Il Gazzettino del Beccaccino Organo di stampa ufficiale del “Club del Beccaccino” N° 5 - Aprile 2011 Cartolina spedita nel maggio 1942. Era una cartolina promozionale delle polveri da sparo SIPE ancor oggi utilizzabili per caricare le cartucce. www.clubdelbeccaccino.it Editoriale Carlo Gastaldi La stagione venatoria 2010/2011 si è ormai conclusa. Personalmente, per motivi esclusivamente miei, non sono rimasto soddisfatto: non che non ci fossero beccaccini, anzi ! Purtroppo ho iniziato sparando peggio del solito, vero record visto che già normalmente sparo male, ed ho proseguito peggiorando ulteriormente le mie performance. Il cane, non ultimo, ha fatto un lungo riscaldamento, protrattosi fino a gennaio, e solo nelle ultime 2 uscite ha iniziato ad assomigliare ad un setter da caccia: non ad un beccaccinista, sia ben chiaro, ma più semplicemente ad un cane che desidera trovare qualcosa ma, si sa, gennaio è stagione in cui i becchi hanno poca voglia di farsi trovare, ancor meno di farsi fermare e tanto meno di farsi abbattere; ne ha fermati 2 a cui non abbiamo sparato ma, per buona sorte, ne abbiamo presi 2, che non aveva affatto 1 fermato. Altra complicazione è venuta dal mitico Dottor G. che, fra la casa nuova e le preoccupazioni per problemi di salute, non è stato il solito compagno di sempre ! Lo ammetto, per me il sopracitato Dottor G. è come un professional hunter: mi trasmette tranquillità, conosce le campagne migliori in base al tempo ed alla fine, ci prendo anche io. Non è stata una buona stagione sotto ogni profilo: anche il computer si è rifiutato di collaborare cancellando tutti i dati relativi agli incontri e alle catture registrate fino alla fine di ottobre: quindi è stata necessaria una buona dose di calma ed un laborioso lavoro di recupero per rimettere tutto a posto. Siamo riusciti a raccogliere dati morfologici su circa 50 beccaccini di cui abbiamo portato all'Università di Milano i fegati ed i tamponi rettali per le ricerche istologiche e batteriologiche. Troverete in questo numero i risultati dell’indagine che ci ha permesso di verificare (anche se 50 campionamenti rappresentano ancora un numero esiguo) che l’inquinamento ambientale di antibiotici sta interessando anche il beccaccino, su cui si iniziano a comparire forme di resistenza. La collaborazione tra l’Università di Milano e il club del Beccaccino, permette di monitorare lo stato di salute di questo uccello fornendo, per la prima volta, un numero di fegati su cui fare ricerca, rispetto al numero esiguo che i ricercatori riuscivano autonomamente a recuperare: si sa’ beccaccinisti si nasce e ricercatori si diventa ! Oggi, a metà marzo, devo dire che provo un'altra frustrazione per la passata stagione: la collaborazione nella raccolta dei dati da parte dei soci del Club ed in generale degli appassionati è stata assolutamente insufficiente; finora sono arrivate solo due schede di rilevazione compilate. Evidentemente il mondo beccaccinista italiano non ha alcun interesse a progredire nella conoscenza di Capella Gallinago Gallinago. In Francia esistono riserve di caccia dedicate al beccaccino in cui si gestisce il territorio durante tutto l'anno: sono zone che servono anche da serbatoio per i terreni limitrofi e in cui hanno visto che cacciando solo una volta alla settimana si prende di più che cacciando due volte. Noi continuiamo pure a litigare per cacciare tutti i giorni e a arrabbiarci perché gli agricoltori .... (solite chiacchiere infruttuose). Non voglio fare polemica e nemmeno io amo le troppe limitazioni ma credo che dovremmo essere noi gli attori principali della salvaguardia delle nostre passioni. In questo numero del gazzettino è contenuto un articolo molto interessante sui fucili da caccia e sui parametri da tenere in considerazione per rendere performante il tiro. Personalmente farò tesoro dei suggerimenti riportati perché mi sto convincendo che i miei pessimi risultati siano attribuibili al fucile (trovare un capro espiatorio mi serve come consolazione): vi saprò dire i successi la prossima stagione venatoria. Ho trovato molto interessante anche l’articolo sui francobolli collezionati dal Dr. Siletti: anche questo rappresenta un modo singolare per vivere la passione per la caccia. Pubblichiamo volentieri l’articolo del Sig. Morandi che è chiarificatore del corretto comportamento da tenere in gara. Ricordatevi che è importante fare reclami per iscritto: scripta manent et verba volant (le parole volano e gli scritti rimangono). Vi consiglio di provare a cucinare “beccaccini e riso” secondo la ricetta che ci ha inviato il Sig. Crippa: è una specialità di altri tempi che lascerà stupefatto il vostro palato (pare che sia stata elaborata personalmente dalla nonna). Mi preme infine, da veterinario, attirare la vostra attenzione sull’articolo riguardante la riproduzione per gestire al meglio pre e post parto proteggendo la vostra “femmina” da infezioni e malattie. Rinnovo l’invito a soci e simpatizzanti a spedirci racconti, aneddoti, proverbi, esperienze di caccia che possano essere spunto per una caccia migliore e un arricchimento per i nostri lettori. Per concludere mi piace ricordare un vecchio motto del Club de la Becasse (francese naturalmente): "cacciare il più possibile per ammazzare il meno possibile". 2 Armi Fucili da Caccia Mino Crippa Nella caccia al beccaccino si sono quasi sempre consumati pensieri e parole su terreni di caccia, sugli ausiliari e sui cacciatori, ma pochissime riflessioni sono state fatte sul “fucile da caccia” (doppietta, sovrapposto e automatico che sia). In generale il fucile da caccia, per essere ben usufruibile, deve essere adattato alle misure e alle particolarità di ogni singolo cacciatore, in breve come fosse un abito su misura! Il fucile da caccia che soddisfa esigenze tanto diverse è proprio un sogno; se però si riesce a fare risultati a caccia con un solo fucile si continua a vivere il sogno da fortunati ! La doppietta ha sempre stregato i suoi appassionati, che l’hanno decantata come la più bella, la più elegante, la più maneggevole e si sono incoraggiati a vicenda: “se sei rapido, se spuntoni, se stocchi, vai con la doppietta”! Molto semplicemente si usa dire che con la doppietta ci si trova meglio sui bersagli che sfiancano, i cosiddetti “laterali”, mentre con il sovrapposto ed anche con l’automatico si è maggiormente a proprio agio sui “verticali” e “sfondoni”. Si usa dire che il fucile per i grandi traguardi va personalizzato. E’ meglio avere meno esigenze in fatto di estetica, ma non transigere sulla solidità della chiusura, sulla sicurezza delle batterie, sulla regolarità assoluta del tiro, sul buon equilibrio e sul convincente adattamento alla persona. La verifica sul controllo della regolarità del tiro è molto importante, infatti si riscontra, alcune volte, la tendenza dei fucili a portare il colpo in basso. Un accorgimento semplice ed efficace per provare se le misure si adattano o meno alla nostra conformazione fisica è quello di imbracciare, portando il fucile alla faccia, tenendo gli occhi chiusi: il movimento di puntare il fucile deve essere naturale e del tutto identico a quello che facciamo con gli occhi aperti. Ad imbracciatura ineccepibile raggiunta, proviamo ad aprire l’occhio destro (il contrario per i mancini). Se la bindella coincide con la nostra linea di tiro, se ne vediamo la metà o i ¾ in perfetta direzione del mirino, allora vuol dire che ci siamo! Il fucile con tale piega risulterà efficace per la caccia ai beccaccini ed a selvatici in battuta che montano, con l’accortezza però di molta attenzione ai traversoni e ai bersagli che caricano. Per il resto è meglio che vi affidiate ad un fucile senz’altro più curvo. Altro aspetto da considerare per un fucile da caccia è il suo equilibrio, per cui il punto di appoggio sul quale provare la distribuzione del peso si trova a 4-5 cm. dall’estremità posteriore delle canne. Su questo punto di appoggio, che può essere l’indice della mano destra, si controlla l’equilibrio del fucile: questo equilibrio è noto, gioca in modo molto positivo non solo per il rinculo, ma anche per la maneggevolezza, perché consente una composta e corretta velocità nell’andare a bersaglio. Per controllare il “vantaggio” del calcio, cioè la deviazione verso destra e/o verso sinistra, rispetto alla linea diretta della canna, consiglio di fissare con un elastico nel pieno centro della bindella, all’altezza della camera di scoppio, una puntina da disegno, con la punta rivolta verso l’alto. Imbracciando questa deve essere in linea di tiro precisa con il mirino; se non si trova in questa soluzione ricorrete ad un calcista. Questo è un metodo, poi ve ne sono diversi, per riuscire a dotare l’arma della deviazione necessaria, dopo essersi imbracciati rapidamente a fucile scarico, miriamo all’occhio destro di un amico competente posto a debita distanza, il quale amico vede subito se l’imbracciatura e la relativa deviazione del fucile sono giuste. In caso contrario suggerirà le eventuali correzioni. Un millimetro di deviazione sbagliata del calcio a dieci metri provoca alla rosata uno spostamento di venti centimetri, spostamenti che si hanno più marcati con l’aumento della distanza. Il peso del fucile dovrebbe dipendere dal tipo di caccia che si preferisce. A seconda delle esigenze si scelgono cartucce con 24-28-32 o 36 grammi … di piombo. Alcuni esperti considerano la teoria che vorrebbe che il peso dell’arma fosse pari a 10 volte il peso della carica di piombo scelta, più il peso del bossolo, polvere, borra e così via. A mio avviso bisogna dedicare impegno e fatica per riuscire a fissare il giusto peso del fucile senza però compromettere maneggevolezza e rendimento. Il calcio per il fucile da caccia deve avere mediamente una lunghezza di circa 380 mm. Un calcio lungo nei tiri di “stoccata” risulta ingestibile nell’imbracciata. Molti discorsi si sono spesi e si spendono quando si parla del “carissimo legno”, ma prima di dare un giudizio sulla riuscita del calcio è bene imbracciare sul terreno di caccia, con i due piedi ben saldi sul terreno, con il tronco flesso in avanti e testa, spalle e braccia ben bloccati sul fucile, curando che lo zigomo venga ben appoggiato alla parte di calcio chiamata “nasello”. Non esistente un calcio medio che vada bene per tutti ! 3 Per cui è bene quindi, per quei cacciatori, le cui misure si discostano dalla media, un tipo di calcio chiamato “regolabile”, in cui si possa regolare il calcio in senso verticale, orizzontale, con nasello spostabile e con un calciolo adattabile. Se dopo aver imbracciato molto bene per controllare che la fucilata vada dove avete mirato, nel punto giusto, e se dopo ripetute imbracciate, effettuate con rapidità, partendo dolcemente e controllando con i due occhi aperti che ci sia una costanza di linea di tiro nelle varie imbracciature, si hanno ancora dei dubbi, è bene ricorrere ad un calcista di provata esperienza per una prova decisiva. La lunghezza delle canne per la caccia dovrebbe essere compresa tra i 65 e 76 cm.; vi sono cacciatori che per la caccia in “bosco” utilizzano canne lunghe 60 cm. Un vecchio detto dei nostri antenati cacciatori afferma che “più lontano è il mirino, più vicino è il bersaglio”, aforisma smentito dall’esperienza di molti esperti cacciatori che esortano a non sognare le “canne lunghe”. Le caratteristiche delle canne risultano influenti sul rendimento balistico dei colpi sforati, in particolare a seconda della foratura, dei profili interni, delle strozzature, della lunghezza e della qualità dell’acciaio. La strozzatura delle canne va scelta a seconda del tipo di caccia che si pratica e della rapidità con la quale il cacciatore è solito o capace di intervenire. Resta inteso che per tiri lunghi come per la caccia al beccaccino, è bene utilizzare canne strozzate e non farsi illudere per tali tiri dall’utilizzo di cartucce aventi pressioni forti che provocano una più marcata dispersione dei pallini. Infine come ultima considerazione, l’impostazione del cacciatore per ottenere buoni risultati nel tiro di caccia, ha la stessa importanza che ha per esempio la “guardia” per un pugile o per uno schermitore. Un cacciatore mal impostato impiega su determinati tipi di selvatico più frazioni di tempo per avviarsi o per arrivare; per cui, per il cacciatore che ha tratto una discutibile impostazione, in anni ed anni di passeggiate con il fucile, fa molta fatica a riconoscere eventuali errori propri e uno forzo doppio a cambiare anche solamente in parte il modo di discutere con la propria arma. Comunque per imparare non fanno ostacolo né l’età né la vista! ... Basta avvicinarsi senza alcun timore a scuole di tiro per caccia esistenti presso alcune sezioni di tiro a volo, in cui, per mezzo di istruttori qualificati, si ottengono le soluzioni ai vari problemi riscontrati. Alla prossima! ------------------------------------------------------------------------della frequenza dei microrganismi resistenti ai La ricerca Risultati dei campionamenti sui beccaccini Dr.ssa Viviana Ferrazzi Università degli Studi di Milano, DIPAV Dipartimento di Patologia Animale, Igiene e Sanità Pubblica Veterinaria La ricerca è nata dalla collaborazione tra il Dipartimento di Patologia Animale, Igiene e Sanità Pubblica Veterinaria ed il Club del Beccaccino di Milano, dopo che alcuni cacciatori avevano notato un colore atipico giallastro del fegato di alcuni beccaccini catturati. Il lavoro è stato poi ampliato prendendo in considerazione anche la presenza del batterio Escherichia coli ed il suo profilo di resistenza agli antibiotici. Infatti questo ultimo filone di ricerca è da noi studiato da diversi anni nell’avifauna e lagomorfi selvatici al fine di poter ottenere dei dati significativi sulla resistenza di diverse classi di antibiotici. L’uso eccessivo e inadeguato degli antibiotici in medicina umana, ma anche in veterinaria e in agricoltura, ha portato ad un rapido aumento farmaci. Molti antibiotici, inoltre, sono composti chimici stabili che non si degradano nell’ambiente, ma restano attivi per molto tempo dopo essere stati eliminati dall’organismo. I batteri non conoscono barriere, perciò se diventano resistenti in un individuo, si diffondono tra individui diversi e nell'ambiente (Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e promozione della Salute). Dal 7 ottobre al 15 dicembre 2010 presso il nostro laboratorio avicunicolo abbiamo ricevuto grazie alla dedizione di alcuni cacciatori correttamente istruiti del Club del Beccaccino, i seguenti campioni: * 49 campioni di fegato in formalina isosmotica al 10%; * 34 tamponi di contenuto intestinale. Per quanto riguarda il fegato, viene processato seguendo la metodica in uso presso la nostra sezione: inclusione in paraffina, allestimento di sezioni di 4 µm di spessore mediante l’uso del microtomo a slitta e colorazione con Ematossilina-Eosina. Le alterazioni microscopiche venivano riassunte in una tabella andando a vedere specificatamente: * steatosi (aumento di grasso nel fegato con aumento della friabilità dell’organo e cambiamento di colore che tende al giallo) * epatite (processo infiammatorio) 4 * stasi biliare (quando la bile non ha un regolare flusso nel duodeno, ma rimane all’interno del fegato) * proliferazione dei dotti biliari. I campioni di contenuto intestinale sono stati seminati su MacConkey Agar (MC) ed incubati a 37°C per 24 ore in aerobiosi. L’esame batteriologico ha permesso di isolare 21 ceppi di coli (62%) identificati con il micrometodo “Rapid one” (Remel) e “API 10S” (bioMérieux). Su tutti i campioni sono stati eseguiti gli antibiogrammi secondo le specifiche previste dal National Committee for Clinical Laboratory Standards (NCCLS) utilizzando la metodica di KirbyBauer (Chengappa, 1990) che prevede i seguenti passaggi: una colonia batterica isolata prelevata da terreno agarizzato viene trapiantata in Brain Heart Infusion Broth (BHI) ed incubata per alcune ore a 37°C fino ad ottenere una brodocoltura con torbidità di 0,5 gradi Mac Farland, pari a 15*10 4 UFC/ml. Successivamente il campione viene distribuito, mediante un tampone sterile, su terreno Mueller-Hinton Agar (MH), che viene lasciato asciugare per breve tempo. Infine vengono aggiunti i dischetti impregnati di antibiotico. I principi attivi testati e le loro concentrazioni sono riportati nella Tabella seguente: dose Antibiotico disco (mcg) Acido nalidixico (Na) 30 Apramicina ( Apr ) 30 Aminosidina ( AM ) 60 Amoxicillina + ac. Clavulanico (AMC) Ceftazidime (CAZ) 30 Cefepime (FEP) 10 Cefataxime (ctx) 10 Ciprofloxacin (Cip) 10 Cloramfenicolo ( C ) 10 Clortetraciclina (Ct30) 30 Colistina ( Ct10 ) 10 Doxyciclina (Do) 30 Enrofloxacin ( Enr ) 10 5 Flumequina ( UB ) 30 Gentamicina ( CN10 ) 10 Neomicina ( N ) 10 Norfloxacin ( Nor ) 10 Polimixina B ( Pb ) 50 Tetracicline (Te) 30 Triple Sulfa ( S3 ) 300 Le piastre sono state poi incubate a 37°C per 18-24 ore in aerobiosi e il risultato determinato attraverso la misurazione dell’alone di inibizione alla crescita batterica esercitata dai vari dischetti (Fig. 1); i valori riscontrati sono stati poi confrontati con quelli di riferimento del NCCLS, (2002 e 2004). In base alla risposta di sensibilità, ciascun ceppo batterico testato nei riguardi di ogni singola molecola, è stato classificato nelle tre categorie, Sensibile, Intermedio e Resistente, secondo i suddetti standards. Fig. 1 Rappresentazione dell’ antibiogramma secondo la metodica di KirbyBauer Su 34 campioni fecali analizzati sono stati isolati anche altri enterobatteri come evidenziato dalla Figura 1. Risultati Nel 40% dei vetrini istologici si è evidenziata una lieve/moderata epatite linfoplasmacellulare in assenza di agenti eziologici evidenti. In alcuni campioni (25%) era presente anche stasi biliare. La steatosi, che è l’alterazione per cui abbiamo iniziato la ricerca, è stata evidenziata in un 20% degli organi e solo in 3 casi coinvolgeva l’intera sezione. Analizzando invece i risultati degli antibiogrammi eseguiti sui ceppi isolati si nota che il beccaccino è sensibile a quasi tutti gli antibiotici, ad eccezione di tetracicline e neomicina. Le tetracicline, tra i principi attivi più vecchi, sono però notoriamente inefficaci nei confronti di E. coli, la cui resistenza è nota anche in ceppi provenienti da specie animali diverse dagli avicoli anche grazie alla diffusa presenza di geni di resistenza per questi antibiotici (Wilkerson et al., 2004). Questi risultati sono stati confrontati con quelli ottenuti da altri uccelli campionati in altre province e a tal proposito la cornacchia grigia, forse per le sue abitudini alimentari e di habitat, ha evidenziato anche fenomeni di multifarmaco resistenza. Conclusioni Il numero di ceppi isolati non ha permesso un’analisi statistica visto il numero limitato di campioni, ma comunque permette alcune considerazioni in quanto in uccelli selvatici, che mai dovrebbero essere venuti a contatto con un 5 antibiotico, la presenza di alcune forme di resistenza non è affatto usuale e non si può escludere anche il possibile ruolo di questi animali nella disseminazione del Escherichia coli nell’ambiente e soprattutto come fonte patogena per altri animali, uomo compreso. Il presente lavoro ha permesso di aumentare le informazioni scientifiche su una specie ancora poco conosciuta dal punto di vista sanitario sia a livello nazionale che internazionale. Inoltre questi dati, seppur limitati, possono essere messi a confronto con quelli già ottenuti da altri uccelli controllati per un nostro progetto che dura da diversi anni dal titolo “monitoraggio sanitario dell’avifauna in Lombardia e suo utilizzo come bioindicatore ambientale”. Ottenere campioni di studio di animali selvatici è sempre difficoltoso e richiede necessariamente la fattiva collaborazione dei cacciatori, ma credo che lo sforzo sia correlabile con l’utilità che un lavoro di questo genere può dare al mondo scientifico, ma anche ai cacciatori che oltre alla passione per il mondo venatorio sono molto attenti alle problematiche animali e ambientali. ------------------------------------------------------------------------viene inviato al consiglio cinofilo regionale di Gare e regolamenti Il regolamento ENCI che tutti conoscono (o dicono di conoscere), ma che nessuno rispetta. Aldo Morandi Cuca in ferma su beccaccino Nel regolamento ENCI sono chiaramente indicate le modalità per organizzare una prova di lavoro per cani da ferma su selvaggina ed altrettanto chiare sono le indicazioni relative al comportamento da tenere per chi si deve iscrive e conduce un cane in prova. Con questo articolo vorrei attirare la vostra attenzione proprio sul comportamento idoneo da tenere prima, durante e dopo la gara. 1° - Organizzazione: inviare richiesta per benestare e collaborazione tecnica, alla delegazione ENCI della provincia di appartenenza, dove si svolge la prova, almeno 6 mesi prima. Specificando, la data, chi intende organizzare la gara, il tipo di prova e la massima qualifica che si vuole mettere a disposizione, segnalando se la zona è DOC oppure no. In riunione di consiglio di delegazione, una volta valutata la serietà di chi organizza, viene dato il benestare e parere favorevole, con la collaborazione e tecnica, il tutto appartenenza. Il consiglio ha il compito di vagliare tutte le prove regionali richieste, e fare in modo di non fare soprapporre, nella stessa data, prove delle stesse specialità e razze. Sempre in seno al consiglio regionale, viene valutata la distanza Kilometrica regolamentare, tra una prova e l’altra, dello stesso tipo; dove è possibile viene fatta la variazione delle giornate fra le razze, accordandosi con gli organizzatori. Una volta approvato dal consiglio regionale, il calendario dovrà essere inviato all’ufficio di competenza ENCI, che a sua volta darà il benestare e pubblicherà il calendario. 2° - Quando le prove sono approvate, ed esposte a calendario ENCI, si potrà fare richiesta alla provincia di appartenenza (dove si svolgerà la prova) in carta bollata e si potrà richiedere all’assessorato della caccia il permesso di entrare nelle zone di tipo A per le giornate delle prove. L’assessorato alla caccia valuterà la richiesta, controllerà che ci siano tutti i requisiti, compreso il calendario ENCI, porterà la domanda in consiglio provinciale, per fare avere il benestare (anche questo verrà rilasciato in carta bollata). 3° - In seguito al rilascio del benestare, si potrà fare richiesta all’ENCI, ufficio di competenza prove di lavoro per cani da ferma, la ratifica giuria, almeno 60 giorni prima, sottolineando il tipo di prova, con la massima qualifica messa a disposizione. Segnalando i giudici che si sono resi disponibili per le date prescelte. La commissione tecnica ENCI, se riterrà idonei i giudici prescelti, darà parere favorevole, inviando notifica di conferma, all’organizzazione e giuria assieme a quella del delegato, con tutti i documenti da compilare e rispedire dopo la prova, con gli € da versare entro il giorno stabilito, con la lista dei sospesi e degli squalificati, che non potranno partecipare 4° - Organizzazione: mettere in evidenza sul depliant, il giorno di chiusura delle iscrizioni. Il conduttore contestualmente all’invio dei dati per l’iscrizione, ha l’obbligo di versare la quota stabilita (i cani messi a catalogo si devono 6 sempre pagare) all’Enci: tutte le quote dei cani iscritti devono essere pagate prima della gara e non il mattino stesso. Se per qualsiasi giustificato motivo (esempio calore non previsto o altro), il cane dovesse essere ritirato dalla prova si potrà richiedere il rimborso della quota versata. Sempre sul depliant deve essere riportato: il giorno e l’ora del sorteggio degli accoppiamenti e turni, nelle varie batterie. I sorteggi e gli accoppiamenti dei turni di batteria, possono essere “pilotati” sulla base di esigenze logistiche: ad esempio quando al momento dell’iscrizione si mette in evidenza, che per ragioni organizzative più conduttori si presentano con la stessa vettura oppure quando si presentano conduttori con più cani iscritti, in tal caso di potrà richiedere la possibilità di correre tutti nella stessa batteria. E’ chiaro che il tutto DEVE essere fatto in presenza del delegato e dei conduttori che vogliono essere presenti. Per prove che durano più giorni, i sorteggi si faranno SOLO il primo giorno di prova, per i successivi subentrerà il meccanismo di rotazione. 5° - Al mattino, all’ora stabilita sul depliant, dopo che tutti hanno consegnato i libretti di lavoro, ed espletato le ultime pratiche, prima di avviarsi sui terreni, in presenza del delegato e comunicato che iniziano i sorteggi delle giurie, dei terreni, da abbinare alle batterie. E’ possibile assistere ai sorteggi. Viene fatto l’appello ad alta voce di ogni singolo conduttore, o della coppia abbinato alla batteria N° x, giudicata dal Sig. Giudice xxx. In seguito si parte per la zona estratta, seguendo la macchina dell’accom-pagnatore. 6° - l concorrenti devono presentarsi in ordine di turno, nel luogo in cui li aspetta il giudice, con il cane al guinzaglio, privo di strumenti coercitivi. Indicato il terreno a sua disposizione, su ordine del giudice, il cane deve partire dalla parte assegnata Dx o Sx non deve mai partire in profondità, il conduttore deve rimanere vicino o davanti alla giuria, quando è singolo e spalla a spalla quando sono in coppia. Ribadisco: sempre vicini davanti alla giuria. L’uso del richiamo, fischio o voce, deve essere limitato all’essenziale, specialmente nei turni in coppia, per non danneggiare il compagno. Quando il cane ferma o si sottrae alla vista, si deve sempre chiedere il permesso alla giuria, per andare a servire il cane, o semplicemente per controllare cosa stia facendo. Quando il cane non ritorna, anche la giuria lo seguirà più vicino possibile, per poter valutare la presa di punto, l’espressione della ferma e la reazione all’involo della selvaggina allo sparo. Il conduttore, ad ogni ferma del suo cane, che si fa servire, sia in positivo che in negativo, dovrà ripresentarsi alla giuria con cane al guinzaglio e attendere di nuovo l’ordine per rilanciare. Il turno finisce al suono della tromba e con il cane al guinzaglio. Se dopo qualche richiamo il cane non si farà legare, sarà dichiarato fuori mano: quindi eliminato. Ai turni di richiamo, possono essere sottoposti i cani, che non hanno commesso errori ed hanno dimostrato di saper cacciare, in quella tipica specialità con metodo, ma che purtroppo non hanno avuto l’occasione di incontrare. Sempre a discrezione del giudice, si potrà proseguire fino alla prima occasione positiva o negativa che essa sia. Se per circostanze fortuite, non è stato possibile provare lo sparo, su un cane qualificato a fine turno, si proverà lo sparo con cane sciolto, fermo davanti al conduttore e alla giuria allo scopo di verificare la reazione dell’animale. La pistola DEVE essere sempre del giusto calibro cioè cal. N°8 ! 7° - Persone al seguito: accom-pagnatori, concorrenti, spettatori e appassionati, dovranno attenersi alle disposizioni della giuria, del delegato, del comitato di organizzazione. 8° - A prova finita, sempre sul terreno della batteria, il giudice ha l’obbligo di stilare la classifica con le qualifiche, le relazioni mentre le premiazioni si possono tenere anche sul posto del ritrovo a batterie unite. Ritrovo: il giudice ha l’obbligo di redigere le relazioni, almeno di quelli in classifica ripetendo le classifiche e qualifiche, l’organizzazione farà le premiazioni. Mentre il delegato o il segretario ricopieranno dal carnet del giudice, sul libretto di lavoro, tutte le classifiche e le qualifiche assegnate, tenendo conto anche dell’eliminato, del non qualificato o non classificato. Possono essere tutte siglate dalla segreteria, o delegato, mentre tutte le qualifiche devono essere firmate dalla giuria. 9° - Batterie: Dipende la stagione, ma comunque, la batteria non si può separare se non sono più di undici turni, per il CACIT sono necessari almeno 6 turni e giuria plurima. Il barrage viene disputato per il CACIT quando ci sono più CAC, nelle batterie. La verifica per il CACIT viene fatta con giuria plurima, quando in turni singoli, e singola giuria viene assegnato il CAC 10° - Reclami: accompagnati dalla “tassa” stabilita dall’ENCI, dovranno essere esposti per iscritto e consegnati al delegato ENCI prima della lettura della classifica da parte del giudice. Se il reclamo sarà accolto la quota versata per formalizzare il reclamo verrà rimborsata. 11° - Per quanto riguarda la selvaggina il consiglio direttivo del 24/2/2011 ha cosi deliberato: il punto su lepre comune non sarà più da qualificare. 7 L’angolo del veterinario Riproduzione Dr. Luca Toscani Clinica Veterinaria Alto Lambro - Lesmo (Milano) Oggi non vogliamo interessarci di genetica ma daremo qualche “dritta” per realizzare il nostro desiderio di accoppiare la nostra cagna o il nostro cane perché semplicemente riteniamo giusto far proseguire le rispettive linee di sangue che, a nostro avviso, tanto ci hanno dato sul campo. Il più delle volte, e per fortuna, tutto va a buon fine senza troppo impegno. La scelta ponderata del riproduttore, un accoppiamento ripetuto un paio di volte e dopo 60 giorni un parto senza quasi accorgersi. Cuccioli vitali e svezzati a 30 giorni e pronti dopo altre due settimane per una vita indipendente. Non sempre però le cose vanno lisce. Vediamo allora di dare delle linee guida punto per punto. 1. Momento dell'accoppiamento: Il periodo preparatorio si definisce proestro (durata 7-17 giorni) ed è caratterizzato da un aumento di volume dei genitali femminili e inizio di perdite ematiche. Le stesse aumenteranno di quantità nei giorni seguenti per poi ridursi verso la fine del periodo quando si entra nel periodo dell'estro vero e proprio. Durante l'estro la cagna accetta il maschio e può avvenire l'accoppiamento. Per cercare di individuare questo periodo e per “presentare” la femmina al maschio nel momento più opportuno si possono utilizzare 2 metodi: a) striscio vaginale (colpocitologico) b) dosaggio ematico del progesterone. Le due metodiche usate contempora-neamente permettono ottimi margini di sicurezza senza rischiare zuffe tra cani non “pronti” e con la femmina che rifiuta la monta. 2. Accoppiamento. a) monta fisiologica. Si lasciano i cani liberi (di solito si porta la femmina dal maschio) e osservato l'esito favorevole si ripresentano dopo 2 giorni. b) fecondazione artificiale con seme fresco oppure refrigerato/congelato. 3. Gravidanza. Diagnosi di gravidanza tramite ecografia a partire dalla 23a giornata. Tramite palpazione attorno ai 30 giorni. Non ritengo utile radiografie se non a fine gravidanza per avere la certezza (sottolineo certezza) del numero dei feti presenti. 4. Parto. Preparare almeno 1 settimana prima il “nido”. Luogo asciutto e caldo. La temperatura nella prima settimana dovrà essere di 25-30 gradi. Ipotermia prima causa di morte. Herpes virus molto labile al calore e pare che questa temperatura sia in grado di ridurre la quota virale presente. Apriamo una parentesi a proposito di questa e altre malattie infettive. Brucellosi: malattia estremamente rara. Determina aborto nell'ultimo terzo di gravidanza. E' possibile eseguire titolazione anticorpi sul sangue per ricercare la malattia ma in genere non viene mai fatto. Herpes virus . Anch'essa causa aborto a fine gravidanza oppure morte dei cuccioli in 2a e 3a settimana. E' vivamente consigliato fare titolazione anticorpale su sangue dei riproduttori soprattutto se si usano cani che frequentemente vengono utilizzati. Alla femmina e' consigliata la profilassi vaccinale. Il vaccino si chiama Eurican Herpes 205 .2 dosi di vaccino. La prima durante il calore o nella prima settimana dopo accoppiamento. La seconda una o due settimane prima del parto. Alcuni allevatori, consigliano un tampone vaginale della cagna per valutare se siano presenti batteri patogeni che possono essere trasmessi ai cuccioli nel momento del parto. E' tutto molto discutibile e non ci sono certezze sull'utilità di tale pratica. I segni concreti di parto imminente sono: alterazioni del comportamento del cane che non mangia e si presenta irrequieto. Cagna che si lecca insistentemente il perineo. La misurazione della temperatura rettale della cagna due volte al giorno a partire dall'ultima settimana e' estremamente utile. Da una temperatura base di circa 38,5 – 39,0 gradi si scende di un grado circa sei/dodici ore prima dell'inizio del travaglio. Avvisare il veterinario dell'imminente parto. Assistere, senza insistenza, al parto e decidere di intervenire spostando la cagna solo dopo aver sentito il parere del sanitario. Il sanitario dovrà infine controllare cagna e cuccioli entro 24-36 ore dalla fine presunta del parto. La cura del neonato è compito della cagna. Noi eventualmente possiamo aiutare togliendo la placenta se avviluppa ancora il cucciolo (nato con la camicia) e tagliare il cordone ombelicale a un paio di cm dal cucciolo. 5. Puerperio. Termine abbastanza impro-prio per indicare il periodo dopo il parto con inizio lattazione, eliminazione dalla vulva dei residui fetali, cura della cucciolata. Questo periodo è estremamente importante e in esso si concentra una buona parte della mortalità neonatale. La mortalità può essere attribuita a: 8 a) fattori genetici (cuccioli nati morti malformati) b) distocia (cuccioli che hanno sofferto il travaglio e sono morti durante questo o appena dopo. c) scarse cure parentali/di allevamento (nido non adatto, cagna poco attenta che schiaccia i cuccioli). d) malattie neonatali (herpes, parvovirosi, toxocara canis). Nelle malattie neonatali un discorso a parte deve essere fatto a proposito della “sindrome del cucciolo deperito”. E' una patologia che porta a morte i cuccioli in terza e quinta giornata senza lesioni macroscopiche. Si pensa comunque come causa di ipossia e incapacità di succhiare. I segni clinici sono: Perdita di peso, pianto persistente, non mangiano, debolezza ipotermia e infine morte. E con questo ho concluso. Mi rendo conto dei limiti di quanto ho scritto e invito quanti avessero domande nello specifico di farle pervenire al seguente indirizzo. [email protected] ------------------------------------------------------------------------La curiosità Collezionismo “ venatorio “ Dr. Gipo Siletti Diversi anni or sono da studente universi-tario, vivevo con mia madre in un grande appartamento a Milano. Nella mia spaziosa camera si trovavano, su uno dei lati maggiori, il letto e la scrivania, di fronte a questi, una libreria. Le mie giornate trascorrevano nella più assoluta serenità; studiavo quanto possi-bile ma soprattutto, pensavo alla mia unica passione: la Caccia. Una sera venne a cena da me l’amico Carlo Gastaldi e tra un discorso e l’altro, un bel momento mi disse tutto d’un fiato: “Tu vivi la caccia tra il letto e la libreria.” Al momento ci rimasi molto male: “Ma come - dissi tra me e me - io che facevo il possibile per prendere lo schioppo e, con il cane o meno, uscire nei campi alla ricerca di qualche selvatico”! Agli effetti non capii il significato di quelle parole che si rivelarono però estremamente preveggenti. A distanza di molto tempo mi trovo a vivere in una tranquilla cittadina delle colline parmensi, mia madre purtroppo non c’è più, ed il lavoro, gli acciacchi, i problemi familiari hanno avuto la meglio sul mio tempo libero. La Caccia, che continua ad essere la mia unica passione si è, dal punto di vista pratico, rivolta agli Ungulati che dal 1980 caccio solo all’estero per incompatibilità di pensiero con la gestione locale. Appare più che mai lapalissiano il mio “vivere la Caccia tra il letto e la libreria” in quanto ho rivolto, con sommo piacere, il mio interesse nei confronti di tutto ciò che ruota intorno all’Attività Venatoria: libri, cartoline, francobolli, stampe, quadri, sculture, etc.. Da giovane in diverse occasioni mi è capitato d’andare, con Carlo, a Caccia di Beccaccini pur non essendo il mio selvatico preferito, ricordo infatti quando un comune amico ci ha presentati in Università dicendo a lui “Ti presento un beccaccista” e a me “Ti presento un beccaccinista”. Da qui si può intuire che il grosso della mia collezione è rivolto in primis alla Beccaccia e ai Beccaccini e in secundis alla Caccia in generale. Quando Carlo mi ha detto: “Scrivimi qualcosa sull’Oggettistica della Caccia, che non sia un articolo e basta ma quasi una rubrica”, non Vi nascondo che la fatidica frase di Carlo è immediatamente riaffiorata dalla mia nebulosa memoria e così ho accettato, sperando di farvi cosa gradita. Ritengo opportuno iniziare il mio viaggio in un campo molto specifico: la filatelia. Non dico che tutti i Cacciatori di Beccaccini debbano diventare filatelici provetti, ma se si incomincia a vedere il Beccaccino non solamente come preda “da sparare” ma soprattutto come Selvatico da studiare, proteggere e gestire corretta-mente per poterlo poi cacciare di più e meglio, ecco che anche una velata passione per i francobolli può diventare un modo per “vivere la Caccia” anche quando non si può uscire con schioppo e cane. Almeno una volta nella vita, a tutti noi, è capitato di collezionare, per un periodo più 9 o meno lungo, francobolli. Personalmente, dopo un giovanile inizio rivolto a tematiche ben lontane dalla Caccia, ho indirizzato il mio interesse verso i francobolli che riproducano o la Beccaccia o animali selvatici oggetto di Caccia a palla. Come fare a limitare la propria collezione a settori così ristretti tenen- do presente i milioni di francobolli, vecchi e nuovi, che si possono trovare in commercio? I metodi, perlomeno quelli da me utilizzati, sono 3: * Rivolgersi ad un negozio di filatelia ed esporre il desiderio di collezionare francobolli che abbiano come tematica la Caccia o gli Uccelli. Chiaramente non è possibile chiedere direttamente francobolli che riportino il Beccaccino perché, a meno che non ci si trovi di fronte un Cacciatore sarà ben difficile che il nostro interlocutore sappia di che cosa stiamo parlando. State tranquilli tutti questi negozianti sono abituati a cercare, e conservare separatamente, francobolli con le più svariate tematiche. * Esiste il Centro Italiano di Filatelia che è una Tematica (www.cift.it) Associazione serissima formata da numerosi appassionati filatelici che collezionano francobolli a tema. All’interno del CIFT si possono trovare collezionisti che si interessano di Caccia o di Uccelli sempre molto disponibili a dare informazioni e aiuto a non esperti del settore. ----------------------------------------------------------------------------------------------La ricetta A questo punto, abbassare la fiamma e versare nella padella un paio di mestoli di Riso con beccaccini acqua calda. Portare a cottura per una “sgnepp’ e ris ventina di minuti. Nel frattempo, mettere sul fuoco una pentola d’acqua salata, dove, una volta raggiunta la temperatura di ebollizione, saranno versati 80 gr. di riso di tipo Roma o comunque tale da rilasciare poco amido in cottura. In un altro pentolino, contenente acqua per tre quarti e poco salata, già ad ebollizione, immergere una dadolata di 50/60 gr di * dose per 1 persona lardo di schiena, da sbollentare per non più di 3 minuti. Scolare accuratamente il lardo Ingredienti: 3 beccaccini, burro, 2 e porlo in un padellino con un cucchiaio di cucchiai olio di oliva, salvia, rosmarino, olio, fino farlo diventare trasparente e ben croccante, facendo attenzione a non sale, 1 bicchiere vino bianco, 50 g di noci bruciarlo. Disporre i beccaccini nella metà finemente tritate. di un piatto piano, irrorandoli con il fondo di cottura. Nell’altra metà del piatto, Dopo aver ripulito i beccaccini, lavarli sistemare il riso precedente-mente ben ed asciugarli. Collocarvi all’interno un mescolato con il lardo. trito di salvia, rosmarino e sale. Salarli A piacere aggiungere del parmigiano anche esternamente e riporli in una grattuggiato. padella con un cucchiaio di burro e due Accompagnare con vino bianco. di olio. Porli sul fuoco. Farli colorire e versarvi mezzo bicchiere di vino bianco Buon Appetito ! secco da lasciare evaporare. 10 Il racconto E m y : Kurzhaar d.o.c Dr. Sergio Mascarello Sono Segretario del Club del Beccaccino da un po’ di anni, più per amicizia che per passione o specializzazione venatoria. Sono stato coinvolto nel Club qualche anno fa dal Presidente Giorgio Ferrato e con lui ho iniziato a frequentare le risaie. Ho cacciato con i suoi kurzhaar e insieme abbiamo trascorso giornate fantastiche. La mia vera passione però è la beccaccia. Una passione nata … per forza, perché da noi nel Varesotto, a metà stagione la beccaccia rimane l’unico selvatico cacciabile. Nella caccia alla beccaccia ci vogliono cani instancabili, rudi, con grande passione che sopportano la fatica e continuano a cacciare anche dopo 5-6 ore di caccia senza un incontro. Fatto sta che un giorno il Presidente mi regalò Emy, una cucciolina di kurzhaar di tre mesi con una buona passione ma, e questo era il motivo del suo regalo, morfologicamente non appagava il suo palato raffinato. A me la cosa stava bene, sempre alla ricerca di cani “da caccia” ovvero cani avidi, con mentalità e tenuta. EMY è cresciuta ed è migliorata molto, la sua potenza olfattiva e la sua resistenza sono fuori della norma. Tanto è elegante ora nel portamento, sempre alla ricerca del vento, che non sembra nemmeno il cucciolo di allora. Ha cacciato di tutto ed è stata in Bulgaria a beccacce per un paio d’anni: il cane è diventato uno specialista per questa caccia, con aperture e una tenuta da far invidia a qualsiasi setter. Sempre a testa alta, anche nel bosco, che vederla correre sembra sia trainata dal naso. Ero arrivato anch’io a sbilanciarmi ed ero contento di poterla far vedere al Presidente. Fu così che la portammo in addestramento in Serbia nell’Aprile dello scorso anno. Per me era la prima volta e fu un’esperienza bellissima. Il cane, anche lui alla prima uscita sulle starne Serbe, andò benissimo esprimendosi con una sicurezza, eleganza, maturità inimmaginabili per un cane non dressato. Credo che il Presidente abbia raggiunto l’orgasmo in più occasioni vedendo il movimento del cane e molti amici hanno ancora mal di testa dopo averlo sentito commentare le foto e i video dell’uscita. Esaltazione a non finire ed arriva finalmente l’apertura della stagione di caccia con la promessa di vedere il cane in risaia. La stagione era da poco iniziata e c’erano ancora molti risi in piedi. Trovammo una bella zona con risi già battuti anche se non troppo bagnati. Sganciammo il cane che subito si mise bene sul terreno con delle belle aperture. Alla terza risaia, la cagna si bloccò in una ferma da manuale. Increduli andammo a servire velocemente e, quando partì il beccaccino, il Presidente che è il più veloce a sparare, lo prese senza fatica. E’ allora che il Presidente ha iniziato ad urlare di gioia e a saltare, poi mi ha abbracciato e insieme urlavamo per quel che avevamo visto e mentre lo abbracciavo e saltavamo pensavo … ci vedesse qualcuno chiamerebbe la Croce Rossa. Brava EMY, anche a beccaccini ! Tornammo alla macchina ansiosi di raccontare la scena a Mauro, il fedele accompagnatore che spesso si sacrifica nell’attesa, mentre il Presidente stava raccontando l’impresa “la EMY” si allarga nel riso che stava dietro la macchina. Io la seguo perché loro sono di spalle e quando vedo che, a testa alta, inizia a leggere l’aria, richiamo la loro attenzione. La cagna risale, rallenta e stop, ancora in ferma. Questa volta il Presidente non ci ha creduto subito e, caricando il fucile sono andato a servire da solo. Subito ricredutosi, vedendo la determinazione del cane, il Presidente mi ha raggiunto e poco dopo si alzarono tre magni- 11 fici beccaccini, due dei quali siamo dal beccaccino alla lepre. Ecco … se proprio riusciti a fermare. devo trovarle un difetto dico che non Ora la cagna si è impratichita sui bracca la lepre come piacerebbe a me. beccaccini ma non è una specialista. Questi sono i cani che mi piacciono: cani Io caccio prevalentemente nel bosco ma con la caccia nel sangue che si comportano il cane, si comporta egregiamente su bene su qualsiasi selvatico, senza troppe qualsiasi selvatico, dalla beccaccia alla “seghe”. starna, al fagiano selvatico alla quaglia, ---------------------------------------------------------------------------------------------------------Il proverbio * Chi va a caccia senza cani, torna a casa senza lepri. * Andare a caccia di ricordi non è mai un bell’affare … Quelli belli non li puoi catturare e quelli brutti non li puoi uccidere. (Giorgio Faletti – dal libro “Io sono Dio”). ----------------------------------------------------------------------------------------------* Pranzo Sociale: l’annuale ritrovo per il pranzo sociale è stato La bacheca fissato per il giorno 1 maggio 2011 alle ore 12.30 presso il ristorante “la viscontina” in via Grandi, n.5 - Peschiera Borromeo (Milano). Le iscrizioni verranno raccolte dal Sig. Sergio Burigo. Prima del pranzo, alle ore 11.30 si terrà l’assemblea annuale dei soci con relativa approvazione del bilancio 2010. * Il giorno 8 maggio 2011 saremo presenti con un piccolo stand alla fiera della caccia di Bereguardo. Questa rappresenta una importante occasione per far conoscere il club del beccaccino e le sue finalità. Vi invitiamo a venirci a trovare. CALENDARIO PROVE - ENCI – Secondo SEMESTRE 2011 Prove di caccia su beccaccini data 04/11/2011 CAC Giuria Da designare Località Garbagna Novarese (NO) 05/11/2011 CAC Da designare 06/11/2011 CAC Da designare Carpiano (MI) e Gudo Visconti Castellaro dei Giorgi (PV) 11/11/2011 CAC Da designare Garbagna Novarese (NO) 12/11/2011 CAC Da designare Robbio (PV) 13/11/2011 CAC Da designare Vercelli ATC-2 (VC) Raduno ore 8.00 Garbagna Nov., Bar “Cooperativa” ore 8.00 Località Francolino Bar “Cavallino” Ore 8.00 Bar “Centrale” Castellaro dei Giorgi (PV) Ore 8 Garbagna Novarese Bar “Cooperativa” Ore 8.00 Confienza Bar-Hotel “Old / Mill” Ore 8.00 Ronsecco BarRistorante Edelweiss CALENDARIO PROVE - ENCI – primo SEMESTRE 2012 Prove di caccia su beccaccini data 03/01/2012 04/01/2012 05/01/2012 061/01/2012 07/ 01/ 2012 08/ 01/ 2012 10/ 03/2012 CAC CAC CAC CAC CAC CAC CAC Giuria Da designare Località Oristano Oristano Oristano Oristano Oristano Oristano Garbagna Novarese (NO) 11/ 03/2012 CAC Da designare Garbagna Novarese (NO) 24/03/2012 CAC Da designare Garbagna Novarese (NO) 25/03/2012 CAC Da designare Garbagna Novarese (NO) - CACIT CACIT CACIT CACIT CACIT CACIT Raduno ore Bar ore Bar ore Bar ore Bar 8.00 Garbagna “Cooperativa” 8.00 Garbagna “Cooperativa” 8.00 Garbagna “Cooperativa” 8.00 Garbagna “Cooperativa” Novarese Novarese Novarese Novarese 12