IMPLEMENTAZIONE DEL PORTALE DELL’INTEGRAZIONE E
SUA GESTIONE SPERIMENTALE A LIVELLO LOCALE
Piano Operativo di Dettaglio (POD)
Implementazione del Portale dell’integrazione
e sua gestione sperimentale a livello locale
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SOMMARIO
1. Introduzione .................................................................................................................................................. 3
2. Il contesto territoriale.................................................................................................................................... 4
3. La rilevazione dei fabbisogni ....................................................................................................................... 10
4. Ambiti di intervento e obiettivi generali ..................................................................................................... 13
5. Gli interventi di integrazione ....................................................................................................................... 14
6. Valutazione ex ante ..................................................................................................................................... 25
7. Attività di comunicazione ............................................................................................................................ 27
8 Cronoprogramma delle attività ............................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
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e sua gestione sperimentale a livello locale
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1. Introduzione
Il Consiglio dei Ministri del 10 giugno 2010 ha approvato il documento “Italia 2020 Piani per
l’integrazione nella sicurezza Identità e Incontro” (di seguito, Piano per l’integrazione) che
riassume la strategia da perseguire in materia di politiche per l’integrazione per le persone
immigrate, coniugando accoglienza e sicurezza. Tale Piano, alla luce del Libro bianco sul futuro
del modello sociale, individua le principali linee di azione e gli strumenti da adottare al fine di
promuovere un efficace percorso di integrazione, in relazione a cinque assi prioritari:
educazione e apprendimento, lavoro, alloggio e governo del territorio, accesso ai servizi
essenziali, minori e seconde generazioni.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e l’ANCI hanno sottoscritto, in data 29 Luglio
2010, una Convenzione Quadro finalizzata alla realizzazione di una cooperazione sinergica nello
sviluppo delle azioni volte a dare attuazione agli obiettivi individuati nel citato Piano per
l’Integrazione. Quest’ultimo, inoltre, indica, tra gli strumenti previsti, il Portale dell’Integrazione
www.integrazionemigranti.gov.it, precisando che, lo stesso, dovrà costituire il luogo di raccolta
e scambio delle buone pratiche promosse, in un’ottica di fattivo coinvolgimento, raccordo e
interscambio tra Amministrazioni pubbliche ed operatori del privato sociale.
L’estrema articolazione delle competenze e delle politiche attive nel campo dell’integrazione
degli immigrati, ha suggerito di promuovere una Sperimentazione del citato Portale su base
locale, valorizzando le specificità territoriali e gli interventi posti in essere da organismi pubblici
e privati. A tal proposito, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e l’ANCI hanno stipulato
apposita Convenzione, per l’attuazione del programma “Implementazione del Portale
dell’Integrazione e sua gestione sperimentale a livello locale”, finalizzata, in via generale, alla
diffusione dei risultati delle azioni realizzate dagli Enti locali in materia di integrazione degli
immigrati e di tutte le informazioni utili a facilitare i processi di inclusione sociale e
partecipazione alla vita della comunità.
Pertanto è necessario che la sperimentazione, al fine di migliorare la qualità dell’interazione
con le organizzazioni amministrative che si occupano di immigrazione e la qualità dei servizi
offerti ai migranti, si ponga come obiettivi generali di:
 sviluppare le capacità di visione d’insieme e le competenze necessarie per affrontare gli
interventi di integrazione degli immigrati richiesti dalla Convenzione stipulata tra il
Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali e l’Anci e dallo scenario in cui Roma Capitale
è chiamata ad operare.
 Condividere una metodologia di rilevazione del fabbisogno che favorisca il
miglioramento della programmazione locale e l’offerta di servizi volti all’integrazione
degli immigrati.
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


Elaborare un modello che consenta l’applicazione sistemica, nell’attività operativa
dell’organizzazione pubblica, dei metodi e degli strumenti che migliorino l’efficacia e
l’efficienza dei servizi.
Reinterpretare l’organizzazione pubblica come sistema di processi con la finalità di dare
adeguata evidenza alle azioni progettuali promosse nell’ambito della Sperimentazione.
Promuovere una concreta condivisione della metodologia di lavoro tra i diversi soggetti
sperimentatori valorizzando la Sezione locale del portale dell’immigrazione.
L’intervento proposto prevede le seguenti attività:
1. analisi e diagnosi organizzativa del Dipartimento Promozione dei Servizi Sociali e della
Salute e delle Unità Operative coinvolte
2. progettazione di una metodologia di rilevazione dei fabbisogni per l’integrazione degli
immigrati finalizzata al miglioramento della programmazione locale e all’adeguamento
dell’offerta di servizi;
3. sperimentazione del modello in almeno due dei cinque assi di integrazione
contemplati nel Piano per l'integrazione, nei Comuni di Roma, Milano e Prato;
4. applicazione della citata metodologia di rilevazione dei fabbisogni in altri quattro
contesti territoriali, con il fine di verificare la trasferibilità dell’intervento;
5. mappatura degli interventi di integrazione sociale realizzati nei Comuni sperimentatori
e selezione di eventuali buone pratiche.
6. sviluppo di una apposita Sezione locale del Portale dell’Integrazione, con il fine di dare
adeguata evidenza alle azioni progettuali promosse nell’ambito della Sperimentazione
nonché promuovere una concreta condivisione della metodologia di lavoro tra i diversi
soggetti sperimentatori.
In tale contesto, conclusa la fase di rilevazione di cui al precedente punto 1, il presente
documento riassume la proposta progettuale di Roma Capitale, volta all’adeguamento della
propria offerta di servizi in materia di integrazione.
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2. Il contesto territoriale
L’esigenza improrogabile dei sistemi pubblici di tutela della Persona è quella di avviare un
riflessione finalizzata alla rivisitazione del concetto di presa in carico integrandolo con una nuova
prospettiva programmatica che richiede una diversa attenzione alla dimensione territoriale e una
riconsiderazione del concetto di confine operativo amministrativo. Questo processo si basa su
logiche di carattere interistituzionale ed interdisciplinare che meglio possono rappresentare le
esigenze plurime delle comunità sempre più articolate per bisogni ed aspettative.
Il processo che deriva da questa idea di “nuova qualità” pubblica, è una maggiore efficienza del
sistema sia in termini prestazionali che nella produzione di modelli di comunicazione intra ed
extra istituzionali strategici per promuovere una conoscenza approfondita dei bisogni e fabbisogni
del cittadino. Ciò è ancora più vero quando l’interesse si concentra sulla persona migrante che
porta con sé una molteplicità di problematiche ed esigenze tanto da farne un marker
dell’efficienza del sistema di servizi.
A spingere oggi l’Amministrazione comunale verso una maggiore capacità programmatica e
operativa vi è senz’altro l’esigenza di contenimento dei costi da un lato e di miglioramento della
qualità dei servizi dall’altro.
Tali esigenze, per quanto riguarda l’articolato mondo delle migrazioni, possono trovare una
naturale risposta nella creazione di un sistema integrato di servizi finalizzati all’accoglienza e
all’autonomia sociale dei migranti, esperienza estendibile comunque a tutto il comparto sociale.
Le nuove funzioni richieste al nuovo modello a fronte dei bisogni emergenti vedono una
transizione di attività:
 dal lavorare nel e con il singolo progetto, al creare una rete cooperante di servizi;
 dall’intervento di contatto diretto con l’utente, al sistema di programmi di promozione della
cultura del servizio integrato e di sostegno al processo di autonomia sociale delle persone;
 dalle funzioni amministrativo– burocratiche di coordinamento del singolo progetto/servizio,
alle funzioni di promozione e governo dei processi verso la qualità sistemica dei servizi nella
rete di cooperazione territoriale.
Le innovazioni di sistema richiedono un generale cambiamento che riguardi alcuni fattori
prevalenti: una urgenza multidimensionale che non concede rinvii in termini di risposte ai bisogni
emergenti, presenza di una pluralità di soggetti gestori di progetti/servizi che agiscono con logiche
autoreferenziali e di breve respiro spesso finanziati da diverse committenze; esigenza di accelerare
il processo d’integrazione territoriale dei diversi apporti/risorse; necessità di chiarire e condividere
il ruolo del “pubblico” nella costruzione di un sistema territoriale caratterizzato da complessità e
sovrapposizioni che necessitano di sintesi costruttiva, in un contesto sempre più problematico sul
versante delle risorse.
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Dunque la realizzazione di un sistema di governance territoriale di natura sistemica, può
contribuire alla ricomposizione delle pluralità e alla valorizzazione delle esperienze attraverso cui
possono essere messe in discussione divisioni storicizzate di approccio: socio-assistenziale,
educativo e lavorativo; pubblico e privato; prospettiva pedagogica e prospettiva organizzativoamministrativa; qualità sociale e qualità gestionale.
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Le migrazioni a Roma
Roma, o meglio il suo territorio metropolitano, è una delle aree nazionali con il più alto tasso di
sviluppo, perciò è anche una delle mete preferite dal flusso migratorio. Nel suo ultimo rapporto
sugli indici territoriali di integrazione in Italia, il CNEL rileva che il territorio romano ha
gradatamente aumentato negli ultimi anni la sua capacità di attrazione in campo socio-lavorativo,
transitando da un indice di capacità “medio” a uno “alto”. In questa capacità di produrre sviluppo,
e quindi benessere, dell’area romana la popolazione immigrata sta giocando un ruolo ben preciso,
poiché si calcola che circa l’8% del PIL romano sia prodotto da lavoratori e imprenditori stranieri
(dati Unioncamere 2011).
Nel territorio di Roma Capitale, secondo dati relativi al 1 gennaio 2010 dell’Ufficio Statistica
dell’Amministrazione comunale, sono residenti 320.409 cittadini stranieri con un aumento del
9% rispetto all’anno precedente. Il fenomeno migratorio nel territorio è aumentato
esponenzialmente in 10 anni: dal 2000 gli stranieri residenti nella capitale sono aumentati
dell’89,9%. Le nazionalità più rappresentate sono: rumena con 67.366 persone, filippina con
32.932 persone, polacca con 14.674 persone, bangladese con 14.039 persone.
Fra gli stranieri la componente femminile è numericamente più consistente di quella maschile e
rappresenta il 53,1% dei residenti con cittadinanza estera, anche se si riscontrano ancora notevoli
differenze tra le varie nazionalità.
Dall’analisi dei dati degli iscritti in anagrafe, inoltre, emerge che oltre l’80 % degli stranieri presenti
nella Provincia è residente nella capitale e, sebbene tale percentuale sia diminuita nel corso del
tempo, evidenzia come la capitale, in realtà, continui ad essere un polo di attrazione per la gran
parte dei cittadini stranieri che viene nel Lazio.
La popolazione straniera nel suo processo di stabilizzazione tende quindi a divenire parte
strutturalmente significativa della cittadinanza. Le possibilità offerte dalle diverse iniziative di
regolarizzazione che si sono succedute nel nostro paese, ha di fatto reso misurabile il fenomeno e
fondato il suo aspetto prevalente sull’accesso alle opportunità lavorative. A tale ovvia possibilità se
ne legano altre indirette che riguardano i ricongiungimenti familiari e la formazione di nuove
coppie con il conseguente aumento delle nascite: dagli oltre 4.400 figli di stranieri nati in Italia
rilevati nel 2007, si è passati nel 2009 a quasi 4.645 nati.
I bambini stranieri nati in Italia rappresentano un segmento di popolazione in costante crescita.
Essi sono una “seconda generazione”, in quanto non sono immigrati e la cittadinanza straniera è
dovuta unicamente al fatto di essere figli di genitori stranieri.
I dati riportati ci parlano di un’immigrazione romana che si sta territorializzando, è una
popolazione, cioè, che aumenta il proprio tasso di residenzialità e la lega sempre di più, sia come
vita privata che come attività, al territorio in cui vive e lavora. Interessante notare oltre alla
percentuale d’incidenza sull’intera popolazione che si aggira intorno al 10%, la presenza di 190
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comunità nazionali differenti, con circa 84 lingue parlate, a testimonianza di un’elevatissima
diversificazione culturale del territorio, distribuita abbastanza uniformemente in tutto il comune.
In termini di presenza l’area geografica più rappresentata è quella dell’Europa a 15, ovvero
dall’Europa comunitaria, in cui sono confluite anche la comunità rumena che è la più numerosa
(67.366 individui) e quella polacca (14.674 persone residenti). Invece, tra i cittadini stranieri
dell’Unione Europea, le collettività più consistenti sono quelle dei francesi (5.980) e degli spagnoli
(5.390).
L’Europa centro orientale è rappresenta dall’8,3% dei residenti (principalmente l’Albania,
l’Ucraina, l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia e la Moldova) che contano complessivamente
oltre 22.000 iscritti in anagrafe.
Gli stranieri di cittadinanza africana sono più di 44 mila (in termini relativi il 13,7% del totale); di
questi i cittadini egiziani rappresentano la collettività più numerosa (9.765 residenti), ma anche i
cittadini del Marocco e dell’Eritrea sono ben rappresentati (3688 residenti per i primi e 4580 per i
secondi), seguiti dai cittadini etiopici (2.518 unità).
Roma presenta anche comunità di origine asiatica: gli stranieri provenienti da questo continente
sono 86.938 (27,1%) e, tra questi, i cittadini filippini, insieme a quelli cinesi e a quelli del
Bangladesh, costituiscono oltre la metà della popolazione asiatica residente nella città.
I cittadini americani, invece, costituiscono il 12,5% dell’universo di riferimento. In particolare, i
sudamericani sono i più rappresentati con 34.339 presenze e, tra questi ultimi, la comunità più
numerosa risulta essere quella peruviana (11.968 persone), seguita dalla collettività ecuadoriana e
da quella brasiliana (rispettivamente con 7.274 e 3.137 persone). Per l’America settentrionale,
invece, sono 5.702 le persone iscritte all’anagrafe. (Dati Ufficio di Statistica e Censimento del
Comune di Roma - 2009).
Analizzando i dati per genere e cittadinanza, si osserva che gli stranieri provenienti dall’America
centro-meridionale sono caratterizzati da una forte femminilizzazione: le donne, infatti,
rappresentano il 62,7% (contro il 37,3% degli uomini). Anche l’Europa presenta una prevalenza
femminile (57,8% contro il 42,2%), mentre il continente africano è segnato da quella maschile (il
59,7% contro il 40,3% della componente femminile), come anche si rileva per gli stranieri
provenienti dall’area orientale (52,9% contro il 47,1%).
La distribuzione degli stranieri per classi di età mostra che oltre la metà dei residenti ha un’età
inferiore ai 40 anni. Scendendo più nel dettaglio, si può osservare che il 15,2% degli stranieri è
minorenne e il 7,3% ultrasessantaquatrenne, mentre si registra una significativa percentuale di
persone con un’età compresa tra i 20 e i 39 e tra i 40 e i 64 anni. La maggior parte degli stranieri
presenti è dunque in piena età da lavoro.
La presenza femminile risulta minoritaria nelle età giovanili e tra gli adulti fino ai 19 anni; fra gli
adulti, invece, a partire dai 20 anni, le donne sono più numerose degli uomini. La concentrazione
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massima sia per gli uomini che per le donne si registra nella classe 35-39 anni. La struttura per
stato civile evidenzia che gran parte dei cittadini stranieri residenti sono celibi o nubili (56,4%) e
coniugati (39,7%), mentre la restante quota si distribuisce tra i divorziati (2,4%) e i vedovi (1,6%).
La presenza straniera è presente in tutti i 19 Municipi seppur diffusa disomogeneamente: si
passa dai 38.533 stranieri residenti nel I municipio, ai 5.307 residenti nel III. La presenza delle
comunità straniere può essere sommariamente suddivisa secondo gruppi etnici che
maggiormente, per contatti e vincoli familiari, si concentrano in alcuni quartieri piuttosto che in
altri. Ad esempio la maggior parte dei cittadini di nazionalità bangladese si concentra nei municipi
VII e I mentre i rumeni nell’VIII Municipio raggiungono 15.888 presenze e i filippini nel XX sono
4.183.
Oltre alle due aree di maggior concentrazione, i cittadini stranieri residenti a Roma vivono
principalmente nei Municipi II, XIII, XVIII e XIX.
L’insediamento della popolazione straniera raggiunge il minimo nel III e nel XVII Municipio, che
sono anche i meno estesi territorialmente.
La presenza elevata di stranieri nel centro storico di Roma è dovuta anche alla presenza di
associazioni di volontariato che permettono a una quota di essi di fissare la residenza presso le
proprie sedi.
Il 23,4% di tutti i matrimoni celebrati a Roma hanno almeno uno sposo straniero e i matrimoni
fra cittadini stranieri sono oltre il 10% del totale delle celebrazioni. Oltre 25.000 sono i minori che
frequentano le nostre scuole, che diventano 45.000 contando anche l’hinterland.
I dati del servizio anagrafico e dell’ISTAT mostrano senza possibilità di dubbio che il trend di
aumento dei nati stranieri è non solo quantitativamente significativo ma anche veloce nel tempo.
I dati sulle famiglie che crescono e sull’infanzia che entra sempre di più nelle scuole suggeriscono
la tendenza della popolazione immigrata romana a pensare alla propria sistemazione, al di là delle
problematiche della precarizzazione normativa e del disagio sociale in cui una parte
fortunatamente piuttosto limitata versa.
Ma questa tendenza “a sistemarsi” diventa invece una vera e proprio strategia di stabilizzazione
strutturale, quando accostiamo ai dati precedenti quelli relativi agli “investimenti” che
l’immigrazione romana fa rilevare sul nostro territorio. Sono investimenti su sé stessi, sulla propria
capacità di vivere adeguatamente e alla pari con tutto il resto della cittadinanza italiana e
contemporaneamente di fiducia nel “Sistema Roma”.
Questa stabilizzazione trova riscontro nella crescita demografica più o meno omogenea nelle 11
maggiori città italiane e nel rapporto tra cittadini italiani e stranieri, infatti ogni 100 abitanti dal
2001 al 2007 si passa dal 3% a quasi il 7% influendo sulla domanda delle abitazioni in acquisto e in
locazione.
Proprio la questione abitativa rappresenta l’elemento di maggiore difficoltà nel percorso di
stabilità. Gli aumenti del canone di locazione nell’arco delle ultime annualità ha superato di oltre il
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30% quello derivante dall’inflazione. Nel complesso delle famiglie, italiane e straniere, il 15,55%,
corrispondente a 3,3 milioni di famiglie, si trova in condizione di disagio abitativo, per il costo o per
il sovraffollamento .
Secondo l’Ufficio Studi di Tecnocasa, la diminuzione dei prezzi delle abitazioni dovuta alla crisi
internazionale e la carenza di liquidità bancaria per i mutui, hanno determinato una maggiore
offerta di immobili sul mercato e una minore disponibilità di spesa da parte dei potenziali
acquirenti, soprattutto gli stranieri, i giovani, le famiglie monoreddito e i lavoratori con contratto a
tempo determinato.
Perciò tutta la popolazione italiana a reddito medio-basso è stata costretta a ritornare
prevalentemente agli affitti piuttosto che all’acquisto di casa. Esaminando i dati provenienti dal
mondo dell’immigrazione, è possibile osservare che, pur tenendo conto della congiuntura, già ora
esiste una fascia di immigrati che sta scommettendo sulla propria stabilizzazione e sta
investendo denaro, sforzi e futuro a vantaggio della comunità italiana. Ma per gli immigrati, che
si trovano a vivere in una condizione positiva ne esistono molti altri che conducono un’esistenza
più opaca, faticosa, evidenziata da un mercato degli affitti troppo alto e dalla presenza di una
speculazione sommersa che spinge verso le coabitazioni forzate, i posti letto, la precarietà.
Sono dunque gli eventi congiunturali a determinare la precarietà alloggiativa dei cittadini
migranti e l’assenza in Italia di volontà e risorse finalizzate ad una politica strutturale di social
housing, più che una scelta “culturale” di marginalizzazione urbana imputata a queste persone.
E’ oggi consolidata nelle fasce più vulnerabili della cittadinanza italiana una percezione distorta
che vede nella persona straniera un concorrente “privilegiato” nell’accesso alla casa.
Questo antagonismo al ribasso sta generando una sorta di “guerra tra poveri” che non può trovare
oggi una soluzione con mezzi ordinari e di mercato, e rischia di separare e consolidare
definitivamente le aree di marginalità. La ricerca di soluzioni meno tradizionali spesso invocata
come l’auto-recupero e il co-housing, possono risolvere solo parzialmente il problema alloggiativo,
ma costituisco momenti di proposta e confronto territoriale per la condivisione di un progetto
comune.
Dunque appare evidente dagli elementi indicati come l’immigrazione romana si muova in modo
spontaneo e autonomo verso una stabilizzazione personale e di vita, che non potrà non influire
sulla quantità e qualità dei servizi pubblici, in special modo comunali, in misura maggiore di
quello che già oggi non avvenga.
La complessità dei fattori di contesto ci descrivono la complessità del processo di integrazione, che
comprende l’intera gamma dell’offerta dei servizi. Di conseguenza una Politica cittadina che
guarda a misure di coesione corresponsabile non potrà che coinvolgere tutte le politiche
comunali.
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Limitare strategicamente l’interesse delle Politiche ai servizi di inclusione sociale significa invece
prendere coscienza che, pur svolgendo un’indispensabile opera di sicurezza sociale, si sarà ancora
lontani da sortire effetti efficaci sul processo di integrazione dei romani non italiani, che i dati
mostrano svilupparsi in maniera più articolata.
3. Ambiti di intervento e obiettivi generali
Da quanto emerso dall’analisi del contesto, l’articolazione dei processi migratori, nell’ampio
territorio dell’area romana, richiede una diversa capacità di programmazione dell’insieme delle
Politiche cittadine a favore dei cittadini migranti.
I tentativi d’innovazione programmatica posti in essere dai diversi assessorati e dipartimenti che
nel tempo hanno incrociato la tematica immigrazione, non hanno avuto quelle ricadute che ci si
poteva attendere da una pluralità d’interventi dotati anche di importanti risorse.
La conseguenza è stata quella di delegare di fatto le politiche per l’immigrazione a interventi di
natura prevalentemente emergenziale con la speranza che il fenomeno, come in parte sta
avvenendo, si autodeterminasse e trovasse una propria via “normale” e non conflittuale anche
senza l’intervento delle istituzioni preposte.
Inoltre l’eccessiva parcellizzazione degli attori e delle risorse finanziarie riconducibili al target
migranti in relazione ad un numero importante di presenze, conferma di non essere in grado di
risolvere efficacemente anche le questioni di criticità presenti in città.
L’insufficienza d’interventi di carattere strutturale e di pianificazione a medio-lungo periodo,
non hanno permesso lo sviluppo di strumenti di programmazione e gestione flessibili capaci di
garantire all’impianto una costante manutenzione in relazione alla mobilità del settore e alle
dinamiche internazionali che determinano a livello territoriale i maggiori impatti. Ciò ha
determinato soprattutto nell’area della progettualità promozionale e del sostegno ai processi di
autonomia sociale la maggiore carenza programmatica.
L’inversione di rotta appare la sfida strategica per il prossimo periodo, in quanto in grado di
guidare l’innovazione da una lato imponendosi come Politica della sicurezza territoriale evoluta e
dall’altro di accompagnare il trend socio-demografico come riferimento del mutante assetto
sociale: dunque un investimento naturalmente transgenerazionale perché accompagna in modo
meno traumatico di quanto ora non avvenga, la costruzione del sistema relazionale che si sta
determinando e produca un equilibrio della spesa in quanto riguarderà l’insieme dei cittadini, a
volte di culture diverse, ma appartenenti alla stessa comunità e allo stesso destino.
Dall’insieme degli elementi descritti il progetto sperimentale intende muoversi all’interno di due
direttrici:
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1. nel sistema organizzativo del Dipartimento Promozione dei Servizi Sociali e della Salute e
delle singole U.O. attraverso:
Rivisitazione del modello gestionale interno dei singoli servizi/progetti dedicati
all’accoglienza, all’assistenza e alla promozione dell’autonomia operanti all’interno delle
singole U.O. del Dipartimento Promozione dei Servizi Sociali e della Salute che consentirà
di individuare e di condividere nuove missioni, valori e culture, obiettivi e strategie
gestionali, finalizzate alla ricerca dell’efficacia e dell’efficienza del modello operativo,
dell’innovazione richiesta e del cambiamento imposto.
La promozione di un modello di comunicazione e di interazione programmaticooperativa tra i servizi/progetti dedicati all’accoglienza, all’assistenza e alla promozione
dell’autonomia operanti all’interno delle singole U.O. del Dipartimento Promozione dei
Servizi Sociali e della Salute.
La promozione di un modello di comunicazione interna ed esterna e di interazione
programmatico-operativa tra le diverse U.O. del Dipartimento Promozione dei Servizi
Sociali e della Salute che si occupano esclusivamente o indirettamente di programmi e
servizi per i cittadini migranti.
La creazione di uno spazio di confronto e proposta aperto e interdisciplinare, tra il
sistema dipartimentale, i Municipi sperimentatori di Roma Capitale e le organizzazioni
sociali operanti nel territorio impegnate direttamente o indirettamente nell’assistenza e
nella promozione dell’autonomia dei cittadini migranti.
2. Percorso progettuale integrato multisettoriale denominato SIA – Servizi Integrati per le
Autonomie, per verificare in termini concreti il processo avviato, attraverso misure di
accompagnamento abitativo e lavorativo per favorire l’autonomia dei cittadini migranti
L’integrazione di tipo teorico e pratico che sostiene lo sviluppo del lavoro nelle due direttrici,
appare coerente con la mission del Portale dell’Integrazione strumento/obiettivo di facilitazione,
accesso e fruizione dei servizi attivi nel territorio da parte dei cittadini migranti e delle
organizzazione che operano in loro favore.
L’architettura necessaria per la costruzione di questo sistema integrato di servizi finalizzati
all’assistenza e all’autonomia dei cittadini migranti, richiede quale condizione la presenza di
agente di cambiamento (Fondazione Roma Solidale onlus) capace di accompagnare l’evoluzione
del disegno realizzato su carta in esperienze misurabili che superino la logica del singolo servizio e
adottino già in fase di programmazione la dimensione delle rete di cooperazione tra servizi; dal
pensare a singoli utenti di un servizio ad un agire programmatico-operativo per tutti i cittadini; da
interventi realizzati dentro il singolo progetto/servizio per l’immigrato ad azioni integrate aperte
alla comunità che si offrano come cultura a favore della cittadinanza.
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Le trasformazioni richieste a Roma Capitale, anche in considerazione della prossima conclusione
dell’iter della Legge “Roma Capitale” e il passaggio a Città Metropolitana, richiedono il passaggio
da un modello soggettivo ed unitario ad un modello poliedrico e multilaterale, che vede
superata l’immagine semplicistica dell’Amministrazione e ancor più dei Servizi sociali in grado di
agire come apparato omogeneo ed unitario, strutturato come articolazione operativa di un unico
soggetto, che opera per dare esecuzione alla legge dello Stato.
Anziché riferirsi all’articolazione di un soggetto, appare più propriamente la dimensione di un
intervento a rete forma organizzativa della procedura necessaria al raggiungimento dei risultati,
a cui i diversi soggetti partecipano senza però appropriarsene e senza farla apparire come una
propria connotazione strutturale.
L’organizzazione a rete si presenta semplicemente come un insieme di relazioni stabilizzate che
connettono secondo vari tipi di struttura, spesso variabili, un insieme di unità organizzative
pubbliche, ma anche di figure soggettive private, che si presentano come nodi della rete.
Dunque un modello organizzativo poco strutturato, ma tuttavia preciso, che non cristallizza
tutte le figure organizzative in uno schema dato di rapporti reciproci, ma che vuole definire un
interno (amministrazioni coinvolte, partecipanti al procedimento, privati gestori di pubblici
servizi) ed un esterno (territorio, gruppi di pressione, partiti politici, banche, fornitori, che
influenzano l’azione dei primi sotto altri profili).
Si tratta di un modello che presenta il grande vantaggio di consentire l’estensione flessibile
dell’organizzazione amministrativa in modo proporzionale alla dimensione dei problemi che
devono essere affrontati e di valorizzare l’apporto di tutte le figure che sono in grado di
contribuire alla soluzione di questi ultimi, senza però circoscrivere il loro contributo all’interno
degli apparati amministrativi in cui si articola, dal punto di vista soggettivo, l’organizzazione
dell’amministrazione pubblica.
Il modello del sistema integrato può dunque essere considerato come un nuovo schema per la
lettura dei rapporti tra pubblico e privato nella gestione dei servizi sociali, che si aggiunge e, in
una certa misura, si sovrappone, modificandone l’utilizzo, agli schemi tradizionali. Tale schema
richiede infatti di partire dalla domanda di tali servizi e, quindi, dall’individuazione effettiva delle
situazioni di bisogno e di difficoltà, allo scopo di definire in modo flessibile l’assetto organizzativo
più adeguato per dare ad esse una risposta, in una logica dinamica che vede sia i soggetti pubblici
che i soggetti privati mettere continuamente a confronto le proprie capacità con le esigenze
concrete di intervento, modificando quando necessario sia la propria posizione reciproca che il
proprio ruolo nell’ambito del sistema.
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4. Gli interventi di integrazione
Direttrice 1- Intervento di miglioramento delle performance nei singoli servizi e progetti delle
singole U.O. – Promozione dell’integrazione tra servizi/progetti della singola U.O. - Promozione
dell’interazione e della co-programmazione tra diverse U.O. del Dipartimento Promozione dei
Servizi Sociali e della Salute di Roma Capitale.
Descrizione
Il modello
Per la realizzazione del modello d’intervento abbiamo fatto riferimento alla teoria ecologica di
cui Bronfenbrenner è il principale esponente. L’individuo è visto come un’entità dinamica che
cresce e si muove in una sua struttura, in interazione reciproca e bidimensionale con l’ambiente.
L’ambiente ecosistemico non è solo una situazione ambientale (microsistema), ma include
rapporti tra più situazioni e contesti ambientali (mesosistema) e con influenze esterne in tali
situazioni (esosistema). Il sistema topologico è un insieme di strutture concentriche.
Questa teoria è stata adottata anche per impostare l’impianto progettuale della Direttrice 1 in
tutte le fasi di sviluppo.
Scopo della Direttrice oltre quella di effettuare dopo una fase di analisi effettuata dall’ISMU, IPRS e
Ernst & Young, è proporre una modifica degli assetti organizzativi, attraverso uno spazio
multiforme di informazione/formazione, proposta e ascolto attivo in cui sarà possibile, attraverso:
a) gruppi di lavoro a tema;
b) incontri di testimoni privilegiati che operano nell’ambito della policy indagata;
c) interviste in profondità ad operatori sociali,
mettere a fuoco sia le dinamiche che l’intervento politico di regolazione attiva sul territorio.
Si tratta di cogliere gli aspetti problematici e di processo, gli effetti imprevisti e tutto ciò che può
aiutare a ricostruire il sistema concreto di azione messo in moto dal processo di ridisegno delle
relazioni nel Dipartimento, di cui si sono studiate le prassi amministrative consolidate, la cultura di
servizio, la cultura politica e di governo locale, la costruzione sociale del territorio e le relazioni con
gli stakeholder del territorio sociali e non.
Questo spazio di confronto confermerà agli attori pubblici coinvolti la posizione entro reti di
governance multilivello, come è stato già accennato, la cui efficacia dipende dalla capacità degli
attori pubblici e privati di superare le reciproche diffidenze, sperimentando forme di
concertazione, negoziazione e coordinamento, del tutto inedite rispetto al passato, che richiedono
nuove abilità e competenze che vanno apprese da tutti gli attori della rete.
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e sua gestione sperimentale a livello locale
14
L’intervento si sostanzia nell’adozione dei contenuti emersi nella fase di analisi del bisogno
realizzata da ISMU, IPRS e Ernst & Young nell’ambito dei servizi comunali che si occupano di
assistenza, accoglienza e promozione dell’autonomia dei cittadini migranti, posti in essere
direttamente o in convenzione con attori del privato sociale e finanziati dal Dipartimento
Promozione dei Servizi Sociali e Promozione della Salute di Roma Capitale, al fine di generazione
modelli e prassi più funzionali a rispondere ai crescenti e nuovi bisogni dei cittadini migranti.
Si tratta di strutturare un intervento “da dentro” i singoli contenitori per comprendere cosa e
come operano i servizi e per favorire da un lato la consapevolezza della propria missione, dei
propri valori e della propria cultura e migliorare le proprie performance in termini di efficienza ed
efficacia delle azioni, e dall’altro per garantire una migliore accessibilità alle informazione e
promuovere la piena fruizione dei servizi da parte dei migranti che vi si rivolgono o delle
organizzazioni sociali che per essi operano.
Questo processo riguarderà prevalentemente un intervento sui modelli organizzativi, sugli
strumenti di comunicazione interna ed esterna valutandone l’adeguatezza in relazione anche
all’utilizzo dell’ITC, alle modalità relazionali adottate con gli utenti sia in termini quantitativi che
qualitativi, e valutando la presenza o meno di adeguati spazi strutturali per la gestione del nuovo
processo di ridisegno del modello. L’esito, non solo propositivo, di questo lavoro sarà quello di
definire un’agenda di attività per intervenire concretamente sulle criticità emerse, cercando
ovviamente di valorizzare le prassi positive attuate, da trasferire eventualmente ad altri
servizi/progetti o ad altri settori del Dipartimento.
Obiettivi specifici
Direttrice 1 – Fase 1
Programmi d’intervento all’interno dei dodici servizi/progetti promossi dalle quattro U.O. del
Dipartimento che intervengono direttamente nelle fasi d’integrazione dei cittadini migranti:
assistenza, accoglienza, promozione dell’autonomia.
Analisi delle strutture, dei processi, dei ruoli e delle attività degli operatori
Ridefinizione dei modelli organizzativi: interviste agli operatori; conoscenza di processi
decisionali e delle procedure; valutazione degli strumenti gestionali;
Governo dei flussi informativi
Focus di scambio e confronto sulle best practise e sui dati emersi;
Redazione di un programma di lavoro per il miglioramento delle performance all’interno del
singolo servizio/progetto.
Direttrice 1 – Fase 2
Incontri tra i livelli decisionali dei dodici servizi/progetti promossi dalle quattro U.O. del
Dipartimento che intervengono direttamente nella fasi d’integrazione dei cittadini migranti:
assistenza, accoglienza, promozione dell’autonomia.
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e sua gestione sperimentale a livello locale
15
-
Verifica del rapporto con i committenti esterni: obiettivi, indicatori di valutazione, vincoli e
responsabilità
Condivisione dei modelli organizzativi: report del lavoro di analisi;
Focus di scambio e confronto sui dati;
Redazione di un programma di lavoro per il miglioramento delle performance di relazione
tra i servizi/progetti.
Direttrice 1 – Fase 3
Incontri tra le Direzioni delle quattro U.O. del Dipartimento che intervengono direttamente nella
fasi d’integrazione dei cittadini migranti: assistenza, accoglienza, promozione dell’autonomia.
Condivisione dei contenuti del lavoro di analisi;
Confronto sul disegno emergente dal modello;
Costruzione di un piano di lavoro di accompagnamento e monitoraggio del lavoro di
miglioramento.
Direttrice 1 – Fase 4
Spazio di confronto e proposta aperto e interdisciplinare tra il sistema dipartimentale, i Municipi
sperimentatori di Roma Capitale e le organizzazioni sociali operanti nel territorio impegnate
direttamente o indirettamente nell’assistenza e nella promozione dell’autonomia dei cittadini
migranti.
Incontri tra personale del dipartimento e operatori delle organizzazioni del privato sociale che si
occupano di assistenza, accoglienza, promozione dell’autonomia del cittadini migranti.
Condivisione dei contenuti del lavoro di rivisitazione del modello all’interno dei servizi
dipartimentali e municipali;
Confronto sul nuovo modello funzionale al raggiungimento degli obiettivi e possibile
adozione di prassi all’interno delle organizzazioni coinvolte;
Elaborazione congiunta di proposte per migliorare accesso e uscita dai servizi di assistenza;
Condivisione dei risultati con la comunità.
Beneficiari
Fase 1: Funzionari amministrativi, responsabili dei servizi, presidenti di cooperative gestrici,
dipendenti dell’ente locale, operatori sociali;
-
Fase 2: Funzionari ammnistrativi, responsabili dei servizi, presidenti di cooperative gestrici;
-
Fase 3: Dirigenti delle U.O. e il Direttore del Dipartimento Promozione dei Servizi Sociali e
della Salute.
-
Fase 4: Funzionari ammnistrativi, responsabili dei servizi presidenti di cooperative gestrici,
dipendenti dell’ente locale, operatori sociali, referenti organismi sociali, cittadini migranti.
Enti coinvolti
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e sua gestione sperimentale a livello locale
16
-
Roma Capitale – Dipartimento Promozione dei Servizi Sociali e della Salute.
Municipi sperimentatori di Roma Capitale
Organizzazioni del privato sociale.
Sotto-attività
Redazione di un manuale di Buone Pratiche;
Seminari di confronto con attori pubblici locali, di altre città e P.A. per un confronto sui
modelli, servizi e progetti dedicati all’integrazione dei cittadini migranti.
Modalità di attuazione e risorse coinvolte
La Direttrice 1, prevede un processo di analisi della documentazione prodotta di natura
amministrativa e comunicazionale/informativa dai singoli servizi/progetti, attraverso interviste ai
testimoni privilegiati operanti presso le strutture ove si svolgono i servizi dedicati ai cittadini
migranti.
Verranno redatte delle schede di analisi organizzativa somministrate da figure esperte ed altre di
autovalutazione compilate in autosomministrazione.
Per tali azioni verranno coinvolte figure senior provenienti dal mondo della ricerca e
dell’Università e operatori junior sia dal settore della ricerca che da quello più propriamente
sociale.
Verrà costituito un coordinamento tecnico-operativo e un comitato di analisi e valutazione dei
dati.
Verrà costituito un Tavolo di confronto e proposta con le organizzazioni del privato sociale.
Tempi di realizzazione
Da dicembre 2012 a agosto 2013
Risultati attesi
Tra i risultati generali che ci si attende di raggiungere vi è senz’altro quello di generare e
mantenere un collegamento circolare fra la programmazione degli interventi, la loro attuazione
e la valutazione della loro efficacia e, dall’altro, di attribuire a tutti soggetti coinvolti un ruolo da
protagonisti e non un ruolo meramente strumentale all’esecuzione di interventi decisi e
programmati da altri.
In particolare, se si pone particolare attenzione alla fase di emersione del bisogno attraverso
l’ascolto dei beneficiari degli interventi ed alla definizione delle modalità attraverso cui è possibile
affrontarlo, cambia notevolmente la possibilità di configurare la relazione organizzativa
Implementazione del Portale dell’integrazione
e sua gestione sperimentale a livello locale
17
intercorrente fra amministrazione pubblica e privato sociale nella gestione di servizi sociali
tenendo conto della specificità di ognuno dei soggetti coinvolti.
Risultati in merito ai singoli assetti organizzativi e comunicazionali dei servizi/progetti coinvolti,
saranno quelli di avviare una profonda rivisitazione del rapporto qualità/quantità delle risorse
disponibili e un nuovo profilo di performance più adeguate al contesto di servizi sociali di tipo
promozionale, ciò permetterà di assegnare al beneficiario/utente/cittadino il ruolo centrale nella
riorganizzazione degli interventi e quindi un diverso protagonismo.
Ci si attende di avviare un sistema in grado di migliorare le comunicazioni intra ed extra
dipartimentali verso i Municipi sperimentatori, i cittadini migranti, le loro comunità e le
organizzazioni sociali impegnati nella promozione dell’autonomia dei migranti.
Sulla base del principio di sussidiarietà, sostenere qualitativamente e strumentalmente il livello
di governo più vicino al cittadino chiamato oggi ad erogare i servizi alla persona con maggiore
consapevole dei diritti di cittadinanza sociale (diritto alla salute, alla formazione, all’integrazione
sociale) e che attengono alla dimensione della “qualità” della vita: una componente fondamentale
dello sviluppo locale, non solo perché consente la riproduzione sociale, ma perché attrae risorse,
umane ed economiche, e crea valore aggiunto.
Infine promuovere una nuova consapevolezza del ruolo pubblico dei servizi sociali, sia quando
sono svolti direttamente dall’Istituzione che quando sono realizzati da organismi del privato
sociale che in quelle occasioni svolgono a pieno titolo una funziona pubblica.
Nello specifico, l’intervento prevede di realizzare:
interviste degli operatori privilegiati impegnati nei servizi (progetti dipartimentali);
Schede somministrate;
Schede in autosomministrazione;
Focus finalizzati al confronto e alla trasmissione dei dati;
Seminari per lo scambio di prassi e il confronto tra i modelli organizzativi;
Diffusione della conoscenza del Portale dell’Integrazione
Vademecum su indicazione di modelli organizzativi e prassi positive emerse
Per quanto riguarda gli indicatori di risultato:
Realizzazione di almeno 40 interviste;
Somministrazione di almeno 40 schede;
Ricezione di almeno 20 schede compilate in autosomministrazione;
4 focus per il confronto e la trasmissione dei dati;
2 seminari per lo scambio delle prassi e il confronto tra i modelli organizzativi;
Per quanto riguarda gli indicatori di impatto:
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18
-
Modifica delle modalità relazionali tra servizi/progetti;
Miglioramento delle relazioni programmatiche tra U.O. Dipartimentali;
Miglioramento delle relazioni tra attore pubblico e organismi sociali;
Miglioramento delle modalità di acceso e fruizione dei servizi/progetti da parte dei cittadini
migranti.
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19
Direttrice 2 - Sperimentazione di un percorso progettuale integrato multisettoriale per la
promozione dell’autonomia abitativa e lavorativa dei cittadini migranti, denominato SIA –
Servizi Integrati per le Autonomie.
Il SIA sperimenta modelli innovativi finalizzati alla valorizzazione delle esperienze locali
caratterizzate da una forte attenzione allo sviluppo locale come condizione strutturale per la
promozione di processi d’inclusione sociale (lavoro e casa) delle persone immigrate.
La funzione del SIA sarà quella di far “dialogare sotto lo stesso tetto” intelligenze riflessive
(perché serve capire prima di agire) e intelligenze operative (perché è indispensabile un’azione
capace di influenzare la realtà).
Concetto chiave che caratterizza il SIA ha a che fare con il coinvolgimento il protagonismo delle
persone e dei gruppi intorno alle questioni da affrontare localmente.
Un percorso che va nella direzione di una forte auto-appropriazione della comunità locale con
particola attenzione alle comunità straniere, almeno in tre aree critiche:



Definizione dei problemi. Non vi è più grande “esproprio” per i cittadini stranieri residenti
in una comunità che sapere che altri hanno deciso quali debbano essere i problemi da
risolvere senza l’input delle persone che hanno a che fare quotidianamente con quei
problemi;
La definizione di strategie di azione. Le comunità hanno bisogno di fare leva su coloro che
hanno esperienza del problema. La competenza e le capacità che gli esperti e i
professionisti possono apportare allo sviluppo di un programma e di una strategia sono
inestimabili. Tuttavia le strategie saranno tanto più promettenti quanto più saranno nutrite
dall’energia derivante dal supporto e dal consenso comunitario;
La definizione di sistemi di controllo. La comunità locale e i cittadini stranieri che la
animano, devono sapere che vi saranno strumenti e risorse mediante i quali essa potrà
controllare l’andamento dei programmi e delle strategie. Un reale empowerment locale
discende dalla possibilità che hanno i cittadini di rendere effettivi i programmi e di usare le
risorse secondo la loro propria visione.
Modalità di realizzazione
Il progetto viene realizzato ottimizzando le sinergie attivabili tra i soggetti coinvolti:
 il proponente che mette a disposizione la sua esperienza e la sua professionalità nella
progettazione, coordinamento, realizzazione e monitoraggio di progetti innovativi e
sistemici;
 le organizzazioni sociali operanti nel territorio impegnate direttamente o indirettamente
nell’assistenza e nella promozione dell’autonomia dei cittadini migranti, che metteranno a
disposizione strutture, servizi ed informazioni relative ai migranti;
Implementazione del Portale dell’integrazione
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20

gli stakeholder del mondo del lavoro e di partner qualificati nel settore
dell’intermediazione lavorativa, per favorire l’acquisizione di nuove competenze spendibili
nel mercato del lavoro regionale e nazionale da parte dei beneficiari, l’incontro tra la
domanda e l’offerta di lavoro e forniranno sopporto all’inserimento lavorativo dei migranti.
La funzione del SIA, è quella di favorire l’incontro ed il dialogo tra le organizzazioni sociali e le
rappresentanze del mondo del lavoro con l’obiettivo di sviluppare opportunità lavorative e
soddisfare esigenze alloggiative dei beneficiari.
Pertanto, con le organizzazione sociali, sono previsti alcuni incontri:
durante il primo incontro verranno definiti puntualmente e condivisi con i Dirigenti delle
organizzazioni sociali, durante il primo previsto a fine gennaio:
 gli obiettivi strategici del progetto;
 la vision e la mission delle organizzazioni sociali ed esplorato il livello di consapevolezza;
 le attese relative al modello di cambiamento proposto.
Durante questo incontro verrà distribuito un questionario relativo alla:
 conoscenza e condivisione degli indirizzi strategici delle organizzazioni e delle modalità
operative;
 conoscenza dei servizi offerti ai migranti;
 percezione dei bisogni lavorativi e abitativi territoriali dei migranti.
Tale questionario dovrà essere compilato delle persone coinvolte in via preliminare in quanto
costituirà la base per l’incontro successivo, durante il quale verranno rilevate direttamente le
attese e le percezioni rispetto al proprio contesto organizzativo e all’intero progetto proposto.
Con gli stakeholder del mondo del lavoro, agenzie di lavoro interinale, SIA prevede di realizzare
diversi incontri di monitoraggio e proposta, durante il primo incontro previsto a gennaio:
 saranno definite le esigenze;
 approfondite le caratteristiche salienti dei profili delle persone da individuare, in funzione
delle informazioni ottenute dalle organizzazioni sociali e della domanda di lavoro
territoriale.
Successivamente verrà avviata l’attività di selezione dei beneficiari che dovrà prevedere:
 campagna comunicativa volta diffondere la conoscenza delle finalità e dei contenuti del
progetto per effettuare la selezione dei partecipanti. Sarà prevista una attività di
informazione attraverso le organizzazioni di riferimento;
 elaborazione di una scheda di selezione che i candidati dovranno utilizzare per essere
selezionati;
 raccolta e inserimento in data base dei CV e delle schede compilate;
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21


giornate di selezione in cui saranno previsti incontri prima individuali e poi collettivi
finalizzati a verificare l’effettivo interesse al progetto e il livello di conoscenze e
competenze posseduto;
individuazione dei migranti che beneficeranno del tirocinio/borsa lavoro per 4 mesi.
A conclusione del periodo di tirocinio, i migranti verranno sostenuti nell’inserimento lavorativo.
Questa attività prevede:
 una giornata di follow up durante la quale attraverso questionari e simulazioni verrà
verificata l’effettiva spendibilità delle conoscenze e delle competenze acquisite in ambito
lavorativo;
 incontri individuali nel corso dei quali saranno rilevate eventuali criticità emerse durante il
periodo di tirocinio ed individuate azioni correttive.
L’attività di accompagnamento all’autonomia abitativa in co-housing prevista per i beneficiari,
consiste:
 nella individuazione delle abitazioni;
 suddivisione dei partecipanti in gruppi eterogenei;
 incontri con i beneficiari nelle specifiche abitazione al fine di verificare la qualità della
convivenza e dell’integrazione del gruppo;
 bonus economici.
Obiettivi specifici e complementari
Il SIA si propone di:
 favorire processi attivi di inclusione occupazionale coerente nel tempo, coordinare
sinergie territoriali al fine di facilitare l'integrazione sociale e l'inserimento lavorativo dei
cittadini migranti;
 promuovere un approccio integrato e di sistema basato sul coinvolgimento e il massimo
interscambio fra gli attori pubblici e privati dei territori;
 individuare e valorizzare le condizioni di contesto per un partenariato territoriale,
compatibile con le potenzialità locali, privilegiando la crescita della risorsa umana e le
capacità di coprogettazione.
 creare opportunità strutturali di sviluppo da e per il territorio finalizzate al benessere dei
cittadini migranti e della comunità di riferimento;
 superare la logica dell'approccio emergenziale e introdurre servizi in grado di valorizzare il
capitale umano dei migranti all'interno di percorsi di integrazione e di inserimento sociale
sostenibili che esaltino le specifiche competenze di ciascuno;
 promuovere processi di autonomia individuale dei migranti sulla base delle peculiarità
personali ponendo la persona al centro dei sistemi progettuali;
 rafforzare il ruolo attivo delle autonomie locali e degli attori sociali per determinare
misure e strumenti a sostegno dell'accoglienza;
Implementazione del Portale dell’integrazione
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 fare di Roma e del Lazio un laboratorio progettuale Nazionale.
Durante questa fase Roma Solidale attiverà uno strumento ideato e gestito ad hoc per
comprendere le dinamiche soggettive di ciascun territorio strutturando una serie di processi
mirati, nello specifico intende avviare e implementare i laboratori di:
- Comune di FONTE NUOVA (RM) quadrante nord-est comuni convolti: Guidonia, M.
Monteflavio, Moricone, Nerola, Montelibretti, Montorio, Palombara, Sant’Angelo,
Marcellina;
- Comune di SUBIACO (RM) quadrante Valle dell’Aniene Comuni coinvolti: Subiaco Jenne,
Vallepietra, Agosta, Camerata Nuova, Cervara di Roma, Affile, Canterano, Rocca Santo
Stefano, Arcinazzo Romano, Roviano;
- Comune di RIETI e il territorio di competenza.
Beneficiari
- Cittadini migranti residente nell’area metropolitana
- le comunità locali;
- le organizzazioni del privato sociale;
- le imprese del territorio
Enti coinvolti
Roma Capitale – Dipartimento Promozione dei Servizi Sociali e della Salute;
Enti locali;
Organizzazioni del mondo del lavoro;
Organizzazioni del privato sociale.
Sotto-attività
- Formazione integrata orientata alle esigenze di mercato individuate territorialmente;
- Tirocini formativi in azienda;
- LISA – Libretto Integrativo dei Saperi.
Modalità di attuazione e risorse coinvolte
Il Progetto per la sua attuazione non può prescindere dalla creazione di una Rete per lo sviluppo
e l’integrazione programmata che coinvolga attori pubblici e privati. Richiedendo la condivisione a
tutti i livelli, dai singoli destinatari degli interventi, agli attori del territorio, secondo il principio
della partecipazione attiva e della sussidiarietà orizzontale.
Tale principio implica che tutte le persone e tutti gli organismi che intervengono nella realizzazione
delle attività debbano anche partecipare al processo decisionale.
Il progetto si propone di individuare 25 beneficiari tra i migranti in regola con le normative che
regolano il soggiorno in Italia, residenti o domiciliati nell’area metropolitana romana, presenti nel
territorio nazionale da non meno di sei mesi, in possesso della conoscenza della lingua italiana tale
Implementazione del Portale dell’integrazione
e sua gestione sperimentale a livello locale
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da permettere di affrontare un percorso di progressiva autonomia, e che manifestino
formalmente la disponibilità a proseguire il percorso progettuale anche in altri contesti territoriali
nazionali.
Questi beneficiari parteciperanno a tutte le fasi progettuali: orientamento linguistico e civico,
formazione-lavoro, autonomia abitativa e sociale e percepiranno una indennità di partecipazione
oraria per la partecipazione alle diverse fasi progettuali pari a € 3,5 nonché di un bonus di successo
a fine progetto, pari al 70% del valore economico delle ore realizzate durante l’intero percorso.
Il progetto prevede per i 25 beneficiari diretti la realizzazione di moduli intensivi di durata
variabile tra le 60 e le 80 ore, nell’ambito dei mestieri richiesti dagli stakeholder progettuali, le cui
specificità saranno determinate e realizzate in maniera flessibile e modulare, secondo gli input
provenienti dalle aziende partner e in relazione al fabbisogno specifico di settore o stagionale.
Le aziende partner che, dopo la fase di accoglienza del tirocinante, provvederanno alla
stabilizzazione occupazionale, riceveranno un sostegno una tantum all’assunzione pari a €
1.000,00 per ogni lavoratore coinvolto; la durata del contratto non dovrà essere inferiore
all’annualità e non dovrà prevedere un importo annuo lordo inferiore a € 10.000,00.
Per i 25 beneficiari è prevista la sperimentazione di uno strumento di accompagnamento
all’inserimento sociale e lavorativo di carattere relazionale informativo sulla storia della persona
chiamato “LISA – Libretto Integrativo dei Saperi”. Si tratta di un “libricino”, in parte autocompilato,
il cui obiettivo è quello di registrare gli elementi anagrafici del beneficiario, la storia formativa
formale, non formale ed informale. LISA descrive la biografia della persona non solo in termini di
esperienze lavorative realizzate ma segnala anche le competenze trasversali, i desiderata e le
attitudini non ascrivibili al solo percorso lavorativo.
Ulteriori beneficiari usufruiranno di misure economiche e di accompagnamento progettuale solo
relative all’inserimento lavorativo per una durata non superiore ai 90 giorni, anche in questo caso
permane la possibilità per i datori di lavoro di godere del bonus assunzione con le medesime
caratteristiche previste per i beneficiari diretti.
Tempi di realizzazione
febbraio – agosto 2013
Risultati attesi
A descrivere il processo qualitativo in atto oltre ai parametri e agli indicatori di carattere
quantitativo e qualitativo, è prevista l’individuazione e l’analisi di dati oggettivi di rendicontazione
dell’intervento come:
Analisi di Coerenza, ovvero il confronto tra consuntivo e programma. L’analisi di coerenza è
effettuata mettendo a confronto gli obiettivi con gli indicatori. Il risultato degli indicatori, infatti,
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e sua gestione sperimentale a livello locale
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mostrerà se gli sforzi compiuti sono stati coerenti con gli obiettivi. Questa dimensione di analisi ci
consentirà di verificare se il modello d’inserimento sociale immaginato trova riscontro nel mondo
reale in quanto nella fase progettazione e programmazione gli elementi oggettivi non riescono a
trovare un riscontro concreto.
Analisi di Efficacia, verifica l’impatto sulla collettività. L’efficacia sarà misurata attraverso
indicatori complessivi di "benessere" della collettività (N° di migranti inseriti in tirocinio, N° di
beneficiari hanno ottenuto un contratto di lavoro, tempi di inserimento in realtà lavorative, N°
accordi realizzati, N° dei organismi che hanno partecipato al processo, N° di operatori che hanno
partecipato al processo, ecc.) e l’azione del progetto sarà tanto più efficace quanto migliori
saranno questi indicatori; oppure si può indagare l’efficacia percepita dai beneficiari attraverso
Focus Group in modo da verificare se le attese sono state soddisfatte.
Analisi d’Efficienza, rappresenta la capacità dell’organizzazione di ottenere risultati di output,
utilizzando la quantità di input minore.
Riproducibilità, sono presi in considerazione indicatori che possono essere calcolati anche negli
anni futuri. Per valutare la riproducibilità del dato può essere utile verificare se il dato è disponibile
anche per gli anni passati; in questo modo si possono confrontare i valori e si può convalidare la
qualità del dato.
Analisi di Qualità, la qualità si distingue in: qualità erogata e qualità percepita. La qualità erogata è
misurata dalla definizione di standard concernenti il prodotto o i servizi erogati. La qualità
percepita, invece, è misurata dal giudizio soggettivo degli utenti del progetto o dalla Comunità
locale.
Analisi di Miglioramento, per ogni argomento inserito negli obiettivi saranno evidenziate le azioni
di miglioramento da attivare per il futuro. Si tratta, quindi, di stabilire un vero e proprio preventivo
che indichi gli aspetti su cui porre l’enfasi e le azioni operative da intraprendere.
Implementazione del Portale dell’integrazione
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5. Valutazione ex ante
La necessità più volte richiamata nel documento da tutti i documenti programmatici internazionali
e nazionali, circa la necessità di realizzare un sistema integrato dei servizi sociali pubblicoprivato, centro-periferia, assistenza-promozione, soprattutto per quello che riguarda i sostegno
ai processi migratori, che nel caso di questo progetto si concentra nell’ambito delle attività del
Dipartimento Promozione dei Servizi Sociali e delle relazioni con gli organismi sociali del territorio
romano e non.
Riqualificare il lavoro programmatico, gestionale e comunicativo dell’ente pubblico, deve
favorire il riconoscimento reciproco dei diversi attori coinvolti nella realizzazione degli interventi
sociali e consentire ad ognuno di essi di condividere quelle risorse di cui è portatore e che servono
agli attori coinvolti di per poter svolgere in modo efficace la propria attività.
Il pubblico dovrà mettere a disposizione, ad esempio, risorse finanziarie, strutture organizzative
e competenze professionali, il privato agirà sulla forza tradizionale, fra l’altro, sulla capacità di
leggere e rispondere ai bisogni in modo immediato e flessibile: i ruoli da giocare nell’ambito di
questo sistema di interdipendenze sono però i più vari, non sono cristallizzati e possono cambiare,
sempre tenendo conto dell’esigenza di individuare l’assetto ottimale per poter dare soddisfazione
ai bisogni dei migranti e la collettività nel suo complesso.
Questo processo di interazione profonda tra Amministrazione locale e organizzazioni del privato
sociale, viene approfondito e reso programma nel Piano Regolatore Sociale di Roma Capitale che
conferma questa prospettiva strategica per rilanciare la qualità sistemica dei servizi alla persona.
L’aver dato avvio ad un percorso di elaborazione propedeutico alla rivisitazione del modello
organizzativo multilivello su cui è organizzato il Dipartimento Promozione dei Servizi Sociali, è
senz’altro una testimonianza del bisogno di costruire una strategia di medio-lungo periodo per il
miglioramento del sistema di offerta dei servizi che ovviamente utilizza questa iniziativa come step
iniziale ma non certo come misura estemporanea.
E’ necessario rilevare come vi siano alcuni elementi che possono rendere sostenibile tale
percorso nel tempo, ad esempio la presenza strutturale della Fondazione Roma Solidale, che ha
il compito istituzionale di opere nei sistemi e per i sistemi di erogazione dei servizi alla persona,
nell’impianto progettuale; la recente nascita della U.O. Azioni di Sistema e attuazione del Piano
Regolatore Sociale i cui compiti sono quelli di monitorare gli interventi realizzati dalla struttura
dipartimentale e di renderli coerenti con il PRS.
La sostenibilità del progetto è implicita nella strategia programmatica del progetto che ha tra gli
obiettivi principali la creazione di un modello sistemico di misure per l’autonomia socioeconomica di persone vulnerabili, la qualità innovativa dell’iniziativa si misurerà anche con la
capacità di coalizzare intorno al modello risorse ordinarie istituzionali provenienti anche dal nuovo
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assetto che la Capitale andrà ad assumere con la trasformazione in area metropolitana e con il
completamento dell’iter burocratico di istituzione di Roma Capitale.
Il coinvolgimento degli stakeholder del mondo del lavoro e di partner qualificati nel settore
dell’intermediazione lavorativa, per favorire l’acquisizione di nuove competenze spendibili nel
mercato del lavoro regionale e nazionale da parte dei beneficiari, rappresentano elementi rilevanti
ai fini del programma di sostenibilità nel medio lungo periodo. Infatti già oggi l’Amministrazione
investe risorse nel settore della promozione dell’autonomia sociale ma lo fa in maniera non
coordinata e frammentaria.
Infine, il ridisegno complessivo dell’architettura politica e amministrativa con il completamento
dell’iter per Roma Capitale, richiederà di operare una rivisitazione dell’insieme dei servizi per
adattarli al nuovo assetto anche di carattere geografico.
Questa nuova dimensione potrebbe trovare nell’avvio dell’esperienza promosso nel Dipartimento,
un punto di riferimento per comprendere le dinamiche del cambiamento atteso e trovare
accorgimenti metodologici da inserire anche in altri contesti sia dipartimentali che in altri settori
efferenti sempre all’Amministrazione.
S
W
 Maggiore competenza del sistema pubblico;
 Migliorare il rapporto tra risorse ed
efficienza/efficacia dei servizi;
 Favorire una maggiore conoscenza dei servizi
da parte dei cittadini migranti;
 Favorire una conoscenza del “dato” e dei flussi
degli utenti tra i servizi;
 Promuovere una progettazione congiunta di
progetti e servizi per l’autonomia dei
migranti.
O
 Resistenza del sistema al cambiamento e
all’innovazione;
 Predisposizione all’autoreferenzialità dei
servizi/progetti sociali;
 Visione a breve raggio della modifica del
modello;
 Alimentare il concetto di squadra;
 Qualificare la spesa per la realizzazione di
servizi integrati;
 Coinvolgimento attivo del sistema cittadino
 Il possibile turn-over dei dirigenti
 La riduzione di risorse economiche da investire
nella progettualità promozionale;
 Complessa gestione dei flussi comunicativi tra
gli stakeholder e partener di progetto
T
6. Attività di comunicazione
La necessità di comunicare in modo ampio, esaustivo e partecipato quanto prodotto dalla
sperimentazione alla comunità, può essere declinato secondo due prospettive.
La prima:
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Verticale, coinvolgendo l’Amministrazione nei diversi livelli operativi cui è costituita, non solo
rivolgendosi agli interlocutori direttamente interessati al tema cittadini migranti, ma interagendo
anche con i livelli organizzativi intermedi che vengono intercettati, in maniera complementare,
dagli argomenti trattati. Questo per evitare corto circuiti nella realizzazione di interventi non
istituzionali, visti appunto i numeri di settori coinvolti per competenza e ruolo: ragioneria,
personale, comunicazione, lavoro-formazione, politiche sociali, ecc.
Orizzontale, mantenendo costante il clima collaborativo tra gli attori sociali locali, attraverso una
interazione significativa sui contenuti e sulle prassi di comunicazione da e verso il territorio, che
esalti il valore di ognuno in funzione del risultato comune.
La seconda:
attraverso la comunicazione “di massa” che dovrebbe consentirci di sostenere efficacemente
interventi mirati al piano dei vissuti simbolici, offrendo un contributo sostanziale nel cercare di
rimuovere i pregiudizi e gli stereotipi che ostacolano il dialogo e la conoscenza reciproca; questo il
fine della comunicazione ad ampio spettro: migliorare la percezione dell’immagine dei cittadini
stranieri valorizzandone la loro presenza sul nostro territorio e il ruolo in questo caso
determinante nel settore agricolo e del ripopolamento di micro contesti urbani e rurali.
Per questi motivi, accanto ad attività e servizi materiali, il progetto propone di attuare un
programma di interventi dedicati ad iniziative di comunicazione interculturale che favoriscano una
corretta conoscenza del fenomeno migratorio, delle espressioni culturali e sociali delle varie
comunità straniere e soprattutto per garantire ai cittadini immigrati pari opportunità di accesso
all’informazione e al lavoro qualificato.
L’obiettivo è quello di promuovere una maggiore conoscenza delle opportunità che il fenomeno
migratorio produce nel nostro territorio, favorendo lo sviluppo di una società fondata sulla pacifica
convivenza, sul rispetto delle diversità e sull’accettazione della condizione di cittadinanza sociale
dei migranti, prevenendo in questo modo i conflitti derivanti dalle difficoltà di dialogo.
Al fine di promuovere e diffondere l’attività progettuale è prevista una serie articolata di attività di
tipo tradizionale e la programmazione di un’attività sperimentale da avviare nel secondo
semestre.
Azioni tradizionali:
Seminario di presentazione del progetto agli attori locali:
Scopo dell’evento non è la semplice diffusione unidirezionale delle informazioni ad una platea
distante, ma la condivisione di un processo che nel nostro obiettivo dovrà tendere a modificare in
modo sostanziale alcuni assetti relazionali nel territorio. Nell’occasione verranno forniti non solo
dati utili alla comprensione del progetto, ma sarà toccato un aspetto emozionale attraverso la
presentazione di prodotti filmati che meglio delle parole descrivono il mondo della diversità
culturale e dell’incontro tra persone.
Implementazione del Portale dell’integrazione
e sua gestione sperimentale a livello locale
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Pensiamo di invitare rappresentanti istituzionali locali, operatori del settore, cittadini stranieri e
non, esperti della materia, testimonial privilegiati e personaggi di rilievo imprenditoriale;
Promozione del progetto sul portale www.fondazioneromasolidale.it
La comunicazione multimediale rappresenta un veicolo efficace per la trasmissione delle
informazioni aggiornate in tempo reale e fruibili nei tempi e nei modi più consoni al navigatore,
per questo il portale è pensato per accompagnare tutti coloro che direttamente o indirettamente
si occupano di temi inerenti alle progettazioni sociali di carattere innovativo.
Seminario di diffusione dei dati intermedi di progetto a sei mesi dalla partenza:
La necessità/opportunità di condividere esiti e processi del progetto, rappresenta secondo noi, un
rafforzamento di quel vincolo di partecipazione a un percorso di crescita comune, dove le risorse
pubbliche e private determinano un miglioramento complessivo del benessere comunitario anche
attraverso prodotti mirati che rispondono appieno al mandato pubblico. I dati offrono una visione
reale del percorso realizzato e ne consentono una visione razionale e non ideologica.
Convegno di dimensione regionale alla conclusione del progetto e analisi dei risultati:
Un intervento di comunicazione di più ampie dimensioni, rappresenta un ulteriore percorso di
accreditamento istituzionale del nuovo soggetto istituzionale l’Area metropolitana nei confronti
degli altri ordinamenti nazionali e regionali. La capacità di comunicare successi, criticità e
prospettive evolutive di progetti sistemici, contiene in sé la possibilità di guardare alle prossime
programmazioni con uno slancio maggiore e con la certezza di governare una filiera progettuale e
un sistema relazionale che si potrebbe sviluppare intorno ad una idea evolutiva di progettazione
locale.
Report e filmato finale con la storia, dati, analisi e risultati della prassi realizzata.
Produrre prodotti multimediali che riescano a raccontare ed a emozionare coloro che incontrano
per la prima volta questa esperienza e senz’altro un obiettivo primario della comunicazione,
certamente accompagnati da prodotti cartacei e informatici su cui riflettere razionalmente per
elaborare eventuali nuove prospettive progettuali, diviene non solo una modalità standard e
“dovuta” di rendicontazione del lavoro svolto, ma deve rappresentare un lavoro di sintesi
propositivo e disponibile alla riflessione di tutti gli attori locali.
Nostro obiettivo è di permettere a tutti gli attori sociali di non arrivare a conoscere il progetto solo
nella pur importante fase di valutazione finale, ma di permettere un costante e qualitativo utilizzo
delle prassi e dei dati nell’arco di tutto il percorso operativo.
Resta salvo il momento istituzionale centralizzato di aggregazione scientifica dei dati che verrà
offerto sia su supporto informatico sia cartaceo. Al fine di valorizzare e diffondere in maniera
capillare tramite supporto multimediale e lasciare una “traccia” che illustri in maniera esaustiva le
iniziative intraprese e realizzate nell’ambito del progetto, si prevede la realizzazione di un video
Implementazione del Portale dell’integrazione
e sua gestione sperimentale a livello locale
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racconto del quale, i beneficiari e le loro storie di vita nel progetto, saranno i protagonisti. Il video
racconto sarà realizzato con il supporto di professionisti del settore e accuratamente editato in
maniera tale da divenire uno degli strumenti alternativi nell’ambito del trasferimento della buona
prassi alle altre amministrazione che aderiranno al progetto nelle successive fasi, così come
indicato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e da ANCI per l’attuazione del programma
“Implementazione del Portale dell’Integrazione e sua gestione sperimentale a livello locale”.
Implementazione del Portale dell’integrazione
e sua gestione sperimentale a livello locale
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IMPLEMENTAZIONE DEL PORTALE DELL`INTEGRAZIONE E SUA