fisso per tutti gli amanti dei pettegolezzi del collegio ovvero il crucigossip; ma pezzo forte del prossimo numero sarà la ricetta di Valentina “Picci” Cosentino che ci svelerà il segreto del suo buonissimo tiramisù, del quale successivamente vi offriremo una degustazione. Vi lascio ora al primo numero, noi ce l’abbiamo messa tutta…buona letura. Sommario Editoriale Cultura L’ultimo pianto di Samuele pag. 1 Il neoclassicismo pag. 2 Accordi e disaccordi pag. 2 Ricette pag. 3 Sport Calcio Femminile pag. 4 Calcio Maschile pag. 4 Doping pag. 5 Mentalità Ultras pag. 8 English for Beginner pag. 8 Scorro veloce con gli occhi le parole invadenti devastanti del titolo di un giornale del 30 Gennaio 2002. La normalità di questa vita esplode ancora in un’altra esperienza di morte. Leggo di Samuele. E’ inutile ripercorrere le tappe di questo evento, ormai ritornello quotidiano, è giusto proteggersi dalla morte negli altri, decidere di non esserne coinvolti è un nostro diritto. Se non fosse che oggi ne siamo praticamente obbligati: la televisione ci riporta in scena con astuta crudeltà quando lei decide. Ma proprio perché la televisione ce ne parla abbiamo il diritto di sentirci più tranquilli: la violenza omicida non è banale, non si muore tutti i giorni soffocati nel lettone, non si usa uccidere il proprio fratellino soffocandolo in una vasca da bagno mentre lo si pugnala alle spalle. L’ audience ce lo testimonia: la gente guarda sbalordita. Perché non si parla più di alcolismo, prostituzione, dipendenza da stupefacenti? Ormai anche le morti per anoressia non fanno più notizia: ce ne sono così tante che ce ne siamo orrendamente assuefatti… Ad ogni modo non saremo mai spettatori distaccati di una morte per quanto la televisione la possa Ebbene si, il vostro caro giornalino è tornato; questa volta non parleremo solo di sport ma ci sarà cultura, attualità, musica, medicina, cucina, gossip e tanto altro ancora. Insomma un giornale per tutti, con una nuova grafica (curata da A. Pilolli) e con una nuova redazione che cercherà, coadiuvata da tutti i volenterosi articolisti che si faranno avanti di numero in numero, di proporvi argomenti interessanti e divertenti che speriamo vi siano sempre graditi. Questo primo numero sarà quindi solo un assaggio, una specie di anticipazione, poiché ovviamente la redazione sta ancora lavorando sulla forma finale che questo quindicinale dovrà assumere; rimandati infatti al prossimo numero la rubrica di psicologia “la posta di Ciccina” nella quale l’esperta risolverà casi di gente sull’orlo di una crisi di nervi. E poi il gossip, con quello che diventerà un appuntamento 1 rendere immateriale ed astratta: la nostra finitezza rivivrà irremovibilmente nel racconto di quella altrui, ma anche scopriremo nei gesti omicidi, quel margine di delirio, di volontà assoluta, che uccide e resuscita ogni uomo incastrandosi e scomponendosi nel suo naturale istinto di morte. In questi giochi di potere finiti sotto il controllo dell’ “ inumanità”, in cui la prospettiva di un “dopo” viene strozzata dal “qui ed ora”, il bersaglio più molestato è la casa. Il luogo della collaborazione, quindi della dipendenza, della negazione di ogni onnipotenza. E’ proprio qui che i giochi di potere straripano in grande silenzio e segreto dalla normalità. In questa ottica si può uccidere una madre perché si vuole esercitare un potere smisurato su una persona che ci ha smisuratamente posseduto come parte del proprio corpo. Si può uccidere un figlio per non lasciarlo “incustodito nel mondo”. L’ agire degenera in pura meccanica se non si è orgogliosi dei propri limiti umani. Per essere bisogna superarsi e per superarsi bisogna smentire la propria fragilità: uccidendo si vuole eliminare una dipendenza. Penso che dobbiamo imparare a rispettare noi stessi per amarci ed amare. umane, perché l’uomo è padrone dei propri sentimenti e deve dominarli con la ragione. Ed è ben noto come il dominio delle passioni con la ragione era uno dei pilastri fondamentali dell’età Classica, motivo per cui questa nuova corrente si chiama Neoclassicismo. Per capire quanto importante fu questo periodo, non solo a livello artistico, basti pensare ad alcuni eventi avvenuti a cavallo di questi due secoli: nel mondo della musica operano figure come Mozart, Bach, Beethoven; nel campo della letteratura e della filosofia spiccano Parini, Leopardi, Voltaire, Rousseau, Foscolo, Goldoni; per quanto riguarda l’arte, aprono al pubblico il British Museum di Londra, il Louvre a Parigi e viene scoperta Pompei; nella scienza, Cavendish scopre che l’acqua è formata da idrogeno ed ossigeno; la politica, infine, vede protagonisti personaggi come Napoleone Bonaparte e Giuseppe II. E proprio il nostro “Belpaese” fu il protagonista del rinnovamento dell’arte Neoclassica che, basandosi sul recupero dell’antichità, non poteva che fare dell’Italia la meta fondamentale e il luogo di ispirazione ideale per gli artisti che da tutta Europa arrivavano per appropriarsi dell’ideale di perfezione classica. Questa mostra comprende un percorso inedito, da “Tiepolo a Canova”, dagli ultimi echi del “virtuosismo” barocco alla “tecnica” neoclassica, con capolavori di Tiepolo, Jacques-Louis David, Goya, Canova e molti altri artisti, che, con le idee innovative delle loro opere, hanno accompagnato i radicali mutamenti sociali e politici che portarono alla Rivoluzione francese. Dal 2 marzo al 28 luglio 2002, al Palazzo Reale di Milano, si terrà una mostra sul Neoclassicismo in Italia e, per chi fosse interessato/a a visitarla, è bene fare un breve accenno a questo movimento sviluppatosi fra la metà del Settecento e i primi decenni dell’Ottocento. Il Neoclassicismo si sviluppò per azione del pensiero illuministico, in contrapposizione al periodo precedente, che aveva visto dominare le esagerazioni e gli sfarzi del Barocco e del Rococò; questa nuova corrente, infatti, cercò di raggiungere un “nuovo classicismo”, creando opere d’arte caratterizzate da semplicità, razionalità ed equilibrio. Come ha sempre sottolineato nei suoi saggi l’austriaco Johan Joachim Winckelmann, il più importante teorico di questo movimento, l’opera d’arte neoclassica va oltre l’agitarsi delle passioni In questo primo articolo, non comincerò parlando di un artista o di un disco in particolare, ma semplicemente cercherò di introdurre le linee guida che adotterò nel valutare oggettivamente un particolare lavoro. Naturalmente la mia immensa cultura musicale (ehehehe)è al vostro servizio in ogni occasione, ma l’appuntamento del giornalino resterà sacro nel mio cuore e nelle vostre menti. A parte questo piccolo viaggio mentale degno del più pazzo dei visionari, cercherò di non soffermarmi su un unico campo, ma tenterò di spaziare il più possibile, restando aperto a tutti i suggerimenti sia riguardo il tema della settimana, sia riguardo i possibili commenti o le eventuali critiche. 2 Senza fare lo sborone chiuderei questa breve introduzione con una frase che ormai è entrata nelle nostre vite e nell’immaginazione popolare: “Fatti, non Pugnette”(sotto consiglio del Guru). Naturalmente, siete tutti pregati di contattarmi nel caso vogliate parlare (la rubrica è di tutti e per tutti, quindi può essere anche scritta a quattro mani)di un argomento specifico. Per quello che mi riguarda cercherò di partire, nell’analisi di un disco, da tutto ciò che riguarda lo “spettro del visibile” ossia booklet (il volgare “libretto” di un cd), serigrafie(il “disegno” sul cd), e parte estetica di un album (anche l’occhio vuole la sua parte…), per poi continuare con la durata del disco (il buon vecchio Vasco è un maestro nel pubblicare il minimo indispensabile per vendere, vd. “canzoni per me”) e con l’analisi delle canzoni vera e propria. Non parlerò (perché non ha senso)di Mentalità Musicale (vd. Mentalità Ultras), ma cercherò di esporre la mia visione senza soffermarmi su eventuali motivi di antipatia (vd. Cesare Cremonini ehehehe). La musica non può essere giudicata semplicemente da gusti che prevaricano l’effettivo ascolto; non ha senso parlare di musica brutta, se, come spesso accade, si tratta di valutazioni soggettive [non come il nostro ultrà, che in quattro anni di trasferte ha racimolato 6-7 punti, (e questo è un fatto oggettivo. Sfigato, ma ultrà)]che nella maggior parte dei casi nascono da pregiudizi e da conoscenze incomplete e superficiali. Tutte le mie valutazioni saranno motivate da seri argomenti tecnici, nei limiti del possibile, dopo un accurato ascolto di tutti gli strumenti in causa (considerati separatamente volta per volta), perché per ascoltare e per giudicare un brano non basta dire “che bella voce” oppure “bello il testo”… Una canzone è fatta di bei testi, di belle voci, ma anche di adeguate e complete lines strumentali. Di questo, comunque, parlerò volta per volta, introducendo, quando possibile, riferimenti discografici essenziali, eventuali siti web utili per saperne di più su un’artista, concerti in Italia, videografie… Prima di concludere, porgo nuovamente l’invito a chiunque fosse in possesso di materiale di recente pubblicazione, di farsi vivo in modo da non lasciarmi solo con la voglia di parlare esclusivamente di Black, Death, Doom, Prog, Power, Speed, Thrash (si scrive così, non trash), Grind, Hard Rock, Gothic e di tutti gli svariati miscugli esistenti nel mondo della musica Metal (state tranquilli che parlerò di tutto e non solo di metal, anche se cercherò di sfatare, nei limiti del possibile, tutti i tabù e le medievaleggianti ottuse credenze che ancora oggi circondano il mondo del Metal, neanche ci trovassimo in piena inquisizione…) : 320g di penne 350g di pomodorini ciliegina 50g di pangrattato 1 barattolo di pesto olio e sale q.b. Pulite i pomodorini, tagliateli a metà, privateli dei semi e riempiteli col pangrattato. Cospargete d’olio una padella, riponetevi i pomodorini, unite un pizzico di sale e fateli rosolare da entrambe le parti fino a quando non diventeranno croccanti. Intanto cuocete la pasta in abbondante acqua salata, scolatela piuttosto al dente e trasferitela nella padella coi pomodorini. Aggiungete il pesto, mescolate bene e fate cuocere a fiamma vivace per due minuti, poi servite. Buon appetito! &' ( ) $* + + , , ) . / + 0 1 ! " $ # 3 3 3 4 2 1) 0 1 )$ / 5 % %" " 5 # 3 già battuto in precedenza per 8 reti a 3 (e se queste erano le più forti?!?). Purtroppo quell’innevato giovedì le cose sono andate tutte storte cominciando appunto dalla bufera di neve, che ha creato non pochi problemi ai tifosi che volevano incoraggiare le loro beniamine, proseguendo con la luce al palazzetto che improvvisamente è mancata e per finire con l’infortunio di Elena che ha dovuto sacrificare anche la cena di Natale. Una nota di merito va a Victoria che per pareggiarci la partita ha affrontato due viaggi notturni, per un totale di circa venti ore di treno (!!!). Prossimo appuntamento per le calciatrici Alma Mater sarà il “Trofeo della Mimosa” il 9–10 Marzo; manifestazione alla quale parteciperanno anche le “Fatte Turchine” diventate per l’occasione “Fate Turchine” (le avranno censurate?), tutti siete inviatati a tifare, perché come al solito saranno le nostre “Picci” ad incantare tutto il pubblico con le migliori magie. Lo scorso anno era solo un’idea ben lontana dalla realizzazione, ora invece è una realtà vincente! La squadra di calcio femminile, per quei pochi che non lo sapessero, ha infatti mancato di pochissimo la vittoria del torneo CUSB, vittoria che sarebbe stata del tutto meritata; si perché queste ragazze, che per la prima volta si sono trovate insieme a calciare un pallone, hanno dimostrato di avere le carte in regola per vincere il torneo. ! Dopo la pausa natalizia rincomincia il torneo C.U.S.B. e con esso le avventure dell’ Alma Mater Football Club. Nelle ore che precedevano la partita si credeva che non si sarebbe giocato per impraticabilità del campo, ma dopo che le squadre e l’arbitro si sono consultate, si è deciso di giocare. Sotto un diluvio universale le due squadre lottavano a centrocampo senza scoprirsi troppo e cercando di rimanere in piede nella laguna di Via Bertini. Il gol non poteva che nascere da un tiro da fuori che l’esordiente portiere Murri non riusciva a trattenere. Repentina arrivava la risposta dell’ Alma: un perfetto assist di Leonetti metteva Nappi solo davanti al portiere; lo scugnizzo di Lanciano beffava l’estremo difensore avversario con un astuto tocco che rimetteva la situazione in parità. Nel momento migliore dell’Alma arrivava, inaspettato, il secondo gol degli avversari nato da una svista difensiva. Il secondo tempo vedeva uno spumeggiante avvio dei nostri che cingevano letteralmente d’assedio la porta avversaria. Molte erano le occasione per Leonetti e il redivivo Massari. Il pressing alto e il ritmo impresso lasciavano pensare ad un imminente pareggio. Quando però le forze dell’ Alma cominciavano a calare, puntuale arrivava il terzo e poco dopo il quarto gol avversario. Negli ultimi dieci minuti di gioco l’unica nota da rilevare era il La squadra capitanata da Valentina Cosentino e guidata in campo dalla straniera di lusso Victoria White ha giocato delle partite fantastiche non solo sul piano tecnico ma soprattutto su quello emotivo facendo urlare e disperare oltre al CT Riccardo “Cosmi” Bertinelli il sempre folto pubblico che le segue assiduamente in qualsiasi partita. Difficile individuare il segreto principale di queste ragazze, di certo hanno grinta da vendere, entusiasmo, voglia di lavorare in allenamento, determinazione e soprattutto tanta voglia di divertirsi giocando; in fondo non è difficile immaginare la paura della squadra avversaria nel vedere le “Alma Mater Picci” in azione, con le parate di Michela Iorio, il muro costruito in difesa da Virginia Virtù, le “bombe” distribuite alla porta avversaria un po’ da tutte ed in particolare da Giulia Milan, Elena Marchese, Antonella Gargarella, Alice Menenti, il supporto della panchina della ormai dottoressa Stefania Quartarone ed ovviamente come dimenticare le stupende azioni solitarie che White ad ogni partita ci offre. Ed è per tutti questi motivi che rimane tanto rammarico per l’ultima partita giocata e pareggiata contro le “Fatte Turchine”, risultato che ci ha penalizzati in classifica portandoci a due soli punti dalle prime due ed escludendoci dalla finale nella quale avremmo incontrato una squadra che avevamo 4 sorprendente fair-play dei nostri che non avevano neanche la forza di far falli per fermare gli avversari. Grande impegno, poche idee e tanta acqua: alla prossima. # $ " " " % IL DOPING è una parola che rimbalza tra le pagine dei giornali e dei Tg, associata sempre più spesso ad importanti eventi sportivi. E’ impossibile illustrare un argomento così ampio ed attuale nella sua interezza, e per permetterne una trattazione il più completa possibile, ho ritenuto opportuno affrontarla in due articoli. Questo è dedicato al “doping che fa scandalo”, quello ad alti livelli; il prossimo affronterà il problema del doping “casalingo, degli integratori alimentari. Cos’è il doping? Quale è la reale entità di questo problema? L’Art. 1 della legge sulla "tutela sanitaria delle attività sportive e della lotta contro il doping” (approvata definitivamente dal Senato il 16 novembre 2000), definisce come doping “.…la somministrazione-assunzione di farmaci-sostanze biologicamente-farmacologicamente attive e l’adozione-sottoposizione a pratiche mediche, non giustificate da condizioni patologiche, idonee a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell’organismo al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti….”. Inoltre sono considerati doping anche molti mezzi psicologici che mirano a migliorare la prestazione dell’individuo. In termini tecnici un atleta è considerato positivo al controllo antidoping quando nel campione di urina prelevato sia possibile rinvenire anche una sola delle sostanze contemplate nell’elenco indicato dall’International Olympic Commitee (IOC), comprese le sostanze affini. E’ opportuno rilevare che l’indagine effettuata sul prelievo è strettamente qualitativa e non quantitativa, vale a dire che la positività dell’esame è determinata dal riscontro della sostanza o delle sostanze a prescindere dalla quantità presente. Fanno eccezione a questa regola alcune sostanze, (tra cui la caffeina) per le quali sono stabiliti ben precisi limiti quantitativi. La classificazione delle sostanze proibite, una “lista aperta”, suscettibile di periodici aggiornamenti, è più o meno la seguente: • Cambio: Grinta e vigoria atletica; lotta in difesa come un leone e si butta sull’avversario senza timore: Utilissimo (quando si è in vantaggio però). Voto 6 • Di Maira: Pensa più a quanto bere la sera del suo compleanno che alla partita; la voglia non gli manca ma concretizza poco: Confuso. Voto 5,5 • Leonetti: Indubbiamente il migliore dei nostri. Cerca di disporre in campo la squadra, sprona , incita.Troppo solo. Voto 6,5 • Manca: Il suo cognome basterebbe a giudicare la sua prova insipida ed in colore: Anonimo Voto 5 • Massari: Capitano sui suoi piedi le migliori palle della partita: è questo il problema: Sciupone. Voto 5,5 • Murri: Buono il suo esordio tra i pali ma un po’ incerto nelle uscite. Incolpevole sui gol. Affidabile. Voto 6 Nappi: Sigla l’unico gol dell’Alma, si impegna in più ruoli ma cincischia troppo col pallone: Fumoso. Voto 6 Cari collegiali, ho l’onore (e l’onere) di inaugurare questa rubrica dedicata al mondo della medicina, nella redazione della quale mi alternerò col dr. Ciccio Massari. Nessun medico, infatti, può oggi prescindere dalla conoscenza dell’anatomia e fisiopatologia umana applicate allo sport, e nessuno sportivo può ignorare la necessità di un riferimento medico nella sua attività agonistica, o amatoriale. Non c’è professionista o squadra di club che non ha al seguito un medico e/o un fisioterapista. E’ infine doveroso sottolineare che da anni “l’Organizzazione Mondiale della Sanità” ha introdotto l’esercizio fisico tra le pratiche ad indirizzo terapeutico e soprattutto profilattico nelle più svariate patologie. Spero di riuscire ad incuriosire ed interessare i molti sportivi e i pochi studenti di medicina che sono tra voi, chiarendo qualche dubbio (senza presunzione), e trattando argomenti disparati, quali diete, traumatologia, medicina legale in ambito sportivo, e quant’altro desideriate sia approfondito. I - Classi di sostanze proibite: a) Stimolanti e Narcotici b) Agenti anabolizzanti c) Diuretici + Ormoni peptidici e glicoproteici e sostanze analoghe II - Metodi proibiti: d) Doping ematico (emodoping) + Manipolazione farmacologica, chimica e fisica 5 III - Classi di sostanze soggette a determinate restrizioni: + Alcool + Marijuana + Anestetici locali + Corticosteroidi + Beta bloccanti caffeina possono provocare mal di testa, alterazioni dei sistemi cardio-vascolare e cardio-respiratorio. La caffeina è stata inserita nella lista delle sostanze dopanti dalla Commissione medica del CIO da quando è stato appurato che veniva assunta dagli atleti ad alti dosaggi per le sue proprietà eccitanti. Per non vietare del tutto la possibilità di bere bevande contenenti caffeina è stato fissato un valore massimo di 12 microgrammi di caffeina per ml di urina. Dal momento che l’assunzione di caffeina non è del tutto proibito, sussiste il problema se, assumendo bevande contenenti caffeina, si possa incorrere nel rischio di superare questo valore limite. L’informazione diffusa che con il semplice consumo di caffè non è possibile raggiungere questo valore limite non è totalmente corretta. E il caso del ciclista Bugno, vittima di una squalifica, probabilmente per aver ingerito, tutta in una volta, una bevanda contenente caffeina molto concentrata (caratteristica del caffè espresso italiano). Inoltre per le differenze individuali nella trasformazione metabolica della caffeina, può accadere che si possa rintracciare una quantità maggiore di “caffeina non trasformata” nelle urine. Le sostanze narcotizzanti, analgesiche, invece, sono impiegate per sopprimere la sensazione di dolore e per il loro effetto euforizzante. Fra gli analgesici proibiti sono annoverati gli oppioidi: morfina, codeina e il derivato semisintetico della morfina, l'eroina. Le sostanze morfino-simili agiscono sul sistema nervoso centrale ed in particolare l’eroina e la morfina, assunte da soggetti sani inducono gravissime forme di dipendenza e assuefazione; le crisi di astinenza sono dolorosissime e una dose eccessiva può determinare il coma e la morte. Anche la codeina, sebbene in modo meno grave, assunta massicciamente può portare a dipendenza. b) Una classe di sostanze di grande utilizzo oggi è quella degli anabolizzanti. Appartengono a questa categoria l'ormone della crescita (ormone somatotropo, GH), il testosterone, oltre a numerosi steroidi di sintesi, fra i quali il più noto è il nandrolone. Sono impiegati per aumentare le masse muscolari, e quindi la potenza fisica; inoltre l'ormone GH è impiegato anche per la stimolazione della produzione di globuli rossi (come l’EPO). Tutte le sostanze non contemplate nell’elenco possono essere liberamente utilizzate dagli atleti. Quali sono le sostanze dopanti più utilizzate? Cosa sono? Come agiscono? Alcune sono vere e proprie droghe, che provocano dipendenza e assuefazione, la maggior parte sono farmaci. Il problema, ancora irrisolto, di come provare la presenza di queste sostanze rende difficile fare una stima esatta dell'abuso di esse nello sport di vertice. Esaminiamole ora approfonditamente: a) Le sostanze stimolanti e narcotiche sono vietate solo nella fase competitiva (ad esclusione del ciclismo). La loro utilizzazione a scopo terapeutico al di fuori della gara, cioè in fase di allenamento, è invece consentita. Perciò questo gruppo di sostanze può essere utilizzato per ragioni mediche. La loro assunzione, però, deve essere interrotta per un periodo ragionevolmente lungo prima della competizione, affinché il giorno della gara non ce ne siano più tracce nell’urina. Agli atleti viene anche richiesto di indicare, al momento del controllo antidoping, tutti i preparati farmacologici di cui hanno fatto uso nelle ultime 48 ore. Nel caso in cui il risultato del controllo sia positivo, tale indicazione può essere tenuta in considerazione a vantaggio dell’atleta quando si tratta di giudicare il caso e definire il grado della penalità. Tra gli stimolanti i più utilizzati ci sono: l’amfetamina, la cocaina, la caffeina (che agiscono sul sistema nervoso centrale) l’adrenalina e l’efedrina (che agiscono sul sistema nervoso autonomo). I motivi che spingono all’uso di stimolanti in fase di allenamento sono la possibilità di incrementare la motivazione e la disponibilità emotiva dell’atleta, allontanando la sensazione della fatica, ma gli effetti collaterali sono molti e molto pericolosi. Cocaina e amfetamine provocano depressione, dipendenza e assuefazione e si corre il rischio di collassi, convulsioni e anche morte, quando si supera il limite di resistenza, o se se ne assume una overdose. L'adrenalina e l'efedrina provocano agitazione motoria, vertigini, insonnia, nausea, vomito, palpitazioni cardiache, sudorazione. Gli effetti principali della caffeina sono stimolanti a livello del sistema nervoso centrale, del muscolo cardiaco, della muscolatura scheletrica ed un effetto diuretico a livello dei reni, quindi, dosi massicce di 6 effetti comparabili a quelli di un allenamento in altitudine. Per scoraggiare questo tipo di doping la Federazione internazionale Ciclismo (Uci) e la Federazione internazionale sci (Fis) hanno emanato il divieto di superare un valore limite di ematocrito (numero di eritrociti per dl di sangue) pari al 50 %. Oggi si cerca di individuare le differenze minime esistenti fra l’EPO prodotta con tecniche di manipolazione genetica (EPO ricombinante) e l‘EPO di natura umana, per dimostrare con certezza scientifica l’avvenuto uso illecito di questa sostanza, e non solamente l’effetto che essa ha sull’organismo (cioè l’aumento degli eritrociti). Così è salvaguardata la salute dell’atleta, contro i rischi legati a valori troppo elevati di ematocrito e di emoglobina. Cosa rischiano gli atleti che fanno uso di sostanze dopanti? Quali sono le responsabilità della società e del medico sociale? Cosa dice la legge? La legge punisce con la reclusione da tre mesi a tre anni e con la multa da 5 a 100 milioni di lire chiunque procura, somministra, assume o favorisce comunque l’utilizzo di sostanze o di pratiche mediche idonee ad alterare le prestazioni agonistiche degli atleti, o che siano dirette a modificare i risultati dei controlli sull’uso di tali sostanze. La pena è aumentata se vi è un danno per la salute, se il fatto è commesso nei confronti di un minorenne o se il fatto è commesso da un componente o da un dipendente di una federazione sportiva nazionale, di una società, di un’associazione o di un ente riconosciuti dal CONI. Se il fatto è commesso da chi esercita una professione sanitaria, alla condanna consegue l’interdizione temporanea dall’esercizio della professione. Con la sentenza di condanna è sempre ordinata la confisca dei farmaci, o di quanto destinato a commettere il reato. Inoltre, chiunque commercia i farmaci e le sostanze farmacologicamente o biologicamente attive attraverso canali non riconosciuti dal Servizio Sanitario Nazionale (S.S.N.), è punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da 10 a 150 milioni. Le norme vigenti stabiliscono che un atleta è tenuto a conoscere le sostanze proibite dalla Federazione alla quale è affiliato, perché l’ignoranza non è consentita e la buona fede non è necessariamente considerata attenuante. In conclusione, mi sembra opportuno sottolineare che l'assunzione di sostanze dopanti non è solo uno "sgarro" volontario alle regole da parte del singolo atleta, ma, il più delle volte, è l' "ambiente" stesso che lo costringe, pena l’esclusione dalla squadra. L’etica sportiva richiede che tutti gli atleti gareggino a parità di condizioni rispettando un regolamento liberamente accettato. Il doping non è però un L'impiego di GH in dosi massive può provocare gigantismo, se assunto nell'età giovanile, e acromegalia, nell'età adulta, oltre a determinare altre disfunzioni metaboliche, come il diabete. Gli steroidi anabolizzanti nella donna provocano mascolinizzazione e alterazioni gravi del ciclo mestruale; nell'uomo sterilità e impotenza, danni al fegato e al sistema cardio-circolatorio; negli adolescenti portano all'arresto della crescita. c) Altra categoria di farmaci utilizzati sono i diuretici, impiegati da alcuni atleti per mantenere il peso corporeo al di sotto di una certa soglia, ma soprattutto per mascherare alle analisi dell'urina l'assunzione si sostanze dopanti. Fra essi annoveriamo la clorotiazide e l'acetazolamide. L'assunzione massiva di diuretici in soggetti normali provoca ipotensione grave, arresto cardiaco per le perdite di potassio, anemia emolitica, danni epatici e renali (a cui si sommano gli effetti degli altri dopanti di cui si desidera mascherare la presenza). d) L’emodoping, è l'assunzione di sostanze o l'adozione di pratiche che favoriscono l'incremento dei globuli rossi nel sangue. Fanno parte di queste sostanze l'Eritropoietina (EPO), e l'ormone somatotropo. l’EPO stimola la maturazione degli eritrociti nel midollo osseo. Se aumenta il numero di eritrociti circolanti aumenta anche la quantità di ossigeno che può essere trasportata da essi per unità di volume sanguigno. Ne consegue un miglioramento della produzione aerobica di energia e quindi della prestazione di resistenza. Queste sostanze però provocano un eccessivo aumento della viscosità del sangue, e quindi ipertensione arteriosa e di conseguenza gravi malattie cardiovascolari, quali l'infarto del miocardio, ictus ed embolie. L’utilizzo di eritropoietina avviene soprattutto in attività sportive di resistenza come il ciclismo e lo sci di fondo. Attualmente non si è in grado di definire in che misura la somministrazione illecita di EPO produce un effetto positivo su un atleta in funzione del suo stato di allenamento. Si presume che atleti di altissimo livello ne abbiano vantaggi minori rispetto ad atleti di livello di prestazione inferiore. Si ritiene che far uso di EPO sortisca 7 danneggiamenti, cariche di tanti contro pochi, treni speciali incendiati, e spesso, troppo spesso c’è scappato anche il morto. Paparelli, tifoso laziale ucciso da un bengala di segnalazione marina esploso dalla Sud nel derby capitoli del 28 ottobre 1979. Antonino Currò, ultrà messinese ucciso da una bomba carta lanciata dal settore occupato dai catanesi. I trentanove dell’ Heysel. Spagnolo, giovane tifoso genoano accoltellato da un milanista davanti al Ferraris di Genova e tanti altri uccisi perché tifavano una squadra. L’avvento della nuova normativa anti-violenza che prevede la reclusione fino a tre anni per chi compie atti di violenza in manifestazioni sportive in parte metterà fine a questa assurdità a questo fenomeno che non ha niente a che fare con la parola “mentalità”, e già “mentalità”. Solo se riusciremo a riproporre i veri valori del pensare “ultras” elencati all’inizio dell’articolo , solo in questo caso cari amici Ultras potremo ricominciare a parlare di mentalità. problema semplicemente etico, in quanto mina anche la salute degli atleti. Vi do il benvenuto in questa rubrica citando una frase di Filippo Tommaso Marinetti, che esprime al meglio lo spirito che ci contraddistingue…ALZATE LA TESTA!…RITTI SU LA CIMA DEL MONDO, NOI SCAGLIAMO, UNA VOLTA ANCORA, LA NOSTRA SFIDA ALLE STELLE! Mentalità “Ultras” : quante volte nella e dalla vostra curva avete sentito questa fantomatica parola. Quante volte l’avete letta sulle pagine dei giornali. Ebbene non tutti riescono a coglierne il significato, non tutti sanno cosa c’è dietro il termine mentalità. “Mentalità Ultras” vuol dire solidarietà anche verso i nemici più acerrimi, collaborazione nelle iniziative sociali contro la repressione pregiudiziale, collaborazione nel combattere il caro prezzi e le paytv, vuol dire rispetto per l’avversario, diritto allo sfottò anche volgare, ma nei limiti della correttezza, vuol dire combattere l’ipocrisia di farci belli in tv ed infami nelle strade, cantare fino alla fine anche se stai perdendo tre a zero e non sfilare in passerella sugli spalti altrimenti è meglio restare a casa in poltrona guardando la partita in tv. & Per dare un po di ‘street cred’ al vostro discorso provate ad includere le frasi seguenti nel vostro parlato: ‘Get Bossed up’: cosa dovete dire quando salite su a vestirvi nel modo splendido prima di uscire per ‘a big night out’ Totalmente applicabile a uno come Trinetta (non si adatta per chi porta le tute da ginnastica, scusa Cavaliere) ‘Let’s go bigg’it’: termine di incoraggiamento usato prima di entrare in discoteca Intende che ballerete in modo frenetico come un Altieri dopo aver bevuto una goccia di vino ‘Go for broke’: significa ‘tentare la fortuna’ e nel caso di un Gigino perderla istantaneamente dopo cinque minuti in casino’. ‘Blow your mind’: invito a pensare liberamente a un sentimento di esasperazione dopo essere stato in conversazione con la Serrao da un secondo Riflettendo bene quando di tutto ciò si è visto dalla nascita del mondo Ultras fino ad oggi? Veramente ben poco e la violenza ha preso ormai il sopravvento diventando un problema non facile da risolvere, un fenomeno che sin dagli anni ’70 , dalla nascita cioè nelle curve dei primi gruppi Ultras, delle Brigate, dei Commandos, è iniziato a espandersi a macchia d’olio. Le cronache domenicali della partite iniziarono a dover rapidamente cedere molte delle loro righe ed articoli non più al gol o al rigore contestato ma a ciò che accadeva sulle gradinate e nelle strade della città. I gruppi Ultras cominciarono a conoscersi, confrontarsi e scontrarsi fra di loro con una frequenza che pose il problema sotto i riflettori dei media e delle autorità. Da allora ad oggi niente è cambiato, anzi nuove forme di violenza hanno preso il sopravvento: atti di vandalismo all’autogrill, Per la pronuncia corretta di queste frasi rivolgetevi al nostro esperto di lingue, Pilolli __________________________________________ Redazione: Di Maira S. Montinari P. Pilolli A. Sorrentino G. 8 Sezione Viaggi e Sport Sezione Cultura Attualità Grafica ed impaginazione \Sezione Sport e Scienza