DIARIO DI BORDO 2015 1 AGOSTO L’ULTIMA ESTATE DI RENZI ? Sfogliando i quotidiani di oggi il quadro politico della sinistra e del governo appaiono devastati. Grande rilievo per le dichiarazioni di Buzzi contenute nei verbali nei quali sostiene che doveva pagare esponenti della maggioranza e del Pd su ogni questione: dalla pulizia degli autobus, alle spiagge di Ostia , da stipendi a segretari di assessori, segretari generali e capi gruppi . “ Pd famelico, mai pagato tanto” così titola il Giornale: una affermazione che sotterra definitivamente la diversità tanto asserita dalla sinistra post comunista. Su Corriere della Sera Massimo Muchetti , schierato con gli oppositori del PD , sostiene che il progetto del governo per la Rai è un ”disegno maldestro”, sottolineando che “non si parla di governance, prima di chiarire la mission ”. In sostanza accusa Renzi di avere solo un disegno di potere. Fa anche un’altra affermazione interessante a proposito del salvataggio dell’esponente NCD Azzolini nel voto al Senato : “il vertice del PD un giorno giustizialista e l’altro no”. E’ chiaro anche la questione delle autorizzazioni all’arresto è usata solo politicamente e spregiudicatamente dal suo partito . Anche Dario di Vico mette il dito nella piaga dell’attività governativa: con un articolo dal titolo significativo: “ il partito del PIL si ribella a Renzi”, sostenendo che non solo l’Italia non cresce, ma le iniziative del governo non sono in grado di far ripartire l’attività produttiva , ma sono solo intenzioni di potere . Massimo Franco riassume la situazione nella sua nota rilevando che il “premier è stretto nella morsa del partito e dell’economia” . Le dichiarazioni ripetute e stantie dei suoi supportare al governo, che assicurano che la maggioranza tiene, non sono in grado di allontanare il sempre più evidente declino del la tenuta del governo, al quale la realtà presto presenterà il conto. 2 AGOSTO LE TASSE LOCALI DAL 2011 AL 2014 PIU’ 22 PER CENTO Sono gli anni che vengono dopo la fine del governo Berlusconi . I dati ufficiali dimostrano che tra il 2011 e il 2014 ogni italiano ha visto incrementare le tasse dovute agli enti locali da 505 euro a 618. Dal governo Monti a quello di Renzi la pressione tributaria è stata incrementata .Ricordiamo che il primo atto del governo Renzi fu quello di consentire ai comuni di incrementare la tassazione sugli immobili che prima del provvedimento aveva un tetto più basso. 1 Tutto ciò avviene mentre gli italiani possono constare che la qualità dei servizi locali continua inesorabilmente a scendere: Certo questi hanno dovuto subire un taglio di circa8 miliardi e, di conseguenza, si sono rifatti sui contribuenti , ovviamente quelli conosciuti o rintracciabili, mentre poco o nulla si continua a fare per eliminare una evasione fiscale, anche locale, elevatissima. La fantasia dei comuni , per esempio, al fine di recuperare le entrare arriva a predisporre gli autovelox su alti lampioni che elevano contravvenzioni per alta velocità su tratti stradali assolutamente sicuri e non abitati. Ciò mentre le spese per manifestazioni locali nei periodi estivi e non solo, sono sempre più in aumento . Ogni intervento del governo che limita i trasferimenti è accompagnato da una lamentazione e dalla minaccia di “spegnere le luci” e “bloccare i servizi”, ma una vera riduzione di spese , soprattutto in quelle che un tempo si definivano “non obbligatorie” non si verifica quasi mai. Chiunque abbia avuto modo di recarsi all’estero, in altri paesi europei , ha avuto dimostrazione di una sobrietà nel campo delle manifestazioni ricreative ( in alcune città austriache negli anni scorsi , sono arrivati a non far svolgere la festa della birra ! ) sconosciuta in molte regioni italiane, ma anche un livello di tassazione sugli immobili assai meno pesante ( sempre in Austria per abitazioni di medio livello la cifra è tra i 70 e i 100 euro l’anno ) . E’ il trend di una tassazione in aumento che impedisce agli italiani di incrementare la domanda interna di consumi, anche avendo disponibilità. Si è sempre in timorosa attesa di una iniziativa che colpisca i patrimoni o che incrementi i prelievi fiscali . Il ceto medio , poi, è entrato in un tunnel di impoverimento mai avvenuto in questo dopoguerra . A ben vedere è proprio quel ceto che si è allontanato dall’esercizio del voto , penalizzando le forze politiche un tempo di riferimento. Questa crisi delle classi medie è la cartina di tornasole di unacrisi sempre più complessa dell’Italia. 5 AGOSTO ROMA IN MANO A BUZZI Riferiscono i giornali , citando i verbali di interrogatorio di Buzzi , che i magistrati inquirenti due settimane prima avevano contestato a Buzzi le affermazioni rese secondo le quali “la nuova amministrazione comunale le aveva posto a carico costi di 4/5 assessori, 18 consiglieri comunali e 4/5 presidenti di municipio”. Il dettaglio e i nomi che sono trapelati hanno determinato l’annuncio di smentite e querele. Indignazione e roboanti dichiarazioni di estraneità. Ogni giorno che trascorre porta a Marino l’affanno di una gestione sempre più in difficoltà e in solitudine, mentre , pur tra smentite d’obbligo , diventa sempre meno convincente sostenere la discontinuità del suo governo rispetto al malaffare ed alle illiceità. Poiché l’elemento portato a 2 difesa da parte del Prefetto è appunto la discontinuità, questa, rischia di sbriciolarsi sotto la valanga di rivelazioni che vanno sopraggiungendo. Il punto fondamentale che il pd tenta di aggirare non è l’onestà o meno di Marino – questione assai tartufesca – ma il fatto se nel corso dell’attività della nuova giunta siano continuate o meno, le irregolarità e se Buzzi abbia avuto modo di incidere con il sostegno e i favori nei confronti di assessori , direttori , consiglieri comunali della maggioranza ed oltre. Se il vice sindaco Nieri, personaggio di un certo livello ed esperienza, sembra avere richiesto assunzioni alla cooperativa 29 giugno, figuriamo quello che possono aver preteso altri di minor spessore politico. Il commissariamento anche parziale del sistema amministrativo romano non sembra eludibile. Il rinvio della decisione del Consiglio dei Ministri alla fine del mese segnala proprio la difficoltà di mantenere in piedi una amministrazione ormai dimezzata. Anche per lo svolgimento del Giubileo è meglio mantenere in piedi una giunta dimezzata con alcuni dei suoi ex membri indagati o presentare una personalità che rappresenti una svolta di correttezza amministrativa ? 6 AGOSTO L’ EUROPA E LA QUESTIONE RUSSA In una intervista per Il Giornale , Marton Gyongyosi, leader del partito nazionalista ungherese, che raccoglie il 20 per cento dei consensi , sostiene che si debbano “ rinegoziare gli accordi con l’Unione europea” in materia di immigrazione clandestina , poiché “ci troviamo senza mezzi a dover affrontare un enorme flusso di migranti che cercano di venire in Europa da aree come il Medio Oriente e il nord Africa”. Si tratta di una situazione analoga a quella dell’Italia, anche se meno drammatica dal punto di vista dei rischi che affrontano gli immigrati attraversando il Mediterraneo. Dopo aver sottolineato come “la divisione destra e sinistra … appartenga ormai al passato “ e che “oggi la grande linea di frattura è l’approccio sulla questione della sovranità”, il deputato dell’assemblea nazionale ungherese affronta la questione dei “matrimoni gay”, ribadendo che “cose di questo genere non potrebbero mai verificarsi in Ungheria e sono il frutto della diffusione della ideologia liberal-­‐marxista in Europa”. Ma il punto più interessante dell’intervista sono le considerazioni sulle “relazioni con la Russia”. L’approccio è interessante: “Sul piano dei valori la Russia è l’unica potenza che ha mostrato di voler difendere la nostra tradizione dinanzi agli attacchi delle teorie liberali e di sinistra”. Da questa constatazione deriva anche una conseguenza sul piano geopolitico : “L’Europa e la Russia sono profondamente interrelate e, con riferimento alla situazione Ucraina , uno scontro tra noi e la Russia è contro i nostri interessi. Il nostro Paese si trova, infatti, su quella linea che divide Oriente e Occidente , sulla quale si sono sviluppati tutti i conflitti mondiali del secolo scorso. Sono sorpreso dal fatto che Paesi come la Polonia non abbiano compreso questa lezione della storia e credo che la loro ‘riussofobia’ non abbia ragione di esistere oggi. Cercare un dialogo con la Russia significa al contrario, adoperarsi per la pace in Europa”. E’ interessante constatare come un partito nazionalista in Ungheria, 3 nonostante che questa nazione abbia combattuto contro la Russia sovietica con le drammatiche giornate del novembre 1956, senta l’importanza di superare le ferite del conflitto civile che contrappose l’Europa occidentale a quella orientale, mentre in Polonia ed in Ucraina permanga un nazionalismo che arriva ad invocare atti di guerra contro una Russia non più comunista. Si rende evidente una manipolazione politica da parte degli interessi extraeuropei che nella divisione dell’Europa vedono la loro affermazione e sopravvivenza. 7 AGOSTO HIROSHIMA SETTANTA ANNI FA’ Alcuni quotidiani ricordano con grande risalto l’operazione di guerra degli Stati Uniti che il 7 agosto del 1945 distrusse la città di Hiroshima, provocando in un “nanosecondo” 80 mila vittime che, poi, negli anni successivi arrivarono a 200 mila. Con un articolo a firma di Silvia Morosi e Paolo Rastelli la commemorazione sul “Corriere della Sera “ non si lascia languire sugli aspetti del pacifismo, ma ammette la descrizione dei particolari più raccapriccianti e delle discutibili minimizzazioni . Colpisce la descrizione della vicenda del soldato Toshiaki Tanaka che viene autorizzato a ricercare i suoi familiari che vivevano al centro della Città dove avevano una piccola attività commerciale e che invece trova solo ”cenere e pezzetti bianchi di ossa che raccolse in un fazzoletto”. Oppure la valutazione contenuta in un libro di Stephen Walker ( “Appuntamento a Hiroshima”, Longanesi 2005 ) : “ In un miliardesimo di secondo la temperatura nel punto di esplosione raggiunse i sessanta milioni di gradi centigradi , diventando dieci volte più calda della superficie del sole”. Queste descrizioni evidenziano il carattere di guerra assoluta che , per scelta consapevole, assunse la fase finale del conflitto. L’articolo contrasta le tesi di coloro che tentano di “minimizzare l’impatto del nuovo ordigno facendo rilevare che nei bombardamenti incendiari di Tokio ( soprattutto quello del 9-­‐10 marzo 1945 ) c’era stato un numero paragonabile di vittime e distruzioni : più di 72 mila morti e 41 kilometri quadrati di edifici rasi al suolo”. Su queste rievocazioni c’è da aggiungere un elemento che caratterizzò sistematicamente i bombardamenti anche nelle città del nord della Germania ed in particolare quello di Dresda. Alla prima ondata che provocava con le bombe al fosforo devastanti incendi delle abitazioni spesso costruite con il legno , faceva seguito , quando i mezzi di soccorso intervenivano per tentare di spegnere le fiamme e salvare qualche vita umana, una seconda ondata che oltre ad ulteriori devastazioni vanificava qualsiasi attività di soccorso. Come dire, l’obbiettivo era quello di impedire qualsiasi sopravvivenza. Ecco il carattere assoluto della guerra . L’articolo , riportando il pensiero del sociologo Luigi Caramiello, accenna anche al fatto che Hiroshima rappresentò “una duplicità drammatica: tra violenza e soluzione razionale del 4 conflitto”. E’ la premessa di quella tesi che giustifica le bombe di Hiroshima e Nagasaky come accelerazione della fine del conflitto e , quindi, del risparmio di altre distruzioni e vite umane. E’ una tesi che non ci ha mai convinto del tutto. Non perché riteniamo che fosse oggettivamente praticabile la via di un armistizio che non fosse impedito dalla decisione di una resa senza condizioni sancita dalla conferenze degli alleati . Il carattere della guerra del ‘39 – ’45, proseguimento di quella del ’15 – ’18, era segnato dall’assolutismo che impediva qualsiasi compromesso o accordo . Hitler stesso definì la seconda guerra mondiale come lo scontro la “l’essere e il non essere”. Le azioni di guerra quando giungono ad un così elevato livello di crudeltà – la “soluzione finale” per gli ebrei ne è la prima – sono atti criminali che non vengono attenuati da giustificazioni di qualsiasi tipo . Oggi, apparentemente, siamo di fronte solo al pericolo degli effetti criminali delle azioni terroristiche che, comunque, hanno una portata limitata anche se odiosa e disumana. Apparentemente, perché i giochi geopolitici in atto , anche in Europa ed in particolare in Ucraina, spingono a dimostrazioni di forza, ad esercitazioni belliche di vasta portata, ad un gioco reciproco di provocazioni e tutele con singolare similitudine di quelle che portarono verso i conflitti armati. Che il ricordo dell’atomica di Hiroshima sia di remora verso coloro che vogliono portare ad una nuova guerra civile europea. L’Europa deve tornare ad essere padrona del proprio destino e pensare ad un progetto che ne impedisca per sempre il possibile ripetersi . 8 AGOSTO SENATO: UNA RIFORMA BLOCCATA ? La presentazione degli oltre 513 mila emendamenti al disegno di legge costituzionale sulla modifica del Senato viene valutata semplicisticamente solo sotto l’aspetto dell’ostruzionismo parlamentare. Non vi è dubbio che di questo si tratta, ma non solo. Si può sostenere con fondamento che si tratta di una spregiudicata risposta ad una posizione inadeguata ed arrogante del governo. Questa si esprime innanzitutto nell’atteggiamento dei pasdaran del premier che respingono ogni richiesta di ulteriori approfondimenti di una riforma che non solo modifica un aspetto primario sul quale era stato costruito il sistema parlamentare alla Costituente del 1948, ma che , poi, comporta la designazione dei senatori attraverso il meccanismo di elezione di secondo grado. E’ questo aspetto che va ad intaccare un principio di rappresentanza assai delicato e che non ha dato buoni frutti ove già applicato. Nelle recenti elezioni per le aree metropolitane – avvenute proprio con questo metodo -­‐ si è registrato un vero e proprio sistema di accordi di partito di basso profilo che hanno fatto sprofondare del tutto una riforma che aveva suscitato molte speranze di una funzione rappresentativa importante per i grandi centri urbani. Anche l’intervento del senatore a vita Giorgio Napolitano che ha sostenuto con forza , quasi un avvertimento nei riguardi del Presidente del Senato Grasso, che non debba essere modificato l’articolo 2 – quello che descrive il sistema di elezione -­‐ non poteva non suscitare una reazione 5 contraria per la sua logica del fatto compiuto, in funzione di una approvazione celere della riforma. Troppo poco per decidere su un aspetto che , invece, alla Costituente fu oggetto di un confronto assai più ampio di quello che riguardò la Camera dei Deputati. La “seconda Camera degli interessi” infatti, nei suoi connotati rappresentativi, nel suo ambito territoriale regionale, nei possibili sistemi di elezione, fu uno dei momenti più interessanti dei lavori del 1947. Abbiamo ricordato più volte gli interventi di Mortati . E’ interessante richiamare un articolo scritto da don Sturzo e apparso su Il Popolo il 18 settembre 1947 nel quale proponeva che “la nomina dei senatori assegnati alla regione” fosse scelta “ dagli albi regionali delle categorie senatoriali”. Si trattava di una elezione di secondo grado da parte dei “consigli regionali “, ma per realizzare una rappresentanza che esulasse dalla indicazione partitica , scegliendo “ sulle terne , per ogni seggio, proposte dalle categorie interessate”. L’ostilità delle sinistre impedì che si realizzasse una ”rappresentanza organica” e, soprattutto, quella “conciliazione degli interessi e le preferenze dei componenti regionali di ciascuna categoria … insieme al carattere regionale e politico della scelta dei senatori”. La mancata approvazione di questo carattere del Senato portò alla costituzione del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro che oggi si intende , con visione banalmente semplicistica, eliminare. Troncare ogni discussione e possibile modifica in nome della efficienza e rapidità di approvazione mostra tutta la superficialità e l’arroganza di oggi e non sorprende che un personaggio come Napolitano – intriso di una visione partitocratica -­‐ vi abbia offerto il proprio appoggio. Forse questa “scivolata” dell’ex Capo dello Stato dimostra ciò che per lungo tempo era stato un elemento noto nell’ambito del PCI e cioè il suo modesto spessore politico, soprattutto a fronte dei “mostri sacri” come Togliatti, Longo, Amendola , Berlinguer capaci non solo di navigare nella routine parlamentare, ma di offrire orizzonti politici storicamente di rilievo. Il PCI -­‐ è la storia -­‐ giunge ad assumere il potere per i suoi uomini quando le “prime linee” hanno terminato il loro percorso, fino ad arrivare a Renzi. Quello che oggi il premier e i suoi sostenitori propongono per le riforme costituzionali è una operazione che presenta l’indispensabile sostegno di quella che ai tempi della prima repubblica veniva descritta come la “bassa macelleria” parlamentare, cioè quei personaggi eletti dai partiti che , nel più vieto trasformismo, si rendono disponibili ad essere ingaggiati per l’occasione. Così non si rafforza la democrazia e neppure la disperata ricerca di rappresentanza del popolo italiano. 9 AGOSTO UN PORCELLINO IN SENATO Il ministro delle politiche agricole e il sottosegretario per le riforme hanno lanciato, tramite una lettere al Corriere della Sera, una proposta di mediazione sulla riforma del Senato. E’ un tentativo che rivela la difficoltà reale nella quale si trova Renzi per approvare in seconda lettura il testo già passato in Parlamento. 6 La proposta che non vuole “tradire la riforma”, presenta l’ipotesi della indicazione in un listino regionale dei nomi dei candidati senatori che sarebbero, poi, gli stessi che si presentano per l’elezione in consiglio regionale. Verrebbero eletti nell’ordine stabilito dal listino, qualora abbiano conquistato il seggio regionale con le preferenze. Resta il fatto evidente che quelli indicati sarebbero stabiliti dalle segreterie dei partiti che sceglierebbero solo alcuni dei candidati per il consiglio . Ritorna la logica delle liste, un metodo di elezione che il PCI, PDS, DS, PD ha sperimentato da tempo nella regione Toscana, antesignana di ogni “porcata”. E’ , quindi, una sorta di “porcellinum” in quanto, nella sostanza, l’indicazione resterebbe in mano ai partiti. Anche un altro aspetto si rende evidente: la coincidenza tra consigliere regionale e membro del Senato, a dimostrazione di come questa seconda camera avrebbe il solo scopo di tutelare e rappresentare interessi già istituzionalmente, amministrativamente e politicamente rappresentati nelle Regioni. Una via alternativa sarebbe, quantomeno, se non si volesse ritornare a discutere di “camera degli interessi”, quella di condizionare i partiti a presentare candidature libere, cioè da sottoporre alla preferenza, che siano espressione di esperienze legate alla cultura , alle professioni, all’associazionismo sociale, dimostrato da curricula di rilievo. Questo implicherebbe la necessità per le attuali forze politiche di riaprirsi alla società civile , di ricostruire un rapporto di rappresentanza che è andato scomparendo per essere sostituito con un , spesso modesto, leaderismo personale e una presentabilità solo mediatica. 10 AGOSTO CHI DIFENDE IL PORCELLINO ? Sulla discussione circa la soluzione di compromesso sulla elettività dei senatori interviene l’ex ministro Quagliariello con una intervista al Corriere della Sera. Polemizzando con il senatore Chiti respinge la definizione di “succedaneo”: “è” – dice “la soluzione più corretta”. Non ci risulta che il senatore Quagliariello abbia partecipato ad una elezione con il voto di preferenza. Insomma, si tratta di uno di quei personaggi giunti alla politica attraverso una prestigiosa attività svolta a livello professionale, come docente e autore di importanti saggi storico politici. Il suo libro su De Gaulle rappresenta un indiscutibile punto di arrivo nella ricerca su quel periodo storico e la sua lettura è assolutamente consigliabile. Gli incontri di Norcia sono sempre segnati da un approfondimento di temi importanti. Eppure anche a lui sfugge un elemento dirimente della controversia sulla elezione diretta o di secondo grado dei senatori . La sostanziale indicazione da parte delle segreterie dei Partiti di chi può essere eletto nell’ordine di lista significa ancora una volta relegare la scelta degli elettori ad una sostanziale ratifica , allontanando ancora di più il rapporto già ai minimi tra chi vota e chi viene 7 eletto. E’ un elemento , seppur limitato, di una crisi della rappresentanza che non può allargarsi ulteriormente. Non a caso per chiarire la sua contrarietà alla elezione diretta dei senatori così si esprime a proposito dell’articolo 2 : “ se lo riapriamo salta tutto. Se poi passasse l’elezione diretta avremmo un altro Senato. Non l’assemblea degli enti territoriali , ma quelal delle comunità territoriali. Così si ripartirebbe da capo”. Si insiste nel collocare nei seggi del Senato gli enti regionali, offrendo a queste realtà istituzionali un ulteriore elemento di incidenza, di auto garanzia e tutela oltre quello proprio del loro ambito . Con le logiche che sono state già dimostrate, le Regioni intenterebbero rafforzare la loro contrapposizione alla Stato centrale ed aumenterebbero gli elementi di contrasto non certo componibile attraverso la revisione del Titolo V la cui approvazione , peraltro, marcia con molta lentezza. I dati confermano che sono appunto le Regioni a dimostrare l’attuale ingovernabilità della spesa pubblica che, oltretutto, viaggia sulle spese correnti e vede ridursi quelle per investimenti. Siamo ancora nella linea di confusione che venne aperta dalle riforme Bassanini e sempre più lontani da una corretta visione federale . E’ l’ennesima dimostrazione della inadeguatezza del riformismo istituzionale che condanna la politica italiana a quella debolezza che è alla base della sua crisi sempre meno reversibile. 11 AGOSTO TRASFORMISTI ALL’OPERA Le cronache raccontano dell’azione di reclutamento dei verdiniani a sostegno del governo, in vista degli appuntamenti di inizio settembre . Si appattuma di tutto: dai “coniugi” Bondi, lui passato alla storia per le poesie inneggiarti a Berlusconi, ai senatori “tosiani” fino a tentare i “fittiani” il cui leader respinge ogni illazione: ”per noi il Senato o è abolito o è elettivo”. Poi c’è il Gruppo autonomie e libertà, che già dalla denominazione più che un programma sembra evidenziare un atteggiamento di disponibilità politica. Quando Berlusconi operò per far rimanere nella maggioranza esponenti in essa eletti e che lo scissionista Fini voleva indirizzare verso l’opposizione, si scatenò ogni forma di attacco e di polemica , fino alla minaccia di azioni giudiziarie. Ora che il tutto avviene nel passaggio da minoranza a maggioranza, cioè verso obliqui accordi di potere, al massimo qualche pezzetto di colore, ma sempre con toni sobri e comprensivi. La stampa che la sinistra di un tempo definiva “padronale” possiede una solida maschera di bronzo. La corazzata imprenditoriale del Corriere della Sera guida e dirige l’operazione di difesa del governo, così come un tempo lavorò per fermare Berlusconi. . I critici del governo -­‐ Ostellino e de Bortoli -­‐ se ne sono andati. Galli della Loggia e Panebianco parlano d’altro, ovvero, “auspicano”, invitando il governo a lavorare . 8 La parola trasformismo non ha spazi. Dopo 23 mesi di legislatura si sono avuti 235 cambi di casacca , 119 alla Camera e 116 al Senato . Il fenomeno rispetto agli anni e alle legislature precedenti marcia già ad un ritmo più che doppio . Si tratta oltretutto di un Parlamento eletto con una legge incostituzionale . In questo clima si vuole varare la riforma della Costituzione e si sta dando vita ad un nuova legge elettorale. Da questo albero marcio come potranno aversi buoni frutti ? 12 AGOSTO L’ULTIMO “MOSTRO” DEI GIOCHI FINANZIARI MONDIALI Corre il panico delle borse per la doppi svalutazione della Cina. Anche gli analisti economici dei quotidiani sono prudenti o poco capiscono. Si accenna alla spregiudicatezza del governo cinese che interviene sull’economia , mentre i governi occidentali si dichiarano per il libero mercato, ma , nella realtà, la loro economia – e non solo -­‐ è guidata dalla grande finanza. Negli Stati Uniti si fa strada il timore che la Cina, cassaforte mondiale dei suoi titoli di stato, possa decidere un giorno di immetterli nel mercato provocando una ecatombe. Per adesso Pekino rassicura. I Paesi europei in preda ad una stagnazione economica temono un surplus di capacità concorrenziale dei prodotti cinesi. Forse qualcuno avrà dei ripensamenti rispetto alla accettazione di quel Paese negli accordi commerciali di libero scambio . In Italia il governo non commenta. E, poi, cosa mai potrebbe fare di fronte ad una politica economica cinese che dovesse presentarsi sotto una luce più aggressiva ? La diplomazia mondiale appare in una fase di declino. I conflitti geopolitici e geoeconomici finiscono per sviluppare l’opzione militare, vedi le manovre NATO nell’Europa orientale e le attività usa nell’area del Pacifico. La responsabilità di questa deviazione è tutta degli Stati Uniti che svolge il suo declinante unilateralismo con l’irrigidimento bellicista o con ciò che può prepararlo , come le sanzioni imposte all’Europa nei riguardi della Russia. Mai come in questi mesi l’Italia appare inadeguata nella sua rappresentanza politica. Nei tempi della guerra fredda , perfino i politici democristiani riuscivano a ricavare spazi di autonomia e di diplomazia nei riguardi di aree calde come l’Unione Sovietica , il Medio Oriente e il Nord Africa. Renzi riuscirà perfino a farci rimpiangere Andreotti. 15 AGOSTO 9 ABE: SENSO DI COLPA E GEOPOLITCA Il premier giapponese Shinzo Abe è noto soprattutto per le sue concezioni di politica economica volte a ampliare la base monetaria per uscire dalla lunga depressione che aveva caratterizzato negli anni passati il suo Paese. Oltre un anno e mezzo fa’ il 26 dicembre 2013 , però, aveva visitato lo Yasukuni Shrine il “Santuario della pace mondiale” dedicato alle anime dei soldati – 2,5 milioni -­‐ che morirono combattendo per l’Imperatore , ma che, dal 1978, comprende anche i nomi dei 14 condannati a morte nel “ tribunale di Norimberga” istituito dagli alleati in Giappone alla fine della seconda guerra mondiale, compreso il generale Hidaki Tojo , primo ministro giapponese durante l’attacco a Pearl Harbor il 7 dicembre 1941. Nel giorno del 70mo anniversario della resa incondizionata che fece terminare la seconda guerra mondiale, Abe ha pronunciato un discorso nel quale c’è stato un passaggio significativo: “ Non dobbiamo consentire che i nostri figli e i nostri nipoti e anche generazioni seguenti , che non hanno avuto niente a che fare con quella guerra , siano predestinati a scusarsi” . E poi, si è rivolto al popolo cinese: “ Quanti conflitti emotivi e quanti sforzi debbono aver dovuto affrontare i cinesi che patirono e i prigionieri che soffrirono a causa dell’esercito giapponese , per essere nonostante tutto così tolleranti ? “. I risentimenti per queste parole sono arrivati soprattutto dagli americani , mentre anche i media italiani hanno sottolineato che il discorso “ ha ricevuto critiche tutto sommato modeste da parte cinese”. Abe si mostra non solo nell’orgoglio di ritenere chiusa la vicenda degli “errori” del secondo conflitto e delle responsabilità del suo paese con l’esplicita affermazione che le nuove generazioni non debbano sentire un senso di colpa , ma non manca di aprirsi ad una visione geopolitica non condizionata dalle iniziative diplomatiche statunitensi di contenimento e di ostilità vero la Cina. Il primo ministro di Tokio deve consolidare la sua posizione politica, perché questa linea può, in prospettiva, configgere con la politica estera sulla quale si è particolarmente distinto Obama quella di una unità transpacifico – vedi il tentativo di accordo commerciale – per rafforzare la nuova cortina di ferro, questa volta verso la Cina. Ed è la stessa logica che gli USA hanno adottato nei riguardi della Russia e di sottomissione dell’ Europa. Una linea diplomatica a rischio di conflitti e probabilmente destinata al fallimento. 17 AGOSTO POPULISTI CHE INCROCIANO LE SPADE ? 10 La non breve polemica iniziata con lo scambio di accuse tra monsignor Galantino, segretario della CEI, e Matteo Salvini, leader della Lega, non sembra aver fine, anzi si allarga e coinvolge con asprezza sempre nuovi argomenti. Nasce da una reciproca invasione di campo o, meglio, incomprensione di campo. Galantino accusa di atteggiamenti demagogici coloro che pur di conquistare consensi non esitano a rifiutare la politica di accoglienza per gli immigrati, Salvini che si è sentito chiamato in causa, risponde a tono, auspicando che la Chiesa accolga nelle sue strutture gli immigrati ed eviti di “guadagnarci” sopra. Il tutto nasce da una incomprensione di fondo, o meglio, da un desiderio di fustigare una classe politica definita “un harem di designati” e una Chiesa – sarebbe meglio dire talune personalità – che subisce una critica perché esce dai suoi confini non solo per indicare una linea di accoglienza, ma anche per giudicare con asprezza l’insufficienza della politica . Su Il giornale Piero Ostellino approfitta per riaffermare quell’antica distinzione di ruoli tanto cara alla cultura liberale: “Ecco perché bisogna saper distinguere fra la predicazione di Cristo e i comportamenti terreni della Chiesa “, avendo premesso che “la Chiesa di fronte alla provocazione, reagisce esattamente come fanno le istituzioni politiche -­‐ rivelando di essere essa stessa una istituzione politica”. A voler analizzare più approfonditamente si può dire che l’”irruzione” ecclesiale nel giudizio politico corrisponde proprio alla condizione di “assenza” di quel giusto rapporto per il quale una politica attenta ai valori cristiani dovrebbe operare per l’ordine civile sulla base del fondamento rappresentato dalla legge naturale e l’ordine ecclesiale dovrebbe evitare quel processo di secolarizzazione per il quale diviene funzionale alla comunità più che continuare l’azione redentrice e divinizzatrice del Cristo. Assistiamo invece allo scivolamento verso posizioni populiste . Dal lato politico tentando di offrire soluzioni più apparenti che reali e , comunque, per rassicurare strati di cittadini preoccupati e danneggiati dal non governo del problema immigrazione e dal lato ecclesiale ricorrendo ad attacchi con un linguaggio pesante da polemica politica, ostinato, troppo allusivo ed anche un po’ becero. 18 AGOSTO IN INGHILTERRA GLI ETERO SONO MINORANZA Due notizie distanti nello spazio , ma collegate nel merito. Valeria Braghieri su Il giornale riporta che “secondo una autorevole società demoscopica”, “la percentuale di ragazzi inglesi che … si sente eterosessuale si ferma al 49 per cento”. “Un dato significativo – continua la nota – che fa il paio con l’impressionante cifra dei cosiddetti ‘fluidi’ , ovvero ragazzi che non si sentono ‘catalogabili ‘ in alcuna preferenza sessuale” . La perplessità che induce la notizia non è diminuita dal dato di coloro che si definiscono “esclusivamente 11 omosessuali” , cioè il 6 per cento. E’ ampia la fascia dei giovani sradicati. La Breghieri la descrive così: “ Generazioni senza strappi e accadimenti che pure hanno visto mutare ogni regola fondamentale , ogni elemento della vita. Confusi ma non temprati. Sono la generazione 2,0 . Quella del virtuale che si intreccia con il reale, spesso confusa, altrettanto sovente tanto disillusa quanto cinica e fragile”. E’il prodotto – aggiungiamo noi -­‐ di un insieme di influenze devastanti: il consumismo, il relativismo come visione della vita, la sostituzione dei media rispetto alla capacità di riflessione e di scelta, in sintesi, la mancanza di ideali che diano un significato alla vita. L’altra notizia è riportata in prima pagina dal Corriere della Sera. “Il cantante Elton John attacca su Instagram il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro che – come promesso in campagna elettorale – ha bandito dalle scuole le favole sul ‘gender’”. Lo apostrofa come: “ bifolco e bigotto”. Alessandro Troncino il giornalista autore dell’articolo , ovviamente, piglia le parti del “cantante britannico , gay e padre di due figli ( avuti con la fecondazione assistita con madre surrogata ), con il marito David Furnish”, il quale ha spiegato che ”uno dei libri preferiti dalla sua famiglia è ‘The family book’ di Todd Parr” che “ racconta di un mondo totalmente inclusivo in cui le famiglie sono di tutte le forme, dimensioni e colori. E, soprattutto, le famiglie sono una questione d’amore. I nostri figli lo adorano”. Segue l’attacco del cantante: “il sindaco di Venezia è ‘extremely silly’ , ‘estremamente sciocco ’ “. La prosa del giornalista commenta : “ un attacco che certo non gioverà all’immagine di Venezia nel mondo, vista la popolarità dell’artista”. Non ci si preoccupata dei ragazzi fluidi o delle umiliazioni della madri surrogate, né di un falso ed equivoco concetto di amore come base del rapporto familiare che potrebbe nascondere ogni forma di deviazione, ma che viene preso come elemento fondante di un istituto base della società. La sdolcinata descrizione della famiglia “di ogni forma e colore” nasconde solo una degradata visione della vita pretenziosa ed individualistica, senza futuro e senza doveri. 20 AGOSTO IL PRESIDENTE TRIVELLATORE Era già accaduto nei primi tempi del suo mandato con le trivellazioni nel golfo del Messico, autorizzate dal Presidente Obama, dalle quali scaturì il più grosso disastro ecologico del pianeta. Ora avvicinandosi la fine , aggiunge un’altra perla “nera”: l’autorizzazione nei giorni successivi al Ferragosto alla compagnia Shell nel mare di Chukchi a nord ovest dell’Alaska , di svolgere le operazioni di ricerca in una zona dove si stima si trovi un giacimento di 15 miliardi di barili di petrolio . Accolto dai liberal di tutto il mondo come un campione delle grandi battaglie radicali anche in difesa dell’ambiente, Obama mostra il suo vero volto , quello cioè di un personaggio costruito dai grandi interessi e rivenduto attraverso i media come un sostenitore dei diritti dei cittadini e del benessere e della pace dei popoli. Si arrivò perfino ad assegnargli il premio Nobel per la Pace. 12 Oggi perfino la Clinton per tentare di vincere le primarie per la designazione alla campagna delle Presidenziali del 2016 , deve distinguersi da questo personaggio sotto la cui presidenza si è favorito il pericoloso equivoco delle primavere arabe, nell’Europa si è ritornati al clima della guerra fredda, nei riguardi della Cina si è distrutto quell’entente che era stata costruito dai suoi predecessori. 21 AGOSTO MEETING CL: COME SONO E NON PIU’ COME ERANO Abbiamo conosciuto Comunione e Liberazione e le sue espressioni politiche negli anni ’80. La presenza forte nelle università, dove la crisi dei movimenti di destra e la poca consistenza di quelli di centro aveva lasciato molto spazio alla sinistra. L’organizzazione dei servizi per gli studenti : dalle mense ai pensionati. E, poi, soprattutto una cultura cattolica fondata sull’”incontro” con Cristo, molto distante dalle sociologismo uscito dalle interpretazioni dei documenti conciliari, magistralmente diffuso dalle parole di don Giussani. La costruzione di una linea politica che veniva diffusa dal settimanale Il Sabato dove scrivevano Accame e del Noce, Socci , Testori , Cardini e tanti altri e dove si affermarono professionalità importanti come quelle di Liguori, Crippa e Banfi. Infine le coraggiose polemiche con il Cardinale di Milano Martini. Insomma CL non si rinchiudeva nell’ossequio istituzionale o nel conformismo culturale e politico. Molti giovani allora studenti sono oggi affermati professionisti, giornalisti, imprenditori, sacerdoti. Sono il frutto di una formazione diversa , autentica e identitaria. Anche i temi dei meeting avevano il profumo di una sfida umanistica e metafisica, diversa rispetto alla cultura corrente e alla omologazione politica . A quel tempo le espressioni istituzionali volevano essere chiamate perché non potevano perdersi la originalità e la popolarità di questa occasione di fine estate. Oggi il panorama è completamente cambiato. Il meeting è ancora una manifestazione largamente partecipata , ma offre un passerella istituzionale e di potere conformista che sa di omologazione e di interessi. Peccato! E’ vero che anche le organizzazioni hanno un ciclo di vita di crescita e poi di declino. Forse, però, le opere della Compagnia delle Opere hanno preso il sopravvento e quello che era un mezzo è diventato, con la prassi, un fine. Il Corriere della Sera organo interessato dell’establishment italiano , titola così : “ Il meeting cambia pelle. CL vuole ripartire dal basso”. Forse, però, resta la questione principale e cioè quel principio di comportamento per il quale oggi CL pensa che “ la Fede si testimonia nelle opere” , che è una verità, ma che secondo noi è meno efficace di quell’idea di don Gianni Baget che ”la Fede si difende nell’ordine civile”. 13 E’ ancora presente il forte messaggio formativo di un tempo? . Avere abbandonato le università e il popolo degli studenti , è stata una scelta saggia ? Alle grandi tesi politico culturali si è sostituita l’occupazione del potere. Manca il coraggio di una politica vera . Certo dopo Formigoni, Lupi e, nel passato, Andreotti, gli orizzonti non sono vasti. Comunione e Liberazione se non riscopre le sue radici non ha futuro. Lo ha sintetizzato Maurizio Sacconi , una delle poche persone serie dentro il NCD: “O è impegno o non lo è, a partire dal campo dell’educazione. Se finisse a negoziare i principi che non sono negoziabili verrebbe meno alla sua storia”. 22 AGOSTO A ROMA UN FUNERALE DELLO STATO Su Il Corriere della Sera il “pezzo” più indovinato sui funerali del boss Casamonica è la vignetta di Giannelli dove si vede una carrozza funeraria tirata da due cavalli che si domandano: “ ma chi stiamo trasportando ?” ed uno risponde “ L’autorità dello Stato” e l’altro replica: “ Ti sbagli! Quella è stata sepolta da tempo”. Il fondo di Sergio Rizzo,invece, appare sfocato e qualunquista ricorrendo agli stereotipi su Roma del tipo per “moltissimi nostri concittadini non è mai stata capitale d’Italia”,oppure dileggiando sul fatto, del resto previsto da una legge, che i consiglieri comunali possono fregiarsi del titolo di ‘onorevole’, per arrivare a sostenere che ormai la Capitale è una questione nazionale. Non abbiamo nulla da dire. Ma oltre alla inadeguatezza del sindaco e della sua ennesima giunta, c’è n’è altrettanta da parte delle autorità di emanazione statale che si sono limitate a dire che qualche errore e qualche sottovalutazione ci sia stata, senza precisare da chi e in che cosa. Riteniamo , poi, che sia sin troppo evidente che Renzi stia premendo sul Prefetto affinché Marino non venga commissariato . L’esame della relazione di Gabrielli è stato rinviato a settembre e sembra che il premier sia contrario anche alle minimali proposte di controllo pensate dallo sfocato Alfano. Quello che manca nell’analisi di Rizzo è, appunto, la denuncia dell’assenza dello stato in questa vicenda. La verità è che Roma ha mostrato spesso carenze e inadeguatezze di gestione, ma altrettanta ed ancora maggiore è stata l’indifferenza dello stato verso la sua Capitale. Senza una analisi complessiva che inquadri le carenze “romane” nel più ampio orizzonte di uno stato che non ha avuto – tranne qualche breve periodo storico – una idea di Roma, non rimarrebbe che una valutazione antropologica , quasi razzista verso i romani e le sue classi dirigenti. Denunciamo questa mancanza che , man mano che trascorre il tempo, sembra farsi sempre più vasta. La realtà è che , guardandoci intorno, non vediamo i presupposti per un riscatto della Capitale . E questo non porta bene all’Italia. 14 23 AGOSTO IL DRAMMA DEI MIGRANTI E IL CARDINALE Che la questione dei migranti non sia un fatto contingente, ma si dimostri sempre più un evento epocale lo rende evidente ormai il dilagare dei suoi flussi . I drammatici fatti del confine greco macedone , la resistenza del governo ungherese, la rigidità della Germania che ha già dovuto assorbire masse enormi provenienti storicamente dalla Turchia e dai Balcani in genere, sono ancora aspetti parziali di un fenomeno che andrà crescendo in maniera esponenziale. Rispetto ai primi decenni del dopo guerra, però, sono mutate le caratteristiche. Mentre in passato era la condizione di sviluppo e l’offerta di lavoro che attraeva l’immigrazione, avveniva cioè una compensazione tra occupazione disponibile e ingresso nei Paesi, oggi ciò che muove masse enormi verso l’Europa sono il dilagare dell’indigenza nei paesi africani, l’instabilità che impedisce anche un minimo di crescita, le guerre fomentate dallo scontro all’interno del paesi del Medio Oriente. Le migrazioni sono diventate una variabile indipendente, avvengono a prescindere dalla possibilità che possano essere assorbite da Paesi che, peraltro, sono entrati in una fase di crisi o di scarso sviluppo economico , mentre l’economia fondata sul mercato e la finanza spinge per ridurre il sociale pubblico. Sempre meno risorse sono disponibili per affrontare le nuove povertà collegate a queste nuove presenze. In un certo senso, ancora, si può dire che il dramma dell’immigrazione costituisce il frutto avvelenato della globalizzazione. L’economia finanziaria infatti ha il solo e prevalente scopo della massimizzazione del profitto di borsa. L’investimento si dirige verso i facili guadagni dei giochi speculativi e non verso le meno redditizie attività produttive , cioè quelle che creano ricchezza e lavoro. La riduzione del reddito prodotto fa crollare le entrate pubbliche a meno che non si aumentino le aliquote fiscali, mentre i profitti del gioco finanziario sfuggono per la gran parte a ogni tipo di tassazione nazionale per dirigersi verso i paradisi fiscali o i centri finanziari, come Londra che , come spigava recentemente una rivista specializzata ( Limes ) costituisce a sua volta, un paradiso fiscale. Conosciamo dirigenti italiani di imprese multinazionali che oltre allo stipendio , hanno accumulato in banche inglesi cespiti della loro attività ( premi di produzione ed altro ) che è completamente sfuggita all’erario italiano. A questo quadro, il Cardinale Bagnasco, uscendo da un lungo silenzio, in una intervista a Corriere della Sera, aggiunge un ulteriore elemento , dichiarando che “i poveri del mondo non vogliono più vivere in modo disumano”. Anche questo aspetto della diffusione delle conoscenze indotte dai nuovi strumenti di comunicazione e dai media, incrementa la speranza di andare verso luoghi ove vige un benessere che, tuttavia , potrebbe avere una prospettiva non stabile . La verità è anche un’altra : una cultura che esalta il progressismo e la modernità spinge verso il rifiuto della esistenza nella propria terra e la difesa e la valorizzazione delle proprie radici . Viene , cioè, indotta, per incrementare l’offerta di mano d’opera a buon mercato , una visione di esaltazione della vita nei paesi “progrediti”, che poi produce l’abbandono delle terre ove è difficile vivere. 15 L’Occidente ha rinunciato ad un compito che la storia gli aveva affidato , quello di promuovere lo sviluppo nei territori che sono stati ad esso collegati , magari con la realizzazioni di grandi infrastrutture che potevano introdurre quelle basi per la diffusione di attività economiche e per gli scambi commerciali interni. Questa rinuncia viene oggi pagata con il dilagare di un fenomeno che appare obbiettivamente incontenibile dal punto di vista economico, ma , soprattutto, rischioso sotto l’aspetto della sicurezza. La vita nelle grandi città , ma anche ovunque, dei paesi europei, in prospettiva , vedrà accrescersi i problemi della sicurezza, drammaticamente , mentre l’organizzazione statale e la sua autorità stanno subendo un declino sempre più evidente. Già oggi abbiamo una condizione duale , ormai accettata dalla organizzazione pubblica, quella dei cittadini sottoposti a ogni forma di regola , di tassazione e di controllo e quella di altri abitanti fuori da ogni regola, spesso addirittura tollerati o sconosciuto allo stato. Questa prospettiva intollerabile potrà introdurre novità sociali, culturali e politiche sulle quali occorre ragionare. 24 AGOSTO LE UNIONI CIVILI Nella intervista di ieri il Cardinale Bagnasco ha chiuso alle unioni civili, ma da parte di esponenti del partito di governo -­‐ il Pd – si ribadisce che la legge in discussione sarà approvata entro l’anno. Sul problema si sono subito mostrati gli schieramenti politici : il centro destra prevalentemente contrario, così la Lega, mentre i centristi, pur contrari, sono probabilmente disposti a votare un testo purché salvaguardi alcuni aspetti. Un esempio per tutti la posizioni di Quagliariello che chiede il divieto per legge della pratica “dell’utero in affitto” che, poi, rappresenta un modo con il quale anche le coppie gay riescono ad inserire dei figli nella loro relazione civile. Indubbiamente questa pratica è quanto di più aberrate sia stato prodotto dalle tecniche di manipolazione genetica e , nello stesso tempo, una delle forme più gravi di schiavizzazione e di spersonalizzazione della donna . Si accompagna anche alla mercificazione della gestazione. Occorrerebbe anche una normativa internazionale o quantomeno l’affermazione di una tutela della donna a non piegarsi a queste pratiche contro ogni diritto naturale. Di come si sia sviluppata anche a livello internazionale nella insipienza delle associazioni femministe se ne è avuta prova nelle vicende seguite al terremoto nel Laos dove si è scoperto che numerose donne praticavano questa tecnica per motivi economici, richiesta da coppie che non potevano avere figli. Una tragica colonizzazione della maternità. Un incredibile degenerazione, fatta passare con molta indifferenza. Ora il problema delle unioni civili ha un punto dirimente: a queste non si possono applicare le norme previste dal diritto di famiglia . Non si può estendere a unioni che sono il frutto di una 16 esigenza individualistica , tutele e protezioni che sono in funzione di un ruolo sociale che deve appartenere alla famiglia, così come è definita dalla Costituzione. I diritti di famiglia sono una cosa e gli spazi normativi per regolamentare le unioni civili devono essere un’altra cosa. Non ci possono essere due modelli di famiglia anche se è questo l’obbiettivo al quale puntano le proposte della sinistra e dei radicali. Deve inoltre essere cancellata la possibilità di adozione da parte delle coppie gay di figli avuti in un rapporto coniugale precedente , poiché viene a mancare un presupposto della genitorialità che si è determinata con quel tipo di rapporto. C’è un sacrosanto diritto dei figli di avere un padre e una madre naturali. Questo è un altro limite invalicabile che deve essere posto a normative che affrontino il problema delle unioni civili. Ci sono dunque limiti alle normative su tale figura giuridica. Per il resto ci possono essere forme contrattuali estese, prevedibili in sede di diritto civile. Il NCD non dovrebbe accettare che su di un tema di questa portata il governo lasci alla determinazione parlamentare l’esito del procedimento legislativo. Ma possiamo star certi che così come la DC non rinunciò a continuare la collaborazione con il PSI quando il Parlamento votò la legge sul divorzio e quella sull’aborto, anche in questo caso tutto passerà senza che il NCD rinunci a sostenere un governo di sinistra e condividerne il potere . Ma c’è anche una differenza perché il partito democristiano, comunque, restava il partito guida, mentre il NCD dimostra di essere solo una “mosca cocchiera”. 25 AGOSTO FOSCHE NUBI DALL’ORIENTE. A PROPOSITO DEL”MALE OSCURO” I pesantissimi cali in quasi tutte le borse del mondo questa volta non sembrano essere un elemento contingente dell’andamento dei mercati finanziari. Non siamo, ancora, al crash o al “venerdì nero” del ’29. I sistemi delle banche centrali e delle autorità finanziarie internazionali hanno elaborato strumenti che consentono di gestire le crisi . Sono aspirine di grossa consistenza che, per ora, prolungano la vita delle economie, le tengono in piedi, pur producendo stagnazione e disoccupazione. La “ medicina “più evidente è la liquidità che, soprattutto, la Fed e la BCE stanno immettendo nel mercato. Daniele Manca sul Corriere della Sera , però sottolinea che tuttavia questa liquidità non viene immessa nell’attività economica , ma nel risparmio , citando una definizione del l’ex Governatore della Fed Ben Bernanke: “ eccesso di risparmio”. La verità è un’altra e dovrebbe essere chiesta a questi analisti che non vogliono vedere . Dove va a finire questa moneta immessa 17 nel mercato e nelle stesse strutture bancarie ? La risposta è assai facile : nelle operazioni di speculazione poiché non esiste una differenza tra banche di investimento e banche di affari , o nella necessaria ristrutturazione di banche che hanno in pancia crediti inesigibili o perdite su operazioni di derivati. Il “male oscuro” che indica Manca è quello della finanza che uccide l’economia . La finanza che non crea ricchezza e occupazione, la finanza che opera senza controllo e i cui utili non rientrano nella tassazione statale. Un corollario di questa situazione è la spasmodica ricerca di smantellare il risparmio dei ceti medi. Costringere , attraverso disincentivi e tassazioni elevatissime, a rendere pesante oltremodo il risparmio in immobili da parte dei ceti medi. Quel risparmio che il cittadino può gestire per conto proprio senza doversi recare presso banche e operatori finanziari con i quali poi vede svanire le sue liquidità. Quel risparmio che è sinonimo di libertà che invece va abolito per schiavizzare e rendere subalterni alle banche. Anche lo stesso risparmio verso i titoli di stato – ancora sicuri, ma per quanto ? -­‐ viene disincentivato con tassi di interesse vicini o sotto lo zero, mentre l’ obbiettivo delle autorità finanziarie è quello di far risalire l’inflazione al due per cento , quindi decurtando ciò che il cittadino ritiene di avere come ancora di salvezza per la sua condizione di vita e di fuoruscita dal bisogno. Il cittadino è quindi costretto a ricorrere alle operazioni di borsa che , mentre sono seguite adeguatamente per i grossi investitori, se non altro per la diversificazione degli stessi, per il piccolo risparmiatore significa solo correre rischi grossissimi e quasi sempre andare in perdita. Questa è la realtà che gli analisti della stampa “padronale” fanno finta di non capire , ma, soprattutto, non vogliono far comprendere ai cittadini. 26 AGOSTO “UNIONE CIVILE” TRA RENZI E CL Il Corriere della Sera celebra l’unità di intenti tra Renzi e ciò che è oggi Comunione e Liberazione. Non importa se il titolo sparato su 5 colonne, virgolettato ricorda il Berlusconi migliore -­‐ “ Niente IMU e TASI per tutti” -­‐ l’importante è che , titolo di seconda pagina, “ l’applauso di Cl: il Pd non è più invotabile”. Siamo alla campagna elettorale. Per la verità CL aveva fatto a suo tempo le prove generali votando, in gran parte, per Pisapia sindaco di Milano. Ma si trattava di esigenze , come dire, di affari locali e non implicavano le grandi questioni politiche o etiche che, una campagna elettorale e un Parlamento nazionale debbono affrontare . Il coro di accompagnamento della stampa “padronale” non sorprende, ma ormai i dirigenti del Movimento, non si tengono più. Cesana : “ il premier pare più bravo dei suoi predecessori, giovane e sveglio”. Renzi che è astuto ed arrogante si permette pure di tenerli “sulla corda”: “non volevo venire al Meeting”, cita La Pira, non certo un nome di riferimento dei ciellini. Ma la sostanza c’è tutta: “la sera prima – scrive l’inviato Alessndro Trocino – “ il suo braccio destro Marco Carrai era a 18 cena con don Julian Carron”. Che cosa si siano detti Carai e Carron possiamo immaginarlo: è difficile che l’immobiliarista londinese si sia avventurato in una conversazione di carattere filosofico teologico. Il loro incontro era segnato nella stessa somiglianza dei cognomi . Dimentichiamo l’ultima perla. Nei colloqui con i giornalisti qualcuno si azzarda a chiedere delle unioni civili; Renzi tace, ma Cesana è esplicito : “il tema non rientra nell’agenda del Meeting”. L’unione, meglio dire il patto, meglio ancora il contratto, civile, tra CL e Renzi è fatto. 27 AGOSTO TUTTO E IL CONTRARIO DI TUTTO Il Governo Renzi ci sta abituando ad ascoltare ogni giorno una versione diversa non solo sugli obbiettivi dell’esecutivo, ma anche sulla situazione reale del Paese. Dopo la sparata di Renzi al meeting di Cl con la quale ha confermato l’abolizione della Tasi sulla prima casa e dell’IMU sulle abitazioni di lusso che oggi pagano l’IMU, il ministro Padoan sempre a Rimini , ha raffreddato gli entusiasmi ponendo una condizione, quella di procedere con la riduzione “di pari passo della spesa”. Questo che appare , comunque , un rilievo logico, deve tener conto che queste riduzioni di spesa che erano state studiate da Cottarelli prima di essere cacciato, ora sono ancora all’esame di una oscura commissione di esperti presieduta da Gutgeld e non se ne ha alcuna anticipazione. Il metodo renziano è davvero da giocatore di poker : anticipa un impegno su una riduzione di tasse , basandosi su un qualcosa che deve ancora essere individuato. Poi, per rendere operativa una riduzione delle spese , come dimostrano decenni di tentativi , ne deve passare di acqua sotto i ponti. Quello che è sconcertante è che molta stampa lo prende in parola ed allora ecco sciorinare cifre e dati – anche sulle case di lusso – prendendo per buono quella che è solo una idea tutta da verificare nella sua fattibilità , confermato da quello che ha detto il ministro Padoan. Un’altra conferma di questo modo di procedere piuttosto disinvolto del governo Renzi viene dalla incredibile vicenda dei dati forniti dal ministro del Lavoro sui nuovi contratti a tempo indeterminato . La cifra di 630 mila è stata ridimensionata a 327 mila, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il commento dell’ex ministro ed ex presidente Istat Giovannini in un intervista a La Repubblica è drastico: “Non si è trattato di un errore . I dati sono usciti senza un controllo di qualità, come prescritto dai protocolli per la divulgazione dei dati statistici”. La realtà infatti è del tutto differente da quella descritta dal ministro e divulgata da Renzi. Il numero degli occupati a giugno 2015 è lo stesso di quello del giugno 2014. I disoccupati sono aumentati di 85 mila unità. In particolare i giovani occupati sono diminuiti di 80 mila ed hanno toccato il minimo storico. “ L’effetto delle misure – conclude Giovannini – è nullo”. 19 Ormai il renzismo usa parole in libertà tentando di evitare un confronto con la dura realtà. Ma non può durare a lungo , anche perché le turbolenze internazionali create dalla”bolla” cinese , lungi dall’essere riassorbite devono ancora produrre i loro effetti. 28 AGOSTO IL QUESITO DALEMIANO A RENZI Intervenendo alla festa dell’Unità di Milano, Massimo D’Alema si chiede : “Con chi andremo alle elezioni ? Con Casini, Verdini e Cicchitto in un abbraccio mortale coi conservatori, oppure cerchiamo di rilanciare una prospettiva di centrosinistra? Questo è il bivio”. Non sono sfuggiti al “leader maximo” le avances recenti di Casini, il lavoro muratorio, di sostegno di Verdini e il bilioso fervore antiberlusconiano dell’ex giovane psi più volte turista nella Mosca brezneviana ed ora antiputiniano. E’ una modesta pattuglia di manovrieri, ma la loro opera sta salvando il governo Renzi e questi, in una certa misura sarà riconoscente e, quindi, potrebbe imbarcarne qualcuno sull’arca delle elezioni che sembrano, comunque, avvicinarsi. Ma sarà assai difficile che con questa pattuglia il furbo Renzi stabilirà un patto elettorale e politico. Sa bene che si tratta di un personale politico logoro, esausto che ha percorso tutte le strade possibili e ormai è senza futuro , buono per qualche ultima operazione trasformista , ma niente di più. Ma l’aspetto più strategico del quesito dell’ex premier e segretario è destinato a cadere nel vuoto. Renzi ha uno spazio che gli è stato assegnato da quei poteri che da tempo avevano insidiato e inquinato il PCI e la sinistra in genere. L’idea di centro sinistra di d’Alema è qualcosa che ancora mantiene un connotato politico, cioè di strategia politica. Questa , nell’idea dell’ex sindaco di Firenze, è l’ occupazione di uno spazio nelle logiche dei nuovi poteri emersi con la globalizzazione. In un libretto scritto lo scorso anno ( “Post Sinistra . Cosa resta della politica in un mondo globalizzato”, Edizioni Laterza ) , il sociologo di sinistra Marco Revelli, sostiene giustamente , che questa abbia determinato “ una trasformazione radicale della struttura e della natura del nostro ‘ spazio sociale’ “, producendo “l’eclissi della sfera pubblica “ e riducendo “ lo spazio politico come spazio mediatico”. Renzi, è in linea con questa trasformazione e questo spiega la sua esposizione mediatica, anche se condotta con criteri furbeschi e sempre più avventurosi. 29 AGOSTO INGOVERNABILITA’ DELLA SPESA REGIONALE La dichiarazione di incostituzionalità del bilancio della Regione Piemonte è il frutto della decisione presa a suo tempo da parte del Parlamento di porre nella Carta il divieto di deficit. Esso 20 ovviamente si applica anche agli enti regionali i quali hanno continuato a contabilizzare i fondi stanziati dallo Stato per il pagamento dei debiti pregressi. In un certo senso è la tipica vicenda italiana dove , mentre si stabilisce – con una certa improvvisazione rispetto alle conseguenze – di rendere obbligatorio in Costituzione il pareggio di bilancio, l’amministrazione continua ad andare in deficit , perché non ci sono le condizione di controllo della spesa e di adeguatezza delle entrate per conseguire tale obbiettivo. Il governo Letta poi, nel 2012 in attuazione del nuovo dettato costituzionale, varò la legge 243 con la quale si prevedeva esplicitamente che Regioni e Comuni erano tenuti a rispettare l’obbligo di un “saldo non negativo”, in tutti i bilanci: preventivo, consuntivo, di cassa e di competenza, sia in rapporto alle entrate e alle spese finali che in rapporto a quelle correnti ed anche per i conti della sanità. Vi si prevedeva inoltre il divieto assoluto di indebitamento , se non per investire e, comunque entro limiti ristrettissimi. Ora, come si presenterebbe la situazione se si dovessero ricalcolare i bilanci in base a queste disposizioni, tuttora vigenti ? Il debito complessivo delle Regioni sarebbe di circa 20 miliardi di euro. Spiccano in questa esposizione non solo il Piemonte ( 3 mld ) sul quale è intervenuta la Consulta, ma il Lazio con 8, 7 miliardi; la Campania con 2, 7 ; il Veneto con 1,6, e tutte le altre da 19 milioni ( Marche) ai 946 dell’Emilia Romagna. Le voci dicono che il governo stia lavorando per cambiare la legge e mettere le Regioni in condizioni di avere deficit legali, offrendo loro un solo parametro da rispettare. Ai Comuni , Province e Regioni, in sostanza, si consentirebbe di andare in deficit definendolo congiunturale , ripartendo l’obbiettivo di un indebitamento concordato in tre anni . Ora è evidente che una condizione di equilibrio di bilancio, soprattutto in una fase economica difficile, non è conseguibile con la bacchetta magica. Ma è riprovevole come la politica prima abbia spinto per ingraziarsi i partner europei a votare un principio che venne addirittura messo in Costituzione per , poi, trovare tutti gli escamotage per contraddire quel principio. La riforma del Senato che vedrebbe la presenza in esso di quegli stessi consiglieri regionali che sono responsabili delle politiche di bilancio fuori controllo , darebbe una sponda istituzionale proprio a coloro che non riescono a dare correttezza alle scelte finanziarie e di spesa delle Regioni. Ma questo aspetto di una riforma sbagliata non riesce a farsi strada nel dibattito politico. 30 AGOSTO SOCCORSO RCS PER RENZI Mentre il governo appare in difficoltà sia per la ripresa economica e occupazionale che non si vede , sia per l’impasse sui numeri del Senato per la riforma, ove a conti fatti neppure i “mattoni” di Verdini ne garantirebbero l’approvazione, appare una mega intervista del premier sul Corriere della Sera. 21 La “bisogna” viene affidata dal direttore che, ricordiamo ha lavorato a lungo all’Unità, ad Aldo Cazzullo specializzato in interviste non proprio graffianti . Renzi infatti nel colloqui con il giornalista si trova completamente a suo agio : orgoglioso fino all’eccesso ( “le banche popolari : una riforma che era nell’agenda del governo D’Alema, ministro del Tesoro Ciampi, direttore generale Draghi; allora furono costretti a fermarsi, noi non ci siamo fermati “) ; sicuro di sé ( sulla possibile caduta del governo : “non vedo nessun rischio” ); spocchioso con gli avversari ( “ Non credo che D’Alema e Bersani preparino una scissione”; su Letta possibile candidato contro di lui al congresso: “ Per me sarebbe molto divertente. Potremmo confrontare i risultati dei rispettivi governi” ); vanitoso di risultati non conseguiti ( per gli immigrati: “Questa è stata la prima battaglia del mio governo : chiedere l’internazionalizzazione di questa crisi” ); spudorato ( “ senza guardare in faccia a nessuno , senza rispondere a potentati o gruppi di interesse” ) ; spavaldo ( “ la rivoluzione non è un pranzo di gala” ); devoto alla sinistra liberal ( “ le unioni civili si faranno” ). Anche Renzi però non potendo dimostrare nulla nel presente per la ripresa del Paese che, poi, è l’argomento più importante per gli italiani, è costretto, a parlare al futuro: “in arrivo nuovi dati positivi” . Ci ricorda un po’ quella frase rimasta famosa del suo predecessore Monti : “vedo la luce in fondo al tunnel”; poi gli italiani si accorsero che , come invece aveva previsto Marchionne, era un treno che ci sta ancora passando sopra. Questa intervista e la sua finalità assolutamente acritica e di sostegno ci dimostra come in Italia, ancora nel pieno della crisi, sia in atto una omologazione politica e culturale. Invece di stimolare criticamente il governo, i grandi media si sdilinquiscono in serenate accattivanti e di comodo. Mai il nostro Paesi si è trovato in questa condizione . Gli italiani sono lasciati soli nelle loro difficoltà. Si può parlare di “tradimento” degli editori ormai divenuti dei chierici del potere . Sta maturando una condizione non democratica che le “urla” di alcuni oppositori politici non riescono ad affrontare adeguatamente. 31 AGOSTO “COME NEI CONDOMINI” Dedichiamo questa ultima nota del”diario” ad una perla che la dice lunga sulla crisi e l’inadeguatezza della politica e della classe dirigente . Il capo gruppo del Pd al Senato Luigi Zanda ha richiamato i riottosi senatori del suo partito che intendono opporsi al testo della riforma così come si presenta, soprattutto per il fatto che i neo senatori non saranno eletti . “ Ora basta lotte di partito” avrebbe tuonato. E fin qui possiamo anche capirlo. Ma qual è l’argomento dirimente, la ragione per la quale occorre stare uniti e votare in questo senso ? 22 Un tempo vigeva nella sinistra togliattiana e berlingueriana il “centralismo democratico” sul quale , storicamente, si erano diffuse, per giustificarlo, le penne di Lenin e dei più importanti intellettuali comunisti. Ora , però i tempi sono cambiati e la sinistra si è aggiornata. Ed allora ecco che Zanda sfodera l’argomento risolutivo, per riportare a ragione i dissidenti : “ si decide a maggioranza così come nei condomini”. A questo punto , proprio per il rispetto dovuto ad assemblee che si interessano di piccoli problemi , ma di vero e concreto interesse per i partecipanti, invitiamo le associazioni a intervenire . Non si può accostare il gruppo dei senatori pd , presieduto da un tale personaggio , ai condomini . Si faccia giungere forte e chiara la protesta. 23 
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