Anno V - N. 30 - Aprile 2011 - Copia Gratuita Periodico di informazione paesana e dintorni a cura della Pro-Loco Mugnano Mugnano festeggia l’Unità d’Italia Mugnano festeggia l’Unità d’Italia in grande stile: la nostra Filarmonica, Banda Nazionale Garibaldina, in collaborazione con la Proloco e la S.O.M.S. ha organizzato (dietro l’input della sua Presidente Marilena Menicucci) il Primo Concorso di Composizione e Trascrizione per Banda “Mugnano Garibaldina”, per celebrare i festeggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. La prima parte del Concorso si è conclusa con la riunione della giuria composta dai Maestri Fulvio Creux, Lorenzo Pusceddu e Francesco Verzieri che il 29 marzo a Mugnano hanno valutato le composizioni pervenute; i Maestri hanno lavorato tutta la mattina e parte del pomeriggio, per poi proclamare pubblicamente i vincitori alla conferenza stampa presenziata dal Presidente della Filarmonica, presso la Sala della Vaccara del Comune di Perugia; erano presenti anche l’Assessore comunale Cernicchi e quello provinciale Porzi, e il Dott. Giglietti, Presidente regionale dell’Anbima Umbria. Congratulazioni al nostro amico Dott. Ingegnere Stefano Badii per la Laurea in ingegneria meccanica. Complimenti!! Gli amici Sabato 16 aprile Sala S.O.M.S. - ore 21.00 In Concert for Japan Serata di beneficenza per il Giappone “Rocco” il carnevale Anche quest’anno, il mercoledì delle ceneri, quando tutti i festeggiamenti sono finiti, continua nella sua originale tradizione, il rito del funerale e bruciatura del carnevale in piazza. Il rituale, che negli ultimi anni era ridotto alla semplice bruciatura del fantoccio chiamato “Rocco” e al convivio con i partecipanti del funerale, quest’anno si è arricchito e si è voluto dare un tocco di novità per dare un senso alla serata. I ragazzi di Mugnano, più o meno giovani, accompagnati dalla fisarmonica del nostro amico Enrico e da un coro improvvisato, hanno dato vita a una rappresentazione, dove “Rocco” il carnevale, accompagnato dalla moglie “Dorlindana”, ballano e bevono allegramente, non curanti della fine del periodo di festa, fino al momento in cui il protagonista si sente male e muore tra gli strazi della moglie; la morte viene rappresentata dall’ingresso della “Quaresima”, che con un tocco di baccalà alla testa, sancisce la fine del carnevale. (segue a pag. 2) (segue a pag. 7) Pasqua: Gesù è risorto Forse vi capiterà di incontrare qualche musulmano che vi dirà “Gesù non è risorto perché non è morto, è morto uno che gli assomigliava”. Questa versione è di 600 anni dopo Cristo, non fondata su validi documenti. Il morto non era Gesù, ma un suo sosia. Questo del sosia è un motivo ricorrente: Saddam Hussein aveva otto sosia. Noi guardiamo le cose basandoci sui documenti: Giuda aveva dato questo segnale: “quello che bacerò è lui!” Ai piedi della croce c’era la Madonna, Maria Maddalena, e S. Giovanni Evangelista, che conoscevano bene Gesù. Gesù è veramente morto e risorto: San Tommaso ha visto anche per noi. Fin da bambino ho sentito dire: “non è tornato nessuno dall’aldilà”. E’ una bugia: è tornato Gesù. Il primo di una umanità nuova destinata a risorgere per vivere eternamente con lui. Gesù nostra speranza è vita. Alleluia. Vi faccio tanti auguri di buona Pasqua. Don Leonello 2 “Rocco” il carnevale (segue dalla prima pagina) Come di prassi interviene il dottore e il notaio che non fanno altro che constatarne la morte, leggono quindi il testamento delle buone volontà lasciate da “Rocco”, ma che naturalmente non ha mantenuto. Per finire entrano in scena “i gobbi”, che si prendono cura del defunto, bruciandolo chiudendo così il rituale che finisce con un’allegra cantata, una corposa mangiata, e una bella bevuta alla memoria del carnevale, che magari non ha mantenuto i buoni propositi, ma ha fatto divertire tutti, prima dell’inizio dell’austero tempo di quaresima. Che dire, una bella serata che ancora ci unisce nel segno della tradizione, grazie a coloro che non dimenticano le proprie origini. Gli amici di “Rocco” “Prologo” La Pro-Loco Mugnano ha preso parte insieme ad altre 13 Pro-Loco del comitato locale del Perugino ad una importante manifestazione che si è tenuta alla Rocca Paolina dal 17 al 20 marzo. Manifestazione utile a far sapere che le Associazioni Pro-Loco sono le vere custodi del territorio, dell’ambiente e delle tradizioni locali non solo culinarie e che fanno vivere il proprio paese tutto l’anno. Oltre al buon risultato pubblicitario, è stata sottolineata da tutti i partecipanti l’ottima e collaborativa atmosfera che si è creata. Puoi scaricare gli ultimi numeri di “Mugnano In... forma” dal sito: w3.comune.perugia.it/mugnano La Pro-Loco informa che siamo presenti negli itinerari storico artistici del Portale della Regione Umbria all’indirizzo www.regioneumbria.eu La Redazione augura a tutti Buona Pasqua! Con la scomparsa di Mario Anselmi Mugnano perde una parte importante della propria identità: la tradizione della lavorazione del coccio. Ai familiari le nostre sentite condoglianze. Pulizie pasquali La donna, l’angelo della casa, si è sempre impegnata a tenere pulita la propria abitazione; con fatica ha pulito rustici mattoni, ha tenuto splendenti poveri mobili, con gusto e ordine ha disposto tazze e bicchieri in vetrine o mettitutto. Quando si avvicinava la benedizione pasquale, rimuoveva ogni mobile, che ripuliva dentro e fuori, batteva con forza materazzi, lavava tendine e scendiletto e ogni angolo della casa veniva rivisto e pulito. Il desiderio del sacro donava una forza nuova, non per una legge antica ma una tradizione dal significato sempre uguale. Il profumo delle lenzuola, lavate a mano, si diffondeva nella casa e tutta la famiglia quel giorno si radunava per accogliere il sacerdote al quale aprivano le porte di ogni ambiente, comprese stalle e rimesse. Anche oggi la donna si sente gratificata a tenere accogliente la casa e, anche se le esigenze sono maggiori, tutto è reso più facile da macchinari che aiutano a fare presto e bene. Passato e presente si uniscono dando continuità alla tradizione che conserva sempre lo stesso significato. Si risveglia il desiderio di preparare con dignità la propria casa ed il cuore, per far sì che la pulizia non sia fine a se stessa. Il profumo di pulito penetra a rafforzare le intenzioni di ogni membro della famiglia, sicuri che la benedizione lascerà pace, unità, amore. Angiolina Bifarini Terremoto... notizie Sono stati inseriti nel piano triennale degli investimenti del comune di Perugia i lavori di manutenzione straordinaria e miglioramento antisismico per l’edificio scolastico comunale di Mugnano (prevista una spesa di euro 500.000 per il 2013) e di Fontignano per il rifacimento del tetto (prevista una spesa di euro 200.000 nel 2012). Questi dovranno essere erogati dal Ministero dell’Economia tramite la Protezione Civile. Qualcosa si muove... E’ stato assegnato l’incarico per la perizia tecnica e la progettazione per il recupero della chiesa parrocchiale danneggiata dal sisma del 15 dicembre 2009. 3 La benedizione Pasquale Ricordi di un bambino D’improvviso ero salito nella scala gerarchica dei chierichetti: il martedì avrei servito la benedizione pasquale delle case da Poggio Montorio a Pietreto. Giornata importante, perché nell’ultima casa ci saremmo fermati per un pranzo fatto da molte portate. Era un periodo in cui si mangiava veramente poco e spesso la fame si faceva sentire. Ero soddisfatto, non sarei andato a scuola. Consapevole di vivere una bella giornata, mi trovai puntuale alla casa parrocchiale. Subito la vestizione: Don Sandro sopra la tunica nera una cotta bianca con la stola viola, anche per me cotta bianca e tunica nera, che mi copriva a malapena i polpacci. Mi sentivo un angelo. Fuori ci aspettava un cavallo con calesse. A cassetta il Sig. Dante con Don Sandro e il Sig. Luigino; io incastrato con il petto alla spalliera del sedile e con le gambe in fuori a penzoloni, al contrario del senso di marcia. Avanti, cavallo al passo, verso la piazza del monumento, accompagnati dai gravi rintocchi della campana mezzana che annunciava la nostra partenza. Il cavallo marcava il passo al suono della campana: proprio una marcia trionfale. La piazza si animava, alcuni si fermavano, altri guardavano dalle finestre e dai portoni, incuriositi dall’insolito spettacolo. Mi guardavo intorno con espressione serafica quando d’improvviso una vampata di calore mi avvolse sino alla radice dei capelli: lo sguardo beffardo e ironico della Signora Eurosia mi stava fulminando, mettendo a nudo tutta la mia anima. In quello sguardo erano concentrati gli occhi di tutto il paese; tutti sapevano quante ne combinavo, infrangendo tutte le regole che a 10 anni si possono infrangere. Man mano che ci allontanavamo dalla piazza si attenuava anche il mio rossore. Ecco la Fratente, direzione Cestola. Cavallo al trotto, gli alti pioppi del torrente, cullati dalla dolce brezza, sembravano inchinarsi al nostro passaggio. Montali, colpito dal sole, già alto sulla collina di Bovaica, rifletteva i suoi colori. Il cielo di un intenso az- zurro, solcato da bianche nuvole, contrastava con il verde dei campi. Aria piena di profumi. Che bella primavera! Primavera 1948 di grandi tensioni politiche, quali il paese non avrebbe più visto. Il 18 aprile, alle elezioni politiche, la Democrazia Cristiana di De Gasperi aveva sconfitto il Fronte Popolare Socialcomunista. La tensione era alta e noi eravamo diretti nella tana del lupo: la rossa zona di Poggio Montorio, con Don Sandro in prima linea. Per queste famiglie comunque il Prete non era il nemico; i nemici erano i padroni, ma intuivano da che parte lui stava, dopo che il papa Pio XII aveva fatto le sue scelte. L’impatto con le persone, superata la prima naturale diffidenza, era cordiale; poi veniva fuori tutta la tradizionale ospitalità. La benedizione della casa era importante, auspicio di benessere, serenità e fortuna. Evitarla sarebbe stata una maledizione. Don Sandro era consapevole di questo suo potere, aveva parole di auguri per tutti, esprimendo una profonda umanità assai gradita e apprezzata. Il momento più solenne era l’aspersione di acqua santa; si diceva che questa attraversasse sette muri, ma la matriarca, forse non fidandosi troppo, conduceva il prete per tutte le stanze, facendo attenzione che l’azione fosse ben fatta. Qualche volta veniva richiesta la benedizione di un oggetto particolare, come una catenina d’oro da regalare. La cucina era sempre grande, al centro la tavola adornata con la tovaglia più bella, sopra il piatto con le uova in offerta e la bottiglietta con i bicchierini per il vin santo; dal trave centrale cala- va un lume a petrolio; la corrente elettrica non c’era ancora. La mensola dell’immagine sacra, che dominava la cucina, era abbellita con carta velina di vari colori, come i piani della credenza. Finita la benedizione, ci fu offerto il vin santo e, stranamente, un bicchierino era pronto anche per me. Nettare degli Dei! Lo portai con apprensione alle labbra, aspettandomi la solita sberla del Don, ma la cosa passò fra l’indifferenza generale. Il cavallo e il calesse ci avevano lasciato da tempo e fra una benedizione e l’altra, fra un vin santo e l’altro ci accostavamo al Pietreto. Finalmente l’ultima casa da benedire, il pranzo tanto atteso. Eravamo fuori dalla zona rossa. Il capo famiglia era un sant’uomo, molto devoto, con una famiglia numerosa. La benedizione era molto sentita, tutti si inginocchiavano per il segno della croce. Aspersione di acqua santa molto accurata da parte del Don. Finalmente tutti a sedere... con il patriarca a capo tavola. Serviva il pranzo una giovane ragazza con vestaglia nera, colletto e grembiule bianco; adempiva al suo compito con un dolce sorriso, soddisfatta del suo ruolo. Non ho mai dimenticato la gentilezza di quella ragazza: in lei c’era tutta la civiltà di un mondo ora scomparso. Quante portate! Antipasti, tagliatelle, pollo arrosto, roast-beef, contorni vari, vino bianco e rosso, dolce fatto in casa accompagnato da vin santo. Che contrasto con la mia vita di tutti i giorni, quando, spesso e volentieri, finivo la cena più affamato di prima. Anche se mi sforzo, non riesco a ricordare il viaggio di ritorno. Chi sa? Forse a causa del vin santo. COSI’ PARLAVAMO... Paolo Rubbioni Schicc’ra: scarica di corrente elettrica. Indicava anche una percossa piuttosto violenta. ro annaspare, si usava per indicare un modo di essere nervosi o agitati, senza un minuto di calma. ‘Nnaspo: attrezzo in legno a doppia croce che veniva usato nella lavorazione del filo in lana. Serviva per realizzare la matassa del filato per poi procedere al lavaggio e/o alla tintura. Per estensione ‘NNASPÀ, ovve- Appalu’g’nasse: appisolarsi, assopirsi, fare un breve sonnellino. Spalug’nato: chi si sveglia all’improvviso da un breve sonno. Renato Vernata 4 Ricordi argentini Dai paesaggi lunari passiamo a quelli marziali con il Parco di Payunia. Ci troviamo a sud della provincia di Mendoza nella zona di Malargue, e il parco di Payunia lo conoscono in pochi anche da queste parti. Si tratta di una riserva naturale di 45.000 ettari di terreno, in cui si trova la maggiore concentrazione di coni vulcanici al mondo. La particolarità del paesaggio è data dal terreno fatto di cenere vulcanica che appare agli occhi di un colore nero, a volte striato di rosso per l’alta concentrazione di ferro, con ciuffi gialli di mattoral, gli arbusti di cui si nutrono gli unici abitanti di questa zona, i guanachi, cugini stretti dei lama. Dal deserto alla ricca regione dei laghi, con Bariloche come principale centro urbano, da cui siamo partiti in auto percorrendo la Ruta de Los Sietes Lagos per ammirare la bellezza di questi paesaggi di montagna, con laghi di un azzurro intenso e talmente grandi da non vederne la fine e alberi alti fino quasi a toccare il cielo. E poi non poteva mancare il mare: Puerto Deseado, una cittadina sonnecchiosa, tranquilla, ma colpita da incessanti venti che provengono dall’Oceano e che ti fanno capire che sei in Patagonia. In una insenatura della costa si è creata una riserva naturale, la Ria Deseada che, per il clima favorevole, è diventata habitat naturale per pinguini di Magellano, leoni marini, cormorani e uccelli di ogni genere e poi della simpaticissima “tonina”, il delfino bianco e nero più piccolo del mondo, che con i suoi salti e giochi d’acqua sembra salutare e far festa a tutti i turisti che fanno le escursioni sui gommoni. Sicuramente un altro mostro sacro di questo paese è il ghiacciaio Perito Moreno: come si fa a descriverlo? Vi assicuriamo che è davvero difficile, è una emozione grandissima navigare ai piedi di un gigante di ghiaccio che svetta sulle acque del lago Argentino per ben 60 metri e sapere che è nascosto sotto le stesse acque per altri 150 metri!!! Emozione ancora più grande camminarci sopra muniti di ramponi, avere la sensazione di camminare su un’immensa granita azzurra, osservarne le forme, le punte e assaggiarne la freschissima acqua. E non si tratta solo di quello che si vede, ma anche di quello che si sente: continui boati, come tuoni lontani e capire che lui è vivo e si stacca al suo interno. Se poi si stacca nella parte che scende sul lago, hai anche la possibilità di vedere un pezzo di ghiaccio che cade fragorosamente o scivola pian piano in acqua…e noi eravamo lì a registrare nella camera dei nostri ricordi tutte queste cose che sono sicuramente miracoli della natura. Il nostro viaggio finisce a sud del monte Ushuaia, nella regione della Terra del Fuoco, chiamata così perché i primi occidentali che vi giunsero vedevano fumi continui provenire dalla terra e dal mare. Erano gli indigeni che tenevano il fuoco perennemente acceso e soprattutto erano riusciti a trovare il sistema di tenerlo acceso anche sulle loro canoe. Ancora oggi si sentono vive le tracce dei yamanha, la loro presenza in questa terra dura e selvaggia, attraverso la ricostruzione della loro vita e delle loro abitudini nei musei modesti ma ben tenuti della città. Gli abitanti di questa regione vivono con la consapevolezza che l’uomo non può decidere nulla: il clima comanda su tutto, ora è piacevolmente caldo ora piuttosto freddo. E poi il sole…in questa stagione sorge alle tre del mattino e tramonta alle undici di sera e in inverno è esattamente il contrario! Questo viaggio resterà a lungo nella nostra mente innanzitutto perché ci ha arricchiti umanamente facendoci conoscere un popolo ospitale e allegro, e poi perchè ha ampliato le nostre conoscenze geografiche, naturalistiche e culturali. Ma ci resterà soprattutto nel cuore perché è il nostro viaggio di nozze. Marco e Paola Brozzi Una nuova importante sinergia fra Pro-Loco Mugnano e AUCC o.n.l.u.s. Il 2 e 3 aprile scorsi, in occasione dell’imminente periodo pasquale, la nostra PRO-LOCO si è vista impegnata nella promozione della vendita di gerani per conto dell’AUCC (l’Associazione Umbra per la lotta Contro il Cancro). Si è così finalmente formalizzato un percorso di collaborazione di fatto già in essere fin dal 1995. L’attività dell’Associazione si estrinseca sia sul piano più prettamente teorico della formazione, dell’aggiornamento e della ricerca, sia su quello più pragmatico dell’acquisto di macchinari ad alto contenuto tecnologico e della prestazione di una significativa gamma di servizi, tanto a domicilio che in ospedale, presso le sue sedi e i centri di salute. L’AUCC finanzia infatti progetti di ricerca e scuole di specializzazione, la preparazione e l’aggiornamento di giovani studiosi con borse di studio e premi di laurea, nonché l’aggiornamento del suo personale medico e paramedico. Realizza inoltre corsi di formazione per volontari. A domicilio, organizza e gestisce, in forma gratuita: un servizio di assistenza Oncologica e Domiciliare (SAOD), atto ad assistere fisicamente e moralmente i malati al di fuori dei presidi ospedalieri, e un servizio di trasporto pazienti dal comprensorio dell’Alta Valle del Tevere ai centri di diagnosi e terapia di Perugia e Città di Castello. In ospedale, presso le sue sedi e i centri di salute, fornisce: un servizio di psiconcologia orientato all’assisten- za psicologica dei malati e dei loro familiari, un servizio di fisioterapia riabilitativa, un servizio di arte terapia (musico terapia e danza terapia per pazienti sottoposti a trattamento medico chirurgico e in riabilitazione oncologica) e un servizio di riflessologia plantare. Un ulteriore approfondimento su finalità e attività dell’AUCC sarà comunque oggetto di una futura serata di incontro, in data ancora da destinare, presso la sala S.O.M.S. di Mugnano. Per ora, preme sottolineare lo spostamento della nuova sede dell’Associazione in Strada La Torretta 2/bis, traversa di via Pievaiola km 5 (ex Mausa), a 800 metri dall’Ospedale Silvestrini. Monia Chiatti 5 L’angolo della salute Salute e pronto soccorso Non è necessario recarsi al pronto soccorso per ogni incidente. Vediamo quando possiamo sbrigarcela da noi, senza perdere e far perdere tempo prezioso. Per un taglietto superficiale è sufficiente una buona pulizia e un cerotto, che tenga accostati i due lembi della ferita. Per la vaccinazione antitetanica consultare il proprio medico di famiglia. Per una ustione, se non troppo estesa, se la pelle è solo arrossata, o con poche vescicole, stesso trattamento. Per una contusione, ghiaccio per 5 minuti. Dopo una caduta, se l’infortunato riesce a rialzarsi da solo e camminare, senza gravi dolori, sicuramente non ci sono fratture degli arti inferiori; se palpandosi delicatamente braccia, polsi, mani, non ci sono gravi dolori, si può escludere anche una frattura degli arti superiori. Un trauma lieve del torace può cau- sare la frattura di una costola, che di solito guarisce spontaneamente in 40 giorni, senza alcuna terapia, se non blandi antidolorifici, e può essere gestita tranquillamente dal proprio medico. In occasione di sindromi virali, soprattutto accompagnate da vomito e diarrea, si possono avere malesseri con senso di estrema debolezza, vertigini, sudorazioni, fino allo svenimento. Anche in questi casi non serve il 118, ma la posizione sdraiata, con un cuscino sotto i piedi, invece che sotto la testa. Un’altra falsa emergenza, che blocca il pronto soccorso e il 118 inutilmente, sottraendo il servizio a vere emergenze, è la crisi di panico. L’ansia è una malattia come un’altra e va curata con opportuni farmaci, altrimenti cresce a dismisura, portando alla crisi di panico, che il malato soffre come se stesse per morire, mentre in Donne Rita Levi Montalcini è nata nel 1909 a Torino. All’età di vent’anni, nonostante l’opinione contraria del padre, decide di studiare medicina all’Università di Torino; nel 1936 si laurea in Medicina e Chirurgia con 110 e lode; successivamente si specializza in neurologia e psichiatria. Le leggi razziali emanate dal regime fascista nel 1938 la costringono a emigrare in Belgio dove continua le sue ricerche in un laboratorio casalingo. Alla fine della seconda guerra mondiale riceve un’offerta dalla Washington University (St. Louis, Missouri). L’America diventerà una sorta di sua seconda patria, dove vivrà fino al 1977 ricoprendo incarichi prestigiosi. I suoi primi studi (1938-1944) sono dedicati ai meccanismi di formazione del sistema nervoso dei vertebrati. Nel 1951-1952 scopre il fattore di crescita nervoso noto come NGF, che gioca un ruolo essenziale nella crescita e nella differenziazione delle cellule nervose. Per circa un trentennio prosegue le ricerche su questa proteina e sul suo meccanismo d’azione, per le quali nel 1986 riceve il Premio Nobel per la Medicina. La scienziata devolve una parte del premio alla comunità ebraica di Roma. Nel 1987 riceve dal Presidente Reagan la National Medal of Science, l’onorificenza più alta del mondo scientifico statunitense. Nel 1992 istituisce, assieme alla sorella gemella Paola, la Fondazione Levi Montalcini, in memoria del padre, rivolta alla formazione e all’educazione dei giovani, nonché al conferimento di borse di studio a giovani studentesse africane a realtà i suoi organi sono sanissimi e ben funzionanti. Un ansiolitico tronca la crisi in pochi minuti, e un’adeguata cura per l’ansia impedisce le ricadute. Se sanguina il naso, mettersi con la faccia nel lavandino e premere le narici per due minuti, sciacquando con acqua fredda. Se il boccone ci va di traverso, la tosse è l’unico meccanismo valido per liberare le vie respiratorie, e non va repressa ma aiutata. Nel bimbo piccolo può essere utile estrarre il boccone dal fondo della gola, con un dito. Nei casi gravi, abbracciare il malato da dietro, premendo con le braccia su pancia e torace, per creare una forte pressione di aria, che liberi le vie respiratorie. Prossimamente vedremo invece quando e come è indispensabile recarsi al pronto soccorso. Dott. Vittorio Frongillo universitario, al fine di creare imitare aunalivello classe di giovani donne che svolga- no un ruolo di leadership nella vita scientifica e sociale del loro paese. Oltre al premio Nobel, ha ricevuto numerosi altri riconoscimenti, fra i quali cinque lauree honoris causa. È membro delle più prestigiose accademie scientifiche internazionali, quali l’Accademia Nazionale dei Lincei, l’Accademia Pontificia, l’Accademia delle Scienze detta dei XL, la National Academy of Sciences statunitense e la Royal Society. Rita Levi Montalcini ha sempre affermato di sentirsi una donna libera. Cresciuta in «un mondo vittoriano, nel quale dominava la figura maschile e la donna aveva poche possibilità», ha dichiarato d’averne «risentito, poiché sapevo che le nostre capacità mentali - uomo e donna - sono le stesse: abbiamo uguali possibilità e differente approccio». Ha rinunciato per scelta a formare una famiglia per dedicarsi interamente alla scienza. Riguardo alla propria esperienza di donna nell’ambito scientifico, ha descritto i suoi rapporti coi collaboratori e studiosi sempre amichevoli e paritari, sostenendo che le donne costituiscono, al pari degli uomini, un immenso serbatoio di potenzialità, sebbene siano ancora lontane dal raggiungimento di una piena parità sociale. Nel 2001 è stata nominata senatore a vita dal presidente Ciampi. Intervistata recentemente da una famosa rivista americana, alla domanda “Com’è la vita a 100 anni?”, ha risposto: “Il corpo faccia quel che vuole, io sono la mente.” A cura di: Stefania Scuota 6 Trasimeno ‘92 L’annata calcistica volge al termine e, anche se è prematuro tirare le somme, mi sembra arrivato il momento di fare delle riflessioni. Non sempre, in questi anni, siamo riusciti a dimostrare appieno quanto sacrificio e impegno abbiamo profuso in seno alla Trasimeno ‘92, in primis per ciò che concerne il settore giovanile. Pur credendo di non avere detrattori, siamo stati spesso, e ancora lo siamo, bersaglio di critiche, gratuite il più delle volte. Le Società vivono gli alti e bassi, credo sia fisiologico, ma per vivere le Società bisogna starci dentro, proporre e costruire. Noi lo abbiamo fatto. In un anno particolarmente difficile, nel quale non siamo stati in grado di iscrivere una squadra allievi, siamo riusciti comunque a mettere in evidenza i nostri ragazzi, e con loro siamo partiti alla volta di città importanti che rappresentano il calcio professionistico. Parlo di Siena e di Firenze, dove abbiamo trovato, oltre ad una splendida accoglienza, il serio interessamento per alcuni dei nostri tesserati. Stiamo gettando le basi per una possibile, quanto auspicabile, affiliazione con il Siena Calcio e con la Fiorentina, affiliazione che può offrire possibilità e scenari diversi e che, comunque vada, ci farà senz’altro crescere. Proprio dalle co- lonne di Mugnano In…forma, circa un anno fa, lanciammo un appello rivolto a tutti coloro che amano il calcio o hanno a cuore le sorti di una Società del nostro paese. Appello rimasto puntualmente inascoltato. Faremo, a breve, dopo l’approvazione del bilancio, un’assemblea pubblica, alla quale vi invito a partecipare, così da poter discutere dei nostri errori e delle vostre proposte, delle nostre e delle vostre idee. Idee utili, anzi indispensabili, a tenere ancora in vita un’Associazione che, mi piace ricordarlo, anzi lo faccio con orgoglio, ha riportato tantissima gente dentro e fuori il campo sportivo. La stragrande maggioranza di questa gente è rappresentata da bambini e ragazzi, nonni e genitori. Scusate se è poco. Paolo Ventanni Quando la motocicletta era roba da uomini Sebbene si dica che le stagioni non esistano più, per noi motociclisti è arrivato il momento di tirar fuori la Moto dal garage!! Per alcuni significa toglierla dal posto ricavato in fondo al garage, che ogni volta che ci passi vicino e ci sbatti con qualcosa pensi di tutto, ma ogni stagione è la stessa storia..., coperta, perché in fondo le vogliono bene, non sempre la ritrovano pulita, perché l’hanno lasciata, nei casi più rari, come l’ultima uscita dell’anno prima… Il che significa: batteria scarica, gomme non solo sgonfie, ma finite, e se quando la spostate per la prima volta un rumore sinistro vi fa sentire un brivido quasi come il gesso sulla lavagna… è la catena che si è dimenticata del grasso e assetata di qualunque liquido in quel momento lo manifesta fragorosamente. E così via con le luci, i freni, l’olio… Certo che sarebbe ora di cambiarla tutta (nda). Per altri, con postazione dedicata, spesso in compagnia di moto con caratteri diversi, per poter vivere appieno la passione su ogni tipo di terreno, quindi operativi sempre, si tratta solo di un controllo di routine, una lucidatina qua, una ingrassatina là, perché tanto a turno vengono “vivisezionate” tutte a rotazione! Spesso equipaggiati come una vera officina con strumenti elettronici di alta precisione, competenti e capaci come ogni appassionato che si rispetti, in ogni ambito. Ma vi ricordate? Quando non c’era quel pulsantino così comodo vicino al dito destro? Basta sfiorarlo e la musica parte, un ronzio, un brontolio, un borbottìo, beh, ognuno la sua musica!! Per quelli della generazione di chi scrive, quando l’elettronica non poteva avere influenze in questo settore, negli anni settanta ad esempio, l’accensione era a pedale, nei casi più elementari erano perfino due, come il Ciao, il Sì o l’Issimo, male che vada a casa ci si tornava… pedalando, ma se avevi il Motom, con Tutti coloro che gradiscano far pubblicare un proprio articolo, sono pregati di consegnareil materiale entro il 15 maggio alla redazione. Vi chiediamo cortesemente di non superare la mezza pagina di testo (pari circa a 50 righe di lunghezza o 2.500 battute) per darci la possibilità di pubblicarli tutti. Grazie. quello dovevi proprio usare i piedi nel senso di spingere con i piedi! Le moto più serie ne avevano uno solo, a destra o a sinistra, a seconda del tipo, fino alle più cattive che si avviavano solo a spinta e anche sonora, ma si usavano in pista. A volte il gesto del piede diventava… calcio, un calcio e via, ma se non partiva subito… il gesto ripetuto infatti generava il cosiddetto “calcio” della moto. Poteva colpire più parti del corpo, direttamente il polpaccio o di riflesso portava anche al colpo di frusta! Ho visto uomini cambiar colore, i più estroversi fare monologhi a tema e se succedeva con la moto da cross in mezzo al fango si potevano avere reazioni tra le più bizzarre che potete immaginare!!! Mica c’era l’attrezzatura di oggi, pettorina, paracolpi, paramani, para… Era dolorosissimo! Allora la moto non aveva il significato che le abbiamo attribuito oggi, che ne abbiamo fatto un culto, una evasione, un modo di essere, ma prima era un importante mezzo di trasporto, spesso l’unico per andare a lavorare, spesso una lambretta e quando non partiva smontando la candela, una “strofinata” con la carta vetrata, una soffiata e un’occhiata se “ha fatto ponte” e vai. Insomma senza estremizzare, tornando ai nostri amati destrieri di oggi, è importante controllare attentamente tutte le parti meccaniche, la pressione e l’usura delle gomme, le luci ricordate sempre che l’affidabilità del nostro mezzo è la nostra prima operazione di sicurezza ancor prima di salire in moto. Ma la cosa più importante Non è nella moto, ma nella testa di ciascuno di noi ogni volta che indossiamo il casco e cioè di usare sempre prudenza e attenzione. Non solo metteremmo in pericolo noi stessi, ma, viaggiando sempre in gruppo, come vuole la nostra vincente ricetta, potremmo mettere in difficoltà gli altri! Come dice sempre il nostro Amico Franco di Nettuno, un fedelissimo dei nostri Motoraduni: “L’importante non sono i cavalli che stanno sotto, ma il somaro che ci sta sopra!!!” Per tutto quanto il resto il Motoclub ha già provveduto a tutto ed ha già acceso i motori e organizzato la Nuova Stagione in attesa di curve tornanti e intense emozioni. E tu, Motociclista, sei pronto? 7 Mugnano festeggia l’Unità d’Italia (segue dalla prima pagina) La banda sta ricevendo grande beneficio da questo evento in termini di visibilità, perché non è da tutti riuscire a collaborare con due Maestri del calibro di Creux e Pusceddu: il primo è Direttore della Banda dell’Esercito Italiano, nonché compositore, mentre Pusceddu è uno tra i maestri e compositori italiani per banda più noti nel panorama internazionale. Con quest’ultimo la Filarmonica ha avuto modo di lavorare per ben due prove, e per tanti musicanti rimarrà un ricordo indelebile di questa esperienza, che molti di noi non avrebbero immaginato di vivere. I lavori legati al Concorso, per quanto impegnativi e gravosi, sono solamente parte di ciò che la Banda ha svolto in questo periodo: l’attività musicale è stata molto intensa, e in certe occasioni frenetica, per le tante manifestazioni alle quali la Banda Garibaldina ha partecipato. Ricordiamo tra le prime le celebrazioni organizzate dalla Regione Umbria, dalla Provincia di Perugia e dal Comune di Perugia per i festeggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, nei giorni 16 e 17 marzo. Ci sono stati poi i concerti al teatro di Panicale e a Gambassi Terme (Fi), la manifestazione a Petrignano d’Assisi e Santa Maria degli Angeli sempre per i festeggiamenti per l’Unità nazionale. In alcune di queste occasioni, organizzati da alcuni volenterosi genitori, non sono mancati dei momenti conviviali, che hanno contribuito a sollevare il morale di un gruppo di giovani affamati e reduci da una spedizione musicale. L’evento più importante deve ancora arrivare: il fulcro di quest’anno di attività sarà infatti il concerto di premiazione dei vincitori del concorso, che si terrà il 12 giugno, data in cui tutta Mugnano è chiamata in prima persona a mostrare la sua vicinanza alla Banda e a esprimere il suo sentimento patrio: saranno presenti i vincitori stessi e la giuria. La Filarmonica ha organizzato questa iniziativa a carattere nazionale anche per dare spazio e voce a tutti i paesani e al loro amore per la patria. La festa non è solo della Banda, ma di tutto il paese, e tutti sono invitati a dimostrare il loro attaccamento all’Italia. La Banda farà la sua parte, ma protagonisti saremo tutti noi! Per questo vi aspettiamo tutti il 12 giugno alla festa e vi invitiamo a partecipare fattivamente, esponendo la bandiera tricolore alle finestre delle nostre case per l’occasione. Una strana reazione chimica Era tragico il lunedì in quinto liceo. Non era possibile fare chimica la prima ora e storia la seconda, il cervello era ancora intorpidito dalla domenica e a volte non era in grado di separare due materie così diverse. Un giorno persi completamente il controllo e seguii la lezione di storia pensando ai concetti di chimica. Durante la prima ora avevo appreso che molte reazioni chimiche, pur in presenza di reagenti non avvengono se non con l’aiuto di una sostanza, il catalizzatore. Un catalizzatore sembra non partecipare alla reazione, non ne trae vantaggio né compare nella formula, ma senza la sua presenza i reagenti non reagiscono e non danno beneficio; esso lavora nell’ombra e segue la sua natura, senza se e senza ma; opera poiché è giusto farlo, senza calcoli e strategie. La seconda ora tentai di descrivere il Risorgimento e quindi l’Italia come prodotto di una reazione chimica. I reagenti c’erano e come, ne trovai diversi. Tutta quella concatenazione di eventi anche fortunosi mi fece pensa- re che uno dei reagenti fosse lo stesso Dio: forse pensava che la Chiesa era ormai diventata grande abbastanza per pensare solo al potere Spirituale e non più a quello Temporale. Un altro reagente era sicuramente Cavour, esponente di quella borghesia liberale-riformista che vide nell’unità d’Italia esattamente ciò che nel duemila hanno visto le moderne multinazionali nella globalizzazione dei mercati. A pensarci bene sono poi emersi anche gli stessi problemi. Poi c’erano l’Inghilterra, che vedeva nell’Italia un elemento di stabilità nell’area mediterranea e un argine all’area di influenza austriaca già forte nei Balcani e la Francia, con Napoleone III, cui non dispiaceva affatto sostituirsi all’Austria nella Penisola utilizzando la faccia di Vittorio Emanuele II che aveva i baffi più lunghi dei suoi, soprattutto dopo che Orsini aveva fatto prendere un bello spavento a lui e Signora… e fortuna che i tedeschi ce l’hanno poi tolto di mezzo. Infine c’era Mazzini e i suoi repubblicani che ad intervalli regolari facevano venire l’orticaria a mezza Torino e obbligavano il Re sabaudo a fare Filarmonica Mugnano guerre in mezza Italia perché altrimenti arrivavano prima loro della Corona. Era davvero un bel crogiuolo di reagenti, forse troppi, si annichilivano l’un l’altro senza produrre alcuna reazione. Ah già il catalizzatore! … ma con questi reagenti ne occorreva uno capace di portare a termine la reazione anche con la consapevolezza che avrebbe prodotto qualcosa di diverso da quello voluto, uno talmente limpido, coerente e generoso da pensare “beh, nonostante tutto, questa reazione deve pur produrre qualcosa di buono, ma sì dai … facciamola questa Italia, non potrà essere tutta sbagliata”. Chi poteva essere, chi mi ero dimenticato, c’era stato uno così nel nostro Risorgimento … Sì, solo uno, Giuseppe Garibaldi. Massimo Stefanini Chi vuole vada chi non vuole mandi ... Chi trova un amico trova un tesoro 8 Ricettario Mugnanese TOZZETTI ALLE NOCCIOLE DI IOLANDA gr 500 di farina gr 200 di zucchero gr 200 di nocciole gr 25 di anice 3 uova 1 limone spremuto 1 cartina da gr 500 gr 100 di burro 1 bustina di vanillina Impastate insieme gli ingredienti e fate dei rotoli dal diametro di 5 cm, schiacciateli leggermente e poneteli in una teglia; infornateli a 180° per circa 20 minuti. Poi toglieteli dal forno e lasciateli stiepidire; infine tagliateli a piccoli pezzi e rimetteteli in forno per alcuni minuti in modo che si asciughino e diventino croccanti. Iolanda Palazzetti E’ stato meraviglioso! Meraviglioso, bello e piacevole aver trascorso con tutti voi questi indimenticabili tre anni. Purtroppo, causa gravissimi motivi familiari, mio malgrado sono costretto a lasciare questo meraviglioso paese ed in particolar modo tutti voi mugnanesi, persone squisite, che non avrei mai creduto di trovare. Mi avete accolto a braccia aperte, mi avete dato la possibilità di entrare a far parte delle vostre organizzazioni, mi avete dato dieci anni di vita. Un ringraziamento particolare alla Pro-Loco del presidente Arcioni, alla Banda musicale, al Motoclub e soprattutto alla Trasimeno ‘92, a cominciare dal presidente Paolo Ventanni, al vice presidente Scorpioni Roberto, al direttore sportivo Gabriele Sacchetti, al cassiere Mosconi Dario, a tutti i dirigenti, i tecnici e i giocatori della Società. Quello che mi auguro è che sia un arrivederci e non un addio, perché sarebbe veramente triste non rivedervi e magari non scambiare qualche parola con voi. Auguro a tutti voi tanta felicità e di nuovo porgo tanti, tanti ringraziamenti! Ciao a tutti. Domenico Rastelli REDAZIONE: Claudio Barbanera, Angiolina Bifarini, Stefania Scuota, Renato Vernata. Vignetta: Maura Moretti, Vania Morganti. Progetto Grafico: Serena Chiatti, Lamberto Mencaroni, Giancarlo Mosconi, Emanuel Pieravanti, Alberto Rosadini, Graziano Scorpioni. Puoi inviarci la tua posta presso: Pro-Loco Mugnano, Via dell’Albero, 1 06132 Mugnano (PG) posta elettronica: [email protected] sito internet: w3.comune.perugia.it/mugnano PICCOLO E’ BELLO Mi è stato riferito che il prof. Fidanza dell’Università di Perugia, trovandosi alcuni giorni fa in un negozio di Mugnano, ha ricordato con piacere un incontro che ha avuto parecchi anni fa con i Mugnanesi sul tema “alimentazione corretta” per prevenire le patologie dell’epoca moderna. E proprio in questi ultimi giorni ho incontrato la dott.ssa Ornella Giulietti, che lavora ancora in Ospedale, pur essendo nell’età della pensione. Insieme abbiamo ricordato il Corso sulla dieta Mediterranea a cui ha partecipato insieme ad alcuni medici, suoi amici, a Mugnano. “Oltre a imparare a preparare varie pietanze -mi ha detto la dott.ssa Giulietti- ci siamo anche divertiti”. Queste due testimonianze mi hanno sollecitato a far memoria di una bella iniziativa svolta al nostro Paese oltre 20 anni fa. Lo faccio per vari motivi. Prima di tutto per informare le persone che all’epoca non erano nati o erano bambini. E poi perché una piccola comunità come la nostra ha la possibilità di realizzare iniziative del genere: significative, efficaci e allo stesso tempo divertenti. Ecco come sono andate le cose. Una insegnante, nell’ambito della collaborazione tra ProLoco e XI Circoscrizione, propose un corso di educazione alimentare dal titolo “Sai come mangi?”. Un gruppo di donne di Mugnano accettò la proposta. Lezioni all’ inizio teoriche, con tanto di lavagna luminosa e una insegnante, Alberta Maranzano, amica della proponente, che veniva a parlarci di proteine, carboidrati, grassi, vitamine, calorie ecc. Poi il “Sai come mangi?” divenne “10 lezioni pratiche di cucina mediterranea”, con uno chef, Marco Bovini dell’Alberghiero di Assisi, che mise subito al lavoro i partecipanti (20/25) a piccoli gruppi. Dopo la presentazione del menu, ogni gruppo ne realizzava una parte e alla fine della lezione arrivava il momento più divertente: tutti sedevano intorno al tavolo per gustare le pietanze ed esprimere un giudizio. Alla fine del Corso, con un questionario, si chiedeva ai partecipanti il tema desiderato per l’anno successivo. Così, di anno in anno, abbiamo svolto “Leggera, veloce e... mediterranea”; “I menu per le occasioni speciali” ecc. Lo slogan di fondo era sempre lo stesso: “cibo sano e allo stesso tempo gustoso”. Ogni partecipante portava a casa la ricetta scritta con le dosi, le calorie e il vino consigliato. Alla fine tutte le ricette riunite costituivano un prezioso libretto. Per alcuni anni abbiamo sentito il desiderio di far conoscere questa iniziativa durante la nostra Festa “In...contriamoci a Mugnano” e così abbiamo incluso nel programma “una gara gastronomica” con una giuria che assaggiava e consegnava il premio. Oggi la preparazione di ricette di cucina compare in ogni programma televisivo, ma venti anni fa non era così. A Mugnano in un certo senso siamo stati pionieri. Mi sembra giusto ricordare tre signore che, con la loro assidua collaborazione, hanno permesso la realizzazione dell’iniziativa: Fiorella Biselli, Daniela Chiatti, Antonella Morganti. Ecco perché nel nostro giornale non può mancare il ricettario mugnanese. Maria Giovanna Galli