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NOTIZIE DALL’EUROPA E DAL MONDO
NESTLÉ E L’ACQUA PUBBLICA
Sono Joseph e vivo nel nord-ovest rurale degli Stati Uniti. Ho appena saputo che la Nestlé
sta chiudendo un lucroso contratto di privatizzazione dell'acqua nel mio Stato, l'Oregon.
L'operazione consegnerebbe in mano alla Nestlé milioni di litri di parte dell'acqua potabile
più pulita che abbiamo, nonostante un enorme siccità stia colpendo il nostro Stato. Ancora
peggio, Nestlé pagherà solo un centesimo di dollaro ogni 150 litri di acqua, quindi
venderà la stessa acqua al pubblico ad un prezzo 70 volte più caro!
Sono stato ispirato a intraprendere dei provvedimenti dopo i recenti sforzi di SumOfUs
contro i tentativi subdoli di Nestlé di privatizzare l'acqua, ad ogni occasione, in molti Paesi:
in California, in Pakistan e in British Columbia, Canada. E quando ho sentito che qualsiasi
socio di SumOfUs può ora avviare una campagna, ho deciso di creare la mia petizione per
ottenere che Nestlé se ne vada dal mio Stato.
Ma ho bisogno del vostro aiuto per
vincere. Volete unirvi a me per
chiedere allo Stato dell’Oregon di
respingere l'offerta di Nestlé che
ridurrebbe alla siccità il nostro
territorio?
Firma la
mia petizione nel
sito di SumOfUs, per fermare
Nestlé
prima
che
si
impossessi di tutta l’acqua
della mia comunità.
Lago di Applegate – Oregon - USA
Nestlé sta – nel frattempo - facendo
credere che il suo terribile piano di accaparramento delle risorse idriche nell’Oregon sia
un’opportunità per creare posti di lavoro nella comunità locale – mentre in realtà ne
creerebbe solamente 48.
E questo non è l'unico modo con cui tenta di truffarci: il costo per mantenere
l'infrastruttura necessaria per gestire la flotta di camion - per il trasporto dell’acqua a e
dall'impianto di imbottigliamento - verrà interamente sostenuto da denaro pubblico. La
verità è che ciò che Nestlé sta cercando di fare in Oregon non è nient’altro che la sua
strategia mercenaria da decenni: l’obiettivo è una piccola cittadina rurale, in gravi difficoltà
finanziarie, offrendo loro “noccioline” per la loro risorsa più preziosa, e poi agire come
banditi.
Il fatto è che il mondo sta affrontando una persistente crisi idrica, che non ha affatto
rallentato. Anzi, Nestlé sta diventando sempre più spericolata. Ora è il momento per
stabilire un precedente su come il mondo debba trattare con multinazionali come la Nestlé,
aziende che credono di poter mettere un prezzo sulle nostre risorse più preziose.
Unitevi a me per dire allo Stato dell’Oregon di non concludere questo accordo
con la Nestlé. Grazie per il vostro sostegno.
Joseph Schommer,
socio di SumOfUs, da Little Applegate Valley, Oregon
(da SumOfUs - giugno 2015)
ITALIA NOSTRA E WIGWAM ALL’EXPO
CON IL PROGETTO “ORTI URBANI”
Il video di presentazione del progetto Nazionale di Italia
Nostra “Orti Urbani”è stato presentato ufficialmente
all’Expo il 19 giugno, nel padiglione Italia nello spazio
dedicato all’ordine degli Agronomi e Forestali. (Il video si
può vedere cliccando QUI)
Il progetto si rivolge a tutti coloro che, privati o enti pubblici, possedendo delle aree verdi
le vogliano destinare all’ “arte del coltivare” nel rispetto della memoria storica dei luoghi e
delle regole “etiche” stabilite da Italia Nostra in accordo con l’ANCI (Associazione dei
comuni di Italia) con il quale è stato sottoscritto un protocollo d’intesa e al quale hanno poi
aderito Coldiretti , la Fondazione di Campagna Amica e l’associazione Nazionale dei Clubs
Wigwam con capofila il Gruppo Wigwam Orti Urbani, Sociali e Familiari.
In sostanza, pur nelle differenti caratterizzazioni geomorfologiche dei luoghi, si tende a
definire una modalità comune in tutta Italia (partendo dalle linee guida elaborate dalla
Facoltà di Agraria dell’Università di Perugia) di come “impiantare” o conservare un “orto”,
che va inteso nel senso di parco “culturale”, teso a recuperare specie in via di estinzione
ma anche a coltivare prodotti di uso comune con metodologie scientifiche.
Prodotti che potrebbero poi essere anche venduti dagli interessati a prezzi economici nella
logica di accorciare la filiera dal produttore al consumatore. E chiaro che questo progetto
non è solo il progetto per favorire la diffusione di mere coltivazione orticole per consumi
personali ma molto di più: esso rappresenta infatti un modo per tutelare e proporre alle
Comunità la tutela del paesaggio, la valorizzazione di una economia etica, lo sviluppo di un
turismo culturale, rafforzando l’idea della necessità che ognuno di noi si prenda cura del
territorio – pur se in modi e con pratiche diverse, e lo strappi, facendolo proprio, alla
insensata spinta cementificatoria.
E un’idea per rafforzare l’identità dei luoghi e
delle comunità contro l’alienazione e la
standardizzazione delle periferie anonime, è il
senso della percezione che la tutela dei Beni
Culturali e Paesaggistici si attua anche con
progetti vivi e coinvolgenti.
Si ringrazia l’ Avv. Evaristo Petrocchi di Italia Nostra per il lavoro di realizzazione e
coordinamento del progetto.
Circolo di campagna ® Wigwam® “Il Presidio… sotto il portico”… A.P.S
Via Gramogne 41 - 35127 CAMIN (PD) -- Tel. 338-4238191
Facebook: Circolo Wigwam "IL PRESIDIO"
Web:
www.wigwam.it
https://sites.google.com/site/ilpresidiowigwam/home
E-mail:
[email protected]
(da Circolo Wigwam Il Presidio - giugno 2015)
INVITO UFFICIALE ALL'INCONTRO
"TERRA MADRE GIOVANI A BORGOFUTURO FESTIVAL"
RIPE SAN GINESIO - SABATO 4 LUGLIO ORE 17.00
Slow Food e Slow Food Youth Network lanciano anche da Borgofuturo, nell'anno
dell'esposizione universale sul cibo, Terra Madre giovani - We Feed the Planet una
grande sfida per poter discutere su come nutrire il pianeta con coloro che ne
rappresentano il futuro, ossia i giovani agricoltori.
E' stata avviata una "chiamata” aperta a tutti i piccoli produttori agricoli,
che potranno prender parte ad un dibattito orizzontale per condividere le
proprie idee di agricoltura sostenibile e mettere in luce le problematiche
più sentite nel loro mondo.
Abbiamo quindi il piacere di invitarvi a partecipare all'evento per prendere parte
attiva al dibattito e contribuire a costruire insieme un'idea di cibo e agricoltura
sostenibile per il futuro.
L'incontro sarà anche l'occasione per selezionare un elenco di tematiche
da portare al grande evento “We Feed the Planet” (Nutriamo il Pianeta)
che si svolgerà dal 3 al 6 Ottobre a Milano.
L'incontro è organizzato con la collaborazione di REES Marche, che si
occupa di ecologia, agricoltura biologica, economia solidale, democrazia
partecipativa e di immaginare un nuovo modo di organizzare la società.
QUI il Link del Programma Completo del Festival Borgofuturo
(da La Terra e Il Cielo - giugno 2015)
LIBERI DAI VELENI -- 10 LUGLIO A CIRVOI (BL)
Inizia il 10 luglio da Cirvoi, in un
ambito fortemente interessato da
nuovi
impianti
di
vigneti,
la
Campagna “LIBERI DAI VELENI”, che
si apre all’adesione del più grande
numero possibile di cittadini e
associazioni del territorio bellunese.
Partecipiamo numerosi, per fare
sentire quanto è alta l'attenzione
sulla
colonizzazione
agricola,
e
quanto i residenti stanno rischiando.
Diffondiamo e sensibilizziamo più
persone possibile a partecipare ed
aderire.
Domani alle 15 alla Casa dei beni
comuni (ex caserma Piave) e
lunedì alle 20.30 a Lentiai (Centro
culturale Tres) distribuzione di
locandine e volantini.
Venite in tanti, è importante!!!!!
(da TERRA BELLUNESE – giugno 2015)
SPUNTI PER UN PENSIERO ECOLOGICO
COME COMPIERE SCELTE MORALI ED
ETICHE?
"Se il successo o il fallimento di questo pianeta e
degli esseri umani dipende da chi sono e cosa
faccio.... come sarò? Cosa farò?" Buckminster Fuller
Stavo visitando la Solution Library del Global
Ecovillage Network quando mi sono imbattuta in
una riflessione interessante sul pensiero ecologico.
La Solution Library è una piattaforma on-line dove tutti possono proporre soluzioni o dare
consigli, raccontare esperienze di ecologia, economia alternativa, strategie e strumenti per
il sociale, nuovi modi di intendere la cultura e molto altro ancora. La breve riflessione di
Iain Findlay, un membro della community, parte dalla considerazione secondo la quale “il
pensiero sostenibile e andare verso un mondo sostenibile saranno sempre costellati di
scelte difficili e dilemmi perché non è chiaro e ovvio se il risultato sarà giusto o sbagliato”.
L'elaborazione di un pensiero ecologico è recentissimo, se consideriamo la storia
dell'umanità, e in questa fase “abbiamo bisogno di un orientamento, una struttura etica
per sostenere i principi di sostenibilità in base a bisogni ecologici e sociali, evitando di
disseminare pensieri ecologici sbagliati lungo tutto il percorso”. Spesso ci troviamo tra due
estremi quando dobbiamo fare una scelta.
Per alcune scelte, dobbiamo distinguere il "giusto" contro lo "sbagliato" ma ci vuole una
riflessone per la quale poche persone vi dedicano tempo. Per altre scelte più complesse
dobbiamo valutare tra il “giusto” da un lato e il “giusto” dall'altro.
Così Iain Findlay consiglia sei categorie che possono guidare il nostro processo decisionale
in una prospettiva sostenibile:
• Individuo o comunità
• globale o locale
• legge o verità
• breve termine o lungo termine
• Tossico o non tossico
• giustizia o pietà.
Inoltre, prosegue, “possiamo considerare i pro e i contro delle situazioni dalla prospettiva
di tre principi che ci hanno guidato per molte centinaia di anni:
1. Fai ciò che è meglio per il maggior numero di persone. Qui il pensiero è basato sulle
finalità;
2. Agisci in accordo con qualsiasi legge che ci piacerebbe che le altre persone
seguissero in situazioni simili. Questa è la "regola base" del pensiero;
3. Fai quello che vuoi fare. Questo è il pensiero fondato sulla cura, chiamato anche
come la Regola d'Oro”.
(Fonte: Solution Library http://solution.ecovillage.org)
(da Terra Nuova - giugno 2015)
GUARDA ‘STI TRONCHI: ALIVI
Prima di presentarvi la recensione del volume Olio Nostrum, di cui sono autori
Manfredi Barbera e Carlo Ottaviano (clicca QUI per leggere il libro), riportiamo
una intensa lirica di Renzino Barbera, dal titolo “Matri Terra”, contenuta nel
volume ad apertura del primo capitolo: è tuttu sangu miu, / misu ‘nta terra mia…
Olio Nostrum. Storia di terre e di miti, di famiglia e di impresa, di Sicilia e di mondo, è il
libro che Agra Editrice ha pubblicato per i 120 anni di «Olio Barbera». Non è un libro
celebrativo, né puramente documentale, ma una piacevole pubblicazione, che ha la
capacità di ricondurci alla nostra storia di popolo passando da una storica famiglia di oleari
siciliani.
Il libro è dedicato da Manfredi Barbera ai
suoi avi, da cui nasce – dice – la sua
storia. E inoltre “A Paola, Lorenzo e Carlo,
presente e futuro. Ai contadini che rendono
ogni giorno la terra un posto migliore”.
Manfredi si dichiara “vittima della «malattia
dell’olio». Che non fa male, anzi ti
permette di essere al meglio dal punto di
vista salutistico e di esaltare con il piacere
edonistico il bisogno fisiologico di nutrirsi.
C’è però un effetto collaterale: provoca
dipendenza. Se questa passione coincide
con la propria attività professionale,
bisogna dimenticare di potersi arricchire”.
Da non trascurare la ricchezza iconografica
del libro: le fotografie sono di Giò Martorana e Pucci Scafidi.
MATRI TERRA
Guarda ‘sta terra: …rossa!
Guarda ‘sti munti: …rossi!
Guarda ‘sti ciuri: …rossi!
È tuttu sangu miu!
è tuttu sangu miu,
misu ‘nta terra mia.
Guarda ‘sti tronchi: alivi,
torti pi lu duluri;
guarda ‘sti rocci nudi,
nudi, d’in faccia a Diu!
È lu duluri miu!
è lu duluri miu,
misu ‘nta terra mia.
Guarda lu ficudinnia!
è duci, sutta ‘a spina
e pari ca campa lisciu…
ma sutta, sutta ‘a rina,
cerca ‘na guccia d’acqua!
Comu la vita mia!
Renzino Barbera – 1969
(da Olioofficina Magazine - giugno 2015)
GLI STATI UNITI SANCISCONO IL DIRITTO DI INQUINARE
Un paese ancorato al carbone e comandato dalle lobby delle energie fossili: la
Corte Suprema ha bloccato il progetto di legge di Obama di ridurre le emissioni
inquinanti. La legge avrebbe potuto impedire fino a 11 mila morti premature.
I costi per ridurre l’inquinamento sarebbero troppo alti, meglio dunque continuare a
inquinare e danneggiare il clima. La Corte Suprema degli Stati Uniti ha respinto il progetto
di legge dell’amministrazione di Barack Obama per limitare le emissioni di gas serra da
parte delle centrali elettriche Usa.
Con soli 5 voti contro 4 la Corte Suprema ha infatti stabilito che l'Environmental
Protection Agency non è sostenibile, perché non ha considerato il costo finanziario totale
che l’industria dovrebbe sostenere per le modifiche che dovrebbe apportare alle centrali ad
energie fossili per adeguarsi ai nuovi limiti di emissioni. Il profitto delle aziende viene
prima di tutto. Cosa aspettarsi da un paese che produce ancora il 40% dell'energia
elettrica bruciando carbone: Business is business.
La sentenza riguarda in particolare i Mercury
and Air Toxics Standards (Mats): Tre anni
fa l’amministrazione Obama aveva imposto
nuove regole per limitare le emissioni di
sostanze tossiche, compreso il mercurio, ma
la lobby industriale Usa, spalleggiata dai
Repubblicani, si è subito opposta alle misure e
la questione ora torna alla Corte d'Appello
degli Stati Uniti.
La questione è stata portata davanti alla Corte
Suprema dalla lobby delle energie fossili e da
21 Stati Usa con governatori repubblicani che
sostengono che il costo per installare i dispositivi per abbattere le emissioni di sostanze
inquinanti sarebbe costato 9,6 miliardi di dollari all’industria energetica. Il provvedimento
interesserebbe 600 centrali elettriche, la maggior parte a carbone, molte delle quali in
attività nel Midwest e nel Sud degli Usa, non a caso tra i più feroci oppositori (e finanziatori
dei repubblicani) alla regolamentazione Epa c’è anche Peabody Energy, il più grande
produttore di carbone statunitense.
Il governo Usa ha fatto diversi tentativi di rafforzare il Clean Air Act, ma secondo la Corte
Suprema le ultime direttive avrebbero dovuto includere i costi economici, oltre ai rischi per
la salute. L’agenzia per l’ambiente americana, l’Epa, si è detta delusa dalla decisione della
Corte Suprema, ma ha sottolineato che molte compagnie energetiche avevano già
investito nell’adeguamento delle loro centrali per ridurre le emissioni inquinanti. Vickie
Paton, dell’Environmental Defense Fund che ha sostenuto il regolamento approvato
dall'amministrazione Obama, ha detto che «L’Epa dovrebbe essere in grado di affrontare le
preoccupazioni sollevate dalla Corte perché ha già analizzato la parte economica che
dimostra che i benefici per la salute per la nostra nazione superano di gran lunga i costi».
I Mats, perfezionati nel 2012, richiedono che le centrali elettriche a carbone riducano le
emissioni di mercurio del 91%, e limitano fortemente le emissioni di altri inquinanti
tossici, come arsenico, cromo, e il gas di acido cloridrico, che sono collegati a diversi
problemi di salute. Le nuove nome erano infatti destinate in gran parte a proteggere i
bambini e le mamme in attesa, dal momento che l'esposizione al mercurio nel grembo
materno può causare danni neurologici permanenti e gravi ritardi nello sviluppo cognitivo.
La Corte Suprema non ha invece tenuto conto di quanto sostiene l’Epa: i benefici per i
cittadini e l’ambiente Usa sarebbero molto più grandi - tra 37 ed i 90 miliardi di dollari
all’anno – grazie alla diminuzione delle morti precoci, delle malattie e dei giorni di lavoro
persi a causa dell’inquinamento. I dati riportati dalla Beyond Coal Campaign di Sierra
Club, dicono che la nuova legge avrebbe potuto prevenire fino a 11.000 morti premature,
4.700 infarti e 130.000 attacchi di asma ogni anno.
(da Terra Nuova - giugno 2015)
ATTACCO SLEALE DELL'UE E ITALIA DI NUOVO NEL MIRINO
La Commissione europea, con una lettera di diffida, chiede al nostro paese di
abrogare la legge nazionale 138 dell’11 aprile 1974. Norma che vieta l’uso di latte
in polvere, latte concentrato e latte ricostituito per fare yogurt, caciotte, robiole,
mozzarelle. Piero Sardo, Slow Food: «Casari e pastori d’Europa riuniti a Cheese
per difendere i formaggi di qualità dall’ennesimo attacco della burocrazia
dell’Unione europea».
A Bra dal 18 al 21 settembre la manifestazione internazionale – che dal 1997 si
batte a favore del latte crudo, delle produzioni d’alpeggio e delle razze autoctone
– dirà un forte no ai formaggi “senza latte”. L’Italia dell’agroalimentare di qualità
ancora una volta subisce un attacco sleale, e stavolta a essere colpito al cuore è il settore
che più di tutti rappresenta la biodiversità e il savoir-faire del nostro paese: il formaggio.
Il pressing arriva dalla Commissione europea con una lettera di diffida che chiede all’Italia
di abrogare la legge nazionale 138 dell’11 aprile 1974. Una norma italiana di cui andare
fieri che vieta l’uso di latte in polvere, latte concentrato e latte ricostituito per fare yogurt,
caciotte, robiole, mozzarelle. Secondo Bruxelles tale provvedimento rappresenterebbe una
restrizione alla “libera circolazione delle merci”.
«Auspichiamo che il Governo italiano difenda questa normativa che ci ha consentito fino a
oggi di consumare ed esportare prodotti che non hanno eguali nel mondo», commenta
Piero Sardo, presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità. «Dopo il cioccolato
senza burro di cacao e il vino senza uva, le grandi industrie provano ad attaccare un altro
settore di punta dell’agroalimentare italiano, secondo una logica al ribasso che danneggia
pesantemente il nostro paese.
Se questa nuova istanza venisse accolta, il comparto lattiero-caseario di qualità, già
schiacciato dai prezzi del latte troppo bassi e dalle difficoltà della produzione per chi va in
alpeggio, subirebbe un grave contraccolpo. Come Slow Food ci battiamo da anni per
promuovere i formaggi a latte crudo, le produzioni d’alpeggio, le tecniche tradizionali e le
razze autoctone.
Da quando organizzammo la prima edizione di Cheese, nel 1997, e lanciammo la raccolta
di firme a favore del latte crudo che consegnammo alle istituzioni europee. Il prossimo
settembre a Bra ci saranno i migliori produttori d’Europa per combattere insieme a noi
questa ultima assurdità e lavorare affinché l’esempio italiano si estenda a tutta l’Europa».
In Italia esistono oltre 400 tipi di
formaggi, dalle tome di montagna alle
paste filate del sud: piccole produzioni
che potrebbero determinare il futuro
dell’agricoltura
e
dell’artigianato
alimentare, nel nostro paese come nel
resto d’Europa.
È necessario difenderle attraverso leggi
ad hoc e combattere la tendenza verso
l’omologazione delle materie prime, delle
tecniche, della provenienza.
Dall’altro lato, è necessario informare i
consumatori affinchè possano scegliere
consapevolmente cosa stanno mangiando e, conseguentemente, quale tipo di agricoltura e
di allevamento stanno sostenendo. In questo senso, sono fondamentali le etichette che,
nel caso dei formaggi ad esempio, non sono esaustive con quel semplice “latte, caglio e
sale” previsto dalla legge. «Vogliamo siano indicati fattori determinanti come
l’alimentazione dell’animale o la tipologia di fermenti utilizzati. Senza questi elementi è
difficile districarsi per il consumatore che acquista nella grande distribuzione tra le
centinaia di proposte», conclude Sardo.
L’appuntamento per tutti quelli che hanno a cuore il
patrimonio lattiero-caseario europeo di qualità è
quindi a Bra, dal 18 al 21 settembre con Cheese
2015.
(da Slow Food - giugno 2015)
SE A SGOCCIOLARE È L’EXPO
Trickle-down (in italiano, sgocciolamento) è il nome di una teoria economica, ma anche di
una filosofia, che molti hanno conosciuto attraverso la parabola di Lazzaro che si nutriva
delle briciole che il ricco Epulone lasciava cadere dalla sua mensa (Luca, 16, 19–31). Dopo
la loro morte le parti si sono invertite perché Lazzaro è stato ammesso al banchetto di Dio,
in Paradiso, mentre Epulone è finito all’inferno a soffrire fame e sete. La teoria e la filosofia
del Trickle–down in realtà si fermano alla prima parte della parabola.
La seconda parte è compito nostro realizzarla; e non in
Paradiso, dopo la morte, ma su questa Terra, qui e ora.
In ogni caso, secondo la teoria, più i ricchi diventano
ricchi, più qualche cosa della loro ricchezza “sgocciolerà”
sulle classi che stanno sotto di loro, per cui che i ricchi
siano sempre più ricchi conviene a tutti.
Discende da questa teoria la progressiva riduzione delle
tasse sui redditi maggiori (fino alla flat tax, l’aliquota
uguale per tutti, predicata negli Usa dal partito repubblicano e, in Italia, da Matteo Salvini) che, a partire dagli
anni Settanta, ha inaugurato la crescita incontrollata
delle diseguaglianze.
In Italia la progressiva riduzione delle aliquote marginali
dell’imposta sui redditi più elevati (al momento
dell’introduzione dell’Irpef era di oltre il 70 per cento;
oggi supera di poco il 40) è stata giustificata sostenendo
che aliquote troppo elevate incentivano l’evasione
fiscale, mentre aliquote più “ragionevoli” l’avrebbero eliminata. I risultati si vedono.
L’altro cavallo di battaglia della Trickle-down economics è che le misure di incentivazione
economica dovrebbero essere destinate esclusivamente alle imprese, perché sono solo le
imprese a creare buona occupazionee, quindi, reddito e benessere anche per i lavoratori.
Tutte le altre spese, specie se di carattere sociale, sono, in termini economici, “sprechi”.
Ma l’evoluzione tecnologica rende sempre di più job-less, cioè senza occupazione aggiuntiva, la crescita sia della singola impresa che del sistema nel suo complesso. Anzi, molto
spesso la riduzione dell’occupazione in una impresa viene salutata con un drastico
aumento del suo valore in borsa.
Trasposta sul piano sociale, la filosofia del Trickle-down ha assunto i connotati del “capitalismo compassionevole”, che negli Stati uniti costituisce la dottrina ufficiale dell’ala più
reazionaria del partito repubblicano, e non solo di quella. In base ad essa il welfare, come
insieme di misure tese a garantire in forma universalistica i diritti fondamentali del cittadino – pensione, cure sanitarie, istruzione, sostegno al reddito – va eliminato perché
induce chi ne beneficia all’ozio; e va sostituito con la beneficienza gestita dalla generosità
dei ricchi, nelle forme da loro prescelte e indirizzandola, ovviamente, solo a chi, a loro
esclusivo giudizio, “se la merita”.
Non c’è negazione più radicale della dignità dell’essere umano (e del vivente in genere) di
una teoria come questa. Eppure è una concezione che sta progressivamente prendendo
piede in tutti gli ambiti della cultura ufficiale, anche là dove gli istituti del Welfare State
(che letteralmente significa Stato del benessere, e che da tempo viene tradotto sempre più
spesso con l’espressione “Stato assistenziale”) sono, bene o male, ancora in funzione.
Non deve stupire quindi di ritrovare i capisaldi di questa concezione violentemente antidemocratica in quello che viene fin da ora ufficialmente indicato come “il lascito immateriale” della peggiore manifestazione della teoria e della prassi del capitalismo finanziario, o
“finanzcapitalismo”: la cosiddetta “carta di Milano” dell’Expò.
Lascito immateriale, perché quello materiale, come è ormai noto, non è che devastazione
del territorio, asfalto e cemento, corruzione, nuovi debiti di Comune, Regione e Stato, violazione dei diritti, della dignità e della sicurezza del lavoro (l’Expò è stato il laboratorio del
Job-act), propaganda per un’alimentazione, un’agricoltura e un’industria alimentare tossiche e, dulcis in fundo, un meccanismo di perpetuazione delle Grandi Opere inutili: perché,
a Expò concluso, ci sarà da decidere che cosa fare, con nuovo cemento, nuovi debiti
e nuova corruzione di quell’area ormai devastata… continua QUI la lettura…
(da Il Manifesto - maggio 2015)
DALLA PARTE DELLA GRECIA
Cari avaaziani in tutta Europa,
Questa settimana potrebbero imporre alla Grecia un
piano durissimo di tagli e austerità o perfino l’uscita
dall’Euro, con effetti a catena sull’Italia e tutta l’Europa. Ma
abbiamo un’alternativa: creare ora il più grande movimento
di sempre a sostegno di una democrazia equa in Europa.
Bastano due fatti al di là di tutti i tecnicismi:
1. sono stati i greci più vulnerabili a pagare il prezzo degli incredibili tagli alla spesa:
oggi 4 bambini su 10 vivono in povertà, la mortalità infantile è aumentata
del 43% e un giovane su due è disoccupato. E soprattutto,
2. è stato tutto inutile: il debito greco è aumentato, non diminuito. Continuare su
questa strada porterà agli stessi fallimentari risultati.
E nonostante questo, Angela Merkel e i creditori continuano a spingere queste
politiche irresponsabili, dicendo di avere il sostegno dei cittadini europei. Ma non è così.
E questa settimana il Primo Ministro Greco Tsipras ha deciso con coraggio di dare la scelta
ai cittadini. Si è appellato ai greci, chiedendo di dire “No” a tutto questo. E il 70% dei
membri di Avaaz in Grecia dice che voterà “NO” al referendum di domenica: ora sta a
noi mostrare che anche il resto dell'Europa è dalla loro parte per avviare una vera
riduzione del debito.
FIRMA ORA E RIEMPIREMO I MEDIA CON IL NOSTRO APPELLO
Sappiamo che Angela Merkel già in passato ha saputo cambiare idea sulla base
delle spinte dell’opinione pubblica: lo fece, per esempio, dopo l’incidente a Fukushima
e le enormi proteste in tutto il Paese, quando decise di chiudere le centrali nucleari in
Germania. La crisi greca è complessa e la corruzione, l’incapacità e i prestiti azzardati dei
governi degli ultimi anni hanno certamente contribuito al fallimento dell’economia. Ma il
90% degli aiuti che hanno ricevuto sono andati un minuto dopo a banche straniere e ai
cittadini greci sono rimaste le privatizzazioni, i tagli alle pensioni e agli stipendi,
l’aumento delle tasse. Così, come previsto da molti, il debito non diminuisce, ma
aumentano a dismisura ingiustizie e povertà.
Sono sempre di più gli economisti e gli importanti leader mondiali a
sostenere un’altra soluzione: la riduzione e riorganizzazione del debito greco, per
mezzo di una conferenza sul debito, per dare all’economia del Paese il tempo per
riprendersi e ripagare il resto di quanto dovuto nel corso del tempo.
Abbiamo
pochissimi giorni per dimostrare a Renzi, alla Merkel e agli altri leader europei che il
mondo sostiene il “No” a queste politiche fallimentari. Unisciti ora!!
Possiamo trasformare questa crisi in un’opportunità per cambiare l'Europa, e la nostra
comunità può essere fondamentale. Quello greco potrebbe essere un disastro di
dimensioni storiche, ma con un’enorme mobilitazione possiamo costringere invece Renzi,
Merkel e gli altri leader e creare le premesse per trasformare il sistema economico europeo
e mondiale, e renderlo umano. Ad iniziare proprio dalla Grecia.
Con speranza, Alice, Ricken, Spyro, Alex, Marigona, Mike e tutto il team di Avaaz
Fonti: "Greci, votate per salvare la democrazia" I grandi economisti sostengono
Alexis Tsipras (Espresso)
-/- Grecia non rimborsa FMI, prima volta per
economia avanzata (ANSA) -/- La Grecia propone ai creditori un nuovo piano
d’aiuti e un taglio del debito (Internazionale) -/- Grecia, tutte le differenze tra la
proposta dei creditori e quella di Atene (EU news) -/- Grecia, quattro anni di
austerity e crisi sociale. (SkyTg24) -/- «L’austerity? In Grecia l’abbiamo già
fatta» di Y. Varoufakis (Il Sole 24 Ore) -/- Grecia, Renzi e la terza via: “No
austerity, ma il referendum è scelta azzardata” (Il Fatto Quotidiano)
(da Avaaz - luglio 2015)
… sulla crisi greca leggiamo anche:
Grecia: togliete tutto tranne le spese militari
da Altreconomia di luglio 2015
TUTTI SU PER TERRA
Volete mangiare formaggi di qualità?
Preoccupatevi della salute della terra. Può
sembrare un’assurdità, ma il legame tra
lo stato di salute del suolo, la sua
biodiversità
e
le
caratteristiche
organolettiche dei prodotti caseari è più
stretto di quanto possa sembrare: se fino
a oggi avete pensato che elementi come
il colore, l’aroma, il sapore e le proprietà
nutrizionali
di
ciascuna
varietà
derivassero unicamente dalla lavorazione
o dai fermenti dovete ricredervi.
Ne parliamo a Cheese 2015 con l’appuntamento Il formaggio e la terra, ospitato venerdì
18 settembre alle 15 presso la Casa della Biodiversità: un incontro tutto dedicato al
legame indissolubile tra salute del territorio e qualità delle produzioni casearie, con alcune
valutazioni sulla situazione attuale e sulle buone pratiche da mettere in atto riguardo il
gravissimo problema della perdita di fertilità dei suoli, che solo nel nostro Paese riguarda il
74% del territorio.
Il terreno fornisce i nutrienti e l’acqua necessari per produrre il cibo: se il suolo è povero,
inquinato da sostanze chimiche di sintesi, privo di vita e insalubre, è impossibile produrre
un cibo sano. I fertilizzanti chimici, i semi ad alto rendimento, i pesticidi, le monocolture e
le risorse idriche necessarie a irrigarle hanno aumentato le rese dei campi e hanno
triplicato la produzione agricola, ma allo stesso tempo hanno pesantemente compromesso
la fertilità dei suoli.
Come aveva già illustrato anni fa un’indagine condotta dall’Assessorato all’Agricoltura della
Regione Piemonte, esiste un legame diretto tra le caratteristiche del formaggio e
quelle del suolo: a parità di tipologia casearia, sono state evidenziate differenze sensibili
a seconda che gli animali da latte avessero pascolato in alpeggio o in pianura, in zone più
o meno soleggiate o arieggiate, in periodi diversi e con composizioni di flora e terreni
differenti. Esattamente come capita per i vini, insomma, anche i formaggi hanno i loro
terroir, e rispetto ed equilibrio della terra sono ingredienti fondamentali. Quindi cerchiamo
di aumentare la nostra conoscenza chiedendoci sempre quali sia l’origine dei prodotti (a
maggior ragione di quelli caseari) che portiamo in tavola).
Ce lo ricordano anche le Nazioni Unite che hanno sancito il 2015 come l’anno
internazionale dei suoli; più della metà degli allevamenti italiani si trova in zone
montane, ed è soprattutto al lavoro assiduo dei pastori e degli animali da pascolo che si
devono la manutenzione e il compattamento dei terreni, fondamentale anche per evitare
situazioni di rischio idrogeologico.
Si tratta probabilmente solo della punta dell’iceberg: i dati attuali sui suoli sono spesso
frammentari, incompleti e datati, e la priorità della Fao (che ha avviato più di 100 progetti
su questo tema) è creare una rete d’informazioni efficiente per fornire dati e informazioni
complete per contribuire alla gestione dei terreni. Il primo, necessario passo per il
recupero di quello che il presidente Graziano da Silva ha giustamente definito «Un
silenzioso alleato, una risorsa quasi dimenticata».
In attesa di approfondire queste tematiche a Cheese vi consigliamo di consultare il libretto
E il mondo piccolo? : un utilissimo vademecum che offre una panoramica a tutto tondo
sui segreti del suolo, con grafici e statistiche aggiornate per farsi un’idea di quanti e quali
campi sono intrecciati a doppio filo con la qualità del suolo, ma anche per capire quali sono
state finora le mosse già intraprese da alcuni Paesi in materia di tutela della terra e
consapevolezza ambientale.
(da Cheese Slowfood - luglio 2015)
SALUTE: DISERBANTI NOCIVI PER I LAVORATORI
La Filt Veneto ha scritto al Presidente Luca Zaia, all’assessore all’ambiente della
Regione Veneto Giampaolo Bottacin, a quello della Sanità Luca Coletto e alla
Direzione tecnica ARPAV per segnalare come in molte attività e imprese della
nostra Regione sono utilizzati diserbanti chimici prodotti a base di glifosati.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha di recente confermato
che il glyphosate può provocare danni irreversibili alla salute
umana come il linfoma non Hodgkin e il cancro ai polmoni.
La Filt ha segnalato il pericolo alle aziende del nostro settore che
usano diserbanti per l’eliminazione del “verde molesto” per
chiedere di adottare misure preventive e di necessaria prudenza
che evitino manipolazione, uso, contatto con prodotti contenenti
glisofati da parte del personale impegnato nella rete ferroviaria o
nell’attività stradale.
È senz’altro necessario che Regione e Dipartimento ambiente e
Sanità traducano in decisioni operative il principio di precauzione
per la qualità della vita e dell’ambiente regionale.
Non può essere certo sufficiente assumere gli studi della Monsanto per avanzare
l’ipotesi di dubbi sui gravi effetti del glifosati.
L’OMS afferma in modo chiaro che l’assorbimento nella catena alimentare della
vita di prodotti a base di glifosati produce effetti cancerogeni e mutagenesi.
Nel frattempo ci aspettiamo dalla nostra Regione direttive tempestive e chiare
all’indirizzo di imprese che fanno uso massivo di diserbanti chimici e dei molti
produttori agricoli (a partire dalle terre vinicole del prosecco e dell’amarone) per
salvaguardare salute e ambiente.
Per il dettaglio leggere QUI gli allegati.
Filt CGIL RegionaleVeneto -- 1 luglio 2015
…mare o montagna??...
• “La buona scuola? Ha vinto il modello Marchionne”
• Il supersfruttamento nella fabbrica del Jobs Act
• “Basta con le banche, il destino dell’Unione lo scelgano i
popoli”
da MicroMega di Repubblica – giugno 2015
• Coltivare e custodire la terra
• Oro Liquido
da Olioofficina – giugno 2015
• 10 gesti per incoraggiare i bambini ad amare e rispettare il
Pianeta
• La Grande Muraglia Cinese sta lentamente scomparendo
• Ecotecho, il tetto verde realizzato con le bottiglie di plastica
• Expo 2015: una nuova agricoltura senza chimica per
proteggere le api e la biodiversità
da Greenme.it – giugno 2015
Gli “strozzini” il vero ostacolo al salvataggio della Grecia
Le grandi multinazionali evadono il fisco
Embargo alla Siria: fuorilegge e inumano
da Il Cambiamento – giugno 2015
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