Anno V - N. 30 - Aprile 2011 - Copia Gratuita
Periodico di informazione paesana e dintorni a cura della Pro-Loco Mugnano
Mugnano festeggia
l’Unità d’Italia
Mugnano festeggia l’Unità d’Italia in grande stile: la nostra Filarmonica, Banda Nazionale Garibaldina, in collaborazione con la Proloco
e la S.O.M.S. ha organizzato (dietro l’input della sua Presidente
Marilena Menicucci) il Primo Concorso di Composizione e Trascrizione per Banda “Mugnano Garibaldina”, per celebrare i festeggiamenti
per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
La prima parte del Concorso si è conclusa con la riunione della
giuria composta dai Maestri Fulvio Creux, Lorenzo Pusceddu e Francesco Verzieri che il 29 marzo a Mugnano hanno valutato le composizioni pervenute; i Maestri hanno lavorato tutta la mattina e parte
del pomeriggio, per poi proclamare pubblicamente i vincitori alla
conferenza stampa presenziata dal Presidente della Filarmonica,
presso la Sala della Vaccara del Comune di Perugia; erano presenti
anche l’Assessore comunale Cernicchi e quello provinciale Porzi, e il
Dott. Giglietti, Presidente regionale dell’Anbima Umbria.
Congratulazioni al nostro
amico Dott. Ingegnere
Stefano Badii per la Laurea
in ingegneria meccanica.
Complimenti!!
Gli amici
Sabato 16 aprile
Sala S.O.M.S. - ore 21.00
In Concert for Japan
Serata di beneficenza per il Giappone
“Rocco” il carnevale
Anche quest’anno, il mercoledì delle ceneri, quando tutti i festeggiamenti
sono finiti, continua nella sua originale
tradizione, il rito del funerale e bruciatura del carnevale in piazza. Il rituale,
che negli ultimi anni era ridotto alla semplice bruciatura del fantoccio chiamato
“Rocco” e al convivio con i partecipanti del funerale, quest’anno si è arricchito e si è voluto dare un tocco di novità
per dare un senso alla serata.
I ragazzi di Mugnano, più o meno
giovani, accompagnati dalla fisarmonica del nostro amico Enrico e da un coro
improvvisato, hanno dato vita a una rappresentazione, dove “Rocco” il carnevale, accompagnato dalla moglie
“Dorlindana”, ballano e bevono allegramente, non curanti della fine del periodo di festa, fino al momento in cui il protagonista si sente male e muore tra gli
strazi della moglie; la morte viene rappresentata dall’ingresso della “Quaresima”, che con un tocco di baccalà alla
testa, sancisce la fine del carnevale.
(segue a pag. 2)
(segue a pag. 7)
Pasqua: Gesù è risorto
Forse vi capiterà di incontrare qualche musulmano che vi dirà “Gesù non è
risorto perché non è morto, è morto uno
che gli assomigliava”.
Questa versione è di 600 anni dopo
Cristo, non fondata su validi documenti.
Il morto non era Gesù, ma un suo sosia.
Questo del sosia è un motivo ricorrente:
Saddam Hussein aveva otto sosia.
Noi guardiamo le cose basandoci sui
documenti: Giuda aveva dato questo segnale: “quello che bacerò è lui!”
Ai piedi della croce c’era la Madonna, Maria Maddalena, e S. Giovanni
Evangelista, che conoscevano bene
Gesù. Gesù è veramente morto e risorto: San Tommaso ha visto anche per noi.
Fin da bambino ho sentito dire: “non
è tornato nessuno dall’aldilà”. E’ una bugia: è tornato Gesù. Il primo di una umanità nuova destinata a risorgere per vivere eternamente con lui.
Gesù nostra speranza è vita. Alleluia.
Vi faccio tanti auguri di buona Pasqua.
Don Leonello
2
“Rocco” il carnevale
(segue dalla prima pagina)
Come di prassi interviene il dottore e il notaio che non fanno altro che
constatarne la morte, leggono quindi
il testamento delle buone volontà lasciate da “Rocco”, ma che naturalmente non ha mantenuto. Per finire entrano in scena “i gobbi”, che si prendono
cura del defunto, bruciandolo chiudendo così il rituale che finisce con un’allegra cantata, una corposa mangiata,
e una bella bevuta alla memoria del
carnevale, che magari non ha mantenuto i buoni propositi, ma ha fatto divertire tutti, prima dell’inizio dell’austero tempo di quaresima. Che dire,
una bella serata che ancora ci unisce
nel segno della tradizione, grazie a
coloro che non dimenticano le proprie
origini.
Gli amici di “Rocco”
“Prologo”
La Pro-Loco Mugnano ha
preso parte insieme ad altre 13 Pro-Loco del comitato locale del Perugino ad
una importante manifestazione che si è tenuta alla
Rocca Paolina dal 17 al 20
marzo.
Manifestazione utile a far
sapere che le Associazioni Pro-Loco sono le vere
custodi del territorio, dell’ambiente e delle tradizioni locali non solo culinarie e
che fanno vivere il proprio paese tutto l’anno.
Oltre al buon risultato pubblicitario, è stata sottolineata da tutti i partecipanti l’ottima e collaborativa atmosfera che si è creata.
Puoi scaricare gli ultimi numeri
di “Mugnano In... forma”
dal sito:
w3.comune.perugia.it/mugnano
La Pro-Loco informa che siamo presenti
negli itinerari storico artistici del Portale
della Regione Umbria all’indirizzo
www.regioneumbria.eu
La Redazione
augura
a tutti
Buona Pasqua!
Con la scomparsa di
Mario Anselmi
Mugnano perde
una parte importante
della propria identità:
la tradizione della
lavorazione del coccio.
Ai familiari le nostre
sentite condoglianze.
Pulizie
pasquali
La donna, l’angelo della casa, si è sempre impegnata a tenere pulita la propria
abitazione; con fatica ha pulito rustici
mattoni, ha tenuto splendenti poveri mobili, con gusto e ordine ha disposto tazze
e bicchieri in vetrine o mettitutto.
Quando si avvicinava la benedizione
pasquale, rimuoveva ogni mobile, che ripuliva dentro e fuori, batteva con forza
materazzi, lavava tendine e scendiletto e
ogni angolo della casa veniva rivisto e pulito.
Il desiderio del sacro donava una forza nuova, non per una legge antica ma una
tradizione dal significato sempre uguale.
Il profumo delle lenzuola, lavate a
mano, si diffondeva nella casa e tutta la
famiglia quel giorno si radunava per accogliere il sacerdote al quale aprivano le
porte di ogni ambiente, comprese stalle e
rimesse.
Anche oggi la donna si sente gratificata a tenere accogliente la casa e, anche
se le esigenze sono maggiori, tutto è reso
più facile da macchinari che aiutano a fare
presto e bene.
Passato e presente si uniscono dando
continuità alla tradizione che conserva
sempre lo stesso significato.
Si risveglia il desiderio di preparare
con dignità la propria casa ed il cuore, per
far sì che la pulizia non sia fine a se stessa. Il profumo di pulito penetra a rafforzare le intenzioni di ogni membro della
famiglia, sicuri che la benedizione lascerà pace, unità, amore.
Angiolina Bifarini
Terremoto... notizie
Sono stati inseriti nel piano triennale degli
investimenti del comune di Perugia i lavori
di manutenzione straordinaria e miglioramento antisismico per l’edificio scolastico
comunale di Mugnano (prevista una spesa
di euro 500.000 per il 2013) e di Fontignano
per il rifacimento del tetto (prevista una spesa di euro 200.000 nel 2012). Questi dovranno essere erogati dal Ministero dell’Economia tramite la Protezione Civile.
Qualcosa si muove...
E’ stato assegnato l’incarico per la perizia tecnica e la progettazione per il
recupero della chiesa parrocchiale danneggiata dal sisma del 15 dicembre 2009.
3
La benedizione Pasquale
Ricordi di un bambino
D’improvviso ero salito nella scala
gerarchica dei chierichetti: il martedì
avrei servito la benedizione pasquale
delle case da Poggio Montorio a Pietreto.
Giornata importante, perché nell’ultima
casa ci saremmo fermati per un pranzo
fatto da molte portate. Era un periodo in
cui si mangiava veramente poco e spesso la fame si faceva sentire. Ero soddisfatto, non sarei andato a scuola.
Consapevole di vivere una bella
giornata, mi trovai puntuale alla casa
parrocchiale.
Subito la vestizione: Don Sandro
sopra la tunica nera una cotta bianca con
la stola viola, anche per me cotta bianca e tunica nera, che mi copriva a malapena i polpacci. Mi sentivo un angelo.
Fuori ci aspettava un cavallo con
calesse. A cassetta il Sig. Dante con Don
Sandro e il Sig. Luigino; io incastrato
con il petto alla spalliera del sedile e
con le gambe in fuori a penzoloni, al
contrario del senso di marcia. Avanti,
cavallo al passo, verso la piazza del
monumento, accompagnati dai gravi
rintocchi della campana mezzana che
annunciava la nostra partenza. Il cavallo marcava il passo al suono della campana: proprio una marcia trionfale.
La piazza si animava, alcuni si fermavano, altri guardavano dalle finestre
e dai portoni, incuriositi dall’insolito
spettacolo. Mi guardavo intorno con
espressione serafica quando d’improvviso una vampata di calore mi avvolse
sino alla radice dei capelli: lo sguardo
beffardo e ironico della Signora Eurosia
mi stava fulminando, mettendo a nudo
tutta la mia anima. In quello sguardo
erano concentrati gli occhi di tutto il
paese; tutti sapevano quante ne combinavo, infrangendo tutte le regole che a
10 anni si possono infrangere.
Man mano che ci allontanavamo
dalla piazza si attenuava anche il mio
rossore. Ecco la Fratente, direzione
Cestola. Cavallo al trotto, gli alti pioppi del torrente, cullati dalla dolce brezza, sembravano inchinarsi al nostro passaggio. Montali, colpito dal sole, già
alto sulla collina di Bovaica, rifletteva
i suoi colori. Il cielo di un intenso az-
zurro, solcato da bianche nuvole, contrastava con il verde dei campi. Aria piena di profumi. Che bella primavera!
Primavera 1948 di grandi tensioni
politiche, quali il paese non avrebbe più
visto. Il 18 aprile, alle elezioni politiche, la Democrazia Cristiana di De
Gasperi aveva sconfitto il Fronte Popolare Socialcomunista. La tensione era alta
e noi eravamo diretti nella tana del lupo:
la rossa zona di Poggio Montorio, con
Don Sandro in prima linea. Per queste
famiglie comunque il Prete non era il
nemico; i nemici erano i padroni, ma intuivano da che parte lui stava, dopo che
il papa Pio XII aveva fatto le sue scelte.
L’impatto con le persone, superata la
prima naturale diffidenza, era cordiale;
poi veniva fuori tutta la tradizionale ospitalità. La benedizione della casa era importante, auspicio di benessere, serenità
e fortuna. Evitarla sarebbe stata una maledizione. Don Sandro era consapevole
di questo suo potere, aveva parole di auguri per tutti, esprimendo una profonda
umanità assai gradita e apprezzata.
Il momento più solenne era
l’aspersione di acqua santa; si diceva che
questa attraversasse sette muri, ma la
matriarca, forse non fidandosi troppo,
conduceva il prete per tutte le stanze, facendo attenzione che l’azione fosse ben
fatta. Qualche volta veniva richiesta la
benedizione di un oggetto particolare,
come una catenina d’oro da regalare.
La cucina era sempre grande, al centro la tavola adornata con la tovaglia più
bella, sopra il piatto con le uova in offerta e la bottiglietta con i bicchierini
per il vin santo; dal trave centrale cala-
va un lume a petrolio; la corrente elettrica non c’era ancora. La mensola
dell’immagine sacra, che dominava la
cucina, era abbellita con carta velina di
vari colori, come i piani della credenza.
Finita la benedizione, ci fu offerto
il vin santo e, stranamente, un bicchierino era pronto anche per me. Nettare
degli Dei! Lo portai con apprensione
alle labbra, aspettandomi la solita sberla
del Don, ma la cosa passò fra l’indifferenza generale.
Il cavallo e il calesse ci avevano lasciato da tempo e fra una benedizione e
l’altra, fra un vin santo e l’altro ci accostavamo al Pietreto.
Finalmente l’ultima casa da benedire, il pranzo tanto atteso. Eravamo fuori dalla zona rossa. Il capo famiglia era
un sant’uomo, molto devoto, con una
famiglia numerosa. La benedizione era
molto sentita, tutti si inginocchiavano
per il segno della croce. Aspersione di
acqua santa molto accurata da parte del
Don. Finalmente tutti a sedere... con il
patriarca a capo tavola.
Serviva il pranzo una giovane ragazza con vestaglia nera, colletto e grembiule bianco; adempiva al suo compito
con un dolce sorriso, soddisfatta del suo
ruolo. Non ho mai dimenticato la gentilezza di quella ragazza: in lei c’era
tutta la civiltà di un mondo ora scomparso.
Quante portate! Antipasti, tagliatelle, pollo arrosto, roast-beef, contorni
vari, vino bianco e rosso, dolce fatto in
casa accompagnato da vin santo. Che
contrasto con la mia vita di tutti i giorni, quando, spesso e volentieri, finivo
la cena più affamato di prima.
Anche se mi sforzo, non riesco a ricordare il viaggio di ritorno. Chi sa?
Forse a causa del vin santo.
COSI’ PARLAVAMO...
Paolo Rubbioni
Schicc’ra: scarica di corrente elettrica. Indicava anche una percossa
piuttosto violenta.
ro annaspare, si usava per indicare
un modo di essere nervosi o agitati,
senza un minuto di calma.
‘Nnaspo: attrezzo in legno a doppia
croce che veniva usato nella lavorazione del filo in lana. Serviva per realizzare la matassa del filato per poi
procedere al lavaggio e/o alla tintura. Per estensione ‘NNASPÀ, ovve-
Appalu’g’nasse: appisolarsi, assopirsi, fare un breve sonnellino.
Spalug’nato: chi si sveglia all’improvviso da un breve sonno.
Renato Vernata
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Ricordi argentini
Dai paesaggi lunari passiamo a quelli marziali con il Parco
di Payunia. Ci troviamo a sud della provincia di Mendoza nella
zona di Malargue, e il parco di Payunia lo conoscono in pochi
anche da queste parti. Si tratta di una riserva naturale di 45.000
ettari di terreno, in cui si trova la maggiore concentrazione di
coni vulcanici al mondo. La particolarità del paesaggio è data dal
terreno fatto di cenere vulcanica che appare agli occhi di un colore
nero, a volte striato di rosso per l’alta concentrazione di ferro,
con ciuffi gialli di mattoral, gli arbusti di cui si nutrono gli unici
abitanti di questa zona, i guanachi, cugini stretti dei lama.
Dal deserto alla ricca regione dei laghi, con Bariloche come
principale centro urbano, da cui siamo partiti in auto percorrendo la Ruta de Los Sietes Lagos per ammirare la bellezza di questi paesaggi di montagna, con laghi di un azzurro intenso e talmente grandi da non vederne la fine e alberi alti fino quasi a
toccare il cielo.
E poi non poteva mancare il mare: Puerto Deseado, una cittadina sonnecchiosa, tranquilla, ma colpita da incessanti venti
che provengono dall’Oceano e che ti fanno capire che sei in
Patagonia. In una insenatura della costa si è creata una riserva
naturale, la Ria Deseada che, per il clima favorevole, è diventata habitat naturale per pinguini di Magellano, leoni marini,
cormorani e uccelli di ogni genere e poi della simpaticissima
“tonina”, il delfino bianco e nero più piccolo del mondo, che
con i suoi salti e giochi d’acqua sembra salutare e far festa a
tutti i turisti che fanno le escursioni sui gommoni.
Sicuramente un altro mostro sacro di questo paese è il ghiacciaio Perito Moreno: come si fa a descriverlo? Vi assicuriamo
che è davvero difficile, è una emozione grandissima navigare ai
piedi di un gigante di ghiaccio che svetta sulle acque del lago
Argentino per ben 60 metri e sapere che è nascosto sotto le stesse acque per altri 150 metri!!!
Emozione ancora più grande camminarci sopra muniti di
ramponi, avere la sensazione di camminare su un’immensa granita azzurra, osservarne le forme, le punte e assaggiarne la freschissima acqua. E non si tratta solo di quello che si vede, ma
anche di quello che si sente: continui boati, come tuoni lontani
e capire che lui è vivo e si stacca al suo interno. Se poi si stacca
nella parte che scende sul lago, hai anche la possibilità di vedere un pezzo di ghiaccio che cade fragorosamente o scivola pian
piano in acqua…e noi eravamo lì a registrare nella camera dei
nostri ricordi tutte queste cose che sono sicuramente miracoli
della natura.
Il nostro viaggio finisce a sud del monte Ushuaia, nella regione della Terra del Fuoco, chiamata così perché i primi occidentali che vi giunsero vedevano fumi continui provenire dalla
terra e dal mare. Erano gli indigeni che tenevano il fuoco perennemente acceso e soprattutto erano riusciti a trovare il sistema
di tenerlo acceso anche sulle loro canoe. Ancora oggi si sentono vive le tracce dei yamanha, la loro presenza in questa terra
dura e selvaggia, attraverso la ricostruzione della loro vita e
delle loro abitudini nei musei modesti ma ben tenuti della città.
Gli abitanti di questa regione vivono con la consapevolezza
che l’uomo non può decidere nulla: il clima comanda su tutto,
ora è piacevolmente caldo ora piuttosto freddo. E poi il sole…in
questa stagione sorge alle tre del mattino e tramonta alle undici
di sera e in inverno è esattamente il contrario!
Questo viaggio resterà a lungo nella nostra mente innanzitutto
perché ci ha arricchiti umanamente facendoci conoscere un popolo ospitale e allegro, e poi perchè ha ampliato le nostre conoscenze geografiche, naturalistiche e culturali. Ma ci resterà soprattutto nel cuore perché è il nostro viaggio di nozze.
Marco e Paola Brozzi
Una nuova importante sinergia fra Pro-Loco Mugnano e AUCC o.n.l.u.s.
Il 2 e 3 aprile scorsi, in occasione
dell’imminente periodo pasquale, la
nostra PRO-LOCO si è vista impegnata nella promozione della vendita di
gerani per conto dell’AUCC (l’Associazione Umbra per la lotta Contro il
Cancro). Si è così finalmente formalizzato un percorso di collaborazione
di fatto già in essere fin dal 1995.
L’attività dell’Associazione si
estrinseca sia sul piano più prettamente teorico della formazione,
dell’aggiornamento e della ricerca, sia
su quello più pragmatico dell’acquisto di macchinari ad alto contenuto
tecnologico e della prestazione di una
significativa gamma di servizi, tanto
a domicilio che in ospedale, presso
le sue sedi e i centri di salute.
L’AUCC finanzia infatti progetti di
ricerca e scuole di specializzazione,
la preparazione e l’aggiornamento di
giovani studiosi con borse di studio e
premi di laurea, nonché l’aggiornamento del suo personale medico e
paramedico. Realizza inoltre corsi di
formazione per volontari.
A domicilio, organizza e gestisce,
in forma gratuita: un servizio di assistenza Oncologica e Domiciliare
(SAOD), atto ad assistere fisicamente
e moralmente i malati al di fuori dei
presidi ospedalieri, e un servizio di
trasporto pazienti dal comprensorio
dell’Alta Valle del Tevere ai centri di
diagnosi e terapia di Perugia e Città
di Castello.
In ospedale, presso le sue sedi e i
centri di salute, fornisce: un servizio
di psiconcologia orientato all’assisten-
za psicologica dei malati e dei loro
familiari, un servizio di fisioterapia
riabilitativa, un servizio di arte terapia (musico terapia e danza terapia
per pazienti sottoposti a trattamento medico chirurgico e in riabilitazione oncologica) e un servizio di
riflessologia plantare.
Un ulteriore approfondimento su
finalità e attività dell’AUCC sarà comunque oggetto di una futura serata di incontro, in data ancora da destinare, presso la sala S.O.M.S. di
Mugnano. Per ora, preme sottolineare lo spostamento della nuova sede
dell’Associazione in Strada La Torretta
2/bis, traversa di via Pievaiola km 5
(ex Mausa), a 800 metri dall’Ospedale Silvestrini.
Monia Chiatti
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L’angolo della salute
Salute e pronto soccorso
Non è necessario recarsi al
pronto soccorso per ogni incidente. Vediamo quando possiamo
sbrigarcela da noi, senza perdere
e far perdere tempo prezioso.
Per un taglietto superficiale è
sufficiente una buona pulizia e un
cerotto, che tenga accostati i due
lembi della ferita. Per la vaccinazione antitetanica consultare il
proprio medico di famiglia. Per una
ustione, se non troppo estesa, se
la pelle è solo arrossata, o con poche vescicole, stesso trattamento. Per una contusione, ghiaccio
per 5 minuti. Dopo una caduta, se
l’infortunato riesce a rialzarsi da
solo e camminare, senza gravi
dolori, sicuramente non ci sono
fratture degli arti inferiori; se palpandosi delicatamente braccia,
polsi, mani, non ci sono gravi dolori, si può escludere anche una
frattura degli arti superiori. Un
trauma lieve del torace può cau-
sare la frattura di una costola, che
di solito guarisce spontaneamente in 40 giorni, senza alcuna terapia, se non blandi antidolorifici,
e può essere gestita tranquillamente dal proprio medico.
In occasione di sindromi virali,
soprattutto accompagnate da vomito e diarrea, si possono avere
malesseri con senso di estrema
debolezza, vertigini, sudorazioni,
fino allo svenimento. Anche in
questi casi non serve il 118, ma
la posizione sdraiata, con un cuscino sotto i piedi, invece che sotto la testa.
Un’altra falsa emergenza, che
blocca il pronto soccorso e il 118
inutilmente, sottraendo il servizio a vere emergenze, è la crisi di
panico. L’ansia è una malattia
come un’altra e va curata con opportuni farmaci, altrimenti cresce
a dismisura, portando alla crisi di
panico, che il malato soffre come
se stesse per morire, mentre in
Donne
Rita Levi Montalcini è nata nel 1909 a
Torino. All’età di vent’anni, nonostante
l’opinione contraria del padre, decide di studiare medicina all’Università di Torino; nel
1936 si laurea in Medicina e Chirurgia con 110
e lode; successivamente si specializza in neurologia e psichiatria.
Le leggi razziali emanate dal regime fascista
nel 1938 la costringono a emigrare in Belgio
dove continua le sue ricerche in un laboratorio
casalingo.
Alla fine della seconda guerra mondiale riceve
un’offerta dalla Washington University (St.
Louis, Missouri). L’America diventerà una sorta di sua seconda patria, dove vivrà fino al 1977 ricoprendo
incarichi prestigiosi.
I suoi primi studi (1938-1944) sono dedicati ai meccanismi di
formazione del sistema nervoso dei vertebrati. Nel 1951-1952
scopre il fattore di crescita nervoso noto come NGF, che gioca
un ruolo essenziale nella crescita e nella differenziazione delle cellule nervose. Per circa un trentennio prosegue le ricerche su questa proteina e sul suo meccanismo d’azione, per le
quali nel 1986 riceve il Premio Nobel per la Medicina. La
scienziata devolve una parte del premio alla comunità ebraica
di Roma. Nel 1987 riceve dal Presidente Reagan la National
Medal of Science, l’onorificenza più alta del mondo scientifico statunitense.
Nel 1992 istituisce, assieme alla sorella gemella Paola, la Fondazione Levi Montalcini, in memoria del padre, rivolta alla
formazione e all’educazione dei giovani, nonché al
conferimento di borse di studio a giovani studentesse africane
a
realtà i suoi organi sono sanissimi
e ben funzionanti. Un ansiolitico
tronca la crisi in pochi minuti, e
un’adeguata cura per l’ansia impedisce le ricadute.
Se sanguina il naso, mettersi
con la faccia nel lavandino e premere le narici per due minuti,
sciacquando con acqua fredda. Se
il boccone ci va di traverso, la tosse è l’unico meccanismo valido per
liberare le vie respiratorie, e non
va repressa ma aiutata. Nel bimbo piccolo può essere utile estrarre il boccone dal fondo della gola,
con un dito. Nei casi gravi, abbracciare il malato da dietro, premendo con le braccia su pancia e torace, per creare una forte pressione
di aria, che liberi le vie respiratorie.
Prossimamente vedremo invece quando e come è indispensabile recarsi al pronto soccorso.
Dott. Vittorio Frongillo
universitario, al fine di creare
imitare aunalivello
classe di giovani donne che svolga-
no un ruolo di leadership nella vita scientifica e
sociale del loro paese.
Oltre al premio Nobel, ha ricevuto numerosi altri riconoscimenti, fra i quali cinque lauree
honoris causa.
È membro delle più prestigiose accademie scientifiche internazionali, quali l’Accademia Nazionale dei Lincei, l’Accademia Pontificia, l’Accademia delle Scienze detta dei XL, la National
Academy of Sciences statunitense e la Royal
Society.
Rita Levi Montalcini ha sempre affermato di
sentirsi una donna libera. Cresciuta in «un mondo vittoriano,
nel quale dominava la figura maschile e la donna aveva poche
possibilità», ha dichiarato d’averne «risentito, poiché sapevo
che le nostre capacità mentali - uomo e donna - sono le stesse:
abbiamo uguali possibilità e differente approccio».
Ha rinunciato per scelta a formare una famiglia per dedicarsi
interamente alla scienza. Riguardo alla propria esperienza di
donna nell’ambito scientifico, ha descritto i suoi rapporti coi
collaboratori e studiosi sempre amichevoli e paritari, sostenendo che le donne costituiscono, al pari degli uomini, un
immenso serbatoio di potenzialità, sebbene siano ancora lontane dal raggiungimento di una piena parità sociale.
Nel 2001 è stata nominata senatore a vita dal presidente Ciampi.
Intervistata recentemente da una famosa rivista americana, alla
domanda “Com’è la vita a 100 anni?”, ha risposto: “Il corpo
faccia quel che vuole, io sono la mente.”
A cura di: Stefania Scuota
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Trasimeno ‘92
L’annata calcistica volge al
termine e, anche
se è prematuro tirare le somme, mi
sembra arrivato il momento di fare
delle riflessioni. Non sempre, in questi
anni, siamo riusciti a dimostrare
appieno quanto sacrificio e impegno
abbiamo profuso in seno alla
Trasimeno ‘92, in primis per ciò che
concerne il settore giovanile. Pur credendo di non avere detrattori, siamo
stati spesso, e ancora lo siamo, bersaglio di critiche, gratuite il più delle
volte. Le Società vivono gli alti e bassi, credo sia fisiologico, ma per vivere le Società bisogna starci dentro,
proporre e costruire. Noi lo abbiamo
fatto. In un anno particolarmente
difficile, nel quale non siamo stati in
grado di iscrivere una squadra allievi, siamo riusciti comunque a mettere in evidenza i nostri ragazzi, e
con loro siamo partiti alla volta di città
importanti che rappresentano il calcio professionistico. Parlo di Siena e
di Firenze, dove abbiamo trovato,
oltre ad una splendida accoglienza,
il serio interessamento per alcuni dei
nostri tesserati.
Stiamo gettando le basi per una
possibile, quanto auspicabile,
affiliazione con il Siena Calcio e con
la Fiorentina, affiliazione che può offrire possibilità e scenari diversi e
che, comunque vada, ci farà
senz’altro crescere. Proprio dalle co-
lonne di Mugnano In…forma, circa
un anno fa, lanciammo un appello
rivolto a tutti coloro che amano il calcio o hanno a cuore le sorti di una
Società del nostro paese. Appello rimasto puntualmente inascoltato.
Faremo, a breve, dopo l’approvazione del bilancio, un’assemblea pubblica, alla quale vi invito a partecipare, così da poter discutere dei nostri errori e delle vostre proposte,
delle nostre e delle vostre idee. Idee
utili, anzi indispensabili, a tenere
ancora in vita un’Associazione che,
mi piace ricordarlo, anzi lo faccio con
orgoglio, ha riportato tantissima gente dentro e fuori il campo sportivo.
La stragrande maggioranza di questa gente è rappresentata da bambini e ragazzi, nonni e genitori. Scusate se è poco.
Paolo Ventanni
Quando la motocicletta era roba da uomini
Sebbene si dica che le stagioni non esistano più, per noi motociclisti è arrivato il momento di tirar fuori la Moto dal garage!!
Per alcuni significa toglierla dal posto ricavato in fondo al garage,
che ogni volta che ci passi vicino e ci sbatti con qualcosa pensi
di tutto, ma ogni stagione è la stessa storia..., coperta, perché in
fondo le vogliono bene, non sempre la ritrovano pulita, perché
l’hanno lasciata, nei casi più rari, come l’ultima uscita dell’anno prima… Il che significa: batteria scarica, gomme non solo
sgonfie, ma finite, e se quando la spostate per la prima volta un
rumore sinistro vi fa sentire un brivido quasi come il gesso sulla
lavagna… è la catena che si è dimenticata del grasso e assetata
di qualunque liquido in quel momento lo manifesta fragorosamente. E così via con le luci, i freni, l’olio… Certo che sarebbe
ora di cambiarla tutta (nda). Per altri, con postazione dedicata,
spesso in compagnia di moto con caratteri diversi, per poter
vivere appieno la passione su ogni tipo di terreno, quindi operativi sempre, si tratta solo di un controllo di routine, una lucidatina
qua, una ingrassatina là, perché tanto a turno vengono “vivisezionate” tutte a rotazione! Spesso equipaggiati come una vera
officina con strumenti elettronici di alta precisione, competenti
e capaci come ogni appassionato che si rispetti, in ogni ambito.
Ma vi ricordate? Quando non c’era quel pulsantino così comodo vicino al dito destro? Basta sfiorarlo e la musica parte, un
ronzio, un brontolio, un borbottìo, beh, ognuno la sua musica!!
Per quelli della generazione di chi scrive, quando l’elettronica
non poteva avere influenze in questo settore, negli anni settanta
ad esempio, l’accensione era a pedale, nei casi più elementari
erano perfino due, come il Ciao, il Sì o l’Issimo, male che vada
a casa ci si tornava… pedalando, ma se avevi il Motom, con
Tutti coloro che gradiscano far pubblicare
un proprio articolo, sono pregati
di consegnareil materiale entro il 15 maggio
alla redazione. Vi chiediamo cortesemente
di non superare la mezza pagina di testo
(pari circa a 50 righe di lunghezza
o 2.500 battute) per darci la possibilità
di pubblicarli tutti.
Grazie.
quello dovevi proprio usare i piedi nel senso di spingere con i
piedi! Le moto più serie ne avevano uno solo, a destra o a sinistra, a seconda del tipo, fino alle più cattive che si avviavano
solo a spinta e anche sonora, ma si usavano in pista. A volte il
gesto del piede diventava… calcio, un calcio e via, ma se non
partiva subito… il gesto ripetuto infatti generava il cosiddetto
“calcio” della moto. Poteva colpire più parti del corpo, direttamente il polpaccio o di riflesso portava anche al colpo di frusta! Ho visto uomini cambiar colore, i più estroversi fare monologhi a tema e se succedeva con la moto da cross in mezzo al
fango si potevano avere reazioni tra le più bizzarre che potete
immaginare!!! Mica c’era l’attrezzatura di oggi, pettorina,
paracolpi, paramani, para… Era dolorosissimo! Allora la moto
non aveva il significato che le abbiamo attribuito oggi, che ne
abbiamo fatto un culto, una evasione, un modo di essere, ma
prima era un importante mezzo di trasporto, spesso l’unico per
andare a lavorare, spesso una lambretta e quando non partiva
smontando la candela, una “strofinata” con la carta vetrata, una
soffiata e un’occhiata se “ha fatto ponte” e vai.
Insomma senza estremizzare, tornando ai nostri amati
destrieri di oggi, è importante controllare attentamente tutte
le parti meccaniche, la pressione e l’usura delle gomme, le
luci ricordate sempre che l’affidabilità del nostro mezzo è la
nostra prima operazione di sicurezza ancor prima di salire in
moto. Ma la cosa più importante Non è nella moto, ma nella
testa di ciascuno di noi ogni volta che indossiamo il casco e
cioè di usare sempre prudenza e attenzione. Non solo metteremmo in pericolo noi stessi, ma, viaggiando sempre in gruppo, come vuole la nostra vincente ricetta, potremmo mettere in
difficoltà gli altri! Come dice sempre il nostro Amico Franco di
Nettuno, un fedelissimo dei nostri Motoraduni: “L’importante
non sono i cavalli che stanno sotto, ma il somaro che ci sta
sopra!!!”
Per tutto quanto il resto il Motoclub ha
già provveduto a tutto ed ha già acceso i
motori e organizzato la Nuova Stagione
in attesa di curve tornanti e intense emozioni. E tu, Motociclista, sei pronto?
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Mugnano festeggia
l’Unità d’Italia
(segue dalla prima pagina)
La banda sta ricevendo grande beneficio da questo evento in termini di visibilità, perché non è da
tutti riuscire a collaborare con due Maestri del calibro
di Creux e Pusceddu: il primo è Direttore della Banda
dell’Esercito Italiano, nonché compositore, mentre
Pusceddu è uno tra i maestri e compositori italiani
per banda più noti nel panorama internazionale. Con
quest’ultimo la Filarmonica ha avuto modo di lavorare per ben due prove, e per tanti musicanti rimarrà
un ricordo indelebile di questa esperienza, che molti
di noi non avrebbero immaginato di vivere.
I lavori legati al Concorso, per quanto impegnativi
e gravosi, sono solamente parte di ciò che la Banda
ha svolto in questo periodo: l’attività musicale è stata molto intensa, e in certe occasioni frenetica, per le
tante manifestazioni alle quali la Banda Garibaldina
ha partecipato. Ricordiamo tra le prime le celebrazioni organizzate dalla Regione Umbria, dalla Provincia
di Perugia e dal Comune di Perugia per i
festeggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità
d’Italia, nei giorni 16 e 17 marzo. Ci sono stati poi i
concerti al teatro di Panicale e a Gambassi Terme (Fi),
la manifestazione a Petrignano d’Assisi e Santa Maria
degli Angeli sempre per i festeggiamenti per l’Unità
nazionale. In alcune di queste occasioni, organizzati
da alcuni volenterosi genitori, non sono mancati dei
momenti conviviali, che hanno contribuito a sollevare il morale di un gruppo di giovani affamati e reduci
da una spedizione musicale.
L’evento più importante deve ancora arrivare: il
fulcro di quest’anno di attività sarà infatti il concerto
di premiazione dei vincitori del concorso, che si terrà
il 12 giugno, data in cui tutta Mugnano è chiamata in
prima persona a mostrare la sua vicinanza alla Banda
e a esprimere il suo sentimento patrio: saranno presenti i vincitori stessi e la giuria. La Filarmonica ha
organizzato questa iniziativa a carattere nazionale
anche per dare spazio e voce a tutti i paesani e al loro
amore per la patria. La festa non è solo della Banda,
ma di tutto il paese, e tutti sono invitati a dimostrare
il loro attaccamento all’Italia. La Banda farà la sua
parte, ma protagonisti saremo tutti noi! Per questo vi
aspettiamo tutti il 12 giugno alla festa e vi invitiamo
a partecipare fattivamente, esponendo la bandiera
tricolore alle finestre delle nostre case per l’occasione.
Una strana reazione chimica
Era tragico il lunedì in quinto liceo.
Non era possibile fare chimica la
prima ora e storia la seconda, il cervello era ancora intorpidito dalla domenica e a volte non era in grado di
separare due materie così diverse.
Un giorno persi completamente il
controllo e seguii la lezione di storia
pensando ai concetti di chimica.
Durante la prima ora avevo appreso che molte reazioni chimiche, pur in
presenza di reagenti non avvengono
se non con l’aiuto di una sostanza, il
catalizzatore.
Un catalizzatore sembra non partecipare alla reazione, non ne trae vantaggio né compare nella formula, ma
senza la sua presenza i reagenti non
reagiscono e non danno beneficio;
esso lavora nell’ombra e segue la sua
natura, senza se e senza ma; opera
poiché è giusto farlo, senza calcoli e
strategie.
La seconda ora tentai di descrivere
il Risorgimento e quindi l’Italia come
prodotto di una reazione chimica.
I reagenti c’erano e come, ne trovai diversi.
Tutta quella concatenazione di
eventi anche fortunosi mi fece pensa-
re che uno dei reagenti fosse lo stesso
Dio: forse pensava che la Chiesa era
ormai diventata grande abbastanza per
pensare solo al potere Spirituale e non
più a quello Temporale.
Un altro reagente era sicuramente
Cavour, esponente di quella borghesia
liberale-riformista che vide nell’unità
d’Italia esattamente ciò che nel
duemila hanno visto le moderne multinazionali nella globalizzazione dei
mercati. A pensarci bene sono poi
emersi anche gli stessi problemi.
Poi c’erano l’Inghilterra, che vedeva nell’Italia un elemento di stabilità
nell’area mediterranea e un argine all’area di influenza austriaca già forte
nei Balcani e la Francia, con Napoleone III, cui non dispiaceva affatto sostituirsi all’Austria nella Penisola utilizzando la faccia di Vittorio Emanuele
II che aveva i baffi più lunghi dei suoi,
soprattutto dopo che Orsini aveva fatto prendere un bello spavento a lui e
Signora… e fortuna che i tedeschi ce
l’hanno poi tolto di mezzo.
Infine c’era Mazzini e i suoi repubblicani che ad intervalli regolari facevano venire l’orticaria a mezza Torino
e obbligavano il Re sabaudo a fare
Filarmonica Mugnano
guerre in mezza Italia perché altrimenti
arrivavano prima loro della Corona.
Era davvero un bel crogiuolo di reagenti, forse troppi, si annichilivano l’un
l’altro senza produrre alcuna reazione.
Ah già il catalizzatore! … ma con questi reagenti ne occorreva uno capace
di portare a termine la reazione anche
con la consapevolezza che avrebbe
prodotto qualcosa di diverso da quello
voluto, uno talmente limpido, coerente e generoso da pensare “beh, nonostante tutto, questa reazione deve pur
produrre qualcosa di buono, ma sì dai
… facciamola questa Italia, non potrà
essere tutta sbagliata”.
Chi poteva essere, chi mi ero dimenticato, c’era stato uno così nel nostro Risorgimento …
Sì, solo uno, Giuseppe Garibaldi.
Massimo Stefanini
Chi vuole vada
chi non vuole mandi
...
Chi trova un amico
trova un tesoro
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Ricettario Mugnanese
TOZZETTI ALLE NOCCIOLE DI IOLANDA
gr 500 di farina
gr 200 di zucchero
gr 200 di nocciole
gr 25 di anice
3 uova
1 limone spremuto
1 cartina da gr 500
gr 100 di burro
1 bustina di vanillina
Impastate insieme gli ingredienti e fate dei rotoli dal diametro di 5 cm, schiacciateli leggermente e poneteli in una
teglia; infornateli a 180° per circa 20 minuti. Poi toglieteli
dal forno e lasciateli stiepidire; infine tagliateli a piccoli
pezzi e rimetteteli in forno per alcuni minuti in modo che
si asciughino e diventino croccanti.
Iolanda Palazzetti
E’ stato meraviglioso!
Meraviglioso, bello e piacevole aver trascorso con tutti
voi questi indimenticabili tre anni.
Purtroppo, causa gravissimi motivi familiari, mio malgrado sono costretto a lasciare questo meraviglioso paese ed in particolar modo tutti voi mugnanesi, persone
squisite, che non avrei mai creduto di trovare.
Mi avete accolto a braccia aperte, mi avete dato la possibilità di entrare a far parte delle vostre organizzazioni, mi avete dato dieci anni di vita.
Un ringraziamento particolare alla Pro-Loco del presidente Arcioni, alla Banda musicale, al Motoclub e soprattutto alla Trasimeno ‘92, a cominciare dal presidente Paolo Ventanni, al vice presidente Scorpioni Roberto, al direttore sportivo Gabriele Sacchetti, al cassiere Mosconi Dario, a tutti i dirigenti, i tecnici e i giocatori della Società.
Quello che mi auguro è che sia un arrivederci e non un
addio, perché sarebbe veramente triste non rivedervi e
magari non scambiare qualche parola con voi. Auguro
a tutti voi tanta felicità e di nuovo porgo tanti, tanti
ringraziamenti! Ciao a tutti.
Domenico Rastelli
REDAZIONE:
Claudio Barbanera, Angiolina Bifarini, Stefania Scuota,
Renato Vernata.
Vignetta: Maura Moretti, Vania Morganti.
Progetto Grafico: Serena Chiatti, Lamberto Mencaroni,
Giancarlo Mosconi, Emanuel Pieravanti, Alberto Rosadini,
Graziano Scorpioni.
Puoi inviarci la tua posta presso:
Pro-Loco Mugnano, Via dell’Albero, 1 06132 Mugnano (PG)
posta elettronica: [email protected]
sito internet: w3.comune.perugia.it/mugnano
PICCOLO E’ BELLO
Mi è stato riferito che il prof. Fidanza dell’Università
di Perugia, trovandosi alcuni giorni fa in un negozio di
Mugnano, ha ricordato con piacere un incontro che ha
avuto parecchi anni fa con i Mugnanesi sul tema “alimentazione corretta” per prevenire le patologie dell’epoca moderna. E proprio in questi ultimi giorni ho
incontrato la dott.ssa Ornella Giulietti, che lavora ancora in Ospedale, pur essendo nell’età della pensione.
Insieme abbiamo ricordato il Corso sulla dieta Mediterranea a cui ha partecipato insieme ad alcuni medici, suoi amici, a Mugnano. “Oltre a imparare a preparare varie pietanze -mi ha detto la dott.ssa Giulietti- ci
siamo anche divertiti”.
Queste due testimonianze mi hanno sollecitato a
far memoria di una bella iniziativa svolta al nostro Paese oltre 20 anni fa. Lo faccio per vari motivi. Prima di
tutto per informare le persone che all’epoca non erano nati o erano bambini. E poi perché una piccola comunità come la nostra ha la possibilità di realizzare
iniziative del genere: significative, efficaci e allo stesso tempo divertenti.
Ecco come sono andate le cose. Una insegnante,
nell’ambito della collaborazione tra ProLoco e XI Circoscrizione, propose un corso di educazione alimentare dal titolo “Sai come mangi?”.
Un gruppo di donne di Mugnano accettò la proposta. Lezioni all’ inizio teoriche, con tanto di lavagna
luminosa e una insegnante, Alberta Maranzano, amica della proponente, che veniva a parlarci di proteine,
carboidrati, grassi, vitamine, calorie ecc. Poi il “Sai
come mangi?” divenne “10 lezioni pratiche di cucina
mediterranea”, con uno chef, Marco Bovini dell’Alberghiero di Assisi, che mise subito al lavoro i partecipanti (20/25) a piccoli gruppi. Dopo la presentazione
del menu, ogni gruppo ne realizzava una parte e alla
fine della lezione arrivava il momento più divertente:
tutti sedevano intorno al tavolo per gustare le pietanze ed esprimere un giudizio. Alla fine del Corso, con
un questionario, si chiedeva ai partecipanti il tema
desiderato per l’anno successivo. Così, di anno in anno,
abbiamo svolto “Leggera, veloce e... mediterranea”;
“I menu per le occasioni speciali” ecc. Lo slogan di
fondo era sempre lo stesso: “cibo sano e allo stesso
tempo gustoso”.
Ogni partecipante portava a casa la ricetta scritta
con le dosi, le calorie e il vino consigliato. Alla fine tutte
le ricette riunite costituivano un prezioso libretto.
Per alcuni anni abbiamo sentito il desiderio di far
conoscere questa iniziativa durante la nostra Festa
“In...contriamoci a Mugnano” e così abbiamo incluso
nel programma “una gara gastronomica” con una giuria che assaggiava e consegnava il premio.
Oggi la preparazione di ricette di cucina compare in
ogni programma televisivo, ma venti anni fa non era
così. A Mugnano in un certo senso siamo stati pionieri. Mi sembra giusto ricordare tre signore che, con la
loro assidua collaborazione, hanno permesso la realizzazione dell’iniziativa: Fiorella Biselli, Daniela Chiatti,
Antonella Morganti.
Ecco perché nel nostro giornale non può mancare il
ricettario mugnanese.
Maria Giovanna Galli
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Mugnano festeggia l`Unità d`Italia