IL RASOIO DI OCKHAM Frustra fit per plura quod potest fieri per pauciora 15 Maggio 2006 - Numero 31 (6) - Anno IV - Liceo Levi - Montebelluna Organo ufficiale studentesco del Liceo Levi di Montebelluna Anno IV - Numero 31 (6) - 15 Maggio 2006 Sommario 2 Editoriale * 2 Tale’s corner * 3 Vietato amare * 4-5 Il Levi conquista Roma * 6-7 Satyricon * 8-9 Teacher-seeker * 10 Recensione libri * 11 Liceo Classico * 12 Ipse dixit * 13 Il sergente a Montebelluna * 14 Musica * 14-15 Emergenza droga al Levi * 16 Tale’s corner * 17 Sos.scuola.it * 18 Il viaggio * 19 Il genocidio nascosto * 20 Cappuccetto Rosso * 21 Giallo Ockham * 22 Giochi * 23 Top ten * 24 Il Levi vince ancora * 25 Casanova per gioco.* 26 Tempo di libri * 27 Tempo di film * 28-29 Le parole che amiamo * 30 La redazione del Rasoio di Ockham Editoriale Cari lettori, dopo una più o meno lunga pausa per vari problemi, siamo ritornati più in forma che mai. In verità siamo ormai giunti al capolinea come Redazione, però abbiamo ancora molto da dire. In questo numero, oltre alle solite rubriche e ad alcuni articoli interessanti, abbiamo l’onore di avere la più grande indagine sulla droga mai compiuta all’interno della nostra scuola. Per l’ultimo numero abbiamo già pronta un’intervista ad una grande campionessa di fama mondiale del nostro territorio. [continua a pag. 2…] Editoriale Rasoio di Ockham Editoriale… [ continua da pag.1…] Adesso però è giusto parlare di alcuni problemi che ci riguardano, e quello più grande consiste nella sistemazione di noi studenti per il prossimo anno scolastico. Come l’anno scorso, si sta ripresentando il problema della mancanza di aule, perché a settembre ci saranno 6 nuove classi in più, e come tutti sappiamo non ci sono aule vuote. Speriamo che tutto si risolva nel miglior modo possibile, però vorremmo sentire il vostro parere, cari lettori. Tutti noi sappiamo che è anticostituzionale rifiutare le iscrizioni, quindi bisogna trovare una soluzione alternativa, ma pensiamo che nessuno di voi sia disposto a venire a scuola al pomeriggio, se dovessero essere istituiti i doppi turni. Non sappiamo proprio cosa potrà succedere, e speriamo che i nostri “governanti” riescano a prendere le decisioni migliori. Questo è tutto, abbiamo deciso di scrivere un editoriale più corto del solito per sperare che almeno adesso venga letto, comunque grazie a tutti per averci sempre sostenuto. La redazione del miglior Giornalino del TriVeneto Tale’s Corner Cari lettori e lettrici!!!!! Eccoci all’ultima puntata del mio racconto a puntate. Spero veramente che vi sia piaciuto!!!!! Colgo infine quest’occasione per augurarvi buone vacanze!!! E ……. BUONA LETTURA!!!!!! Aurora aprì gli occhi solo quando la musica si interruppe e non riprese più. Era arrivato il momento degli scherzi . Aurora e Filippo molto a malincuore si sciolsero e raggiunsero i loro posti a tavola. Qui, tra le risate, riuscirono a scambiare qualche parola e Filippo fece ad Aurora molti complimenti per il vestito, che le stava meravigliosamente. Per l’occasione lei aveva accuratamente scelto un vestito di taftà di seta rosso. Sul corpetto attillatissimo si aprivano numerosi trafori a forma di cuore mentre la gonna larghissima aveva delle balze che dietro creavano un mini strascico. Le scarpe, un paio di ballerine con tacchi alti, ovviamente rosse, con due simpatici fiocchetti. I capelli invece erano raccolti in cima alla testa con un nastro della stessa stoffa del vestito e poi le ricadevano in morbidi boccoli bruno-dorati sulle spalle. Sull’ampia scollatura una semplice collana con un brillantino incastonato in un cuore d’oro bianco, sulle orecchie due orecchini simili alla collana. Ad ogni nuovo complimento Aurora arrossiva e Filippo ne sorrideva. Finiti gli scherzi riprese la musica. Questa volta non solo walzer ma anche polke e mazurche. Aurora e Filippo fecero del loro meglio, ma seguire il ritmo quasi frenetico di quelle danze ad un tratto divenne impossibile. Così decisero di fermarsi per riposare un attimo e riprendere fiato. Aurora uscì da una porta che dava su una terrazza coperta di rose variopinte e si immerse nel loro inebriante profumo. Con suo immenso stupore si accorse che poco più avanti c’era il mare. Se ascoltava attentamente poteva sentire lo sciacquio delle onde che si infrangevano sulla spiaggia e così fece finchè non giunse Filippo che gentilmente le porse un calice di succo fresco. Aurora ringraziò e lo sorseggiò in silenzio. Al suo fianco Filippo aveva i gomiti appoggiati sulla balaustra e la luce della luna faceva risaltare i suoi dolci lineamenti. Ogni tanto, con gesti delicati e virili allo stesso tempo, avvicinava il bicchiere e beveva un sorso. Quando allontanò il bicchiere dalle labbra per l’ultima volta una gocciolina di succo gli scivolò dall’angolo della bocca lungo il mento, brillando come una preziosa perla. Aurora lo stava fissando sognante, con il bicchiere di succo ormai tiepido a mezz’aria, quand’egli si girò e la guardò intensamente. Aurora arrossì. E, per mascherare il rossore, si voltò bruscamente dall’altra parte. Egli rimase un po’ stupito da questa reazione e subito non sapeva come rimediare. Poi le si avvicinò cautamente. Le prese una mano e la fece rivolgere nuovamente verso di lui, chiedendole innanzitutto il perché di questa stranissima reazione e, senza attendere una risposta, si scusò per qualsiasi cosa avesse fatto di male. [continua a pag. 16…] 2 Pro o contro Rasoio di Ockham L’opinione vietato amare di Sara Giovine e Federica Fragiacomo California. Due ragazze vengono espulse da un liceo luterano e costrette ad iscriversi in due scuole separate in un’altra contea semplicemente perché sospettate di essere lesbiche. Il preside, per spiegare la situazione alle famiglie delle ragazze, ha spedito loro una lettera, nella quale sostiene che la scuola aveva l’obbligo morale e spirituale di proteggere gli studenti dal peccato. Questo sarebbe stato appunto quello di essere lesbiche. In realtà non vi è nessun testimone oculare che abbia denunciato le due ragazze di qualcosa di preciso, ma il preside scrive nella lettera che “…la loro amicizia è tipica delle lesbiche, non delle ragazze normali.” Crediamo che tutti siano d’accordo sul fatto che la punizione per le ragazze in questione sia stata a dir poco eccessiva. La questione però non è tanto il modo in cui esse sono state punite, quanto il motivo per cui lo sono state. L’omosessualità. E’ questo un argomento spinoso che da sempre provoca pregiudizi o quantomeno perplessità sia in ambienti conservatori, quali ad esempio una scuola religiosa come nel caso sopra citato, sia in ambienti più liberali e apparentemente progressisti. C’è chi la considera una devianza più o meno patologica, ma si possono definire regole valide per tutti in una sfera così privata e personale come quella sessuale? Noi crediamo di no. Non è possibile, come non è possibile dare delle spiegazioni scientifiche per ogni comportamento e scelta che l’uomo compie nel corso della sua esistenza. Amare una persona del proprio stesso sesso, provare per essa un’attrazione fisica non può essere considerato sbagliato a priori, solamente perché fuori dagli schemi convenzionali. Umiliare una persona additandola e disprezzandola per la sua diversità, voler costringerla a cambiare, a reprimere ciò che sente dentro, ostacolare la libera espressione dei suoi sentimenti e, in sostanza, impedirle di essere felice, non può essere accettato all’interno di una società che si proclama equa, democratica e rispettosa dei diritti umani. Vietare l’amore. Detto così è abominevole, vero? Eppure è questa la mentalità comune, non serve entrare in una chiesa, è più che sufficiente andare al supermercato e ascoltare le conversazioni della gente, chiusa nel suo piccolo mondo che considera perfetto, solo perché è l’unico che conosce. Non possiamo e non dobbiamo continuare a giudicare e catalogare tutto ciò che ci circonda rapportandolo a noi stessi, al nostro personale metro di giudizio. Dobbiamo cercare di aprire la nostra mente e renderci conto che il mondo non ruota attorno a noi. Voi cosa ne pensate? Avete mai avuto modo di scontrarvi con l’omosessualità? Come avete reagito? Scrivete alla Posta del giornalino e dateci la vostra opinione. 3 Rasoio di Ockham Liceo Levi Il Levi conquista Roma Non ci sono parole per descrivere la sorpresa che abbiamo provato nell’apprendere la notizia della nostra vittoria al concorso nazionale: “I GIOVANI RICORDANO LA SHOAH”, un progetto realizzato da studenti e professori volontari che, coordinati dal Preside, hanno saputo ancora una volta dare lustro all’importante nome del nostro Liceo. Nonostante le immancabili polemiche che ci hanno coinvolto (testuale riferimento ad una lettera destinata alla Posta del giornalino, ma mai arrivata in redazione, in cui si criticava neanche troppo velatamente un presunto nepotismo da parte dei docenti sui partecipanti al concorso) ben altri erano i nostri pensieri, e di che intensità: quale mise sfoggiare alla presenza dell’Onorevole dott. Silvio Berlusconi? Tailleur o completo giaccapantalone? Cravatta a pois rosa o con elefanti? Spezzato o maglietta del Che? La febbre da shopping si faceva di giorno in giorno più bollente, abilmente orchestrata dalle premurose raccomandazioni degli insegnanti, con risultati quasi in tutti i casi stupefacenti… Colmate le grandi valige di belletti e scarpe dai tacchi improponibili, la mattina del 25 gennaio dopo i sentiti complimenti del nostro sindaco Laura Puppato e le foto di rito, partimmo alla volta della capitale, adagiati tra le comode poltroncine dell’autobus allietati da soavi musiche e colte conversazioni, unici diversivi per ingannare il tempo nelle otto estenuanti ore di viaggio. In serata finalmente arrivati al lussuoso hotel, subito risultava chiaro un quesito che tenne sempre banco nei nostri allegri convivi: qual è il criterio di assegnazione delle stellette agli alberghi? Per conto nostro termosifoni voto 4 , affreschi parietali (per la prospettiva più surreale che grottesca, per i fedeli ritratti di giaguaro e fenicottero, per la tonalità verde smeraldo del pino alpestre nel giardino mediterraneo) voto 8. Sicuramente la lode, invece, merita la soave e graziosa accompagnatrice canterina della scolaresca elementare toscana, vincitrice anch’essa del medesimo premio, sezione dedicata alla scuola primaria, di cui fra poco- se avrete pazienzasentirete decantare le patriottiche gesta. Nel frattempo, desiderosi di vera Arte, ci spostammo a San Pietro, splendida, semplicemente meravigliosa nonostante l’orripilante presepe che pur illuminato dalla divina luce che si sprigionava dallo studio del Pontefice, toglieva armonia all’intera piazza. Urgeva un forte colpo di mano che ci riportasse alla realtà: il prof. Ceron e il prof. Quaggiotto optarono per una lezione dal vivo di storia dell’arte che in cinque minuti distrusse tutte le nostre nozioni e i sensi comuni sulla tradizionale storia papale ( chiedete al prof. Ceron chi in realtà sia stato Celestino V…). Tornati quindi alle nostre camere e alla loro polare temperatura, dopo aver attraversato un sinuoso corridoio (ipnotico!) scoprimmo non poco a malincuore che il sonno tardava ad arrivare (chissà le occhiaie…), forse anche a causa dell’interesse suscitato in noi da “Markette”, un nome, un programma. Ai fini delle nostre promozioni -caro Direttore non ce ne voglia- dovremo sacrificare una fetta di cronaca. Ma la giornata che andava prospettandosi non era per nulla da meno. Già, infatti, alle ore 06.17 i tortuosi corridoi brulicavano di zombie in via di risveglio che trascinandosi da una camera all’altra andavano testando ora la tonalità della cravatta, ora del fondotinta, ora del correttore per gli occhi cerchiati… operazione a cui non solo le signore, ma anche i signori non osarono sottrarsi. Infine, dopo il severo controllo della prof. Tracinà e del nostro Preside, nonostante tutto più emozionato di noi, fummo accompagnati a Palazzo Chigi, non prima di aver visitato la chiesa di Sant’Ignazio, il Pantheon e i gatti dei Fori Imperiali. Dopo un’ultima fugace occhiata agli specchietti per controllare che tutto fosse in ordine, siamo stati introdotti al cospetto del Presidente del Consiglio, arrivato con qualche minuto di ritardo e accompagnato da un’adorabile e numerosa scolaresca elementare e con la sua maestra canterina. 4 Liceo Levi Rasoio di Ockham Il Liceo conquista Roma... Ma la piacevolezza di quella visione non era nemmeno comparabile all’emozione che si poteva leggere nei nostri volti e in quelli dei professori; quando poi lo stesso Primo Ministro venne personalmente a stringerci la mano, quello certamente sì fu il momento più emozionante: non solo si fermò a colloquiare con noi, ma addirittura ci raccontò alcune tra le sue esperienze scolastiche (per la cronaca latino e greco 9, matematica 6). Al momento della premiazione però, lasciato da parte momentaneamente il tono scherzoso, con un linguaggio semplice e incisivo, non esitò a ricordarci l’impegno di imprimere nella nostra mente l’oltraggio subito da un popolo innocente affinché nefandezze di tal genere non dovessero più accadere o essere propugnate da qualsiasi partito politico. Terminata la cerimonia con un gustoso e perfetto rinfresco e scattate le foto di rito, ancora il nostro Premier ci consigliò sul modo migliore per ottenere ottimi voti a scuola, e la graziosa maestra canterina della scolaresca elementare propose una nuova versione corale del nostro Inno Nazionale coinvolgendo tutti i presenti. In un secondo momento ci trasferimmo nella Sala del Consiglio dei Ministri dove ci sarebbero state illustrate le nuove riforme compiute dall’attuale legislatura. Il pranzo, invece, c’è stato offerto dai rappresentanti della Comunità Ebraica di Roma (un particolare ringraziamento lo dobbiamo a Sira Fatucci per la cura e l’impegno dedicati alla realizzazione di questa importante giornata) in un ristoranti tipico. Nel pomeriggio abbiamo avuto la possibilità di visitare il Museo Ebraico di Roma, la Galleria dei marmi antichi, il Tempio Maggiore, il Tempio Spagnolo, alcune zone del Ghetto. Nonostante l’agenda fitta di impegni, non avevamo nessuna intenzione di rinunciare alla splendida vista dal Quirinale della città illuminata e, approfittando della gentilezza del nostro autista, visitammo anche il Colosseo (eccezionalmente illuminato per una iniziativa simbolica del sindaco di Roma, volta a festeggiare la grazia concessa in extremis ad un condannato a morte americano), la fontana di Trevi, piazza di Spagna e piazza Navona. La nostra giornata era allora davvero finita, così pure la nostra missione: ancora una volta il Levi ha conquistato la capitale. Con buona pace di chi pensa che, nei Licei come il nostro, non succeda nulla di emozionante. Gloria Viel 5 Rasoio di Ockham Satira Satyricon de I Fratelli Grinch (Morris Faccin 4^A & Mariateresa Ghizzo 4^C) Povero Pillo! Piccolo e completamente bagnato, ha dovuto seguire le mirabolanti lezioni della capitana Fon Ben! E come se non bastasse si è preso gli improperi del Ceron-bianco, che lo aveva scambiato per l’onnipotente Giovanna, regina della segreteria. Riacquistate le proprie dimensioni originali, grazie all’aiuto del mago Lucio, ora Pillo si trova davanti a due strani individui: Manu & Franz, i fratelli cinematici… Pillo osservava con interesse e curiosità questi strani personaggi, ma, fissato com’era nella ricerca del giardino dei suoi sogni, decise di non perdere tempo e subito interpellò Franz: “Mi scusi, gentile signora, potrebbe indicarmi la strada più veloce per raggiungere il giardino nel quale è posta la luce dei miei occhi, il significato della mia vita, quella splendida pianta: l’ULIVO!”. Franz, un po’ perplessa, immediatamente rispose: “Dunque, deve proseguire verso questa direzione (Manu indicò con il braccio), dopo un numero di passi pari alla distanza ottenuta moltiplicando il logaritmo in base 7 di 3945 per À fratto 4,29836741, deve svoltare verso destra di un angolo ± pari a sin±+cos²3±-cotg(4/±)=19,73, dopodiché, procede per 0,53 centinaia di decimetri, svolta verso sinistra di circa 90Ú, imprime al maniglione antipanico di una delle tre porte una pressione maggiore o uguale a (x²/3+76x14k)atm , in cui k rappresenta una costante d’attrito che varia secondo la temperatura dell’ambiente, infine, procedendo per 2²*3m circa potrà scorgere alla sua sinistra ciò che va tanto cercando”… Pillo rimase inaspettatamente confuso. Già al calcolo del logaritmo si era perso, tra l’altro, mentre Franz parlava, Manu (che fisico!) si muoveva mimando ciò che Pillo avrebbe dovuto fare ma con movimenti da far invidia a Jakie Chan … Non volendo sembrare maleducato (Manu ormai grondava di sudore per lo sforzo!) Pillo decise di ringraziare pur non avendo capito granché. I due fratelli se ne andarono e Pillo proseguì solo soletto. Si ritrovò lungo un corridoio, alla fine del quale poteva intravedere- c’era una stanza con un grande tavolo (la misteriosa Sala Insegnanti). Decise d’entrare, attorno al tavolo c’erano: una strana signora che indossava cappelli (uno sopra l’altro) altrettanto strani, un signore rannicchiato su una sedia che dormiva e un altro strano signore. La signora dalla pila di cappelli disse al signore sveglio: “Guarda Andolf, Mr.Pisolino non si lamenta neanche” e l’altro “Ma Zamby, quello là rannicchiato si chiama Pisolino?? Non si chiamava Mazzar?” “Si, lui è Mazzar, ma mi stavo riferendo al Pisolino che Mazzar sta schiacciando!”. Andolf decise di aprire il giornale e subito Zamby disse: “Portami del rispetto!! Chiudi immediatamente il giornale!”. Mazzar si svegliò di scatto urlando paonazzo: “Il giornale? Chi chiude il giornale? Dovrà passare sul mio cadavere! Niente e nessuno potrà fermare il Rasoio di Ockham!! Noooo! Dopo tutti i premi che abbiamo guadagnato col sudore della nostra fronte!”. La Cappellaia PazZamby allora, prese il registro della 5C (che era il più pesante visti gli innumerevoli tagliandini delle assenze di Zappy) e glielo sbattè sulla testa; fu così che Mazzar riprese a schiacciare quel povero Pisolino! Pillo allora si rese conto che era capitato nella stanza sbagliata e chiese ad Andolf, l’uomo dai capelli ribelli: “Mi scusi, ma lei, chi è? Perché sono qui? Chi è quella strana signora dei Cappelli? Perché quello schiaccia il Pisolino? Dove sono?...” “Ehi, ciaild (che non è la stessa cosa di Child!), bi quaiet! Vedi, la cosa INTRSSSSSSNTE è chi sei tu?” “(Pillo, siccome voleva darsi un’aria intelligente, tentò di mettere insieme qualche vocabolo che aveva imparato dalla sua amica ‘From The Corner’, prima che lei partisse con l’agente 007 per una missione top secret) I am Pillo, P-I-L-L-O, and I am... cerching disperatamèntly my most important love! The Òliv!” “Guarda, vai in atrio e poi svolta verso il giardino, va ben??” “Yes, ok! Graz mill for the indication.” 6 Satira Rasoio di Ockham Satyricon… Così il nostro poliglotta Pillo andò in atrio, dove trovò un ragazzo che teneva un libretto rosso tra le mani (molto ricorrente tra gli studenti) che gli disse: “Pillo, io avrei un permesso di entrata da farle firmare!” E Pillo, un po’ di malumore ed irritato per l’ennesimo contrattempo che lo separava dal suo amato albero: “Beh, perché sei arrivato in ritardo?” “Eh...stamattina, Preside, mi sono svegliato tardi e ho dovuto prendere la corriera dopo...” “...mumble mumble... beh, non è possibile! Io vi metto anche il tappetino con scritto ‘Welcome’ davanti alla porta della Scuola Dolce Scuola e voi mi tradite così: per un cuscino soffice ed una tazza di latte caldo con il Cacao Meravigliao (che meraviglia ‘sto cacao meravigliao...)??!!” “Ma preside, mi scusi, ma proprio non sono riusc...” “Oh, basta! Ora voglio il tuo nome, cognome, indirizzo, numero di telefono, numero di cellulare, codice fiscale, data e luogo di nascita, stato civile, voti del primo trimestre dell’anno scorso e cognome da nubile di tua nonna...” Il ragazzo, un po’ sbigottito, non sapeva cosa dire e rimase lì impalato. In quella, un suono celestiale per gli studenti e temuto da tutti i professori che cercano di combatterlo con un “Ragazzi, un attimo che vi do i compiti!” o un “Ma, è suonata la campanella???”: DRIIIIIIIIIIIIN!!! Il pavimento cominciò a tremare tanto forte che la donna dei panini dovette saltare sopra al suo tavolino per non cadere a terra. Raffaele si aggrappò alla macchinetta cambia-soldi. Elisabetta, che stava scendendo dalle scale fu catapultata al Classico (infatti adesso è ancora lì!), Valentino, rinchiuso nel suo regno per tutta la mattinata uscì per la prima volta dalla porta Misteriosa per urlare “ARRIVANOOOOOOO!!”. Pillo, in un battibaleno, si ritrovò sollevato di peso e trascinato fuori dalla folla assatanata di studenti tra le loro grida ed i loro schiamazzi: “un panino con la coppa... Anna, il preside c’è?... Amore, ho sofferto per tre lunghe ore per la tua mancanza!...I rappresentanti in Aula Magna!...Ho scritto l’articolo, ma l’ho dimenticato a casa... Hai visto che figo quello là col giubbotto verde?!... Qui non si può fumare, non sapete leggere? ‘Zona Vietata al Fumo’; sciò! (chissà chi è quest’ultimo...)”. ...continua... 7 Rasoio di Ockham 8 The teacher-seeker The teacher-seeker Rasoio di Ockham 9 Rasoio di Ockham Rubriche Rubrica libri di Sara Giovine TITOLO: La verità del ghiaccio AUTORE: Dan Brown EDIZIONE: Mondatori N^ PAGINE: 535 VOTO: 7 Mentre il noto scrittore de “Il codice da Vinci” proprio in questi giorni sta subendo un processo a Londra per il libro appena citato, vi propongo un altro suo avvincente romanzo, che però non ha nulla a che vedere con i precedenti. Non ci sarà più dunque l’attraente studioso Robert Langdon a condurci attraverso passaggi segreti e cappelle polverose, alla scoperta degli oscuri misteri della Chiesa cattolica, ma verrà sostituito da una coppia di giovani intraprendenti, un biologo marino e una dipendente del National Reconnaissance Office, che ci guideranno fino ai freddi ghiacci del Polo Nord per verificare l’autenticità di una sensazionale scoperta della Nasa. Ma la missione si rivelerà tutt’altro che semplice e, tra intrighi politici, bande di killer e fughe attraverso banchi galleggianti, la loro stessa vita verrà messa a repentaglio. Se amate scienza, enigmi e azione, è il libro per voi. TITOLO: Orgoglio e pregiuzio AUTRICE: Jane Austen EDIZIONE: Superbur classici N^ PAGINE: 355 VOTO: 91/2 Se avete intenzione di andare al cinema a vederne la trasposizione cinematografica, oppure l’avete già fatto, consiglio questo classico della letteratura inglese della prima metà dell’Ottocento. La trama la conosciamo un po’ tutti: il signor Bingley, giovane bello e ricco, e, soprattutto, scapolo, si trasferisce in una casa di campagna assieme alla sorella e all’amico Darcy e tutto il vicinato si dà da fare per conoscerlo. Dato che rappresenta un ottimo partito per tutte le fanciulle da marito. Bingley s’innamora della maggiore della famiglia Bennet, mentre tra Darcy ed Elisabeth, secondogenita dei Bennet, comincia a nascere una certa intesa. Naturalmente, il romanzo si chiude con il tradizionale lieto fine della Austen, ma non è speciale tanto la storia, quanto l’ironia e l’arguzia con cui sono delineati questi straordinari personaggi dai caratteri tutt’altro che amabili, orgogliosi, dispettosi, impettiti, pungenti, ma estremamente vivaci ed intelligenti. Insomma, un romanzo davvero brillante e divertente, assolutamente scorrevole e privo di fronzoli o boriose descrizioni, sintesi di quell’autoironia tipica degli inglesi. 10 Scuola e società Rasoio di Ockham Liceo classico: davvero indispensabile nel 2006? “Non è un capriccio anacronistico, ma un efficace corso di meccanica per il nostro pensiero.” Così Beppe Severgnini ha recentemente definito il liceo Classico, descrivendolo come la miglior palestra per affrontare le difficoltà della vita. Nel suo articolo il famoso scrittore italiano prende in esame una lettera ricevuta da una madre, la quale in un primo momento sostiene la scelta del liceo Classico per la figlia, ma poi, leggendo il piano ore e rendendosi conto del poco spazio a disposizione per le materie scientifiche, conclude che forse nel 2006 la scelta di questa scuola superiore è in contrasto con i nostri tempi. Allora perché consigliare ai giovani il liceo Classico? Indubbiamente, come ogni indirizzo, questo liceo ha i suoi pro e contro, dei quali però ognuno è consapevole al momento dell’iscrizione. Vi assicuriamo che già dopo i primi due anni dei cinque di percorso, alcune persone si chiedono molto di frequente “Ma chi ce l’ha fatto fare??”. Ed effettivamente a volte è davvero snervante osservare i propri amici o compagni delle medie che si trovano quasi ogni pomeriggio nella piazza del paese, mentre noi siamo costretti a passare week-end interi sui libri per paura dell’interrogazione di arte il lunedì mattina. E’ ovvio che non parliamo solo dei fine settimana, bensì di ogni pomeriggio: fra compiti scritti e orali, il tempo da dedicare allo studio non può essere inferiore alle quattro ore, che possono lievitare anche fino a sette in alcune settimane super-impegnate o “pre-pagelle”. Ciò non significa che noi cosiddetti “classicisti” siamo alieni, che non sanno divertirsi e che pensano solo allo studio; e non smetteremo mai di ripeterlo a quelle persone che sgranano gli occhi e ci squadrano dalla testa ai piedi non appena rispondiamo alla normale domanda “Che scuola frequenti?”. Non mettiamo nemmeno in dubbio l’esistenza di secchioni che veramente vanno in brodo di giuggiole per Erodoto o Livio o qualsivoglia autore, ma queste persone, fuori dall’ambito scolastico, possono essere considerate comunque simpatiche e interessanti. Inoltre molte volte ci è stato sottolineato che i ragazzi che escono da questa scuola, se hanno avuto insegnati adeguati, mostrano spesso una mente elastica: probabilmente anche grazie al greco il Classico diventa davvero una palestra per il pensiero (senza sminuire tutte le altre scuole). Inoltre per citare le parole di Severgnini: “Non è necessario che un ragazzino di quattordici anni si innamori perdutamente dei versi di Virgilio, e a sedici parli solo di Parmenide: se lo facesse, lo porterei dritto dallo psicologo. L’importante è che trovi Virgilio e Parmenide abbastanza interessanti (curiosi, strani, matti) da non soffrire troppo mentre li studia. Poi chiuderà i libri, e andrà a vivere la sua vita”. E noi ci permettiamo di aggiungere: durante la stesura di questo articolo abbiamo chiesto il parere di molte persone, e alla domanda “Ma tu, se tornassi indietro, rifaresti il Classico?”, molti hanno esitato nel rispondere, ma alla fine hanno dato una risposta affermativa; perché in fondo, questa scuola riesce a darci enormi soddisfazioni. Enrica Mello & Nadia Zardo 5^A ginnasio 11 Ipse Dixit Rasoio di Ockham Finalmente sono tornati gli strafalcioni che fanno più ridere: quelli dei prof… Continuate ad inviarceli perchè non bastano mai!! Ramazzina: “Adesso facciamo esercizi per impratichirci un po’ con queste formule…” Guida: “… ricordiamo la PRESA della PASTIGLIA (Bastiglia)…” Ramazzina: “…che trovate a pagina… non mi ricordo come si chiama… 72!” Ramazzina: (parlando di Einstein) “…e ricorre esattamente il centenario… circa…” Guida: “Sto facendo fatica a cercare di pensare” Guida: “Speriamo che la facciano promossa..” Andolfato: “Ritieniti schiaffeggiata moralmente…” Guida: “ Noi siamo INTUIVI?..” (intuitivi..) Guida: “Godiamo, ma guardiamo dall’alto” Guida: “Questa è la tua possibilità! Ti è andata sfavorevole, pazienza!” Guida: “ I concetti che man mano che vado, vado mettendo dentro…” Andolfato: “ti amo come uno spritz!” Ramazzina: “Quando 2 persone hanno un tema abbastanza ampio in comune e hanno un’intersezione non vuota, è meglio porre un confine…” ( parlando di tesine) Ramazzina: “Il problema è: dove la metto quando non la uso? Intanto io la tengo lì e la sfrutto quando mi serve… mi spiego?!” Guida: “…diciamo la parola meglio…” ANNUNCI Cercasi bassista e batterista in zona Crocetta, 16-18 anni, anche con poca esperienza, per gruppo rock-metal (molto spartano). Per contatti ed informazioni : Andrea cel. 328-6458655 (chiamare preferibilmente di sera); e-mail [email protected]; Classe 4° tec in ricreazione e prima delle lezioni. Ciao 12 Scuola e letteratura Rasoio di Ockham Il Sergente a Montebelluna Come probabilmente saprete, qualche tempo fa Mario Rigoni Stern è diventato cittadino onorario di Montebelluna. Poiché eravamo presenti alla cerimonia abbiamo deciso di raccontare come è andata. Si apre la porta ed, assieme ad una folata di vento freddo, entra un uomo dalla barba ispida e dai capelli sfoltiti dal tempo. Le folte sopracciglia coprono gli occhi, occhi che hanno visto il male del mondo. Disceso dal suo amato altipiano di Asiago, come raramente si concede di fare, Mario Rigoni Stern è qui a Montebelluna per ricevere la cittadinanza onoraria che la città ha deciso di conferirgli. Siamo nella sala conferenze della Biblioteca Comunale di Montebelluna, dove in suo onore Roberto Citran sta per recitare il riadattamento teatrale “Sentieri sotto la neve”. Non è necessaria la sua grande espressività ma bastano le parole per far capire gli orrori che deve aver passato il Sergente. Al termine gli occhi del montanaro paiono commossi per la fedeltà della narrazione nel descrivere i terribili momenti della guerra. Lo spettacolo è stato molto apprezzato anche dal pubblico che ha riempito la sala di scroscianti applausi per svariati minuti. L’indomani è la volta del documentario di Marco Paolini “Ritratti: Mario Rigoni Stern” e dell’incontro con lo scrittore. La sala è gremita di studenti di scuole medie e superiori. Con il volto segnato dal tempo Mario Rigoni Stern risponde pazientemente a tutte le domande e, elargendo preziosi consigli, da buon scrittore suggerisce: “Spegnete la TV e leggete un libro”. La sua saggezza è il frutto di grandi eventi che hanno segnato la sua vita. Infatti, dopo essersi arruolato volontario, nel ’39 venne mandato al fronte occidentale dove capì che ciò che stava accadendo avrebbe cambiato per sempre la sua vita e il volto del mondo. Dopo il fronte occidentale, toccò al fronte albanese e a quello russo. Ma finalmente, dopo tre anni di atroci sofferenze, e le morti di compagni e amici nelle campagne russe e nei lager, nel maggio del ’45 fece ritorno al suo amato altipiano. Ed è qui che, l’allora ventitreenne Rigoni Stern, cominciò la sua avventura da scrittore. Iniziò a scrivere per esprimere il suo dolore ma continuò affinché non si dimenticasse ciò che era accaduto, ma soprattutto per ricordare i suoi compagni mai più ritornati dal fronte. Non ha dedicato la sua vita da scrittore solo agli eventi di guerra ma si è scoperto abile narratore, descrivendo i paesaggi e le storie del suo altipiano, guadagnandosi una grande fama a livello nazionale. Scrive di soldati e guerre, di lager e di lunghi viaggi, ma anche di boschi innevati e di valli assolate. Ed essendo un uomo che ha vissuto in prima persona la guerra, ha capito la vera essenza della pace diventando un portavoce impegnato. Per questo si è meritato la cittadinanza onoraria di Montebelluna. Per averci fatto aprire gli occhi, grazie signor Rigoni Stern. Nicola Chinellato, Andrea Gheller, Andrea Pozzebon 13 Liceo Levi Rasoio di Ockham Emergenza droga nel nostro Liceo!!! di Ruggero Bonaventura e Stefano Visentini Abbiamo voluto verificare sul campo, cioè sul nostro Istituto, tra di noi, qual è la vera situazione-droga tra i giovani, dopo averne sentito tanto parlare sui media, anche sull’onda delle polemiche indotte dalla promulgazione della nuova legge antidroga che equipara le droghe leggere a quelle pesanti. Ci è sembrato che lo strumento più efficace ed obiettivo fosse il sondaggio protetto dall’anonimato. Il sondaggio è stato dunque effettuato in queste settimane proponendo un questionario anonimo a 200 allievi del nostro Istituto (prevalentemente del Triennio), che costituiscono quasi il 20% del totale degli studenti del Liceo. Si tratta di una percentuale altamente significativa, e proprio per questo i risultati sono ancor più sconcertanti e allarmanti. Infatti, se proiettati sul totale degli studenti, i dati indicherebbero che: • il 40% (!!) di noi ha provato almeno una volta le droghe leggere; • e che ben oltre il 25% ne fa un uso assiduo. Quest’ultimo soprattutto è un dato preoccupante!! • Più sotto controllo appare invece la situazione relativa alle droghe pesanti, anche se un 10% di studenti che pensa un giorno di poter farne uso è un dato da non sottovalutare! * Questionario somministrato a 200 studenti del Levi e riconsegnato anonimo Hai mai fatto uso di droghe leggere? Fai un uso assiduo di droghe leggere? 56 79 121 no no si si 144 Hai mai pensato di far uso di droghe pesanti? Hai mai fatto uso di droghe pesanti? 22 4 no 196 14 si no 178 si Liceo Levi Rasoio di Ockham Sondaggio sulla droga nel nostro Liceo di Deborah Grando La droga è ormai una realtà con la quale bisogna convivere, e sono sempre più i giovani che decidono di farne uso. Recentemente è apparso sulla Tribuna un sondaggio effettuato dal Dipartimento di Sociologia dell’Università di Padova riguardo l’utilizzo di alcolici e droghe da parte degli adolescenti trevigiani, ed è emerso che i ragazzi veneti consumano più del triplo delle sostanze stupefacenti rispetto ai loro coetanei di Bergamo, Firenze ed Enna. Ma è veramente così? Per verificare abbiamo voluto anche noi effettuare un sondaggio nel nostro Liceo Come potete notare dai grafici sopra rappresentati il 40% ha fatto uso di droghe leggere, e di questi il 70% ne fa un uso assiduo. Il dato non è affatto dei migliori se si tiene conto che nel nostro Liceo lo studente più “vecchio” ha diciannove o, tenendo conto di possibili ripetenti, al massimo vent’anni. Il sondaggio della Tribuna riguardo l’uso di droghe leggere tra gli adolescenti trevigiani parlava di un 19%, e quindi noi siamo ben sopra la media, di sicuro un dato di cui non vantarsi. Per quanto riguarda invece l’utilizzo di droghe pesanti, nel nostro Liceo c’è un 2% che ne ha fatto uso, ma ben l’11% ha pensato almeno una volta di provare la cocaina, o l’ecstasy, o l’eroina o quant’altro possibile… Fortunatamente si tratta solo di un pensiero e non di un’azione compiuta. Ma perché i giovani si drogano??? La maggioranza lo fa in branco per depressione, per mancanza di ambizioni riguardo la vita, e per altre cause di cui ognuno sa i propri motivi. Raccogliendo tutti questi dati possiamo riflettere su quali siano i maggiori divertimenti della gioventù d’oggi… Di sicuro, non una serata NORMALE tra amici… Le serate in compagnia spesso sono all’insegna dell’alcol e altro… Certo, anche dieci anni fa esisteva la droga, ma erano meno i giovani che ne facevano uso. E quindi c’è da chiedersi: se continuiamo così dove arriveremo???? In un mondo sempre peggiore, ma questa è solo un’idea… Potete sempre dirci le vostre opinioni!!!!!!! La legge sulla droga Spacciatori dopo 20 spinelli e 5 dosi di coca! Fissato nelle nuove tabelle l’uso personale Quantità e assunzioni Le tabelle per le sei principali sostanze stupefacenti, con le quantità massime consentite per il consumo dalla nuova legge. Limiti, prevede la legge, dopo i quali si presume che di tratti di spaccio. Moltiplicatore Quantità max Sostanza lorda Sostanza Dose Numero media variabile di principi assunzioni (grammi singola attivi (in mg.) o compresse) (millig.) EROINA 25 10 250 1,7 (15%) 10 COCAINA 150 5 750 1,6 (45%) 5 CANNABIS 25 20 500 5 (10%) 15-20 ECSTASY 150 5 750 5 compresse 5 AMFETAMINA 100 5 500 5 compresse 5 LSD 0,05 3 0,15 3 francobolli 3 15 Il racconto Rasoio di Ockham Tale’s Corner… [continua da pag. 2…] Non appena egli finì di parlare Aurora sorrise, gli strinse forte la mano e gli chiese: “Tu mi vuoi bene?”. Lui rispose: “No!”. Lei un po’ sfiduciata continuò: “Mi trovi carina?”. Lui ci pensò, la guardò da capo a piedi poi rispose: “No!”. Sempre più affranta lei chiese: “C’è un posto per me nel tuo cuore?”. Lui rispose : “No!”. Lei disperata chiese: “Se me ne vado piangi?”. Lui rispose: “No!”. Con le lacrime che ormai le bagnavano le guance Aurora lasciò la mano di Filippo, lasciò cadere il bicchiere e corse via, imboccando una scaletta a destra della terrazza che scendeva fino alla spiaggia. La luna era da poco scomparsa dietro alle nubi e nel buio totale lei rischiò parecchie volte di inciampare. Alla fine decise di togliersi le scarpe. Sempre camminando nel buio, seguendo il dolce rumore delle onde, Aurora tentò di raggiungere il mare. Sperava che una camminata l’avrebbe calmata. Doveva tornare al più presto da sua sorella ma, in quelle condizioni, non le sembrava proprio il caso. Aveva appena raggiunto il bagnasciuga quando udì dei passi. Una mano la afferrò violentemente. La costrinse a girarsi e, senza accorgersene, si trovò stretta in un abbraccio dal quale non riuscì a liberarsi. Aurora tentò di divincolarsi in tutti i modi ma fu inutile. Aveva paura. Il cuore le batteva all’impazzata. Trascorsero attimi interminabili. Gradualmente la luna ricomparve e l’abbraccio si allentò. Finalmente Aurora potè riconoscere il viso di Filippo. Anche lui aveva gli occhi rossi e le guance bagnate. “Ti prego non fare mai più una cosa del genere!!” le disse fra i singhiozzi “Mi hai spaventato a morte!”. E la abbracciò nuovamente. Aurora non ci capiva più niente. Poi, guardandola intensamente negli occhi, Filippo disse: “Io non ti voglio bene! Io TI AMO!” “Io non ti trovo carina! Tu sei STUPENDA!” “Tu non avrai mai un posto nel mio cuore! Tu SEI IL MIO CUORE!” “Io non piango se te ne vai! Se te ne vai io MUOIO!” Aurora all’udire queste parole scoppiò nuovamente a piangere e Filippo cercò amorevolmente di consolarla. La prese tra le sue braccia, le baciò i capelli e la strinse nel modo più dolce del mondo. Aurora si sfogò e felicemente pensò che, per la prima volta nella sua vita, ci aveva visto giusto. Quel ragazzo così timido e chiuso che fino ad allora non le aveva dedicato altro che occhiate sfuggenti e battute, anche sprezzanti, in realtà era innamorato di lei. Mentre lei si era persa in lui nel preciso istante in cui l’aveva visto per la prima volta. Quei suoi modi fieri e gentili allo stesso tempo, i morbidi riccioli e i penetranti occhi azzurri erano stati e continueranno ad essere irresistibili. Così, rannicchiata tra le sue braccia, Aurora si sentiva al sicuro. Improvvisamente Filippo la sollevò da terra. “Ti stai sporcando tutto il vestito!” disse contrariato. E con lei in braccio si avviò verso la scaletta. Aurora ,dopo qualche debole protesta, gli mise le mani attorno al collo e sorrise divertita. Per tutto il tragitto si guardarono teneramente negli occhi senza proferire parola. Quando giunsero alla scaletta Filippo pose Aurora delicatamente a terra. Lei però non gli tolse le braccia dal collo. Si alzò in punta di piedi. Sorrise e lentamente avvicinò la sua faccia a quella di Filippo. Si fermò per alcuni secondi. Infine gli diede un piccolo bacio sulla punta del naso. Filippo trasalì. “E’ questo il modo di ringraziarmi?” disse con un tono tra il divertito e l’infuriato. Aurora corse velocemente su per la scala. Filippo la rincorse. La raggiunse. E una volta giunti in terrazza la prese per i fianchi, la sollevò e la strinse. “Grazie di tutto! Tesoro!” disse allora Aurora. Poi gli mise una mano tra i capelli e lo baciò. Questa volta sulle labbra. Infine Aurora si risistemò e si rimise le scarpe. Ed entrambi rientrarono per ricominciare a ballare. Nessuno però stava ballando. Fervevano invece i preparativi per il lancio del bouquet. Giada cercava sua sorella ormai da un pezzo e non era ancora riuscita a trovarla. Quando la vide rientrare dalla terrazza mano nella mano con Filippo tutto le fu chiaro, o quasi. Le corse incontro. Le sorrise. La prese per mano e disse piano a Filippo: “Te la porto via un minuto. Ma quando tornerà sarà tua per sempre!”. La portò verso il gruppo di ragazze pronte per il lancio e le disse: “Mi raccomando, impegnati! Il tuo amico vuole riabbracciarti vittoriosa!”. Aurora oppose una decisa resistenza ma ancora una volta l’irresistibile sguardo di Filippo, che la guardava appoggiato ad uno stipite della porta dalla quale erano appena entrati, la fece capitolare e le diede la forza necessaria per spiccare il salto che le fece guadagnare il bouquet!!!!!!!! Fine D r ea m i n g Gea n 4 F 16 Scuola e società Rasoio di Ockham sos. scuola. it Ma è vero che oggi gli studenti italiani non hanno più voglia di studiare? Se diamo retta alle voci di genitori ed insegnanti sembra che solo loro sappiano cosa significhi studiare e spesso ci ricordano con tono orgoglioso “ai nostri tempi sì che si studiava!” Secondo un sondaggio dell’OCSE, su un campione scolastico di quindicenni, gli studenti italiani sarebbero i meno preparati d’Europa. Nella classifica dei più svogliati, gli italiani sono secondi dietro i belgi con un disastroso 38%. Sono invece al 23° posto per la cultura scientifica, ed in matematica arrivano solo al 26° posto. Un grido d’allarme per la scuola italiana? Non sarei proprio così pessimista. Probabilmente i dati raccolti dall’OCSE sono stati rilevati con test a risposta chiusa che evidentemente mostrano solo le conoscenze passive dei ragazzi, e non le loro reali capacità d’apprendimento o di elaborazione. La scuola italiana ha sicuramente molte colpe ma non può essere condannata senza mezzi termini. Uno dei più grandi nemici della scuola di oggi è sicuramente il tempo che non è mai abbastanza. Un tempo avaro che non rispetta i ritmi di apprendimento ma è dettato da programmi rigidi da rispettare. Poi c’è la società che sembra preoccuparsi più di sfornare laureati e diplomati per il mondo del lavoro che persone adulte, dotate di coscienza critica. Forse le cose potrebbero andare meglio se c’ispirassimo agli insegnamenti della scuola di Barbiana di Don Milani. Certo, dai tempi di Don Milani la scuola ne ha fatta di strada. Oggi la scuola dispone di maggiori risorse e soprattutto offre a tutti le stesse possibilità di imparare, perché è diventata un diritto di tutti. Tuttavia credo che la scuola di Lorenzo Milani abbia ancora molto da insegnarci. Basta pensare al suo modo di concepire l’apprendimento: non come semplice trasmissione di conoscenze dal maestro all’allievo, ma come scoperta di nuovi saperi da parte dell’allievo stesso. Un altro punto fondamentale del metodo di Barbiana sta nella determinazione con cui lo studente come persona, e non solo come allievo, è posto al centro dell’attenzione al posto dei programmi. A questo proposito la nostra scuola ha molte colpe: si preoccupa, infatti, più dei contenuti da trasmettere che di coinvolgere lo studente nel suo personale apprendimento fino a farlo diventare protagonista attivo e consapevole. Nella scuola di Don Milani non esistevano pedane su cui l’insegnante si poneva al di sopra dei suoi alunni, ma c’erano “solo grandi tavoli attorno a cui si faceva scuola e si mangiava”. Il priore si adeguava al livello dei suoi alunni per comprenderli meglio e per svolgere, quindi, in modo migliore il suo compito di insegnante. Sebbene Don Milani sia vissuto negli anni del grande sviluppo economico dopo la seconda guerra mondiale, in realtà la ricchezza apparteneva solo alla borghesia cittadina mentre gli strati più poveri della popolazione erano emarginati dagli effetti del progresso. Uno degli obiettivi principali di Don Milani era proprio quello di formare uno spirito critico nei suoi alunni, pensando che l’obbedienza non fosse una virtù, con lo scopo di offrire ai suoi ragazzi l’opportunità di riscattarsi dalla prepotenza dei ricchi e potenti: attraverso l’istruzione la scuola di Barbiana poteva restituire dignità ai figli degli operai e contadini. Un tempo i ragazzi andavano quindi a scuola consapevoli che la scuola era l’unica arma per salvarsi dall’oppressione della classe dominante. Oggi, per fortuna la scuola non è più sostenuta da tali motivazioni. Ne abbiamo altre, che però non bastano per convincere a studiare: studio per trovare un buon lavoro, perché bisogna, lo vuole la famiglia, qualche volta perché mi piace questa o quell’altra materia, ecc. Ma se ci fermassimo a riflettere, ci renderemmo conto che anche oggi esistono delle buone motivazioni per studiare. In fondo non siamo più liberi dei figli di contadini del secondo dopoguerra: anche noi, infatti, siamo soggiogati da una schiavitù da cui liberarci, anche se meno evidente. Dobbiamo salvarci dalle oppressioni della società di massa che ci impone con suoi mass media stili di vita ed ideologie monopolizzate dallo spirito del consumismo. In questo contesto solo la cultura vera può restituire la libertà di pensiero e la coscienza di sè che contraddistinguono l’identità dell’uomo di ogni tempo. Mattia Bernardi II B 17 Rasoio di Ockham Reportage Fra Nuova Delhi e Bombay Viaggio (virtuale) alla ricerca di se stessi (II parte) […] Una volta arrivato in stazione, mi è subito saltato all’occhio la grande adattabilità degli indiani, che pur di non perdere il treno, salgono al di sopra delle carrozze e subiscono tutte le polveri o la cenere emessi dalla vecchia locomotiva a carbone. Inoltre, a parer mio, questa virtù (cioè la pazienza) è fondamentale per vivere in armonia con gli altri. Una cosa facilmente desumibile da ciò è la grande differenza di mentalità fra loro e noi occidentali. Noi siamo sotto l’influsso della vita frenetica e non pensiamo più a noi stessi, presi ormai dall’idea di inseguire il consumismo. Gli indiani invece, sono tranquilli con se stessi e vivono la vita con pazienza e filosofia. Una volta arrivato a Bombay, la mia mente di viaggiatore si è fermata a guardare l’incantevole paesaggio della città, bagnata dal mare e punteggiata da una miriade di luci e profumi tipici del mondo orientale. La sera stessa mi sono inoltrato nelle vie caratteristiche di questa città indiana, composta da piccole bancarelle in cui viene venduto il pollo fritto, specialità della cucina cinese (e quindi sta a significare che vi è un a forte minoranza di cinesi); negozietti in cui delle fantomatiche donne con il velo viola sulla testa leggono la mano per poche rupie. Queste particolarità mi hanno molto colpito e penso alle persone che hanno pregiudizi su queste persone, solo perché appartengono ad una cultura diversa, e a quanto siano ignoranti nel non provare a comprendere questa diversità, in cui vi sono insiti molti aspetti positivi. A Bombay sono rimasto 2 giorni, ma sono stati 2 giorni passati nella ricerca interiore e nella conoscenza della fantastica cultura indiana, impregnata di misticismo e devozione alla religione. Il primo giorno, dopo il mio rientro in Italia, la mia mente è stata pervasa da un senso di frustrazione che, solo dopo varie analisi, ho capito che derivava dalla lontananza dall’India. Da questo viaggio ho capito l’importanza del viaggiare per il confronto personale con gli altri (specialmente con le altre culture), per crescere interiormente e vivere una sorta di metafora della vita. Una sola cosa vorrei dire per concludere: adesso io abito a Bombay, e sono il responsabile del mio giornale, per quanto riguarda le notizie provenienti dal continente indiano…e posso dire che ho trovato la pace interiore, grazie proprio ad un viaggio… quindi io consiglierei a tutti i lettori di fare, almeno una volta nella vita, un viaggio all’estero, in posti mai visitati e con culture diverse, perché tutto ciò stimola la crescita interiore (attraverso il confronto con altri popoli) e fa star bene con sé stessi, che è la base per creare una vita serena. Pasquale Morrone 18 Cultura e attualità Rasoio di Ockham IL GENOCIDIO NASCOSTO ossia la condanna di essere donna L’8 marzo è passato da non molto e vorrei cogliere l’occasione per fare un breve bilancio della condizione femminile nel mondo. In Italia la donna è ancora vittima di svantaggi economici, segregazione professionale e stereotipi culturali. Per quanto riguardo la politica, poi, la presenza femminile nel nostro paese occupa uno degli ultimi posti in Europa e il 79esimo in tutto il mondo. Se poi estendiamo il nostro studio al resto del mondo, emergono dati allarmanti: 200 milioni di donne, ragazze e bambine sono “demograficamente scomparse”, un vero e proprio genocidio, consistente nell’eliminazione sistematica delle appartenenti al sesso femminile solo in quanto tali, vittime di omicidi, fame, povertà e discriminazioni di ogni tipo. 60 milioni di donne sono scomparse solo in Asia meridionale e occidentale, in Cina e in Nord Africa. Negli Stati Uniti, ogni 9 secondi una donna subisce maltrattamenti fisici da parte del partner. In India, oltre 5.000 donne vengono uccise ogni anno perché la loro dote è ritenuta inadeguata dai parenti acquisiti. 2 milioni di ragazze ogni anno subiscono mutilazioni genitali, in almeno 28 paesi, con una media di 6.000 operazioni al giorno. In alcuni paesi del Medio Oriente e dell’America Latina, l’omicidio di mogli infedeli ai loro uomini o colpevoli di aver assunto atteggiamenti nocivi all’equilibrio della famiglia, resta impunito e in Bangladesh è diffuso l’impiego di acido per sfigurare il viso di una donna. 1 milione di bambine vengono costrette a prostituirsi ogni anno, soprattutto in Asia, e, nonostante in questo continente sia ormai vietata la selezione del nascituro in base al sesso, è comunque diffusa e praticata illegalmente. 40.000 sterilizzazioni sono state attuate dal regime di Fujmori in Perù ed un numero imprecisato dal governo cinese per ridurre e sterminare la popolazione tibetana. Un numero non accertato di ragazze afgane si suicidano, spesso dandosi fuoco, pur di non sposare chi le ha comprate. Ritengo sia superfluo aggiungere altro. D’altronde, le cifre parlano da sole: tutto ciò è a dir poco inaccettabile, soprattutto considerando che siamo nel XXI secolo, e spero vi siate fermati almeno un momento a riflettere sulla questione. Concludendo, per farvi meglio comprendere la condizione della donna in Asia, vorrei citare alcuni versi di un’antica poetessa cinese, che parla di se stessa in terza persona, come di “questa donna dal destino spregevole, essere inutile, nata dalla parte sbagliata.” Nascere donna è per lei la dannazione di un karma negativo in una vita precedente e così prega: “…di questo mondo non mi attrae più niente, vi scongiuro, trasformatemi in uomo, non voglio più avere il nome di donna…” Sara Giovine 19 Rasoio di Ockham Una strana avventura CAPPUCCETTO ROSSO C’era una volta una bambina di nome Cappuccetto Rosso. Cappuccetto di nome, Rosso di cognome. Viveva al limitare della foresta con la mamma. Erano andate a vivere là perché quando iniziò la Febbre dell’Oro tutti si spostarono in massa a ovest, ma loro, contro tendenza andarono a est dicendo:< A est faremo la nostra fortuna! >. Infatti, mentre gli altri nuotavano nell’oro, loro morivano di fame;ma loro erano contente. La Bibbia dice appunto: “Beati i poveri, perché entreranno nel regno dei cieli”. Quando l’ignoranza si dice tiranna! Altra piccola digressione sulla storia di Cappuccetto Rosso. La stirpe della bambina non è ermafrodita, come lascerebbe pensare la completa assenza di figure maschili. L’inesistenza del nonno e del padre è così spiegabile: questi personaggi sono morti in seguito al contagio della famigerata Febbre dell’Oro, seconda grande epidemia dopo la Peste Nera. Ritorniamo a lei, la nostra vergine, non per molto. Una sera stava mangiando una mela quando arrivò la sua mamma, che per riconoscere meglio chiameremo “mamma”. Mamma disse a Cappuccetto:< Domani devi andare dalla nonna, perché sta male e devi portargli questo dolce. > < Si dice portarle! >. Mamma:< Non so quanto sia vera l’ipotesi sulla presenza del nonno, comunque devi andare dalla nonna! > Cappuccetto, come bambina che si rispetti, rispose:< No! >. Ma, con l’aiuto della tecnica, quel “no” divenne un “sì”. Prima di andare a letto, Cappuccetto lanciò il torsolo di mela con la mano che delle due faceva meno male al movimento. La mattina dopo, quando si svegliò, guardò alla finestra e vide uno spettacolo raccapricciante: il suo riflesso. Dopo essersi messa a posto a dovere, andò in cucina e guardò fuori dalla finestra e quello che vide fu ancora più raccapricciante della vista precedente: sua mamma. Quindi, da brava masochista, uscì. Appena fuori guardò verso la foresta, ma questa non c’era più. Al suo posto era comparsa una città immensa, una metropoli fumante. Un cartello diceva: “Welcome to New York”. Da un seme era nata la Grande Mela. Presa dalla curiosità si preparò e partì alla volta della casa della nonna, che si trovava dall’altra parte della città. Lungo la via c’era tanta gente, di diversa nazionalità e tutti avevano lo stesso lavoro: gli Indiani erano tutti tassisti, i Cinesi possedevano tutti una rosticceria, gli Italiani erano mafiosi e/o pizzaioli... Ai lati della strada poi era tutto pieno di negozi e Cappuccetto si ricordava bene anche cosa c’era prima in quel determinato luogo: là dove c’era stato un boschetto di alberi da frutto, c’era un fruttivendolo, là dove c’era stata una miniera, c’era un negozio di gioielli, là dove c’era stata la tana del porco, c’era la scuola, cioè una gran porcheria, e là dove c’era stata la tana del lupo, c’era un lupanare. Insomma, per chi vuole fare shopping, quello era il posto adatto, ma data la povertà di Cappuccetto, al massimo poteva fare shipping. Mentre Cappuccetto camminava tranquilla si udirono delle grida provenienti dall’altra parte della strada. Una ragazza le passò di fianco e le disse:< Scappa! Sta arrivando Jack lo Stupratore! > e scappò via urlando. In quel mentre qualcosa le piombò addosso; il cambio zodiacale fu fulmineo. Mentre aspettava che il personaggio la smettesse di starle attaccato come gli animali in primavera, si distrasse leggendo i manifesti appesi al muro, che dicevano: “La marijuana è peccato, bruciala” e “L’eroina fa male, annusala e capirai” e ancora “Non usare le siringhe, potresti pungerti” e altri “I violenti uccidono anche te, sparali”, “Anche i pomodori sanno che non si può sfuggire al passato. Corsi Avanzati di Storia.” Quando ebbe finito lo guardò e ci fu un colpo di fiamma; poi si accorsero che era solo un mafioso che, con il lanciafiamme, dava fuoco ad un giapponese della Jacuzza. Comunque si presero per mano e camminarono riscaldando barboni e freddando prostitute. Mangiarono la torta della nonna e poi cercarono di entrare in una casa, ma aveva il lucchetto: era una casa chiusa. Poi Cappuccetto prese da terra una sigaretta non del tutto finita e Jack, lo Stupratore di cognome e di professione, le disse:< Guarda che se fumi ti viene il cancro. > e lei, che aveva appena cambiato segno zodiacale, disse:< Hai ragione, non voglio giocarmi di nuovo l’oroscopo. > Andarono, mano a mano, a rapinare negozi e a prelevare soldi ai bancomat. Così a fine giornata, mentre la nonna all’ospizio si grattugiava il formaggio con la sua pelle per la noia, loro comprarono la manodopera che fruttava di più a New York, tra l’altro la più antica al mondo, e vissero felici e contenti. Davide Quagliotto 3B 20 Giallo Ockham Rasoio di Ockham Triangolo in… amore di Fabrizio Dalla Porta – 1^ E L’ispettore Callaghan è appena rientrato e sta per richiudere la porta, quando, per corrente violentissima, il battente gli sfugge di mano e si chiude con gran fragore . Si scrolla un po’ di pioggia dall’impermeabile e, rivolto al suo fedele assistente, “C’è qualcosa di nuovo?”- domanda. “Sì, purtroppo”. rispose. “E’ morto un uomo di trentacinque anni, di nome Giovanni Sensini all’albergo Cristallo in via Leonardo da Vinci” proseguì l’assistente. “Cosa aspettiamo allora? Andiamo in questo benedetto hotel ! Dai, Giulio!”. disse Callaghan. Così i due si diressero verso l’albergo. Arrivati nella camera, videro davanti a loro una scena a dir poco incredibile: l’uomo era disteso sul letto in un lago di sangue. L’ispettore fece qualche domanda alla donna delle pulizie che aveva trovato il cadavere. Finito l’interrogatorio, Callaghan andò a vedere il cadavere che intanto veniva esaminato dalla Scientifica e dal suo assistente, che gli si rivolse dicendo: “Ho appena parlato con la donna che lo ha trovato questa mattina alle 9.00; dalla sua espressione non penso che sia stata lei ad ucciderlo”. “Anche perché, ha detto la Scientifica, Giovanni è stato ucciso questa notte da una pallottola che lo ha colpito proprio al cuore” aggiunse. Intanto gli agenti della scientifica esaminarono il letto e il pavimento per trovare eventuali tracce. Sul comodino c’era il telefono della vittima che venne raccolto dall’ispettore per vedere quali erano state le ultime chiamate che aveva ricevuto. Mentre Callaghan guardava le chiamate nel telefonino, il suo fedele assistente trovò l’arma del delitto, proprio sotto il letto. Sulla pistola, però, non furono trovate tracce, segno che era stata accuratamente ripulita da una persona esperta. Le ultime chiamate che l’uomo aveva ricevuto erano state quelle della signora Sensini, sua moglie, prima, e quella di una certa signora Cristina Simenon, poi. Quest’ultima aveva anche lasciato un messaggio nella segreteria telefonica della vittima, dicendo che sarebbe andata a trovarlo, e quindi presumibilmente era stata una delle ultime persone che aveva visto Giovanni. L’ispettore Callaghan e il suo assistente tornarono in ufficio e chiesero di ricevere le due donne perché volevano fare loro qualche domanda. La prima ad arrivare fu la signora Sensini a cui venne chiesto. “Perché suo marito dormiva in albergo e non a casa?” - domandò l’ispettore. “Perché avevamo litigato, avevo scoperto che aveva una amante, la signora Cristina Simenon, un’antipatica e smorfiosa donna che non capisco come poteva piacergli” - rispose la moglie. “E, mi dica, quando è stata l’ultima volta che lo ha visto? E perché gli ha telefonato?” domandò ancora. “Era da un po’ di giorni che non lo vedevo, andava a dormire in quell’albergo. Lo chiamai perché non ce la facevo più a stare senza di lui e gli dissi quanto la cosa mi dispiaceva”. “Ok, grazie signora può andare.” Subito dopo Callaghan ricevette una telefonata. Era la Scientifica che lo aggiornò sul delitto. Non c’erano tracce della moglie, le uniche impronte erano quelle della signora Simenon, rinvenute sul muro, soprattutto sul letto e alcune anche sulla canna della pistola. Sembrava fosse stata lei l’ultima persona a vedere la vittima. “Parli del diavolo e spuntano le corna!” disse l’ ispettore quando vide entrare l’amante della vittima. Lei fu subito portata da Callaghan per l’interrogatorio. “Lei era l’amante della vittima, so che l’ha vista questa notte, mi dica tutto.” disse l’ispettore. “Si, ero la sua amante, questa notte come anche le altre notti andai da lui per fare l’amore, però tra noi non c’era più l’attrazione di prima. Per questo gli chiesi di non vederci più.” “Lei aveva una pistola, non è vero?” proseguì Callaghan. La donna rimase di stucco, come pietrificata. Sussurrò: “La mia pistola”. Raccontò di possedere un regolare porto d’armi e, tranquilla, se ne andò. Callaghan non poteva trattenerla, mancava ancora qualche punto di collegamento, né, gli pareva, c’erano prove della sua colpevolezza. Era ormai sera e nell’ufficio restava solo Callaghan, il suo assistente era già andato via da molto tempo. Ad un certo punto il telefono squillò… Chi è l’autore del delitto? Prova a formulare delle ipotesi, sulla base degli indizi che ti ha offerto l’autore. La verità… nel prossimo numero! 21 Rubriche Rasoio di Ockham GIOCHI di Valeria Menegon e Luisa Graziani ANIMAL INSTINCT 1) Sei caloroso? Si = vai alla 2 No = vai alla 4 2) Il tuo calore preferito è il giallo? Si = vai alla 5 No = vai alla 3 3) Sai sempre cosa succede attorno a te? Si = vai alla 6 No = vai alla 10 4) Sei sempre allegro? Si = vai alla 3 No = vai alla 8 5) Ti piace il pesce? Si = vai alla 6 No = vai alla 7 6) Sei coccolone? Si = vai alla 7 No = vai alla 5 7) Hai visto “La marcia dei pinguini” ? Si = vai alla 10 No = vai alla 9 8) Hai spesso la testa tra le nuvole? Si = vai alla 10 No = profilo CANE 9) Ti piace la carne? Si = profilo TIGRE No = vai alla 8 10) Il tuo colore preferito è il verde? Si = profilo PAPPAGALLO No = profilo PINGUINO Misura il tuo animal instinct con il nostro animal test! TIGRE: sei sempre felice e vedi solo il lato positivo delle cose, ma quando ti arrabbi nessuno può placare la tua ira! Sei vitale e simpatico, ti piace osservare ciò che accade come uno spettatore al cinema. Quasi incapace di mantenere segreti e un po’ ficcanaso. PAPPAGALLO: sei un gran sognatore e anche molto fantasioso. Ti piace mangiare un po’ di tutto e guai se qualcuno si avvicina al tuo cibo! Sei molto vanitoso e altezzoso. Il tuo passatempo preferito (a parte scopiazzare... ops, volevo dire svolazzare) è sparlare degli altri, la tua linguetta va a 2,99 * 10^8 m/s (velocità della luce)! CANE: specifichiamo che per “cane” intendiamo un cane come quello del tenente Colombo, un bassotto grassotto con le orecchi grandi e mosce. Sei un po’ viziato e ami essere al centro dell’attenzione. Sei annoiato da tutto tranne da quello che ti piace fare, odi lo sport e le cose troppo faticose, un vero pigrone. Però sei molto riflessivo e curioso, insomma abbiamo un filosofo tra noi! PINGUINO: non ami il caldo e preferisci le bevande fresche. Sei molto affettuoso però solo con chi lo è nei tuoi confronti. Hai un grandissimo fascino, anche se non curi troppo il tuo aspetto, e una grande voglia di coccole. Quando si tratta di fare amicizia con qualcuno capisci subito la persona che ti sta davanti. Il tuo unico difetto? Forse sei un po’ egoista...è tutto intorno a te! P.S. Se i profili non corrispondono è un segno positivo! Ora conoscete veramente voi stessi! 22 top ten Rasoio di Ockham Top ten (and five) Levi’s girls Eccoci di nuovo qui a scuola dopo le varie pause in cui abbiamo pregustato le vacanze estive… Questa volta fare le classifiche ha richiesto molto impegno, anche perché sono arrivate molte e pressanti richieste. Nonostante questo, siamo moooooltooo felici di ricevere consigli. Sperando di non aver scontentato nessuno e di non deludere le vostre aspettative, vi auguriamo buona lettura e ci raccomandiamo: scrivete scrivete scrivete!!! TOP TEN TRIENNIO 1. Gloria T. 5^C (immancabilmente al primo posto…) 2. Giulia B. 3^C (affascinante saltatrice in lungo) 3. Giorgia C. 2^A Class. (“tres belle”!!!) 4. Eleonora G. 4^D (una delle ragazze più richieste…) 5. Beatrice M. 3^A Class. (se non ci fosse lei…) 6. Claudia T. 4^D 7. Veronica G. 4^D (bellissima, misteriosa e richiestissima…) 8. Francesca S. 3^E 9. Federica L. 4^E (il faro di Guarda Alta…bellissima) 10. Maurizia F. 3^E TOP FIVE BIENNIO 1. 2. 3. 4. 5. Gloria B. 2^B (sempre in vetta) Silvia B. 2^A (bellissima e atletica,cosa volete di più?) Francesca M. 1^A (3^ nei 1000,3^ in classifica JJ) Cristina P. 2^A (la bellissima Joy è sempre con noi)(rima d’autoreJ) Chiara D.B. 1^H (la nostra rossa preferita…) Top ten (and five) Levi’s boys Dato le critiche che hanno sollevato le nostre classifiche precedenti,ora cercheremo di mediare un po’ con le lettere che ci sono pervenute,sperando che questa volta il risultato sia più di vostro gradimento.. Comunque ringraziamo e accogliamo tutte le vostre critiche,ricordando che ognuno può dire la sua! top ten TRIENNIO 1) Tommaso Guiotto 2Aclass 2) Matteo Barp 3C 3) Mattia Bresolin 5Atec 4) Alessandro Bresolin 4Btec 5) Aronne Colbalchini 4E 6) Stefano Maggiotto 5Atec 7) Mirco Bisol 5Atec 8) Matteo Benvegnù 3Atec 9) Andrea Sperotto 4D 10) Matteo Piazza 3C top five BIENNIO 1) Leonardo Spagnolo 1Btec 2) Matteo Schiavinato 2A (E ricordati il ciao...Ciao!) 3) Filippo Bressan 2C 4) Alessandro Sandri 2C 5) Riccardo Baggio 2Atec 23 sport Rasoio di Ockham IL LEVI VINCE ANCORA! Finalmente con l’arrivo della primavera e delle belle giornate di sole possiamo rallegrarci pensando che l’estate è ormai alle porte. Chi di noi infatti, durante le cupe giornate scolastiche, non si è lasciato trasportare dai ricordi delle calde ore estive passate in compagnia a divertirsi?! Così anche noi otto donzelle abbiamo sentito la mancanza della spensieratezza estiva ma soprattutto delle bellissime giornate trascorse assieme a Lignano Sabbiadoro a settembre per partecipare alle fasi nazionali dei G.s.s.. E visto che è stata un’esperienza meravigliosa vorremmo farvi partecipi della nostra avventura. Tutto è iniziato quando ci siamo inaspettatamente classificate seconde come squadra alla fase regionale dei G.s.s. e ci siamo trovate di fronte alla possibilità di partecipare alle fasi nazionali. Prontamente abbiamo accettato la sfida e, dopo una particolare preparazione estiva seguita e guidata dal prof. Ivo Merlo, nostro allenatore anche nell’atletica e principale organizzatore della nostra partecipazione ai giochi, siamo arrivate a Lignano in forma e piene di entusiasmo. Appena scese dal pullman ci siamo trovate tra centinaia di ragazzi da tutta Italia che praticavano anche altri sport oltre all’atletica, e l’atmosfera molto viva del villaggio ci ha subito coinvolte. A quel punto avevamo preso la sfida sì da vivere divertendosi ma, nel vedere l’importanza dell’avvenimento, con la volontà di mettercela tutta e di ottenere buoni risultati. E possiamo dire che i nostri desideri si sono avverati! Infatti il nostro impegno è stato premiato dal TERZO POSTO IN ITALIA guadagnato con il lavoro di tutta la squadra! E il divertimento non è mancato! Oltre alle gare, distribuite in tre giorni, c’è stato anche il tempo di andare in spiaggia e di conoscere la sera un sacco di gente nuova nel villaggio. Naturalmente sempre sotto l’occhio vigile del prof. Merlo che monitorava ogni situazione con piglio severissimo, lamentandosi spesso della nostra lentezza nel prepararci. Ma siamo convinte che anche lui abbia passato una felice settimana in nostra compagnia! Cogliamo l’occasione per ringraziare il Sig. Preside Pillonetto, ma soprattutto il prof. Merlo per la sua disponibilità e per averci supportato e…. sopportato per tutta la durata della nostra trasferta. In questo bellissimo ricordo sentiamo viva la speranza di poter partecipare anche quest’anno alla fase nazionale. Silvia B., Gemma D., Eloisa T., Erika D., Giulia S., Federica A., Giorgia S., Yasmine C. 24 Costume Rasoio di Ockham casanova per gioco Una serata, un locale, ragazzi e ragazze. Non sono elementi reali e concreti, ma semplici fattori di svago: scopo del gioco è conquistare una donna, tramite uno dei trucchi esposti nel libro intitolato, per l’appunto, “The Game-La bibbia del mago del rimorchio”. La nuova missione americana sembra diventata, a giudicare da questa autobiografia di Neil Strauss, aiutare gli SOF -sfigati frustrati ordinari- ad apprendere ciò che serve per trasformarsi in un moderno Casanova. Semplici trucchi, insegnati con immancabili linguaggio gergale in lezioni da centinaia di dollari l’una, attraverso i quali ogni donna può essere conquistata: non servono bellezza avvenente, fama, conto in banca a sei zeri o jet privato, i novelli seduttori devono avere con sé armi molto più accessibili alla gente comune, quali gomme da masticare, preservativi, penna e taccuino. Rispettivamente, per poter provvedere ad alito, eventuale riuscita della serata ed annotazione dei numeri di telefono. Ma oltre a questi, vi sono molti altri assi che può essere utile estrarre dalla manica durante il gioco -tra cui filo, caramelle, anelli-, per poter vincere la partita. L’approccio non è reale, la donna non è reale, sta solo partecipando, come pedina inconsapevole, alla formazione di un uomo che dovrebbe, al termine delle lezioni, acquisire una maggiore autostima. Se un uomo si avvicina al bersaglio stabilito e finge di toglierle dal vestito un pezzo di filo, che in realtà aveva in tasca, il contatto avviene e due vite si incrociano: dall’incontro potrebbe derivare una vita insieme, così come un’unica notte. Il fatto che questi “artisti del rimorchio” abbiano, ed insegnino ad avere, risultati personali di centinaia di punti -ovvero donne che hanno sedotto-, lascia intendere che si tende a considerare come vittoria più la seconda opzione. I “maestri del rimorchio” considerano la seduzione un hobby, una passione, una missione, perciò un passatempo senza alcun significato morale più profondo, elevato a una sorta di “missione salvifica” per coloro che, con le loro sole forze, non riescono a destreggiarsi con abilità nel complesso universo femminile. Ma ogni donna è diversa, tecniche omologate non possono certo dare gli stessi risultati con ciascuna di loro. Gli stessi “artisti” pongono come regola fondamentale l’originalità: non bisogna seguire le regole e fare quel che fanno tutti gli altri, bensì essere sempre l’eccezione alla regola. Al di là di tutti i ragionevoli dubbi che ci si può porre su quest’ennesima moda, in ogni caso, è interessante osservare alcune delle regole base che ogni giocatore deve conoscere. Un uomo deve innanzi tutto possedere i tratti del “maschio alfa” -sicurezza di sé, sorriso, cura, senso dell’umorismo, affabilità, capacità di attrazione-, deve sapersi mettere in evidenza, catturare l’attenzione. In seguito, dato che le belle donne raramente sono sole, deve saper superare l’ostacolo: gli artisti seduttori consigliano di ignorare il bersaglio, conquistando invece i suoi amici, così da colpire la donna desiderata, abituata ad essere corteggiata e insofferente se messa da parte. Per le donne molto belle, servono “commenti acidi programmati”, che riducano la loro stessa autostima, senza però offenderle. Se si desidera incuriosire e affascinare, si può avere un approccio rapido, di poche parole, prima di allontanarsi ed attendere che la donna faccia la mossa successiva. Resta solo da chiedersi se davvero le donne siano così prevedibili, e seducibili da chiunque apprenda le regole di quello che, nella realtà, diventa molto più di un semplice gioco. Letizia Gardin - I B liceo classico 25 Rubriche Rasoio di Ockham È tempo di libri (e di film)! di Luisa Graziani Salve a tutti i lettori!! Ho ricevuto una richiesta particolare da una nostra lettrice e solo per questa volta vestirò i panni, oltre che dell’entusiasta lettrice che tenta di trasmettere agli altri la sua passione, anche di critico cinematografico in erba: così stavolta vi propongo la recensione di due libri e di un film, uscito di recente e di cui si è molto parlato. # 1 Le cronache di Narnia - C.S. Lewis - Mondadori Considerato uno dei capolavori della letteratura inglese del Novecento, è un libro per l’infanzia. In realtà è la raccolta di sette libri che narrano la storia delle terre di Narnia: dal secondo è stato tratto il film uscito a Natale. La storia è abbastanza avvincente, si inizia con l’avventura di un bambino e una bambina, vicini di casa, che nelle afose giornate estive si divertono ad esplorare gli angoli nascosti delle loro case. In una di queste escursioni capitano per caso nello studio proibito dello zio, un po’ pazzo, del ragazzo. Lo zio allora approfitta della loro presenza per usarli per un suo esperimento, dà ai due ragazzi un anello verde e uno giallo, con uno si passa in una dimensione parallela, e con l’altro si torna indietro. Così i due bambini arrivano in una foresta di pace eterna e, attraversando uno dei molti stagni della foresta, entrano in un castello dove tutto sembra congelato e la gente sta pietrificata sulle sedie. Narnia? No! Lascio a voi scoprire dove siano, come facciano a risvegliare la Strega e come faccia il lampione ad arrivare a Narnia. Negli altri libri vengono presentati un dedalo di personaggi la cui storia a volte finisce con l’intrecciarsi con quella di Lucy, Peter, Susan e Edmund, i primi regnanti di Narnia. Vengono raccontate le storie di principi spodestati, battaglie, velieri e magie. L’unica vera cosa che accomuna tutti i libri è Aslan, il grande leone dorato, creatore di questa terra popolata da creature mitologiche come ninfe, fauni, ma anche animali parlanti, alberi dalle sembianze umane e nani. Si può dire che è un vero e proprio libro di fiabe, scorrevole con un linguaggio molto semplice e a volte un po’ monotono, ma essendo un libro per bambini non poteva essere altrimenti. Una lettura leggera e interessante che trasporta il lettore verso mondi nuovi e avventure spettacolari in un contesto altrettanto magico. “Se dall’asta del lampione è nato un alberello luminoso, perché da questa non dovrebbe venir fuori un albero di caramelle?” # 2 Eldest - Christopher Paolini – Fabbri editori Nel secondo libro della trilogia, il seguito di Eragon, recensito nello scorso numero, la storia del nostro Cavaliere dei draghi si complica. Dopo aver combattuto, e vinto, contro l’esercito dell’imperatore a fianco dei Varden, i ribelli che da sempre lottano contro il tiranno, Eragon si reca dagli elfi. Nella loro capitale completa la sua istruzione e riceverà un dono che solo i draghi avrebbero potuto fargli. Il suo addestramento comunque durerà relativamente poco, infatti i Varden hanno ancora bisogno del suo aiuto, l’imperatore sta radunando un altro esercito e si prepara uno scontro diretto. Durante questa battaglia Eragon scopre delle importantissime, nonchè scioccanti, rivelazioni sull’identità di suo padre (si consiglia di leggere il penultimo capitolo seduti e con molta calma, se volete evitare l’infarto). Intrecciata alla sua storia, c’è quella del cugino, Roran, costretto, sempre dalle forze del tiranno, ad abbandonare, insieme a tutti i compaesani, la sua terra natia per unirsi ai Varden. Un libro stupefacente. Anche se l’inizio è piuttosto lento e noioso, bisogna dire che Paolini ha scritto veramente un degno seguito del suo primo romanzo. Scritto anche stavolta con maestria. È stato davvero un piacere rientrare a far parte di quel mondo fantastico. Rimane, però, il finale apertissimo! E poiché la situazione è piuttosto critica, anche abbastanza dubbio! Fare previsioni attendibili è molto, molto duro. “ Che la vostra spada resti sempre affilata…”. 26 Rubriche Rasoio di Ockham È tempo di Film… • Il mio miglior nemico (Carlo Verdone e Silvio Muccino) Una storia che parla di un giovane di 24 anni la cui madre depressa viene licenziata dall’albergo per cui lavora a causa di un furto ai danni di un cliente. Il giovane Orfeo, Muccino, fidandosi della madre che dice di essere innocente, cerca di farla riassumere ricattando Achille, Verdone, il proprietario dell’albergo. Nel frattempo però Orfeo si innamora della figlia di Achille, e quando la sua vendetta si compie ha conseguenze inaspettate: infatti la famiglia di Achille si disgrega e la figlia scompare. Nella seconda parte del film c’è la ricerca della ragazza da parte di Orfeo e Achille che si alleano per ritrovarla. Il film tocca una varietà di temi tutti molto importanti: il rapporto genitori-figli e la fiducia che c’è in questo rapporto, la sua complessità, il contrasto fra una famiglia solida e ricca e una famiglia che vive alla giornata, la speranza di ricominciare, lo scontro fra due persone completamente diverse con mentalità altrettanto diverse. Alla fine del film si raggiunge un nuovo equilibrio, i due mondi da cui provengono i due nemici si fondono. Orfeo insegna al direttore d’albergo, a cui importavano solo le apparenze e la ricchezza, che nella vita bisogna imparare anche a coltivare l’amore, affrontare i problemi a testa alta e non cercare di non vederli vivendo in un finto mondo perfetto. Penso che questo film voglia dirci che i giovani hanno molto da imparare ma anche molto da insegnare, che dobbiamo apprezzare tutto come viene, anche se non raggiunge le nostre aspettative, senza cercare la perfezione. Ma la bravura del regista sta nel condire tutta questa insalata con un rivolo di comicità e situazioni a dir poco impensabili che non smettono mai di far ridere. E voi che ne pensate? Scrivetemi e ditemi la vostra interpretazione del film!! Scrivete al Rasoio di Ockham! Attendiamo le vostre lettere! Anche all’ e-mail: [email protected] 27 Rubriche Rasoio di Ockham Le parole che amiamo di Eleonora Busana, Francesca Merlo e Giulia Zatta Cari studenti, da questo numero troverete una novita’ nel Giornalino… abbiamo infatti deciso di aggiungere una nuova rubrica, che consiste nel riportare, sotto alcuni articoli, degli aforismi o frasi significative (celebri e non). Oltre a questo, inseriremo anche una poesia che secondo noi merita attenzione! Chiaramente, anche voi potete partecipare, inviandoci frasi, canzoni o poesie che vorreste venissero pubblicate! Sono ben accette anche le VOSTRE PERSONALI OPERE D’ARTE… (e chissa’ che non si scopra di avere un nuovo Dante Alighieri al Liceo!!!). Per questo numero, abbiamo deciso di riportare una poesia, a nostro parere bellissima, che grazie a Internet si sta diffondendo... Si dice sia stata scritta da Gabriel Garcia Marquez (per capirci l’autore di “Cent’anni di solitudine”), ritiratosi della vita pubblica per ragioni di salute, cancro linfatico. E’ una lettera di commiato diretta ai suoi amici. Di recente, sembra sia stata da lui stesso smentita la paternita’ di questa poesia. Vale comunque la pena di leggerla e di rifletterci. SE NE VA UN GENIO Se per un istante Dio si dimenticherà che sono una marionetta di stoffa e mi regalerà un pezzo di vita, probabilmente non direi tutto quello che penso, ma in definitiva penserei tutto quello che dico. Darei valore alle cose, non per quello che valgono, ma per quello che significano. Dormirei poco, sognerei di più, andrei quando gli altri si fermano, starei sveglio quando gli altri dormono, ascolterei quando gli altri parlano e come gusterei un buon gelato al cioccolato! Se Dio mi regalasse un pezzo di vita, vestirei semplicemente, mi sdraierei al sole lasciando scoperto non solamente il mio corpo ma anche la mia anima. 28 Rubriche Rasoio di Ockham Le parole che amiamo… Dio mio, se io avessi un cuore, scriverei il mio odio sul ghiaccio e aspetterei che si sciogliesse al sole. Dipingerei con un sogno di Van Gogh sopra le stelle un poema di Benedetti e una canzone di Serrat sarebbe la serenata che offrirei alla luna. Irrigherei con le mie lacrime le rose, per sentire il dolore delle loro spine e il carnoso bacio dei loro petali. Dio mio, se io avessi un pezzo di vita non lascerei passare un solo giorno senza dire alla gente che amo, che la amo. Convincerei tutti gli uomini e le donne che sono i miei favoriti e vivrei innamorato dell’amore. Agli uomini proverei quanto sbagliano al pensare che smettono di innamorarsi quando invecchiano, senza sapere che invecchiano quando smettono di innamorarsi. A un bambino gli darei le ali, ma lascerei che imparasse a volare da solo. Agli anziani insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia ma con la dimenticanza. Tante cose ho imparato da voi, gli Uomini! Ho imparato che tutto il mondo ama vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel risalire la scarpata. Ho imparato che quando un neonato stringe con il suo piccolo pugno, per la prima volta, il dito di suo padre, lo tiene stretto per sempre. Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardarne un altro dall’alto al basso solamente quando deve aiutarlo ad alzarsi. Sono tante le cose che ho potuto imparare da voi, ma realmente, non mi serviranno a molto, perché quando mi metteranno dentro quella valigia, infelicemente starò morendo. 29 E per finire... Rasoio di Ockham La redazione del Rasoio di Ockham • Direttore Andrea Tranquillin 4E • Vicedirettore Laura Biasi 4E • Condirettore (responsabile sez. classico) Gloria Viel 2Acl • Caporedattore centrale Eleonora Salomon 3Btec • Caporedattori Valentina Spada 4E, Simone Orsato 5Atec, Francesco Groppo 4D, Sara Giovine 3A • Caporedattori e Redattori per ogni Area da 1 a 6: Area 1 Giulia Zatta 4E, Valeria Menegon 4E, Tobia Bacchin 1E, Greta Zamperoni 1E Area 2 Francesca Merlo 4E, Deborah Grando 3E, Francesca Signor 3E, Greta Mazzochel 2Bcl Area 3 Federica Lucati 4E, Roberto Baggio 2G, Alberto Berdusco 2G, Matteo Favero 2G, Area 4 Eleonora Busana 4E, Riccardo Zambon 4Atec, Luisa Graziani 4E, Nicolò Basso 3E, Martino Spadetto 3E Area 5 Valentina Spada 4E, Letizia Gardin 1Bcl, Chiara Baccin 2F, Claudia De Matteis 5Bginn, Sharon Cattapan 5B ginn, Valentina Tormena 5B ginn, Alessia Pizzolato 3E Area 6 Margherita Sartori 4E Responsabili Rubriche Opinione: Valentina Spada 4E, Francesco Bortignon 5B, Sara Giovine 3A, Federica Fragiacomo 3A Musica: Laura Biasi 4E, Gloria Panciera 4E, Ruggero Bonaventura 4E, Martino Facchin 5B, Claudio Codemo 5B Libri: Sara Giovine 3A, Luisa Graziani 4E Letteratura: Annachiara Piazza 4F Spettacolo/cinema: Pasquale Morrone 4E, Alan Boso 3E, Matteo Bressan 3E, Martina Basei 3E Sport: Chiara Carmen Celia 4E, Matteo Olivieri 4E, Antonio Fent 4E Web: Francesco Agnolazza 3B, Vergil 3B The teacher-seeker: l’Innominato Curiosità: Aronne Colbalchini 4E Cuore: Chiara Casteller 4E, Giulia Favaro 4E, Enrica Innocente 5A Satira: Morris Faccin 4A, Mariateresa Ghizzo 4C Posta: Chiara Casteller 4E, Giulia Favaro 4E Recensione giochi/program. per pc: Leonardo Frassetto 5Atec Giochi: Valeria Menegon 4E, Luisa Graziani 4E, Deborah Michielin 3E Grafici: Matteo Olivieri 4E, Claudio Cervi 3E, Simone Orsato 5A tec, Eleonora Salomon 3Btec, Serena Gomiero 3C, Francesca Tonellato 3C Responsabili settore tecnico: Giulio Padoin 4E, Francesco Nubiè 4Btec, Alberto Garbujo 4E, Claudia Tartini 4E, Federica Lucati 4E, Stefano Visentini 4E Responsabili settore archivio: Antonio Fent 4E, Fabio Michielin 4E, Alessandro Zambon 3E Il rasoio di Ockham • 1° classificato al concorso promosso dalla AICQ (Associazione Italiana Cultura e Qualità), riservato al miglior giornalino del Triveneto 2003/2004 • 1° classificato per il miglior giornalino in formato multimediale al concorso per il miglior giornalino scolastico della Provincia di Treviso – a.s. 2004/05, promosso dalla Consulta Provinciale degli studenti • 2° classificato per il miglior giornalino in formato cartaceo al medesimo concorso provinciale • 3° classificato (ma primo classificato quanto a comunicazione, qualità e originalità) al concorso promosso dalla AICQ, riservato al miglior giornalino del Triveneto 2002/2003 • Finalista al Concorso Nazionale per il miglior giornalino scolastico di Avellino 30