fisso per tutti gli amanti dei pettegolezzi del collegio
ovvero il crucigossip; ma pezzo forte del prossimo
numero sarà la ricetta di Valentina “Picci”
Cosentino che ci svelerà il segreto del suo
buonissimo tiramisù, del quale successivamente vi
offriremo una degustazione.
Vi lascio ora al primo numero, noi ce l’abbiamo
messa tutta…buona letura.
Sommario
Editoriale
Cultura
L’ultimo pianto di Samuele
pag. 1
Il neoclassicismo
pag. 2
Accordi e disaccordi
pag. 2
Ricette
pag. 3
Sport
Calcio Femminile
pag. 4
Calcio Maschile
pag. 4
Doping
pag. 5
Mentalità Ultras
pag. 8
English for Beginner
pag. 8
Scorro veloce con gli occhi le parole invadenti
devastanti del titolo di un giornale del 30 Gennaio
2002. La normalità di questa vita esplode ancora in
un’altra esperienza di morte. Leggo di Samuele. E’
inutile ripercorrere le tappe di questo evento, ormai
ritornello quotidiano, è giusto proteggersi dalla
morte negli altri, decidere di non esserne coinvolti è
un nostro diritto. Se non fosse che oggi ne siamo
praticamente obbligati: la televisione ci riporta in
scena con astuta crudeltà quando lei decide. Ma
proprio perché la televisione ce ne parla abbiamo il
diritto di sentirci più tranquilli: la violenza omicida
non è banale, non si muore tutti i giorni soffocati nel
lettone, non si usa uccidere il proprio fratellino
soffocandolo in una vasca da bagno mentre lo si
pugnala alle spalle. L’ audience ce lo testimonia: la
gente guarda sbalordita. Perché non si parla più di
alcolismo,
prostituzione,
dipendenza
da
stupefacenti? Ormai anche le morti per anoressia
non fanno più notizia: ce ne sono così tante che ce
ne siamo orrendamente assuefatti…
Ad ogni modo non saremo mai spettatori distaccati
di una morte per quanto la televisione la possa
Ebbene si, il vostro caro giornalino è tornato; questa
volta non parleremo solo di sport ma ci sarà cultura,
attualità, musica, medicina, cucina, gossip e tanto
altro ancora.
Insomma un giornale per tutti, con una nuova
grafica (curata da A. Pilolli) e con una nuova
redazione che cercherà, coadiuvata da tutti i
volenterosi articolisti che si faranno avanti di
numero in numero, di proporvi argomenti
interessanti e divertenti che speriamo vi siano
sempre graditi.
Questo primo numero sarà quindi solo un assaggio,
una specie di anticipazione, poiché ovviamente la
redazione sta ancora lavorando sulla forma finale
che questo quindicinale dovrà assumere; rimandati
infatti al prossimo numero la rubrica di psicologia
“la posta di Ciccina” nella quale l’esperta risolverà
casi di gente sull’orlo di una crisi di nervi. E poi il
gossip, con quello che diventerà un appuntamento
1
rendere immateriale ed astratta: la nostra finitezza
rivivrà irremovibilmente nel racconto di quella
altrui, ma anche scopriremo nei gesti omicidi, quel
margine di delirio, di volontà assoluta, che uccide e
resuscita ogni uomo incastrandosi e scomponendosi
nel suo naturale istinto di morte.
In questi giochi di potere finiti sotto il controllo dell’
“ inumanità”, in cui la prospettiva di un “dopo”
viene strozzata dal “qui ed ora”, il bersaglio più
molestato è la casa. Il luogo della collaborazione,
quindi della dipendenza, della negazione di ogni
onnipotenza.
E’ proprio qui che i giochi di potere straripano in
grande silenzio e segreto dalla normalità. In questa
ottica si può uccidere una madre perché si vuole
esercitare un potere smisurato su una persona che ci
ha smisuratamente posseduto come parte del proprio
corpo. Si può uccidere un figlio per non lasciarlo
“incustodito nel mondo”.
L’ agire degenera in pura meccanica se non si è
orgogliosi dei propri limiti umani.
Per essere bisogna superarsi e per superarsi bisogna
smentire la propria fragilità: uccidendo si vuole
eliminare una dipendenza.
Penso che dobbiamo imparare a rispettare noi stessi
per amarci ed amare.
umane, perché l’uomo è padrone dei propri
sentimenti e deve dominarli con la ragione. Ed è ben
noto come il dominio delle passioni con la ragione
era uno dei pilastri fondamentali dell’età Classica,
motivo per cui questa nuova corrente si chiama
Neoclassicismo.
Per capire quanto importante fu questo periodo, non
solo a livello artistico, basti pensare ad alcuni eventi
avvenuti a cavallo di questi due secoli: nel mondo
della musica operano figure come Mozart, Bach,
Beethoven; nel campo della letteratura e della
filosofia spiccano Parini, Leopardi, Voltaire,
Rousseau, Foscolo, Goldoni; per quanto riguarda
l’arte, aprono al pubblico il British Museum di
Londra, il Louvre a Parigi e viene scoperta Pompei;
nella scienza, Cavendish scopre che l’acqua è
formata da idrogeno ed ossigeno; la politica, infine,
vede protagonisti personaggi come Napoleone
Bonaparte e Giuseppe II.
E proprio il nostro “Belpaese” fu il protagonista del
rinnovamento dell’arte Neoclassica che, basandosi
sul recupero dell’antichità, non poteva che fare
dell’Italia la meta fondamentale e il luogo di
ispirazione ideale per gli artisti che da tutta Europa
arrivavano per appropriarsi dell’ideale di perfezione
classica.
Questa mostra comprende un percorso inedito, da
“Tiepolo a Canova”, dagli ultimi echi del
“virtuosismo” barocco alla “tecnica” neoclassica,
con capolavori di Tiepolo, Jacques-Louis David,
Goya, Canova e molti altri artisti, che, con le idee
innovative delle loro opere, hanno accompagnato i
radicali mutamenti sociali e politici che portarono
alla Rivoluzione francese.
Dal 2 marzo al 28 luglio 2002, al Palazzo Reale di
Milano, si terrà una mostra sul Neoclassicismo in
Italia e, per chi fosse interessato/a a visitarla, è bene
fare un breve accenno a questo movimento
sviluppatosi fra la metà del Settecento e i primi
decenni dell’Ottocento.
Il Neoclassicismo si
sviluppò per azione
del
pensiero
illuministico,
in
contrapposizione
al
periodo
precedente,
che
aveva
visto
dominare
le
esagerazioni e gli
sfarzi del Barocco e
del Rococò; questa
nuova corrente, infatti, cercò di raggiungere un
“nuovo classicismo”, creando opere d’arte
caratterizzate da semplicità, razionalità ed equilibrio.
Come ha sempre sottolineato nei suoi saggi
l’austriaco Johan Joachim Winckelmann, il più
importante teorico di questo movimento, l’opera
d’arte neoclassica va oltre l’agitarsi delle passioni
In questo primo articolo, non comincerò parlando di
un artista o di un disco in particolare,
ma
semplicemente cercherò di introdurre le linee guida
che adotterò nel valutare oggettivamente un
particolare lavoro.
Naturalmente la mia immensa cultura musicale
(ehehehe)è al vostro servizio in ogni occasione, ma
l’appuntamento del giornalino resterà sacro nel mio
cuore e nelle vostre menti.
A parte questo piccolo viaggio mentale degno del
più pazzo dei visionari, cercherò di non soffermarmi
su un unico campo, ma tenterò di spaziare il più
possibile, restando aperto a tutti i suggerimenti sia
riguardo il tema della settimana, sia riguardo i
possibili commenti o le eventuali critiche.
2
Senza fare lo sborone chiuderei questa breve
introduzione con una frase che ormai è entrata nelle
nostre vite e nell’immaginazione popolare: “Fatti,
non Pugnette”(sotto consiglio del Guru).
Naturalmente, siete tutti pregati di contattarmi nel
caso vogliate parlare (la rubrica è di tutti e per tutti,
quindi può essere anche scritta a quattro mani)di un
argomento specifico.
Per quello che mi riguarda cercherò di partire,
nell’analisi di un disco, da tutto ciò che riguarda lo
“spettro del visibile” ossia booklet (il volgare
“libretto” di un cd), serigrafie(il “disegno” sul cd), e
parte estetica di un album (anche l’occhio vuole la
sua parte…), per poi continuare con la durata del
disco (il buon vecchio Vasco è un maestro nel
pubblicare il minimo indispensabile per vendere, vd.
“canzoni per me”) e con l’analisi delle canzoni vera
e propria.
Non parlerò (perché non ha senso)di Mentalità
Musicale (vd. Mentalità Ultras), ma cercherò di
esporre la mia visione senza soffermarmi su
eventuali motivi di antipatia (vd. Cesare Cremonini
ehehehe).
La musica non può essere giudicata semplicemente
da gusti che prevaricano l’effettivo ascolto; non ha
senso parlare di musica brutta, se, come spesso
accade, si tratta di valutazioni soggettive [non come
il nostro ultrà, che in quattro anni di trasferte ha
racimolato 6-7 punti, (e questo è un fatto oggettivo.
Sfigato, ma ultrà)]che nella maggior parte dei casi
nascono da pregiudizi e da conoscenze incomplete e
superficiali.
Tutte le mie valutazioni saranno motivate da seri
argomenti tecnici, nei limiti del possibile, dopo un
accurato ascolto di tutti gli strumenti in causa
(considerati separatamente volta per volta), perché
per ascoltare e per giudicare un brano non basta dire
“che bella voce” oppure “bello il testo”…
Una canzone è fatta di bei testi, di belle voci, ma
anche di adeguate e complete lines strumentali.
Di questo, comunque, parlerò volta per volta,
introducendo,
quando
possibile,
riferimenti
discografici essenziali, eventuali siti web utili per
saperne di più su un’artista, concerti in Italia,
videografie…
Prima di concludere, porgo nuovamente l’invito a
chiunque fosse in possesso di materiale di recente
pubblicazione, di farsi vivo in modo da non
lasciarmi solo con la voglia di parlare
esclusivamente di Black, Death, Doom, Prog,
Power, Speed, Thrash (si scrive così, non trash),
Grind, Hard Rock, Gothic e di tutti gli svariati
miscugli esistenti nel mondo della musica Metal
(state tranquilli che parlerò di tutto e non solo di
metal, anche se cercherò di sfatare, nei limiti del
possibile, tutti i tabù e le medievaleggianti ottuse
credenze che ancora oggi circondano il mondo del
Metal, neanche ci trovassimo
in piena
inquisizione…)
:
320g di penne
350g di pomodorini
ciliegina
50g di pangrattato
1 barattolo di pesto
olio e sale q.b.
Pulite i pomodorini, tagliateli a metà, privateli dei
semi e riempiteli col pangrattato. Cospargete d’olio
una padella, riponetevi i pomodorini, unite un
pizzico di sale e fateli rosolare da entrambe le parti
fino a quando non diventeranno croccanti.
Intanto cuocete la pasta in abbondante acqua salata,
scolatela piuttosto al dente e trasferitela nella padella
coi pomodorini. Aggiungete il pesto, mescolate bene
e fate cuocere a fiamma vivace per due minuti, poi
servite. Buon appetito!
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già battuto in precedenza per 8 reti a 3 (e se queste
erano le più forti?!?).
Purtroppo quell’innevato giovedì le cose sono
andate tutte storte cominciando appunto dalla bufera
di neve, che ha creato non pochi problemi ai tifosi
che volevano incoraggiare le loro beniamine,
proseguendo con la luce al palazzetto che
improvvisamente è mancata e per finire con
l’infortunio di Elena che ha dovuto sacrificare anche
la cena di Natale.
Una nota di merito va a Victoria che per pareggiarci
la partita ha affrontato due viaggi notturni, per un
totale di circa venti ore di treno (!!!). Prossimo
appuntamento per le calciatrici Alma Mater sarà il
“Trofeo della Mimosa” il
9–10 Marzo;
manifestazione alla quale parteciperanno anche le
“Fatte Turchine” diventate per l’occasione “Fate
Turchine” (le avranno censurate?), tutti siete
inviatati a tifare, perché come al solito saranno le
nostre “Picci” ad incantare tutto il pubblico con le
migliori magie.
Lo scorso anno era solo un’idea ben lontana dalla
realizzazione, ora invece è una realtà vincente!
La squadra di calcio femminile, per quei pochi che
non lo sapessero, ha infatti mancato di pochissimo la
vittoria del torneo CUSB, vittoria che sarebbe stata
del tutto meritata; si perché queste ragazze, che per
la prima volta si sono trovate insieme a calciare un
pallone, hanno dimostrato di avere le carte in regola
per vincere il torneo.
!
Dopo la pausa natalizia rincomincia il torneo
C.U.S.B. e con esso le avventure dell’ Alma Mater
Football Club.
Nelle ore che precedevano la partita si credeva che
non si sarebbe giocato per impraticabilità del campo,
ma dopo che le squadre e l’arbitro si sono
consultate, si è deciso di giocare.
Sotto un diluvio universale le due squadre lottavano
a centrocampo senza scoprirsi troppo e cercando di
rimanere in piede nella laguna di Via Bertini. Il gol
non poteva che nascere da un tiro da fuori che
l’esordiente portiere Murri non riusciva a trattenere.
Repentina arrivava la risposta dell’ Alma: un
perfetto assist di Leonetti metteva Nappi solo
davanti al portiere; lo scugnizzo di Lanciano beffava
l’estremo difensore avversario con un astuto tocco
che rimetteva la situazione in parità. Nel momento
migliore dell’Alma arrivava, inaspettato, il secondo
gol degli avversari nato da una svista difensiva.
Il secondo tempo vedeva uno spumeggiante avvio
dei nostri che cingevano letteralmente d’assedio la
porta avversaria. Molte erano le occasione per
Leonetti e il redivivo Massari. Il pressing alto e il
ritmo impresso lasciavano pensare ad un imminente
pareggio. Quando però le forze dell’ Alma
cominciavano a calare, puntuale arrivava il terzo e
poco dopo il quarto gol avversario. Negli ultimi
dieci minuti di gioco l’unica nota da rilevare era il
La squadra capitanata da Valentina Cosentino e
guidata in campo dalla straniera di lusso Victoria
White ha giocato delle partite fantastiche non solo
sul piano tecnico ma soprattutto su quello emotivo
facendo urlare e disperare oltre al CT Riccardo
“Cosmi” Bertinelli il sempre folto pubblico che le
segue assiduamente in qualsiasi partita.
Difficile individuare il segreto principale di queste
ragazze, di certo hanno grinta da vendere,
entusiasmo, voglia di lavorare in allenamento,
determinazione e soprattutto tanta voglia di divertirsi
giocando; in fondo non è difficile immaginare la
paura della squadra avversaria nel vedere le “Alma
Mater Picci” in azione, con le parate di Michela
Iorio, il muro costruito in difesa da Virginia Virtù, le
“bombe” distribuite alla porta avversaria un po’ da
tutte ed in particolare da Giulia Milan, Elena
Marchese, Antonella Gargarella, Alice Menenti, il
supporto della panchina della ormai dottoressa
Stefania Quartarone ed ovviamente come
dimenticare le stupende azioni solitarie che White ad
ogni partita ci offre.
Ed è per tutti questi motivi che rimane tanto
rammarico per l’ultima partita giocata e pareggiata
contro le “Fatte Turchine”, risultato che ci ha
penalizzati in classifica portandoci a due soli punti
dalle prime due ed escludendoci dalla finale nella
quale avremmo incontrato una squadra che avevamo
4
sorprendente fair-play dei nostri che non avevano
neanche la forza di far falli per fermare gli avversari.
Grande impegno, poche idee e tanta acqua: alla
prossima.
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IL DOPING è una parola che rimbalza tra le pagine
dei giornali e dei Tg, associata sempre più spesso ad
importanti eventi sportivi. E’ impossibile illustrare
un argomento così ampio ed attuale nella sua
interezza, e per permetterne una trattazione il più
completa possibile, ho ritenuto opportuno affrontarla
in due articoli.
Questo è dedicato al “doping che fa scandalo”,
quello ad alti livelli; il prossimo affronterà il
problema del doping “casalingo, degli integratori
alimentari.
Cos’è il doping? Quale è la reale entità di questo
problema?
L’Art. 1 della legge sulla "tutela sanitaria delle
attività sportive e della lotta contro il doping”
(approvata definitivamente dal Senato il 16
novembre 2000), definisce come doping “.…la
somministrazione-assunzione di farmaci-sostanze
biologicamente-farmacologicamente
attive
e
l’adozione-sottoposizione a pratiche mediche, non
giustificate da condizioni patologiche, idonee a
modificare le condizioni psicofisiche o biologiche
dell’organismo al fine di alterare le prestazioni
agonistiche degli atleti….”. Inoltre sono considerati
doping anche molti mezzi psicologici che mirano a
migliorare la prestazione dell’individuo. In termini
tecnici un atleta è considerato positivo al controllo
antidoping quando nel campione di urina prelevato
sia possibile rinvenire anche una sola delle sostanze
contemplate nell’elenco indicato dall’International
Olympic Commitee (IOC), comprese le sostanze
affini. E’ opportuno rilevare che l’indagine
effettuata sul prelievo è strettamente qualitativa e
non quantitativa, vale a dire che la positività
dell’esame è determinata dal riscontro della sostanza
o delle sostanze a prescindere dalla quantità
presente. Fanno eccezione a questa regola alcune
sostanze, (tra cui la caffeina) per le quali sono
stabiliti ben precisi limiti quantitativi. La
classificazione delle sostanze proibite, una “lista
aperta”, suscettibile di periodici aggiornamenti, è più
o meno la seguente:
• Cambio: Grinta e vigoria atletica; lotta in difesa
come un leone e si butta sull’avversario senza
timore: Utilissimo (quando si è in vantaggio però).
Voto 6
• Di Maira: Pensa più a quanto bere la sera del suo
compleanno che alla partita; la voglia non gli manca
ma concretizza poco: Confuso. Voto 5,5
• Leonetti: Indubbiamente il migliore dei nostri.
Cerca di disporre in campo la squadra, sprona ,
incita.Troppo solo. Voto 6,5
• Manca: Il suo cognome basterebbe a giudicare la
sua prova insipida ed in colore: Anonimo Voto 5
• Massari: Capitano sui suoi piedi le migliori palle
della partita: è questo il problema: Sciupone. Voto
5,5
• Murri: Buono il suo esordio tra i pali ma un po’
incerto nelle uscite. Incolpevole sui gol. Affidabile.
Voto 6
Nappi: Sigla l’unico gol dell’Alma, si impegna in
più ruoli ma cincischia troppo col pallone: Fumoso.
Voto 6
Cari collegiali, ho l’onore (e l’onere) di inaugurare
questa rubrica dedicata al mondo della medicina,
nella redazione della quale mi alternerò col dr.
Ciccio Massari.
Nessun medico, infatti, può oggi prescindere dalla
conoscenza dell’anatomia e fisiopatologia umana
applicate allo sport, e nessuno sportivo può ignorare
la necessità di un riferimento medico nella sua
attività agonistica, o amatoriale. Non
c’è
professionista o squadra di club che non ha al
seguito un medico e/o un fisioterapista. E’ infine
doveroso sottolineare che da anni “l’Organizzazione
Mondiale della Sanità” ha introdotto l’esercizio
fisico tra le pratiche ad indirizzo terapeutico e
soprattutto profilattico nelle più svariate patologie.
Spero di riuscire ad incuriosire ed interessare i molti
sportivi e i pochi studenti di medicina che sono tra
voi, chiarendo qualche dubbio (senza presunzione),
e trattando argomenti disparati, quali diete,
traumatologia, medicina legale in ambito sportivo, e
quant’altro desideriate sia approfondito.
I - Classi di sostanze proibite:
a) Stimolanti e Narcotici
b) Agenti anabolizzanti
c) Diuretici
+ Ormoni peptidici e glicoproteici e sostanze analoghe
II - Metodi proibiti:
d) Doping ematico (emodoping)
+ Manipolazione farmacologica, chimica e fisica
5
III - Classi di sostanze soggette a determinate
restrizioni:
+ Alcool
+ Marijuana
+ Anestetici locali
+ Corticosteroidi
+ Beta bloccanti
caffeina possono provocare mal di testa, alterazioni
dei sistemi cardio-vascolare e cardio-respiratorio. La
caffeina è stata inserita nella lista delle sostanze
dopanti dalla Commissione medica del CIO da
quando è stato appurato che veniva assunta dagli
atleti ad alti dosaggi per le sue proprietà eccitanti.
Per non vietare del tutto la possibilità di bere
bevande contenenti caffeina è stato fissato un valore
massimo di 12 microgrammi di caffeina per ml di
urina. Dal momento che l’assunzione di caffeina non
è del tutto proibito, sussiste il problema se,
assumendo bevande contenenti caffeina, si possa
incorrere nel rischio di superare questo valore limite.
L’informazione diffusa che con il semplice consumo
di caffè non è possibile raggiungere questo valore
limite non è totalmente corretta. E il caso del ciclista
Bugno, vittima di una squalifica, probabilmente per
aver ingerito, tutta in una volta, una bevanda
contenente caffeina molto concentrata (caratteristica
del caffè espresso italiano). Inoltre per le differenze
individuali nella trasformazione metabolica della
caffeina, può accadere che si possa rintracciare una
quantità
maggiore
di
“caffeina
non
trasformata”
nelle urine.
Le
sostanze
narcotizzanti,
analgesiche,
invece,
sono
impiegate
per
sopprimere
la
sensazione
di
dolore e per il
loro
effetto
euforizzante. Fra gli analgesici proibiti sono
annoverati gli oppioidi: morfina, codeina e il
derivato semisintetico della morfina, l'eroina. Le
sostanze morfino-simili agiscono sul sistema
nervoso centrale ed in particolare l’eroina e la
morfina, assunte da soggetti sani inducono
gravissime forme di dipendenza e assuefazione; le
crisi di astinenza sono dolorosissime e una dose
eccessiva può determinare il coma e la morte. Anche
la codeina, sebbene in modo meno grave, assunta
massicciamente può portare a dipendenza.
b) Una classe di sostanze di grande utilizzo oggi è
quella degli anabolizzanti. Appartengono a questa
categoria l'ormone della crescita (ormone
somatotropo, GH), il testosterone, oltre a numerosi
steroidi di sintesi, fra i quali il più noto è il
nandrolone. Sono impiegati per aumentare le masse
muscolari, e quindi la potenza fisica; inoltre
l'ormone GH è impiegato anche per la stimolazione
della produzione di globuli rossi (come l’EPO).
Tutte le sostanze non contemplate nell’elenco
possono essere liberamente utilizzate dagli atleti.
Quali sono le sostanze dopanti più utilizzate? Cosa
sono? Come agiscono?
Alcune sono vere e proprie droghe, che provocano
dipendenza e assuefazione, la maggior parte sono
farmaci. Il problema, ancora irrisolto, di come
provare la presenza di queste sostanze rende difficile
fare una stima esatta dell'abuso di esse nello sport di
vertice.
Esaminiamole ora approfonditamente:
a) Le sostanze stimolanti e narcotiche sono vietate
solo nella fase competitiva (ad esclusione del
ciclismo). La loro utilizzazione a scopo terapeutico
al di fuori della gara, cioè in fase di allenamento, è
invece consentita. Perciò questo gruppo di sostanze
può essere utilizzato per ragioni mediche. La loro
assunzione, però, deve essere interrotta per un
periodo ragionevolmente lungo prima della
competizione, affinché il giorno della gara non ce ne
siano più tracce nell’urina. Agli atleti viene anche
richiesto di indicare, al momento del controllo
antidoping, tutti i preparati farmacologici di cui
hanno fatto uso nelle ultime 48 ore. Nel caso in cui il
risultato del controllo sia positivo, tale indicazione
può essere tenuta in considerazione a vantaggio
dell’atleta quando si tratta di giudicare il caso e
definire il grado della penalità.
Tra gli stimolanti i più utilizzati ci sono:
l’amfetamina, la cocaina, la caffeina (che agiscono
sul sistema nervoso centrale) l’adrenalina e
l’efedrina (che agiscono sul sistema nervoso
autonomo). I motivi che spingono all’uso di
stimolanti in fase di allenamento sono la possibilità
di incrementare la motivazione e la disponibilità
emotiva dell’atleta, allontanando la sensazione della
fatica, ma gli effetti collaterali sono molti e molto
pericolosi. Cocaina e amfetamine provocano
depressione, dipendenza e assuefazione e si corre il
rischio di collassi, convulsioni e anche morte,
quando si supera il limite di resistenza, o se se ne
assume una overdose. L'adrenalina e l'efedrina
provocano agitazione motoria, vertigini, insonnia,
nausea, vomito, palpitazioni cardiache, sudorazione.
Gli effetti principali della caffeina sono stimolanti a
livello del sistema nervoso centrale, del muscolo
cardiaco, della muscolatura scheletrica ed un effetto
diuretico a livello dei reni, quindi, dosi massicce di
6
effetti comparabili a quelli di un allenamento in
altitudine. Per scoraggiare questo tipo di doping la
Federazione internazionale Ciclismo (Uci) e la
Federazione internazionale sci (Fis) hanno emanato
il divieto di superare un valore limite di ematocrito
(numero di eritrociti per dl di sangue) pari al 50 %.
Oggi si cerca di individuare le differenze minime
esistenti fra l’EPO prodotta con tecniche di
manipolazione genetica (EPO ricombinante) e
l‘EPO di natura umana, per dimostrare con certezza
scientifica l’avvenuto uso illecito di questa sostanza,
e non solamente l’effetto che essa ha sull’organismo
(cioè l’aumento degli eritrociti). Così è
salvaguardata la salute dell’atleta, contro i rischi
legati a valori troppo elevati di ematocrito e di
emoglobina.
Cosa rischiano gli atleti che fanno uso di sostanze
dopanti? Quali sono le responsabilità della società
e del medico sociale? Cosa dice la legge?
La legge punisce con la reclusione da tre mesi a tre
anni e con la multa da 5 a 100 milioni di lire
chiunque procura, somministra, assume o
favorisce comunque l’utilizzo di sostanze o di
pratiche mediche idonee ad alterare le prestazioni
agonistiche degli atleti, o che siano dirette a
modificare i risultati dei controlli sull’uso di tali
sostanze. La pena è aumentata se vi è un danno per
la salute, se il fatto è commesso nei confronti di un
minorenne o se il fatto è commesso da un
componente o da un dipendente di una federazione
sportiva nazionale, di una società, di un’associazione
o di un ente riconosciuti dal CONI. Se il fatto è
commesso da chi esercita una professione sanitaria,
alla condanna consegue l’interdizione temporanea
dall’esercizio della professione. Con la sentenza di
condanna è sempre ordinata la confisca dei farmaci,
o di quanto destinato a commettere il reato. Inoltre,
chiunque commercia i farmaci e le sostanze
farmacologicamente o biologicamente attive
attraverso canali non riconosciuti dal Servizio
Sanitario Nazionale (S.S.N.), è punito con la
reclusione da due a sei anni e con la multa da 10 a
150 milioni. Le norme vigenti stabiliscono che un
atleta è tenuto a conoscere le sostanze proibite dalla
Federazione alla quale è affiliato, perché l’ignoranza
non è consentita e la buona fede non è
necessariamente considerata attenuante.
In conclusione, mi sembra opportuno sottolineare
che l'assunzione di sostanze dopanti non è solo uno
"sgarro" volontario alle regole da parte del singolo
atleta, ma, il più delle volte, è l' "ambiente" stesso
che lo costringe, pena l’esclusione dalla squadra.
L’etica sportiva richiede che tutti gli atleti gareggino
a parità di condizioni rispettando un regolamento
liberamente accettato. Il doping non è però un
L'impiego di GH in dosi massive può provocare
gigantismo, se assunto nell'età giovanile, e
acromegalia, nell'età adulta, oltre a determinare altre
disfunzioni metaboliche, come il diabete. Gli
steroidi anabolizzanti nella donna provocano
mascolinizzazione e alterazioni gravi del ciclo
mestruale; nell'uomo sterilità e impotenza, danni al
fegato e al sistema cardio-circolatorio; negli
adolescenti portano all'arresto della crescita.
c) Altra categoria di farmaci utilizzati sono i
diuretici, impiegati da alcuni atleti per mantenere il
peso corporeo al di sotto di una certa soglia, ma
soprattutto per mascherare alle analisi dell'urina
l'assunzione si sostanze dopanti. Fra essi
annoveriamo la clorotiazide e l'acetazolamide.
L'assunzione massiva di diuretici in soggetti normali
provoca ipotensione grave, arresto cardiaco per le
perdite di potassio, anemia emolitica, danni epatici e
renali (a cui si sommano gli effetti degli altri dopanti
di cui si desidera mascherare la presenza).
d) L’emodoping, è l'assunzione di sostanze o
l'adozione di pratiche che favoriscono l'incremento
dei globuli rossi nel sangue. Fanno parte di queste
sostanze l'Eritropoietina (EPO), e l'ormone
somatotropo. l’EPO stimola la maturazione degli
eritrociti nel midollo osseo. Se aumenta il numero di
eritrociti circolanti aumenta anche la quantità di
ossigeno che può essere trasportata da essi per unità
di volume sanguigno. Ne consegue un
miglioramento della produzione aerobica di energia
e quindi della prestazione di resistenza. Queste
sostanze però provocano un eccessivo aumento della
viscosità del sangue, e quindi ipertensione arteriosa
e di conseguenza gravi malattie cardiovascolari,
quali l'infarto del miocardio, ictus ed embolie.
L’utilizzo di eritropoietina avviene soprattutto in
attività sportive di resistenza come il ciclismo e lo
sci di fondo. Attualmente non si è in grado di
definire in che misura la somministrazione illecita di
EPO produce un effetto positivo su un atleta in
funzione del suo stato di allenamento. Si presume
che atleti di altissimo livello ne abbiano vantaggi
minori rispetto ad atleti di livello di prestazione
inferiore. Si ritiene che far uso di EPO sortisca
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danneggiamenti, cariche di tanti contro pochi, treni
speciali incendiati, e spesso, troppo spesso c’è
scappato anche il morto.
Paparelli, tifoso laziale ucciso da un bengala di
segnalazione marina esploso dalla Sud nel derby
capitoli del 28 ottobre 1979. Antonino Currò, ultrà
messinese ucciso da una bomba carta lanciata dal
settore occupato dai catanesi. I trentanove dell’
Heysel. Spagnolo, giovane tifoso genoano
accoltellato da un milanista davanti al Ferraris di
Genova e tanti altri uccisi perché tifavano una
squadra.
L’avvento della nuova normativa anti-violenza che
prevede la reclusione fino a tre anni per chi compie
atti di violenza in manifestazioni sportive in parte
metterà fine a questa assurdità a questo fenomeno
che non ha niente a che fare con la parola
“mentalità”, e già “mentalità”.
Solo se riusciremo a riproporre i veri valori del
pensare “ultras” elencati all’inizio dell’articolo , solo
in questo caso cari amici Ultras potremo
ricominciare a parlare di mentalità.
problema semplicemente etico, in quanto mina
anche la salute degli atleti.
Vi do il benvenuto in questa rubrica citando una
frase di Filippo Tommaso Marinetti, che esprime al
meglio lo spirito che ci contraddistingue…ALZATE
LA TESTA!…RITTI SU LA CIMA DEL MONDO,
NOI SCAGLIAMO, UNA VOLTA ANCORA, LA
NOSTRA SFIDA ALLE STELLE!
Mentalità “Ultras” : quante volte nella e dalla vostra
curva avete sentito questa fantomatica parola.
Quante volte l’avete letta sulle pagine dei giornali.
Ebbene non tutti riescono a coglierne il significato,
non tutti sanno cosa c’è dietro il termine mentalità.
“Mentalità Ultras” vuol dire solidarietà anche verso i
nemici più acerrimi, collaborazione nelle iniziative
sociali contro la repressione pregiudiziale,
collaborazione nel combattere il caro prezzi e le paytv, vuol dire rispetto per l’avversario, diritto allo
sfottò anche volgare, ma nei limiti della correttezza,
vuol dire combattere l’ipocrisia di farci belli in tv ed
infami nelle strade, cantare fino alla fine anche se
stai perdendo tre a zero e non sfilare in passerella
sugli spalti altrimenti è meglio restare a casa in
poltrona guardando la partita in tv.
&
Per dare un po di ‘street cred’ al vostro discorso
provate ad includere le frasi seguenti nel vostro
parlato:
‘Get Bossed up’: cosa dovete dire quando salite su a
vestirvi nel modo splendido prima di uscire per ‘a
big night out’
Totalmente applicabile a uno come Trinetta (non si
adatta per chi porta le tute da ginnastica, scusa
Cavaliere)
‘Let’s go bigg’it’: termine di incoraggiamento usato
prima di entrare in discoteca
Intende che ballerete in modo frenetico come un
Altieri dopo aver bevuto una goccia di vino
‘Go for broke’: significa ‘tentare la fortuna’ e nel
caso di un Gigino perderla istantaneamente dopo
cinque minuti in casino’.
‘Blow your mind’: invito a pensare liberamente a un
sentimento di esasperazione dopo essere stato in
conversazione con la Serrao da un secondo
Riflettendo bene quando di tutto ciò si è visto dalla
nascita del mondo Ultras fino ad oggi?
Veramente ben poco e la violenza ha preso ormai il
sopravvento diventando un problema non facile da
risolvere, un fenomeno che sin dagli anni ’70 , dalla
nascita cioè nelle curve dei primi gruppi Ultras,
delle Brigate, dei Commandos, è iniziato a
espandersi a macchia d’olio.
Le cronache domenicali della partite iniziarono a
dover rapidamente cedere molte delle loro righe ed
articoli non più al gol o al rigore contestato ma a ciò
che accadeva sulle gradinate e nelle strade della
città. I gruppi Ultras cominciarono a conoscersi,
confrontarsi e scontrarsi fra di loro con una
frequenza che pose il problema sotto i riflettori dei
media e delle autorità. Da allora ad oggi niente è
cambiato, anzi nuove forme di violenza hanno preso
il sopravvento: atti di vandalismo all’autogrill,
Per la pronuncia corretta di queste frasi rivolgetevi
al nostro esperto di lingue, Pilolli
__________________________________________
Redazione:
Di Maira S.
Montinari P.
Pilolli A.
Sorrentino G.
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Sezione Viaggi e Sport
Sezione Cultura Attualità
Grafica ed impaginazione
\Sezione Sport e Scienza
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Alma Mater News - Febbraio 2002