N NE EW WS SL LE ET TT TE ER R2 27 7--2 20 01 15 5 Iscriviti QUI alla Newsletter del Biologico…e non solo! ..ora siamo anche in Facebook!! NOTIZIE DALL’EUROPA E DAL MONDO NESTLÉ E L’ACQUA PUBBLICA Sono Joseph e vivo nel nord-ovest rurale degli Stati Uniti. Ho appena saputo che la Nestlé sta chiudendo un lucroso contratto di privatizzazione dell'acqua nel mio Stato, l'Oregon. L'operazione consegnerebbe in mano alla Nestlé milioni di litri di parte dell'acqua potabile più pulita che abbiamo, nonostante un enorme siccità stia colpendo il nostro Stato. Ancora peggio, Nestlé pagherà solo un centesimo di dollaro ogni 150 litri di acqua, quindi venderà la stessa acqua al pubblico ad un prezzo 70 volte più caro! Sono stato ispirato a intraprendere dei provvedimenti dopo i recenti sforzi di SumOfUs contro i tentativi subdoli di Nestlé di privatizzare l'acqua, ad ogni occasione, in molti Paesi: in California, in Pakistan e in British Columbia, Canada. E quando ho sentito che qualsiasi socio di SumOfUs può ora avviare una campagna, ho deciso di creare la mia petizione per ottenere che Nestlé se ne vada dal mio Stato. Ma ho bisogno del vostro aiuto per vincere. Volete unirvi a me per chiedere allo Stato dell’Oregon di respingere l'offerta di Nestlé che ridurrebbe alla siccità il nostro territorio? Firma la mia petizione nel sito di SumOfUs, per fermare Nestlé prima che si impossessi di tutta l’acqua della mia comunità. Lago di Applegate – Oregon - USA Nestlé sta – nel frattempo - facendo credere che il suo terribile piano di accaparramento delle risorse idriche nell’Oregon sia un’opportunità per creare posti di lavoro nella comunità locale – mentre in realtà ne creerebbe solamente 48. E questo non è l'unico modo con cui tenta di truffarci: il costo per mantenere l'infrastruttura necessaria per gestire la flotta di camion - per il trasporto dell’acqua a e dall'impianto di imbottigliamento - verrà interamente sostenuto da denaro pubblico. La verità è che ciò che Nestlé sta cercando di fare in Oregon non è nient’altro che la sua strategia mercenaria da decenni: l’obiettivo è una piccola cittadina rurale, in gravi difficoltà finanziarie, offrendo loro “noccioline” per la loro risorsa più preziosa, e poi agire come banditi. Il fatto è che il mondo sta affrontando una persistente crisi idrica, che non ha affatto rallentato. Anzi, Nestlé sta diventando sempre più spericolata. Ora è il momento per stabilire un precedente su come il mondo debba trattare con multinazionali come la Nestlé, aziende che credono di poter mettere un prezzo sulle nostre risorse più preziose. Unitevi a me per dire allo Stato dell’Oregon di non concludere questo accordo con la Nestlé. Grazie per il vostro sostegno. Joseph Schommer, socio di SumOfUs, da Little Applegate Valley, Oregon (da SumOfUs - giugno 2015) ITALIA NOSTRA E WIGWAM ALL’EXPO CON IL PROGETTO “ORTI URBANI” Il video di presentazione del progetto Nazionale di Italia Nostra “Orti Urbani”è stato presentato ufficialmente all’Expo il 19 giugno, nel padiglione Italia nello spazio dedicato all’ordine degli Agronomi e Forestali. (Il video si può vedere cliccando QUI) Il progetto si rivolge a tutti coloro che, privati o enti pubblici, possedendo delle aree verdi le vogliano destinare all’ “arte del coltivare” nel rispetto della memoria storica dei luoghi e delle regole “etiche” stabilite da Italia Nostra in accordo con l’ANCI (Associazione dei comuni di Italia) con il quale è stato sottoscritto un protocollo d’intesa e al quale hanno poi aderito Coldiretti , la Fondazione di Campagna Amica e l’associazione Nazionale dei Clubs Wigwam con capofila il Gruppo Wigwam Orti Urbani, Sociali e Familiari. In sostanza, pur nelle differenti caratterizzazioni geomorfologiche dei luoghi, si tende a definire una modalità comune in tutta Italia (partendo dalle linee guida elaborate dalla Facoltà di Agraria dell’Università di Perugia) di come “impiantare” o conservare un “orto”, che va inteso nel senso di parco “culturale”, teso a recuperare specie in via di estinzione ma anche a coltivare prodotti di uso comune con metodologie scientifiche. Prodotti che potrebbero poi essere anche venduti dagli interessati a prezzi economici nella logica di accorciare la filiera dal produttore al consumatore. E chiaro che questo progetto non è solo il progetto per favorire la diffusione di mere coltivazione orticole per consumi personali ma molto di più: esso rappresenta infatti un modo per tutelare e proporre alle Comunità la tutela del paesaggio, la valorizzazione di una economia etica, lo sviluppo di un turismo culturale, rafforzando l’idea della necessità che ognuno di noi si prenda cura del territorio – pur se in modi e con pratiche diverse, e lo strappi, facendolo proprio, alla insensata spinta cementificatoria. E un’idea per rafforzare l’identità dei luoghi e delle comunità contro l’alienazione e la standardizzazione delle periferie anonime, è il senso della percezione che la tutela dei Beni Culturali e Paesaggistici si attua anche con progetti vivi e coinvolgenti. Si ringrazia l’ Avv. Evaristo Petrocchi di Italia Nostra per il lavoro di realizzazione e coordinamento del progetto. Circolo di campagna ® Wigwam® “Il Presidio… sotto il portico”… A.P.S Via Gramogne 41 - 35127 CAMIN (PD) -- Tel. 338-4238191 Facebook: Circolo Wigwam "IL PRESIDIO" Web: www.wigwam.it https://sites.google.com/site/ilpresidiowigwam/home E-mail: [email protected] (da Circolo Wigwam Il Presidio - giugno 2015) INVITO UFFICIALE ALL'INCONTRO "TERRA MADRE GIOVANI A BORGOFUTURO FESTIVAL" RIPE SAN GINESIO - SABATO 4 LUGLIO ORE 17.00 Slow Food e Slow Food Youth Network lanciano anche da Borgofuturo, nell'anno dell'esposizione universale sul cibo, Terra Madre giovani - We Feed the Planet una grande sfida per poter discutere su come nutrire il pianeta con coloro che ne rappresentano il futuro, ossia i giovani agricoltori. E' stata avviata una "chiamata” aperta a tutti i piccoli produttori agricoli, che potranno prender parte ad un dibattito orizzontale per condividere le proprie idee di agricoltura sostenibile e mettere in luce le problematiche più sentite nel loro mondo. Abbiamo quindi il piacere di invitarvi a partecipare all'evento per prendere parte attiva al dibattito e contribuire a costruire insieme un'idea di cibo e agricoltura sostenibile per il futuro. L'incontro sarà anche l'occasione per selezionare un elenco di tematiche da portare al grande evento “We Feed the Planet” (Nutriamo il Pianeta) che si svolgerà dal 3 al 6 Ottobre a Milano. L'incontro è organizzato con la collaborazione di REES Marche, che si occupa di ecologia, agricoltura biologica, economia solidale, democrazia partecipativa e di immaginare un nuovo modo di organizzare la società. QUI il Link del Programma Completo del Festival Borgofuturo (da La Terra e Il Cielo - giugno 2015) LIBERI DAI VELENI -- 10 LUGLIO A CIRVOI (BL) Inizia il 10 luglio da Cirvoi, in un ambito fortemente interessato da nuovi impianti di vigneti, la Campagna “LIBERI DAI VELENI”, che si apre all’adesione del più grande numero possibile di cittadini e associazioni del territorio bellunese. Partecipiamo numerosi, per fare sentire quanto è alta l'attenzione sulla colonizzazione agricola, e quanto i residenti stanno rischiando. Diffondiamo e sensibilizziamo più persone possibile a partecipare ed aderire. Domani alle 15 alla Casa dei beni comuni (ex caserma Piave) e lunedì alle 20.30 a Lentiai (Centro culturale Tres) distribuzione di locandine e volantini. Venite in tanti, è importante!!!!! (da TERRA BELLUNESE – giugno 2015) SPUNTI PER UN PENSIERO ECOLOGICO COME COMPIERE SCELTE MORALI ED ETICHE? "Se il successo o il fallimento di questo pianeta e degli esseri umani dipende da chi sono e cosa faccio.... come sarò? Cosa farò?" Buckminster Fuller Stavo visitando la Solution Library del Global Ecovillage Network quando mi sono imbattuta in una riflessione interessante sul pensiero ecologico. La Solution Library è una piattaforma on-line dove tutti possono proporre soluzioni o dare consigli, raccontare esperienze di ecologia, economia alternativa, strategie e strumenti per il sociale, nuovi modi di intendere la cultura e molto altro ancora. La breve riflessione di Iain Findlay, un membro della community, parte dalla considerazione secondo la quale “il pensiero sostenibile e andare verso un mondo sostenibile saranno sempre costellati di scelte difficili e dilemmi perché non è chiaro e ovvio se il risultato sarà giusto o sbagliato”. L'elaborazione di un pensiero ecologico è recentissimo, se consideriamo la storia dell'umanità, e in questa fase “abbiamo bisogno di un orientamento, una struttura etica per sostenere i principi di sostenibilità in base a bisogni ecologici e sociali, evitando di disseminare pensieri ecologici sbagliati lungo tutto il percorso”. Spesso ci troviamo tra due estremi quando dobbiamo fare una scelta. Per alcune scelte, dobbiamo distinguere il "giusto" contro lo "sbagliato" ma ci vuole una riflessone per la quale poche persone vi dedicano tempo. Per altre scelte più complesse dobbiamo valutare tra il “giusto” da un lato e il “giusto” dall'altro. Così Iain Findlay consiglia sei categorie che possono guidare il nostro processo decisionale in una prospettiva sostenibile: • Individuo o comunità • globale o locale • legge o verità • breve termine o lungo termine • Tossico o non tossico • giustizia o pietà. Inoltre, prosegue, “possiamo considerare i pro e i contro delle situazioni dalla prospettiva di tre principi che ci hanno guidato per molte centinaia di anni: 1. Fai ciò che è meglio per il maggior numero di persone. Qui il pensiero è basato sulle finalità; 2. Agisci in accordo con qualsiasi legge che ci piacerebbe che le altre persone seguissero in situazioni simili. Questa è la "regola base" del pensiero; 3. Fai quello che vuoi fare. Questo è il pensiero fondato sulla cura, chiamato anche come la Regola d'Oro”. (Fonte: Solution Library http://solution.ecovillage.org) (da Terra Nuova - giugno 2015) GUARDA ‘STI TRONCHI: ALIVI Prima di presentarvi la recensione del volume Olio Nostrum, di cui sono autori Manfredi Barbera e Carlo Ottaviano (clicca QUI per leggere il libro), riportiamo una intensa lirica di Renzino Barbera, dal titolo “Matri Terra”, contenuta nel volume ad apertura del primo capitolo: è tuttu sangu miu, / misu ‘nta terra mia… Olio Nostrum. Storia di terre e di miti, di famiglia e di impresa, di Sicilia e di mondo, è il libro che Agra Editrice ha pubblicato per i 120 anni di «Olio Barbera». Non è un libro celebrativo, né puramente documentale, ma una piacevole pubblicazione, che ha la capacità di ricondurci alla nostra storia di popolo passando da una storica famiglia di oleari siciliani. Il libro è dedicato da Manfredi Barbera ai suoi avi, da cui nasce – dice – la sua storia. E inoltre “A Paola, Lorenzo e Carlo, presente e futuro. Ai contadini che rendono ogni giorno la terra un posto migliore”. Manfredi si dichiara “vittima della «malattia dell’olio». Che non fa male, anzi ti permette di essere al meglio dal punto di vista salutistico e di esaltare con il piacere edonistico il bisogno fisiologico di nutrirsi. C’è però un effetto collaterale: provoca dipendenza. Se questa passione coincide con la propria attività professionale, bisogna dimenticare di potersi arricchire”. Da non trascurare la ricchezza iconografica del libro: le fotografie sono di Giò Martorana e Pucci Scafidi. MATRI TERRA Guarda ‘sta terra: …rossa! Guarda ‘sti munti: …rossi! Guarda ‘sti ciuri: …rossi! È tuttu sangu miu! è tuttu sangu miu, misu ‘nta terra mia. Guarda ‘sti tronchi: alivi, torti pi lu duluri; guarda ‘sti rocci nudi, nudi, d’in faccia a Diu! È lu duluri miu! è lu duluri miu, misu ‘nta terra mia. Guarda lu ficudinnia! è duci, sutta ‘a spina e pari ca campa lisciu… ma sutta, sutta ‘a rina, cerca ‘na guccia d’acqua! Comu la vita mia! Renzino Barbera – 1969 (da Olioofficina Magazine - giugno 2015) GLI STATI UNITI SANCISCONO IL DIRITTO DI INQUINARE Un paese ancorato al carbone e comandato dalle lobby delle energie fossili: la Corte Suprema ha bloccato il progetto di legge di Obama di ridurre le emissioni inquinanti. La legge avrebbe potuto impedire fino a 11 mila morti premature. I costi per ridurre l’inquinamento sarebbero troppo alti, meglio dunque continuare a inquinare e danneggiare il clima. La Corte Suprema degli Stati Uniti ha respinto il progetto di legge dell’amministrazione di Barack Obama per limitare le emissioni di gas serra da parte delle centrali elettriche Usa. Con soli 5 voti contro 4 la Corte Suprema ha infatti stabilito che l'Environmental Protection Agency non è sostenibile, perché non ha considerato il costo finanziario totale che l’industria dovrebbe sostenere per le modifiche che dovrebbe apportare alle centrali ad energie fossili per adeguarsi ai nuovi limiti di emissioni. Il profitto delle aziende viene prima di tutto. Cosa aspettarsi da un paese che produce ancora il 40% dell'energia elettrica bruciando carbone: Business is business. La sentenza riguarda in particolare i Mercury and Air Toxics Standards (Mats): Tre anni fa l’amministrazione Obama aveva imposto nuove regole per limitare le emissioni di sostanze tossiche, compreso il mercurio, ma la lobby industriale Usa, spalleggiata dai Repubblicani, si è subito opposta alle misure e la questione ora torna alla Corte d'Appello degli Stati Uniti. La questione è stata portata davanti alla Corte Suprema dalla lobby delle energie fossili e da 21 Stati Usa con governatori repubblicani che sostengono che il costo per installare i dispositivi per abbattere le emissioni di sostanze inquinanti sarebbe costato 9,6 miliardi di dollari all’industria energetica. Il provvedimento interesserebbe 600 centrali elettriche, la maggior parte a carbone, molte delle quali in attività nel Midwest e nel Sud degli Usa, non a caso tra i più feroci oppositori (e finanziatori dei repubblicani) alla regolamentazione Epa c’è anche Peabody Energy, il più grande produttore di carbone statunitense. Il governo Usa ha fatto diversi tentativi di rafforzare il Clean Air Act, ma secondo la Corte Suprema le ultime direttive avrebbero dovuto includere i costi economici, oltre ai rischi per la salute. L’agenzia per l’ambiente americana, l’Epa, si è detta delusa dalla decisione della Corte Suprema, ma ha sottolineato che molte compagnie energetiche avevano già investito nell’adeguamento delle loro centrali per ridurre le emissioni inquinanti. Vickie Paton, dell’Environmental Defense Fund che ha sostenuto il regolamento approvato dall'amministrazione Obama, ha detto che «L’Epa dovrebbe essere in grado di affrontare le preoccupazioni sollevate dalla Corte perché ha già analizzato la parte economica che dimostra che i benefici per la salute per la nostra nazione superano di gran lunga i costi». I Mats, perfezionati nel 2012, richiedono che le centrali elettriche a carbone riducano le emissioni di mercurio del 91%, e limitano fortemente le emissioni di altri inquinanti tossici, come arsenico, cromo, e il gas di acido cloridrico, che sono collegati a diversi problemi di salute. Le nuove nome erano infatti destinate in gran parte a proteggere i bambini e le mamme in attesa, dal momento che l'esposizione al mercurio nel grembo materno può causare danni neurologici permanenti e gravi ritardi nello sviluppo cognitivo. La Corte Suprema non ha invece tenuto conto di quanto sostiene l’Epa: i benefici per i cittadini e l’ambiente Usa sarebbero molto più grandi - tra 37 ed i 90 miliardi di dollari all’anno – grazie alla diminuzione delle morti precoci, delle malattie e dei giorni di lavoro persi a causa dell’inquinamento. I dati riportati dalla Beyond Coal Campaign di Sierra Club, dicono che la nuova legge avrebbe potuto prevenire fino a 11.000 morti premature, 4.700 infarti e 130.000 attacchi di asma ogni anno. (da Terra Nuova - giugno 2015) ATTACCO SLEALE DELL'UE E ITALIA DI NUOVO NEL MIRINO La Commissione europea, con una lettera di diffida, chiede al nostro paese di abrogare la legge nazionale 138 dell’11 aprile 1974. Norma che vieta l’uso di latte in polvere, latte concentrato e latte ricostituito per fare yogurt, caciotte, robiole, mozzarelle. Piero Sardo, Slow Food: «Casari e pastori d’Europa riuniti a Cheese per difendere i formaggi di qualità dall’ennesimo attacco della burocrazia dell’Unione europea». A Bra dal 18 al 21 settembre la manifestazione internazionale – che dal 1997 si batte a favore del latte crudo, delle produzioni d’alpeggio e delle razze autoctone – dirà un forte no ai formaggi “senza latte”. L’Italia dell’agroalimentare di qualità ancora una volta subisce un attacco sleale, e stavolta a essere colpito al cuore è il settore che più di tutti rappresenta la biodiversità e il savoir-faire del nostro paese: il formaggio. Il pressing arriva dalla Commissione europea con una lettera di diffida che chiede all’Italia di abrogare la legge nazionale 138 dell’11 aprile 1974. Una norma italiana di cui andare fieri che vieta l’uso di latte in polvere, latte concentrato e latte ricostituito per fare yogurt, caciotte, robiole, mozzarelle. Secondo Bruxelles tale provvedimento rappresenterebbe una restrizione alla “libera circolazione delle merci”. «Auspichiamo che il Governo italiano difenda questa normativa che ci ha consentito fino a oggi di consumare ed esportare prodotti che non hanno eguali nel mondo», commenta Piero Sardo, presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità. «Dopo il cioccolato senza burro di cacao e il vino senza uva, le grandi industrie provano ad attaccare un altro settore di punta dell’agroalimentare italiano, secondo una logica al ribasso che danneggia pesantemente il nostro paese. Se questa nuova istanza venisse accolta, il comparto lattiero-caseario di qualità, già schiacciato dai prezzi del latte troppo bassi e dalle difficoltà della produzione per chi va in alpeggio, subirebbe un grave contraccolpo. Come Slow Food ci battiamo da anni per promuovere i formaggi a latte crudo, le produzioni d’alpeggio, le tecniche tradizionali e le razze autoctone. Da quando organizzammo la prima edizione di Cheese, nel 1997, e lanciammo la raccolta di firme a favore del latte crudo che consegnammo alle istituzioni europee. Il prossimo settembre a Bra ci saranno i migliori produttori d’Europa per combattere insieme a noi questa ultima assurdità e lavorare affinché l’esempio italiano si estenda a tutta l’Europa». In Italia esistono oltre 400 tipi di formaggi, dalle tome di montagna alle paste filate del sud: piccole produzioni che potrebbero determinare il futuro dell’agricoltura e dell’artigianato alimentare, nel nostro paese come nel resto d’Europa. È necessario difenderle attraverso leggi ad hoc e combattere la tendenza verso l’omologazione delle materie prime, delle tecniche, della provenienza. Dall’altro lato, è necessario informare i consumatori affinchè possano scegliere consapevolmente cosa stanno mangiando e, conseguentemente, quale tipo di agricoltura e di allevamento stanno sostenendo. In questo senso, sono fondamentali le etichette che, nel caso dei formaggi ad esempio, non sono esaustive con quel semplice “latte, caglio e sale” previsto dalla legge. «Vogliamo siano indicati fattori determinanti come l’alimentazione dell’animale o la tipologia di fermenti utilizzati. Senza questi elementi è difficile districarsi per il consumatore che acquista nella grande distribuzione tra le centinaia di proposte», conclude Sardo. L’appuntamento per tutti quelli che hanno a cuore il patrimonio lattiero-caseario europeo di qualità è quindi a Bra, dal 18 al 21 settembre con Cheese 2015. (da Slow Food - giugno 2015) SE A SGOCCIOLARE È L’EXPO Trickle-down (in italiano, sgocciolamento) è il nome di una teoria economica, ma anche di una filosofia, che molti hanno conosciuto attraverso la parabola di Lazzaro che si nutriva delle briciole che il ricco Epulone lasciava cadere dalla sua mensa (Luca, 16, 19–31). Dopo la loro morte le parti si sono invertite perché Lazzaro è stato ammesso al banchetto di Dio, in Paradiso, mentre Epulone è finito all’inferno a soffrire fame e sete. La teoria e la filosofia del Trickle–down in realtà si fermano alla prima parte della parabola. La seconda parte è compito nostro realizzarla; e non in Paradiso, dopo la morte, ma su questa Terra, qui e ora. In ogni caso, secondo la teoria, più i ricchi diventano ricchi, più qualche cosa della loro ricchezza “sgocciolerà” sulle classi che stanno sotto di loro, per cui che i ricchi siano sempre più ricchi conviene a tutti. Discende da questa teoria la progressiva riduzione delle tasse sui redditi maggiori (fino alla flat tax, l’aliquota uguale per tutti, predicata negli Usa dal partito repubblicano e, in Italia, da Matteo Salvini) che, a partire dagli anni Settanta, ha inaugurato la crescita incontrollata delle diseguaglianze. In Italia la progressiva riduzione delle aliquote marginali dell’imposta sui redditi più elevati (al momento dell’introduzione dell’Irpef era di oltre il 70 per cento; oggi supera di poco il 40) è stata giustificata sostenendo che aliquote troppo elevate incentivano l’evasione fiscale, mentre aliquote più “ragionevoli” l’avrebbero eliminata. I risultati si vedono. L’altro cavallo di battaglia della Trickle-down economics è che le misure di incentivazione economica dovrebbero essere destinate esclusivamente alle imprese, perché sono solo le imprese a creare buona occupazionee, quindi, reddito e benessere anche per i lavoratori. Tutte le altre spese, specie se di carattere sociale, sono, in termini economici, “sprechi”. Ma l’evoluzione tecnologica rende sempre di più job-less, cioè senza occupazione aggiuntiva, la crescita sia della singola impresa che del sistema nel suo complesso. Anzi, molto spesso la riduzione dell’occupazione in una impresa viene salutata con un drastico aumento del suo valore in borsa. Trasposta sul piano sociale, la filosofia del Trickle-down ha assunto i connotati del “capitalismo compassionevole”, che negli Stati uniti costituisce la dottrina ufficiale dell’ala più reazionaria del partito repubblicano, e non solo di quella. In base ad essa il welfare, come insieme di misure tese a garantire in forma universalistica i diritti fondamentali del cittadino – pensione, cure sanitarie, istruzione, sostegno al reddito – va eliminato perché induce chi ne beneficia all’ozio; e va sostituito con la beneficienza gestita dalla generosità dei ricchi, nelle forme da loro prescelte e indirizzandola, ovviamente, solo a chi, a loro esclusivo giudizio, “se la merita”. Non c’è negazione più radicale della dignità dell’essere umano (e del vivente in genere) di una teoria come questa. Eppure è una concezione che sta progressivamente prendendo piede in tutti gli ambiti della cultura ufficiale, anche là dove gli istituti del Welfare State (che letteralmente significa Stato del benessere, e che da tempo viene tradotto sempre più spesso con l’espressione “Stato assistenziale”) sono, bene o male, ancora in funzione. Non deve stupire quindi di ritrovare i capisaldi di questa concezione violentemente antidemocratica in quello che viene fin da ora ufficialmente indicato come “il lascito immateriale” della peggiore manifestazione della teoria e della prassi del capitalismo finanziario, o “finanzcapitalismo”: la cosiddetta “carta di Milano” dell’Expò. Lascito immateriale, perché quello materiale, come è ormai noto, non è che devastazione del territorio, asfalto e cemento, corruzione, nuovi debiti di Comune, Regione e Stato, violazione dei diritti, della dignità e della sicurezza del lavoro (l’Expò è stato il laboratorio del Job-act), propaganda per un’alimentazione, un’agricoltura e un’industria alimentare tossiche e, dulcis in fundo, un meccanismo di perpetuazione delle Grandi Opere inutili: perché, a Expò concluso, ci sarà da decidere che cosa fare, con nuovo cemento, nuovi debiti e nuova corruzione di quell’area ormai devastata… continua QUI la lettura… (da Il Manifesto - maggio 2015) DALLA PARTE DELLA GRECIA Cari avaaziani in tutta Europa, Questa settimana potrebbero imporre alla Grecia un piano durissimo di tagli e austerità o perfino l’uscita dall’Euro, con effetti a catena sull’Italia e tutta l’Europa. Ma abbiamo un’alternativa: creare ora il più grande movimento di sempre a sostegno di una democrazia equa in Europa. Bastano due fatti al di là di tutti i tecnicismi: 1. sono stati i greci più vulnerabili a pagare il prezzo degli incredibili tagli alla spesa: oggi 4 bambini su 10 vivono in povertà, la mortalità infantile è aumentata del 43% e un giovane su due è disoccupato. E soprattutto, 2. è stato tutto inutile: il debito greco è aumentato, non diminuito. Continuare su questa strada porterà agli stessi fallimentari risultati. E nonostante questo, Angela Merkel e i creditori continuano a spingere queste politiche irresponsabili, dicendo di avere il sostegno dei cittadini europei. Ma non è così. E questa settimana il Primo Ministro Greco Tsipras ha deciso con coraggio di dare la scelta ai cittadini. Si è appellato ai greci, chiedendo di dire “No” a tutto questo. E il 70% dei membri di Avaaz in Grecia dice che voterà “NO” al referendum di domenica: ora sta a noi mostrare che anche il resto dell'Europa è dalla loro parte per avviare una vera riduzione del debito. FIRMA ORA E RIEMPIREMO I MEDIA CON IL NOSTRO APPELLO Sappiamo che Angela Merkel già in passato ha saputo cambiare idea sulla base delle spinte dell’opinione pubblica: lo fece, per esempio, dopo l’incidente a Fukushima e le enormi proteste in tutto il Paese, quando decise di chiudere le centrali nucleari in Germania. La crisi greca è complessa e la corruzione, l’incapacità e i prestiti azzardati dei governi degli ultimi anni hanno certamente contribuito al fallimento dell’economia. Ma il 90% degli aiuti che hanno ricevuto sono andati un minuto dopo a banche straniere e ai cittadini greci sono rimaste le privatizzazioni, i tagli alle pensioni e agli stipendi, l’aumento delle tasse. Così, come previsto da molti, il debito non diminuisce, ma aumentano a dismisura ingiustizie e povertà. Sono sempre di più gli economisti e gli importanti leader mondiali a sostenere un’altra soluzione: la riduzione e riorganizzazione del debito greco, per mezzo di una conferenza sul debito, per dare all’economia del Paese il tempo per riprendersi e ripagare il resto di quanto dovuto nel corso del tempo. Abbiamo pochissimi giorni per dimostrare a Renzi, alla Merkel e agli altri leader europei che il mondo sostiene il “No” a queste politiche fallimentari. Unisciti ora!! Possiamo trasformare questa crisi in un’opportunità per cambiare l'Europa, e la nostra comunità può essere fondamentale. Quello greco potrebbe essere un disastro di dimensioni storiche, ma con un’enorme mobilitazione possiamo costringere invece Renzi, Merkel e gli altri leader e creare le premesse per trasformare il sistema economico europeo e mondiale, e renderlo umano. Ad iniziare proprio dalla Grecia. Con speranza, Alice, Ricken, Spyro, Alex, Marigona, Mike e tutto il team di Avaaz Fonti: "Greci, votate per salvare la democrazia" I grandi economisti sostengono Alexis Tsipras (Espresso) -/- Grecia non rimborsa FMI, prima volta per economia avanzata (ANSA) -/- La Grecia propone ai creditori un nuovo piano d’aiuti e un taglio del debito (Internazionale) -/- Grecia, tutte le differenze tra la proposta dei creditori e quella di Atene (EU news) -/- Grecia, quattro anni di austerity e crisi sociale. (SkyTg24) -/- «L’austerity? In Grecia l’abbiamo già fatta» di Y. Varoufakis (Il Sole 24 Ore) -/- Grecia, Renzi e la terza via: “No austerity, ma il referendum è scelta azzardata” (Il Fatto Quotidiano) (da Avaaz - luglio 2015) … sulla crisi greca leggiamo anche: Grecia: togliete tutto tranne le spese militari da Altreconomia di luglio 2015 TUTTI SU PER TERRA Volete mangiare formaggi di qualità? Preoccupatevi della salute della terra. Può sembrare un’assurdità, ma il legame tra lo stato di salute del suolo, la sua biodiversità e le caratteristiche organolettiche dei prodotti caseari è più stretto di quanto possa sembrare: se fino a oggi avete pensato che elementi come il colore, l’aroma, il sapore e le proprietà nutrizionali di ciascuna varietà derivassero unicamente dalla lavorazione o dai fermenti dovete ricredervi. Ne parliamo a Cheese 2015 con l’appuntamento Il formaggio e la terra, ospitato venerdì 18 settembre alle 15 presso la Casa della Biodiversità: un incontro tutto dedicato al legame indissolubile tra salute del territorio e qualità delle produzioni casearie, con alcune valutazioni sulla situazione attuale e sulle buone pratiche da mettere in atto riguardo il gravissimo problema della perdita di fertilità dei suoli, che solo nel nostro Paese riguarda il 74% del territorio. Il terreno fornisce i nutrienti e l’acqua necessari per produrre il cibo: se il suolo è povero, inquinato da sostanze chimiche di sintesi, privo di vita e insalubre, è impossibile produrre un cibo sano. I fertilizzanti chimici, i semi ad alto rendimento, i pesticidi, le monocolture e le risorse idriche necessarie a irrigarle hanno aumentato le rese dei campi e hanno triplicato la produzione agricola, ma allo stesso tempo hanno pesantemente compromesso la fertilità dei suoli. Come aveva già illustrato anni fa un’indagine condotta dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte, esiste un legame diretto tra le caratteristiche del formaggio e quelle del suolo: a parità di tipologia casearia, sono state evidenziate differenze sensibili a seconda che gli animali da latte avessero pascolato in alpeggio o in pianura, in zone più o meno soleggiate o arieggiate, in periodi diversi e con composizioni di flora e terreni differenti. Esattamente come capita per i vini, insomma, anche i formaggi hanno i loro terroir, e rispetto ed equilibrio della terra sono ingredienti fondamentali. Quindi cerchiamo di aumentare la nostra conoscenza chiedendoci sempre quali sia l’origine dei prodotti (a maggior ragione di quelli caseari) che portiamo in tavola). Ce lo ricordano anche le Nazioni Unite che hanno sancito il 2015 come l’anno internazionale dei suoli; più della metà degli allevamenti italiani si trova in zone montane, ed è soprattutto al lavoro assiduo dei pastori e degli animali da pascolo che si devono la manutenzione e il compattamento dei terreni, fondamentale anche per evitare situazioni di rischio idrogeologico. Si tratta probabilmente solo della punta dell’iceberg: i dati attuali sui suoli sono spesso frammentari, incompleti e datati, e la priorità della Fao (che ha avviato più di 100 progetti su questo tema) è creare una rete d’informazioni efficiente per fornire dati e informazioni complete per contribuire alla gestione dei terreni. Il primo, necessario passo per il recupero di quello che il presidente Graziano da Silva ha giustamente definito «Un silenzioso alleato, una risorsa quasi dimenticata». In attesa di approfondire queste tematiche a Cheese vi consigliamo di consultare il libretto E il mondo piccolo? : un utilissimo vademecum che offre una panoramica a tutto tondo sui segreti del suolo, con grafici e statistiche aggiornate per farsi un’idea di quanti e quali campi sono intrecciati a doppio filo con la qualità del suolo, ma anche per capire quali sono state finora le mosse già intraprese da alcuni Paesi in materia di tutela della terra e consapevolezza ambientale. (da Cheese Slowfood - luglio 2015) SALUTE: DISERBANTI NOCIVI PER I LAVORATORI La Filt Veneto ha scritto al Presidente Luca Zaia, all’assessore all’ambiente della Regione Veneto Giampaolo Bottacin, a quello della Sanità Luca Coletto e alla Direzione tecnica ARPAV per segnalare come in molte attività e imprese della nostra Regione sono utilizzati diserbanti chimici prodotti a base di glifosati. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha di recente confermato che il glyphosate può provocare danni irreversibili alla salute umana come il linfoma non Hodgkin e il cancro ai polmoni. La Filt ha segnalato il pericolo alle aziende del nostro settore che usano diserbanti per l’eliminazione del “verde molesto” per chiedere di adottare misure preventive e di necessaria prudenza che evitino manipolazione, uso, contatto con prodotti contenenti glisofati da parte del personale impegnato nella rete ferroviaria o nell’attività stradale. È senz’altro necessario che Regione e Dipartimento ambiente e Sanità traducano in decisioni operative il principio di precauzione per la qualità della vita e dell’ambiente regionale. Non può essere certo sufficiente assumere gli studi della Monsanto per avanzare l’ipotesi di dubbi sui gravi effetti del glifosati. L’OMS afferma in modo chiaro che l’assorbimento nella catena alimentare della vita di prodotti a base di glifosati produce effetti cancerogeni e mutagenesi. Nel frattempo ci aspettiamo dalla nostra Regione direttive tempestive e chiare all’indirizzo di imprese che fanno uso massivo di diserbanti chimici e dei molti produttori agricoli (a partire dalle terre vinicole del prosecco e dell’amarone) per salvaguardare salute e ambiente. Per il dettaglio leggere QUI gli allegati. Filt CGIL RegionaleVeneto -- 1 luglio 2015 …mare o montagna??... • “La buona scuola? 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