Fra strategia e identità
Programma di ricerca
e formazione Cisl 2015-2016
Introduzione di Annamaria Furlan
EDIZIONILAVORO
Sommario
© copyright 2015
Edizioni Lavoro Roma
via Salaria, 89
composizione e copertina: Typeface, Cerveteri (Roma)
finito di stampare nell’aprile 2015
dalla tipolitografia Empograph
Villa Adriana (Roma)
Introduzione
Per un sapere autonomo, diffuso, pragmatico
di Annamaria Furlan
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Ricerca e formazione: tra strategia e identità
di Giuseppe Gallo
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Per una Cisl giovane: un anno a San Domenico
di Aldo Carera
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Coinvolgimento e impegno dell’organizzazione
Camposcuola
Militanza, responsabilità e partecipazione:
la Cisl nei luoghi di lavoro e nei territori
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Percorsi di accesso al ruolo e di sviluppo del ruolo
Corso nuovi dirigenti 2015-2016
Corso giovani Cisl
Seminari di cultura e storiografia sindacale
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Sviluppo e specializzazione delle competenze
Teoria e tecniche di negoziazione partecipativa
Gestione finanziaria
Contrattualisti territoriali esperti nuovo welfare
La formazione di base per i delegati Rsu e Rsa
Costruire la rete Cisl per una progettazione europea
efficace
L’azione sindacale a livello europeo e globale
Radici, attualità e prospettive
Salute e sicurezza del lavoro e ambiente
Cisl e nuove strategie di comunicazione
Le politiche a sostegno delle famiglie: la contrattazione
sociale e l’azione sindacale della Cisl
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Master di diritto del lavoro
Il rapporto di lavoro e la sua regolazione
Analisi economico-finanziaria di impresa, gestione
delle crisi e ristrutturazioni aziendali per contrattualisti
dei settori privati
Gestione organizzativa
Gestione adempimenti assemblea organizzativa
Aggiornamento strategico
Le sfide del diritto del lavoro e del diritto sindacale
Finanza pubblica, fisco per la crescita e fiscalità locale
Responsabilità sociale: un nuovo campo
di azione per le relazioni industriali del futuro
Economia reale, investimento socialmente responsabile
e sviluppo locale: una sfida e un’opportunità
per i fondi pensione
Corsi di formazione e progetti di ricerca europei
Politiche organizzative e di comunicazione per rafforzare
la sindacalizzazione dei lavoratori dipendenti
Corsi europei in partenariato con Etui
che verranno realizzati nel corso del 2016
Progetti europei
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Introduzione
Per un sapere autonomo, diffuso, pragmatico
di Annamaria Furlan*
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La Cisl è un soggetto politico autonomo. Ispirato dai suoi specifici valori etici e politici: la centralità della persona alla valorizzazione della quale devono ordinarsi la società e lo Stato; la solidarietà e la giustizia sociale, condizioni per conquistare stabilmente l’ideale di pace.
La distanza tra i valori e gli ideali della Cisl e le condizioni del
mondo storico reale descrivono lo spazio di azione del suo riformismo radicale e responsabile.
L’art. 2 dello Statuto confederale ne definisce gli orientamenti e gli obiettivi generali. Più precisamente: definisce le coordinate strategiche del nostro riformismo.
Nell’articolazione della nostra soggettività politica la ricerca e
la formazione occupano uno snodo decisivo. La ricerca contribuisce, infatti, a tradurre i valori etici e politici ed i principi riformisti nella specifica strategia attraverso la quale la Cisl interviene, in un momento storico determinato, nel suo spazio economico e sociale di azione.
La ricerca è, pertanto, elemento di mediazione e di supporto
decisivo per l’elaborazione di una strategia storicamente determinata ed efficace in uno specifico segmento di storia, ovvero intermedia il rapporto tra valori e principi, da un lato, e concretezza
strategica, dall’altro.
Senza una funzione di ricerca rigorosa, valori e principi possono essere, lodevolmente, proclamati e testimoniati ma non incorporati in una strategia che guida l’azione di un soggetto politico ed incide sul cambiamento storico.
D’altro canto, un soggetto politico senza un proprio sistema
di ricerca e di conoscenza non ha alcuna garanzia di autonomia
ed è esposto a rischi elevati di subalternità teorica e politica.
La ricerca indipendente opera, quindi, all’incrocio di una doppia possibilità costitutiva per un soggetto politico: la possibilità
della concretezza strategica in una determinata fase storica e la
possibilità che quella strategia sia autonoma.
Consegue dalle brevi considerazioni che precedono il carat* Segretario generale Cisl.
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tere decisamente rilevante del rigore teorico e del rango scientifico della ricerca. Quindi del processo generativo attraverso il
quale la ricerca produce i suoi risultati.
La Cisl è un soggetto politico che rappresenta il lavoro attraverso una rete capillare e diffusa sull’intero panorama aziendale
e territoriale nazionale. Dispone, pertanto, di una rete differenziata di Osservatori in grado di leggere le situazioni e di elaborare le esperienze. È l’intelligenza collettiva diffusa della Cisl.
Ad essa bisogna ricorrere per produrre ricerca, conoscenza,
sintesi, autonomia, strategia.
È ciò che stiamo facendo.
Nel percorso di rivisitazione strategica la Segreteria e l’Esecutivo confederali hanno, infatti, coinvolto, in forme sistematiche,
l’Ufficio studi, il Centro studi, i Dipartimenti confederali e tre
gruppi di lavoro nelle regioni del Nord, del Centro e del Sud rispettivamente dedicati al welfare decentrato territoriale ed aziendale, alle politiche per i giovani, ai fondi strutturali ed alla riformulazione della questione meridionale.
È la conferma di un metodo che intendiamo proseguire coinvolgendo sui temi via, via prioritari della ricerca tutti gli Osservatori centrali e periferici a sostegno della sintesi strategica di
competenza dell’Esecutivo e della Segreteria confederali.
Si tratta di un processo capillarmente induttivo, la cui pienezza di sintesi risulta dalla ricchezza dei giacimenti di conoscenza collettiva ai quali attinge.
Non è un processo gerarchico, verticale, ad una via. È un processo circolare, a molte vie, plurale.
In quanto tale ad esso è immanente l’auto verifica costante,
ovvero la valutazione dell’adeguatezza delle strategie elaborate all’evoluzione dei contesti e della storia.
Mentre la ricerca è supporto strategico, nel senso in breve definito, la formazione è presidio identitario dinamico.
Si tratta di una questione delicata e complessa. L’identità non
è esaurita dalla storia dei Congressi, dei dibattiti, dei gruppi dirigenti, delle grandi battaglie epocali o delle silenziose tutele quotidiane.
Se dovessi ridurre all’essenziale la questione identitaria direi
che l’identità coincide con la lucida coscienza dei valori e dei principi costitutivi associata, organicamente, alla capacità di pensarne
e di gestirne, in forme innovative, la coerente modulazione strategica in un momento storico determinato e specifico. In questo
senso l’identità è una conservazione innovativa, ossimoro obbli-
gato che mette in relazione inscindibile il presidio dei valori e dei
principi etici e politici (la conservazione) e la capacità di reinventarne le forme coerenti nel travaglio della storia (l’innovazione).
È la mia lettura da militante, non da storica.
Per chiarire il mio pensiero farò, tuttavia, un esempio significativo che mi viene offerto dalla ricchissima storia del Cisl.
Intorno alla metà degli anni Cinquanta, la Cisl elaborò una
proposta di grande lungimiranza nota come Progetto di risparmio contrattuale.
Essa consisteva nella libera possibilità, da parte dei lavoratori, di destinare quote del salario di produttività ad un Fondo comune, di proprietà dei lavoratori e gestito da professionisti da loro
scelti, il cui compito risiedeva nell’acquisto di azioni e di obbligazioni delle imprese, rafforzandone il capitale e sostenendone
il credito, così da esercitare un’efficace azione di propulsione degli investimenti, dell’occupazione, dei redditi, della domanda,
dello sviluppo economico e sociale del Paese.
Al di là dei dettagli tecnici e dell’esito della proposta, che non
intendo approfondire, in questa sede mi preme far emergere la
coerenza e la ricchezza della traduzione strategica dei valori e
dei principi in quel momento storico specifico.
C’è la partecipazione del lavoro alla determinazione dello sviluppo dell’impresa attraverso la contrattazione delle variabili
principali dell’organizzazione del lavoro e della distribuzione degli incrementi di produttività, ovvero attraverso una visione delle
relazioni sindacali ispirata alla democrazia industriale; c’è la
partecipazione, coordinata, del lavoro alla determinazione dello
sviluppo del Paese, attraverso il Fondo comune di investimento
alimentato dal risparmio contrattuale dei lavoratori.
Partecipazione diffusa, micro e macroeconomica, che compendia la visione della democrazia partecipativa come completamento della democrazia rappresentativa.
Si tratta di una strategia che incorpora uno straordinario segno identitario.
Veniamo all’oggi. Alla legge delega di riforma fiscale di iniziativa popolare, in grado di produrre un beneficio fiscale pari a
1.000 euro annui per i redditi annui sino a 40.000 euro (decrescente sino a 50.000 euro) per una platea di oltre il 90% dei contribuenti, con effetti di significativa propulsione dei consumi e
della domanda aggregata, finanziati con una tassazione ordinaria
sulla ricchezza superiore ai 500.000 euro annui, al netto della
prima casa e dei titoli di Stato.
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Ha qualcosa a che fare, nel merito, con la strategia di risparmio contrattuale degli anni Cinquanta? Nulla.
Ha lo stesso segno identitario? Certamente.
C’è, infatti, la stessa ispirazione partecipativa: oggi come allora è il lavoro, attraverso la sua rappresentanza che interviene
direttamente sulle variabili macroeconomiche (ieri il risparmio e
l’investimento, oggi il consumo e la domanda aggregata) per contribuire autonomamente allo sviluppo del Paese.
Gli esempi potrebbero continuare livello microeconomico,
dall’Accordo sulla produttività e sulla competitività del 16 novembre 2012, al Testo Unico sulla Rappresentanza del 10 gennaio 2014.
Ciò che mi preme sottolineare è la pertinenza dell’ossimoro,
della contraddizione apparente tra due disposizioni, invero consustanziali: l’invarianza dei valori e dei principi e la variazione
multiforme della creatività strategica che offre ai valori ed ai
principi la concreta efficacia dell’attualità storica. L’unico dispositivo in grado di immunizzare sia dal culto metastorico dei valori e dei principi, sia dal pragmatismo senza valori né principi.
La formazione come presidio identitario dinamico dovrebbe
avere di mira, precisamente, lo sviluppo dell’habitus culturale critico ed autonomo che ho tentato di definire.
È, a ben vedere, la figura di militante sindacale rigoroso e
pragmatico alla quale la Cisl guarda dall’origine. Capace di contribuire all’elaborazione strategica, di gestirla nel ruolo e nella dimensione che gli sono propri, di soppesarne l’efficacia e gli effetti valutando, a seconda dell’esito, le ipotesi del suo aggiornamento, della sua innovazione, del suo superamento.
In questo senso, all’interno di una traiettoria feconda e circolare, la formazione dilata e potenzia l’intelligenza collettiva che
irradia la ricerca dalla quale la stessa formazione assume la linfa
vitale.
Ricerca e formazione: tra strategia e identità
di Giuseppe Gallo*
Prendo in parola le definizioni di Annamaria Furlan sul ruolo della
ricerca come supporto alla sintesi strategica e sul compito della
formazione come presidio identitario.
Ci sembra una linea di pensiero feconda, poiché ricerca e formazione sono funzioni incorporate nel patrimonio genetico della
Cisl dall’origine e, in quanto tali, risorse vitali nelle fasi di profondi
sconvolgimenti storici che consegnano velocemente al passato
analisi e strategie tradizionali e chiamano in causa, in un solo
movimento, la capacità dei soggetti politici di non ibernare le
forme storiche consolidate delle strategie e delle identità, ripensandole creativamente nel turbolento e magmatico laboratorio
della storia.
È passato un anno dalla presentazione del Piano di formazione e ricerca 2014-2015.
Un anno è un tempo breve; sufficiente, tuttavia, per un primo
consuntivo ed una conseguente valutazione delle tendenze e
della direzione di marcia in atto.
Credo che il risultato più interessante risieda nell’apertura di
orizzonte, profondamente innovativa, realizzata dalla Segreteria
confederale che ha coinvolto anche la ricerca e la formazione.
Un’apertura che ha immediatamente proiettato la ricerca nel
dibattito e nel contributo rigoroso intorno ad importanti assi strategici quali la politica europea della Cisl, la legge delega di riforma fiscale di iniziativa popolare, la legge di Stabilità 2015, il
Jobs Act, il progetto Cisl di controriforma della riforma previdenziale Fornero, il nuovo modello contrattuale.
Ricerca e formazione non sono mai state, storicamente, funzioni separate. Hanno sofferto, tuttavia, negli ultimi anni di una
sindrome, non auspicata né voluta, da ruolo relativamente appartato, con un’alea di aristocrazia intellettuale destinataria di un
progetto strategico a maglie larghe, al quale non avevano contribuito, con il compito di dedurne i Piani formativi ed i relativi progetti formativi.
Il cambiamento di metodo, recentemente inaugurato, integra
* Direttore Centro studi Cisl.
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organicamente ricerca e formazione nel contributo alla sintesi
strategica e nella messa a punto della coerente offerta formativa
per ottimizzare l’efficacia della gestione strategica.
Possiamo dire, per descrivere il cambiamento, che ricerca e
formazione operano ex ante nel dibattito e nella ricerca strategica ed ex post nell’elaborazione e nella gestione dei progetti formativi. La sequenza è decisiva: essere parte integrante della discussione strategica consente, infatti, di andare alla fonte dei fabbisogni formativi, di comprendere direttamente il tipo di strumentazione gestionale di cui la strategia abbisogna e di assumerne tutte le implicazioni nell’impostazione teorica, negli obiettivi, nella didattica, nei percorsi dei progetti formativi.
L’integrazione, in sintesi definita, ha comportato modalità di
coordinamento, di collaborazione e di sinergie molto efficaci tra
Centro studi, Ufficio studi e Dipartimento Formazione confederale che operano di fatto, ognuno con le proprie competenze,
come un’unica articolata struttura.
L’integrazione armonica e feconda tra ricerca/sintesi strategica/offerta formativa non riguarda soltanto il rapporto con la Segreteria confederale e con l’Esecutivo nazionale.
Quest’ultimo, infatti, ha insediato, recentemente, tre gruppi di
lavoro nelle aree vaste del Nord Italia, del Centro e del Sud con
il compito di analizzare, rispettivamente, lo stato dell’arte del welfare territoriale ed aziendale, le politiche per i giovani, i Fondi
strutturali e le politiche meridionali e di elaborare sulle questioni
definite tre proposte che sarà compito dell’Esecutivo nazionale
discutere e formalizzare in linee politiche e contrattuali.
È stato, altresì, avviato un progetto di Osservatorio sull’industria con il compito di analizzare le nuove frontiere dello sviluppo
industriale in Italia, nell’ambito della competizione globale, e le
linee di una, conseguente, politica industriale.
Ufficio studi, Dipartimento Formazione confederale, Centro
studi parteciperanno dall’inizio al percorso dei gruppi di ricerca e
di elaborazione, offrendo il loro contributo ed attingendo, anche
in queste sedi, conoscenza diretta dei fabbisogni formativi richiesti
dalla gestione efficace delle linee politiche e contrattuali insieme
teorizzate che l’Esecutivo nazionale porterà a sintesi compiuta.
La medesima integrazione armonica tra ricerca/sintesi strategica/offerta formativa opera, pertanto, anche nei gruppi di lavoro e nei progetti, veri e propri laboratori decentrati ovvero nei
giacimenti diffusi di intelligenza collettiva mobilitati su specifici
obiettivi strategici.
Si tratta di un metodo particolarmente innovativo e promettente poiché dissemina trasversalmente nell’Organizzazione le
funzioni specialistiche di ricerca e formazione, favorendo il rapporto orizzontale tra i diversi Osservatori, il loro confronto, la loro
feconda ibridazione e creando le condizioni ottimali per una sintesi strategica ricca e vincente nel pieno rispetto dei ruoli e delle
prerogative statutarie.
Ne risulta un processo circolare: ricerca/strategia/formazione
alla gestione strategica/verifica applicativa/nuove ipotesi di ricerca che riattivano formalmente il processo all’interno del quale
ricerca e formazione sono snodi importanti, rispettivamente,
prima e dopo la sintesi strategica.
Non si tratta dell’eterno ritorno dell’identico. Al contrario del
processo dinamico, integrato e collettivo di generazione, evoluzione, aggiornamento, cambiamento della strategia.
Mi pare, particolarmente rilevante, che questa impostazione
di metodo si stia consolidando come scelta istituzionale testimoniando sul campo che l’autonomia conoscitiva, condizione
dell’autonomia strategica, è il risultato della partecipazione coordinata dell’intelligenza collettiva diffusa della Cisl.
Se consideriamo i risultati della riflessione e del riposizionamento strategico della Cisl, in breve citati, non c’è dubbio che l’innovazione di metodo abbia operato con grande efficacia e fecondità.
Si apre, pertanto, una fase di ulteriore impegno e responsabilità per la ricerca e la formazione alle quali la complessità ed
il travaglio irrisolto del nostro tempo assegnano il rango di differenziale strategico.
Aldo Carera lo ha descritto, con precisione, nell’introduzione,
ad alta densità concettuale, al Programma di ricerca e formazione Cisl 2014-2015 «Associazione e organizzazione: uno
sguardo in avanti»: «Non c’è corsista, persona, che non possa
ambire a far maturare la propria capacità di anticipare i problemi,
di percepire in anticipo le tendenze, di gestire per tempo i fatti,
di sentirsi attivamente sfidato ad assumersi responsabilità nella
piena consapevolezza del proprio operare. Un’abilità individuale
e collettiva tanto più indispensabile quanto più aumentano la
complessità e la dinamica dei contesti locali, nazionali ed internazionali in cui operano le organizzazioni sociali.
Esperienze pregresse (si pensi all’attività del Centro studi negli anni Cinquanta e Sessanta, ma anche altre esperienze successive sino ad oggi) confermano che in tal modo si determina un
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substrato in grado di promuovere l’unitarietà culturale e metodologica tra i diversi piani analitici propri di rilevanti ambiti delle
scienze umane (antropologia, diritto, economia, pedagogia, politologia, psicologia, scienze della comunicazione, sociologia, storia) applicate al lavoro ed al sindacato. Così da intersecare il patrimonio valoriale della CIsl, a partire dallo Statuto confederale, in
tutte le declinazioni necessarie per rafforzare il ruolo della regolazione sociale e consolidare i processi democratici nel Paese».
Ritengo, alla luce delle brevi considerazioni che precedono,
che una buona ed efficace formazione consegua ad un’analisi rigorosa dei fabbisogni formativi e che la partecipazione dell’Ufficio studi, del Centro studi e del Dipartimento Formazione confederale ai processi di analisi ed elaborazione strategica consenta una lettura, in presa diretta, dei fabbisogni formativi.
È allo studio un modello di analisi sistematica e complessiva
del fabbisogno formativo della Cisl e della conseguente distribuzione non ripetitiva dei compiti formativi ai diversi livelli confederali, categoriali, territoriali.
Si apre, pertanto, una fase molto dinamica di potenziamento
creativo dell’attività di ricerca e di formazione.
La affronteremo confermando le aree teoriche istituzionali di
insegnamenti fondamentali anche per il Piano di formazione
2015-2016:
1. elementi di analisi macroeconomica;
2. valutazione del posizionamento competitivo dell’impresa, analisi dei bilanci aziendali, analisi e gestione delle crisi aziendali, responsabilità d’impresa;
3. competenze di diritto del lavoro, contrattuali e negoziali (contrattazione, mercato del lavoro, salute e sicurezza, welfare aziendale e territoriale, green economy e sviluppo sostenibile);
4. bilateralità e gestione dei Fondi interprofessionali;
5. sviluppo organizzativo e comunicazione;
6. Europa federale, dialogo sociale, contrattazione europea.
L’architettura delle materie fondamentali di insegnamento riconoscerà un adeguato rilievo teorico alle innovazioni strategiche e sarà, opportunamente, modulata sui diversi obiettivi pedagogici dell’attività formativa:
► coinvolgimento ed impegno nell’Organizzazione;
► accesso al ruolo e sviluppo del ruolo;
► crescita e specializzazione delle competenze;
► aggiornamento strategico;
► costruzione culturale e politica dell’Europa.
Alle relazioni strette che ricerca e formazione intrattengono
con l’elaborazione strategica e la gestione della strategia, mediante la formazione dei quadri, si aggiunge la relazione, non
meno rilevante, con la politica dei quadri.
Abbiamo, infatti, realizzato il Libretto formativo, che sarà rilasciato a tutti i quadri per documentare la loro partecipazione ai
corsi di formazione e certificare il risultato di apprendimento.
Si tratta di un contributo alla politica dei quadri, di competenza
delle strutture di riferimento che, sulla scorta dell’investimento
formativo e dei risultati, gestiranno i percorsi di sviluppo nei
ruoli dell’Organizzazione.
Continueremo a coltivare e ad ampliare il raggio di apertura
nei confronti di altri centri di ricerca e delle università. Tra gli enti
della Cisl in particolare con lo Ial, per progetti comuni di ricerca,
e con la Fondazione Pastore per un approfondimento necessario sui fondamenti della cultura della Cisl e sulle scansioni principali della sua storia.
Abbiamo avviato e, ormai, consolidato un’esperienza di formazione straordinariamente innovativa di cui sono protagoniste
Fisascat ed Ancl (Associazione nazionale consulenti del lavoro)
che progettano e gestiscono, presso il Centro studi, corsi di formazione congiunta tra i quadri delle rispettive organizzazioni,
controparti di fatto nei tavoli negoziali.
Si tratta di un modello di formazione avanzato che potrebbe
essere, opportunamente, sperimentato anche per i corsi di formazione sulla contrattazione, sul welfare, sulla salute e sicurezza, sulla bilateralità.
Realizzeremo, nel prossimo biennio, un importante master in
Diritto del lavoro.
Abbiamo incontrato difficoltà, nonostante numerosi tentativi,
a concordare convenzioni con le università per il riconoscimento
di crediti formativi ai nostri corsi di formazione. L’esiguità dei crediti liberi disponibili ed i costi elevati richiesti si sono rivelati
ostacoli, allo stato, insuperabili.
Resta aperta la possibilità di organizzare dottorati presso il
Centro studi, per i quali abbiamo registrato disponibilità da parte
di docenti universitari.
Queste iniziative, in breve richiamate, si inscrivono nel progetto di fare del Centro studi, ricerca e formazione della Cisl una
riconosciuta Accademia del lavoro.
Tutto ciò ha profondamente a che fare con il presidio dinamico della nostra identità, con la coscienza dell’invarianza dei va-
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lori e dei principi costitutivi (valore etico della persona, giustizia
sociale, solidarietà, democrazia industriale, democrazia economica, democrazia partecipativa) e del loro intatto potenziale di
ispirazione strategica unita, indissolubilmente, con la capacità
creativa di ripensarne le forme di realizzazione storiche nella dimensione globale e cosmopolita del nostro tempo.
Per una Cisl giovane: un anno a San Domenico
di Aldo Carera*
Nell’introdurre un piano di formazione e ricerca può aver senso,
come è stato per lo scorso anno, ragionare in termini di prospettive a venire sulle potenzialità del rapporto tra formazione,
associazione e organizzazione. Se tale era l’intenzione – «Guardiamo avanti» diceva Primo Mazzolari – quel discorso si reggeva
sull’importanza della dimensione storica (il cui compito è stabilire i nessi tra molte variabili) come possibile filigrana di un programma formativo e di studi coeso ed efficace. Ciò vale in particolare se si è convinti che nel campo del lavoro e del sindacato
occorre un grande sforzo di unitarietà culturale e metodologica
tra i diversi campi del sapere, cui far corrispondere una densa
coesione di intenti e di azioni. Altrimenti – e lo sentiamo denunciare di questi tempi da voci sagge e autorevoli – prevale la frantumazione dei saperi e delle intenzioni: ogni azione, ogni iniziativa alimenta un piccolo rivolo, una polla che disperde le proprie
buone acque senza riuscire a rendere buona la vita delle persone e delle organizzazioni. E si vive, ciascuno e tutti, in una costellazione di codici incapaci di contaminarsi e di giungere a sintesi: poi ci stupiamo, in assenza di stelle fisse, di non essere in
grado di definire la posizione relativa delle stelle variabili.
Tanto vale allora dare uno sguardo all’indietro e riportarci alla
fase delle origini della Cisl, quando, più che in altri periodi, il Centro studi di Firenze e l’Ufficio studi confederale traevano vantaggio dall’irripetibile slancio proprio delle fasi genetiche. Si tenga
conto che neppure allora la Cisl era un territorio pacificato: la coesione era esito di un costante sforzo di contaminazione di codici
collettivi e individuali non del tutto coincidenti, capaci però di condividere decisivi punti di gravità. Vero è che allora economia, lavoro, tessuto sociale e quadro politico avevano caratteristiche ben
definite e si avvantaggiavano della presenza di forti leadership,
in un mix orientato a sostenere le potenzialità di crescita del
paese, cui corrispondeva la durezza delle condizioni di partenza
della vita materiale e dei rapporti di lavoro, non meno che il confronto tra culture, ideologie e sistemi di potere del tutto divergenti.
* Presidente Fondazione Giulio Pastore.
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Dovendo parlare di formazione, da quel contesto storico potremmo estrarre il caso esemplare delle prime esperienze di
«corso lungo». Il primo (anno scolastico 1951-52) ebbe sede a Firenze città, in via Gustavo Modena, nei locali dove fino a pochi
mesi prima esercitava l’Hotel pension Beau Sejour, dato che il
vero buon soggiorno sul colle di Fiesole, rinnovata sede attuale
del Centro studi, sarebbe stato acquistato due anni più avanti.
Di quell’attività vale la pena ricordare, molto sinteticamente e
con riferimento al primo corso lungo, obiettivi, tipologia dei corsisti e dei docenti, pedagogia, formule didattiche, durata. Procediamo in ordine inverso, a partire dalla durata: come gli anni
scolastici convenzionali, alla Scuola superiore di preparazione
sindacale della Cisl si dovevano dedicare otto mesi di studio. La
didattica era molto diversificata e comprendeva lezioni frontali,
lavori di gruppo, letture in comune, circoli e conversazioni serali
con testimoni, tirocini presso unioni territoriali, studio individuale
ed elaborazione di monografie sindacali. L’impostazione pedagogica si fondava sull’apporto della ricerca scientifica e sull’ampiezza culturale della riflessione a fondamento dell’autonomia intellettuale e come antidoto sia alle forzature individualistiche
proprie della gestione del potere, sia ai tradizionali cedimenti sul
fronte della politica e dell’ideologia, sia, infine, per evitare un riduzionismo burocratico/tecnicistico nell’interpretare il ruolo del dirigente della Cisl. Molto dipendeva dalla qualità, dalla competenza e dalla disponibilità di docenti chiamati non solo a garantire apporti qualificati, ma anche a condividere non casualmente
l’impianto e le finalità del corso; la cui solidità culturale avrebbe
in seguito consentito di avvalersi di studiosi che pur non erano
del tutto allineati alle impostazioni della Cisl. Tra di docenti figuravano anche alcuni dirigenti di vecchia lena capaci di trasmettere tanto esperienze e competenze, quanto, soprattutto, la passione e l’entusiasmo necessari per affrontare una scelta di vita
alquanto incerta sul piano economico e non solo. I corsisti del
primo anno erano ventitré (una sola donna), così come i successivi si trattava di giovani che si accostavano al sindacato
senza portarsi dietro esperienze pregresse, scelti per creare una
discontinuità rispetto alla nobile ma statica eredità del vecchio
modo di fare sindacato, ancora ampiamente prevalente nello
stesso sindacalismo bianco. Da non trascurare l’importanza attribuita alla selezione dei partecipanti per conseguire l’intento di
preparare «ottimi sindacalisti» e senza sprecare risorse.
Gli obiettivi, vanno letti secondo una scala differenziata: pre-
parare nuovi quadri dirigenti consolidati nella loro personalità
umana e sociale, forze nuove per il sindacato e per il paese, capaci di operare sulla frontiera in cui il sindacato incontra i problemi dello sviluppo economico-sociale generale, dotati di fondamentali competenze interdisciplinari, capaci di fare sintesi tra
teoria e pratica, in grado di impostare la propria azione sindacale
secondo i dettami che la confederazione stava via via perfezionando. Sia Mario Romani che Giulio Pastore erano ben consapevoli che, per un sindacato e per un paese quali erano allora il
nostro sindacato e il nostro paese, al Centro studi si doveva salire una scala ripida e impegnativa.
Molti tratti di quell’esperienza possono valere anche oggi. Tra
tutti, qui vale sottolineare quel dato di coesione posto alla base di
quegli anni pionieristici dell’attività di studio e di formazione confederale. Cui corrispondeva l’intenzione di «scandagliare in tutte
le direzioni l’immediata aderenza del lavoro formativo alle esigenze obiettive della nostra azione sindacale: esperienze diverse
condotte con metodi, con uomini, con dottrine variate, rivolte a
punti umani diversi della nostra associazione, del nostro movimento, che ci hanno consentito di accumulare un materiale di insostituibile importanza, di altissimo valore» (Romani, 1956). In altri termini, il Centro studi contribuiva a creare valore per la Cisl in
quanto stabiliva un rapporto diretto (funzionale) tra formazione, organizzazione e azione, filtrato dall’attività di studio e dal costante
aggiornamento della strumentazione scientifica (libri, riviste); si avvaleva dell’apporto di competenze e di conoscenze differenziate,
apportate da un ampio e qualificato indirizzario di docenti; si
apriva, senza nessun timore, alla ricchezza umana presente in
Cisl, fatta salva la scriminante segnata nell’art. 2 dello Statuto confederale: l’adesione libera alla natura associativa del sindacato.
Questa stella fissa, nel momento in cui si traduceva in una vita organizzativa conseguente, definiva il parametro per il movimento
di tutti gli altri astri della costellazione e garantiva la sostanziale salvaguardia dell’esperienza di libertà con cui la Cisl accostava il
mondo del lavoro, gli assetti dell’economia mista e la stessa giovane democrazia pluralista del nostro Paese.
All’incrocio tra conoscenze scientifiche, esperienze personali,
dottrina e vita organizzativa, si lavorava per irrorare quel fertile
terreno di coltura. Del resto non c’era altro modo per sparigliare
le carte di un gioco che, sessant’anni fa, pervicacemente negava
le potenzialità del buon sindacato. Non diversamente da quel che
accade di questi nostri tempi.
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Coinvolgimento e impegno
dell’organizzazione
Camposcuola
Militanza, responsabilità e partecipazione:
la Cisl nei luoghi di lavoro e nei territori
Premessa
Il tema del campo scuola 2015 invita a riflettere su alcuni contenuti che fondano l’«agire associativo, sociale e professionale»
del giovane sindacalista Cisl nei diversi contesti nei quali quotidianamente si trova ad operare, in particolare nei luoghi di lavoro
e nel territorio.
Militanza, responsabilità e partecipazione rappresentano i tratti distintivi che impregnano lo «stile» dell’azione di uomini e
donne che hanno scelto di testimoniare nei luoghi di lavoro e nel
territorio una storia personale di «impegno» per l’affermazione
dei diritti di cittadinanza sociale (lavoro, salute, istruzione e formazione, qualità della vita, tutela dell’ambiente, accesso ai servizi, ecc.) e per lo sviluppo della persona umana.
Militanza, responsabilità e partecipazione sono le parole chiave
con le quali oggi possiamo rileggere, nello «spirito della Cisl», le
3 principali dimensioni dell’agire organizzativo, che molte volte
vengono «interiorizzate» in maniera quasi «inconscia ed inconsapevole» ed alle quali (molte volte) si aderisce senza dedicare
una approfondita «riflessione». Infatti, il nostro modo di essere e
fare sindacato si sviluppa attraverso queste «3 direttrici valoriali»:
1. la militanza: richiama alla mente l’etica della convinzione,
dei valori, dei principi ai quali si è aderito per scelta personale,
per affinità sociale e culturale e che anima e dà senso e significato alla nostra appartenenza sindacale;
2. la responsabilità: evoca l’etica professionale che guida
l’agire di una persona in un contesto organizzativo e sociale e la
rende consapevole attore delle proprie azioni di sindacalista
(come vogliamo stare ed agire nella società);
3. la partecipazione: ci indica la dimensione culturale che caratterizza l’agire di una realtà organizzativa e contribuisce a
dare un senso ed un significato all’esperienza collettiva di sindacato.
Obiettivo generale
Il campo scuola, pensato come un «luogo» di socializzazione, di
scambi di esperienze, di studio e riflessione e di svago, vuol ri-
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proporre un «laboratorio di socialità e di apprendimento» in cui
il partecipante, individualmente e collettivamente, fa esperienza
di sindacato come organizzazione (riscopre l’identità, l’appartenenza, i valori della militanza e dell’impegno, analizza i principi
caratterizzanti la concezione ed il modello sindacale Cisl), riflette
sul suo agire sociale (sperimenta insieme agli altri partecipanti
che vivono storie comuni il senso ed il significato del suo impegno nella Cisl), si confronta con una dimensione della cultura
della Cisl (la partecipazione fa della Cisl un sindacato originale
nel panorama sindacale italiano) e sviluppa e rinforza le sue conoscenze che si trasformano in un nuovo apprendimento da trasferire nel suo lavoro quotidiano di rappresentante sindacale Cisl.
Metodo didattico
La giovane età dei partecipanti impone un percorso formativo
che tende a valorizzare i codici comunicativi dei giovani (il raccontare e il raccontarsi) e a sviluppare un processo di apprendimento significativo attraverso un mix di metodi didattici (maieutico, esperienziale, generativo di self empowerment, euristico e metaforico).
Destinatari
Il camposcuola è rivolto a Rsu, Sas Cisl, giovani Cisl, Anolf Cisl
2a generazione (che non abbiano partecipato a precedenti edizioni), per un massimo di 80 partecipanti.
Data
8-12 giugno 2015.
Sede
Centro studi nazionale Cisl, Firenze.
Responsabilità
Enzo Marrafino, Dipartimento Formazione sindacale.
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Percorsi di accesso al ruolo
e di sviluppo del ruolo
Corso nuovi dirigenti 2015-2016
Obiettivi generali
Il Congresso del 2013 ha affermato che «Occorre costruirne, sul
piano culturale e organizzativo, le condizioni diffuse di competenza, autorevolezza, condivisione di responsabilità, rappresentatività, [...] di crescita culturale dei dirigenti attraverso impegnativi programmi di formazione centrati nelle diverse variabili delle azioni a livello intermedio».
Il Corso nuovi dirigenti (Cnd), noto come «corso lungo», è
progettato per questo mandato. È rivolto a dirigenti eletti e con
esperienza consolidata. Ha obiettivi che possono essere raggiunti solo con forte impegno da parte dei partecipanti, verificato
attraverso test individuali. Affronta i temi cardine per l’azione di
promozione e tutela del lavoro a livello di territorio.
È articolato con una fase propedeutica, a cui saranno ammessi 40 partecipanti, consistente in una settimana di formazione residenziale e tre settimane di formazione a distanza tramite la intranet Cisl First Class. Seguirà una verifica di apprendimento dei contenuti affrontati e l’ammissione di massimo 25
partecipanti al Cnd vero e proprio. Se il numero dei partecipanti
che superano la prova sarà superiore a 25 alcuni di loro dovranno partecipare ad una edizione successiva del Cnd.
Obiettivi didattici
Il Cnd li persegue su due dimensioni. Da un lato offre i fondamenti delle discipline connesse all’azione sindacale: storia moderna e contemporanea, sociologia, economia, diritto, scienza
politica. Questo per mettere in grado di comprendere e rielaborare la massa di informazioni oggi disponibili. Dall’altro sviluppa
capacità congrue al ruolo di dirigente di una struttura territoriale:
comunicazione e leadership interna ed esterna, gestione dell’organizzazione e sue risorse.
Focalizzato sulla dimensione confederale, non tratta tematiche di settore.
Le metodologie didattiche applicate sono varie, per il miglior
apprendimento di conoscenze, abilità operative e capacità di
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condotta da parte di ciascuno. Vanno dalla lezione tradizionale,
al lavoro in piccoli gruppi, studio individuale, esercitazioni, simulazioni di vario genere. Intreccia formazione residenziale in
aula e formazione a distanza tramite la rete First Class. Ciò favorisce un elevato grado di apprendimento: vi sono competenze che possono essere acquisite con successo attraverso lo
studio individuale e in piccolo gruppo a distanza, per altre invece
è più produttiva la formazione in aula. Inoltre la formazione a distanza dà la possibilità di una parziale autogestione degli impegni da parte del corsista, sviluppando la capacità di abbinare lo
studio al lavoro quotidiano.
Vi sono regolarmente verifiche individuali di apprendimento,
a voce o per scritto, in sessioni d’aula o ristrette allo staff dei formatori. La valutazione dell’apprendimento da parte di ogni singolo partecipante permette di affrontare tempestivamente le difficoltà e le carenze di ognuno e raggiungere gli obiettivi formativi fissati. Ciò comporta un notevole impegno da parte di tutti:
partecipanti, docenti e staff del corso. Qualora per un qualsiasi
partecipante sorgano problemi che rendano insostenibile il carico di lavoro richiesto dal percorso formativo la partecipazione
al Cnd viene sospesa per essere ripresa in una successiva edizione del corso.
La presenza alla fase propedeutica è obbligatoria poiché la
verifica di apprendimento si riferisce esclusivamente ai contenuti
trattati in quella fase. In seguito, nel Cnd vero e proprio, sono ammesse assenze fino al massimo del 20% delle attività di aula.
Destinatari
Il Cnd è rivolto a segretari eletti a livello territoriale e regionale
nelle strutture confederali e di categoria e agli operatori di strutture orizzontali o delle federazioni di categoria e degli enti Cisl
che abbiamo già almeno tre anni di attività retribuita e a tempo
pieno.
Contenuti e date
Fase propedeutica
Corso residenziale presso il Centro studi a Firenze (obbligatorio per ammissione selezione)
7-11 settembre 2015.
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Formazione a distanza tramite intranet First Class
13 settembre-5 ottobre 2015.
Valutazione apprendimento e Selezione per il Cnd
15-16 ottobre 2015 (inizio ore 14,30 del 15 ottobre).
***
Corso nuovi dirigenti
Modulo residenziale Aula 1
14-18 dicembre 2015.
Modulo Fad 1
21 dicembre 2015-15 febbraio 2016.
Avvio del Cnd vero e proprio con l’acquisizione degli elementi
fondamentali di sociologia, diritto, economia in relazione alle questioni del lavoro e del sindacato.
Modulo residenziale Aula 2
22-26 febbraio 2016.
Modulo Fad 2
Febbraio-marzo 2016.
Le competenze disciplinari e l’azione del sindacato: la partecipazione, la responsabilità sociale, lo sviluppo economico e sociale, il welfare.
Modulo residenziale Aula 3
18-22 aprile 2016.
Modulo Fad 3
Aprile-maggio 2016.
Modulo d’aula dedicato a comunicazione, negoziazione e leadership per acquisire tecniche e sviluppare abilità personali per
l’attività contrattuale, per l’attività istituzionale e la gestione interna del sindacato. Formazione a distanza dedicata alla stesura
di uno scritto di approfondimento di un argomento studiato collegandolo al proprio contesto ed esperienza.
Modulo residenziale Aula 4
6-10 giugno 2016.
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«Riflessione sul ruolo del dirigente sindacale in un contesto di
globalizzazione».
L’azione del sindacato a livello europeo e globale e, in particolare, quella della Cisl nei vari organismi e istituzioni sovranazionali.
Corso giovani Cisl
Modulo Fad 3
Giugno-luglio 2016.
Formazione a distanza dedicata a completare lo scritto di approfondimento.
La risorsa giovani rappresenta il fulcro della politica dei quadri della
Cisl che fin dalle origini della sua storia si è sempre posta come una
delle priorità organizzative quella dell’inserimento dei giovani iscritti
negli organismi sindacali per dare continuità e sostegno alla sua
missione sindacale nella società italiana e nel mondo del lavoro.
L’inserimento dei giovani militanti nelle strutture sindacali costituisce un investimento strategico che richiede una particolare
attenzione a partire dalla formazione di base del giovane sindacalista Cisl.
La precarietà nei rapporti di lavoro, la forte disoccupazione
giovanile, caratterizzata da una sempre più alta percentuale di
giovani scoraggiati che non studiano, non lavorano e non sono
coinvolti in processi di formazione professionale (generazione
Neet), impongono al sindacato, e in particolare alla Cisl, di elaborare una rinnovata strategia che consente al sindacato di
«abitare le frontiere della precarietà e dell’instabilità lavorativa»
e di proporsi come soggetto del cambiamento di quelle condizioni
di vita e di lavoro che oggi vedono i giovani coinvolti in una dimensione socio temporale priva di certezza che segna profondamente il loro progetto di vita.
I giovani si trovano a vivere il mondo e la cultura che gli adulti
hanno elaborato per loro.
Ieri il giovane costruiva la sua identità di lavoratore prima e
di sindacalista dopo con la partecipazione al mondo vitale dell’impresa e della comunità di compagni di lavoro che condividevano lo stesso destino di vita. Il lavoro rappresentava l’humus
culturale e professionale che consentiva al giovane di costruire
progressivamente la sua identità personale, le sue competenze
professionali e di poter sperimentare i valori sociali della responsabilità, della giustizia, della solidarietà. Nel lavoro il giovane
sperimentava il senso del limite, che riusciva a superare con il
contributo degli altri lavoratori più esperti.
La seconda modernità costringe i giovani a vivere una frantumazione della propria identità (una sorta di schizofrenia sociale), alimentata da un dinamismo frenetico che obbliga a coltivare progetti di breve termine.
Modulo residenziale Aula 5
12-16 settembre 2016.
Il sindacato come organizzazione, ruolo del dirigente, dimensione etica.
Esposizione e discussione lavori di ricerca individuale.
Sede
Centro studi nazionale Cisl, Firenze.
Responsabilità
Luigi Lama, Centro studi nazionale Cisl.
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La stessa vita dei giovani si esprime in una dimensione «liquida» con pochi legami e con una pluralità di contatti webpersonistici senza costruire quei vincoli di prossimità che portano all’assunzione della responsabilità dell’altro, considerato come
una persona di cui prendersi cura.
Il sindacato, e la Cisl in particolare, può e deve offrire ai giovani, lavoratori e disoccupati, uno spazio per vivere un’esperienza di vita quotidiana intessuta di relazioni significative e di valori che pongono al centro la persona umana con le sue aspirazioni, le sue ansie, i suoi sogni e i suoi desideri.
In questa esperienza sindacale il giovane può trovare il luogo
ideale in cui trasfigura e trascende la sua esistenza individuale
in una storia collettiva e comunitaria.
Il Corso giovani si pone in questa prospettiva: la formazione
come laboratorio in cui sperimentare la propria vocazione all’impegno sindacale e sociale a favore dei giovani lavoratori e disoccupati, a cui offrire tutela nel mercato del lavoro, promozione professionale nell’azienda, e rappresentanza (cittadinanza)
nelle politiche di welfare community.
Obiettivi generali
Il percorso formativo si propone di
► offrire ai giovani l’opportunità di fare esperienza di sindacato,
innestando la sua adesione personale sulla struttura portante dei
valori e dei principi della Cisl;
► far vivere un’esperienza personale che si incardina nella cultura della Cisl (storia, principi, valori, concezione e visione sindacale), tracciando un percorso personale di impegno nel mondo
del lavoro e nella società (vincoli ed opportunità della militanza
Cisl);
► far acquisire la dimensione organizzativa del sindacato (modello di rappresentanza, modello contrattuale, modello organizzativo, tesseramento, proselitismo e sviluppo associativo, sistema servizi, comunicazione) per dare concretezza ad un progetto organizzativo e politico per la tutela dei giovani nel mercato
del lavoro, nelle aziende e nei territori;
► offrire ai giovani partecipanti un percorso di con-costruzione
delle politiche sindacali Cisl che traguardano lo sviluppo dell’economia, del lavoro e del benessere della comunità e dei giovani coinvolti.
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Obiettivi didattici
► Conoscere gli scenari della storia politica e sociale contemporanea, anche nella dimensione Ue, e le opportunità per il
mondo giovanile.
► Conoscere la storia dei movimenti sindacali ed acquisire gli
elementi fondanti della concezione Cisl in un quadro valoriale e
storico.
► Saper riconoscere gli elementi che qualificano la concezione
culturale, antropologica, socio psicologica del lavoro nella società
della seconda modernità.
► Conoscere gli elementi che qualificano la dimensione macro
economica del lavoro attraverso l’analisi delle principali teorie
economiche moderne.
► Saper analizzare il mercato del lavoro dei giovani nella sua
struttura e nelle sue principali dimensioni.
► Conoscere gli elementi di diritto del lavoro in Italia e la sua
evoluzione.
► Conoscere le dinamiche del mercato del lavoro e i processi
che facilitano il rapporto giovani-lavoro.
► Riflettere sulle trasformazioni della contrattazione collettiva e
aziendale.
► Conoscere e comprendere gli elementi fondamentali che
ispirano la partecipazione e la bilateralità come processi di partecipazione e di responsabilità per la crescita e lo sviluppo del
welfare organizzativo (aziendale e territoriale).
► Conoscere e comprendere il modello di welfare community,
pubblico e privato, in una logica universalistica ed inclusiva.
► Sviluppare conoscenze e competenze sul sindacato come organizzazione;
► Accrescere le capacità di comunicazione e di interazione nel
gruppo e in assemblea ed acquisire tecniche per sviluppare
abilità nell’uso dei mass media e nei social network.
► Rafforzarsi nella consapevolezza del ruolo etico e responsabile del dirigente Cisl.
► Saper sviluppare e progettare il lavoro di rete organizzativo finalizzato alla realizzazione di un progetto di intervento sul territorio e nei luoghi di lavoro a favore della promozione e della tutela dei giovani.
Contenuti dell’attività didattica
► Elementi di politica e riforme istituzionali, sociologia, diritto del
lavoro e sindacale, macro economia.
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► Il governo dei processi finanziari e globali nella dimensione
europea e mondiale.
► L’azione sindacale della Cisl:
1. la riforma organizzativa;
2. il modello contrattuale;
3. la partecipazione, la democrazia economica e la bilateralità;
4. lo sviluppo economico e sociale del territorio, il nuovo welfare, la previdenza complementare.
► Le abilità per una comunicazione efficace; l’utilizzo dei network e news media.
► Il sindacato come organizzazione:
1. la nuova rappresentanza, statuto e regole;
2. bilanci e risorse;
3. proselitismo e sviluppo associativo. Il Sistema dei servizi
agli iscritti;
4. etica sindacale.
I contenuti sono articolati tenendo conto della relazione organizzativa che si insatura tra l’iscritto (il giovane) e il sindacato.
L’impianto progettuale si sviluppa a partire dalle realtà esperienziali del giovane delegato che incontra l’organizzazione sindacale Cisl e con la quale intende instaurare un rapporto di involvment (coinvolgimento ed impegno). Da questo rapporto nasce l’interesse alla conoscenza, a comprendere e a condividerne
i progetti politici, sindacali, organizzativi.
Il progetto formativo prende in considerazione 5 «assi» che
si esprimono in altrettanto moduli didattici:
1° modulo: il giovane e la Cisl, un percorso di conoscenza, di impegno e di condivisione;
2° modulo: la Cisl, i giovani e il lavoro: un percorso per creare sviluppo e fare occupazione;
3° modulo: la Cisl per la tutela dei giovani nel mercato del lavoro;
4° modulo: i giovani, la promozione e la tutela del lavoro in azienda;
5° modulo: la Cisl come organizzazione al servizio dei giovani.
Metodi didattici
Il percorso formativo prende come punto di riferimento il metodo
induttivo-esperienziale che pone al centro del processo di apprendimento la realtà cognitiva esperienziale del giovane e la fa
incontrare con la realtà cognitiva esperienziale della Cisl, tessendo insieme la storia e la cultura personale del partecipante
con la storia e la cultura della Cisl, in un intreccio cognitivo, affettivo motivazionale.
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Le stesse lezioni accademiche prendono a riferimento il metodo metacognitivo, in cui il sapere individuale si salda con il
sapere scientifico (metodo del mastery learning).
Le simulazioni d’aula, invece, hanno l’obiettivo di knowledge
trasforming (trasferire nella propria realtà lavorativa/organizzativa ciò che si apprende e si fa in aula).
La formazione d’aula si alterna con la formazione a distanza in autoapprendimento e con l’attività di action learning, finalizzata alla gestione di ruoli organizzativi.
Destinatari
Il percorso è rivolto a giovani delegati (Rsu e Rsa) età massima
34 anni, segnalati dalle strutture e selezionati dalla Segreteria
confederale sulla base di criteri motivazionali e organizzativi
(partecipazione ai Campi scuola, progetti di inserimento concordati), per un massimo di 25 partecipanti.
Il progetto è riservato alla partecipazione di giovani Rsu, Rsa
e delegati, che nei luoghi di lavoro e nei territori, dimostrano una
particolare vocazione e una buona attitudine al lavoro sindacale
da poter coinvolgere ed impegnare nelle azioni di promozione,
rappresentanza e tutela del lavoro dei giovani nei territori e nelle
aziende.
Date
1° modulo: 16-20 novembre 2015.
2° modulo: 11-15 gennaio 2016.
3° modulo: 29 febbraio-4 marzo.
4° modulo: 11-15 aprile.
5° modulo: 23-27 maggio.
Sede
Centro studi nazionale Cisl, Firenze.
Responsabilità
Giuseppe Gallo e Enzo Marrafino, Dipartimento Formazione
sindacale, d’intesa con il Dipartimento Politiche giovanili e progetto giovani.
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Seminari di cultura e storiografia sindacale
Responsabilità
Mila Scarlatti, Biblioteca Cisl, con la collaborazione dei responsabili del Corso giovani Cisl e Progetto giovani Cisl.
Presentazione
La Biblioteca Cisl, che ha sede presso il Centro studi nazionale
a Firenze, nell’ambito delle sue finalità e caratteristiche, promuove e organizza dal 2003 seminari annuali di cultura e storiografia sindacale nell’ambito della programmazione formativa
proposta dalla Segreteria confederale e dal Centro studi nazionale Cisl di Firenze, con l’intento di coinvolgere l’Organizzazione
e gli studiosi in una riflessione e in un confronto sulla storia del
lavoro e del sindacato, in particolare sulla Cisl.
Obiettivo
L’obiettivo delle iniziative seminariali è quello di mantenere viva
la cultura storica dell’Organizzazione per consolidarne i legami
culturali, dare al sindacalista di oggi, oltre alla competenza tecnica e professionale, la conoscenza della storia e dei valori
della Cisl, identità, senso di appartenenza e consapevolezza del
ruolo del sindacato nella società contemporanea.
Contenuti
► Cultura storica della Cisl.
► Storia del lavoro e del sindacato italiano e internazionale.
► Storia sociale contemporanea.
► Metodologia della ricerca bibliografica e documentale.
Tema 2015
La Cisl e i giovani.
Destinatari
Il seminario si rivolge a giovani, dirigenti, operatori, formatori, storici, studiosi.
Data
Martedì 5 maggio 2015.
Sede
Centro studi nazionale Cisl, Firenze.
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Sviluppo e specializzazione
delle competenze
Teoria e tecniche di negoziazione partecipativa
Obiettivi generali
In Italia, come in molti altri paesi europei, è evidente la tendenza
ad un progressivo ampliamento dell’ambito di applicazione della
contrattazione collettiva decentrata, così come previsto da molti
accordi interconfederali, e in particolare dall’accordo del giugno
2011, poi recepito dal Testo Unico sulla Rappresentanza del gennaio 2014. È a tutti chiaro che la «qualità» della contrattazione
decentrata è un fattore chiave per lo sviluppo di Relazioni Industriali «partecipative», che costituiscono l’obiettivo primario della
strategia Cisl. Ma un’efficace gestione del «tavolo negoziale»
presuppone, per un contrattualista, non solo conoscenze specifiche (di ordine economico, sociologico, giuridico, organizzativo), ma anche competenze decisionali, relazionali e gestionali
che possono essere conseguite solo con l’esperienza concreta
e con esercizi di simulazione che stimolino la rielaborazione e la
verifica delle pratiche operative acquisite sul campo. «La simulazione è uno strumento particolarmente efficace per avvicinarci
alla complessità senza pagare i costi dell’errore» (Provasi, 1993).
L’importanza delle simulazioni nella formazione degli adulti è andata crescendo con il crescere della complessità dei contesti di
lavoro e con l’accentuata necessità di apprendere abilità piuttosto che semplici conoscenze. È insomma ineludibile il ruolo dell’esperienza concreta nell’affrontare situazioni sempre diverse,
sviluppando competenze acquisibili solo per prova ed errore in
una continua modifica e rielaborazione delle capacità acquisite.
Obiettivo generale del corso è quello di formare contrattualisti
che, sulla base di conoscenze adeguate sulle diverse forme che
può assumere un processo negoziale, sappiano interpretare in
modo efficace il ruolo loro assegnato, individuando le strategie
e le modalità di comunicazione più adeguate al conseguimento
degli obiettivi attesi.
Obiettivi didattici
Il corso, rivolto a operatori e segretari Ust, Usr e delle Federazioni di categoria, ha l’obiettivo di:
► affrontare, sia da un punto di vista teorico che esperienziale,
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i modelli interpretativi ed i concetti fondamentali della negoziazione;
► approfondire le problematiche relative alle strategie di negoziazione più efficaci;
► sperimentare attraverso simulazioni di contrattazione i comportamenti degli attori ed i risultati delle loro decisioni e delle loro
strategie.
Contenuti
► La comunicazione persuasiva.
► Limiti e condizioni per definire una situazione negoziale.
► Le strutture e le strategie della negoziazione: i giochi distributivi e i giochi integrativi.
► Il dilemma del prigioniero e le qualità del buon negoziatore.
► Simulazione negoziale.
► Le fasi del processo negoziale.
► Come valutare un accordo.
Destinatari
Il percorso, rivolto a operatori e segretari di Usr, Ust e delle Federazioni di categoria con delega alle politiche di contrattazione
decentrata per un numero massimo di 20 partecipanti.
Durata e data
Un modulo di 3 giornate.
7-9 ottobre 2015.
Gestione finanziaria
Premessa
La questione finanziaria si pone sempre come elemento di complessità nella gestione di una struttura sindacale, sia che si tratti
di investire un patrimonio accumulato che di investimenti o debiti. La dimensione della struttura, necessaria per ottimizzare
l’equilibrio costi-ricavi e le economie di scala, può rendere più
acuto il problema.
La premessa fondamentale è la programmazione delle risorse in entrata e in uscita ed il loro monitoraggio.
Il corso, consistente in una sola giornata, ha l’obiettivo di offrire la conoscenza di concetti, strumenti tecnici e metodologie
per la gestione degli investimenti e dei debiti.
Obiettivi generali
Il corso si propone di offrire a chi ha responsabilità amministrative nelle Federazioni nazionali e nelle Usr di conoscenze e capacità per lo sviluppo e la gestione efficace delle risorse finanziarie di una struttura.
Sede
Centro studi nazionale Cisl, Firenze.
Obiettivi didattici
Far acquisire conoscenze su elementi tecnici e modalità di gestione della liquidità, delle forme di investimento a medio e lungo
termine, dell’indebitamento nelle sue varie forme.
Responsabilità
Elisabetta Biliotti, Centro studi nazionale Cisl, in collaborazione
con i Dipartimenti confederali interessati alla contrattazione dei
settori privati e pubblici.
Contenuti dell’attività didattica
► La liquidità.
► Gli investimenti.
► L’indebitamento.
Destinatari
Segretari Usr e di Federazione nazionali di categoria, per un
massimo di 25 partecipanti.
Data
10 dicembre 2015.
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Sede
Centro studi nazionale Cisl, Firenze.
Responsabilità
Luigi Lama, Centro studi nazionale Cisl, in collaborazione con il
Dipartimento Amministrativo.
Contrattualisti territoriali esperti nuovo welfare
Premessa
Le politiche di welfare sono sottoposte ad un processo di profonda revisione che incide sulle responsabilità istituzionali, le dotazioni finanziarie, gli assetti organizzativi e di gestione dei servizi, la selezione delle prestazioni e dei beneficiari. Gli esperti
contrattualisti di welfare debbono quindi confrontarsi con una
complessità che deve tenere in equilibrio l’ampliamento/articolazione dei bisogni sociali, la contrazione di risorse del bilancio
pubblico, i processi di riforma della Pa, lo sviluppo del welfare
contrattuale, la crescente domanda di qualità e partecipazione
dei lavoratori, dei pensionati e delle loro famiglie.
Obiettivo
L’obiettivo generale è quello di accrescere nei contrattualisti sociali
la consapevolezza della rilevanza dell’azione di negoziazione sociale sul territorio, in sinergia con la contrattazione di secondo livello
aziendale e nella Pa e fornire contenuti e metodi per qualificare la
partecipazione alla governance locale delle politiche di welfare sia
nei processi istituzionali che nelle relazioni con gli altri attori sociali.
Contenuti generali
I contenuti specifici di seguito riportati seguiranno alcuni fili rossi
dell’innovazione del welfare:
► il rovesciamento della logica piramidale centro/periferia;
► la centralità della persona nelle sue relazioni familiari;
► lo sviluppo del sistema dei servizi e sua rilevanza nei processi
di revisione amministrativa e del lavoro pubblico;
► l’integrazione strutturale delle politiche (organizzativa, gestionale e professionale);
► il coordinamento tra negoziazione sociale e contrattazione
aziendale e nella Pa;
► la cooperazione tra soggetti istituzionali e sociali;
e due temi chiave connessi alla necessità di governo della complessità sociale:
► sviluppare politiche a partire dalla lettura ed interpretazione
delle reali dinamiche territoriali;
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► accrescere la qualità dei sistemi garantendo sempre maggiore
equità.
Responsabilità
Natale Madeo, Dipartimento Formazione sindacale, in collaborazione con il Dipartimento Politiche sociali.
Contenuti specifici
► Approfondimento degli obiettivi strategici e linee guida della
Cisl in ordine alla contrattazione sociale.
► Analisi del contesto socio economico e dei mutamenti della
domanda sociale.
► Illustrazione delle politiche nazionali e dei processi di riforma
istituzionale ed amministrativa come vincoli ed opportunità a livello locale.
►Approfondimenti di politiche integrate e multilivello su aree tematiche di particolare rilievo: famiglia e infanzia, disabilità non
autosufficienza, povertà.
► Approfondimenti su questioni di sistema: selettività, Isee e politiche di welfare, qualità della rete dei servizi.
► Analisi del welfare contrattuale nell’ambito del sistema dei servizi alla persona ed alla famiglia.
► Analisi dei processi e degli attori della negoziazione sociale
ed esperienze significative.
► Elementi di conoscenza e capacità di utilizzo degli strumenti
nazionali di supporto alla contrattazione (Osservatorio sociale, Igf
famiglia, Portale Aida/Cisl, Simulatore Isee/calcolatore) adottati
a livello confederale.
Partecipanti
► Componenti di Segreteria delle Unioni e delle Federazioni già
impegnati nella contrattazione sociale territoriale o che saranno
investiti di questo ruolo.
► Staff di supporto alla contrattazione sociale.
► Preferenza alle regioni o territori che non hanno partecipato
a percorsi precedenti.
Date
1° modulo: 14-17 settembre 2015.
2° modulo: 2-5 novembre 2015.
3° modulo: 18-21 gennaio 2016.
4° modulo: 7-10 marzo 2016.
5° modulo: 16-19 maggio 2016.
Sede
Centro studi nazionale Cisl, Firenze.
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La formazione di base per i delegati Rsu e Rsa
Premessa
Si avverte l’urgenza e la necessità di adeguare l’azione formativa della Cisl ai reali fabbisogni delle strutture territoriali e delle
Federazioni di categoria che sono chiamate a sostenere ed implementare l’azione dei nostri eletti nelle Rsu e dei nostri delegati nelle Rsa. Le molteplici e variegate esperienze formative
realizzate nelle strutture e nelle Federazioni di categoria non
sempre hanno offerto un quadro di coerenza negli obiettivi, nei
contenuti e nei percorsi, rendendo in alcuni casi inadeguata e
poco proficua la formazione svolta.
Oggi, la formazione delle Rsu e Rsa «costituisce uno strumento fondamentale per allineare e connettere il sindacato alle
trasformazioni in atto in quanto consente di sviluppare processi
di manutenzione continua sia delle competenze sindacali trasversali che specifiche».
Pertanto, diventa indispensabile e necessario poter fare riferimento ad un «testo formativo organico» al quale le strutture territoriali (Ust e Usr) e le Federazioni di categoria possano attingere per i loro bisogni formativi.
Negli ultimi mesi del 2014 un gruppo di formatori ha elaborato un progetto di formazione di base per le Rsu e Rsa. Si tratta
di un progetto aperto alla discussione e che va integrato con le
esperienze realizzate dai formatori nei diversi contesti organizzativi. Il progetto prende a riferimento il delegato Rsu o Rsa dal
momento della sua candidatura alla sua azione di leader contrattuale nei luoghi di lavoro. Il progetto sviluppa le seguenti
aree:
1. la candidatura del militante Cisl;
2. il delegato Rsu o Rsa come leader sociale;
3. il delegato Rsu o Rsa come leader contrattuale.
Finalità
Il Corso aggiornamento formatori si configura come un laboratorio aperto alle esperienze realizzate dai formatori che, nel
mettere insieme risorse e strumenti, lavorano nei territori per offrire alla Cisl un progetto unitario di formazione delle Rsu e Rsa.
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Il Corso aggiornamento formatori si caratterizza come un workshop finalizzato alla messa in comune dei materiali e alla creazione di un catalogo che può essere implementato come progetto unitario o realizzato in moduli formativi autonomi (finalizzati
alla messa in comune dei materiali e alla creazione di un catalogo) ai quali invitare coloro che saranno effettivamente arruolati
nella campagna formativa.
Obiettivo generale
Il Corso aggiornamento formatori Cisl si propone di riflettere, sperimentare e di validare una proposta progettuale di corso di formazione per Rsu e Rsa, da consegnare alle strutture territoriali
Cisl e alle Federazioni di categoria.
Obiettivi didattici
► Sperimentare e validare la proposta progettuale elaborata dal
pool di esperti formatori nazionali.
► Individuare le competenze soglia che devono acquisire le Rsu
e le Rsa nella gestione efficace dei modelli di rappresentanza e
di contrattazione.
► Individuare, assemblare e catalogare strumenti didattici utili
e idonei alla gestione della formazione di base per Rsu e Rsa (i
tools della formazione Rsu e Rsa).
Metodi
Il Corso di aggiornamento assume la forma di un corso di specializzazione (workshop) sui materiali didattici (tools) che dovranno rappresentare le risorse strumentali alle quali i formatori
potranno attingere per la realizzazione dei corsi. La metodologia
formativa si svilupperà con un mix di approcci e di metodi didattici: peer tutoring, coaching, apprendimento cooperativo, knowledge transforming (trasformare in pratica operativa ciò che si
apprende).
Destinatari
Il corso è riservato a formatori Ust, Usr e Federazioni nazionali
di categoria per un massimo di 25 partecipanti che sono impegnati direttamente nella formazione di base per Rsu e Rsa.
Data
13-17 luglio 2015.
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Sede
Centro studi nazionale Cisl, Firenze.
Responsabilità
Enzo Marrafino, Dipartimento Formazione sindacale.
Costruire la rete Cisl
per una progettazione europea efficace
Analisi dei bandi, sinergie progettuali, scambio
di buone prassi, rafforzamento dei partenariati
Obiettivi generali
La programmazione dei Fondi comunitari 2014-2020 pone delle
rinnovate sfide anche per chi, nel sindacato, propone progetti europei per realizzare attività transnazionali di ricerca e formazione,
legati al dialogo sociale europeo.
Con il 2014 le modalità e le tipologie delle linee di finanziamento dell’Unione europea sono state rinnovate anche per quel
che riguarda i bandi riservati o che possono essere utilizzati dalle
organizzazioni sindacali.
A tal fine la Cisl, in collaborazione con la Ces (Confederazione
europea dei sindacati) organizza un seminario formativo per:
► informare le strutture territoriali e categoriali, gli enti e le associazioni legate alla Cisl sulle modalità per ricevere finanziamenti per le attività legate al dialogo sociale europeo;
► presentare e analizzare le opportunità dei programmi di finanziamento;
► riflettere su come implementare qualitativamente e quantitativamente le attività progettuali nel periodo 2014-2020;
► condividere informazioni sui partenariati al fine di promuovere
sempre più forti reti sindacali transnazionali;
► promuovere la collaborazione e la conoscenza relative ai progetti europei all’interno della Cisl e lo scambio di buone prassi.
Contenuti formativi e modalità didattiche
Nel corso del seminario oltre alle relazioni frontali e all’illustrazione di alcuni progetti europei, verranno svolte sessioni di lavoro
di gruppo per sviscerare opportunità e criticità dei bandi e della
costruzione dei partenariati. Sarà inoltre possibile incontrare i responsabili istituzionali delle Agenzie dei ministeri del Lavoro e
dell’Istruzione (Isfol e Indire) che affiancano gli enti presentatori
in alcune linee progettuali e il responsabile progettazione europea della Confederazione europea dei sindacati.
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Destinatari
Responsabili formazione sindacale, responsabili progettazione
sindacale, responsabili Dipartimenti internazionali ed europei di
Federazioni di categoria, Unioni sindacali regionali, Unioni sindacali territoriali che svolgono attività e progettazione sindacale
transnazionale.
Responsabili e progettisti di enti e associazioni Cisl coinvolti nella
progettazione europea.
Partecipanti
20-25.
Data
25-26 marzo 2015.
Sede
Centro studi nazionale Cisl, Firenze.
Responsabilità
Francesco Lauria, Centro studi nazionale Cisl, in collegamento
con la Segreteria generale.
L’azione sindacale a livello europeo e globale
Radici, attualità e prospettive
La dimensione internazionale è stata da sempre fondamentale
e costitutiva per il sindacato.
Ciò che cambia oggi è il contesto economico globalizzato in
cui si sviluppa e si rinnova l’internazionalismo sindacale che assume sempre più centralità e connessione con l’azione sindacale
quotidiana.
Anche in considerazione dell’approssimarsi del Congresso
della Confederazione europea dei sindacati e con l’intento di intrecciare l’azione europea e globale della Cisl con tutta una serie di tematiche rilevanti anche a livello nazionale, nasce l’esigenza di organizzare un corso di formazione rivolto ad operatori
e segretari con specifica delega nell’organizzazione.
Obiettivo
Acquisire le competenze essenziali per:
► conoscere la storia dell’azione sindacale Cisl nell’orizzonte europeo ed internazionale e nelle organizzazioni sindacali sovranazionali (Ces, Ituc, Tuac);
► conoscere ed approfondire il funzionamento e le prospettive delle
due principali organizzazioni sindacali cui aderisce la Cisl (Ces, Ituc);
► approfondire i meccanismi, i contenuti e le prospettive del dialogo sociale europeo;
► approfondire gli strumenti maggiormente rilevanti nel campo
della contrattazione transnazionale (Cae, linee guida Ocse, documenti Ilo, International Framework agreements);
► approfondire le modalità di azione sindacale transnazionale
anche in rapporto a campagne ed alleanze con altri soggetti (organizzazioni non governative, campagne internazionali, associazioni dei consumatori, ecc.).
Contenuti
► L’attività internazionale e la nascita del sindacato. La scelta
e l’azione internazionale della Cisl. La nascita dell’Iscos e dell’Anolf. La costruzione della rete internazionale del patronato. Il
ruolo della formazione sindacale e del Centro studi di Firenze
nella costruzione di rapporti internazionali sindacali.
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► Come funzionano il sindacato europeo ed il sindacato mondiale. Il ruolo delle confederazioni e delle federazioni europee e
mondiali. Le prospettive.
► Il dialogo sociale europeo: da Val Duchesse a Europa 2020.
Il Fondo sociale europeo nella crisi.
► Le direttive europee ed il ruolo del sindacato. Sindacato europeo e politiche di austerity. Quali alternative?
► Il sindacato e la contrattazione transnazionale, quali strumenti? I Comitati aziendali europei, le linee guida Ocse, principi
guida Ilo, accordi aziendali transnazionali, ecc., la Corporate social responsibility e la democrazia economica.
► Globalizzazione e democrazia sociale: il ruolo del sindacato
e le alleanze. Il rapporto con i movimenti e le associazioni e l’organizzazione di campagne internazionali.
► Il sindacato e la costruzione degli Stati Uniti d’Europa.
Destinatari
► Operatori e dirigenti sindacali di strutture che si occupano di
tematiche internazionali.
► Responsabili ed operatori Iscos-Cisl e Anolf.
Durata
Il corso si compone di due moduli formativi di tre giornate di lavoro.
Verrà inoltre svolta attività formativa a distanza tra il primo ed il
secondo modulo.
Date
1° modulo: 25-27 maggio 2015.
2° modulo: 9-11 settembre 2015.
Sede
Centro studi nazionale Cisl, Firenze.
Responsabilità
Francesco Lauria, Centro studi nazionale Cisl, in collegamento
con Dipartimento Internazionale e Segreteria generale.
Salute e sicurezza del lavoro e ambiente
Premessa
La materia della salute e sicurezza del lavoro, visto l’incidenza
che determina sulle condizioni di tutela e prevenzione sul lavoro,
ha nel tempo richiesto sempre più un livello qualificato di conoscenza e competenza specifica. A questa oggi si affiancano i temi
dell’ambiente e dell’energia che, se non affrontati sul piano sindacale, rischiano di essere posti in opposizione all’occupazione.
Da sempre si è operato per garantire in ogni territorio figure
con conoscenze e competenze tali da svolgere attività di supporto all’azione dei Rls-Rlst.
Oggi le scelte strategiche della Cisl chiedono continuità delle
esperienze formative per attuare i principi posti dal c.d. Testo Unico
(dlgs 81/2008 e s.m.i.) e dalla disciplina contrattuale, e allargare
l’attenzione alle sempre più cogenti questioni dell’ambiente.
Obiettivi didattici
► Fornire strumenti di lettura ed interpretazione della normativa,
al fine di sviluppare consapevolezza di ruolo e abilità gestionali
nel supporto all’azione di Rls-Rlst a livello territoriale in raccordo con gli organismi paritetici.
► Conoscere i caratteri fondamentali della questione dell’ambiente e dell’energia in relazione alle attività produttive di beni e
servizi e diffondere esempi positivi di azione sindacale per combinare qualità ambientale e occupazione.
Contenuti
► La normativa legislativa e contrattuale.
► La sua applicazione sul piano territoriale (esperienze e buone
prassi).
► Il raccordo con gli organismi paritetici.
► La promozione e gestione della formazione per la salute e sicurezza e ambiente.
► Il rapporto con gli altri attori nella Cisl e nel territorio.
Destinatari
Il corso è rivolto ad operatori e dirigenti sindacali con delega spe-
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cifica in materia di salute e sicurezza del lavoro e ambiente, per
un massimo di 25 partecipanti.
Date
1° modulo: 9-11 dicembre 2015.
2° modulo: 7-9 gennaio 2016.
3° modulo: 15-17 febbraio 2016.
4° modulo: 27-29 aprile 2016.
Sede
Centro studi nazionale Cisl, Firenze.
Responsabilità
Marco Lai (per la parte sicurezza del lavoro) e Luigi Lama (per
la parte ambiente), Centro studi nazionale Cisl, in collaborazione
con Dipartimento confederale Ambiente e Sicurezza del lavoro.
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Cisl e nuove strategie di comunicazione
Premessa
Al giorno d’oggi siamo letteralmente bombardati da informazioni e notizie provenienti da tutto il mondo.
Negli ultimi decenni sono stati fatti passi da gigante nel
campo della comunicazione e anche noi come sindacato dobbiamo farci portatori di questa tendenza.
Il contatto diretto e tempestivo con i nostri associati e, in generale, con i lavoratori, resta il sistema più giusto ed auspicabile
per l’azione sindacale dei nostri operatori e dei nostri dirigenti. Ma
le difficoltà logistiche, i tempi stretti, la velocità delle comunicazioni, la rapidità con la quale evolvono e si trasformano e la necessità di raggiungere quanta più gente possibile ci impongono
di stare al passo con i tempi.
Un sindacato moderno non può prescindere da una comunicazione moderna, rapida, efficace; nei confronti dei nostri associati, di tutti i lavoratori e, in genere, dell’intera società (controparti, istituzioni, mass media).
La conoscenza e l’utilizzo dei nuovi media, da parte soprattutto dei dirigenti e degli operatori interessati alla materia della
comunicazione, deve quindi diventare una delle priorità della nostra azione sindacale.
La Cisl è portatrice al suo interno degli stessi principi di relazione, partecipazione, condivisione, che animano i media e le
azioni di network.
«Stare sul pezzo» ci consente di informare i nostri associati,
di raggiungere tutti i lavoratori, e permette alla Cisl a tutti i livelli
di confermarsi un soggetto protagonista della vita economicopolitico-sociale del nostro Paese.
Ma consente anche di creare una sorta di «autostrada digitale» rivolta all’esterno, ma patrimonio dell’organizzazione, attraverso la realizzazione di una stretta sinergia tra strutture territoriali, di categoria, enti e associazioni della Confederazione.
La costituzione di un network Cisl deve essere in grado di veicolare i nostri messaggi e di moltiplicarne la visibilità e, quindi,
l’efficacia interna e nei confronti dell’opinione pubblica.
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Obiettivi generali
Il corso è finalizzato a diffondere tra i dirigenti sindacali e i responsabili della comunicazione una nuova conoscenza delle
strategie e dei veicoli comunicativi più efficaci nel contesto che
stiamo vivendo e delle competenze necessarie al fine di gestire
il cambiamento e raggiungere una maggiore visibilità.
Obiettivi didattici
► Conoscere i nuovi paradigmi e i modelli della comunicazione
nell’era della globalizzazione.
► Padroneggiare e utilizzare le tecnologie in rapida evoluzione
derivanti dal web.
► Sviluppare abilità e creare nuovi spazi attraverso la conoscenza delle nuove applicazioni informatiche e dei media device
di ultima generazione.
► Attivare strategie condivise, mettere a disposizione e rendere
accessibili nell’organizzazione le informazioni.
tegoria e ai responsabili ed agli operatori interessati alla materia di Usr e Federazioni nazionali di Categoria, per un numero
massimo di 25 partecipanti.
Date
1° modulo: 5-7 ottobre 2015.
2° modulo: 2-4 dicembre 2015.
3° modulo: 20-22 gennaio 2016.
Sede
Centro studi nazionale Cisl, Firenze.
Responsabilità
Maria Berretta, Dipartimento Formazione sindacale, in collaborazione con l’Ufficio stampa Cisl.
Contenuti
► Fornire conoscenze in merito ai differenti strumenti e canali
informativi in essere, esterni e interni, all’organizzazione.
► Far acquisire competenze rispetto all’utilizzo di tali strumenti
e delle risorse organizzative disponibili per la comunicazione personale ed organizzativa.
► Saper gestire il rapporto con gli interlocutori della comunicazione; saper comunicare, saper contaminare, saper diffondere
capillarmente le informazioni all’interno e all’esterno dell’organizzazione.
► Saper progettare e supportare un evento informativo/comunicativo.
► Saper elaborare un piano di comunicazione.
► Saper individuare il target di riferimento di intervento comunicativo/organizzativo e saper identificare le differenti fasi di attuazione dell’intervento.
► Saper scegliere quale mezzo e supporto sono i più efficaci in
base alla situazione da affrontare e saper pianificare il rapporto
costi/benefici.
► Teorie e tecniche di strategie di marketing organizzativo/associativo.
Destinatari
Il corso è rivolto ai segretari di Usr-Ust e di Federazione di ca-
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Le politiche a sostegno delle famiglie:
la contrattazione sociale
e l’azione sindacale della Cisl
Premessa
La Cisl esprime, nelle sue radici storiche, una vocazione sociale
nella rappresentanza e nella tutela delle persone e delle famiglie.
I dati ci dicono che oggi in Italia sono le famiglie il soggetto a
maggior rischio di povertà. L’incidenza della povertà cresce in
modo esponenziale con l’aumentare del numero dei figli.
Le condizioni di povertà si concentrano nelle regioni del sud,
lì dove anche le reti del welfare e gli investimenti di spesa sociale
sono più deboli.
Particolarmente critica la condizione di 1.162 mila famiglie (il
4,7% delle famiglie residenti) che vive in condizioni di povertà assoluta, e che non è in grado di disporre dei beni essenziali per
la vita quotidiana.
Partendo da questi dati le iniziative a sostegno delle politiche familiari si sono rafforzate nel quadro dell’azione sindacale della Cisl.
Negli ultimi anni abbiamo sviluppato riflessioni ed iniziative
per favorire la crescita, innovare il welfare, garantire l’effettività
dei diritti, sostenendo l’importanza, il ruolo e le funzioni svolte
dalle famiglie, attraverso interventi organici e servizi mirati a livello nazionale, ma soprattutto territoriale.
► Individuare strumenti per migliorare l’azione a sostegno delle
politiche familiari.
Destinatari
Il corso è rivolto ai segretari di Usr, Ust e di Federazioni di categoria con delega alle politiche sociali ed operatori e responsabili di progetto, per un massimo di 25 partecipanti.
Date
9-11 novembre 2015.
Sede
Centro studi nazionali Cisl, Firenze.
Responsabilità
Natale Madeo, Dipartimento Formazione sindacale, in collaborazione con il Dipartimento Politiche sociali.
Obiettivi generali
Sviluppare un’analisi e una valutazione del grado di familiarità
delle politiche di welfare, attraverso lo studio delle attività pratiche svolte nei territori, che permetta di definire la qualità e la
quantità dell’azione sindacale a sostegno delle politiche per la famiglia, attraverso gli strumenti di analisi, di cui la Cisl si è dotata,
per la contrattazione sociale
Obiettivi didattici
► Analizzare esperienze pratiche di tutela delle famiglie a livello
territoriale.
► Elaborare sintesi dei dati pervenuti attraverso l’Osservatorio
sociale.
► Sviluppare conoscenze circa l’incidenza delle azioni concertative a livello territoriale.
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Master di diritto del lavoro
Premessa
La disciplina del rapporto e del mercato del lavoro è soggetta a significativi mutamenti, principalmente dovuti all’emanazione dei decreti attuativi del c.d. Jobs Act (legge delega 183/2014). Questo
sia sul versante delle tipologie contrattuali, tramite una semplificazione delle stesse ed una forte incentivazione delle assunzioni
con contratto a tempo indeterminato «a tutele crescenti», sia sul
versante degli ammortizzatori sociali e delle politiche per l’impiego
(si veda ad esempio il nuovo istituto del contratto di ricollocazione).
La disciplina contenuta nel c.d. «Testo Unico sulla Rappresentanza» necessita peraltro di pratica attuazione ed estensione e non è del tutto escluso un intervento legislativo anche su
tale materia.
È opportuno approfondire tali aspetti di carattere normativo,
indispensabili per l’agire sindacale, tramite uno specifico percorso formativo, di taglio universitario.
lega sul mercato del lavoro e sulla rappresentanza, per un massimo di 25 partecipanti.
Date
1° modulo: 28-30 settembre 2015.
2° modulo: 23-25 novembre 2015.
3° modulo: 1-3 febbraio 2016.
4° modulo: 4-6 aprile 2016.
Sede
Centro studi nazionale Cisl, Firenze.
Responsabilità
Marco Lai, Centro studi nazionale Cisl, in collaborazione con Dipartimento Mercato del lavoro e altri Dipartimenti confederali
competenti.
Obiettivi didattici
Acquisizione di conoscenze sulle nuove regole del diritto e del
mercato del lavoro, con attenzione alle questioni della rappresentanza.
Contenuti
► Il mercato del lavoro in Italia ed in Europa.
► Il Jobs Act ed i decreti attuativi.
► Il contratto a tempo indeterminato «a tutele crescenti».
► Il riordino delle tipologie contrattuali.
► Gli interventi sulla disciplina del rapporto di lavoro.
► I nuovi ammortizzatori sociali (Naspi, Asdi, Dis-Coll).
► Il riordino dei servizi per l’impiego ed il loro funzionamento.
► Formazione, bilateralità e ricollocazione dei lavoratori.
► La rappresentanza tra legge e contrattazione collettiva.
► Rappresentanza e partecipazione.
Destinatari
Dirigenti di Ust/Usr e Federazioni nazionali di categoria, con de-
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Il rapporto di lavoro e la sua regolazione
2° modulo: 13-15 gennaio 2016.
3° modulo: 7-9 marzo 2016.
Seminario di aggiornamento (due giorni, data da definire).
Sede
Centro studi nazionale Cisl, Firenze.
Premessa
Accanto all’azione contrattuale particolarmente rilevante, in un
contesto di perdurante crisi economica e produttiva, è l’assistenza
individuale del lavoratore da parte degli operatori di uffici vertenze
a rappresentare una realtà consolidata nell’ambito della rete dei
servizi Cisl. Al riguardo si richiedono conoscenze e competenze
in continuo aggiornamento, stante anche le modifiche del quadro
normativo. Pare dunque opportuno dare continuità al forte impegno formativo realizzato per tali figure nell’ultimo anno.
Responsabilità
Marco Lai, Centro studi nazionale Cisl, d’intesa con il Dipartimento Organizzativo, il Coordinamento nazionale Uffici vertenze
Cisl.
Obiettivi didattici
► Fornire conoscenze sui principali istituti del diritto del lavoro,
a partire dal sistema delle fonti, nonché sui termini del linguaggio giuridico.
► Acquisire competenze specifiche per la gestione delle vertenze individuali di lavoro, con particolare attenzione agli strumenti per la risoluzione stragiudiziale delle controversie.
► Promuovere modalità operative e buone prassi.
Contenuti
► Le fonti del diritto del lavoro e del diritto sindacale.
► La riforma delle tipologie contrattuali e degli ammortizzatori
sociali nel Jobs Act.
► Il contratto a tempo indeterminato «a tutele crescenti».
► Gli strumenti di risoluzione stragiudiziale delle controversie di
lavoro: conciliazione e arbitrato.
► Retribuzione e Tfr.
► La previdenza complementare.
► La tutela dei crediti di lavoro e il Fondo di garanzia.
Destinatari
Responsabili di uffici vertenze territoriali, per un massimo di 25
partecipanti.
Date
1° modulo: 16-18 novembre 2015.
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Analisi economico-finanziaria di impresa,
gestione delle crisi e ristrutturazioni aziendali
per contrattualisti dei settori privati
grado di sviluppare velocemente strumenti e procedure partecipative per facilitare l’incontro domanda-offerta sul mercato del lavoro, e per accompagnare con la formazione e politiche davvero
«attive» la mobilità da posto di lavoro a posto di lavoro dei lavoratori espulsi dai processi produttivi.
Obiettivi generali
Il documento Confindustria Cgil Cisl Uil del 2 settembre 2013 ha
indicato chiaramente nelle politiche industriali, accanto a quelle
fiscali e alla revisione degli assetti istituzionali e efficienza della
pubblica amministrazione, una delle leve fondamentali per uscire
dalla crisi e assicurare la crescita del sistema produttivo italiano.
L’Italia è sempre una delle principali potenze industriali nel
mondo, ma la sua base produttiva è stata messa a dura prova
dalla profondità e dalla durata delle due crisi che hanno colpito
i mercati internazionali e il mercato interno dal 2007 in poi. Secondo Banca d’Italia però le difficoltà dell’economia italiana
hanno un’origine ancora più lontana: già nel periodo 1995-2007
il tasso di crescita del Pil era stato poco più della metà di quello
europeo (1,5% contro il 2,5%), e dunque inferiore a quello delle
altre economie dell’area euro.
Il cambiamento del paradigma tecnologico causato dalle
nuove tecnologie, l’integrazione mondiale dei mercati reali e finanziari, l’emergere di nuovi paesi competitor su scala globale,
ecco le nuove sfide che l’Italia ha fatto fatica a fronteggiare. Anche se ancora non siamo usciti dalla crisi, le più recenti analisi
congiunturali vedono «una luce in fondo al tunnel»: allo sviluppo
della domanda estera si sta infatti affiancando un debole risveglio anche del mercato interno. Come agganciare questi segnali
di ripresa? Conoscenza, innovazione, apertura internazionale, investimenti e capitalizzazione adeguata sono le parole chiave
per l’impegno di Governo e parti sociali nei prossimi mesi.
Anche il sindacato ha un ruolo forte da giocare, con un’azione
di stimolo e proposta per anticipare e governare i processi di crisi
e ristrutturazione di impresa su cui si gioca il futuro di potenza
industriale del paese, a patto che davvero riesca a dare forza e
consistenza ad un decentramento contrattuale che è ormai indispensabile per rispondere in modo puntuale alla differenziazione delle strategie competitive delle imprese.
Le recenti innovazioni introdotte dal Governo con il «Jobs
Act» possono inoltre rendere più agevole la ricerca di una via italiana alla Flexsecurity, se istituzioni e parti sociali saranno in
Obiettivi didattici
Questo corso si propone di offrire ai contrattualisti le competenze necessarie per leggere le strategie di impresa e anticipare
e/o gestire le situazioni di crisi o forte ristrutturazione/riconversione industriale.
Gli obiettivi del corso sono lo sviluppo di conoscenze e capacità operative inerenti al ruolo di contrattualista, per quanto attiene all’analisi di impresa (industria e servizi privati) e di settore
sotto il profilo economico-finanziario, la capacità di leggere e
commentare un bilancio e di ricavarne gli indicatori utili per la
contrattazione, la conoscenza delle metodologie di analisi aziendale dei costi, la gestione contrattuale dei processi di ristrutturazione e crisi aziendale, gli strumenti per una politica attiva del
mercato del lavoro e la conoscenza dei diritti di informazione e
partecipazione.
A tal fine, saranno utilizzati anche i nuovi strumenti che la
Confederazione ha messo a disposizione delle sue strutture,
quali Ocsel e soprattutto Aida, il cui utilizzo deve diventare capillare e «professionale» (= capacità di lettura e analisi dei
dati), cosa per la quale la formazione è indispensabile.
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Contenuti
► Utilizzo esperto della Banca dati Aida (Bureau Van Dijk).
► Lettura e interpretazione dei documenti economici-finanziari
del bilancio di impresa (stato patrimoniale, conto economico,
nota integrativa e relazione sulla gestione).
► Strumenti di benchmarking per valutare il posizionamento
competitivo dell’impresa nel suo settore.
► Principali indicatori ricavabili del bilancio aziendale, anche in
funzione di una lettura anticipata dei segnali di crisi economicofinanziaria.
► Tecniche di controllo di gestione e metodologie di analisi dei
costi aziendali.
► Analisi e valutazione dei piani industriali.
► Procedure e cenni normativi su concordato fallimentare e concordato preventivo.
► Procedure e normative di riferimento per la contrattazione e
la gestione dei processi di ristrutturazione aziendale.
► Flexsecurity e strumenti di politica attiva del mercato del lavoro.
► Diritti di partecipazione, informazione e consultazione.
Sede
Centro studi nazionale Cisl di Firenze.
Responsabilità
Elisabetta Biliotti, Centro studi nazionale Cisl, in collegamento
con i Dipartimenti interessati.
Destinatari
Al corso saranno ammessi 25 partecipanti tra coloro che, impegnati prevalentemente a tempo pieno nell’organizzazione, sono:
► dirigenti sindacali o operatori delle categorie dei settori privati
e delle Ust che svolgono il ruolo di contrattualisti nella negoziazione di secondo livello;
► soggetti con nuove competenze create dalle aggregazioni territoriali e di settore previste dalla riforma organizzativa Cisl e
nuovi profili organizzativi che assolvano al ruolo di «facilitatori»
della contrattazione integrativa e si specializzino nella gestione
dei nuovi strumenti offerti dalla Confederazione (Ocsel e Aida).
Durata
Il corso si compone di 5 moduli, di 3,5 giorni ciascuno, più 4 moduli di formazione a distanza, realizzati utilizzando un forum che
sarà aperto sul sistema intranet First Class. Questo percorso formativo si concluderà con la consegna di un attestato di partecipazione legato non solo alla presenza in aula, ma anche alla valutazione della capacità del corsista di contestualizzare ed applicare quanto appreso, mediante l’elaborazione di uno studio di
caso aziendale: la metodologia didattica prevede infatti che nelle
fasi di lavoro a distanza ai corsisti sia richiesto di analizzare una
impresa inserita nel loro reale contesto lavorativo, utilizzando gli
strumenti di analisi forniti attraverso i moduli residenziali a Firenze.
Date
1°modulo: 21-24 settembre 2015.
1° modulo formazione a distanza: settembre-novembre 2015.
2°modulo: 30 novembre-3 dicembre 2015.
2° modulo formazione a distanza: dicembre 2015-gennaio 2016.
3°modulo: 25-28 gennaio 2016.
3° modulo formazione a distanza: febbraio-marzo 2016.
4°modulo: 14-17 marzo 2016.
4° modulo formazione a distanza: marzo-maggio 2016.
5°modulo: 9-12 maggio 2016.
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Gestione organizzativa
Responsabilità
Luigi Lama, Centro Studi nazionale Cisl, in collaborazione con
il Dipartimento Amministrativo.
Premessa
La dimensione organizzativa oggi è cruciale su due versanti. Da
un lato la capacità di rappresentanza, mantenere, accrescere le
adesioni richiede attenzione all’uso delle risorse umane e materiali delle strutture. Dall’altro occorre attuare con attenzione le
indicazioni di statuto e regolamento.
Per sistematizzare le conoscenze in questi due ambiti è stato
un momento formativo che è utile per la gestione corrente e permette di affrontare con maggiore consapevolezza l’appuntamento dell’assemblea organizzativa.
Obiettivi generali
Sistematizzare le conoscenze su questioni prioritarie per la gestione organizzativa di una struttura Cisl.
Obiettivi didattici
Conoscenze e capacità operative sui contenuti sotto indicati.
Contenuti
► Statuto e regolamento Cisl.
► Tesseramento.
► Elementi base per una campagna di comunicazione.
► Gestione del personale.
► Gestione sedi e patrimonio immobiliare.
Destinatari
Segretari Usr e di Federazione nazionali di categoria, per un
massimo di 25 partecipanti.
Data
3-5 giugno 2015.
Sede
Centro studi nazionale Cisl, Firenze.
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Gestione adempimenti assemblea organizzativa
Premessa
La Cisl sta realizzando da anni un enorme processo di riorganizzazione interna. L’Assemblea organizzativa dell’autunno 2015
sarà un’importante tappa di riflessione con bilancio di quanto realizzato e indicazioni per il futuro. Ne conseguiranno adempimenti
che presupponiamo richiedano il supporto di momenti formativi.
A questo scopo ci riserviamo di organizzare nelle date indicate un percorso formativo adeguato.
Obiettivi generali
Da definire a seguito dell’assemblea organizzativa.
Obiettivi didattici
Da definire a seguito dell’assemblea organizzativa.
Contenuti
Da definire a seguito dell’assemblea organizzativa.
Destinatari
Da definire a seguito dell’assemblea organizzativa.
Date
► 3-5 febbraio 2016.
► 9-11 marzo 2016.
Sede
Centro studi nazionale Cisl, Firenze.
Responsabilità
Luigi Lama, Centro studi nazionale Cisl, in collaborazione con il
Dipartimento Organizzativo.
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Aggiornamento strategico
Le sfide del diritto del lavoro
e del diritto sindacale
Premessa
Il diritto del lavoro è in continua evoluzione sia per quanto riguarda la disciplina del rapporto individuale del lavoro sia per
quanto riguarda il diritto sindacale.
Sul rapporto di lavoro si attendono gli interventi attuativi della
delega contenuta nel c.d. Jobs Act (legge 183/2014), specie in
tema di mansioni, controlli a distanza e orario di lavoro. In tema
di diritto sindacale molto si discute sull’implementazione del Testo Unico sulla Rappresentanza, del gennaio 2014 e dei possibili interventi sul piano legislativo.
I seminari formativi di approfondimento si svolgeranno d’intesa con il sistema universitario con cui vi è già un rapporto consolidato (Università di Firenze; Scuola di dottorato in Diritto del
lavoro dell’Università di Modena-Reggio Emilia; Università Cattolica di Milano).
Obiettivi didattici
Acquisizione di conoscenze sulle trasformazioni del diritto del lavoro e del diritto sindacale al fine di fornire strumenti di analisi e
di intervento.
Contenuti
► Il rapporto di lavoro tra esigenze di semplificazione e riregolazione.
► La rappresentanza sindacale e datoriale tra contrattazione e
legge.
► Il Codice della partecipazione e la sua applicazione.
Destinatari:
Dirigenti di Ust/Usr e Federazioni nazionali di categoria, per un
massimo di 30 partecipanti.
Date
Da definire.
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Sede
Centro studi nazionale Cisl, Firenze.
Finanza pubblica, fisco per la crescita
e fiscalità locale
Responsabilità
Marco Lai, Centro studi nazionale Cisl, in collaborazione con le
Università sopra citate.
Premessa
Negli ultimi mesi lo scenario europeo ha avuto un’evoluzione
nuova e positiva. I margini di flessibilità del Fiscal Compact
sono aumentati, la nuova Commissione sembra spostare il baricentro dalla rigidità delle regole alla priorità di un piano di investimenti europeo, la Bce ha accentuato la politica monetaria
espansiva non convenzionale, anche con il varo del quantitative
easing, il programma di acquisti di titoli dei debiti sovrani dei
Paesi dell’Eurozona.
Questi segnali sono certamente positivi ma di fronte alla gravità della situazione economica e della disoccupazione e al pericolo di una stagnazione di lunga durata rischiano di rivelarsi
drammaticamente insufficienti. I «tempi» della politica europea
non sono compatibili con i tempi dei disoccupati, dei giovani
esclusi dal lavoro, dei nuovi poveri. Dopo sette anni di crisi c’è
bisogno di risposte certe, immediate e consistenti.
La strada dell’austerità finanziaria si è dimostrata non adeguata e per arrestare la recessione devono essere attivate misure per rilanciare i consumi delle famiglie e gli investimenti. Per
ottenere questo è necessario incrementare a livello europeo e
nazionale la domanda aggregata di consumi e di investimenti.
Per queste ragioni la Cisl offre il proprio contributo al rafforzamento dei redditi dei lavoratori, dei pensionati, dei consumi e
alla ripresa della crescita, presentando un progetto di legge di iniziativa popolare che spinga il Governo ad adottare una riforma
del sistema fiscale per cambiare il Paese.
Una rigorosa riforma fiscale soddisfa sia un principio etico di
giustizia e di equità sia un obiettivo economico di sviluppo e di
coesione sociale.
La Cisl propone l’introduzione di un bonus di 1.000 euro annui per tutti i contribuenti con un reddito individuale fino a 40.000
euro e un bonus di ammontare ridotto e via, via decrescente per
chi ha redditi compresi fra 40.000 e 50.000 euro.
In Italia esiste un elevato divario fra la ricchezza netta immobiliare e finanziaria e le dichiarazioni dei redditi. Il 10% più
ricco della popolazione possiede il 46,6% della ricchezza na-
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zionale (indice tra i più elevati dei Paesi Ocse) ed il 27% del reddito nazionale. Quanto maggiore è la concentrazione della ricchezza e dei redditi, tanto maggiore è la propensione al risparmio, tanto minore è il livello dei consumi, della domanda aggregata e dell’occupazione.
Anche per questi motivi e per recuperare le risorse necessarie a ridurre il carico fiscale che grava sui lavoratori e sui pensionati, la Cisl propone una grande operazione redistributiva di ricchezza e di reddito a favore delle aree sociali medio-basse che
inizi a correggere la crescita esponenziale delle diseguaglianze
che si è realizzata nell’ultimo quarto di secolo. Altre ingenti risorse
possono arrivare da un deciso intervento di razionalizzazione di
tutte le tax expenditures che non vanno a beneficio dei lavoratori
e dei pensionati, da troppo tempo oggetto di studio invece che di
intervento da parte del Mef, e da una più decisa lotta all’evasione,
in particolare quella dell’Iva, anche mediante l’introduzione di
meccanismi di contrasto di interessi fra acquirenti e venditori.
L’attuazione del federalismo fiscale si è finora risolta in un aggravio del carico fiscale per i lavoratori, i pensionati, le imprese
e i cittadini, aumentando le iniquità territoriali e fra le diverse categorie sociali. La tassazione locale è cresciuta in questi ultimi
anni a livello esponenziale. Dal 2010 al 2013 le sole addizionali
irpef regionali e comunali sono cresciute di oltre il 33%.
Occorre ripensare il modello di fiscalità locale per recuperare
un maggiore collegamento fra cosa il cittadino paga e perché.
Obiettivi generali
Il corso formativo intende sviluppare processi di analisi sulla situazione della finanza pubblica e della fiscalità locale attraverso
considerazioni sulle strategie per la crescita e lo sviluppo già evidenziate dalle tracce congressuali.
Obiettivi didattici
► Analizzare le regole sui vincoli di bilancio fissate in sede europea.
► Conoscere la situazione debitoria e i dettagli della finanza
pubblica italiana a livello centrale e locale.
► Approfondire la conoscenza sul funzionamento del sistema fiscale ed analizzarne i limiti attuali.
► Analizzare le modalità con le quali gli obblighi di equilibrio
della finanza pubblica contribuiscono a frenare la crescita nel difficile contesto attuale.
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► Analizzare il quadro normativo della fiscalità locale.
► Conoscere il sistema delle regole della fiscalità locale.
► Conoscere le voci e la composizione della fiscalità locale.
► Sviluppare strumenti di valutazione sul federalismo fiscale e
concertazione locale.
Contenuti
► Patto di stabilità europeo e fiscal compact.
► Equilibrio di bilancio e debito pubblico italiano.
► Spesa pubblica e investimenti.
► Analisi del bilancio pubblico e tax expenditures.
► Il sistema fiscale e gli obiettivi redistributivi.
► Federalismo fiscale e la formazione delle decisioni tra diversi
livello di governo.
► Sostenibilità reddituale e potere d’acquisto.
► Valutazione degli effetti delle imposte locali.
► Concertazione e bilanci comunali.
Destinatari
Il corso è rivolto ai Segretari di Usr, Ust e di Federazioni di categoria con delega alle politiche economiche e fiscali, per un
massimo di 25 partecipanti.
Date
► 19-21 ottobre 2015.
► 18-20 novembre 2015.
► 11-13 gennaio 2016.
Sede
Centro studi nazionale Cisl, Firenze.
Responsabilità
Natale Madeo, Dipartimento Formazione sindacale, in collaborazione con il Dipartimento Democrazia economica e fisco.
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Responsabilità sociale: un nuovo campo
di azione per le relazioni industriali del futuro
Perché il sindacato dovrebbe occuparsi della responsabilità sociale delle imprese?
È quello della responsabilità sociale un campo separato dalla
contrattazione, se non in contrapposizione ad essa?
Sono questi due interrogativi che spesso accompagnano un
certo scetticismo sull’importanza della Rsi all’interno della nostra
organizzazione e del sindacato in generale.
In realtà si tratta di un approccio superficiale.
Non è certo di oggi il dibattito sugli obblighi di natura sociale
dell’impresa nei confronti della società in cui opera.
Come ha ben ricordato Stefano Zamagni fin dall’Umanesimo
è noto che: «l’impresa si costituisce come impegno organizzato
nei confronti della comunità».
È chiaro che l’interpretazione del concetto di responsabilità
sociale sia cambiata con il tempo e che oggi, sotto la pressione
della società civile, l’impresa che entra nell’«agorà della comunità» si confronta contemporaneamente anche con la dimensione complessa della globalizzazione.
Non possiamo poi dimenticare un punto di riferimento ineludibile: l’art. 41 della nostra Costituzione che sottolinea come l’iniziativa economica «non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla
dignità umana».
La responsabilità sociale di impresa e di territorio, intese come
capacità di costruire un coinvolgimento autentico ed operativo di
una serie di soggetti interessati, interni ed esterni alle aziende ed
ai territori stessi, possono pertanto rappresentare un investimento
di lungo termine anche per le organizzazioni dei lavoratori.
Sindacati e organizzazioni della società civile, insieme alle autorità pubbliche, alle associazioni di consumatori ed investitori,
possono costruire un tessuto di responsabilità sociale diffusa, anche con strumenti di premialità, che incontrino l’interesse e la collaborazione delle aziende e delle associazioni imprenditoriali più
lungimiranti.
Fondamentale è la diffusione della conoscenza e delle informazioni.
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Occorre monitorare aziende, settori, territori, sviluppare accordi paritetici effettivi ed esigibili e strumenti condivisi di monitoraggio.
Il sindacato, se vuole giocare questa sfida, gode di una posizione strategica, collocandosi come cerniera, punto di congiunzione tra interno ed esterno di aziende e territori.
Per la Cisl si tratta di una sfida formativa, culturale ed operativa importante.
Obiettivo
Acquisire le competenze essenziali per:
► conoscere il quadro giuridico nazionale ed internazionale relativo alla Rsi;
► rendere il sindacato un protagonista dei processi di assunzione di responsabilità sociale delle imprese ad ogni livello;
► realizzare contrattazione per accrescere il numero di imprese
che assumono in modo esplicito e formalizzato la responsabilità
dell’impatto sociale della loro azione;
► partecipare attivamente come sindacato nel riconoscere e valutare tale impatto;
► conoscere ed analizzare le esperienze di responsabilità sociale territoriale;
► riflettere sull’applicazione dei principi della responsabilità sociale all’interno del sindacato.
Contenuti
► Confronto sui contenuti tematici della responsabilità sociale.
► Analisi di metodi ed indicatori, anche pubblici, di misurazione
della responsabilità sociale.
► Responsabilità sociale e presenza del sindacato nelle piccole
e medie imprese e nelle catene di fornitura.
► Responsabilità sociale e ruolo del sindacato in rapporto ai
gruppi multinazionali.
► Strumenti di responsabilità sociale nella contrattazione collettiva di categoria e di secondo livello.
► Rapporto e sinergia con le imprese sociali e le associazioni
dei consumatori.
► Diffusione e conoscenza delle buone pratiche aziendali e territoriali.
► Rapporto con le istituzioni pubbliche, ad ogni livello, per assicurare che la responsabilità sociale indirizzi le politiche pubbliche
e, in particolare, l’emanazione di regole relative agli appalti.
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► Visione effettiva del sindacato e degli enti ed associazioni ad
esso collegati, come soggetti socialmente responsabili, anche al
loro interno.
Destinatari
► Operatori e dirigenti sindacali di strutture che realizzano o intendono avviare strategie sindacali di contrattazione e partecipazione sulla responsabilità sociale dell’impresa a livello aziendale, territoriale, settoriale, nazionale ed europeo.
► Responsabili ed operatori Iscos-Cisl e Adiconsum.
► Responsabili ed operatori coinvolti in iniziative legate alla responsabilità sociale ed interessati a costituire una rete di «referenti» Cisl sulla responsabilità sociale.
Durata
Il corso si compone di 2 moduli formativi di 3 giornate di lavoro.
Verrà inoltre svolta attività formativa a distanza tra il primo ed il
secondo modulo.
Date
1° modulo: 15-17 febbraio 2016.
2° modulo: 18-20 maggio 2016.
Sede
Centro Studi nazionale Cisl, Firenze.
Responsabilità
Francesco Lauria, Centro Studi nazionale Cisl, in collegamento
con Dipartimento Democrazia economica.
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Economia reale, investimento socialmente
responsabile e sviluppo locale: una sfida
e un’opportunità per i fondi pensione
Obiettivi generali
La previdenza complementare non può progredire al di fuori del
contesto economico e produttivo che la esprime. La crisi economica limita la crescita delle adesioni ai fondi pensione; disperde tramite le interruzioni occupazionali quelle già realizzatesi in precedenza; riduce le potenzialità contributive dei lavoratori e delle imprese; sospinge, infine, le preferenze delle persone più verso la liquidità immediata, rinunciando alla possibilità
di una pensione adeguata alle esigenze future.
È per queste ragioni che la previdenza complementare non
può esimersi dal ricercare strumenti e modalità che consentano,
nel pieno rispetto della finalità sociale ad essa assegnata, di restituire al mondo del lavoro e al sistema economico e produttivo,
almeno una parte di ciò che essi stessi hanno creato.
La legge di Stabilità per il 2015, nell’aumentare al 20% l’imposta sostitutiva sui risultati maturati dai fondi pensione, ha previsto un credito d’imposta del 9% sui rendimenti maturati in investimenti in attività di carattere finanziario a medio e lungo termine, individuate con decreto del ministro dell’Economia e delle
Finanze.
Questo tema non esaurisce le necessità dei fondi pensione
di ricercare anche altre opportunità di investimento, in grado di
mantenere – diversificando gli strumenti finanziari utilizzabili e
decorrelando meglio i rischi – un livello di redditività adeguato
anche nel futuro, soprattutto in una prospettiva caratterizzata
dalla discesa dei tassi di interesse dei titoli governativi, dall’andamento fiacco dei mercati obbligazionari, dalla turbolenza e
dalla volatilità di quelli azionari.
L’investimento «socialmente responsabile» consente di affiancare, agli obiettivi tipici della gestione finanziaria, anche
aspetti di natura sociale ed ambientale, che consentono di valutare assetti intangibili e variabili non finanziari e utili per far
emergere e selezionare imprese ad alto potenziale di sviluppo
e crescita. L’introduzione di aspetti di natura ambientale e sociale
nell’analisi e nel controllo dei rischi finanziari, rappresenta un’opportunità per gli investitori istituzionali e per le stesse imprese po-
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tenzialmente destinatarie dell’investimento, perché questi assetti
sono ormai in grado di influire fino al 30% circa del valore di un
titolo di un’impresa a medio-alto livello di capitalizzazione.
Perché i fondi pensione italiani non hanno, finora, raccolto
pienamente questa sfida? Cosa è necessario fare affinché il settore della previdenza complementare possa destinare – liberamente e volontariamente – almeno una parte del risparmio previdenziale al finanziamento dell’economia reale, allo sviluppo infrastrutturale e delle piccole e medie imprese italiane e integrare
nel processo di investimento aspetti di natura sociale e finanziaria, in cambio di buoni rendimenti ed adeguate condizioni di
controllo del rischio per gli aderenti?
Contenuti formativi e modalità didattiche
Il seminario cercherà di rispondere a queste domande con il contributo autorevole di studiosi ed esperti del settore della previdenza complementare, della finanza e dell’investimento socialmente responsabile valorizzando un processo di apprendimento
partecipativo e la presentazione di buone prassi.
Destinatari
Rappresentanti Cisl, ad ogni livello nei fondi pensione, segretari
con delega alla previdenza complementare.
Partecipanti
20-25.
Data
12-13 novembre 2015.
Sede
Centro Studi nazionale Cisl, Firenze.
Responsabilità
Francesco Lauria, Centro Studi nazionale Cisl, in collegamento
con il Dipartimento Democrazia economica, fisco e previdenza.
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Corsi di formazione
e progetti di ricerca europei
Politiche organizzative e di comunicazione
per rafforzare la sindacalizzazione
dei lavoratori dipendenti
Corso Etui-Cisl-Tco
Descrizione del corso
I lavoratori dipendenti rappresentano la più significativa frazione
della forza lavoro in Europa, in particolare nei settori produttivi
che mantengono tassi di crescita nonostante la crisi.
Soprattutto nel settore privato il numero dei lavoratori dipendenti di alcuni settori, si pensi alle nuove tecnologie o alla farmaceutica, cresce significativamente, nonostante la crisi.
Ma i nuovi lavoratori, spesso impiegati con alte qualifiche,
sono di difficile sindacalizzazione. Allo stesso tempo i sindacati
si imbattono in difficoltà notevoli per coinvolgere e iscrivere i giovani lavoratori (non solo quelli impiegati con contratti temporanei).
Il tema della sindacalizzazione di queste tipologie di lavoratori è molto importante sia per rafforzare il ruolo del sindacato sia
rispetto alle dinamiche del mercato del lavoro e al rafforzamento
della contrattazione collettiva.
Partner
Etui, Tco Svezia, Cisl Italia.
Gli obiettivi del corso sono:
► descrivere e analizzare con quali modalità i sindacati in Europa organizzano lavoratori dipendenti, in particolare nel settore
privato;
► comprendere:
• qual è l’ostacolo principale per organizzare i lavoratori con
alte qualifiche;
• quali le modalità per organizzarne la sindacalizzazione;
• quali sono le difficoltà specifiche rispetto al coinvolgimento
dei giovani lavoratori dipendenti;
• quali sono le buone pratiche nell’organizzazione e nella comunicazione (interna ed esterna) rispetto alla sindacalizzazione
di queste tipologie di lavoratori.
Le lingue di lavoro del corso sono inglese, francese, italiano.
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Destinatari
Responsabili sindacali che operano nell’ambito della sindacalizzazione dei lavoratori.
Corsi europei in partenariato con Etui
che verranno realizzati nel corso del 2016
Data
6-10 ottobre 2015.
Corso Etui Cisl
Responsabilità
Francesco Lauria, Centro Studi nazionale Cisl.
Collective bargaining and social dimensions. Voluntary occupational welfare agreements and trade union role to reconcile work and family life
La contrattazione collettiva e la dimensione sociale. Il welfare
aziendale e il ruolo dei sindacati nella promozione della conciliazione tempi di vita tempi di lavoro
Luogo di svolgimento
Centro studi nazionale Cisl, Firenze.
Responsabilità
Francesco Lauria, Centro studi nazionale Cisl, in collaborazione
con Dipartimento Politiche sociali.
***
Corso Etui Cisl Comisiones Obreras
Local Public Services transformations around Europe. The
role of trade unions
La trasformazione in Europa dei Servizi Pubblici Locali. Il ruolo
del sindacato
Luogo di svolgimento
Madrid, Escuela sindical Muñoz Zapico.
Responsabilità
Francesco Lauria, Centro studi nazionale Cisl, in collaborazione
con Dipartimento Terziario e servizi.
***
Kit metodologico formativo europeo in cooperazione Etui
Trade Unions Training for life long learning development in
small and medium enterprises
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Il ruolo della formazione sindacale nello sviluppo dei processi di
apprendimento nelle piccole e medie imprese
Nel corso del 2016 la Cisl realizzerà, in collaborazione con Etui,
un kit metodologico formativo europeo sul suddetto tema.
Responsabilità per il kit metodologico
Francesco Lauria, Centro Studi nazionale Cisl, e Natale Madeo,
Dipartimento Formazione sindacale.
Progetti europei
Progetti europei che coinvolgono la Cisl
come co-presentatrice
VP/2014/007/0041 – Enacting – Enable cooperation and mutual learning for a fair posting of workers
Rafforzare la cooperazione e l’apprendimento reciproco per un
equo distacco dei lavoratori
Progetto europeo che coinvolge Cisl (co-applicant), Iscos (co-applicant), Filca Cisl e Fit Cisl (organizzazioni associate).
Capofila del progetto: Istituto Tagliacarne. Altri partner significativi: ministeri del Lavoro italiano e rumeno, sindacati tedeschi,
belgi e rumeni.
Periodo di attività
Marzo 2015–settembre 2016.
Normativa europea di riferimento
Processo di recepimento della direttiva Ue 2014/67 sul rafforzamento delle procedure di controllo sui lavoratori distaccati.
Progetti europei che coinvolgono la Cisl
come organizzazione associata
VS/2014/0361 – Setting up a quality framework for apprenticeship and work-based learning
Realizzare un quadro di contesto di qualita per l’apprendistato e
l’apprendimento sui posti di lavoro
Capofila del progetto
Ces (Confederazione europea dei sindacati).
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Periodo di attività
2015-2016.
***
VS/2014/0549 – Implementing an european trade union strategy to support the development of workers’ skills in manifacturing and beyond
Rafforzare una strategia sindacale europea per implementare lo
sviluppo delle competenze dei lavoratori nell’industria manifatturiera
Capofila del progetto
Tuc (Trade Union Congress).
Periodo di attività
2015-2016.
Responsabilità per i progetti europei
Francesco Lauria, Centro Studi nazionale Cisl.
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Scarica

Piano formativo 2015 - 2016