Il Gazzettino del Beccaccino
Organo di stampa ufficiale del “Club del Beccaccino”
N° 5 - Aprile 2011
Cartolina spedita nel maggio 1942. Era una cartolina promozionale delle polveri da sparo SIPE ancor oggi utilizzabili
per caricare le cartucce.
www.clubdelbeccaccino.it
Editoriale
Carlo Gastaldi
La stagione venatoria 2010/2011 si è ormai conclusa.
Personalmente, per motivi esclusivamente miei, non sono rimasto soddisfatto: non che non ci fossero
beccaccini, anzi !
Purtroppo ho iniziato sparando peggio del solito, vero record visto che già normalmente sparo male, ed
ho proseguito peggiorando ulteriormente le mie performance.
Il cane, non ultimo, ha fatto un lungo riscaldamento, protrattosi fino a gennaio, e solo nelle ultime 2
uscite ha iniziato ad assomigliare ad un setter da caccia: non ad un beccaccinista, sia ben chiaro, ma più
semplicemente ad un cane che desidera trovare qualcosa ma, si sa, gennaio è stagione in cui i becchi
hanno poca voglia di farsi trovare, ancor meno di farsi fermare e tanto meno di farsi abbattere; ne ha
fermati 2 a cui non abbiamo sparato ma, per buona sorte, ne abbiamo presi 2, che non aveva affatto
1
fermato. Altra complicazione è venuta dal mitico Dottor G. che, fra la casa nuova e le preoccupazioni per
problemi di salute, non è stato il solito compagno di sempre !
Lo ammetto, per me il sopracitato Dottor G. è come un professional hunter: mi trasmette tranquillità,
conosce le campagne migliori in base al tempo ed alla fine, ci prendo anche io.
Non è stata una buona stagione sotto ogni profilo: anche il computer si è rifiutato di collaborare
cancellando tutti i dati relativi agli incontri e alle catture registrate fino alla fine di ottobre: quindi è stata
necessaria una buona dose di calma ed un laborioso lavoro di recupero per rimettere tutto a posto.
Siamo riusciti a raccogliere dati morfologici su circa 50 beccaccini di cui abbiamo portato all'Università di
Milano i fegati ed i tamponi rettali per le ricerche istologiche e batteriologiche.
Troverete in questo numero i risultati dell’indagine che ci ha permesso di verificare (anche se 50
campionamenti rappresentano ancora un numero esiguo) che l’inquinamento ambientale di antibiotici sta
interessando anche il beccaccino, su cui si iniziano a comparire forme di resistenza.
La collaborazione tra l’Università di Milano e il club del Beccaccino, permette di monitorare lo stato di
salute di questo uccello fornendo, per la prima volta, un numero di fegati su cui fare ricerca, rispetto al
numero esiguo che i ricercatori riuscivano autonomamente a recuperare: si sa’ beccaccinisti si nasce e
ricercatori si diventa !
Oggi, a metà marzo, devo dire che provo un'altra frustrazione per la passata stagione: la collaborazione
nella raccolta dei dati da parte dei soci del Club ed in generale degli appassionati è stata assolutamente
insufficiente; finora sono arrivate solo due schede di rilevazione compilate. Evidentemente il mondo
beccaccinista italiano non ha alcun interesse a progredire nella conoscenza di Capella Gallinago Gallinago.
In Francia esistono riserve di caccia dedicate al beccaccino in cui si gestisce il territorio durante tutto
l'anno: sono zone che servono anche da serbatoio per i terreni limitrofi e in cui hanno visto che cacciando
solo una volta alla settimana si prende di più che cacciando due volte. Noi continuiamo pure a litigare per
cacciare tutti i giorni e a arrabbiarci perché gli agricoltori .... (solite chiacchiere infruttuose).
Non voglio fare polemica e nemmeno io amo le troppe limitazioni ma credo che dovremmo essere noi gli
attori principali della salvaguardia delle nostre passioni.
In questo numero del gazzettino è contenuto un articolo molto interessante sui fucili da caccia e sui
parametri da tenere in considerazione per rendere performante il tiro. Personalmente farò tesoro dei
suggerimenti riportati perché mi sto convincendo che i miei pessimi risultati siano attribuibili al fucile
(trovare un capro espiatorio mi serve come consolazione): vi saprò dire i successi la prossima stagione
venatoria.
Ho trovato molto interessante anche l’articolo sui francobolli collezionati dal Dr. Siletti: anche questo
rappresenta un modo singolare per vivere la passione per la caccia.
Pubblichiamo volentieri l’articolo del Sig. Morandi che è chiarificatore del corretto comportamento da
tenere in gara. Ricordatevi che è importante fare reclami per iscritto: scripta manent et verba volant (le
parole volano e gli scritti rimangono).
Vi consiglio di provare a cucinare “beccaccini e riso” secondo la ricetta che ci ha inviato il Sig. Crippa: è
una specialità di altri tempi che lascerà stupefatto il vostro palato (pare che sia stata elaborata
personalmente dalla nonna).
Mi preme infine, da veterinario, attirare la vostra attenzione sull’articolo riguardante la riproduzione per
gestire al meglio pre e post parto proteggendo la vostra “femmina” da infezioni e malattie.
Rinnovo l’invito a soci e simpatizzanti a spedirci racconti, aneddoti, proverbi, esperienze di caccia che
possano essere spunto per una caccia migliore e un arricchimento per i nostri lettori.
Per concludere mi piace ricordare un vecchio motto del Club de la Becasse (francese naturalmente):
"cacciare il più possibile per ammazzare il meno possibile".
2
Armi
Fucili da Caccia
Mino Crippa
Nella caccia al beccaccino si sono quasi
sempre consumati pensieri e parole su
terreni di caccia, sugli ausiliari e sui
cacciatori, ma pochissime riflessioni sono
state fatte sul “fucile da caccia” (doppietta,
sovrapposto e automatico che sia).
In generale il fucile da caccia, per essere
ben usufruibile, deve essere adattato alle
misure e alle particolarità di ogni singolo
cacciatore, in breve come fosse un abito su
misura!
Il fucile da caccia che soddisfa esigenze
tanto diverse è proprio un sogno; se però si
riesce a fare risultati a caccia con un solo
fucile si continua a vivere il sogno da
fortunati !
La doppietta ha sempre stregato i suoi
appassionati, che l’hanno decantata come
la più bella, la più elegante, la più
maneggevole e si sono incoraggiati a
vicenda: “se sei rapido, se spuntoni, se
stocchi, vai con la doppietta”!
Molto semplicemente si usa dire che con la
doppietta ci si trova meglio sui bersagli
che sfiancano, i cosiddetti “laterali”, mentre
con
il
sovrapposto
ed
anche
con
l’automatico si è maggiormente a proprio
agio sui “verticali” e “sfondoni”.
Si usa dire che il fucile per i grandi
traguardi va personalizzato. E’ meglio avere
meno esigenze in fatto di estetica, ma non
transigere sulla solidità della chiusura, sulla
sicurezza delle batterie, sulla regolarità
assoluta del tiro, sul buon equilibrio e sul
convincente adattamento alla persona.
La verifica sul controllo della regolarità del
tiro è molto importante, infatti si riscontra,
alcune volte, la tendenza dei fucili a portare
il colpo in basso.
Un accorgimento semplice ed efficace per
provare se le misure si adattano o meno
alla nostra conformazione fisica è quello di
imbracciare, portando il fucile alla faccia,
tenendo gli occhi chiusi: il movimento di
puntare il fucile deve essere naturale e del
tutto identico a quello che facciamo con gli
occhi aperti.
Ad imbracciatura ineccepibile raggiunta,
proviamo ad aprire l’occhio destro (il
contrario per i mancini). Se la bindella
coincide con la nostra linea di tiro, se ne
vediamo la metà o i ¾ in perfetta direzione
del mirino, allora vuol dire che ci siamo!
Il fucile con tale piega risulterà efficace
per la caccia ai beccaccini ed a selvatici in
battuta che montano, con l’accortezza però
di molta attenzione ai traversoni e ai
bersagli che caricano.
Per il resto è meglio che vi affidiate ad un fucile
senz’altro più curvo.
Altro aspetto da considerare per un fucile da
caccia è il suo equilibrio, per cui il punto di
appoggio sul quale provare la distribuzione del
peso si trova a 4-5 cm. dall’estremità
posteriore delle canne.
Su questo punto di appoggio, che può essere
l’indice
della
mano
destra,
si
controlla
l’equilibrio del fucile: questo equilibrio è noto,
gioca in modo molto positivo non solo per il
rinculo, ma anche per la maneggevolezza,
perché consente una composta e corretta
velocità nell’andare a bersaglio.
Per controllare il “vantaggio” del calcio, cioè la
deviazione verso destra e/o verso sinistra,
rispetto alla linea diretta della canna, consiglio
di fissare con un elastico nel pieno centro della
bindella, all’altezza della camera di scoppio,
una puntina da disegno, con la punta rivolta
verso l’alto.
Imbracciando questa deve essere in linea di
tiro precisa con il mirino; se non si trova in
questa soluzione ricorrete ad un calcista.
Questo è un metodo, poi ve ne sono diversi,
per riuscire a dotare l’arma della deviazione
necessaria,
dopo
essersi
imbracciati
rapidamente a fucile scarico, miriamo all’occhio
destro di un amico competente posto a debita
distanza, il quale amico vede subito se
l’imbracciatura e la relativa deviazione del
fucile sono giuste. In caso contrario suggerirà
le eventuali correzioni.
Un millimetro di deviazione sbagliata del calcio
a
dieci
metri
provoca
alla
rosata
uno
spostamento di venti centimetri, spostamenti
che si hanno più marcati con l’aumento della
distanza.
Il peso del fucile dovrebbe dipendere dal tipo
di caccia che si preferisce. A seconda delle
esigenze si scelgono cartucce con 24-28-32 o
36 grammi … di piombo.
Alcuni esperti considerano la teoria che
vorrebbe che il peso dell’arma fosse pari a 10
volte il peso della carica di piombo scelta, più il
peso del bossolo, polvere, borra e così via.
A mio avviso bisogna dedicare impegno e fatica
per riuscire a fissare il giusto peso del fucile
senza però compromettere maneggevolezza e
rendimento.
Il calcio per il fucile da caccia deve avere
mediamente una lunghezza di circa 380 mm.
Un calcio lungo nei tiri di “stoccata” risulta
ingestibile nell’imbracciata.
Molti discorsi si sono spesi e si spendono
quando si parla del “carissimo legno”, ma
prima di dare un giudizio sulla riuscita del
calcio è bene imbracciare sul terreno di caccia,
con i due piedi ben saldi sul terreno, con il
tronco flesso in avanti e testa, spalle e braccia
ben bloccati sul fucile, curando che lo zigomo
venga ben appoggiato alla parte di calcio
chiamata “nasello”.
Non esistente un calcio medio che vada bene
per tutti !
3
Per cui è bene quindi, per quei cacciatori, le
cui misure si discostano dalla media, un
tipo di calcio chiamato “regolabile”, in cui
si possa regolare il calcio in senso verticale,
orizzontale, con nasello spostabile e con un
calciolo adattabile.
Se dopo aver imbracciato molto bene per
controllare che la fucilata vada dove avete
mirato, nel punto giusto, e se dopo ripetute
imbracciate,
effettuate
con
rapidità,
partendo dolcemente e controllando con i
due occhi aperti che ci sia una costanza di
linea di tiro nelle varie imbracciature, si
hanno ancora dei dubbi, è bene ricorrere ad
un calcista di provata esperienza per una
prova decisiva.
La lunghezza delle canne per la caccia
dovrebbe essere compresa tra i 65 e 76
cm.; vi sono cacciatori che per la caccia in
“bosco” utilizzano canne lunghe 60 cm. Un
vecchio detto dei nostri antenati cacciatori
afferma che “più lontano è il mirino, più
vicino è il bersaglio”, aforisma smentito
dall’esperienza di molti esperti cacciatori
che esortano a non sognare le “canne
lunghe”.
Le caratteristiche delle canne risultano
influenti sul rendimento balistico dei colpi
sforati, in particolare a seconda della
foratura,
dei
profili
interni,
delle
strozzature, della lunghezza e della qualità
dell’acciaio.
La strozzatura delle canne va scelta a seconda
del tipo di caccia che si pratica e della rapidità
con la quale il cacciatore è solito o capace di
intervenire.
Resta inteso che per tiri lunghi come per la
caccia al beccaccino, è bene utilizzare canne
strozzate e non farsi illudere per tali tiri
dall’utilizzo di cartucce aventi pressioni forti
che provocano una più marcata dispersione dei
pallini.
Infine come ultima considerazione, l’impostazione del cacciatore per ottenere buoni
risultati nel tiro di caccia, ha la stessa
importanza che ha per esempio la “guardia” per
un pugile o per uno schermitore.
Un cacciatore mal impostato impiega su
determinati tipi di selvatico più frazioni di
tempo per avviarsi o per arrivare; per cui, per
il cacciatore che ha tratto una discutibile
impostazione, in anni ed anni di passeggiate
con il fucile, fa molta fatica a riconoscere
eventuali errori propri e uno forzo doppio a
cambiare anche solamente in parte il modo di
discutere con la propria arma.
Comunque per imparare non fanno ostacolo né
l’età né la vista! ... Basta avvicinarsi senza
alcun timore a scuole di tiro per caccia esistenti
presso alcune sezioni di tiro a volo, in cui, per
mezzo di istruttori qualificati, si ottengono le
soluzioni ai vari problemi riscontrati.
Alla prossima!
------------------------------------------------------------------------della frequenza dei microrganismi resistenti ai
La ricerca
Risultati dei campionamenti sui
beccaccini
Dr.ssa Viviana Ferrazzi
Università degli Studi di Milano, DIPAV Dipartimento di Patologia Animale, Igiene e
Sanità Pubblica Veterinaria
La ricerca è nata dalla collaborazione tra il
Dipartimento di Patologia Animale, Igiene e
Sanità Pubblica Veterinaria ed il Club del
Beccaccino di Milano, dopo che alcuni
cacciatori avevano notato un colore atipico
giallastro del fegato di alcuni beccaccini
catturati.
Il lavoro è stato poi ampliato prendendo in
considerazione anche la presenza del
batterio Escherichia coli ed il suo profilo di
resistenza agli antibiotici.
Infatti questo ultimo filone di ricerca è da noi
studiato da diversi anni nell’avifauna e lagomorfi
selvatici al fine di poter ottenere dei dati
significativi sulla resistenza di diverse classi di
antibiotici.
L’uso eccessivo e inadeguato degli antibiotici in
medicina umana, ma anche in veterinaria e in
agricoltura, ha portato ad un rapido aumento
farmaci.
Molti antibiotici, inoltre, sono composti
chimici stabili che non si degradano nell’ambiente,
ma restano attivi per molto tempo dopo essere stati
eliminati dall’organismo. I batteri non conoscono
barriere, perciò se diventano resistenti in un
individuo, si diffondono tra individui diversi e
nell'ambiente (Centro Nazionale di Epidemiologia,
Sorveglianza e promozione della Salute).
Dal 7 ottobre al 15 dicembre 2010 presso il
nostro laboratorio avicunicolo abbiamo ricevuto
grazie alla dedizione di alcuni cacciatori
correttamente istruiti del Club del Beccaccino, i
seguenti campioni:
* 49 campioni di fegato in formalina isosmotica
al 10%;
* 34 tamponi di contenuto intestinale.
Per quanto riguarda il fegato, viene processato
seguendo la metodica in uso presso la nostra
sezione: inclusione in paraffina, allestimento di
sezioni di 4 µm di spessore mediante l’uso del
microtomo
a
slitta
e
colorazione
con
Ematossilina-Eosina.
Le alterazioni microscopiche venivano riassunte
in
una
tabella
andando
a
vedere
specificatamente:
* steatosi (aumento di grasso nel fegato con
aumento
della
friabilità
dell’organo
e
cambiamento di colore che tende al giallo)
* epatite (processo infiammatorio)
4
* stasi biliare (quando la bile non ha un
regolare flusso nel duodeno, ma rimane
all’interno del fegato)
* proliferazione dei dotti biliari.
I campioni di contenuto intestinale sono
stati seminati su MacConkey Agar (MC) ed
incubati a 37°C per 24 ore in aerobiosi.
L’esame batteriologico ha permesso di
isolare 21 ceppi di coli (62%) identificati
con il micrometodo “Rapid one” (Remel) e
“API 10S” (bioMérieux). Su tutti i campioni
sono
stati
eseguiti
gli
antibiogrammi
secondo le specifiche previste dal National
Committee for Clinical Laboratory Standards
(NCCLS) utilizzando la metodica di KirbyBauer (Chengappa, 1990) che prevede i
seguenti passaggi: una colonia batterica
isolata prelevata da terreno agarizzato
viene trapiantata in Brain Heart Infusion
Broth (BHI) ed incubata per alcune ore a
37°C fino ad ottenere una brodocoltura con
torbidità di 0,5 gradi Mac Farland, pari a
15*10 4 UFC/ml.
Successivamente
il
campione
viene
distribuito, mediante un tampone sterile, su
terreno Mueller-Hinton Agar (MH), che
viene lasciato asciugare per breve tempo.
Infine
vengono
aggiunti
i
dischetti
impregnati di antibiotico.
I
principi
attivi
testati
e
le
loro
concentrazioni sono riportati nella Tabella
seguente:
dose
Antibiotico
disco
(mcg)
Acido nalidixico (Na)
30
Apramicina ( Apr )
30
Aminosidina ( AM )
60
Amoxicillina + ac. Clavulanico
(AMC)
Ceftazidime (CAZ)
30
Cefepime (FEP)
10
Cefataxime (ctx)
10
Ciprofloxacin (Cip)
10
Cloramfenicolo ( C )
10
Clortetraciclina (Ct30)
30
Colistina ( Ct10 )
10
Doxyciclina (Do)
30
Enrofloxacin ( Enr )
10
5
Flumequina ( UB )
30
Gentamicina ( CN10 )
10
Neomicina ( N )
10
Norfloxacin ( Nor )
10
Polimixina B ( Pb )
50
Tetracicline (Te)
30
Triple Sulfa ( S3 )
300
Le piastre sono state poi incubate a 37°C per
18-24 ore in aerobiosi e il risultato determinato
attraverso
la
misurazione
dell’alone
di
inibizione alla crescita batterica esercitata dai
vari dischetti (Fig. 1); i valori riscontrati sono
stati poi confrontati con quelli di riferimento del
NCCLS, (2002 e 2004).
In base alla risposta di sensibilità, ciascun
ceppo batterico testato nei riguardi di ogni
singola molecola, è stato classificato nelle tre
categorie, Sensibile, Intermedio e Resistente,
secondo i suddetti standards.
Fig.
1
Rappresentazione
dell’
antibiogramma secondo la metodica di
KirbyBauer
Su 34 campioni fecali analizzati sono stati
isolati
anche
altri
enterobatteri
come
evidenziato dalla Figura 1.
Risultati
Nel 40% dei vetrini istologici si è evidenziata
una lieve/moderata epatite linfoplasmacellulare
in assenza di agenti eziologici evidenti.
In alcuni campioni (25%) era presente anche
stasi biliare.
La steatosi, che è l’alterazione per cui abbiamo
iniziato la ricerca, è stata evidenziata in un
20% degli organi e solo in 3 casi coinvolgeva
l’intera sezione.
Analizzando invece i risultati degli antibiogrammi eseguiti sui ceppi isolati si nota che il
beccaccino è sensibile a quasi tutti gli
antibiotici, ad eccezione di tetracicline e
neomicina.
Le tetracicline, tra i principi attivi più vecchi,
sono però notoriamente inefficaci nei confronti
di E. coli, la cui resistenza è nota anche in
ceppi provenienti da specie animali diverse
dagli avicoli anche grazie alla diffusa presenza
di geni di resistenza per questi antibiotici
(Wilkerson et al., 2004).
Questi risultati sono stati confrontati con quelli
ottenuti da altri uccelli campionati in altre
province e a tal proposito la cornacchia grigia,
forse per le sue abitudini alimentari e di
habitat, ha evidenziato anche fenomeni di
multifarmaco resistenza.
Conclusioni
Il numero di ceppi isolati non ha permesso
un’analisi statistica visto il numero limitato di
campioni, ma comunque permette alcune
considerazioni in quanto in uccelli selvatici, che
mai dovrebbero essere venuti a contatto con un
5
antibiotico, la presenza di alcune forme di
resistenza non è affatto usuale e non si può
escludere anche il possibile ruolo di questi
animali nella disseminazione del Escherichia
coli nell’ambiente e soprattutto come fonte
patogena per altri animali, uomo compreso.
Il
presente
lavoro
ha
permesso
di
aumentare le informazioni scientifiche su
una specie ancora poco conosciuta dal
punto di vista sanitario sia a livello
nazionale che internazionale.
Inoltre questi dati, seppur limitati, possono
essere messi a confronto con quelli già
ottenuti da altri uccelli controllati per un
nostro progetto che dura da diversi anni dal
titolo “monitoraggio sanitario dell’avifauna in
Lombardia e suo utilizzo come bioindicatore
ambientale”.
Ottenere campioni di studio di animali selvatici
è sempre difficoltoso e richiede necessariamente la fattiva collaborazione dei cacciatori,
ma credo che lo sforzo sia correlabile con
l’utilità che un lavoro di questo genere può
dare al mondo scientifico, ma anche ai
cacciatori che oltre alla passione per il mondo
venatorio sono molto attenti alle problematiche
animali e ambientali.
------------------------------------------------------------------------viene inviato al consiglio cinofilo regionale di
Gare e regolamenti
Il regolamento ENCI che tutti
conoscono (o dicono di
conoscere), ma che nessuno
rispetta.
Aldo Morandi
Cuca in ferma su beccaccino
Nel regolamento ENCI sono chiaramente
indicate le modalità per organizzare una
prova di lavoro per cani da ferma su
selvaggina ed altrettanto chiare sono le
indicazioni relative al comportamento da
tenere per chi si deve iscrive e conduce un
cane in prova.
Con questo articolo vorrei attirare la vostra
attenzione
proprio
sul
comportamento
idoneo da tenere prima, durante e dopo la
gara.
1° - Organizzazione: inviare richiesta per
benestare e collaborazione tecnica, alla
delegazione
ENCI
della
provincia
di
appartenenza, dove si svolge la prova,
almeno 6 mesi prima. Specificando, la data,
chi intende organizzare la gara, il tipo di
prova e la massima qualifica che si vuole
mettere a disposizione, segnalando se la
zona è DOC oppure no.
In riunione di consiglio di delegazione, una
volta valutata la serietà di chi organizza,
viene dato il benestare e parere favorevole,
con
la collaborazione e tecnica, il tutto
appartenenza.
Il consiglio ha il compito di vagliare tutte le
prove regionali richieste, e fare in modo di non
fare soprapporre, nella stessa data, prove delle
stesse specialità e razze.
Sempre in seno al consiglio regionale, viene
valutata la distanza Kilometrica regolamentare, tra una prova e l’altra, dello stesso tipo;
dove è possibile viene fatta la variazione delle
giornate
fra le razze, accordandosi con gli
organizzatori.
Una volta approvato dal consiglio regionale, il
calendario dovrà essere inviato all’ufficio di
competenza
ENCI, che a sua volta darà il
benestare e pubblicherà il calendario.
2° - Quando le prove sono approvate, ed
esposte a calendario ENCI, si potrà fare
richiesta alla provincia di appartenenza (dove si
svolgerà la prova) in carta bollata e si potrà
richiedere
all’assessorato
della
caccia
il
permesso di entrare nelle zone di tipo A per le
giornate delle prove.
L’assessorato alla caccia valuterà la richiesta,
controllerà che ci siano tutti i requisiti,
compreso il calendario ENCI, porterà la
domanda in consiglio provinciale, per fare
avere il benestare (anche questo
verrà
rilasciato in carta bollata).
3° - In seguito al rilascio del benestare, si
potrà
fare
richiesta
all’ENCI,
ufficio
di
competenza prove di lavoro per cani da ferma,
la ratifica giuria, almeno 60 giorni prima,
sottolineando il tipo di prova, con la massima
qualifica messa a disposizione.
Segnalando i giudici che si sono resi disponibili
per le date prescelte. La commissione tecnica
ENCI, se riterrà idonei i giudici prescelti, darà
parere
favorevole,
inviando
notifica
di
conferma, all’organizzazione e giuria assieme a
quella del delegato, con tutti i documenti da
compilare e rispedire dopo la prova, con gli €
da versare entro il giorno stabilito, con la lista
dei sospesi e degli squalificati, che non
potranno partecipare
4° - Organizzazione: mettere in evidenza sul
depliant, il giorno di chiusura delle iscrizioni. Il
conduttore contestualmente all’invio dei dati
per l’iscrizione, ha l’obbligo di versare la quota
stabilita (i cani messi a catalogo si devono
6
sempre pagare) all’Enci: tutte le quote dei
cani iscritti devono essere pagate prima
della gara e non il mattino stesso. Se per
qualsiasi
giustificato
motivo
(esempio
calore non previsto o altro), il cane dovesse
essere ritirato dalla prova
si potrà
richiedere il rimborso della quota versata.
Sempre sul depliant deve essere riportato:
il giorno e l’ora del sorteggio degli
accoppiamenti e turni, nelle varie batterie.
I sorteggi e gli accoppiamenti dei turni di
batteria, possono essere “pilotati” sulla
base di esigenze logistiche: ad esempio
quando al momento dell’iscrizione si mette
in evidenza, che per ragioni organizzative
più conduttori si presentano con la stessa
vettura oppure
quando
si
presentano
conduttori con più cani iscritti, in tal caso di
potrà richiedere la possibilità di correre
tutti nella stessa batteria. E’ chiaro che il
tutto DEVE essere fatto in
presenza del
delegato e dei conduttori che vogliono
essere presenti. Per prove che durano più
giorni, i sorteggi si faranno SOLO il primo
giorno di prova, per i successivi subentrerà
il meccanismo di rotazione.
5° - Al mattino, all’ora stabilita sul depliant,
dopo che tutti hanno consegnato i libretti di
lavoro, ed
espletato le ultime pratiche,
prima di avviarsi sui terreni, in presenza del
delegato e comunicato che
iniziano i
sorteggi delle giurie, dei terreni, da
abbinare alle batterie. E’ possibile assistere
ai sorteggi. Viene fatto l’appello ad alta
voce di ogni singolo conduttore, o della
coppia abbinato alla
batteria N° x,
giudicata dal Sig. Giudice xxx. In seguito si
parte per la zona estratta, seguendo la
macchina dell’accom-pagnatore.
6° - l concorrenti devono presentarsi in
ordine di turno, nel luogo in cui li aspetta il
giudice, con il cane al guinzaglio, privo di
strumenti coercitivi.
Indicato il terreno a sua disposizione, su
ordine del giudice, il cane deve partire dalla
parte assegnata Dx o Sx
non deve mai
partire in profondità, il conduttore deve
rimanere vicino o davanti alla giuria,
quando è singolo e spalla a spalla quando
sono in coppia. Ribadisco: sempre vicini
davanti alla giuria.
L’uso del richiamo, fischio o voce, deve
essere limitato all’essenziale, specialmente
nei turni in coppia, per non danneggiare il
compagno.
Quando il cane ferma o si sottrae alla vista,
si deve sempre chiedere il permesso alla
giuria, per andare a servire il cane, o
semplicemente per controllare cosa stia
facendo. Quando il cane non ritorna, anche
la giuria lo seguirà più vicino possibile, per
poter
valutare
la
presa
di
punto,
l’espressione della ferma e la reazione
all’involo della selvaggina allo sparo.
Il conduttore, ad ogni ferma del suo cane, che
si fa servire, sia in positivo che in negativo,
dovrà ripresentarsi
alla giuria con cane al
guinzaglio e attendere di nuovo l’ordine per
rilanciare. Il turno finisce al suono della tromba
e con il cane al guinzaglio. Se dopo qualche
richiamo il cane non si farà legare, sarà
dichiarato fuori mano: quindi eliminato.
Ai turni di richiamo, possono essere sottoposti i
cani, che non hanno commesso errori ed hanno
dimostrato di saper cacciare, in quella tipica
specialità con metodo, ma che purtroppo non
hanno avuto l’occasione di incontrare. Sempre
a discrezione del giudice, si potrà proseguire
fino alla prima occasione positiva o negativa
che essa sia.
Se per circostanze fortuite, non è stato
possibile provare lo sparo, su un cane
qualificato a fine turno, si proverà lo sparo con
cane sciolto, fermo davanti al conduttore e alla
giuria allo scopo di verificare la reazione
dell’animale.
La pistola DEVE essere sempre del giusto
calibro cioè cal. N°8 !
7° - Persone al seguito: accom-pagnatori,
concorrenti,
spettatori
e
appassionati,
dovranno attenersi alle disposizioni della giuria,
del delegato, del comitato di organizzazione.
8° - A prova finita, sempre sul terreno della
batteria, il giudice ha l’obbligo di stilare la
classifica con le qualifiche, le relazioni mentre
le premiazioni si possono tenere anche sul
posto del ritrovo a batterie unite.
Ritrovo: il giudice ha l’obbligo di redigere le
relazioni,
almeno
di
quelli
in
classifica
ripetendo
le
classifiche
e
qualifiche,
l’organizzazione farà le premiazioni.
Mentre il delegato o il segretario ricopieranno
dal carnet del giudice, sul libretto di lavoro,
tutte le classifiche e le qualifiche assegnate,
tenendo conto anche dell’eliminato, del non
qualificato o non classificato. Possono essere
tutte siglate dalla segreteria, o delegato,
mentre tutte le qualifiche devono essere
firmate dalla giuria.
9° - Batterie: Dipende la stagione, ma
comunque, la batteria non si può separare se
non sono più di undici turni, per il CACIT sono
necessari almeno 6 turni e giuria plurima. Il
barrage viene disputato per il CACIT quando ci
sono più CAC, nelle batterie.
La verifica per il CACIT viene fatta con giuria
plurima, quando in turni singoli, e singola
giuria viene assegnato il CAC
10° - Reclami: accompagnati dalla “tassa”
stabilita dall’ENCI, dovranno essere esposti per
iscritto e consegnati al delegato ENCI prima
della lettura della classifica da parte del
giudice. Se il reclamo sarà accolto la quota
versata per formalizzare il reclamo verrà
rimborsata.
11° - Per quanto riguarda la selvaggina il
consiglio direttivo del 24/2/2011 ha cosi
deliberato: il punto su lepre comune non sarà
più da qualificare.
7
L’angolo del veterinario
Riproduzione
Dr. Luca Toscani
Clinica Veterinaria
Alto Lambro - Lesmo
(Milano)
Oggi non vogliamo interessarci di genetica
ma daremo qualche “dritta” per realizzare il
nostro desiderio di accoppiare la nostra
cagna
o
il
nostro
cane
perché
semplicemente
riteniamo
giusto
far
proseguire le rispettive
linee di sangue
che, a nostro avviso, tanto ci hanno dato
sul campo.
Il più delle volte, e per fortuna, tutto va a
buon fine senza troppo impegno.
La scelta ponderata del riproduttore, un
accoppiamento ripetuto un paio di volte e
dopo 60 giorni un parto senza quasi
accorgersi.
Cuccioli vitali e svezzati a 30 giorni e pronti
dopo altre due settimane per una vita
indipendente.
Non sempre però le cose vanno lisce.
Vediamo allora di dare delle linee guida
punto per punto.
1. Momento dell'accoppiamento: Il periodo
preparatorio si definisce proestro (durata
7-17 giorni) ed è caratterizzato da un
aumento di volume dei genitali femminili e
inizio di perdite ematiche. Le stesse
aumenteranno
di
quantità
nei
giorni
seguenti per poi ridursi verso la fine del
periodo quando si entra nel periodo
dell'estro vero e proprio. Durante l'estro la
cagna accetta il maschio e può avvenire
l'accoppiamento.
Per cercare di individuare questo periodo e
per “presentare” la femmina al maschio nel
momento
più
opportuno
si
possono
utilizzare 2 metodi:
a) striscio vaginale (colpocitologico)
b) dosaggio ematico del progesterone. Le
due metodiche usate contempora-neamente
permettono ottimi margini di sicurezza
senza rischiare zuffe tra cani non “pronti” e
con la femmina che rifiuta la monta.
2. Accoppiamento.
a) monta fisiologica. Si lasciano i cani liberi
(di solito si porta la femmina dal maschio) e
osservato l'esito favorevole si ripresentano
dopo 2 giorni.
b) fecondazione artificiale con seme fresco
oppure refrigerato/congelato.
3. Gravidanza. Diagnosi di gravidanza
tramite ecografia a partire dalla 23a
giornata. Tramite palpazione attorno ai 30
giorni. Non ritengo utile radiografie se non a
fine
gravidanza
per
avere
la
certezza
(sottolineo certezza) del numero dei feti
presenti.
4. Parto. Preparare almeno 1 settimana prima
il
“nido”.
Luogo
asciutto
e
caldo.
La
temperatura nella prima settimana dovrà
essere di 25-30 gradi. Ipotermia prima causa
di morte. Herpes virus molto labile al calore e
pare che questa temperatura sia in grado di
ridurre la quota virale presente. Apriamo una
parentesi a proposito di questa e altre malattie
infettive. Brucellosi: malattia estremamente
rara. Determina aborto nell'ultimo terzo di
gravidanza. E' possibile eseguire titolazione
anticorpi sul sangue per ricercare la malattia
ma in genere non viene mai fatto. Herpes
virus . Anch'essa causa aborto a fine
gravidanza oppure morte dei cuccioli in 2a e 3a
settimana.
E'
vivamente
consigliato
fare
titolazione anticorpale su sangue dei riproduttori soprattutto se si usano cani che frequentemente vengono utilizzati. Alla femmina e'
consigliata la profilassi vaccinale. Il vaccino si
chiama Eurican Herpes 205 .2 dosi di vaccino.
La prima durante il calore o nella prima
settimana dopo accoppiamento.
La seconda una o due settimane prima del
parto. Alcuni allevatori, consigliano un tampone
vaginale della cagna per valutare se siano
presenti batteri patogeni che possono essere
trasmessi ai cuccioli nel momento del parto.
E' tutto molto discutibile e non ci sono certezze
sull'utilità di tale pratica.
I segni concreti di parto imminente sono:
alterazioni del comportamento del cane che non
mangia e si presenta irrequieto.
Cagna che si lecca insistentemente il perineo.
La misurazione della temperatura rettale
della cagna due volte al giorno a partire
dall'ultima settimana e' estremamente utile.
Da una temperatura base di circa 38,5 – 39,0
gradi si scende di un grado circa sei/dodici ore
prima dell'inizio del travaglio.
Avvisare il veterinario dell'imminente parto.
Assistere, senza insistenza, al parto e decidere
di intervenire spostando la cagna solo dopo
aver sentito il parere del sanitario.
Il sanitario dovrà infine controllare cagna e
cuccioli entro 24-36 ore dalla fine presunta del
parto.
La cura del neonato è compito della cagna. Noi
eventualmente possiamo aiutare togliendo la
placenta se avviluppa ancora il cucciolo (nato
con la camicia) e tagliare il cordone ombelicale
a un paio di cm dal cucciolo.
5. Puerperio. Termine abbastanza impro-prio
per indicare il periodo dopo il parto con inizio
lattazione, eliminazione dalla vulva dei residui
fetali, cura della cucciolata.
Questo periodo è estremamente importante e in
esso si concentra una buona parte della
mortalità neonatale. La mortalità può essere
attribuita a:
8
a) fattori genetici (cuccioli nati morti
malformati)
b) distocia (cuccioli che hanno sofferto il
travaglio e sono morti durante questo o
appena dopo.
c) scarse cure parentali/di allevamento
(nido non adatto, cagna poco attenta che
schiaccia i cuccioli).
d) malattie neonatali (herpes, parvovirosi,
toxocara canis).
Nelle malattie neonatali un discorso a parte
deve
essere
fatto
a
proposito
della
“sindrome del cucciolo deperito”. E' una
patologia che porta a morte i cuccioli in terza e
quinta giornata senza lesioni macroscopiche.
Si pensa comunque come causa di ipossia e
incapacità di succhiare.
I segni clinici sono: Perdita di peso, pianto
persistente, non mangiano, debolezza ipotermia
e infine morte.
E con questo ho concluso.
Mi rendo conto dei limiti di quanto ho scritto e
invito quanti avessero domande nello specifico
di farle pervenire al seguente indirizzo.
[email protected]
------------------------------------------------------------------------La curiosità
Collezionismo
“ venatorio “
Dr. Gipo Siletti
Diversi anni or sono da studente
universi-tario, vivevo con mia madre in
un grande appartamento a Milano.
Nella mia spaziosa camera si trovavano,
su uno dei lati maggiori, il letto e la
scrivania, di fronte a questi, una
libreria.
Le mie giornate trascorrevano nella più
assoluta
serenità;
studiavo
quanto
possi-bile ma soprattutto, pensavo alla
mia unica passione: la Caccia.
Una sera venne a cena da me l’amico
Carlo Gastaldi e tra un discorso e
l’altro, un bel momento mi disse tutto
d’un fiato: “Tu vivi la caccia tra il letto
e la libreria.” Al momento ci rimasi
molto male: “Ma come - dissi tra me e
me - io che facevo il possibile per
prendere lo schioppo e, con il cane o
meno, uscire nei campi alla ricerca di
qualche selvatico”!
Agli effetti non capii il significato di
quelle parole che si rivelarono però
estremamente preveggenti.
A distanza di molto tempo mi trovo a
vivere in una tranquilla cittadina delle
colline parmensi, mia madre purtroppo
non c’è più, ed il lavoro, gli acciacchi, i
problemi familiari hanno avuto la
meglio sul mio tempo libero.
La Caccia, che continua ad essere la
mia unica passione si è, dal punto di
vista pratico, rivolta agli Ungulati che
dal
1980
caccio
solo
all’estero
per
incompatibilità di pensiero con la gestione
locale.
Appare più che mai lapalissiano il mio
“vivere la Caccia tra il letto e la libreria” in
quanto ho rivolto, con sommo piacere, il
mio interesse nei confronti di tutto ciò che
ruota intorno all’Attività Venatoria: libri,
cartoline,
francobolli,
stampe,
quadri,
sculture, etc..
Da giovane in diverse occasioni mi è
capitato d’andare, con Carlo, a Caccia di
Beccaccini pur non essendo il mio selvatico
preferito, ricordo infatti quando un comune
amico ci ha presentati in Università
dicendo a lui “Ti presento un beccaccista” e
a me “Ti presento un beccaccinista”.
Da qui si può intuire che il grosso della mia
collezione è rivolto in primis alla Beccaccia
e ai Beccaccini e in secundis alla Caccia in
generale.
Quando Carlo mi ha detto: “Scrivimi
qualcosa sull’Oggettistica della Caccia, che
non sia un articolo e basta ma quasi una
rubrica”, non Vi nascondo che la fatidica
frase di Carlo è immediatamente riaffiorata
dalla mia nebulosa memoria e così ho
accettato, sperando di farvi cosa gradita.
Ritengo opportuno iniziare il mio viaggio in
un campo molto specifico: la filatelia.
Non dico che tutti i Cacciatori di Beccaccini
debbano diventare filatelici provetti, ma se
si incomincia a vedere il Beccaccino non
solamente come preda “da sparare” ma
soprattutto come Selvatico da studiare,
proteggere e gestire corretta-mente per
poterlo poi cacciare di più e meglio, ecco
che anche una velata passione per i
francobolli può diventare un modo per
“vivere la Caccia” anche quando non si può
uscire con schioppo e cane.
Almeno una volta nella vita, a tutti noi, è
capitato di collezionare, per un periodo più
9
o
meno
lungo,
francobolli.
Personalmente, dopo un giovanile inizio
rivolto a tematiche ben lontane dalla
Caccia, ho indirizzato il mio interesse
verso i francobolli che riproducano o la
Beccaccia o animali selvatici oggetto di
Caccia a palla.
Come
fare
a
limitare
la
propria
collezione a settori così ristretti tenen-
do presente i milioni di francobolli, vecchi e
nuovi,
che
si
possono
trovare
in
commercio?
I metodi, perlomeno quelli da me utilizzati,
sono 3:
* Rivolgersi ad un negozio di filatelia ed
esporre
il
desiderio
di
collezionare
francobolli che abbiano come tematica la
Caccia o gli Uccelli.
Chiaramente non è possibile chiedere
direttamente francobolli che riportino il
Beccaccino perché, a meno che non ci si
trovi di fronte un Cacciatore sarà ben
difficile che il nostro interlocutore sappia di
che cosa stiamo parlando.
State tranquilli tutti questi negozianti sono
abituati a cercare, e conservare separatamente, francobolli con le più svariate
tematiche.
* Esiste il Centro Italiano di Filatelia
che
è
una
Tematica
(www.cift.it)
Associazione
serissima
formata
da
numerosi
appassionati
filatelici
che
collezionano francobolli a tema. All’interno
del CIFT si possono trovare collezionisti
che si interessano di Caccia o di Uccelli
sempre
molto
disponibili
a
dare
informazioni e aiuto a non esperti del
settore.
----------------------------------------------------------------------------------------------La ricetta
A questo punto, abbassare la fiamma e
versare nella padella un paio di mestoli di
Riso con beccaccini
acqua calda. Portare a cottura per una
“sgnepp’ e ris
ventina di minuti. Nel frattempo, mettere
sul fuoco una pentola d’acqua salata, dove,
una volta raggiunta la temperatura di
ebollizione, saranno versati 80 gr. di riso di
tipo Roma o comunque tale da rilasciare
poco amido in cottura. In un altro
pentolino, contenente acqua per tre quarti
e
poco
salata,
già
ad
ebollizione,
immergere una dadolata di 50/60 gr di
* dose per 1 persona
lardo di schiena, da sbollentare per non più
di 3 minuti. Scolare accuratamente il lardo
Ingredienti: 3 beccaccini, burro, 2
e porlo in un padellino con un cucchiaio di
cucchiai olio di oliva, salvia, rosmarino,
olio, fino farlo diventare trasparente e ben
croccante, facendo attenzione a non
sale, 1 bicchiere vino bianco, 50 g di noci
bruciarlo. Disporre i beccaccini nella metà
finemente tritate.
di un piatto piano, irrorandoli con il fondo
di cottura. Nell’altra metà del piatto,
Dopo aver ripulito i beccaccini, lavarli
sistemare il riso precedente-mente ben
ed asciugarli. Collocarvi all’interno un
mescolato con il lardo.
trito di salvia, rosmarino e sale. Salarli
A piacere aggiungere del parmigiano
anche esternamente e riporli in una
grattuggiato.
padella con un cucchiaio di burro e due
Accompagnare con vino bianco.
di olio. Porli sul fuoco. Farli colorire e
versarvi mezzo bicchiere di vino bianco
Buon Appetito !
secco da lasciare evaporare.
10
Il racconto
E m y : Kurzhaar d.o.c
Dr. Sergio Mascarello
Sono Segretario del Club del Beccaccino
da un po’ di anni, più per amicizia che
per passione o specializzazione venatoria.
Sono stato coinvolto nel Club qualche
anno fa dal Presidente Giorgio Ferrato e
con lui ho iniziato a frequentare le
risaie.
Ho cacciato con i suoi kurzhaar e
insieme abbiamo trascorso giornate
fantastiche. La mia vera passione però
è la beccaccia. Una passione nata … per
forza, perché da noi nel Varesotto, a
metà stagione la beccaccia rimane
l’unico selvatico cacciabile. Nella caccia
alla beccaccia ci vogliono cani instancabili, rudi, con grande passione che
sopportano la fatica e continuano a
cacciare anche dopo 5-6 ore di caccia
senza un incontro.
Fatto sta che un giorno il Presidente mi
regalò Emy, una cucciolina di kurzhaar
di tre mesi con una buona passione ma,
e questo era il motivo del suo regalo,
morfologicamente non appagava il suo
palato raffinato.
A me la cosa stava bene, sempre alla
ricerca di cani “da caccia” ovvero cani
avidi, con mentalità e tenuta.
EMY è cresciuta ed è migliorata molto,
la sua
potenza olfattiva e la sua
resistenza sono fuori della norma.
Tanto è elegante ora nel portamento,
sempre alla ricerca del vento, che non
sembra nemmeno il cucciolo di allora.
Ha cacciato di tutto ed è stata in
Bulgaria a beccacce per un paio d’anni:
il cane è diventato uno specialista per
questa caccia, con aperture e una
tenuta da far invidia a qualsiasi setter.
Sempre a testa alta, anche nel bosco, che
vederla correre sembra sia trainata dal
naso.
Ero arrivato anch’io a sbilanciarmi ed ero
contento
di
poterla
far
vedere
al
Presidente.
Fu così che la portammo in addestramento
in Serbia nell’Aprile dello scorso anno.
Per me era la prima volta e fu un’esperienza bellissima. Il cane, anche lui alla prima
uscita sulle starne Serbe, andò benissimo
esprimendosi con una sicurezza, eleganza,
maturità inimmaginabili per un cane non
dressato.
Credo che il Presidente abbia raggiunto
l’orgasmo in più occasioni vedendo il
movimento del cane e molti amici hanno
ancora mal di testa dopo averlo sentito
commentare le foto e i video dell’uscita.
Esaltazione a non finire ed arriva finalmente l’apertura della stagione di caccia con la
promessa di vedere il cane in risaia.
La stagione era da poco iniziata e c’erano
ancora molti risi in piedi. Trovammo una
bella zona con risi già battuti anche se non
troppo bagnati.
Sganciammo il cane che subito si mise
bene sul terreno con delle belle aperture.
Alla terza risaia, la cagna si bloccò in una
ferma da manuale. Increduli andammo a
servire velocemente e, quando partì il
beccaccino,
il Presidente che è il più
veloce a sparare, lo prese senza fatica.
E’ allora che il Presidente ha iniziato ad
urlare di gioia e a saltare, poi mi ha
abbracciato e insieme urlavamo per quel
che avevamo visto e mentre lo abbracciavo
e saltavamo pensavo … ci vedesse
qualcuno chiamerebbe la Croce Rossa.
Brava EMY, anche a beccaccini !
Tornammo
alla
macchina
ansiosi
di
raccontare la scena a Mauro, il fedele
accompagnatore che spesso si sacrifica
nell’attesa, mentre il Presidente stava
raccontando l’impresa “la EMY” si allarga
nel riso che stava dietro la macchina.
Io la seguo perché loro sono di spalle e
quando vedo che, a testa alta, inizia a
leggere l’aria, richiamo la loro attenzione.
La cagna risale, rallenta e stop, ancora in
ferma. Questa volta il Presidente non ci ha
creduto subito e, caricando il fucile sono
andato a servire da solo.
Subito ricredutosi, vedendo la determinazione del cane, il Presidente mi ha raggiunto e poco dopo si alzarono tre magni-
11
fici beccaccini, due dei quali siamo
dal beccaccino alla lepre. Ecco … se proprio
riusciti a fermare.
devo trovarle un difetto dico che non
Ora la cagna si è impratichita sui
bracca la lepre come piacerebbe a me.
beccaccini ma non è una specialista.
Questi sono i cani che mi piacciono: cani
Io caccio prevalentemente nel bosco ma
con la caccia nel sangue che si comportano
il cane, si comporta egregiamente su
bene su qualsiasi selvatico, senza troppe
qualsiasi selvatico, dalla beccaccia alla
“seghe”.
starna, al fagiano selvatico alla quaglia,
---------------------------------------------------------------------------------------------------------Il proverbio
* Chi va a caccia senza cani, torna a casa senza lepri.
* Andare a caccia di ricordi non è mai un bell’affare … Quelli
belli non li puoi catturare e quelli brutti non li puoi uccidere.
(Giorgio Faletti – dal libro “Io sono Dio”).
----------------------------------------------------------------------------------------------* Pranzo Sociale: l’annuale ritrovo per il pranzo sociale è stato
La bacheca
fissato per il giorno 1 maggio 2011 alle ore 12.30 presso il
ristorante “la viscontina” in via Grandi, n.5 - Peschiera
Borromeo (Milano). Le iscrizioni verranno raccolte dal Sig.
Sergio Burigo. Prima del pranzo, alle ore 11.30 si terrà
l’assemblea annuale dei soci con relativa approvazione del
bilancio 2010.
* Il giorno 8 maggio 2011 saremo presenti con un piccolo stand
alla fiera della caccia di Bereguardo. Questa rappresenta una
importante occasione per far conoscere il club del beccaccino e
le sue finalità. Vi invitiamo a venirci a trovare.
CALENDARIO PROVE - ENCI – Secondo SEMESTRE 2011
Prove di caccia su beccaccini
data
04/11/2011
CAC
Giuria
Da designare
Località
Garbagna Novarese (NO)
05/11/2011
CAC
Da designare
06/11/2011
CAC
Da designare
Carpiano (MI) e Gudo
Visconti
Castellaro dei Giorgi (PV)
11/11/2011
CAC
Da designare
Garbagna Novarese (NO)
12/11/2011
CAC
Da designare
Robbio (PV)
13/11/2011
CAC
Da designare
Vercelli ATC-2 (VC)
Raduno
ore 8.00 Garbagna Nov., Bar
“Cooperativa”
ore 8.00 Località Francolino Bar
“Cavallino”
Ore 8.00 Bar “Centrale”
Castellaro dei Giorgi (PV)
Ore 8 Garbagna Novarese Bar
“Cooperativa”
Ore 8.00 Confienza Bar-Hotel
“Old / Mill”
Ore 8.00 Ronsecco BarRistorante Edelweiss
CALENDARIO PROVE - ENCI – primo SEMESTRE 2012
Prove di caccia su beccaccini
data
03/01/2012
04/01/2012
05/01/2012
061/01/2012
07/ 01/ 2012
08/ 01/ 2012
10/ 03/2012
CAC
CAC
CAC
CAC
CAC
CAC
CAC
Giuria
Da designare
Località
Oristano
Oristano
Oristano
Oristano
Oristano
Oristano
Garbagna Novarese (NO)
11/ 03/2012
CAC
Da designare
Garbagna Novarese (NO)
24/03/2012
CAC
Da designare
Garbagna Novarese (NO)
25/03/2012
CAC
Da designare
Garbagna Novarese (NO)
-
CACIT
CACIT
CACIT
CACIT
CACIT
CACIT
Raduno
ore
Bar
ore
Bar
ore
Bar
ore
Bar
8.00 Garbagna
“Cooperativa”
8.00 Garbagna
“Cooperativa”
8.00 Garbagna
“Cooperativa”
8.00 Garbagna
“Cooperativa”
Novarese
Novarese
Novarese
Novarese
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N. 5 Aprile 2011 - Club del Beccaccino