02/12/2011 9.00 Pagina 1 DICEMBRE 2011 Disegno realizzato da: Sabrina Cassan Periodico di informazione dell’A.S.S. N. 5 “Bassa Friulana” giornale base dic 28 11 2011_direttore.qxp La fine dell'anno porta con sé una novità importante: l'apertura del Centro di Salute Mentale (CSM) 24 ore a Latisana il 27 dicembre! Dal 1986 il servizio ha garantito l'accoglienza, dalle 8 alle 20 per 6 giorni alla settimana, delle persone che vivono l'esperienza del disturbo mentale. In passato l'accoglienza sulle 24 ore era stata sperimentata per circa un anno: tra il 1999 e il 2000, infatti, le ultime persone dimesse dal manicomio di Udine avevano usufruito anche di un'ospitalità notturna, grazie alla stretta collaborazione con il privato sociale, lo stesso con il quale tuttora il Dipartimento di Salute Mentale cogestisce i progetti riabilitativi personalizzati. Estendere l'apertura del CSM dalle 12 alle 24 ore significa ampliare significativamente le risposte ai bisogni delle persone. Essere presenti la notte e le domeniche costituisce per utenti e familiari un punto di riferimento fondamentale; poichè consente di accogliere le persone non solo nelle situazioni di crisi (ad esempio nel caso di un trattamento sanitario obbligatorio), ma anche in tutti quei momenti in cui trascorrere qualche giorno lontano da casa può contribuire ad allentare i periodi di tensione che possono caratterizzare i percorsi di vita delle persone e delle famiglie. Il CSM 24 ore non è un reparto ospedaliero, ma un luogo di ospitalità, uno spazio in cui le relazioni sono il primo fattore di cura ed è per questo che, come da normativa, non potranno essere accolte più di otto persone: siamo convinti che la presenza degli operatori e di tutti coloro che – familiari, amici, conoscenti - vorranno attraversare il Centro, siano l'elemento essenziale nella costruzione dei percorsi terapeutici e riabilitativi. Si tratta di un cambiamento importante per la nostra Azienda: una risorsa e una risposta per il territorio e per le comunità che lo abitano. Vogliamo pensare al 24 ore come a un luogo in cui un gruppo di persone, l'équipe, contribuisce alla ripresa dei percorsi di vita di altre persone e lo fa in sinergia con le altre realtà di questo territorio. Vorremmo che i cittadini lo percepissero come un luogo aperto, cui tutti possono accedere non solo per chiedere aiuto, ma anche per darne. Infine vogliamo ringraziare coloro che hanno contribuito alla realizzazione del Centro: la Direzione aziendale, gli uffici, i tecnici, i colleghi del CSM 24 ore di Palmanova per il supporto, ma soprattutto l'èquipe infermieristica e medica del CSM di Latisana, che in questi mesi, forte della lunga esperienza fin qui maturata, si è spesa attivamente in previsione di questo importante cambiamento. Paola Pressi – Centro di Salute Mentale di Latisana giornale base dic 28 11 2011_direttore.qxp 02/12/2011 9.00 Pagina 2 L’intervista a Renzo Tondo Presidente, siamo alla fine del terzo anno di mandato, si sente di fare un bilancio? Come immagina la sanità nel prossimo futuro? È chiaro che le risorse pubbliche non potranno aumentare, nella sanità come in qualsiasi altro campo. A fronte di questa realtà, i bisogni di salute – e i relativi costi - sono destinati a crescere. Basta un dato: già oggi il Friuli Venezia Giulia è una delle regioni più vecchie d’Italia: il 23,4% dei cittadini ha più di 65 anni, una quota che nel 2050 arriverà al 32,5%. Quindi tutti devono accettare la sfida del cambiamento. Occorre arrivare a una riorganizzazione della rete ospedaliera, concentrando le eccellenze in pochi poli di alta specializzazione, a una maggiore integrazione fra sanità e sociale, a un aumento dell’efficienza del sistema eliminando inutili sovrapposizioni e cercando invece di sviluppare il più possibile le sinergie. In una piccola regione come la nostra, che ha solo 1,2 milioni di abitanti, tutto ciò non solo è possibile: è indispensabile. Il principio che ha ispirato la nostra azione si può così sintetizzare: governare il cambiamento nella massima coesione sociale. In una situazione difficilissima, abbiamo raggiunto traguardi importanti, a partire dalla riduzione del debito pubblico regionale, che a fine 2011 si abbasserà a 1.050 milioni, con una riduzione di 600 milioni, il che significa 500 euro in meno per ciascun cittadino del Friuli Venezia Giulia. E poi la legge anticrisi, che ha permesso di immettere nel circuito dell'economia regionale 500 milioni nel momento più acuto della difficoltà per le imprese, gli ammortizzatori sociali in deroga, l'avvio di una stagione delle infrastrutture, la messa in sicurezza della Sanità con maggiori investimenti nel sociale e nei servizi per i cittadini. Tutto ciò è stato ottenuto in presenza di una diminuzione delle entrate nel bilancio senza precedenti. Ricordo infatti che, come Regione a Statuto Speciale, le nostre entrate derivano da una compartecipazione sui tributi riscossi sul territorio del Friuli Venezia Giulia, che sono calati a causa della crisi e del rallenta- Renzo Tondo mento dell’economia. A certificare la validità del percorso sin qui compiuto sono i giudizi dell'agenzia di rating Standard & Poor's e della Corte dei Conti, in particolare per quanto riguarda la diminuzione del debito regionale. Quale impatto per gli operatori e i cittadini della “Bassa Friulana”? Meno burocrazia e servizi migliori, per i cittadini. Credo che questa scommessa sia possibile. Devono prevalere due principi: centralità della persona ed etica del merito. Lo dico con chiarezza, a costo di sembrare un po’ brutale: se continueremo a difendere l’esistente, le posizioni consolidate e il campanile, allora non ce la faremo. Ci può spiegare le motivazioni che l’hanno portata a presentare la riforma istituzionale al Consiglio lo scorso settembre? La sanità è caratterizzata da un’occupazione prevalentemente al femminile, con la necessità di conciliare i tempi della famiglia e del lavoro, che cosa ci dice degli interventi realizzati in tema di famiglia, infanzia e lavoro? A rendere indispensabile una messa a punto del Programma, in coerenza con i processi di riforma avviati sin dal 2008, sono gli eventi drammatici che tutti conosciamo: le tempeste finanziarie che hanno preso di mira l’Italia, la situazione dei conti pubblici del Paese, le preoccupazioni per il rischio di un’interruzione del percorso di fuoriuscita dalla crisi del nostro sistema economico e delle nostre imprese. Qui si gioca anche la difesa della nostra specialità, che non va intesa come semplice arroccamento sull’esistente ma come capacità di garantire autonomamente e responsabilmente il rigore nei conti pubblici e di promuovere in modo dinamico il cambiamento su temi oggi cruciali, quali la riduzione dei costi della politica e lo snellimento della macchina burocratica. Incrementare l’occupazione femminile è una nostra priorità. Soprattutto in momenti come questi e nella prospettiva di una ripresa, non possiamo privarci della capacità di lavoro, dell’intelligenza e della creatività femminili. Come Regione abbiamo diversi programmi per promuovere l’imprenditorialità femminile, per la formazione e l’avviamento al lavoro delle donne, per combattere le discriminazioni di genere. Finanziamo i programmi delle imprese “family friendly”, che introducono cioè misure per conciliare i tempi di lavoro con quelli della famiglia. E a questo proposito diamo priorità al sostegno agli asili nido. Come Regione abbiamo anzi promosso direttamente la costituzione di asili nido aziendali per le nostre dipendenti, nelle sedi di Trieste e di Udine. Abbiamo approvato una legge specifica sulla famiglia, con 11 milioni di euro a disposizione. Dobbiamo continuare su questa strada. Parlando di sanità, il modello “Friuli” è ancora all’avanguardia? Risponde ai bisogni emergenti? La scelta dell’autonomia finanziaria che ha rappresentato un’opportunità negli anni ’90, a fronte del mutato contesto economico, è ancora sostenibile? Numerose indagini ci dicono che i nostri cittadini, pur segnalando alcuni aspetti critici, sono sostanzialmente soddisfatti del Servizio Sanitario Regionale. Credo che la scelta compiuta nel 1996, di uscire cioè dal Servizio Nazionale per gestire in proprio la sanità, sia stata una scelta giusta, che ha pagato. Tutti i confronti su scala nazionale ci indicano che quella del Friuli Venezia Giulia è una delle migliori Sanità in Italia e lo dimostra la capacità di attrarre pazienti da fuori: il saldo è di circa 20 milioni di euro all’anno. Se saremo capaci di essere ancora all’avanguardia e se la nostra sanità sarà ancora sostenibile, dipende solo da noi tutti, da chi ha responsabilità politiche, dagli operatori sanitari, dai cittadini. I bisogni e costi della sanità sono in continua evoluzione, non si può stare fermi un minuto. Giocare a dama, la aiuta ad elaborare nuove strategie? È difficile da dire. La dama è comunque un gioco apparentemente più semplice degli scacchi, ma in realtà non perdona gli errori, richiede una grandissima capacità di concentrazione e uno sforzo per arrivare a una essenzialità, potrei dire quasi a una purezza del pensiero. Forse l’essere un damista mi aiuta a cogliere il nocciolo dei problemi complessi, che mi trovo ogni giorno ad affrontare. Tiziana Bonardi, Elena Cussigh, Francesca De Luca, Paola Virgolin 2 Pagina 3 9.00 02/12/2011 giornale base dic 28 11 2011_direttore.qxp Corsi in programma gennaio, febbraio, marzo 2012 Per eventuali informazioni ci si può rivolgere al proprio referente di dipartimento o all’Area Formazione Aziendale (0432-921440 per i corsi interni, 0432-921496 per gli aspetti amministrativi dei corsi interni ed esterni; per le strutture afferenti a Palmanova dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 14.00, per le strutture afferenti a Latisana il martedì e il giovedì dalle ore 10.00 alle ore 14.00 al numero 0431-520354. e-mail: [email protected]). Possibili variazioni o integrazioni del programma verranno comunicate quanto prima. GLI ABSTRACT DI TUTTI I CORSI CHE L’AZIENDA PROPONE SONO DISPONBILI SUL SITO: http://ecm.sanita.fvg.it/ecm/OFRCatalogo.jsp. 3 giornale base dic 28 11 2011_direttore.qxp 02/12/2011 9.00 Pagina 4 Tempi di attesa Un’impegno per il servizio sanitario regionale delle prestazioni specialistiche ambulatoriali e di ricovero con le modalità previste dai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e nei tempi massimi previsti dal “Piano Nazionale di Governo delle liste di attesa per il triennio 2010-2012”; • migliorare l’appropriatezza delle richieste attraverso l’adozione di criteri per ordinare le visite e gli esami specialistici in base all’urgenza e alla priorità clinica, per separare l’attività rivolta alle prime visite da quella destinata ai controlli, per semplificare gli accessi sulla base della definizione di percorsi diagnostici e terapeutici, condivisi tra medici specialisti e medici di medicina generale, per eseguire revisioni periodiche delle prescrizioni di visite ed accertamenti specialistici da parte dei professionisti; • ottimizzare-razionalizzare l’utilizzo del patrimonio professionale e tecnologico per rendere l’organizzazione dell’offerta più efficiente anche attraverso la definizione di accordi con le Aziende Sanitarie della provincia di Udine e con le strutture sanitarie private accreditate; • raccordare in modo più efficace l’attività specialistica ambulatoriale con il sistema di prenotazione delle prestazioni attraverso il potenziamento e il progressivo adeguamento dei CUP e l’informatizzazione di tutte le agende di prenotazione; • potenziare l’architettura e le tecnologie del sistema informativo a supporto dell’accessibilità alle cure specialistiche per avvicinare i sistemi di prenotazione alle esigenze dei cittadini, agevolare il sistema di monitoraggio dei tempi di attesa e della distribuzione dei volumi di prestazioni nelle sedi di erogazione, predisporre tempestivamente le informazioni ai cittadini e agli altri portatori di interessi (i responsabili delle decisioni, gli amministratori locali, i professionisti…); • consolidare e rendere maggiormente tempestivo il sistema di monitoraggio come strumento determinante per valutare l’articolazione dell’organizzazione dell’offerta, l’andamento della richiesta di prestazioni, per individuare i settori in difficoltà e l’efficacia degli interventi correttivi, per rendere ai cittadini tutte le informazioni che permettano loro di conoscere il sistema dell’offerta sanitaria, di apprezzarne le potenzialità e i punti di forza, di prendere decisioni più consapevoli; • sviluppare programmi di informazione ai cittadini riguardo le cure e i servizi erogati, le modalità di accesso ai servizi ed avviare progetti per diffondere l’idea di un utilizzo responsabile dei servizi sanitari. Il “tempo di attesa” è il tempo che intercorre tra il momento della prenotazione di una prestazione specialistica in regime ambulatoriale e di ricovero e quello in cui la prestazione viene erogata. E’ un indicatore utilizzato per esprimere il rapporto tra la richiesta di prestazioni sanitarie da parte dei cittadini e la potenzialità dell’offerta dei servizi delle Aziende Sanitarie. Fornisce, infatti, la misura dell’accessibilità del cittadino alle prestazioni in un determinato ambito territoriale e in un momento temporale definito. Il “tempo di attesa” rappresenta una dimensione comune a tutti i servizi sanitari avanzati come il nostro e l’esperienza registrata negli anni, sia in Italia che negli altri Paesi occidentali, ha dimostrato che il semplice aumento dell’offerta di prestazioni e servizi non costituisce una soluzione definitiva del problema. Per questi motivi negli ultimi quindici anni si sono sviluppate a livello internazionale strategie che prevedono una molteplicità di ambiti di intervento. Questo approccio è stato mutuato sia a livello nazionale, con gli accordi Stato Regioni, che a livello regionale con una serie di normative che prevedono di affrontare l’argomento attraverso diverse direttrici: • stabilire tempi massimi di attesa; • offrire prestazioni adeguate alle condizioni cliniche del paziente; •utilizzare in modo ottimale il patrimonio professionale e tecnologico esistente; • raccordare l’attività specialistica ambulatoriale con il sistema delle prenotazioni; • potenziare i sistemi operativi di prenotazione e di informa zione; • informare e responsabilizzare i cittadini e le associazioni. Queste linee, nella nostra regione, costituiscono dei programmi di intervento che fanno parte di un’unica strategia da perseguire nel suo insieme e che trova i suoi riferimenti, dal punto di vista normativo, nelle Deliberazioni della Giunta Regionale n. 288 del 16.02.2007 e n. 1439 del 28.7.2011 oltre ai documenti che la Regione ogni anno emana quale atto di indirizzo per la predisposizione della programmazione annuale da parte delle Aziende Sanitarie. L’ASS 5 “Bassa Friulana” in stretta sinergia con le altre aziende dell’Area Vasta udinese ha la responsabilità di attuare, sul piano organizzativo e operativo, quanto è previsto a livello istituzionale: • organizzare i servizi in modo da assicurare l’erogazione Cristina Barazzutti - Programmazione Comunicazione Controllo Qualità IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT Un saluto di benvenuto a: Un arrivederci e grazie a: • Silvia Andreassi (SOC Anestesia) • Loredana Burba (SOC Medicina Palmanova) • Matteo Bergamo (SOC Medicina Latisana) • Raffaella Burri (SOC Medicina Latisana) • Sergio Bernardi (SOC Chirurgia Latisana) • Gabriella Fedele (Dipartimento di Prevenzione Palmanova) • Federica Bigotto (SOC Anestesia) • Francesca Garofalo (Servizio Farmaceutico Latisana) • Maria Destro (in via di definizione) • Elisa Giacomini (Servizio Farmaceutico Latisana) • Antonio Di Crosta (in via di definizione) • Francesco Milazzo (SOC Otorinolaringoiatria) • Serena Fabbro (in via di definizione) • Gloria Pellegrin (Dipartimento Chirurgico Latisana) • Claudio Faiella (SOA Distretto Ovest) • Vincenzo Rosano (SOC Chirurgia Latisana) • Marco Linda (in via di definizione) • Serafina Simonato (RSA Hospice Latisana) • Orlando Margarit (SOC Anestesia) • Emy Simsig (Dipartimento medico Palmanova) • Carmela Mazzilli Maria (Dipartimento Medico Latisana) • Danila Zorzutti (SOC Chirurgia/Ortopedia Palmanova) • Elena Poiani (in via di definizione) • Soardo Lidia (SOC Medicina Palmanova) • Barbara Solazzo (Servizio Farmaceutico Palmanova) 4 giornale base dic 28 11 2011_direttore.qxp 02/12/2011 9.01 Pagina 5 Accreditamento di Eccellenza Il ciclo di accreditamento è strutturato in diverse fasi: L’accreditamento di eccellenza è un percorso che le Organizzazioni sanitarie intraprendono al fine di valutare e migliorare i servizi socio-sanitari offerti alla popolazione e che conferisce all’organizzazione il riconoscimento che i propri servizi rispettano gli standard di eccellenza approvati a livello internazionale. 3ª 2ª 1ª Accreditation Canada (AC) è un Ente indipendente e senza fini di lucro, attivo dal 1958. È uno dei principali enti di accreditamento internazionali, definisce gli standard ed i programmi di accreditamento in ambito sanitario e sociosanitario per analizzare e migliorare la qualità dell’assistenza e dei servizi. 4ª 6ª I principi fondamentali Il programma di accreditamento si basa su alcuni principi fondamentali: 5ª Dopo aver condiviso con i responsabili delle diverse aree l’opportunità di iniziare il percorso di accreditamento, dal 16 al 20 maggio 2011 si è svolto il corso di formazione dedicato, guidato dall’esperta canadese in materia dott.ssa Magdalena Turlejski. E’ stato stabilito che gli obiettivi generali aziendali per questo progetto consistono in: l’autovalutazione che si attua mediante l’attività di team multidisciplinari e multi professionali con il coinvolgimento anche di rappresentanti della comunità di riferimento, dei pazienti/utenti, dei clienti esterni, dei fornitori di servizi e in genere dei cosiddetti “portatori di interesse”; 1. superare l'autoreferenzialità dell'organizzazione e valutare le strutture territoriali dell'ASS 5 rispetto a standard internazionali; la revisione tra pari, che viene effettuata mediante visite da parte di professionisti sanitari di AC con specifica esperienza e sottoposti a un rigoroso processo di selezione; 2. attivare iniziative di miglioramento dell'organizzazione e dei servizi offerti agli utenti sulla base delle criticità emerse dall'autovalutazione, in particolare nell'ambito della sicurezza; la partecipazione dell’intera organizzazione al processo di accreditamento. 3. promuovere il confronto e migliorare la comunicazione tra i professionisti interni ed esterni, incrementare il coinvolgimento dei cittadini e delle associazioni nell'organizzazione dei servizi per meglio rispondere ai bisogni della comunità. Sono stati costituiti e formati 14 gruppi di lavoro (con rispettivi team leader) che si stanno confrontando con altrettante aree tematiche procedendo all’autovalutazione delle strutture coinvolte nell'accreditamento, individuando punti di forza, aree di miglioramento e obiettivi da raggiungere. Ogni team è una rappresentazione effettiva delle diverse persone che forniscono e ricevono servizi e che sono coinvolte nel processo di autovalutazione; la complessa fase di autovalutazione durerà all’incirca fino a maggio 2012; seguirà quindi una valutazione complessiva del lavoro e nel novembre 2012 i valutatori inviati da AC, analizzeranno di persona tutto il lavoro svolto dall'Azienda. Questo progetto è da considerarsi una grande sfida, ma anche una grande opportunità; c’è la possibilità di migliorare ulteriormente la qualità dell’organizzazione, i processi di formazione, il livello della collaborazione interna ed esterna all'Azienda, la sua credibilità. Le fasi del progetto Si tratta di un processo continuo di apprendimento che si rinnova ogni tre anni rispetto agli standard di eccellenza definiti da AC. Le fasi specifiche del progetto sono le seguenti: - costituzione dei Team e formazione: team multiprofessionali, formazione specifica sulla metodologia, partecipazione dei clienti interni ed esterni, nomina dei team leader all’interno di ciascun gruppo; - autovalutazione: esame e valutazione della propria organizzazione rispetto agli standard evidenziando punti di forza e aree di miglioramento; - condivisione: i Team, in occasione dell’incontro con la Direzione aziendale, condividono le priorità di intervento finalizzate al miglioramento dei servizi forniti; - azioni di miglioramento: le azioni di miglioramento prioritarie, recepite dalla Direzione aziendale e inserite nei documenti programmatori, diventano i progetti da sviluppare; - visita: i valutatori di AC misurano il lavoro svolto al fine di prendere una decisione in merito alla possibilità di ottenere l’Accreditamento. Al termine della visita i valutatori redigono un report con osservazioni e raccomandazioni per il futuro. Enrica Tuniz L’accreditamento in ASS 5 A maggio 2011 è stato avviato il progetto di accreditamento di eccellenza delle strutture territoriali, Distretti Est e Ovest, Dipartimento di Prevenzione e Dipartimento di Salute Mentale, secondo gli standard di Accreditation Canada, con l’obiettivo di strutturare, organizzare, valutare e migliorare la qualità dell’assistenza e del servizio offerto ai nostri assistiti. STACCA E APPENDI IL POSTER DELLA PAGINA SUCCESSIVA 5 giornale base dic 28 11 2011_direttore.qxp 02/12/2011 9.01 Pagina 6 6 giornale base dic 28 11 2011_direttore.qxp 02/12/2011 9.01 Pagina 7 7 giornale base dic 28 11 2011_direttore.qxp 02/12/2011 9.02 Pagina 8 Il Bilancio Sociale sua azione. C'è un filo conduttore che attraversa il primo Bilancio Sociale dell'ASS 5, un pensiero che porta a valorizzare le esperienze fatte, le eccellenze raggiunte e ad orientare le sfide future: tale pensiero si fonda sul riconoscimento del valore della persona, della realtà in cui vive e della necessità di favorirne le condizioni di salute, a casa come in ospedale. Per questi motivi, ricorrono alcuni termini che rappresentano gli elementi di orientamento dell’attività dell'ASS 5: la centralità dei cittadini, l'organizzazione dei servizi e delle prestazioni basate sui bisogni, i raccordi interni ed esterni, la valorizzazione del capitale umano, la ricerca, l'innovazione e lo sviluppo di nuove forme di rapporto con la realtà locale. Alla logica di rendiconto del bilancio tradizionale, in cui a cambiare sono soltanti i numeri, il Bilancio Sociale rappresenta un’opportunità per rendersi conto della coerenza e del positivo raccordo fra i bisogni di salute, aspettative e orientamenti espressi dalla realtà locale e gli obiettivi e le priorità messe in atto dall’Azienda nel proprio agire quotidiano. La realizzazione del Bilancio Sociale 2009-2010 è l’esito di un processo con il quale l’Azienda ha inteso rendere conto delle scelte, dei risultati e dell’impiego di risorse in modo da consentire ai diversi interlocutori pubblici e privati di conoscere e formulare un proprio giudizio su come sono stati interpretati e realizzati la mission e il mandato istituzionale. Questo Bilancio esprime, pertanto, il senso dell’azione aziendale descrivendo processi decisionali, obiettivi perseguiti, azioni intraprese, risorse impiegate, percorsi operativi e risultati conseguiti. Ha, quindi, per oggetto le diverse tipologie di interventi posti in essere dalle diverse strutture aziendali nell’ambito delle proprie competenze, la realizzazione di piani, programmi, progetti e prestazioni. E’ stato redatto in collaborazione con il sistema di programmazione e controllo e con il sistema informativo contabile e si articola per aree di attività. Il Bilancio Sociale rende conto non solo di ciò che è stato direttamente attuato dall’Azienda, ma anche dell’attività di soggetti pubblici e privati che concorrono alla realizzazione degli obiettivi aziendali. Nel contempo è rivolto a tutti quei soggetti pubblici e privati che direttamente o indirettamente sono interlocutori dell’Azienda o che sono comunque interessati alla Luciana Scagnetto - Area Coordinamento Socio Sanitario Accreditamento Istituzionale L’Accreditamento Istituzionale è stato avviato nella nostra Regione partendo da alcune branche specialistiche per poi estendersi, in modo graduale, agli altri settori di attività. Nel 2011 è stata approvata la DGR n. 1436/2011 che individua i requisiti del programma di accreditamento istituzionale per le strutture di degenza e ambulatoriali e definisce la procedura per le sole strutture private. Il 23 e il 24 novembre sono stati effettuati i sopralluoghi per la vigilanza biennale sul mantenimento della conformità ai requisiti di autorizzazione ed accreditamento istituzionale rispettivamente della struttura di Nefrologia e Dialisi, per le sedi di Latisana e Palmanova e degli ambulatori di Medicina dello Sport del Distretto Ovest, nelle sedi di Latisana e di S. Giorgio di Nogaro. Per entrambe le strutture sono stati confermati l’autorizzazione e l’accreditamento a pieno titolo. Il team di visita regionale, composto da 3 valutatori appartenenti al Servizio Sanitario Regionale, ha verificato la conformità di circa 200 requisiti di autorizzazione e 140 di accreditamento per le attività di Nefrologia e dialisi e di 70 requisiti di autorizzazione e 90 di accreditamento per le attività di Medicina dello sport. Questo buon risultato è frutto del lavoro di squadra svolto grazie all’impegno degli operatori della Nefrologia e Dialisi, del Distretto Ovest nonché al supporto e alla collaborazione forniti dalle altre strutture aziendali. Tutte le Aziende per i servizi sanitari sono, per quest’anno, impegnate nell’autovalutazione sulla proposta dei requisiti per strutture di residenzialità extraospedaliera (RSA e Hospice) e sui nuovi requisiti di Medicina trasfusionale e PMA (Procreazione Medicalizzata Assisitita). Nel corso del 2012 sarà richiesto alle strutture sanitarie pubbliche di procedere nel programma di autovalutazione sui percorsi del paziente con grave cerebrolesione acquisita e sul percorso nascita. Il team di accreditamento della Medicina dello Sport Il team di accreditamento della Nefrologia e Dialisi Paola Menazzi - Referente Aziendale Accreditamento 8 giornale base dic 28 11 2011_direttore.qxp 02/12/2011 9.02 Pagina 9 I marcatori biochimici di neoplasia Questa classificazione può essere utilizzata per migliorare l'appropriatezza dell'uso dei marcatori nella pratica clinica. In sintesi, possiamo dire che il marcatore ideale dovrebbe avere le seguenti caratteristiche: - produzione esclusiva e precoce nella cellula tumorale - concentrazione ematica correlata allo stadio di malattia (utilità prognostica) - variazioni di concentrazione correlate all'efficacia della terapia e all'andamento della malattia (libertà da malattia, malattia residua, recidiva, metastatizzazione). Nessuno dei marcatori finora identificati riassume queste caratteristiche; l'ipotesi della produzione esclusiva di antigeni tumore-associati non si è confermata, in quanto le differenze tra tessuto normale e neoplastico sono solo di ordine quantitativo. In quali circostanze si deve richiedere il dosaggio dei marcatori? I marcatori biochimici di neoplasia, chiamati anche marker tumorali sono molecole che possono segnalare la presenza, l'estensione o lo sviluppo di una neoplasia. Possono essere classificati secondo diversi criteri: A) Specificità tissutale - comprende marcatori con elevata specificità di organo (ad es. il PSA nei tumori prostatici); marcatori di un dato tipo cellulare, non necessariamente appartenenti all'organo dove quel tipo cellulare è più rappresentato (ad es. NSE nelle neoplasie a piccole cellule del polmone o del melanoma); marcatori espressi prevalentemente da neoplasie di un certo tipo istologico (ad es. SCC, CEA, CA 19.9...). B) Ambito di applicazione - rilevante per l'informazione clinica, comprende: 1. Marcatori di rischio: sono i fattori genetici e ambientali. I primi hanno elevato valore predittivo, ma il rischio di sviluppare una neoplasia può essere desunto dalla genealogia; inoltre la loro ricerca pone problemi organizzativi ed etici. I secondi, utili per le neoplasie non legate a trasmissione ereditaria, necessitano di ulteriori conferme prima di poterli utilizzare estesamente. 2. Marcatori di presenza e/o estensione: comprendono quasi tutti i marker tumorali classici, i quali risultano "quantitativamente", ma non "qualitativamente" tumore specifici, in quanto prodotti e/o rilasciati anche dai tessuti normali o nella malattia benigna. Essendo correlati alla quantità di tessuto tumorale presente, sono utili nella malattia avanzata, ma non nella malattia iniziale. 3. Marcatori di meccanismo: comprendono proteine circolanti codificate da oncogeni e geni oncosoppressori, molecole associate alla neoangiogenesi, proteasi e loro inibitori. Potrebbero essere utili come fattori predittivi o per il monitoraggio di terapie mirate a bersagli biologici. 4. Marcatori di esito prognostici, predittivi, di risposta al trattamento: - Marcatori prognostici: associati all'andamento della malattia, in assenza di/o indipendentemente dal trattamento; favorevoli quando riducono il rischio di ricaduta a prescindere dalla terapia. - Marcatori predittivi: associati alla probabilità di risposta ad un trattamento specifico. Risultano predittivi per tipologie omogenee di trattamento, ad es. la concentrazione di recettori ormonali nel carcinoma mammario è predittiva per un eventuale trattamento ormonale, ma non dà indicazioni predittive per la chemioterapia (scarsa informazione prognostica). - Marcatori di risposta al trattamento: al momento la valutazione per stabilire l'efficacia o meno della terapia si basa su criteri oggettivi basati sulla variazione dimensionale della neoplasia. Tali criteri però sono tardivi e non possono essere applicati nel caso di lesioni non misurabili. Screening: efficacia dei marcatori scarsa o nulla, in quanto al momento non esistono metodi in grado di identificare una neoplasia precocemente, con sintomatologia assente e massa tumorale così piccola e localizzata da consentire un'elevata probabilità di sopravvivenza a lungo termine. Diagnosi: efficacia dei marcatori elevata per la stadiazione della neoplasia e per la valutazione biologica di estensione. Prognosi: efficacia dei marcatori elevata,i marcatori danno indicazioni diverse e indipendenti dall'interessamento linfonodale, dalla massa tumorale e da altri parametri clinici. Molto importanti per stabilire il valore basale prima di un trattamento, utile non solo perchè di ausilio diagnostico e prognostico, ma perchè questo dato consente la successiva valutazione dell'andamento durante o alla fine della terapia. Monitoraggio della terapia: efficacia dei marcatori elevata, conoscendo il tempo di dimezzamento del marcatore e della sua cinetica. E' fondamentale scegliere i tempi del prelievo affinchè questi non siano troppo precoci o tardivi e possano rispecchiare il reale andamento clinico. Follow-up: efficacia dei marcatori elevata. Possono rilevare la comparsa di recidiva più precocemente rispetto alla sintomatologia clinica, così come eventuali metastasi. Bibliografia essenziale M. Panteghini (a cura di). Interpretazione degli esami di laboratorio, 2010, Ed. Piccin M. Gion, C. Trevisiol, S. Pregno, A.S.C. Fabricio (a cura di). Guida all'uso clinico dei biomarcatori in oncologia, 2010, Ed Biomedia C) Classificazione secondo l'utilità clinica - si basa sulla differenziazione tra efficacia e utilità definita nei diversi ambiti di applicazione clinica secondo i criteri EBM; un marcatore è efficace quando è associato a un certo processo biologico e correlato con un certo comportamento, è utile quando ha un impatto favorevole su un end point clinico (mortalità, qualità della vita...). A. Burlina. Guida di laboratorio per il medico pratico, 1997, C.G. Ed. Medico Scientifiche Francesca Sirianni - Laboratorio Analisi 9 giornale base dic 28 11 2011_direttore.qxp 02/12/2011 9.02 Pagina 10 Progetto SAME Un ponte tra la Bassa Friulana e la Tanzania adozione a distanza oltre 150 di questi studenti, privi di sostentamento famigliare perchè orfani o indigenti. Nel dicembre 2009 l’ASS 5 “Bassa Friulana” ha aderito, in qualità di partner, al Progetto di Cooperazione Internazionale in Tanzania “Solidarietà Amore Medicina Educazione - SAME”, promosso dalla Parrocchia di Latisana. Lo sviluppo del progetto si avvale da tempo del contributo professionale di molti operatori della nostra Azienda, che é impegnata a fornire strumenti biomedicali, diventati obsoleti per la nostra realtà, ma ancora efficienti e utili per l’attività sanitaria di base, con l’aiuto di medici ed infermieri del luogo. Va rilevato che l'adesione di un partner qualificato come l'ASS 5 ha permesso che il progetto fosse inserito fra i Progetti di cooperazione allo sviluppo e partenariato internazionale che la Regione FVG sostiene attraverso la LR n. 19/2000. Il progetto è nato diversi anni fa grazie alla collaborazione tra la comunità latisanese e la Congregazione Religiosa Holy Spirit Fathers che opera in Tanzania nella Regione Kilimangiaro: ricca di grandi parchi naturali e di coste ancora selvagge sull'oceano indiano. La popolazione, prevalentemente giovane e in continua crescita, è divisa tra le comunità cristiane, cattoliche e protestanti, comunità islamiche ed una sempre Il cantiere dell’Ospedale in costruzione presente componente animista, costituita principalmente dall'etnia Masai, di cui una parte vive ai limiti della civiltà moderna praticando il nomadismo e l'allevamento di bestiame in grandi aree geografiche poco toccate dai mezzi di comunicazione e stili di vita moderni. Gli obiettivi principali della Congregazione sono l'educazione, l'assistenza sanitaria e lo sviluppo economico, puntando sull'autonomia produttiva della popolazione locale: sono queste le strategie che possono evitare migrazioni e favorire invece lo sviluppo nel loro territorio, pesantemente sfruttato dalle compagnie economiche internazionali. I problemi sanitari africani sono enormi ed estremamente diversi da quelli dei paesi occidentali: non esiste alcuna rete per l'emergenza e le persone giungono nelle strutture sanitarie con mezzi propri; non esiste una sanità gratuita tranne le forme di volontariato, tutti i farmaci sono a pagamento e spesso inaccessibili a buona parte della popolazione. La mortalità neonatale e infantile è molto elevata, l'aspettativa di vita intorno a 40 anni. Le malattie infettive rappresentano le patologie più importanti, come la malaria e le infezioni da HIV. Numerosi sono gli orfani di genitori morti entrambi in giovane età. In questo contesto geografico, umano e sociale si è inserito il nostro intervento con una serie di attività a supporto delle strutture sanitarie presenti. Ci preme sottolineare che per tutti noi si è trattato di un'importante esperienza umana, oltre che professionale, che ha profondamente modificato il nostro approccio culturale ai problemi del mondo in via di sviluppo. A fronte di tali considerazioni è nato il progetto SAME, il cui programma d'azione è riassumibile in: 1) ISTRUZIONE; 2) SANITA`, con lo sviluppo di una rete di strutture sanitarie; 3)AGRICOLTURA, per la promozione dell’autonomia alimentare delle comunità; 4) per preparare i giovani ad affrontare il mercato del lavoro in maniera qualificata vengono promosse attività presso varie sedi operative che ospitano college, asili, scuole primarie, secondarie e superiori sia maschili che femminili, scuole professionali e un orfanotrofio, per un totale di oltre 2000 ragazzi assistiti. La lingua ufficiale delle scuole è l’inglese, mentre il swahili è insegnato come seconda lingua. Il livello di insegnamento é elevato e gli istituti sono stati giudicati dal Presidente della Tanzania, che li ha visitati, tra i migliori della nazione: i ragazzi devono dimostrare un assiduo impegno e rendimento scolastico per mantenere il diritto allo studio, nessuno è mantenuto per puro assistenzialismo e vengono accettati anche studenti di altre confessioni religiose, operando in tal modo per una reale integrazione fra le diverse comunità. La comunità friulana mantiene con Tania Prataviera in compagnia di un ragazzo del luogo ...il progetto è aperto al sostegno di quanti intendano collaborare. (Per ulteriori informazioni contattare gli autori) Mario Gavardi, Tania Prataviera, Anna Deli 10 giornale base dic 28 11 2011_direttore.qxp 02/12/2011 9.02 Pagina 11 I Club degli Alcolisti in Trattamento da trent’anni una risorsa per il territorio In questa sede vengono trattati temi quali: il funzionamento del Club, la cultura del bere, la salute, la famiglia, la spiritualità antropologica, la rete territoriale. Nella Bassa Friulana dal 1992 vengono realizzati 5 cicli di 8 incontri ciascuno ogni anno. Per le famiglie, che da tempo frequentano il Club, sono previsti una volta all’anno aggiornamenti su temi specifici (SAT di II Modulo), mentre per l’informazione e la sensibilizzazione della popolazione vengono utilizzate, con il coinvolgimento degli Enti locali e delle Associazioni territoriali, le SAT di III Modulo. I Club degli Alcolisti in Trattamento (CAT) sono stati ideati dal prof. Vladimir Hudolin, medico psichiatra di Zagabria. I programmi alcologici nella nostra Regione sono stati avviati nel 1979 a Trieste e nella Bassa Friulana nel 1980, con l’apertura del primo Club a Palmanova. Da allora i programmi si sono estesi in modo capillare su tutto il nostro territorio, tanto che attualmente c’è almeno un Club per ogni Comune. Il CAT fa parte della comunità territoriale ed è un punto importante nella rete di appoggio per la protezione e la promozione della salute con particolare riferimento ai problemi alcol-correlati del singolo, della sua famiglia e della comunità. Oltre alle attività specifiche Il Club si basa sull’Approccio La celebrazione del trentennale dell’ACAT spesso il Club si apre alla popoEcologico Sociale, ossia i problemi alcol-correlati sono visti come lazione e fa un’importante opera di sensibilizzazione e prevencomportamenti e stili di vita causati dalle relazioni e dalla interazione. Il Club é composto da tante famiglie che nel vivere quotizione dei sistemi ecologici nella comunità e nella famiglia, collediano mantengono relazioni personali con amici, colleghi di lavogati ai vari fattori esterni ed interni. Tutto il sistema nel quale la ro, vicini di casa... Crea cioè una rete fatta di parole, di emoziopersona è inserita deve, quindi, entrare in un processo di cambiani, strette di mano, sorrisi ed è questo il primo modo che ha il mento. Nel Club le famiglie con l’interazione e la condivisione, Club di farsi conoscere. Il Club trasmette un modo di vivere fuori iniziano un percorso di crescita. In ogni Club è presente un servidai circuiti dell’alcol e diventa proposta di strade possibili. La tore-insegnante, formato ed aggiornato sulle tematiche alcol-corvisione che il Club ha dell’uomo è una visione ottimistica, crede relate, che riveste il ruolo di “facilitatore” dei processi di cambianelle potenzialità, nelle parti sane di ciascuna persona e cerca di mento. creare le condizioni favorevoli per farle emergere. La stessa visione viene indirizzata alla comunità: se solo apriamo i nostri occhi, la nostra mente e sopratutto il cuore, scopriamo le grandi risorse e le energie positive che possiamo esprimere. La maggior parte delle famiglie arriva ai Club inviata dai servizi pubblici, altre direttamente dalla comunità. Le nuove famiglie che entrano nel Club frequentano la Scuola Alcologica Territoriale (SAT) di I Modulo frutto della collaborazione con servizio pubblico. Per informazioni: servizio di alcologia tel 0432.921937-76 I presidenti Acat Bassa Friulana No sta a fâ il gnogno Un libretto a fumetti contro gli incidenti domestici indirizzato ai bimbi, ma anche ai più grandi, con protagonisti i Gnognosaurs. «No stâ a fâ il gnogno», questo il titolo, tramite i fumetti invita tutti a fare attenzione in casa, un luogo che sembra il più sicuro, ma dove si hanno, purtroppo, vittime in numero tre volte superiore a quello degli incidenti sul lavoro. Prodotto su iniziativa dell’Azienda, l'idea e i contenuti tecnici sono a cura di Silla Stel con la collaborazione di Antonella Arena, mentre Graziana Ciani ha ideato la filastrocca che mette in rima i pericoli verso i quali fare attenzione che costituisce il filo conduttore della pubblicazione. Disegni di Andrea Venier, testi Elisabetta Pittana e Andrea Venier, grafica Alex Olivetto (Bonus Media), revisione grafia friulana di Christian Romanini. Materiale prodotto a cura della Promozione della Salute del Dipartimento di Prevenzione dell’ASS 5 con il sostegno della legge n. 482/1999. Un librut a fumuts cuintri dai incidents domestics indreçât ai fruts, ma ancje a i plui grancj, cun protagoniscj i Gnognosaurs. «No stâ a fâ il gnogno», chest il titul, midiant dai fumuts al invide ducj a fâ atenzion in cjase, un lûc che al samee il plui sigûr, ma li che si an trê voltis tant vitimis rispiet ai muarts tes disgraziis che a sucedin sul puest di vore. Produsût su iniziative de Aziende, la idee e il contignût tecnic a son par cure di Silla Stel cu la colaborazion di Antonella Arena, mintri che Graziana Ciani e à metût in rime une naine li che si contin i pericui che si à di stâ atents e che al è il fîl condutôr de publicazion. Dissens di Dree Venier, tescj Elisabetta Pittana e Dree Venier, grafiche Alex Olivetto (Bonus Media), revision de grafie furlane di Christian Romanini. Materiâl realizât par cure de Promozion de Salût de ASS 5 Bassa furlane di Palme cu la poie de leç 482/1999. 11 Silla Stel - Dipartimento di Prevenzione giornale base dic 28 11 2011_direttore.qxp 02/12/2011 9.02 Pagina 12 Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve di Jonasson Jonas Una vita incredibile, passata in tutti i continenti, conoscendo personalmente Mao, Stalin, Truman, Roosevelt, De Gaulle, Churchill... anche in qualità di esperto di bombe atomiche! (brandelli di storia mondiale sparsi qui e là...). Incredibilmente surreale. Un vecchietto, Allan Karlsson, scappa dalla casa di riposo pochi istanti prima dei festeggiamenti per il suo centesimo (!!) compleanno. Casualmente ruba una valigia zeppa di soldi e inizia un’avventura con improbabili compagni di viaggio (compare anche un elefante...) ognuno dei quali con una sua storia, ma con una redenzione successiva. Accusati di omicidio (un personaggio muore schiacciato dal posteriore dell’elefante!), alla fine vengono giudicati innocenti solo per pura fortuna. Ma vi è un libro nel libro che racconta la vita di Allan prima della casa di riposo. Una sorta di Forrest Gump, spontaneamente naif, anche se non proprio ingenuo, e con una fortuna sfacciata in molte occasioni, dove sembra dover soccombere fino all’ultimo, ma dove con un guizzo finale se la cava sempre. E non manca il lieto fine… Divertente, senza grosse pretese, è un libro che si legge tutto d’un fiato, adatto per le feste. Aldo Iop Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Invito alla Conferenza dei Servizi Serenit à, Felici tà e Sa ognuno lute di Voi e dei Vost sono i doni che ri cari p auspico ossa tro l’albero Un Ser v n a r a e sotto t a l iz eno Nat ale ed u io. n Gran de 2012 ! Il 16 dicembre alle ore 15 presso il Salone d’Onore del Municipio di Palmanova si terrà la Conferenza dei Servizi dell’ASS 5 “Bassa Friulana”. E’ il momento pubblico di incontro tra l’azienda ed i fruitori dei servizi ed è aperto alle associazioni di volontariato, ai soggetti interlocutori dell'azienda, a tutti i dipendenti e a tutti i cittadini. E’ un momento importante di partecipazione e confronto, un’occasione per verificare l’andamento dei servizi sanitari e le prospettive di sviluppo. Paolo B ordon Spostamento sede Ser.T. di Latisana. Dal 16 novembre 2011 il Ser.T. di Latisana è stato trasferito: non si trova più accanto all'ingresso del CSM, ma accanto all'ingresso del vecchio ospedale. La redazione augura a tutti un buon Natale ed un sereno 2012!! Redazione Redazione Redazione Redazione Redazione Redazione Redazione A.S.S.ieme per 5 minuti Periodico dell’Azienda per i Servizi Sanitari n. 5 ”Bassa Friulana” Anno VI - Numero 28 Dicembre 2011 Reg. presso il Trib. di Udine n. 29/06 del 28.06.2006 Direttore responsabile Flavio D’Agostini Stampa Tipografia OGV - Palmanova Tel 0432 928392 http://www.tipogv.it Redazione Contatti Tel. 0432 921444 Fax. 0432 921500 Tiziana Bonardi Clara Burato Elena Cussigh Francesca De Luca Melania Fichera Antonietta Guerra Antonella Laurenti Marco Luigiano Rosella Malaroda Francesca Sirianni Daniele Trentin Enrica Tuniz Paola Virgolin Greta Zavattin E-mail [email protected] Posta interna: Redazione giornale c/o Ufficio Relazioni con il Pubblico Impaginazione e Grafica Marco Luigiano Melania Fichera Loghi Denis Battaglia Questo giornale é stampato su carta riciclata 12 A questo numero hanno collaborato Cristina Barazzutti Sabrina Cassan Anna Deli Mario Gavardi Aldo Iop Paola Menazzi Tania Prataviera I presidenti dell’ACAT Luciana Scagnetto Silla Stel