenze, agire sull’ascolto;
3)
pianificare insieme.
Abbiamo pertanto operato su queste tre direttrici per approfondire e rendere operative le 8
piste di lavoro oggetto della gara d’appalto.
Osservare per anticipare ……
I lavoratori stranieri presenti in Emilia-Romagna costituiscono una grande risorsa per il
sistema produttivo regionale e per il suo sviluppo. I processi di inserimento professionale
tuttavia restano un punto delicato e inesplorato del processo d’inclusione sociale
nonostante si individui come passaggio-chiave nell’integrazione. La tematica
dell’immigrazione relazionata al mondo del lavoro sta ricevendo, negli ultimi anni, sempre
più spazio all’interno del dibattito socio-economico. Le forze imprenditoriali invocano con
sempre più forza la necessità di manodopera immigrata, per ricoprire, tuttavia, spazi e
lavori che – come si è mostrato - gli italiani, giovani o disoccupati, sempre meno sono
disposti ad accettare. Lavori pesanti, dequalificati, mal pagati a cui spesso è associato un
basso valore sociale, sembrano così risultare l’unico sbocco per l’immigrato giunto nella
nostra regione, indipendentemente dalla cultura e dalle potenzialità di cui egli è portatore.
Emerge con forza la contraddizione tra un percorso volto alla costruzione di una società
multiculturale e la costrizione dell’immigrato nel cosiddetto “mercato secondario del
lavoro”. In definitiva, il passo più urgente da compiere è quello di conoscere e approfondire
la nostra consapevolezza circa la situazione dei lavoratori stranieri al fine di migliorare il
livello, il genere, la stabilità del lavoro dei cittadini stranieri che si sono stabiliti sul nostro
territorio. Si tratta di un aspetto che non può che favorire la qualità del nostro vivere civile,
ma anche del nostro sistema produttivo.
Agire sulle competenze, agire sull’ascolto ……
Una grande risorsa della persona è costituita dalle competenze che può attivare e
sviluppare. Esse sono una ricchezza da mettere in gioco e, se adeguatamente riconosciute
e valorizzate, rappresentano la possibilità di migliorare la qualità e stabilità del lavoro. Con
gli stranieri si devono osservare alcune particolarità. Anzitutto molti di loro hanno un
proprio bagaglio di competenze, maturate nel paese di origine tramite percorsi scolastici,
formativi o lavorativi. Per tante ragioni sono pochissimi quelli che chiedono un
riconoscimento dei propri titoli. Al primo posto nel progetto migratorio delle persone vi è
quasi sempre la ricerca di un lavoro per vivere: nella maggior parte dei casi occorre
un’occupazione qualsiasi e presto. Si trova posto sempre negli stessi ambiti, nel cosiddetto
mercato secondario del lavoro, se non in nero. Tuttavia, una volta resa più stabile la
4
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
permanenza nel territorio, anche per gli stranieri si deve dare la possibilità di migliorare la
propria condizione lavorativa. Si deve poter contare su percorsi formativi flessibili e
personalizzati per disoccupati e occupati, affinché sia possibile sviluppare competenze
orientate al miglioramento della qualità e della stabilità del lavoro.
Contemporaneamente occorre ragionare anche nell’ottica della presa in carico globale
delle persone, che significa anzitutto capacità di attivare la competenza dell’ascolto.
L’ascolto costituisce spesso già il primo passo per uscire dal disagio: in un dialogo con un
operatore ben preparato, la persona chiarisce le esigenze e individua le prime modalità di
reazione e comincia un personale percorso di risoluzione. Per gli stranieri in questi anni si
è reso necessario un approccio specialistico, maggiormente in grado di fare fronte a
richieste diversificate e alle quali occorre dare risposta e avvalersi in questo senso di
un’efficace rete sul territorio, una serie di servizi sui quali poter contare.
Questi servizi, ed i servizi in generale, sono tanto più validi quanto più agiscono in rete.
Questa modalità di lavoro è preziosa e in linea con le politiche regionali in materia di
integrazione. Infatti condividiamo l’affermazione che si debba “evitare la costruzione di un
sistema di welfare parallelo, o comunque di interventi separati per gli stranieri, perché
crediamo che occorra qualificare il sistema di servizi abitativi, sociali, scolastici e sanitari
per tutti, con una particolare attenzione alle specificità linguistiche, culturali e religiose di
cui anche i cittadini stranieri sono portatori”.
Pianificare insieme …..
È dunque necessario lavorare insieme. Integrare reciproche competenze a servizio
dell’utenza è il modo per eccellenza, la forma più valida e corretta di porsi nei confronti
delle persone che devono essere “servite” dal nostro lavoro. Difficile talvolta è attuare e
realizzare collaborazioni che abbiano davvero questo stile e questo scopo. Tuttavia è
indispensabile mettersi alla ricerca delle competenze mancanti. Non si sa fare tutto e molti
fanno già bene alcuni servizi che non sono nella nostra tradizione o nella nostra mission.
L’inclusione o meglio, la costruzione di una società multiculturale, è un’importante sfida
che non può essere affidata a singoli interventi settoriali, ma è frutto di una strategia
basata su progetti unitari e integrati, raccordando diversi livelli di responsabilità, come pure
le risorse e capacità che ogni soggetto istituzionale e sociale è in grado di esprimere. In
questo senso, “la programmazione deve assumere una forte connotazione territoriale, che
preveda il coinvolgimento non solo dei diversi centri di responsabilità, ma anche dei
soggetti locali e possibilmente, dei destinatari degli interventi”. Ciò permetterà di finalizzare
meglio le scelte e condividere in modo chiaro le responsabilità.
Sulla base di questo “scenario” di fondo si sono articolate e sviluppate le 8 attività oggetto
della gara d’appalto. Naturalmente, come sempre accade quando si affronta “sul campo”
un tema delicato ed importante, ci sono stati alcuni lievi cambiamenti di direzione; lievi in
termini di rispondenza al progetto originario, ma importanti per le risultanze e le indicazioni
che hanno prodotto.
5
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
Capitolo 1
La sintesi del progetto
_______________________________________________________________________
Il progetto dal titolo “Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e
lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale” è articolato in 8 attività fra loro
collegate e complementari.
La modalità con cui il RTI ha affrontato, la progettazione prima, la realizzazione delle
attività poi, è stato quello di seguire le tre piste di lavoro (in coerenza con le indicazioni
regionali) delineate nel capitolo introduttivo. Nelle pagine successive viene riportato
graficamente il disegno dell’intervento.
La proposta progettuale (così come richiesto dal capitolato tecnico, art. 2 “Caratteristiche
delle attività richieste” ) è stata articolata in 8 attività, fra loro integrate, finalizzate a
supportare l’ente regionale nella successiva elaborazione di piste di lavoro a favore
dell’integrazione socio-lavorative delle persone straniere e della loro stabilizzazione sul
mercato del lavoro.
La fisionomia del “lavoratore straniero” si è modificata nel corso degli anni: oltre ai cittadini
alla ricerca di un primo rapido inserimento professionale, si è aggiunta un’utenza nuova,
fatta di stranieri residenti da più tempo in Regione, desiderosi di veder riconosciute le
proprie competenze, animati dalla volontà di frequentare percorsi più qualificati per
migliorare la propria posizione, la qualità e la stabilità del loro lavoro. Inoltre, nel corso del
tempo, è cresciuta notevolmente anche la popolazione femminile: le attività per le donne
ha avuto uno sviluppo considerevole, in particolare sul fronte dell’orientamento e del
sostegno al lavoro (e alla conciliazione dei tempi) oltre che nell’ambito della qualificazione
e dell’inserimento professionale.
Per di più l’azione per gli stranieri si è andata sempre più delineando come attività di
“confine” tra politiche del lavoro e politiche sociali, con la considerazione
dell’interdipendenza dei due aspetti nella determinazione delle condizioni di vita delle
persone immigrate. In altre parole, in questi anni è stato sempre più necessario agire sul
fronte dell’integrazione sociale parallelamente a quello dell’integrazione lavorativa.
Occuparsi di formazione professionale col tempo ha significato uscire dalla logica del
singolo percorso professionalizzante. Sempre più ad un ente di formazione e/o ad
un’agenzia per il lavoro è richiesto di interpretare l’insieme delle esigenze della persona
che vi accede, perché il successo formativo/di inserimento lavorativo più spesso consiste
nel trovare chiavi di risoluzione ad una molteplicità di problemi che si dimostrano solo
apparentemente secondari per l’integrazione lavorativa.
Se questo è vero per ogni individuo, lo è ancora di più quando ci si trova di fronte a
persone che esprimono uno svantaggio rispetto ad altre. Così è per gli stranieri
extracomunitari, o almeno, per quella parte non indifferente di essi che si dimostra in
difficoltà a comprendere come agire ed esprimersi nella nostra cultura, nella nostra
organizzazione del lavoro, nella nostra lingua. Non si tratta certo di una novità, ma nuova è
6
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
l’entità del fenomeno, la continua crescita delle relazioni con tali persone e con le loro
esigenze, l’incremento della domanda di prestazioni.
Restringendo un po’ di più il campo di azione, oltrepassate le difficoltà determinate dal
distacco dal contesto familiare e dall’insediamento in un altro Paese, ed affrontati i confini
delle diverse culture, degli usi, dei costumi, delle difficoltà linguistiche vi sono anche
problemi più specifici da affrontare, che determinano strategicamente il livello di
integrazione: il supporto informativo/consulenziale alla Persona/alle Imprese che sono
disponibili ad inserirle, la valutazione della congruità del progetto individuale di formazione/
inserimento lavorativo rispetto al contesto produttivo di riferimento, la valutazione oggettiva
delle competenze professionali e delle specifiche legate alla/alle posizioni disponibili, le
abilità peculiari e trasversali necessarie/utili alla copertura delle attività di processo, lo stile
comportamentale preferito da una determinata azienda, la sua struttura organizzativa ed il
suo atteggiamento verso il “potenziale inserimento del Lavoratore immigrato”.
In questa ottica diventano fondamentali elementi come:
• il dialogo e la collaborazione fra soggetti
• l’approccio globale
• il rapporto ed il dialogo con il sistema delle imprese.
Seguendo queste tre direttrici il RTI ha sviluppato le attività richieste all’interno del
capitolato, agendo sulle specifiche competenze e ruoli.
Di seguito presentiamo l’insieme delle 8 attività previste, una breve sintesi ed il contributo
di ogni soggetto alla sua realizzazione.
Attività
Attività n. 1
Analisi dei processi di inserimento
lavorativo e sviluppo professionale degli
stranieri nel mercato del lavoro regionale,
in riferimento alle principali dinamiche
settoriali e distrettuali, compreso il settore
cooperativo.
Attività n. 2
Analisi delle principali buone pratiche
sviluppate a livello regionale per
l’integrazione sociale e lavorativa, con
particolare riferimento alle esperienze
maturate
dalle
PS
dell’Iniziativa
Comunitaria Equal e ad altri progetti e
azioni innovative.
Risultato atteso
Partner
referente
Report
relativo
alle
dinamiche
evolutive
dell’occupazione straniera e
AECA
dei relativi bisogni formativi
e di servizi, nei principali
settori
e
distretti
dell’economia regionale.
Report relativo alle buone
AECA
pratiche e alle condizioni di
PLAN
riproducibilità e trasferibilità.
7
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
Attività n. 3
Costruzione e sperimentazione di
strumenti e procedure operative per
l’erogazione di servizi integrati di
adattabilità,
stabilizzazione
e
qualificazione sul lavoro (orientamento,
analisi delle competenze, formazione e
qualificazione sul lavoro, servizi di
sostegno e accompagnamento allo
sviluppo professionale, servizi di
conciliazione) rivolti a stranieri occupati.
Attività n. 4
Sperimentazione di accordi territoriali, reti
e sedi di coordinamento permanente tra
EE.LL., imprese e parti sociali, per la
governance
dei
processi
di
stabilizzazione e adattabilità dei lavoratori
stranieri in azienda e sperimentazione di
protocolli per la pre-formazione e la
preparazione all’ingresso di cittadini
stranieri comunitari.
Attività n. 5
Sviluppo di servizi territoriali, integrabili
nella pianificazione di zona, in
collaborazione con gli EE.LL. e il sistema
territoriale di istruzione ed educazione
permanente.
Attività n. 6
Costruzione e sperimentazione di modelli
operativi per l’erogazione di servizi
integrati di inserimento lavorativo
(orientamento, analisi delle competenze,
formazione e servizi di sostegno
all’inserimento) rivolti a persone straniere
in specifica condizione di svantaggio nel
mercato del lavoro.
Attività n. 7
Attività di scambio e diffusione delle
migliori prassi operative in materia di
Modello
operativo
di
intervento (anche articolato,
AECA
e comunque comprensivo di
Obiettivo
descrittori di processo,
Lavoro
metodologie, strumentazioni
operative).
Definizione
e
sperimentazione attuativa di
almeno 2 accordi territoriali
AECA
o reti o tavoli permanenti di
Obiettivo
coordinamento,
in
Lavoro
altrettante
province
o
distretti
produttivi
del
territorio regionale.
Progettazione
e
sperimentazione di almeno
due servizi territoriali a
partire dalla valorizzazione
degli esiti di esperienze
AECA
positive già attivate al fine di
incrementarne
la
riconoscibilità, la fruibilità e
l’integrazione con gli altri
servizi territoriali.
Un modello operativo di
intervento (anche articolato,
AECA
e comunque comprensivo di
Obiettivo
descrittori di processo,
Lavoro
metodologie, strumentazioni
operative).
Report contenente buone
pratiche rilevate a livello AECA
transnazionale e regionale.
8
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
formazione, inserimento lavorativo ed
alfabetizzazione dei cittadini stranieri con
significative realtà dei paesi europei.
Attività n. 8
Costruzione e sperimentazione di
protocolli per la pre-formazione e la
preparazione all’ingresso di cittadini
stranieri comunitari.
Studio di fattibilità per la
AECA
sottoscrizione
di
un
Obiettivo
protocollo con un paese
Lavoro
straniero.
9
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
OSSERVARE PER ANTICIPARE ……………………………
Attività 1 - Analisi dei processi di inserimento lavorativo e sviluppo professionale degli stranieri nel
mercato del lavoro regionale, in riferimento alle principali dinamiche settoriali e distrettuali, compreso il
settore cooperativo.
Attività 2- Analisi delle principali buone pratiche sviluppate a livello regionale per l’integrazione
sociale e lavorativa, con particolare riferimento alle esperienze maturate dalle PS dell’Iniziativa
Comunitaria Equal e ad altri progetti ed azioni innovative.
Attività 7- Attività di scambio e diffusione delle migliori prassi operative in materia di formazione,
inserimento lavorativo ed alfabetizzazione dei cittadini stranieri con significative realtà dei paesi
europei.
PIANIFICARE
INSIEME
Attività 4 - Sperimentazione di
accordi territoriali, reti e sedi di
coordinamento
permanente
tra
EE.LL., imprese e parti sociali, per la
governance
dei
processi
di
stabilizzazione e adattabilità dei
lavoratori stranieri in azienda e
sperimentazione di protocolli per la
pre-formazione e la preparazione
all’ingresso di cittadini stranieri
comunitari.
AGIRE SULLE COMPETENZE, AGIRE SULL’ASCOLTO ……….
Attività 3 - Costruzione e sperimentazione di strumenti e procedure operative per l’erogazione di servizi
integrati di adattabilità, stabilizzazione e qualificazione sul lavoro (orientamento, analisi delle competenze,
formazione e qualificazione sul lavoro, servizi di sostegno e accompagnamento allo sviluppo professionale)
rivolti a stranieri occupati.
Attività 8 - Costruzione di protocolli
per la pre-formazione e la
preparazione all’ingresso di cittadini
stranieri comunitari.
Attività 5 - Sviluppo di servizi territoriali, integrabili nella pianificazione di zona, in collaborazione con gli EE.LL.
e il sistema territoriale di istruzione ed educazione permanente.
Attività 6 - Costruzione e sperimentazione di modelli operativi per l’erogazione di servizi integrati di inserimento
lavorativo (orientamento, analisi delle competenze, formazione e servizi di sostegno all’inserimento) rivolti a
persone straniere in specifica condizione di svantaggio nel mercato del lavoro.
10
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
Capitolo 2
Il metodo di lavoro
___________________________________________________________________________
Il partenariato coinvolto all’interno del progetto può vantare innumerevoli esperienze condotte
a livello nazionale e transnazionale. Nella fase preliminare di definizione dell’ambito di lavoro
non è stato semplice individuare e selezionare le numerose esperienze realizzate. Orientarsi
solo su “lavori” recenti significava correre il rischio di omettere esperienze rilevanti, che
possono rappresentare uno stimolo e dare vita a riflessioni all’interno dei diversi contesti di
lavoro. Ecco perché la disamina delle prassi di lavoro ha tenuto in considerazione anche
esperienze (realizzate in prevalenza in ambito transnazionale) degli anni scorsi.
Particolarmente interessante, a livello transnazionale, è l’ambito francese, dove la questione
dell’integrazione socio-professionale delle persone straniere è un fenomeno particolarmente
sentito ed urgente.
Abbiamo inoltre cercato di costruire un “filo rosso” fra le risultanze delle diverse azioni
progettuali, puntando l’attenzione sui casi e sui progetti (nazionali e/o transnazionali) che
propongono soluzioni a elementi di criticità rilevati sulle attività del progetto.
I nodi strategici dell’intera attività progettuale possono essere visualizzati nel grafico
sottostante, partendo dai quali sono stati rafforzati i collegamenti con i casi presentati
all’interno del presente volume.
Presenza di reti formali o
informali di supporto ai
processi di integrazione
Nodi strategici
emersi dal
progetto
Conoscenza della lingua
italiana specifica del settore
lavorativo
Casi nazionali e
transnazionali
analizzati
Accoglienza – Orientamento
- Informazione
Formazione professionale
Supporto alla creazione di
attività autonome
11
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
Abbiamo pertanto suddiviso la presentazione dei casi nazionali e transnazionali in ambiti di
intervento, sulla base appunto dei risultati più evidenti ricavati dalle fasi di lavoro realizzate.
Ambito
Caso analizzato
Caso n. 1
Caso n. 3
Caso n. 6
Caso n. 7
Conoscenza della lingua italiana specifica del Trasversale a tutti i casi analizzati
settore lavorativo
Caso n. 1
Caso n. 2
Caso n. 3
Accoglienza / Orientamento / Informazione
Caso n. 4
Formazione professionale
Caso n. 5
Caso n. 6
Caso n. 8
Supporto alla creazione di attività autonome Caso n. 2
Presenza di reti formali o informali di
supporto ai processi di integrazione
Collegamento con i sistemi produttivi
Caso n. 1
Caso n. 2
Caso n. 5
Caso n. 7
A livello nazionale è stato condotto un proficuo scambio e confronto con un ente pugliese che
ha realizzato progetti ed iniziative molto strutturate con le persone straniere. L’incontro si è
realizzato presso la sede di Smile Puglia a Taranto, ha avuto come argomento le Buone
Prassi attivate nella Regione Puglia per l'inserimento sociale e lavorativo degli immigrati nella
Regione stessa. In questa sede si è effettuata una prima "mappatura" delle attività realizzate
negli anni precedenti.
Sono stati acquisiti materiali relativi al fenomeno dell'immigrazione nei territori:
1.
brindisino
2.
leccese
3.
ionico.
L’ambito transnazionale è stato affrontato utilizzando inizialmente un momento di incontro
organizzato nell’ambito della conferenza europea organizzata da AMFORHT (Associazione
mondiale per la formazione alberghiera e turistica) a Bologna svoltasi nelle giornate del 17, 18
12
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
e 19 aprile 2008. Questo incontro ha rappresentato un'ottima occasione per creare a livello
locale uno spazio europeo di confronto e scambio buone prassi. Il convegno infatti ha riunito a
Bologna una trentina di rappresentanti tra cui direttori e professionisti del settore istruzione
provenienti da diversi paesi europei ed extraeuropei.
In questa sede è stata effettuata una prima "mappatura" degli enti rappresentati, individuando
per questa attività quelli impegnati nella formazione e nell'inserimento lavorativo di cittadini
stranieri.
In quelle stesse giornate è stato così possibile organizzare con gli enti prescelti un tavolo di
lavoro per:
- affrontare le questioni connesse alle politiche in materia di immigrazione a livello
europeo;
- raccogliere ed analizzare le esperienze di enti formativi europei relativamente ai temi
della formazione, inserimento lavorativo ed alfabetizzazione dei cittadini stranieri;
- confrontare le proposte formative del nostro sistema regionale con quelle di altri
organismi europei di formazione;
- diffondere il know how a livello europeo;
- rafforzare i contatti con realtà formative europee e verificare la possibilità di cooperazioni
future.
Nei mesi successivi sono state individuate nel dettaglio, approfondite ed analizzate le prassi di
lavoro.
A livello transnazionale è stato individuato l’INFA - Institut National de Formation et
Application. Si tratta di un'associazione senza scopo di lucro costituita da 33 centri di
formazione professionale distribuiti sul territorio francese; INFA orienta, accompagna e forma
migliaia di giovani e adulti con l'obiettivo di condurli ad una qualifica professionale.
In un contesto economico che da numerosi anni è causa di un tasso di disoccupazione
elevato, l'ambizione dell'INFA è di facilitare l'accesso o il reingresso nel mercato del lavoro, la
riconversione dei giovani o degli adulti che ogni anno vengono accolti nelle sue sedi
formative.
Nelle sue sedi formative, INFA accoglie ogni anno una media di 13.433 utenti e orienta e
accompagna al lavoro 14.170 persone.
All’analisi dei casi dell’ente INFA è stato successivamente aggiunto un ragionamento su
prassi di lavoro realizzate all’interno di un altro ente francese della rete dei GRETA. Nello
specifico si tratta di un ente di formazione ubicato nell’Alta Savoia (il GRETA Leman) dove è
molto importante il processo di integrazione delle persone straniere.
13
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
Capitolo 3
Le definizioni di base: le Buone Pratiche ed il mainstreaming
_______________________________________________________________________
Abbiamo ritenuto importante proporre una riflessione sulle definizioni, ma soprattutto sui
concetti chiave che volevamo approfondire. La presentazione della prassi di lavoro, non si è
basata pedissequamente sulle griglie di analisi, in quanto non è sempre facile ricondurre o
esplicitare una procedura all’interno di schemi rigidi. Abbiamo pertanto optato per una
presentazione più “libera” che consentisse le opportune riflessioni, senza dover “costringere”
l’esperienza e/o il progetto all’interno di schemi di lavoro.
Tuttavia è importante riportare la riflessione sul significato di buona pratica e di
mainstreaming, in quanto ha rappresentato il metodo di lavoro con cui abbiamo operato.
La definizione delle cosiddette “buone pratiche” è la parte più delicata di un’azione
progettuale: si tratta infatti di esaminare con oggettività e distacco le varie fasi di lavoro,
cogliendo i punti di forza, ma soprattutto i punti di debolezza. Quest’ultima analisi
naturalmente può essere influenzata da numerose componenti, in primis gli sforzi fatti da tutto
il personale coinvolto per ottenere i risultati che, in fase di progettazione ci si era prospettati.
Pertanto la fase di identificazione delle buone pratiche deve partire da elementi verificabili
oggettivamente che lascino, il meno possibile, spazio ad interpretazioni soggettive.
Il punto di partenza di questo lavoro è stata pertanto l’identificazione di una procedura di
lavoro:
1)
come individuare le buone pratiche
2)
gli indicatori
3)
l’analisi delle buone pratiche
4)
la diffusione ed il trasferimento delle esperienze
1)
Come individuare le buone pratiche.
Esiste una approfondita ed esaustiva documentazione di riferimento. Sulla base delle
indicazioni contenute all’interno dei documenti consultati, sono state individuate delle
“definizioni” e dei concetti chiave ai quali attenersi nel corso dell’analisi delle esperienze.
14
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
1. DEFINIZIONE DI BUONE PRATICHE
Vengono definite "buone pratiche" le proposte che funzionano e possono essere riprodotte altrove. Creare o individuare buone pratiche significa localizzare e riflettere su chi
siano gli attori chiave, le strutture e la situazione che hanno determinato il successo delle prassi.
1.
2.
3.
1) Le Buone
Pratiche nell’ambito
di un progetto
4.
5.
2. LIVELLI DI BUONE PRATICHE
Caratteristiche
Come individuare le buone pratiche
Superamento dei limiti individuali e offerta di Individuare le buone pratiche realizzate dalla PROGETTI
nuove possibilità ai singoli beneficiari dei La Commissione europea ha avanzato una serie di proposte per l'individuazione delle buone
progetti in campo lavorativo, formativo o in prassi rilevanti; a tal proposito ha proposto l'uso di una checklist, che ruota attorno a tre
domande.
qualsiasi altro settore di attività.
Buona interazione e dialogo tra il personale 1. Quali risultati sono stati ottenuti e come?
ed i beneficiari del progetto.
• Quali risultati si aspettava di raggiungere il progetto?
Buon collegamento con la strategia locale, •
Quali risultati e quali innovazioni ha realizzato il progetto?
ed, indirettamente, con quella nazionale.
•
Quali sono gli ostacoli incontrati e come sono stati superati?
Approccio basato sulla domanda che tenga •
I risultati conseguiti sono sostenibili?
conto delle richieste del mercato del lavoro, •
Come e quanto le azioni si basano su ciò che esisteva prima nell'area o nel settore in
dei fabbisogni dei clienti e delle esigenze dei
questione (nuova azione nel territorio o settore, nuovo contenuto del progetto, nuove
soggetti interessati.
metodologie, nuovi meccanismi di distribuzione o strategie di mainstreaming)?
Costruzione di reti di apprendimento con il •
In che modo ciò contribuisce a risolvere gli specifici problemi di discriminazione affrontati
coinvolgimento del pubblico e di altri
dal gruppo target?
importanti servizi.
•
I risultati sono stati raggiunti con un buon rapporto costi-benefici?
2. In quale modo gli elementi costitutivi del progetto contribuiscono al raggiungimento
degli esiti?
• Partenariato: sono stati coinvolti i principali attori del territorio o del settore (pubbliche
autorità, Parti Sociali, erogatori di formazione, ONG, Terzo Settore, etc. ) e sono stati affidati
15
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
ad essi compiti chiaramente definiti? In quale modo il progetto coordina il proprio
partenariato per assicurarne un'attuazione efficace e per evitare la duplicazione di sforzi e
risorse?
• Partecipazione attiva: sono stati coinvolti tutti i partner in ogni fase del progetto
(progettazione, realizzazione, follow-up e valutazione) ed in quale modo? Quali misure sono
state adottate per coinvolgere direttamente i beneficiari (od i loro rappresentanti) nel
processo decisionale?
• Pari opportunità: per tutta la sua durata, il progetto si è rivolto alle donne ed agli uomini in
maniera paritaria? Come risponde ai fabbisogni delle donne e degli uomini? Qual è l'impatto
dei risultati raggiunti sulle donne e sugli uomini? In quale modo si è riusciti non solo ad
evitare di riprodurre la discriminazione basata sul genere, ma ha contribuito attivamente
all'obiettivo generale della parità tra donne e uomini?
3. I risultati raggiunti possono trovare applicazione al di fuori del progetto?
• Il progetto può applicare i propri prodotti o prassi in Regioni, settori, gruppi target e Paesi
diversi?
• Quali condizioni sono necessarie per poter riprodurre l'azione altrove (formazione,
competenze, risorse, quadro istituzionale…)?
• Può sopravvivere quando i finanziamenti del FSE verranno meno? Come?
• Nell’ambito del progetto si è provveduto fin dall'inizio ad individuare una strategia dettagliata
(calendario, piano di diffusione e comunicazione, gruppi target, eccetera) per il
mainstreaming delle buone prassi?
• In quale modo ha identificato i decisori (a livello regionale e locale) e li ha contattati per
comunicare loro i risultati? Fino a che punto i partner del progetto si sono impegnati a
realizzare il mainstreaming dei risultati positivi ottenuti nelle proprie organizzazioni?
16
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
2) Le buone pratiche
a livello di reti locali
e nazionali
3) Le buone pratiche
per le
amministrazioni
1. Coinvolgimento degli attori strategici a
diversi livelli decisionali.
2. Dialogo strategico con gli attori per
individuare le esigenze locali, regionali,
settoriali e nazionali.
3. Promozione
di
un'infrastruttura
di
apprendimento tra i membri delle reti.
4. Facilitare il dialogo tra i partner ed i
potenziali utenti dell'innovazione.
1. Comunicazione sulle esigenze strategiche.
2. Promozione di un dialogo strategico con il
settore pubblico e privato.
3. Promozione di un modello di apprendimento
che preveda il coinvolgimento del settore
pubblico ma anche delle parti sociali.
4. Promozione della qualità dei progetti e delle
competenze.
5. Capacità di riorientare le proprie azioni a
seconda dei cambiamenti che intervengono
nel mercato del lavoro.
17
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
3. LE CARATTERISTICHE DELLE BUONE PRATICHE
Il “Programma di Peer Review” per la Strategia Europea per l'Occupazione sostiene che:
1.
le buone prassi devono mostrare attinenza rispetto alle priorità politiche attuali ed emergenti;
2.
le buone prassi devono fornire risposte concrete ai problemi affrontati dalle politiche attuali ed emergenti;
3.
le buone prassi vengono dichiarate tali sulla base di risultati dimostrati ed affidabili;
4.
le buone prassi vengono definite tali se i suoi possibili utenti ritengono di poterle adottare e questo permette di valutare il potenziale di trasferimento delle prassi.
4. I REQUISITI DELLE BUONE PRATICHE
Nella relazione prodotta in occasione della conferenza EQUAL di Barcellona del 2002 sul tema "Networking for Inclusion", la Commissione suggerisce che le buone prassi
abbiano i seguenti requisiti:
1.
innovazione - devono fornire soluzioni nuove e creative ai problemi comuni dell'esclusione sociale, della discriminazione e della disuguaglianza nel mercato del
lavoro;
2.
efficienza - devono esibire un buon rapporto tra i risultati ottenuti e le risorse impiegate;
3.
efficacia - devono avere un impatto positivo e tangibile sulle vite di individui, gruppi o comunità socialmente svantaggiati;
4.
sostenibilità - devono produrre benefici duraturi per i partecipanti e per la comunità nel suo complesso;
5.
riproducibilità - devono contenere il potenziale per essere riprodotte in contesti simili, costituendo il modello per la creazione di iniziative e politiche altrove;
6.
trasferibilità - devono poter essere trasferite in contesti diversi e/o in relazione a problemi differenti;
7.
attinenza con le politiche - devono affrontare i problemi reali e rispondere alle esigenze dei decisori politici.
L’INNOVAZIONE
Un'innovazione non deve costituire una novità in assoluto ovvero non essere mai stata sperimentata prima, ma deve presentare una novità in almeno uno dei suoi Aspetti. Ad
esempio, deve risultare nuova per i formatori coinvolti, per il gruppo target di individui svantaggiati, per la politica, per il settore in questione, eccetera. L'innovazione ha
valore se determina la differenza nel risolvere specifici problemi di discriminazione e soprattutto per il gruppo target. L'innovazione può realizzarsi in molti modi diversi, può
18
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
essere:
ƒ orientata ai processi - ossia incentrata sullo sviluppo di nuove metodologie, strumenti ed approcci, oppure sul miglioramento/adattamento di quelli esistenti;
ƒ orientata agli obiettivi - ovvero incentrata sulla formulazione di nuovi obiettivi, modalità di uso, gruppi target e qualifiche, oppure sull'apertura di nuovi settori
occupazionali;
ƒ orientata al contesto - ossia incentrata sulle strutture politiche ed istituzionali, attraverso lo sviluppo di sistemi per il mercato del lavoro oppure attraverso altre strutture
mediante l'adattamento di innovazioni provenienti da altri contesti.
Nell'ambito di un progetto, spesso l'innovazione migliora i sistemi di attuazione esistenti piuttosto che colmare le lacune politiche. È difficile avviare prassi innovative nel breve
arco temporale di un progetto ed è ancora più difficile valutarne la portata innovativa. Gli enti devono comprendere che cosa costituisce innovazione: dovranno pertanto
analizzare, sperimentare e diffondere i risultati ottenuti dai loro progetti per far sì che possano essere adottati da potenziali utenti ed in contesti diversi. Ciascuna PROGETTI
dovrebbe svolgere i seguenti compiti:
ƒ analizzare la situazione iniziale. Per facilitare tale compito, si possono utilizzare gli studi geografici o settoriali, per l'individuazione di disuguaglianze e discriminazioni
ƒ descrivere il carattere innovativo del loro approccio rispetto alla situazione iniziale. Devono essere spiegate in quale modo l'innovazione introdotta contribuisce a
ridurre la disuguaglianza operando un confronto con altre misure per l'impiego precedentemente utilizzate in simili situazioni. Possono, quindi, fare ricorso alle categorie
di innovazione descritte nei paragrafi precedenti (orientate agli obiettivi, ai processi ed al contesto)
ƒ determinare il successo dell'approccio scelto documentando e valutando costantemente la resa, i risultati e l'impatto. Ove possibile, devono confrontare le proprie
sperimentazioni con i risultati ottenuti da modelli già esistenti, al fine di valutare se il nuovo approccio sia più efficace o efficiente rispetto a quelli utilizzati in passato. È
importante documentare i problemi oltre che i fattori di successo.
5. MODELLI PER INDIVIDUARE LE BUONE PRATICHE
Tre modelli per individuare le buone prassi:
1. dall'alto verso il basso: l'Autorità di Gestione o l'utenza (ad esempio, un ente locale od un dipartimento governativo) identificano ciò che ritengono un'attività innovativa
confrontandola con le prassi esistenti
2. dal basso verso l'alto: l’ente stesso identifica (spesso coadiuvata dai propri analisti e dai diretti beneficiari) e offre all'utenza ciò che considera buone prassi
3. peer-review: l’ente – il progetto viene sottoposta a valutazione da terzi e dai decisori politici per pervenire ad individuare le buone prassi che quindi vengono offerte
congiuntamente all'utenza.
19
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
6. INDICATORI
Gli indicatori sono elementi di dettaglio di ciò che si intende “valutare” e possono esprimere, ad esempio, aspetti inerenti determinate capacità/competenze che si devono
acquisire o l’integrazione fra servizi da attivare. La presenza/assenza di tali elementi indica (da cui il termine Indicatori) la realizzazione/non realizzazione dell’oggetto della
valutazione, che l’intervento deve produrre. Un progetto può tuttavia prevedere come risultati/prodotti taluni elementi che possono non essere ulteriormente scomponibili.
20
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
Il maistreaming
Prima di affrontare il processo di mainstreaming è utile chiarire il significato della parola e
conseguentemente dell’azione “mainstreaming”. Mainstreaming: cosa significa veramente?
Il mainstreaming è "un processo mirante ad impattare le politiche e le prassi grazie
all'individuazione di esperienze ed alla definizione di elementi ed approcci innovativi che
permettono la formalizzazione dei risultati, la loro diffusione, la convalida e il trasferimento.
Il mainstreaming designa inoltre, più specificamente, la fase di trasferimento e di
appropriazione, da parte di altri attori, dei risultati, dei metodi e degli elementi chiave
elaborati".
Nel quadro delle nostre progettazioni il mainstreaming significa: integrare le innovazioni
attuate e sperimentate nelle principali politiche per l’impiego e le risorse umane, nei sistemi
e nelle prassi di attuazione, il tutto a livello locale, regionale, nazionale ed europeo.
Il risultato atteso è determinare un impatto su tali politiche e prassi in modo da ridurre ogni
forma di discriminazione e di disuguaglianza nel mercato del lavoro.
Obiettivo ultimo: un mercato del lavoro aperto a tutti.
Sebbene la diffusione sia uno dei capisaldi del mainstreaming l'aspetto chiave è
rappresentato dal trasferimento e infine dall'adozione delle esperienze individuate.
Diffusione vuol dire condividere informazioni e sensibilizzare l'opinione pubblica in merito
alle attività svolte, riguardo ai risultati ottenuti, siano essi positivi o negativi.
Mainstreaming significa trasferire risultati ed adottarli nelle politiche correnti e nelle prassi
standard.
I risultati determinano un forte impatto ed influenzano il cambiamento.
Per rendere possibile il trasferimento di risultati (mainstreaming) è necessario:
• valutare quali siano gli aspetti efficaci;
• individuare gli aspetti che possono essere oggetto di generalizzazione,
• valutare la rilevanza dei risultati e quanto possono incidere sulle politiche e sulle azioni
consolidate;
• convalidare le esperienze e chiarire in quali condizioni tali elementi sono stati
individuati.
Spesso diffusione e mainstreaming si avvalgono degli stessi strumenti, accentuando la
confusione tra le due attività. Tali strumenti includono peer review, pubblicazioni, rapporti,
guide, eventi, visite, eccetera.
Il mainstreaming può avere un impatto sulle prassi, sulle politiche o su entrambe le cose.
Possiamo parlare di mainstreaming delle prassi quando un'organizzazione adotta e
riproduce esempi di buone prassi derivate dalle azioni dei progetti. Tali azioni possono
essere adottate parzialmente o nella loro totalità.
Il mainstreaming delle politiche si verifica quando le esperienze derivanti dalle azioni dei
progetti influenzano o hanno un impatto sulle attività correnti di sviluppo delle stesse
ovvero sulla loro implementazione. È il tipo di mainstreaming più difficile da conseguire, in
quanto prevede necessariamente il coinvolgimento di un gran numero di attori e di
decisori.
21
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
Il trasferimento dei risultati innovativi può essere realizzato in due modi diversi:
1. Mainstreaming orizzontale: cambiamenti a livello locale o regionale spesso incentrati
sulle prassi. Quanto appreso può essere trasferito ad altre persone o organizzazioni che
operano in campi simili. Tale tipologia di mainstreaming, di livello paritetico, è definita
"mainstreaming orizzontale" e viene realizzata principalmente all’interno dei progetti stessi.
Di solito, il mainstreaming orizzontale cerca di modificare le prassi adottate dalle
organizzazioni a livello locale oppure da organizzazioni che operano all'interno di un
settore a livello regionale, nazionale o europeo. In genere, l'adozione di tali cambiamenti
può essere decisa autonomamente da ogni organizzazione, come ad esempio, adottare
una nuova metodologia di formazione sul posto di lavoro per i lavoratori meno qualificati in
aziende di piccole dimensioni.
2. Mainstreaming verticale: cambiamenti a livello politico ed amministrativo. Quanto
appreso può essere trasferito da un livello amministrativo ad un altro, influenzando le
politiche e le prassi in materia di lavoro e formazione sia a livello istituzionale, politico,
normativo che a livello amministrativo. Questa tipologia di mainstreaming viene definita
"mainstreaming verticale". Questo trasferimento è più difficile da realizzare in quanto può
risultare necessario il coinvolgimento di diversi livelli decisionali prima di poter introdurre
qualsiasi cambiamento. Se caratterizzata da un esito positivo, il mainstreaming verticale
può dare vita ad un cambiamento sistemico e generale.
Perché si abbia mainstreaming verticale, sono necessarie una serie di fasi:
Domanda: I decisori politici ed altri potenziali utenti sono interessati ai risultati da integrare
nelle loro priorità politiche correnti e quindi desiderano ottenere le informazioni relative.
Offerta: i progetti sviluppano una prassi innovativa, una nuova idea, un concetto, una
metodologia e desiderano diffonderla e condividerla.
Il processo di Mainstreaming in pillole
Innovazione
I progetti sviluppano e sperimentano nuove soluzioni per affrontare la
disuguaglianza, la discriminazione e l'esclusione dal mondo del lavoro
nonché l'accesso allo stesso.
Convalida
Le reti, i peer ed i soggetti interessati convalidano i risultati innovativi:
• valutano cosa funziona, in quali circostanze e cosa invece non
funziona;
• individuano il potenziale in termini di rilevanza e vantaggio;
valutano il potenziale di trasferimento della soluzione innovativa
emersa.
Diffusione
I progetti e le rispettive reti, come pure i principali soggetti interessati
documentano e convalidano i risultati conseguiti, individuano le
esperienze e li comunicano all'utenza interessata attraverso
conferenze informative, pubblicazioni ed eventi rispondenti alle loro
esigenze. In questo caso i progetti rappresentano gli attori chiave.
Trasferimento
I progetti individuano quali esperienze possano essere trasferite in un
22
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
contesto diverso o più ampio e le rendono disponibili a terzi in grado di
influenzare politiche e prassi.
Ciò può realizzarsi in due modi:
• altri promotori che operano nel settore le adottano nelle proprie
politiche o prassi (mainstreaming orizzontale);
• i decisori politici e gli enti amministrativi adottano i risultati nelle
politiche quotidiane o nelle loro prassi standard (mainstreaming
verticale).
Gli attori chiave in questa fase sono gli individui e le organizzazioni
coinvolte nello sviluppo e nell'attuazione di politiche rilevanti. Ad
esempio, gli organismi politici ed amministrativi di livello nazionale,
regionale e locale, le Parti Sociali, gli opinionisti, le ONG, le chiese, gli
sponsor dei progetti, gli scienziati ed il mondo accademico.
Rilevare le esigenze “politiche”
In un contesto politico, il mainstreaming segue leggi simili a quelle della domanda e
dell'offerta, come avviene nel settore economico. Perché un progetto possa trasferire le
proprie innovazioni nelle politiche o nei sistemi, deve offrire soluzioni efficaci alla domanda
politica.
23
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
Capitolo 4
Le esperienze analizzate
_______________________________________________________________________
Come è stato anticipato nel capitolo n. 2 sono stati individuati degli ambiti di lavoro, per
rendere più facile e leggibile il collegamento con le altre azioni del progetto complessivo.
Il caso – Ambito di riferimento
Caso n. 1
• Presenza di reti formali o informali di supporto ai
processi di integrazione
• Accoglienza / Orientamento / Informazione /
Formazione professionale
Caso n. 2
• Accoglienza / Orientamento / Informazione /
Formazione professionale
• Supporto alla creazione di attività autonome
• Collegamento con i sistemi produttivi
Caso n. 3
• Presenza di reti formali o informali di supporto ai
processi di integrazione
• Accoglienza / Orientamento / Informazione /
Formazione professionale
Caso n. 4
• Accoglienza / Orientamento / Informazione /
Formazione professionale
Caso n. 5
• Accoglienza / Orientamento / Informazione /
Formazione professionale
• Collegamento con i sistemi produttivi
Titolo del caso
Percorso formativo “Addetti
all’ufficio commerciale”
Cooperare con i Balcani
Non solo braccia
Permanence: Accueil Emploi
(Permanenza: Accoglienza Lavoro)
Pré qualification pluri sectorielle
(Pre qualificazione plurisettoriale)
Caso n. 6
• Accoglienza / Orientamento / Informazione /
Tremplin
Formazione professionale
(Trampolino)
• Presenza di reti formali o informali di
supporto ai processi di integrazione
24
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
Caso n. 7
Espoir Emploi
• Presenza di reti formali o informali di
(Speranza Lavoro)
supporto ai processi di integrazione
• Collegamento con i sistemi produttivi
Caso n. 8
• Accoglienza/Orientamento/informazione/For Alea
mazione professionale
Ambito
Caso analizzato
Presenza di reti formali o informali di
supporto ai processi di integrazione
Caso n. 1
Caso n. 3
Caso n. 6
Caso n. 7
Conoscenza della lingua italiana specifica
del settore lavorativo
Trasversale a tutti i casi analizzati
Accoglienza / Orientamento / Informazione
Formazione professionale
Supporto alla creazione di attività autonome
Collegamento con i sistemi produttivi
Caso n. 1
Caso n. 2
Caso n. 3
Caso n. 4
Caso n. 5
Caso n. 6
Caso n. 8
Caso n. 2
Caso n. 1
Caso n. 2
Caso n. 5
Caso n. 7
25
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
Caso n.
Titolo
Ambito/ ambiti
di riferimento
Canale di
finanziamento
Soggetto
attuatore
Periodo di
svolgimento
Contesto e
Obiettivi
Azioni del
progetto
1
Percorso formativo “Addetti all’ufficio commerciale”
• Presenza di reti formali o informali di supporto ai processi di
integrazione
• Accoglienza / Orientamento / Informazione / Formazione
professionale
POR 2000-2006 - Misura 3.4 "Inserimento e reinserimento lavorativo
di gruppi svantaggiati"; azione a "Percorsi integrati per l'inserimento
lavorativo"
Scuola Edile di Taranto, Scuola Edile di Lecce, Scuola Edile di
Brindisi in partenariato con SMILE PUGLIA.
Da Novembre 2003 a Marzo 2005
Il progetto è nato dalla considerazione che da un lato la regione
Puglia ha accolto ed accoglie molti cittadini immigrati e rifugiati
provenienti dai Paesi del Sud Est Europeo e dal bacino del
Mediterraneo, dall'altro lato le imprese pugliesi, soprattutto le piccole e
medie imprese locali, hanno sempre cercato di realizzare scambi
commerciali con i nuovi mercati rappresentati proprio da quei paesi
così straordinariamente vicini alle coste della Puglia non riuscendo
però a superare alcuni vincoli indotti dalla non conoscenza dell'area
proprio per la mancanza in taluni casi delle risorse umane qualificate
per svolgere gli scambi.
Obiettivo del progetto è stato dunque quello di facilitare l'incontro tra
un potenziale umano ancora inespresso, fatto di conoscenze e
competenze, costituito da cittadini immigrati nella regione Puglia, a
volte connotati da un elevato grado di istruzione, ed il sistema
produttivo pugliese che è alla ricerca di risorse umane dotate di
conoscenze specifiche sui paesi esteri che in alcuni casi detiene solo
chi proviene da quei paesi. Grazie al progetto quindi, valorizzando il
potenziale bagaglio di competenze rappresentato da cittadini
immigrati, è stato possibile offrire alle imprese pugliesi (soprattutto
piccole e medie) un opportunità in più per accrescere la propria
competitività sui mercati esteri.
L'azione progettuale ha visto la realizzazione di un intervento
formativo rivolto a cittadini immigrati extracomunitari in età lavorativa
preferibilmente in possesso di un livello di istruzione medio superiore
o titolo di studio corrispondente all'istruzione secondaria di secondo
grado anche non riconosciuto e in cerca di occupazione.
26
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
Il progetto si è articolato in quattro fasi di seguito elencate:
Fase 1 Analisi del fenomeno immigrazione nel territorio jonico,
brindisino e leccese.
La Ricerca sul fenomeno dei lavoratori immigrati ha avuto l'obiettivo di
inquadrare alcune coordinate chiave del fenomeno sia dal punto di
vista quantitativo che da quello qualitativo. Tale lavoro di ricerca è
servito a tarare le successive fasi relative alla selezione degli utenti,
alla progettazione di dettaglio dell'intervento formativo alla diffusione
dei risultati.
Fase 2 Pubblicizzazione dell'intervento formativo e selezione dei
candidati.
La selezione è stata necessaria ad individuare alcuni requisiti di base.
Tra i vari requisiti ha costituito elemento preferenziale l'appartenenza
al sesso femminile proprio per consentire alle numerose donne mogli
di lavoratori immigrati, giunte nel nostro Paese per effetto delle norme
sul ricongiungimento familiare ed ancora in cerca di occupazione,
maggiori opportunità per un inserimento meno problematico nel
mercato del lavoro italiano, favorendo così anche l'integrazione nel
tessuto sociale del nostro Paese, altrimenti reso difficoltoso dal
semplice lavoro domestico.
Fase 3 Percorso formativo
Una volta composta l'aula si è svolta la fase di erogazione del corso di
792 ore a favore degli allievi /allieve selezionati/e che ha visto la
partecipazione di 18 frequentanti. Il percorso è stato strutturato in 10
moduli formativi (456 ore) più un modulo stage di 336 ore.
Nei 10 moduli si sono affrontati e approfonditi i seguenti argomenti:
lingua italiana, lingua inglese, diritto, informazione e sensibilizzazione
alle tematiche dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile, prevenzione
e sicurezza sui luoghi di lavoro, comunicazione, informatica,
economia e diritto commerciale, teorie e tecniche del commercio
internazionale, organizzazione e gestione dell'ufficio commerciale.
Considerando la particolare categoria di utenti (cittadini
extracomunitari e/o rifugiati) preliminarmente all'avvio dei moduli
formativi in senso stretto vi è stata una sorta di primo modulo di
ingresso in cui sono state svolte a favore degli allievi azioni di
orientamento e bilancio di competenze per meglio tarare l'intervento
formativo in base alle esigenze dei corsisti. Il bilancio di competenze
attraverso la somministrazione di test ed interviste dirette ai
partecipanti è servito infatti a valutare attentamente il bagaglio
quali/quantitativo non solo delle conoscenze accumulate nei diversi
27
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
Paesi di origine ed in Italia (sapere) ma anche delle competenze e
capacità/abilità operative (saper fare) e delle capacità e abilità
comportamentali e attitudinali (saper essere).
Al termine del corso, gli allievi hanno potuto conseguire dopo un
esame preliminare l'attestato di frequenza al corso di inglese rilasciato
dalle LCCI ( London Chamber of Commerce and Industry) e la
patente europea ECDL rilasciata dall'AICA (Associazione Italiana per
l'Informatica e il Calcolo Automatico)
Fase 4 Rilascio di attestati
L'ultima fase è quella di rilascio degli attestati agli allievi che hanno
partecipato alle attività formative durante un evento pubblico.
Elemento innovativo e riproducibile della presente azione appare
l’attività formativa arricchita nei contenuti sulla base delle richieste
avanzate ed espresse dai titolari delle piccole e medie imprese del
territorio.
Altro carattere innovativo dell’attività formativa è stato il rilascio di più
certificazioni spendibili nel mondo del lavoro: oltre al certificato di
frequenza proprio della formazione professionale ai partecipanti sono
stati rilasciati sia la patente europea ECDL che l’attestato di frequenza
al corso di inglese.
Elementi
innovativi e
riproducibilità
Un ulteriore elemento innovativo è stata la ricerca condotta con
l'obiettivo di analizzare le problematiche connesse al fenomeno
dell'immigrazione nelle province di Taranto, Brindisi e Lecce, non solo
mediante l'analisi dei dati ufficiali ma anche e soprattutto attraverso le
esperienze degli Enti pubblici e privati che offrono un contributo
prezioso all'acquisizione di quelle informazioni riguardanti le
problematiche sociali ( opportunità lavorative-formative, integrazione
sociale, dinamiche familiari ecc.) che coinvolgono gli immigrati sul
territorio e che difficilmente possono essere reperite.
E' stata dunque un'indagine qualitativa svolta attraverso un'intervista
focalizzata e non strutturata (domande aperte) ad interlocutori
privilegiati appartenenti al mondo dell'associazionismo, delle
istituzioni, delle parti sociali, in grado di offrire un contributo di analisi,
di idee proposte sul tema dell'immigrazione.
Le interviste sono scomponibili nelle seguenti aree problematiche:
• immigrati e mondo del lavoro
• integrazione sociale
• servizi pubblici e privati per gli immigrati.
Gli interlocutori privilegiati sono stati selezionati in base alle loro
28
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
competenze tecniche o istituzionali sulle materie oggetto
dell'intervista, della conoscenza reale e diretta delle situazione
territoriale e dell'impegno civile , sociale o politico del nostro lavoro.
Tra gli interlocutori privilegiati citiamo: CGIL , UIL, CISL, Questura e
Prefettura delle tre province, Ascom, Assindustria Caritas e alcuni
comuni del territorio.
Caso n.
Titolo
Ambito/ ambiti
di riferimento
Canale di
finanziamento
Soggetto
attuatore
Contesto e
Obiettivi
Azioni del
progetto
2
Cooperare con i Balcani
• Accoglienza / Orientamento / Informazione / Formazione
professionale
• Supporto alla creazione di attività autonome
• Collegamento con i sistemi produttivi
Ministero del Lavoro nell'ambito della Legge 236/93.
Organismo promotore ed attuatore del progetto è stata
un'Associazione Temporanea di Imprese costituita fra gli Enti Scuola
Edile di Taranto, Brindisi e Lecce con la consulenza di SMILE Puglia.
Il principale obiettivo del progetto è stato quello di fornire ai dipendenti
di imprese di vari settori (dall'edilizia al settore metalmeccanico, ai
servizi alle imprese) della regione Puglia una serie di conoscenze
teoriche (di carattere geo-politico, giuridico ed economico) ed
operative (lingua, contruattalistica finanziaria e commerciale, standard
tecnici e logistica, organizzazione nuove tecnologie per l'export)
riguardanti i paesi del Sud Est europeo con l'obiettivo più generale di
offrire alle imprese del territorio pugliese una rete di strumenti chiave, formativi ed informativi, per poter accedere a quei mercati
secondo precisi standard di efficienza e professionalità. Tutto
finalizzato alla ricostruzione dell'area Balcanica distrutta dopo la
violenta guerra civile.
Accanto a questo obiettivo di breve periodo, vi è un secondo obiettivo
di più lungo periodo: la cooperazione economica fra Paesi destinati ad
appartenere ad un'unica matrice europea, concretizzando sempre più
l'integrazione fra le due sponde dell'adriatico.
Il progetto si è articolato attraverso quattro fasi.
Prima fase Ricerca
29
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
La prima fase è rappresentata dalla ricerca socio-economica basata
su un'analisi dei fabbisogni formativi con particolare riferimento
all'orientamento delle imprese, all'internazionalizzazione dei propri
mercati di riferimento e condotta su un campione di 150 imprese
pugliesi dei settori edile, dei materiali da costruzione e del legno,
metalmeccanico, dei mobili e dei servizi alle imprese.
Seconda fase Formazione
La seconda fase, anche in virtù dei risultati della prima,della durata di
7 mesi ha riguardato l'intervento formativo in senso stretto e si è
composto di tre sottofasi:
•
formazione d'aula (miglioramento ed aggiornamento delle
competenze) attraverso l'articolazione di sette moduli formativi
nelle 3 sedi formative, una per ciascun capoluogo direttamente
interessato (Taranto, Lecce, Brindisi). La formazione d'aula è
stata inerente la situazione geo-politica dell'area del sud-est
europeo, la situazione economica (stato ed evoluzione dei
mercati e della domanda, sistema bancario locale, analisi delle
reali capacità di scambio, finanziamenti e contrattualistica
commerciale ecc.) la situazione giuridica, gli aspetti
organizzativi, tecnico-economici e logistici nonché elementi di
lingua commerciale.
•
visita guidata nei territori della ex-Jugoslavia (a Belgrado e
Novi Sad) con sperimentazione di attività di scambio
•
verifica dei risultati formativi attraverso la realizzazione di un
project work consistente nell' elaborazione di un progetto/
azione di cooperazione ed interscambio da parte dei
dipendenti delle imprese coinvolte nella formazione.
Terza fase Elaborazione dei risultati progettuali
Questa fase, orientata all'elaborazione dei risultati, ha concentrato i
risultati dell'analisi dei fabbisogni (fase 1) e dell'intervento formativo
(fase 2) in modo tale da:
• ottenere un modello formativo valido da riproporre in futuro ad
istituzioni ed imprese interessate a tali tematiche
• pubblicare un testo -manuale per la cooperazione con i Balcani
quale strumento integrato di conoscenze teoriche e pratiche volto
a tutte le imprese del territorio interessate a tali argomenti.
Quarta fase Disseminazione dei risultati progettuali
La quarte fase ha avuto invece l'obiettivo di divulgare ad un pubblico
più allargato possibile i risultati dell'intera azione formativa attraverso
la realizzazione di convegni/seminari di studi articolati sul territorio
30
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
pugliese.
Elementi
innovativi e
riproducibilità
Caso n.
Titolo
Ambito/ ambiti
di riferimento
Canale di
finanziamento
Soggetto
attuatore
Elemento innovativo e trasferibile appare l'attività formativa, arricchite
nei contenuti sulla base delle indicazioni emerse dalla ricerca ( fase 1)
e sulla base delle indicazioni da parte degli utenti frequentanti l'attività
formativa. E' così stato possibile creare un modello di intervento
formativo riproducibile e esportabile in altri territori, inclusa la nostra
regione.
Altro elemento di innovazione è stata la ricerca condotta su un
campione rappresentativo di 150 imprese operanti nella regione
Puglia nei settori delle costruzioni ed affini. La ricerca ha avuto lo
scopo di:
1. misurare alcune variabili economico aziendali rappresentative
(l'entità del fatturato, il numero degli addetti, l'età dell'azienda
ecc.) per al fine di approfondire le caratteristiche generali del
campione prescelto, individuando per ciascuna impresa i punti di
forza e debolezza.
2. valutare la percezione dell'ambiente organizzativo e del contesto
locale nonché l'orientamento all'internazionalizzazione
3. individuare le caratteristiche della domanda formativa generale
espressa dall'impresa ( l'area formativa e dell'apprendimento
organizzativo)
4. valutare l'interesse dell'azienda ad operare nell'area sud est
europeo ed il connesso fabbisogno in/formativo specifico.
3
Non solo braccia
• Accoglienza / Orientamento / Informazione / Formazione
professionale
Programma UNRRA 2007 (United Nations Relief and Rehabilitation
Administration) Ministero dell'Interno.
Provincia di Foggia e con la partnership e il cofinanziamento dei
Comuni di Foggia, Cerignola, San Severo, San Paolo, Manfredonia,
Torremaggiore, Ascoli Satriano, Stornara, Stornarella, Carapelle, con
le associazioni ACLI, ARCI, Anthea, Mondo Nuovo, Paser,
l’Osservatorio per l’immigrazione di Foggia, il patronato ACLI, la CGIL,
la cooperativa sociale Arcobaleno, la cooperativa sociale "Xenia",
Confcooperative, Confindustria, CIA.
31
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
Contesto e
Obiettivi
Il progetto ha inteso migliorare la diffusione dei diritti e doveri dei
lavoratori immigrati, creare percorsi di orientamento e
accompagnamento al lavoro, facilitare l'ingresso nel mondo del lavoro
dei cittadini immigrati nonché arginare il fenomeno del lavoro nero.
Le attività del progetto sono state divise in 4 moduli:
modulo 1 - orientamento e accompagnamento alla ricerca del lavoro
Si è prefisso di facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro e favorire
l’emersione del lavoro nero prevenendo situazioni di sfruttamento
della mano d’opera immigrata, attraverso l’analisi delle opportunità
lavorative (offerta) e la costruzione di un’ anagrafe degli immigrati in
cerca di lavoro (domanda) che ha valorizzato le aspirazioni e le
componenti professionali della persona immigrata.
Azioni del
progetto
modulo 2 - sportello itinerante “non solo braccia"
Un Camper itinerante con l’obiettivo di migliorare la diffusione, non
solo delle informazione di sportello, ma soprattutto dei diritti e doveri
dei lavoratori immigrati favorendo i percorsi di integrazione sociale
attraverso un coordinamento delle risorse territoriali esistenti. I
destinatari privilegiati sono stati gli immigrati impegnati nel lavoro
stagionale, al fine di creare la fiducia necessaria per intraprendere
un percorso personale di recupero e inclusione sociale.
modulo 3 - percorsi interculturali
Insieme alle attività di Sportello itinerante sono stati attivati percorsi di
animazione interculturale finalizzati al coinvolgimento attivo delle
scuole e delle associazioni del territorio. In tal modo si è promosso il
protagonismo degli immigrati insieme alla comunità autoctona per una
maggiore coesione socio-culturale. Strumenti di tali azioni sono stati
una mostra itinerante sul sistema dell’ immigrazione, una “conferenza
teatro“, animazione nelle scuole e diffusione della costituzione
italiana.
modulo 4 - casa-alloggio per donne sole
Beneficiari dell'intervento sono stati le immigrate extracomunitarie e
neocomunitarie soggiornanti sul territorio foggiano.
Il modulo ha previsto,attraverso una casa alloggio, di dare risposta
alla necessità di prima accoglienza di donne sole e con figli, che
vivono la condizione di disagio e precarietà. La casa-alloggio
rappresenterà un momento di ri-pprogettazione e ri-definizione del
proprio progetto di vita.
32
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
Elementi
innovativi e
riproducibilità
Continuità
dell’azione
La vasta gamma di azioni realizzate nel progetto offrono la possibilità
di poter riprodurre numerosi elementi.
1. Di notevole rilevanza per un’ipotesi di trasferibilità risulta la
creazione di una banca dati per favorire l´incontro regolare tra
domanda e offerta di lavoro straniero quindi il censimento dei
cittadini extracomunitari disponibili all’impiego e l’analisi delle
possibilità lavorative.
2. Lo Sportello informativo itinerante ha agito in due direzioni: da un
lato ha permesso di promuovere il progetto e i suoi servizi a
disposizione dei cittadini immigrati; dall’altro lato ha permesso
una capillare diffusione delle informazioni sui diritti e doveri delle
persone immigrate.
3. Da sottolineare le azioni dedicate al tema dell’alloggio. Le
problematiche abitative rappresentano infatti uno dei primi e
maggiori ostacoli al processo di integrazione dei cittadini
immigrati. Nel progetto, in particolare, si è provveduto a creare
una comunità appartamento per donne sole
4. Infine da evidenziare le azioni di sensibilizzazione nelle scuole,
nelle associazioni locali e nelle piazze per creare una comunità
territoriale pronta all’accoglienza.
I risultati del progetto "Non solo braccia" hanno permesso di poter
presentare il seguito dell'azione "Non solo braccia 2", sempre
nell'ambito del fondo URRA, migliorandone i contenuti.
La finalità generale di "Non solo Braccia 2" è quella di integrare gli
immigrati nel contesto sociale; gli obiettivi specifici sono:
• Promuovere la conoscenza delle normative in materia di
immigrazione, la creazione e l'implementazione di sportelli
informativi sul territorio,
• Sperimentare nuovi servizi legati ai fabbisogni degli immigrati
presenti nel territorio,
• Elaborare e sperimentare nuovi percorsi di orientamento,
accompagnamento e finanziamento all'autoimpiego per
favorire il naturale sviluppo professionale dei numerosi
immigrati, spesso oggetto di condizioni lavorative non
regolari.
Le azioni da realizzare saranno:
Modulo 1: Condivisione di buone prassi e metodologie attraverso
un'azione di messa in rete degli sportelli già esistenti, l'attivazione e
accompagnamento di nuovi sportelli.
Nell'ambito del modulo 1 verranno organizzati anche momenti
formativi sulla base delle reali esigenze emerse dal lavoro di rete.
33
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
Modulo 2:laboratorio itinerante
Un laboratorio itinerante per la sperimentazione di nuovi servizi legati
ai fabbisogni degli immigrati: Più che essere rivolto agli operatori locali
sarà destinato a delle attività dirette agli immigrati nella direzione di
rilevare i bisogni e sperimentare l'offerta di determinati servizi che
potrebbero essere successivamente forniti dagli sportelli dei piani di
zona.
Modulo 3: orientamento e accompagnamento all'autoimpiego
Sulla base dei risultati della fase di analisi di Non solo braccia
verranno individuati delle professionalità interessanti tra quelle
emerse e su queste verranno costruiti dei percorsi di formazione ed
affiancamento consulenziali finalizzati alla creazione di micro-imprese
gestite direttamente da immigrati.
La fase di accompagnamento oltre che ad un tutoraggio del futuro
imprenditore prevede la concessione di un micro-contributo finalizzato
alla copertura dei costi di costituzione ed avviamento della microimpresa. Si sperimenterà l'utilizzo di un fondo di garanzia che
permetterà agli aspiranti imprenditori di poter accedere a prestiti con
tassi agevolati con Banca Etica
Caso n.
Titolo
Ambito/ ambiti
di riferimento
Canale di
finanziamento
Soggetto
attuatore
Periodo di
svolgimento
Contesto e
Obiettivi
4
Permanence: Accueil Emploi
• Accoglienza / Orientamento / Informazione / Formazione
professionale
Finanziamento pubblico - Comune di Rombas
INFA - Institut National de Formation et Application è un'associazione
senza scopo di lucro costituita da 33 centri di formazione
professionale distribuiti sul territorio francese; INFA orienta,
accompagna e forma migliaia di giovani e adulti con l'obiettivo di
condurli ad una qualifica professionale.
In corso di svolgimento
12 mesi da settembre 2008 a settembre 2009
I destinatari di questo progetto sono i cittadini disoccupati del comune
di Rombas, città francese nel territorio della Lorena di circa 11.000
abitanti; la finalità dell'azione, promossa dal comune e realizzata
dall'INFA, è stata quella di ridurre la disoccupazione dei suoi cittadini,
in particolare immigrati, attraverso l'apertura di un servizio
permanente di accoglienza presso i locali del comune.
34
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
Il progetto si articola nelle seguenti fasi:
Prima Fase Accoglienza ed identificazione dei bisogni
Questa prima fase si prefigge di creare una relazione di fiducia con
l'utente, individuare i bisogni e gli ostacoli incontrati nella ricerca del
lavoro e proporre un piano di azione verso l'inserimento professionale.
Seconda fase Accompagnamento
Questa seconda fase ha l'obiettivo di:
• Circoscrivere i problemi incontrati e impostarli in modi costruttivi,
• Analizzare gli insuccessi incontrati
• Identificare i bisogni formativi e di lavoro
• Informare collettivamente e/o individualmente sulla risoluzione di
problemi (mobilità, trasporti, bilancio, alloggio…)
Sia la fase di accoglienza che la fase di accompagnamento sono fasi
"attive" che utilizzano la metodologia della simulazione e del lavoro in
sottogruppi.
Azioni del
progetto
Terza fase Verso l'impiego
Questa fase si pone come obiettivo quello di organizzare un piano di
azione individualizzato per un accesso ad un impiego duraturo; le
proposte vengono costruite ad hoc per ciascun utente.
Tra le attività messe in pratica in questa fase citiamo per esempio:
• Orientamento verso corsi di formazione di base
• Facilitare la conoscenza e il contatto con i partner sociali e le
imprese
• Stesura del CV e/o della lettera di motivazione in risposta ad un
annuncio di lavoro
• Supporto nella preparazione di un colloquio di lavoro
• Accompagnamento nell'impresa
• Supporto nella trattativa del contratto di lavoro
Il formatore dà impulso al percorso ed inoltre può essere coinvolto in
prima persona accompagnando l'utente in impresa o negoziando con
l'impresa il contratto di lavoro.
Al termine del percorso gli utenti hanno potuto accedere ad un
percorso formativo per l'ottenimento di una qualifica professionale
oppure siglare un contratto di lavoro.
Elementi
L'innovazione del progetto è rappresentata dalla tipologia del
35
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
innovativi e
riproducibilità
finanziamento poiché l'attività è stata finanziata direttamente dal
Comune di Rombas.
Il dispositivo inoltre potrebbe essere utilizzato da qualsiasi altro
comune privo di uffici ANPE (Agence Nationale Pour l’Emploi agenzia nazionale per l'impiego) vicini.
Caso n.
5
Pré qualification pluri sectorielle
Titolo
Ambito/ ambiti
di riferimento
Canale di
finanziamento
Soggetto
attuatore
Periodo di
svolgimento
Contesto e
Obiettivi
•
Accoglienza / Orientamento / Informazione / Formazione
professionale
• Collegamento con i sistemi produttivi
Finanziamento pubblico del Consiglio Regionale della Lorena
INFA -sede della Lorena
INFA - Institut National de Formation et Application- un'associazione
senza scopo di lucro costituita da 33 centri di formazione
professionale distribuiti sul territorio francese; INFA
orienta,
accompagna e forma migliaia di giovani e adulti con l'obiettivo di
condurli ad una qualifica professionale.
6 mesi da febbraio 2008 a luglio 2008
La domanda di occupabilità dei giovani è stata una sfida importante
per la Regione Lorena che ha fatto dell'anno 2007 "l'anno della
formazione".
Secondo i dati statistici, la disoccupazione diminuisce meno in Lorena
che a livello nazionale. Nell'ultimo trimestre 2005, il tasso di
disoccupazione si era stabilito al 9,8% della popolazione attiva contro
il 9,5% per la Francia metropolitana.
Il pubblico della regione con meno di 25 anni di età è toccato
maggiormente dalla disoccupazione rispetto alla media nazionale (il
20,9% contro il 16,8% al livello nazionale).
Le imprese devono poter trovare della manodopera qualificata su ogni
bacino di impiego, ciò che non è sempre possibile soprattutto in certi
settori. La tendenza dei giovani ad emigrare dalla Lorena verso il
Lussemburgo o il Belgio ha rinforzato questo problematica. In questa
situazione è dunque fondamentale rendere l'accesso a certi mestieri
più attrattivi per i giovani.
L'osservatorio Interregionale del mercato del lavoro lascia presagire
36
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
un abbassamento vertiginoso delle persone attive da oggi al 2020 - il
rapporto tra i pensionamenti e gli ingressi nel mercato - Per ovviare a
questa osservazione, converrebbe appoggiarsi sui potenziali umani
come la popolazione giovane e la popolazione femminile, forti delle
loro motivazioni ed ambizioni. Tuttavia, persistono dei fattori che
indeboliscono: qualifica inadatta, conciliazione della vita professionale
e familiare, cultura di certe professioni,…
Le azioni di pre-qualificazione e di qualificazione devono portare i
giovani e gli adulti a prendere coscienza delle rappresentazioni
relative al mondo del lavoro, e sviluppare la loro capacità di fare delle
scelte.
Le imprese devono poter trovare soprattutto la manodopera
qualificata su ogni bacino di impiego, ciò che non è sempre il caso
oggi in certi settori dove ciò costituisce anche un freno allo sviluppo.
La tendenza alla partenza dei giovani particolarmente verso il
Lussemburgo o il Belgio rinforza questo problematica. È dunque
fondamentale rendere l'accesso a certi mestieri più attrattivi per i
giovani.
Tra tutti i giovani suscettibili di essere orientati su questa azione di
pre-qualificazione, molti sono usciti del sistema scolastico senza
qualifica e quindi non possono che accedere difficilmente ad un
impiego o dirigersi verso mestieri poco qualificati, spesso di corta
durata, senza alcuna speranza di progressione lavorativa.
Il tempo medio di accesso ad un primo impiego per questo pubblico è
sempre più elevato. Globalmente, più alto è il livello di formazione, più
la probabilità di conoscere un periodo di disoccupazione diminuisce.
L'accesso ad un percorso che qualifica di qualità è un mezzo
essenziale che deve permettere a questi giovani di rinforzare la
probabilità di inserirsi professionalmente.
La finalità dell'azione è quindi quella di preparare l'ingresso nel
mercato del lavoro oppure far ottenere una qualifica professionale ai
giovani con un basso livello di scolarità, principalmente immigrati.
Azioni del
progetto
Prima Fase Accoglienza , posizionamento ed elaborazione del
percorso formativo
Questa prima fase si prefigge di individuare i bisogni formativi ed
informativi ( su diversi aspetti sociali, culturali e pratici) delle persone
immigrate ed elaborare un percorso formativo individualizzato.
Questa fase, della durata di 77 ore, viene suddivisa in 4 obiettivi
formativi:
37
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
1. collocarsi nell'ambiente formativo ( 21 ore)
2. valutazione delle conoscenze e capacità di apprendimento
(14 ore) attraverso un test iniziale scritto e orale
3. individuare il proprio "capitale" di salute (14 ore)
4. prendere coscienza di una nuova organizzazione familiare ( 7
ore)
5. valutare l'immagine di sé e migliorare il sistema di
comunicazione (21 ore)
Seconda fase Rimessa a livello finalizzata
Questa seconda fase, finalizzata alla preparazione per la
qualificazione, si pone come obiettivi pedagogici di:
• acquisire un livello di conoscenze necessario all'ingresso in
un percorso formativo per l'ottenimento di una qualifica
• Elaborare delle strategie di risoluzione dei problemi trasferibili
in un contetso lavorativo
Terza fase Conoscenza dell'impresa e dell'ambiente
Questa fase, della durata di 287 ore, ha come obiettivi formativi quelli
di:
• perfezionare la conoscenza dell'ambiente economico
dell'area locale sviluppando l'autonomia dell'utente ed
approfondire le conoscenza di base del diritto del lavoro
• di acquisire tecniche di ricerca delle informazioni e tecniche
di ricerca dell'impiego
• familiarizzare con le nuove tecnologie
Quarta fase Stage in impresa
L'ultima fase del progetto prevede uno stage in impresa della durata
di 280 ore.
La finalità è essenzialmente quella di consentire all'allievo di
sperimentare anticipatamente e in modo protetto un ruolo
professionale sia negli aspetti tecnico-operativi sia in quelli sociali (
rapporti con i colleghi, rapporto con le gerarchie e i modelli di
comportamento propri di quella organizzazione).
Il formatore dà impulso al percorso ed inoltre può essere coinvolto in
prima persona accompagnando l'utente in impresa o negoziando con
l'impresa il contratto di lavoro.
Al termine del percorso gli utenti hanno potuto accedere ad un
percorso formativo per l'ottenimento di una qualifica professionale
oppure siglare un contratto di lavoro.
38
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
Elementi
innovativi e
riproducibilità
In questo progetto, innovative risultano le attività formative orientate
alla personalizzazione dei pacchetti formativi.
Tutti i corsisti iscritti in un percorso di formazione hanno un obiettivo
generale comune e cioè orientarsi, mettersi a livello, ottenere una
qualifica, ottenere un impiego.., ma ciascuno di essi è unico per storia
personale, capacità, attese, ambiente sociale e familiare, esperienze
professionali, ecc.
Per rispondere a questa diversità è necessaria una vera flessibilità
nella formazione, l'individualizzazione del percorso formativo è
inevitabile. Questa individualizzazione passa da una segmentazione
precisa dei contenuti che permette ad ogni corsista di costruire il
proprio itinerario in funzione dei propri obiettivi pedagogici.
L'individualizzazione permette di :
• Costruire un percorso di formazione coerente
• Favorire il coinvolgimento del corsista nella sua formazione
• Rispondere al meglio ai suoi bisogni ed attese
• Utilizzare al meglio le risorse formative
L'individualizzazione permette all'utente anche di affermarsi nella sua
individualità, di anticipare le situazioni, di fare delle scelte e di
gerarchizzare le sue priorità e di esprimerle.
L'individualizzazione centrata sull'utente combina:
• un percorso di formazione ad hoc;
• modi di apprendimento diversificati e personalizzati
• La pratica in impresa che fa parte integrante del progetto del
corsista.
Occorre quindi distinguere tra:
ƒ lezioni collettive dedicate alla conoscenza delle
professioni, delle imprese, all'appropriazione delle
tecniche di ricerca di impiego che favoriscono la
dinamica del gruppo,
ƒ lezioni individualizzate e di auto-formazione assistita,
ƒ colloqui individuali col formatore con l'obiettivo di
mettere in evidenza le esperienze ed aiutare a
risolvere le difficoltà incontrate, riconsiderare le
differenti azioni rispetto agli obiettivi del piano di
formazione individuale in funzione del progetto
professionale e Badare alla loro formalizzazione ed
alla loro capitalizzazione nel libretto di competenza
corsista.
Il sistema di formazione dell'INFA non si esaurisce con il semplice
rapporto formatore/stagista: oltre la diversità degli strumenti
pedagogici utilizzati, l' approccio INFA mira ad un'articolazione
39
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
originale dei contenuti formativi avvicinando le tecniche di
apprendimento tradizionale e dei metodi di formazione combinati con
la formazione a distanza.
Un elemento trasferibile del progetto è sicuramente la creazione di un
portale ad uso di utenti e formatori: il portale infamail.com permette a
tutti i corsisti e formatori dell'INFA di disporre di strumenti di
comunicazione innovativi come posta elettronica ed un forum aperto a
tutti i corsisti INFA.
Nel portale inoltre si trovano:
ƒ uno spazio news per settore: attualità, rassegna stampa
mensile, agenda
ƒ uno spazio trucchi ed astuzie buocratiche: delle astuzie su
Outlook, Acrobat, Windows ed Internet.
ƒ Un elenco di siti web per settore formativo: selezione tematica
e commentata di siti che propongono delle risorse interessanti
e destinati ad aiutare la ricerche di informazione.
Un ulteriore elemento di innovazione del progetto è rappresentato dal
"portfolio", passaporto verso l'impiego o la qualificazione che viene
predisposto per ciascun corsista; questo documento raggruppa un
insieme di Questo documento riporta le esperienze personali e
professionali dell'utente, metterà in evidenza il saper fare e le
competenze inerenti al proprio progetto, il livello di qualifica e livello di
apprendimento potenziale.
Questo strumento potrà essere utilizzato come legame con altri enti di
formazione professionale e le imprese.
Caso n.
Titolo
Ambito/ ambiti
di riferimento
Soggetto
attuatore
6
Tremplin
• Accoglienza / Orientamento / Informazione /Formazione
professionale
• Presenza di reti formali o informali di supporto ai processi di
integrazione
GRETA LEMAN, fondato nel 1973, si integra in un rete nazionale
costituita da 290 GRETA (groupements d'établissements publics
locaux d'enseignement - raggruppamento di istituti pubblici di
istruzione) e raggruppa 13 scuole e licei dell'Alta Savoia che si
occupano di formazione continua. L'offerta formativa soddisfa
qualsiasi tipologia di pubblico, occupati e inoccupati del settore
industriale e terziario.
40
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
Contesto e
Obiettivi
Si tratta di un dispositivo nato per dare una risposta a persone in
grande difficoltà - tra cui gli immigrati- con la finalità dell'inserimento
lavorativo. La nascita di questo dispositivo si deve ad un forte
fenomeno di disoccupazione sul territorio, che ha spinto la classe
politica ad affrontare la situazione.
La constatazione principale è che gli strumenti “classici” a
disposizione (corsi di formazione, stage in azienda, bilancio di
competenze, etc) funzionano per le persone che non si trovano in
gravi difficoltà. Per le persone che presentano problematiche di tipo
sociale, oltre che professionale, si è reso necessario individuare altri
strumenti.
Inizialmente le persone in grave difficoltà venivano inserite in percorsi
tradizionali, con i seguenti esiti:
1. all’interno di un percorso di formazione non venivano mutati gli
obiettivi finali (l’inserimento lavorativo) e le persone coinvolte
erano un po’ “forzate”: di conseguenza gli abbandoni erano
numerosi, i beneficiari delusi, così come i formatori. Nel caso di
inserimenti lavorativi, la persona non riusciva a mantenere il posto
di lavoro, perché nelle situazioni particolarmente difficili, il
problema non è tanto trovare un posto di lavoro, ma mantenerlo.
2. All’interno di un percorso di formazione "classico", venivano
adattati gli obiettivi, sulla base dei fabbisogni personali. A questo
punto il vero obiettivo non era più l’inserimento lavorativo, ma la
risoluzione di determinati problemi (casa, famiglia, salute, etc,
cioè tutti quei fattori che impediscono la ricerca di un lavoro).
Inoltre l’azione formativa non durava abbastanza a lungo per
poter consentire la soluzione di certe problematiche, oltre a non
inserire il soggetto in un contesto lavorativo. Subentrava quindi un
problema di efficacia del dispositivo.
In conclusione i fabbisogni delle persone in grande difficoltà non
trovavano risposte efficaci all’interno dei dispositivi tradizionali.
Il coinvolgimento delle persone in grave difficoltà non deve
prescindere da alcuni elementi:
• disponibilità (devono cioè essere disponibili a risolvere certi
problemi: casa, alloggio, etc.)
• autonomia (devono cioè accettare di farsi carico in modo
autonomo dei propri problemi)
• obiettivi (devono darsi degli obiettivi da raggiungere).
Queste persone presentano difficoltà in merito a fragile equilibrio
psicologico, difficili comportamenti relazionali, ridotte capacità
cognitive.
41
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
Da questa situazione è emersa la necessità di costruire un
“pezzettino” di percorso mancante, per dare una risposta mirata a
coloro che necessitano di inserimento professionale, ma che non
potranno mai arrivarci se non dopo aver risolto altri problemi. E’
dunque nato TREMPLIN. Si tratta di uno strumento flessibile nato
dalla considerazione che non ci sono due persone identiche, con gli
stessi problemi. In sintesi TREMPLIN è un dispositivo flessibile,
permanente, aperto, individualizzato e costruito in partenariato.
Azioni del progetto
TREMPLIN offre 3 prestazioni.
1. Accoglienza
E’ un servizio permanente che non richiede appuntamento e in cui
vengono svolte 4 funzioni:
1. ascolto
2. luogo conviviale
3. informazione
4. luogo di collegamento con il partenariato.
2. Accompagnamento
Si tratta di un servizio individualizzato e personalizzato costruito sugli
obiettivi delle persone.
Azioni del
progetto
3. Formazione
Le diverse problematiche possono essere affrontate all’interno di
specifici “Atelier” che si basano su supporti diversi. Il metodo e
“mettere i situazione”, far vivere alle persone delle situazioni concrete
e non solo teoriche (es. Atelier di falegnameria, che non ha il fine di
far diventare “falegname”, ma è uno strumento per far imparare il
concetto di sicurezza sul lavoro, per far imparare a lavorare con gli
altri, il rispetto degli orari, etc. Ancora l’Atelier di scrittura, o l’Atelier di
estetista, dove si lavora sulla propria immagine, si entra in relazione
con il proprio corpo, ci si valorizza..).
La valutazione dell’efficacia di questo strumento è molto difficile ed
occorre lavorare su 3 livelli di valutazione che poi dovranno essere
incrociatI:
1. valutazione dei formatori;
2. auto-valutazione del beneficiario (quanto le cose sono cambiate e
come). Si tratta del livello di valutazione più importante, in quanto
da la percezione del cambiamento avvenuto;
3. valutazione dell’assistente sociale che segue la persona (un
42
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
esterno può dire in modo più oggettivo se vi sono stati dei
cambiamenti).
Inoltre come strumento di controllo viene realizzato mensilmente un
Comitato di Pilotaggio che prende in esame ogni caso particolare.
Sottolineiamo inoltre l’importanza del lavoro in partenariato: oltre ad
essere uno strumento finanziario, consente di riunire diverse
professionalità e competenze.
Un elemento innovativo e riproducibile che ha caratterizzato il
dispositivo Tremplin è stato l'utilizzo del colloquio di sviluppo.
Comunemente viene chiamato “colloquio di aiuto”. La premessa
teorica è che l’individuo è un sistema dotato di evoluzione, che
possiede pertanto delle potenzialità. Occorre valutare le
problematiche nel loro complesso e far uscire le singole potenzialità.
Il colloquio di sviluppo si fonda sulla metodologia canadese A.D.V.P.
(Activation Developpement Vocationnel et Personnel), che può essere
tradotta in Attivazione Sviluppo Vocazionale e Personale.
L’intervento su ogni persona viene fatto attraverso 4 tappe:
1. esplorazione
2. cristallizzazione (la comprensione delle cose)
3. specificazione (scegliere, gerarchizzare, catalogare)
4. realizzare – fare – agire
Elementi
innovativi e
riproducibilità
Sulla base di questa impostazione si cerca di "mettere l'individuo in
situazione" attraverso due tappe:
1. l'esperienza/ il lavoro
2. l'analisi:
• Espressione del vissuto
• Trattamento cognitivo
• L'integrazione psicologica
La relazione di aiuto con le persone deve basarsi inoltre su:
• Rispetto
• Empatia
• Il non verbale
• Distanza dall'altro
• Alleanza/patto di lavoro (stabilire insieme su cosa si lavora e
anche per quanto tempo)
• Centralità (lavorare sull'individuo a partire dalla soggettività
della persona)
43
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
•
•
•
•
Riformulazione
Domande aperte
Confronto
Interpretazione empatica
Occorre specificare che all’interno del colloquio di sviluppo è il
“cliente” che fa la maggior parte del lavoro, l’operatore deve favorire
l’avanzamento da un punto A a un punto B, per arrivare alla soluzione
di uno specifico problema.
Non esiste la “ricetta” per la conduzione di questo tipo di colloquio,
deve essere l’operatore ad impostare un processo di avanzamento e
di soluzione del problema.
All’interno di Tremplin non viene proposto a tutti di sostenere questo
colloquio, è il singolo individuo che deve richiedere questo aiuto.
L’operatore non apporta nulla, nessun contenuto, favorisce
l’emersione degli elementi critici attraverso domande mirate (es.
“mentre ti ascolto ho l’impressione che..”), è un processo empatico.
Alcune persone sostengono un solo colloquio, altre lo utilizzano
regolarmente, ma è importante ricordare che l’appuntamento
successivo deve essere richiesto dalla persona, mai proposto.
Il colloquio, è stato detto, è una relazione d’aiuto, ma non è un
intervento di uno psicologo. In media il colloquio dura ½ ora. E’
importante rispettare questo tempo per non rischiare di uscire
dall’argomento.
Gli operatori devono essere coscienti dell’impatto che hanno sui
“clienti” ma anche del contrario. Saper conoscere i propri limiti è già
un valido aiuto per le persone.
Caso nr
Titolo
Ambito/ambiti
di riferimento
Soggetto
attuatore
7
Espoir Emploi
• Presenza di reti formali o informali di supporto ai processi di
integrazione
• Collegamento con i sistemi produttivi
GRETA LEMAN, fondato nel 1973, si integra in un rete nazionale
costituita da 290 GRETA (groupements d'établissements publics
locaux d'enseignement - raggruppamento di istituti pubblici di
istruzione) e raggruppa 13 scuole e licei dell'Alta Savoia che si
44
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
Contesto e
obiettivi
occupano di formazione continua. L'offerta formativa soddisfa
qualsiasi tipologia di pubblico, occupati e inoccupati del settore
industriale e terziario.
Espoir Emploi è un impresa di inserimento e come tutte le strutture di
inserimento francesi sono state create per rispondere alla legge nr
657 del 1998 di lotta contro l'esclusione sociale.
La finalità di queste strutture è quella di favorire l’inserimento sociale e
professionale dei disoccupati, in particolari immigrati. Queste strutture,
attraverso un aiuto dello Stato consentono ai disoccupati di esercitare
una professione avendo sgravi fiscali, sostegno e accompagnamento.
Si suddividono in:
• cantieri di inserimento
• associazioni intermediarie
• imprese di inserimento
• imprese di lavoro temporaneo di inserimento
La caratteristica comune a queste strutture è di rivolgersi a persone
che hanno difficoltà sociali e professionali particolari, ad esempio
giovani immigrarti con meno di 26 anni senza diploma,oppure
beneficiari del RMI (Reddito Minimo di Inserimento), o ancora
disoccupati di lunga durata.
Espoir Emploi nasce in partenariato con importanti attori locali (ANPE,
che deve dare tra l’altro l’autorizzazione, Mission Locale e altri servizi)
per favorire l’inserimento lavorativo di categorie svantaggiate:
• persone disabili
• persone di età inferiore a 25 anni che non hanno formazione o
esperienza lavorativa
• persone in difficoltà (droga, alcol, etc.)
• perone disoccupate
Azioni del
progetto
Il supporto alle persone si svolge attraverso la compilazione di un
dossier ed un colloquio. In seguito, sulla base delle caratteristiche
delle persone, vengono contattate le aziende, alle quali viene
presentato il profilo delle persone. E’ molto importante individuare
l’incrocio giusto persona-azienda. A volte si preferisce non inviare
nessuno in azienda, piuttosto che fallire nell’inserimento, perché
sarebbe un’esperienza troppo traumatica per la persona. Durante il
primo colloquio fra il lavoratore e l’azienda è presente anche un
rappresentante di Espoir Emploi.
45
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
Elementi
innovativi e
riproducibilità
Il punto di forza di questa struttura è il partenariato locale: è infatti il
Prefetto ad essere a capo di questa iniziativa.
Un elemento innovativo è rappresentato dalla valutazione
dell’efficacia dell’intervento la quale viene calcolato non sul numero
degli inserimenti in azienda bensì sul numero di persone seguite.
Caso nr
Titolo
Ambito/ambiti
di riferimento
Canale di
finanziamento
Soggetto
attuatore
8
Alea - Agire in lettura e scrittura diversamente
Accoglienza/ Orientamento/ Informazione/ formazione professionale
Contesto e
obiettivi
Azioni del
progetto
Ministero del Lavoro
GRETA LEMAN, fondato nel 1973, si integra in un rete nazionale
costituita da 290 GRETA (groupements d'établissements publics
locaux d'enseignement - raggruppamento di istituti pubblici di
istruzione) e raggruppa 13 scuole e licei dell'Alta Savoia che si
occupano di formazione continua. L'offerta formativa soddisfa
qualsiasi tipologia di pubblico, occupati e inoccupati del settore
industriale e terziario.
Nel mondo dell’economia si stanno verificando mutamenti che
richiedono all’individuo, per poter lavorare, di avere conoscenze
linguistiche. Purtroppo vi sono persone che sanno leggere ma senza
comprendere il significato: si tratta del fenomeno dell’illettrismo (o
analfabetismo di ritorno), che riguarda molti immigrati e circa il 10%
della popolazione francese.
Le persone con il problema dell’illettrismo pervengono a corsi speciali
in vario modo, in parte segnalate dagli Uffici per l’Impiego.
Tutti i corsi per l’illettrismo sono finanziati dal Ministero del Lavoro.
Il problema delle persone in condizioni di illettrismo è affrontato dagli
operatori di Greta Leman con il ricorso all'azione ALEA. Si tratta di un
approccio messo a punto nel corso di 20 anni ed è un approccio
“diverso” perché utilizza il metodo del Dialogo, che non è quello
utilizzato per insegnare la lettura e la scrittura nelle scuole nazionali
francesi. Negli incontri di alfabetizzazione delle utenti
extracomunitarie, non tutte le persone sono sempre presenti e quindi
l’approccio d’insegnamento utilizzato non può essere quello classico.
Per questa ragione, il metodo di insegnamento ALEA è alternativo a
quello tradizionale
Il metodo ALEA utilizza un approccio diverso dal punto di vista
46
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
metodologico, pedagogico e di valutazione. Il dispositivo si basa sul
principio che il processo di apprendimento linguistico debba partire da
un processo di inserimento sociale, non essendo sufficiente il solo
apprendimento “tecnico” di una lingua. Il punto centrale consiste nel
fatto che lo sviluppo stesso della persona è integrato nel processo di
apprendimento linguistico.
Gli operatori di Greta Leman devono acquisire una formazione
specifica se intendono utilizzare questo metodo.
L’idea di fondo a cui il metodo si ispira è che ciascun allievo inventi
una risposta al quesito rilevante al momento: non si fa riferimento a
risposte giuste o sbagliate, ma solo alle risposte che ciascun individuo
formula. Questo comporta che non vi sia un apprendimento che
procede in modo lineare, bensì un apprendimento a progressione
discontinua, con avanzamenti e arretramenti.
I lavori avvengono a livello di gruppo e tutto viene contestualizzato,
ognuno crea la propria storia e l’operatore diviene un animatore. In
questo modo la persona illetterata scopre in sé risorse che non
pensava di avere.
L’alfabetizzazione non prevede un esame e una certificazione finale,
servendo a fare emergere una progettualità professionale. Esistono
tuttavia, all’interno del corso, test di ortografia, di grammatica, di
comprensione del testo, di punteggiatura, ecc.
Se la persona che esce dal percorso di alfabetizzazione vuole
accedere ad un altro percorso formativo, deve sottoporsi ad una
valutazione di ingresso nel nuovo corso.
Elementi
innovativi e
riproducibilità
Un elemento innovativo dell'azione è innanzitutto rappresentato dalla
valutazione in ingresso del partecipante: viene utilizzato un sistema di
valutazione pronostico, che valuta la differenza fra le competenze
iniziali effettivamente possedute e quelle finali che si vogliono
raggiungere al termine del percorso. Consiste in un test articolato su
molte competenze e risulta importante sia per il Sistema Qualità che
per l’ente finanziatore, per valutare la qualità della formazione.Il
sistema di valutazione è stato reperito in bibliografia (né inventato né
commissionato) ed è stato elaborato in ambito universitario.
Un secondo elemento innovativo è rappresentato dal metodo ALEA. I
metodi tradizionali di apprendimento linguistico vedono l’alternarsi di
teoria (prima) e pratica (poi), con esercizi ripetitivi che servono a
memorizzare le regole.
Nel metodo del Dialogo non è così: non si parla di grammatica, ma si
parla molto, per vivere le situazioni rappresentate con il mezzo
47
Acquisizione di servizi per la promozione dell’integrazione sociale e lavorativa di cittadini stranieri adulti sul territorio regionale
linguistico. Il metodo comprende anche esercizi strutturati per
consentire una formulazione di frasi corrette, ma non sono esercizi di
grammatica. La lingua viene quindi vissuta come parte della vita
personale e sociale. La teoria viene insegnata dopo la pratica, ad
esempio, la negazione viene insegnata inventando delle storie
esemplificative, a cui tutti gli allievi devono partecipare.
Anche l’ortografia e la scrittura vengono insegnate con metodi che
non hanno l’apparenza di esercizi. Il modo in cui il metodo è
strutturato permette anche di evitare una concorrenza tra le persone,
che anzi trovano le condizioni per aiutarsi tra loro.
Si tratta di un metodo appropriativo, che fa ricorso anche a capacità
gestuali e coinvolgendo gli spazi. Vengono disciplinati lo sguardo,
l’attenzione e la concentrazione, attraverso specifici esercizi.
1a fase
Inizialmente si lavora sull’orale e non sullo scritto, in modo da
strutturare il pensiero orale di ciascuno. In questa fase si parte da
situazioni immaginarie e non reali.
2a fase
Prevede la lettura di testi e la scrittura di piccole frasi, con l’ausilio di
esercizi semplici. L’obiettivo è di creare il gusto di leggere, facilitando
l’accesso alla scrittura.
3a fase
Affronta la scrittura e i problemi ortografici precedentemente
accantonati.
Tutti gli esercizi sono strutturati nel tempo e hanno una specifica
durata. Gli errori invece non sono sanzionati, viene previsto il diritto a
sbagliarsi, rendendo l’errore un’occasione di crescita.
Si tratta quindi di un lavoro di formazione personale che va oltre
l’aspetto linguistico. E’ previsto anche un lavoro sulla matematica, in
cui non si fanno operazioni, ma si procede mediante riflessioni. I
problemi sono situazioni non complete che vanno completate
basandosi sul ragionamento, le operazioni giungono come esito finale
del ragionamento.
48
Scarica

Untitled