NUMERO 26
DICEMBRE 2015
La nuova galleria della Bavorca
2
Guardiamo al futuro con fiducia …
di Michele Rotanzi, sindaco
Nonostante tutto, il tempo scorre veloce e ci avviciniamo alla fine di questo quadriennio, il terzo alla
guida del nuovo comune. A questi dodici anni devo
aggiungere anche il mandato 2000-2004 trascorso
nell’esecutivo dell’ex comune di Peccia, più altri sedici anni dal 1980 al 1996. In totale trentadue anni.
Più della metà della mia vita dedicata alla nostra comunità.
Domenica 10 aprile 2016, data prevista per il rinnovo dell’esecutivo e del legislativo, non sarò più tra i
candidati da eleggere. Ho comunicato ufficialmente
questa mia decisione nel corso del consiglio comunale del 14 dicembre. Una decisione difficile e sofferta, ma che avevo già preso all’indomani delle
votazioni di quattro anni fa. Sono riconoscente al
destino per avermi permesso di contribuire ai cambiamenti storici tanto importanti per la nostra piccola comunità.
Colgo l’occasione di questa mia ultima presenza sul
bollettino comunale per esprimere alcune personali
considerazioni su alcuni temi che certamente contrassegneranno i prossimi anni.
Evoluzione demografica-nascite
Un problema grave, che nemmeno il nuovo comune
è riuscito a risolvere. A preoccupare non è tanto il
lento ma inesorabile calo della popolazione, quanto
il massiccio esodo dei nostri giovani verso le città o
le sue periferie. L’ effetto di questa tendenza è stato
catastrofico: per la prima volta da quando esiste la
Lavizzara, quest’anno non è nato nessun bambino!
Le conseguenze sono evidenti e ne abbiamo già
percepito i primi segnali con la creazione di una sezione mista di SE e SI. Se non subentreranno importanti cambiamenti, tutto il nostro istituto scolastico
sarà a breve a rischio.
Difficile nel 2004, quando ancora nascevano mediamente dai 5 agli 8 bambini, ipotizzare un simile
epilogo. Durante gli incontri tra i rappresentanti dei
sei comuni e le autorità cantonali, nessuno ha mai
messo in discussione l’importanza di avere un centro scolastico che riunisse sotto un unico tetto i
bambini che frequentavano l’asilo e il primo ciclo in
valle di Peccia, il secondo ciclo a Prato e i bambini di
Brontallo e Menzonio che facevano capo all’istituto
scolastico di Bignasco e Cavergno.
La richiesta dei sei comuni che stavano per aggregarsi era più che legittima e il cantone non si
tirò indietro, finanziando con circa 2,8 milioni il
nuovo centro. Niente lasciava intravvedere che in
così poco tempo le nascite avrebbero subito un
simile tracollo.
Indice
Guardiamo al futuro con fiducia … pag. 2
La strada Peccia-Fusio: 18714
Segreti svelati della storia di Broglio e della Lavizzara
6
Camminata popolare giro della Lavizzara 27 settembre 2015
8
Il personaggio: Sempre a contatto con la gente 10
L'ospite: Il formaggio d’alpe è l’espressione più autentica12
del nostro patrimonio alimentare alpino Notizie e comunicati in breve…15
Intervista a Matteo e Nicola Ambrosini22
Menzonio, 30 maggio 2015, tra passato e presente 24
Rima: una prima fase di lavori è terminata25
3
I N F O
Situazione finanziaria
Contrariamente alle previsioni demografiche, prevedere l’evoluzione finanziaria del nuovo comune sembrava un semplice esercizio di contabilità. In effetti i
dati finanziari dei sei comuni erano ben noti, e la
somma delle cifre, che pur teneva conto degli aiuti
cantonali, prevedeva la nascita di un nuovo comune
già finanziariamente debole con un moltiplicatore al
100%. I contrari all’aggregazione hanno approfittato di questo aspetto per convincere la popolazione a
respingere il progetto ritenuto fallimentare fin dalla
nascita. Anche in questo caso fare previsioni si è rilevato un esercizio arduo e complicato e le cose sono andate ben diversamente. Già nel 2005 avevo
percepito la vera “forza” finanziaria del nuovo comune proponendo ai colleghi di Municipio la riduzione
del moltiplicatore al 95%. A distanza di 10 anni le
nostre finanze si sono ulteriormente consolidate e,
anche grazie ad alcuni fattori positivi (interessi sui
prestiti molto bassi, nuova legge sull’uso del suolo
pubblico, contributo Locgeo, incremento del gettito
fiscale che da Fr. 923'723 nel 2005 è passato a Fr.
1'263'611 nel 2012, eccetera), abbiamo potuto sottoporre al legislativo la riduzione del moltiplicatore
per il 2016 al 90%. Sono fermamente convinto che
per mezzo di un controllo rigoroso delle uscite e grazie alle nuove entrate previste con la messa in servizio della centralina a Broglio sarà possibile, entro il
2018-19, un’ulteriore riduzione del moltiplicatore
anche fino all’80%.
Il nuovo esecutivo che uscirà dalle urne il prossimo
10 aprile 2016 dovrà fare di tutto per raggiungere
questo obiettivo. Forse l’unica vera soluzione al problema demografico.
Un’altra aggregazione?
Un tema che dovremo quasi certamente affrontare
tra una decina di anni (o anche prima!), non tanto
perché non saremo più in grado di andare avanti,
quanto perché la politica perseguita nel Piano cantonale delle aggregazioni (PCA) prevede la creazione in Vallemaggia di due comuni o, addirittura, di un
solo comune entro il 2030!
Il PCA è stato messo in consultazione lo scorso anno presso tutti i Comuni e ha ricevuto molte critiche
da più parti.
Anche il nostro Municipio ha espresso in modo risoluto la sua assoluta contrarietà a questi possibili
scenari. Un’ulteriore aggregazione, indipendentemente con chi, cancellerebbe in un sol colpo 500
anni di storia e tradizioni, spogliando un’intera comunità della propria identità e delle sue radici.
Malgrado le premesse, dobbiamo guardare al futuro
con fiducia e serenità. Sono convinto che il nostro
comune potrà continuare il suo cammino in modo
autonomo e indipendente.
Ringrazio tutta l’amministrazione comunale, i nostri
operai, i colleghi di Municipio, in particolare Sergio e
Gabriele che sono stati al mio fianco fin dall’inizio, i
Consiglieri comunali in carica e non, per il sostegno,
l’appoggio e la fiducia che hanno riposto nella mia
persona. Senza il loro contributo nulla sarebbe stato
possibile.
Un ringraziamento particolare a tutti coloro che in
un modo o nell’altro mi hanno sostenuto e si sono
impegnati a rendere più attrattiva e vivibile la nostra
bellissima valle.
Redazione
Apertura sportelli
Recapiti del Comune
Rivista semestrale:
Tutti i numeri sono consultabili
sul sito internet www.lavizzara.ch
PRATO:
lunedì 09.30 – 11.30
16.30 – 18.30
martedì09.30 – 11.30
mercoledì 09.30 – 11.30
giovedì
16.30 – 18.30
venerdì
09.30 – 11.30
Municipio di Lavizzara
6694 Prato VM
Michele Rotanzi (responsabile)
Bruno Donati
Cristiana Vedova
Mina Patocchi
Ha collaborato:
il personale della cancelleria
Ufficio tecnico:
martedì09.30 – 11.30
giovedì
09.30 – 11.30
Tel. 091 755 14 21
Fax 091 755 10 42
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La strada Peccia-Fusio: 1871
Archi trionfanti, bandiere al vento, bengala, strumenti musicali e colpi di fucile
di Bruno Donati
Oggi siamo tutti fruitori della strada carrozzabile
della valle. La si percorre rapidamente, taluni anche
quotidianamente, dai villaggi più alti alla città con
un viaggio che dura al massimo un’ora. A piedi sul
fondovalle, per bisogno, ora non si muove praticamente più nessuno. Ci dimentichiamo spesso che
fino all’inizio Ottocento si doveva e si poteva solo
camminare. D’altronde, oggi, non abbiamo né tempo
né voglia di riflettere sull’importanza che ha avuto
il collegamento stradale per i nostri paesi e per la
nostra gente. Per aprire uno spiraglio sulla portata
di questo progresso e sulle forti emozioni suscitate, si ripropone la descrizione di un avvenimento
memorabile che nel 1871 ha entusiasmato la Lavizzara. In quell’anno fu inaugurata la prima strada
circolare tra Peccia e Fusio, una tratta da sempre e
fino allora solo pedestre. Il bisogno di estendere la
rete stradale del fondovalle valmaggese, realizzata
nella prima metà dell’Ottocento, fino a raggiungere i comuni più alti e più discosti, si va realizzando
gradualmente. Già nel 1861 si sente forte il bisogno
di collegare Fusio a Peccia con la realizzazione di
una strada sussidiata dal Cantone e con forti contributi dei comuni interessati: Prato, Sornico, Peccia
e Fusio. Ci vogliono dieci anni per realizzare l’opera
e le lungaggini sono dovute ad una serie di ricorsi
del Comune di Peccia che non condivide il criterio
di ripartizione dei costi. A Fusio si è impazienti e si
inizia a costruire la strada dall’alto al basso, dal villaggio fino al Ponte della Gola, luogo appartenente
ai quattro comuni. E poi tutto si ferma. Ci penserà il
Consiglio di Stato a mettere un punto finale al dissidio e a far procedere i lavori. Finalmente all’inizio
di agosto del 1871 giunge il momento del collaudo
e dell’inaugurazione; la soddisfazione è grande e la
festa riappacifica gli animi.
I festeggiamenti durano tre giorni ininterrotti, con
un programma mai visto fino allora, alla presenza di
consiglieri di stato, gran consiglieri, sindaci, ingenieri, impresari e tutto il clero. Un manifesto affisso nei
vari villaggi descrive la cerimonia che prevede una
nutrita parte ufficiale, attrazioni di ogni genere, momenti conviviali e di allegria.
La festa inizia a Peccia il sabato 3 agosto con fuochi artificiali, con la musica cittadina di Locarno e
con una sensazionale porta trionfante illuminata. Il
giorno dopo, alle 7 del mattino, tutti in corteo e a
piedi verso Fusio con la musica in testa; seguono
tutte le autorità civili e religiose, ingenieri e assistenti, “vivandiera in costume, prestinaio, fabbro-ferraio,
falegname”. Dietro questi tutta la popolazione, ben
suddivisa: dapprima “il bel sesso, poi quelli con le
scarpe e calze, poi quelli con le sole scarpe, indi
quelli senza scarpe e senza calze battendo fuoco
colle unghie”. Giunti in cima ai tornanti “si sparano
no. 101 colpi di mina”. A Corgello, a Cambleo e a
5
Mogno sono erette porte trionfanti, si canta l’inno
nazionale e gentili ragazze in costume lavizzarese
offrono corone di rose delle alpi alle autorità. In vista
di Fusio suonano le campane a festa; mentre si passa sotto un’ultima porta trionfante, con due ali di folla applaudente, “dai prati è un continuo tirar di fucili”.
Si giunge così alla chiesa stipata di fedeli. La Messa
solenne si conclude con un Te Deum accompagnato dalla musica di Locarno. A quel punto l’appetito
si fa sentire: le autorità pranzano
alla grande in casa Dazio, dove si
servono ottimi vini; agli operai e
alla popolazione si serve il risotto
in un prato e poi il via libera alla
baldoria. “Giovani e vecchi, zitelle
e donne d’ogni gradazione di età”
danno avvio al “ballo in piazza che
allegramente ed animatissimo
continua fino al calar della notte”.
Il mattino dopo, un po’ frastornati,
autorità e invitati scendono a piedi verso Peccia accompagnati dal
suono delle campane e, almeno
per un tratto, dai municipali di Fusio. A Peccia nuovo
ricevimento per i notabili e pranzo in casa Patocchi
rallegrato dalla musica. Solo nel tardo pomeriggio,
un po’ alla spicciolata, ci si avvia verso Bignasco e
Cevio. A Locarno si giunge a notte fonda.
Sul quotidiano “Gazzetta Ticinese” del 17 agosto di
quell’anno appare un lungo resoconto dei festeggiamenti, ricco di dettagli, di aggettivi superlativi,
di entusiasmo e di amor patrio. Dal testo traspare
evidente l’impressione di aver vissuto un evento
straordinario della storia di quei villaggi e la sensazione di tutti i partecipanti che il progresso aveva
fatto irruzione nelle loro vite e che la loro esistenza
non sarebbe più stata la stessa. Il loro sentimento
di riconoscenza nei confronti delle autorità politiche e degli ingenieri si palesa con atteggiamenti di
riverenza, di riserbo e di elogio. Sugli operai, i veri
artefici dell’opera, si spendono ben poche parole,
loro si mescolano alla popolazione locale e per loro
il risotto si serve sul prato. Qualche considerazione
la meritano anche i notabili locali che fanno da anfitrioni. Ci tengono a fare bella figura con discorsi
altisonanti e offrendo nelle loro case “pranzi innaffiati di eccellenti vini e conditi con squisito buon
gusto”. “Nuovi brindisi, nuovi evviva e nuove bottiglie
allietavano le ore, non che nuovi squilli di trombe
allegravano la già gaia comitiva”.
Per i villaggi della Lavizzara, passata la festa, riprese
la vita di ogni giorno che si svolgeva tra casa, stalla e
chiesa, ma in tutti era viva la sensazione di aver vinto l’isolamento e la certezza che qualcuno pensava
anche a loro. Ne fu testimonianza l’unanime grido
lanciato dalla popolazione mentre il corteo passava
sul Ponte della Gola: “evviva il Governo”!
6
Segreti svelati della storia di Broglio e della Lavizzara
di Mario Donati
Item hanno ordinato che nel detto lavinare sopra
la giesa non se possa fare giù niente ne legna ne
sassi ne altro in pena de lib[ri] 6 per persona e
per volta. Art. 96
Item che nisuna persona non possa arompere
osia fare andare fora agua de la arongia maestra
che mena l’agua ne li pozzi ne la montagnia de a
Rimi, in pena di di libri 2 per volta e per persona.
Art. 44
Ancora che nesuni dei nostri ne de altro no
possono ne pescare con frascha ne con reti da
mezzo settembre fine a calende dicembre in pena de £ 10 per volta e per persona et de notte il
dopi et questo per zei anni avenire solo per noij
ma per li forastieri sempre. Art. 38
Questi tre (e un centinaio di altri articoli) che regolavano la vita degli oltre duecento abitanti di Broglio
nei decenni a cavallo tra la fine del 1500 e il 1600,
hanno fatto l’oggetto di studio in un libro che ci ributta idealmente indietro di oltre quattro secoli, svelandoci molti segreti della vita nel villaggio di Broglio
che, di sicuro non si discostava molto da quanto avveniva nel resto della Lavizzara.
La lettura delle analisi e degli approfondimenti presenti nella pubblicazione Patti e ordini di Broglio del
1598-1626: consuetudini antiche, organizzazione
socio-economica e concezione degli statuti di un
Comune di Lavizzara, promossa dal WSL (Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio)
ed edita congiuntamente da Armando Dadò e Ticino Nostro, non può lasciarci insensibili e di sicuro il
lettore ne uscirà cambiato e maggiormente sensibile
al contesto in cui vive: case, stalle, sentieri, cappelle,
macigni, croci di confine, muri, prati, pascoli, solchi
nel terreno, piante, in breve tutto ciò che lo circonda,
diventano testimonianze vive della lenta sedimentazione di più secoli di storia, in cui l’operosità di uomini
e donne (alcune decine di generazioni) ha modellato
e addomesticato la natura per riuscire a compiere
ogni giorno il miracolo di trarre il sostentamento
minimo per i numerosi abitanti che all’epoca, a differenza di oggi, erano spesso in sovrannumero. La gestione della complessità del vivere quotidiano delle
numerose famiglie era assicurata da regole (alcune
implicite e altre scritte), grazie alle quali si proibivano
comportamenti scriteriati o anarchici nell’accesso
alle risorse disponibili: ogni membro della comunità
doveva sottostare a un regime di vita, tale per cui, i
beni privati e quelli comunitari fossero gestiti in modo
parsimonioso, tenendo pure conto che le condizioni
meteo, e anche il gioco del caso (o del destino), venivano spesso a mischiare le carte e a buttare all’aria i
fragili equilibri della già precaria sopravvivenza.
Tutto è iniziato una decina di anni fa con il ritrovamento casuale, come spesso accade, di un libretto
ingiallito, ma in buono stato, in cui erano scritte le
7
regole che dovevano permettere la gestione delle
attività quotidiane nel villaggio di Broglio: la data
del 1598, scritta sulla prima pagina, aveva attratto
l’occhio curioso di Bruno Donati che si è reso subito
conto che quelle pagine manoscritte racchiudevano
un tesoro e da lì si è innescato un percorso di analisi
e di approfondimento che ha coinvolto, oltre a Bruno, Patrick Krebs, Mark Bertogliatti, Daniele Zoppi
e Armando Donati: tutte persone molto competenti
che hanno fornito il loro contributo alla realizzazione
della pubblicazione ora a disposizione degli studiosi,
ma anche della popolazione locale e di tutti coloro
che si interessano di storia.
Il libro parla di Broglio, ma l’approccio adottato, fitto
di riferimenti a quello che succedeva nei villaggi vicini
(in particolare Prato, Sornico, Menzonio e Brontallo),
in Lavizzara, in Vallemaggia, nel resto del Cantone,
nella vicina Italia del Nord, sull’intero arco alpino, permette al lettore attento e avveduto di beneficiare del
ciclopico lavoro svolto dagli autori, facendo proprie
una messe inesauribile di notizie storiche volte a svelare molti contorni, finora sconosciuti, della vita comunitaria in un contesto di montagna di quell’epoca.
L’opera, che si porrà di certo come pietra miliare negli studi storici sulla Lavizzara e non solo, è costituita da numerose parti in cui convivono metodologie
diverse. In primo luogo il lavoro minuzioso di Patrik
Krebs e di Mark Bertogliati che hanno messo sotto
la lente di un valido e rigoroso approccio scientifico
il documento in questione, sottoponendolo a un’accurata analisi, a forte valenza comparativa, grazie a
numerosi altri studi condotti nel campo, qui e altrove,
da centinaia di autori. Su questo lavoro di base che
costituisce il nucleo dell’opera, si sono poi innestati
i contributi di Bruno Donati che ha posto in evidenza alcuni elementi caratterizzanti delle dinamiche
socio-demografiche dei secoli scorsi; Daniele Zoppi,
grazie anche al ricco archivio di famiglia che costudisce (oltre duemila documenti), ha ripercorso a
grandi passi la genealogia della famiglia Pometta
che, fuor di dubbio, ha marcato e influenzato a fondo
la vita e i destini del villaggio di Broglio. Ancora Patrick Krebs ha presentato alcuni personaggi-chiave
della famiglia Coraggioni d’Orelli attiva a Broglio per
alcuni secoli. Infine Armando Donati si è cimentato
in una interessante carrellata sulle date ritrovate su
edifici e su altri manufatti presenti nel nucleo del
villaggio, a Rima e negli immediati dintorni. Sempre
Armando, grazie ai suoi ricordi e alla sua esperienza
personale, si è avventurato in una ricostruzione ipotetica di alcuni spezzoni di vita della gente di Broglio
a cavallo tra Cinquecento e Seicento. Ad arricchire
ulteriormente il lavoro di analisi è intervenuto Paolo
Ostinelli, offrendo una preziosa consulenza paleografica.
I vari contributi sono riccamente corredati da foto,
grafici, tabelle, mappe che accompagnano e rendono agevole il percorso del lettore nell’incursione a ritroso nel tempo volta a condividere i vissuti dei nostri
antenati che spesso erano caratterizzati da fatiche,
difficoltà, imprevisti ed anche da poca libertà, dovendo sottostare a numerosi e ferrei vincoli. Bastava
infatti aggirarsi sotto una pianta di noce o un castagno altrui nel periodo della raccolta per beccarsi una
multa; anche una capra che sostava per qualche
tempo nella selva o su un prato altrui metteva il proprio padrone nei guai, pure raccogliere le erbette nei
prati era passibile di un’ammenda; non parliamo poi
della lotta all’ultima foglia per accaparrarsi lo strame
nella faula a ridosso del villaggio. Anche la partecipazione ai riti religiosi non era unicamente sostenuta
dalla fede, ma doveva essere severamente codificata negli statuti, per evitare che in questi particolari
lassi di tempo qualcuno potesse approfittare dei beni comuni a scapito degli altri. Una disciplina rigorosa
giustificata dall’esigenza di far beneficiare tutti, in
modo parsimonioso ed equo, delle limitate risorse
che il territorio metteva a disposizione della comunità
anno dopo anno.
Da queste colonne giunga quindi un caldo invito alla
popolazione di Lavizzara ad avventurarsi in questo
impegnativo percorso di lettura, perché ne vale la pena. Come ricordato sopra, fare propria questa opera
di indiscusso valore, può farci crescere, mostrandoci
la realtà sotto un’altra luce, dando senso ad ogni elemento con cui si interagisce: un tuffo salutare nella
nostra culla identitaria che di sicuro arricchisce l’uomo moderno e riempie di senso ogni elemento del
mondo che lo circonda.
All'inizio di marzo l'opera verrà presentata alla
popolazione lavizzarese durante una serata a
Sornico.
8
Fotografie di Fabiana Domenighini
Camminata popolare giro della Lavizzara 27 settembre 2015
9
10
,OSHUVRQDJJLR
Sempre a contatto con la gente
Incontro con Dante Conti di Menzonio, classe 1936
di Bruno Donati
Sono a due passi dagli ottant’anni e, tutto sommato, non mi posso lamentare, la salute tiene. A Menzonio ho trascorso tutta la mia vita, salvo il periodo
in cui ho frequentato il ginnasio a Locarno, diretto
da Guido Calgari. Terminata quella scuola mi sono sentito in dovere di tornare a casa per aiutare
i genitori e d'altronde mi si offriva la possibilità di
diventare postino, visto che quel mestiere in famiglia l’avevamo nel sangue da generazioni. Già mio
bisnonno lo era, poi mia mamma e ora toccava a
me. L’ufficio postale, che prima era su in paese
vicino all’oratorio, nel 1919 è stato trasferito in
Campagna dove mio padre, tornato dopo dieci anni
dalla California, ha costruito la casa. Per 45 anni
ho svolto il lavoro di postino a Menzonio, negli ultimi 27 anni mi è toccato pure fare il servizio postale
a Brontallo, aiutato saltuariamente anche da mia
moglie. Ero impegnato dal lunedì al sabato; tra le
ore d’apertura dello sportello e la distribuzione a
domicilio si era in ballo praticamente tutto il giorno
e c’era parecchio da fare, non bisogna dimenticare
che in quegli anni in paese vivevamo ancora 140
abitanti. Lo stipendio non era granché, ma permetteva di vivere modestamente.
Oltre al disbrigo di lettere e pacchi dovevamo garantire in ogni momento la consegna di telegrammi
e, in modo particolare, il servizio telefonico. Quando ero ancora ragazzo, nell’ufficio postale esisteva
l’unico apparecchio telefonico, collegato a una
centralina a Cevio dove operava una telefonista.
A casa nostra venivano tutti quelli che dovevano
telefonare e toccava a noi ragazzi correre da una
parte all’altra del villaggio a cercare le persone richieste al telefono. Di passi, in qualità di postino,
ne ho fatti un’infinità, in ogni stagione e con ogni
tempo, da una casa all’altra e percorrendo tutti i
viottoli. Di solito la posta veniva infilata nella stretta apertura che si trovava in quasi tutte le porte
d’entrata, a meno che ci fosse da consegnare un
pacco o da effettuare un versamento. Capitava tal-
volta di dover incassare il porto per una consegna
controrimborso e non sempre il destinatario aveva
i soldi sottomano, in quei casi io davo generalmente fiducia, anche se le disposizioni in merito erano
severissime e i controlli di cassa rigorosi. Quando
mensilmente portavo nelle case degli anziani il
contributo AVS mi ricevevano un po’ come il Babbo
Natale e per loro era quasi come un giorno di festa.
La strada carrozzabile a Menzonio è stata aperta
nel 1949 e solo all’inizio degli anni Sessanta l’autopostale iniziò a salire fino in paese. Mi toccava
quindi scendere tre volte al giorno fino ai Magazítt,
ubicati sulla strada principale della Lavizzara. Ogni
viaggio con il gerlo, sempre carichi, sia in salita che
in discesa. Tra il 1945 e il 1960 Franco Camesi
aveva in paese un negozio di abbigliamento e di
attrezzature provenienti dalla liquidazione dell’esercito americano e spediva con la posta merce in
tutto il Ticino, inoltre in autunno vendeva in Svizzera
interna alcuni prodotti del luogo: castagne, mirtilli,
more, noci. In quel periodo dovevo scendere carico parecchie volte in più. Per fortuna che a partire
dagli anni Sessanta queste fatiche mi sono state
risparmiate, poiché l’autopostale giunse finalmente
11
in paese. Per 35 anni sono stato anche segretario
comunale di Menzonio e ho lasciato al momento in
cui in Lavizzara è avvenuta l’aggregazione comunale. Io iniziavo la vita da pensionato e, allo stesso
momento, il Comune del villaggio chiudeva per
sempre. Una coincidenza che ha mi fatto riflettere, un po’ rincrescere, ma d’altronde… In qualità di
segretario ho lavorato con parecchi sindaci e moltissimi municipali; toccava a me spesso spiegare
le procedure o ricordare scelte e decisioni prese
anni prima. Anche la popolazione ricorreva spesso
ai miei servizi per tante piccole cose: dichiarazioni,
patenti, certificati. Alla fine dell’anno, ad esempio,
alcuni giungevano con scalotette piene di zampe
anteriori di talpe per riscuotere il compenso previsto per la cattura degli animali nocivi. La porta
della Cancelleria comunale si apriva spesso, tanto
che, per lavorare tranquillo, talvolta andavo già in
ufficio verso le cinque del mattino.
Il ruolo che svolgevo, come postino e segretario
comunale, mi imponeva molta prudenza e discrezione. La fiducia la si conquista cercando di essere
sempre disponibile e gentile con tutti. Le elezioni a
Menzonio erano talvolta molto combattute e animate, restare neutrali non era facile: per fortuna
che il mio carattere tranquillo mi ha sempre aiutato
a trovare il giusto equilibrio e a essere al di sopra
delle parti, riuscendo a navigare anche in acque
mosse. Per il mestiere che facevo conoscevo bene
l’indole e il carattere di ogni persona e cercavo di
mettere a frutto il lato positivo di ognuno. Come segretario si ha occasione di conoscere tanti risvolti
personali provenienti, ad esempio, dal servizio dello
stato civile e dalla delegazione tutoria, la discrezione quindi dev’esser sovrana.
Non ho problemi nello scrivere, però in pochi decenni ho conosciuto grandi cambiamenti tecnici:
da matite e penna stilografica, alla macchina da
scrivere, al computer; dai calcoli fatti a mano, a rudimentali calcolatrici, ai soft elettronici.
Da quando sono in pensione è incredibile cosa è
ancora cambiato nel servizio postale e nell’amministrazione comunale: due istituzioni che davano una
certa autonomia e dignità ai villaggi. Posso capire
che in alcuni casi di forte spopolamento le centalizzazioni sono state una necessià, ma va considerato
anche il fatto che nei nostri piccoli paesi ora resta
quasi più niente: scomparsa la scuola, il parroco
residente, diminuiti i negozi e i ristoranti. Le nuove
istituzioni, anche se più lontane dalla gente, tutto
sommato funzionano, in fondo ci manca niente, e il
tenore di vita anche in valle è buono.
La mia generazione è venuta a trovarsi a cavallo di
due civiltà, non ho rimpianti e non mi dispiace che il
mondo sia cambiato.
CENTRO SPORTIVO LAVIZZARA
Apertura invernale
31 agosto 2015 – 13 marzo 2016
pattinaggio pubblico
mercoledì
14.00 – 16.30
sabato
14.00 – 16.30
domenica
14.00 – 16.30
vacanze scolastiche 14.00 – 16.30
hockey libero
1/3 di pista durante le ore di
pattinaggio pubblico, unicamente
con dischi di gomma.
Tel. 091 755 12 53 – Fax 091 755 12 56 – Buvette 091 755 12 18
www.splavizzara.ch / e-mail: [email protected]
Informazioni: attività, riservazioni, iscrizioni
L’ospite
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Il formaggio d’alpe è l’espressione più autentica
del nostro patrimonio alimentare alpino
Incontro con Renato Bontognali
di Bruno Donati
Renato è nato in una famiglia contadina di origini poschiavine. Frequenta la
scuola agricola di Mezzana e poi la scuola lattiero-casearia di Grangeneuve
nel canton Friborgo. Ha lavorato come tecnico in casearia presso la Latteria
Luganese e presso la Centrale del latte di Locarno e in seguito come ispettore del latte a livello cantonale. Dopo un paio d’anni in qualità d’ispettore è
partito per il Perù con la cooperazione tecnica svizzera del dipartimento degli
affari esteri, dove ha fatto un’esperienza eccezionale costruendo caseifici e
formando casari sulle Ande. Tornato, è divenuto responsabile del Servizio d’ispezione e consulenza lattiera del Cantone Ticino, dove è rimasto fino al suo
pensionamento. Ora presiede l’Associazione ticinese assaggiatori di formaggio e collabora con parecchie associazioni nell’ambito agricolo, tra queste il
progetto Centro capra.
D.Quanto ha influito sulla tua scelta di vita
il fatto di essere cresciuto in una famiglia
contadina?
R.Come si usa dire io sono nato sotto la coda
delle vacche e fin da bambino aiutavo nei lavori
e poi, ancora giovanissimo, mi hanno mandato
all’alpe. Mio padre era una forza della natura
ed era molto esigente. A 13 anni mi toccava
mungere 13 vacche e le infiammazioni ai tendini e le fiacche sulle mani all’inizio stagione
mi facevano soffrire. È stata una scuola di vita
dura che non rimpiango, anzi mi ha forgiato e
indirizzato sulla strada che poi ho seguito per
una vita.
D.Quali erano i compiti in qualità di
ispettore del latte?
R.Sulla base dell’Ordinanza federale si è tenuti
a effettuare il pagamento del latte secondo
la qualità. Con il prelievo di campioni di latte
di tutti i fornitori, effettuato ora due volte al
mese, si verifica la carica batterica, di cellule
somatiche e di sostanze inibenti, nonché la
presenza di possibili annacquamenti, in passa-
to assai frequenti. Inoltre si aveva il compito di
ispezionare stalle, caseifici e cantine e di offrire consulenza. Un lavoro che mi ha portato in
tutti villaggi, a conoscere i contadini, a visitare
i centri di raccolta del latte e i caseifici, e poi
durante l’estate a salire su tutti gli alpi.
D.L’estate passavi quindi da un alpe
all’altro?
R.Oggi gli alpi caricati sono poco meno di un
centinaio, quando ho iniziato erano 128, distribuiti in tutte le valli del Cantone: si dovevano
visitare almeno una volta ogni due anni. Il nostro ufficio era costituito da due tecnici e una
segretaria: io mi assumevo volentieri il compito
di salire sugli alpi senza accesso stradale. Li
conosco tutti e ho incontrato moltissimi casari.
Era importante giungere inaspettato per fare i
controlli già al momento della mungitura e poi
verificare tutto il processo di fabbricazione del
formaggio. Qualcuno mi guardava storto, ma in
generale capivano che il controllo e la consulenza tornavano utili anche a loro.
13
D.L’uso dei fermenti è stato a lungo
contestato. Per quale ragione sono stati
resi obbligatori?
R.L’obbligo in Svizzera risale al 1996 ed è un
adattamento reso necessario in seguito ai
grandi cambiamenti intervenuti specialmente nella tecnica di mungitura. Capitava molto
spesso, all’inizio degli anni Settanta, che il
formaggio gonfiava creando gravi perdite. Fino
a quando si usava il caglio ottenuto con lo stomaco del vitello e del capretto, oltre agli enzimi
coagulanti, vi era un’importante flora lattica
naturale. Con l’avvento delle mungitrici meccaniche e del caglio ottenuto industrialmente
questa seconda componente si è fortemente
ridotta lasciando spazio ai batteri patogeni e
compromettendo il processo di caseificazione e di conservazione del formaggio. Con i
fermenti si ridà questa fondamentale componente al latte e anche chi in passato era critico
oggi ne ammette l’utilità.
D.Per avere un buon formaggio quanto è
importante il ruolo del casaro?
R.Il formaggio, così come il vino, sono prodotti vivi
tipici del terroir, la loro qualità dipende dalle caratteristiche del luogo (geologia, vegetazione,
orientamento ed esposizione, altitudine), dal
tipo di animale (varie razze di vacche, capre) e
soprattutto dalla mano del casaro. Quest’ultimo
caratterizza il prodotto, proprio come un musicista sa interpretare e personalizzare uno spartito
musicale. Ognuno dà il suo tocco personale,
è anche così che i formaggi si differenziano. Il
casaro può essere visto anche come pastore di
microbi, dirige e controlla la fermentazione con
i tempi e le temperature, deve, specialmente
sugli alpi dove si trasforma latte crudo, avere
la sensibilità di capire le qualità del latte e della
cagliata che variano a dipendenza dei luoghi e
delle condizioni meteorologiche. Il formaggio è
lo specchio di tutto questo.
D.Si costata in questi anni che certi prodotti
del latte, in disuso benché tradizionali e
locali, vengono riproposti sul mercato.
R. Hanno il vantaggio di essere prodotti di nicchia
e tipici del terroir, distanziandosi dai prodotti
industriali e dell’agricoltura intensiva. È una
ricchezza, un valore aggiunto. Abbiamo numerose varietà di formaggelle, di prodotti ottenuti con il latte crudo e straordinari formaggi
d’alpe, che sono il vero fiore all’occhiello. È un
indirizzo, questo, che dà occasione di lavoro e
di guadagno, sia al piano che in montagna, ai
caseifici e ai piccoli produttori, che spesso si
indentificano con aziende famigliari. La sensibilità dei consumatori sembra sostenere e
incoraggiare concretamente questo sviluppo.
D.Hai avuto molte occasioni per conoscere
bene la Lavizzara e i Lavizzaresi. Che
impressioni conservi?
R.Sono un amante della montagna e quindi ogni
volta che salivo in Lavizzara per lavoro mi si
apriva il cuore. Ho dei bei ricordi di tutto e di
tutti, anche se qualche braccio di ferro ho pur
dovuto farlo con qualche anarchico intelligente. Se penso alla Lavizzara e chiudo gli occhi,
sento il profumo dei larici e mi viene in mente
un nubifragio con tuoni e fulmini quando salendo all’alpe Scheggia e Massari una scarica
mi ha sbattuto a terra ma per fortuna sono rimasto illeso. Il vostro formaggio, con la miscela
di latte di capra, se lo lasciamo stagionare per
almeno 12 mesi, esprime una sinfonia di sapori
e aromi unici e indescrivibili che sono la fine
del mondo!
14
D.Concludendo, per gustare in pieno quanto
viene dalle nostre terre, che prodotti
genuini metteresti sulla tua tavola?
R. Per una tavolozza di sapori da degustare e per un
pasto genuino, sulla tavola metterei un bel pezzo
di formaggio d’alpe, una formaggella, un salame
nostrano, una carne secca, un po’ di mascarpa,
un mascarpino, un formaggino di capra. Per ac-
compagnare questo ben di Dio, un pane di segale
artigianale con una buona bottiglia di vino merlot
del Ticino, genuino e non necessariamente barrique. Un pasto povero, ricco di sapori, che ricorda
la montagna, chi ci vive e vi lavora. Quando poi
sono in montagna e sento il profumo dei larici, nel
momento in cui tolgo dal sacco pane, formaggio
e salame non c’è cinque stelle che tenga.
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DICEMBRE
/RARI
nPRANZOn
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4ASSADIPARTECIPAZIONE
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Notizie e comunicati in breve…
Incontro con i 18enni
Venerdì 21 novembre, come consuetudine, il
Municipio ha incontrato presso la cancelleria i
18enni della Lavizzara.
Nel corso della breve e semplice cerimonia, il sindaco Michele Rotanzi, accogliendoli ha espresso
parole di benvenuto ricordando l'importanza di
una partecipazione attiva dei giovani alla vita sociale e politica e ribadendo il ruolo determinante
che essi hanno per la crescita e lo sviluppo della
nostra regione. Ha inoltre sottolineato l’importanza del raggiungimento della maggiore età e
dell’entrata a pieno titolo nel mondo politico con
l’acquisizione dei diritti civici, esprimendo infine l’auspicio che i giovani mantengano radici saldamente attaccate alla loro terra perché ciò rappresenta la migliore garanzia per il futuro del Comune.
Incentivi comunali per la sostruzione di congelatori, frigoriferi, ecc.
È stato interamente utilizzato il contributo annuo di Fr. 5'000.– destinato a tale
scopo. Questa misura, introdotta per la prima volta il 1° gennaio 2015 ha riscosso
un notevole successo e ha permesso la sostituzione di 10 vecchi congelatori, 5
frigoriferi e un asciugatrice.
Ricordiamo che questa iniziativa proseguirà anche nel 2016 e ha quale obiettivo
un minor spreco di energia elettrica, con importanti risparmi sulla bolletta della
luce grazie ai nuovi apparecchi di classe A+++. Le condizioni per l’ottenimento dell’incentivo possono essere
richieste alla cancelleria.
Impianto fotovoltaico scuole Sornico
In funzione da circa un anno, l’impianto fotovoltaico installato sul tetto del centro scolastico della potenza di
circa 30 KW, ha prodotto complessivamente energia elettrica per 25’0000 kwh, che corrisponde ad una minore immissione di CO2 nell’atmosfera pari a 17'500 kg.
Ricordiamo che tutti i dati
relativi all’impianto possono
essere consultati in qualsiasi momento visitando il nostro sito www.lavizzara.ch
16
Avviso
Durante il periodo delle festività la cancelleria rimarrà chiusa
dal 24 dicembre 2015 al 6 gennaio 2016 compresi.
Per casi urgenti rivolgersi al numero 079 442 99 29 (segretario comunale)
Trasformate in un accogliente rifugio le cascine del corte Sass Nero
Fotografie di r.m
Sass Nero, ultimo corte dell’alpe Bolla a 2228 m s.m, è posizionato su di un bellissimo poggio che fa da
bivio per chi vuole andare al lago Nero o a Robiei oppure nella regione del Naret-Cristallina. La cascina e
il piccolo stallino, probabilmente rifugio per i maiali o vitelli, sono stati oggetto di un importante investimento e trasformati in un accogliente rifugio da parte del Patriziato di Peccia.
Il progetto, allestito dall’ing. A. Mignami, ha richiesto un’ investimento complessivo di circa Fr. 70'000.–
finanziato in parte dall’ERS Locarnese e Vallemaggia, dal fondo investimenti patriziali e dal comune di
Lavizzara. I lavori principali sono stati eseguiti dalla ditta Athos Biadici di Cavergno. Il nuovo rifugio è
aperto e può essere facilmente raggiunto dal Naret in 45 minuti o dal corte Froda (caseificio) in 1,5 ore.
Servizio di Polizia comunale
Dal 1° settembre 2015 è entrata in vigore la Convenzione
tra il nostro Comune e la Città di Locarno per il servizio di
Polizia comunale, conformemente alla nuova Legge sulla
collaborazione tra la Polizia cantonale e le Polizie comunali, varata dal Consiglio di Stato nel 2010, approvata dal
Gran Consiglio nel 2012 e attivata lo scorso mese di giugno, dopo decisione negativa del Tribunale Federale al ricorso dei Comuni ticinesi, per la maggior parte
contrari a questa nuova Legge e alla sua applicazione, soprattutto per i costi non indifferenti riversati
una volta di più agli Enti pubblici locali.
Regioni
La nuova legge cantonale ha istituito 8 regioni di Polizia comunale con il relativo Comune polo. Il nostro
Comune appartiene alla regione 6, comprendente i Comuni della Vallemaggia e del Locarnese, zona est;
Locarno è definito “Comune polo”.
17
Convenzione
Dopo fondamentali trattative, si è giunti a sottoscrivere la Convenzione con la Città di Locarno per un primo periodo di 5 anni, ad una
spesa annua non superiore ai 17'000.– franchi, ritenuta equa e solidale, calcolando un massimo procapite di Fr. 30.–, quale contributo
al servizio sul nostro territorio. Da notare che il costo inizialmente
previsto per il nostro Comune era di oltre 80'000.– franchi!
Compiti
I compiti di base affidati al nuovo servizio, conformemente alla LCPol e relativo Regolamento, concernono aspetti di sicurezza, traffico, stupefacenti, ordine pubblico in generale, prevenzioni ed interventi particolari quali notifica atti ufficiali, denunce, smarrimenti, soccorso alle famiglie, infortuni, ecc.
In Cifre
Il nuovo servizio comporterà per la Polizia comunale di Locarno il potenziamento del proprio Corpo; dagli
attuali 25 agenti, si passerà nei prossimi mesi a 30, e nel caso di necessità in futuro progressivamente
fino ad un massimo di 60 unità.
Nuovo defibrillatore a Menzonio
Nel corso del mese di settembre 2015 è
stato posato un nuovo defibrillatore a Menzonio (Lavizzara), sulla piazza centrale della
frazione, di fronte all’“Osteria dal Paes”.
L’apparecchio è stato installato all’interno
di quella che era la cabina telefonica e va a
coprire ulteriormente, con gli altri defibrillatori già presenti a Fusio, in Valle di Peccia e
a Prato Sornico, il vasto territorio della Lavizzara. La realizzazione è stata promossa
e sostenuta dalla locale Pro Menzonio. Essa è inoltre stata favorita dalla generosa
offerta di un socio, dall’aiuto di alcuni volontari e dalla collaborazione con la Fondazione Ticino Cuore. Benchè l’apparecchio sia predisposto affinchè possa essere utilizzato anche da persone non professioniste in campo sanitario, perchè chiunque
possa affrontare un’emergenza con maggiore consapevolezza e conoscenza, per tutti i soci vi sarà la
possibilità di partecipare al corso di rianimazione BSL-DAE organizzato dalla Sezione Samaritani.
(nella foto: Sergio Donati per il municipio, Angela Donati per la Sezione Samaritani Lavizzara, Manuela
Anzini e Silvia Benzonelli per la Pro Menzonio)
Nuova galleria BAVORCA
“Mai più soli”
Le numerose valanghe degli scorsi anni che avevano causato la chiusura della strada cantonale e il
conseguente isolamento del paese per più volte e per periodi prolungati sono oramai un ricordo. Lunedi
9 novembre 2015 ha avuto luogo l’ultimo getto della soletta di copertura della nuova galleria della Bavor-
18
ca la quale risolverà la problematica della valanga
e darà sicurezza e funzionalità al traffico veicolare
durante il periodo invernale. A circa 6 mesi dall’inizio dei lavori, l’obiettivo per l’anno corrente di realizzare la nuova costruzione grezza almeno per la
lunghezza corrispondente al vecchio manufatto e
parzialmente il canale valangario soprastante, è
stato ampiamente rispettato. Le favorevoli condizioni meteo e una pianificazione mirata hanno permesso di eseguire diverse opere programmate per
il 2016.
Con il ritorno della primavera vi sarà la ripresa dei lavori che saranno dedicati alla realizzazione delle
opere mancanti quali i muri alle estremità dei due portali, la completazione del canale valangario il quale
permetterà di convogliare sopra la galleria il corso d’acqua del riale, la formazione di cordoli, la collocazione delle barriere elastiche e la posa della pavimentazione definitiva. I tempi per eseguire tutte queste
opere comporteranno un impegno stimato di ca. 3 mesi. Pertanto l’opera sarà conclusa entro fine luglio.
Un plauso particolare va in special modo alle maestranze presenti in cantiere che con saggezza, tenacia
e professionalità hanno portato a parziale realizzazione quest’opera e fortunatamente senza incidenti.
SPL: un simbolico ingaggio tra passato e futuro
Lo scorso 7 novembre il Centro Sportivo di Sornico era colmo di gente convenuta per salutare l’uscita
del libro legato alla ricorrenza del mezzo secolo di vita della Società Pattinaggio Lavizzara.
È stato un momento intenso sul piano delle emozioni, perché la popolazione locale ha potuto rivivere e
condividere tanti eventi della storia della Società Pattinaggio Lavizzara, chinandosi sui testi e le foto che
arricchiscono la pubblicazione fresca di stampa. Una storia che va ben oltre i connotati sportivi del pattinaggio e del disco su ghiaccio, per assumere i contorni di fenomeno sociale globale in cui centinaia e
centinaia di uomini e donne si sono riconosciute nel progetto e nelle attività promosse dalla Società
Pattinaggio Lavizzara, dedicandovi, da oltre mezzo secolo, entusiasmo e spirito di dedizione.
Alla manifestazione, oltre alle autorità politiche locali, si è salutata con piacere la presenza del Consigliere di Stato Christian Vitta, del Consigliere agli Stati Fabio Abate, del membro del Gran Consiglio Giacomo Garzoli e del Direttore della Divisione della Cultura e degli studi universitari Sandro Rusconi.
Dopo il saluto e l’accoglienza degli ospiti da parte del Presidente della SPL Marzio Demartini, è stato il
turno del Sindaco del Comune di Lavizzara Michele Rotanzi che ha ricordato gli apporti sinergici della
collaborazione tra l’ente pubblico (proprietario del Centro Sportivo) e la società sportiva che ne gestisce
le attività. In seguito, Mario Donati, a nome del gruppo di lavoro, ha richiamato le finalità della pubblicazione che viene a segnare questi primi cinquant’anni di vita della
SPL, ponendo poi l’attenzione sullo snodo verso i possibili e auspicabili ulteriori sviluppi della SPL, del Centro Sportivo e delle attività
che vi si promuovono. Il libro Società Pattinaggio Lavizzara: mezzo
secolo sui pattini, così come il dvd allegato, sono in vendita presso
la Buvette della pista a Sornico e l’Edicola delle Valli a Cevio: chi
non avesse la possibilità di recarsi di persona presso i due punti di
vendita può ordinarlo al recapito telefonico 078 757 62 98 o per
posta elettronica ([email protected]) per un prezzo complessivo
di franchi cinquanta, ovvero un franco per ogni anno di vita della
Società Pattinaggio Lavizzara. A cura di Mario Donati
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Il Consiglio Comunale si è riunito nella sala del palazzo comunale a Prato
il 14 dicembre per evadere le seguenti trattande:
1. Approvazione dei conti preventivi del Comune per l’anno 2016, che prevedono spese per Fr. 3'164'500.–
(2015 3'289’500.– e entrate per Fr. 1’902300.– (2015 Fr. 1'839’500.– ) con un fabbisogno da coprire
mediante imposte di Fr. 1'262'200.– (2015 Fr. 1'450’000.– ). Ha approvato la proposta del Municipio
per la riduzione del moltiplicatore d’imposta comunale dal 95 al 90%.
2. Approvazione dei conti preventivi dell’Azienda comunale acqua potabile di Lavizzara per l’anno 2016, che
prevedono spese per Fr. 230’600 (2015 Fr. 226’100.– ) ed entrate per Fr. 247'650.– (2015 Fr. 237’650.–).
3. Concessione di un diritto di superficie nella zona artigianale di Peccia al sig. Henri Walter per la costruzione di un nuovo laboratorio per la lavorazione del sasso.
4. Concessione di un credito di Fr. 15'000.– a favore del Palacinema a Locarno.
5. Ratifica della convenzione per l’istituzione di un operatore sociale in Vallemaggia.
Informazioni dall’ufficio controllo abitanti (1° dicembre 2014 – 30 novembre 2015)
Nascite
Grassi Noé
14.02.2015
di Stefano e Giulia
Sornico
Decessi (domiciliati nel comune)
Fiori Franco
MorettiMirto
Cadei Francesco
Donati Dante
Giacomini Domenica
Maddalena Teresa
RotanziGabriella
Bagnovini Carlo
Mignami Giuseppe
20.06.1950 – 16.12.2014
04.10.1938 – 15.01.2015
20.03.1923 – 23.01.2015
09.02.1922 – 03.03.2015 23.09.1917 – 19.03.2015
02.04.1926 – 13.04.2015
02.06.1956 – 13.06.2015
26.08.1930 – 22.07.2015
18.01.1939 – 21.09.2015
Brontallo
Sornico
Prato
Broglio
Brontallo
Brontallo
Piano di Peccia
Piano di Peccia
Sornico
Entrano nella vita civica
Mangiacasale Andrea
Mignami Alan
Giacomini Moreno
Vedova Giada
Donati Jasmine
Hirling Virginia
Ribeiro Pereira Alessandra
09.01.1997Broglio
26.02.1997Prato
19.05.1997Brontallo
22.05.1997Prato
11.06.1997Broglio
17.10.1997
San Carlo
17.11.1997Fusio
Auguri a ……
RoeschliHelena Pifferi Carlo
Cadei Olga
Conti Primo
Donati Emidio Mignami Ester
PatocchiAmelia
il 26 dicembre 2015 il 20 maggio 2016 il 01 maggio 2016 il 27 ottobre 2016 il 22 luglio 2016 il 21 agosto 2016 il 22 luglio 2016 compie 100 anni
compie 100 anni
compie 97 anni
compie 96 anni
compie 94 anni
compie 94 anni
compie 92 anni
20
BiadiciMaria
Rotanzi Maria
Rossi Erminia
Conti Emma
Conti Attilia
DonatiInes
Donati Leda
BagnoviniEbe
il 10 agosto 2016 il 21 ottobre 2016 il 09 gennaio 2016 il 15 aprile 2016 il 08 luglio 2016 il 03 gennaio 2016 il 13 maggio 2016 il 20 maggio 2016 compie 92 anni
compie 92 anni
compie 91 anni
compie 91 anni
compie 91 anni
compie 90 anni
compie 90 anni
compie 90 anni
Popolazione domiciliata
Iscritti nel catalogo elettorale
Hanno trasferito il loro domicilio nel nostro comune
Hanno trasferito il loro domicilio in un altro comune
545abitanti
452votanti
29 persone
32 persone
Nuova centrale elettrica Tomeo
I lavori per la realizzazione di questo importante
progetto, iniziati nel mese di aprile, sono proseguiti per tutto l’anno a buon ritmo agevolati anche dal
bel tempo che ha contraddistinto l’estate come
pure l’autunno. Praticamente conclusi i lavori alla
presa di captazione a quota 1686 m. A buon punto anche la posa della condotta forzata del diametro di 400 mm. I tubi in ghisa rivestiti all’interno in
Presa di captazione
PVC (plastica) sono stati posati nella parte alta,
mentre a causa delle alte pressioni (circa 95-100
atü), nella parte bassa sono stati posati tubi in acciaio. Parallelamente alla condotta forzata sono
stati posati due tubi fodera del diametro di 110
mm. Uno ospiterà il cavo a fibbra ottica necessario
per trasmettere i comandi e le diverse segnalazioni tra la presa e la centrale, l’altro sarà utilizzato
per alimentare i vari apparecchi funzionanti alla
tensione di 3x400/230V. Da notare che la linea di
alimentazione sarà prolungata fino alla nuova capanna Tomeo, che potrà così beneficiare degli indubbi vantaggi che la rete a bassa tensione può
garantire.
Quasi terminato anche l’edificio situato a quota
704 m, che ospiterà la turbina, il generatore e il
21
trasformatore. A partire dal mese di febbraio inizieranno i lavori di montaggio delle parti elettromeccaniche e non appena le condizioni meteo lo permetteranno si concluderanno i lavori di posa della condotta
e la sistemazione del sentiero. Oltre ai tubi e al personale, sono stati trasportati circa 700 m3 di calcestruzzo e 230 m3 di sabbia e ghiaia che hanno richiesto circa 4000 voli con l’elicottero! Come previsto,
in certi momenti della giornata i voli effettuati anche con più di un apparecchio, hanno causato parecchi
disturbi e disagi alla popolazione di Broglio, la CEL SA ringrazia tutti quanti per la disponibilità e la pazienza. Ad eccezione dei danni causati a seguito delle forti piogge avute tra il 14 e il 18 settembre a circa
500 m di condotta già interrata, fortunatamente non si sono verificati altri incidenti di rilievo. Le prime
prove sono previste per fine maggio mentre la messa in esercizio definitiva per fine giugno 2016.
22
Intervista a Matteo e Nicola Ambrosini
di Cristiana Vedova
Erano entrambi a casa per qualche giorno di vacanza. Ci saremmo incontrati da me un lunedì pomeriggio, giusto prima del loro ritorno in Svizzera interna.
All’appuntamento si sono presentati con un sorriso
schietto stampato sul viso, con scarponi e abiti da
lavoro impregnati del buon odore di stalla. Un breve
sguardo d’intesa, tanto per accertarsi di poter entrare senza togliere le scarpe, ed eccoli seduti al
mio tavolo. Due ragazzi molto giovani; Matteo 17
anni e Nicola 16, con una straordinaria determinazione e con una convinzione quasi inusuale riguardo la strada da seguire nella vita.
Matteo sta frequentando il terzo anno di apprendistato di agricoltore a Disentis e Nicola è al secondo
anno a Zollikofen; anche lui apprendista agricoltore.
O meglio contadino come preferiscono farsi chiamare, anche se il “contadino” non figura ormai più
nell’elenco ufficiale delle professioni.
Non ce la fanno a stare lontano dalle stalle, anche
quando tornano in Ticino c’è sempre qualcuno da
andare a trovare o a cui dare una mano.
Una vera passione, profondamente ancorata da
sempre nel loro intimo, in parte eredita dal papà, e
poi coltivata anche grazie agli alpigiani che stagione dopo stagione li hanno accolti sui loro alpi come
“bocia”. Sia Matteo che Nicola all’alpe ci sono saliti
la prima volta a sei anni; Matteo a Sfille con la famiglia Coppini, e Nicola a Campo la Torba, da Giorgio
Dazio.
“Non ci siamo persi una stagione! Ancora adesso ci
prendiamo le vacanze per tornare a fare il “bocia”, e
in ogni caso durante l’estate ogni volta che torniamo in Ticino non riusciamo a resistere al richiamo
dell’alpe.
È difficile da spiegare quello che si prova quando si
è costretti a seguire ritmi che non sono quelli dettati dalla natura; già da bambini, dall’immobilità dei
banchi di scuola si guardava fuori dalla finestra e la
mente se la svignava, libera, tra le mille cose che
si sarebbero potute fare all’aria aperta. Lavorare a
stretto contatto con la natura ci fa stare bene; e poi
ci piacciono gli animali; era chiarissimo fin da subito
che da grandi avremmo fatto il contadino”.
Sanno che ci sarà da lavorare duro, sette giorni la
23
avere un alpe, e produrre formaggio con latte misto
di mucca e di capra, rimanendo fedeli alla tradizione
valmaggese.
“Di certo voglio lavorare in Vallemaggia” mi dice
Matteo, “possibilmente in alta valle, il più in su possibile! Sarebbe bello trovare un’azienda da rilevare
nel territorio al quale mi sento legato, ma mi rendo
conto che questo sarebbe un vero colpo di fortuna.
Se non si trova niente comincio da zero! Mi prendo
due mucche e lavoro i pochi terreni che abbiamo.
Sono sicuro che un passo alla volta ce la farò”.
settimana, ma questo non sembra affatto spaventarli. “È un lavoro variato” mi dice Matteo “il contadino deve saper fare un po’ di tutto. Io non potrei
immaginare di fare per tutta la vita il muratore o il
falegname o l’elettricista, anche se così avrei le vacanze e i fine settimana liberi”.
In questo momento state lavorando in un contesto
assai diverso dal nostro; come vi trovate?
“Molto di quello che sto imparando a scuola a Zollikofen qui non mi servirà, anche nella pratica l’agricoltura nel Canton Berna è impostata in modo molto
diverso da qui, ma la cosa non mi pesa, sono comunque contento di conoscere una realtà differente
dalla nostra” spiega Nicola.
Per Matteo le cose sono andate un po’ diversamente: “Anch’io ho iniziato l’apprendistato a Zollikofen,
ma non mi piaceva. Mi mancavano le montagne, e
mi mancavano le nostre mucche, che per fortuna
non sono solo macchine da produzione come là
purtroppo avviene. L’agricoltura nel Canton Berna
è impostata soprattutto sulla produzione vegetale;
l’allevamento bovino è un sovrappiù, e si basa molto
spesso su sistemi di produzione intensiva. Questo
modo di lavorare a me non piace. Mi si è presentata
l’occasione di trasferirmi a Disentis, lì la realtà è più
simile alla nostra, mi trovo molto meglio, ed è lì che
sto terminando il mio apprendistato”.
Per il futuro hanno progetti molto simili; avere la
propria stalla con mucche da latte, ma soprattutto
Ancora una volta mi stupisce la determinazione
di questo ragazzo che assolutamente non vuole
scendere a compromessi riguardo la scelta di vita
che ha fatto. Gli pongo un’ultima domanda: qual è il
sogno, il traguardo che si prefigge.
“Scendere dal mio alpe, in corteo con le mie mucche addobbate di fiori e campanacci, e guardare
fiero la mia cantina piena del mio formaggio”.
Me la butta lì di getto, come fosse una frase studiata, preparata a dovere e pronta per essere tirata
fuori al momento opportuno, evocativa di un’immagine che forse lui sta coltivando da tanto tempo.
Uno di quei sogni che abbiamo avuto tutti e che lui,
ne sono certa, riuscirà a concretizzare.
24
Menzonio, 30 maggio 2015,
tra passato e presente
di Cristiana Vedova e Michele Anzini
Da Menzonio alla Revöra a Mogneo, rivisitando
luoghi che sono stati di grande significato per i
nostri antenati. Luoghi in cui in passato sono
sorti emblemi di fede nella divina Provvidenza;
una costante sui nostri monti, espressione di un
bisogno forte di allungare una mano verso il cielo,
in cerca di protezione, e di aiuto nel dialogo non
sempre facile con la natura.
Sono in tanti, circa cento persone, a partecipare a questa giornata speciale per festeggiare la
bella riuscita di tre lavori di restauro che si sono
svolti nell’arco dei quattro anni passati.
La cappelletta della Revöra, la croce della Revöra
e la capella “Del Cantonee” hanno ritrovato la dignità che meritano attraverso il lavoro di numerosi volontari, all’aiuto del Gruppo Mogneo, e grazie
al sostegno finanziario del Patriziato locale, della
Pro Menzonio, e della Parrocchia di Menzonio.
Importanti aiuti finanziari sono pervenuti anche
dal Comune di Lavizzara e dall’APAV. Si ringrazia
anche l’Ente Turistico della Valle Maggia per la
pulizia dei sentieri.
La cappelletta della Revora è un edificio risalente
al 1711 di proprietà del Patriziato di Menzonio.
L’affresco non originale, ridipinto da Enrico Grandi rappresenta una Pietà ed è stato rimesso a
nuovo dalla restauratrice Sara Gros di Cavigliano.
La ditta Tormen si è occupata del rifacimento del
tetto e di alcuni piccoli lavori di risanamento dovuti al naturale deperimento.
La piccola croce in ferro dedicata a Michelangelo
Bianchini, cascato morto nel 1859 è stata ripulita
dalla ruggine e riverniciata.
Della grande croce della Revöra non vi sono indicazioni precise; si sa che è stata sostituita l’ultima
volta nel 1980. Nel 2012 la struttura in legno ha
ceduto alla base.
Su interesse di tutta la popolazione di Menzonio,
e grazie al sostegno della Parrocchia s’è potuto
provvedere alla sua sostituzione. Per quest’opera si ringraziano in particolare Giacomo Fiori per
la disponibilità e l’esecutore della nuova croce
Martino Fiori. Dopo la benedizione di Don Paolo Passoni ci si incammina verso Mogneo dove
i partecipanti si godranno un rinfresco in segno
di festa prima di scendere verso la cappella denominata “Del Cantonee” situata lungo il sentiero
che collega il monte al paese.
Di proprietà del Patriziato di Menzonio è stata
costruita nel 1874 su commissione di Giovanni
Soldati detto “al Cantonee”, per grazia ricevuta.
Un'opera votiva dedicata alla figlia Celeste che,
caduta in Val Mala mentre tagliava fieno di bosco
(proprio di fronte sul versante opposto), fu miracolosamente salvata da un uomo. La pulizia del
terreno circostante e il rifacimento del tetto sono
stati eseguiti grazie alla disponibilità di un folto
gruppo di volontari.
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Gli affreschi di Giacomo Antonio Pedrazzi hanno
beneficiato di un importante lavoro conservativo
e pittorico eseguito in due tappe dalla restauratrice Sara Gros. La visita termina anche qui con
la benedizione del parroco Don Paolo Passoni.
Per i numerosi partecipanti e per gli organizzatori
è stata una giornata intensa, importante, trascorsa tra passato e presente, alla riscoperta di radici
profonde, che ancora oggi riescono a mantenerci intimamente legati alle nostre montagne.
Rima: una prima fase di lavori è terminata
di Armando Donati, segretario Associazione monti di Rima
Chi è stato a Rima nelle scorse settimane avrà
avuto modo di notare diversi cambiamenti in alcuni
prati, lungo le “caraa” e in una zona terrazzata.
Alcuni hanno manifestato apprezzamento e soddisfazione per quanto è stato fatto; altri, forse, non sono ancora convinti della bontà del progetto oppure
avrebbero preferito lasciare le cose così com’erano.
Con quali conseguenze? Per coloro che invece non
hanno avuto questa opportunità, riassumiamo ciò
che l’Associazione monti di Rima è riuscita a realizzare grazie alle promesse di finanziamento giunte
da Cantone, Comune di Lavizzara, Fondo svizzero
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per il paesaggio, le fondazioni Göhner e Binding,
donatori privati nonché la partecipazione che viene
richiesta ai proprietari dei terreni. In totale sono circa Fr. 800’000.–. Grazie alle giornate di volontariato (un paio ogni anno) e alla collaborazione, durante
lo scorso mese di novembre, di alcuni richiedenti
l’asilo residenti in Valle di Peccia, sono stati tagliati
tutti gli arbusti e gli alberi che erano cresciuti lungo le “caraa” (spesso con le radici ben piantate nei
muri) così che ora quasi tutte queste vecchie vie
di transito sono di nuovo percorribili (...e misurano
quasi 1600 m!). Sicuramente un risultato che va al
di là delle più rosee aspettative che avevamo nel
maggio 2013 quando fu costituita l’Associazione.
Poi all’inizio di luglio abbiamo dato il via a una prima
fase di lavori realizzati tutti da ditte della Valle (Tomamichel - Canepa - Vedova) comprendenti:
- il rifacimento dei muri a secco della “Caraa du
Róll” (di proprietà del comune di Lavizzara) su
una lunghezza di circa 180 m; da sottolineare
che in questo caso gli operai hanno lavorato con
la sola forza delle braccia, operando quindi come
quando quei muri erano stati costruiti o riparati.
L’unica macchina utilizzata è stato l’elicottero per
trasportare i sassi mancanti ricuperati a Rima;
- il rifacimento dei muri di una zona terrazzata (circa 140 m per un volume di oltre 90 mc);
- la bonifica di circa 20’000 mq di terreni già falciati compreso anche il rifacimento di 218 m di
muri a secco. È stato l’intervento più impegnativo
essenzialmente per due ragioni: da un lato poiché
si trattava di una bonifica speciale in quanto si è
voluto cercare un compromesso tra le esigenze
agricole (...via tutti i sassi, i muri, gli alberi, le siepi)
e la conservazione del paesaggio tipico di Rima
composto anche da muri, alberi, sassi, terreni
ondulati. Dall’altro poiché non si sapeva se sotto
le zolle avremmo trovato soprattutto sassi o terra
buona.
A lavori conclusi e con le fatture in dirittura d’arrivo
possiamo dirci soddisfatti dei risultati raggiunti.
È stato un primo test di interventi che ha comportato un investimento di circa Fr. 330’000.– e che
ha permesso al comitato dell’Associazione e al progettista ing. Mignami di acquisire esperienza così
che sarà possibile progettare i prossimi lavori con
maggiore precisione oltre a conoscere gli aspetti
più critici ed evitare alcuni problemi emersi in questa prima fase.
In particolare la mancanza di sassi per rifare i muri
è stata più elevata di quanto previsto e, nel caso
dei terrazzamenti, ha sfiorato i 5 q per ogni mc (un
quarto del necessario). Quando erano stati costruiti
(...500 anni fa o ancora prima?) i contadini di allora avevano utilizzato i sassi trovati sul posto e, se
ne mancavano, il muro non veniva completato e il
terreno sovrastante rimaneva un pendio, poiché si
lavorava con la falce e con la vanga.
Per la stessa ragione, il muro a valle della “Caraa
du Róll”, nonostante l’apporto di molti sassi per ricostruirlo o ripararlo, è privo di sassi o lastroni di
copertura come solitamente si cercava di fare in
passato. Ma sarebbero stati necessari circa 600
pezzi da trasportare con l’elicottero (dove trovarli?).
Infine per le bonifiche abbiamo scoperto che in
genere su quei pianori c’è parecchia buona terra
(e infatti gli anziani ricordavano che ancora negli
anni 30 del secolo scorso i campi di patate e di
segale erano numerosissimi) e che se vogliamo
conservare il tipico e piacevole paesaggio di Rima
occorre assolutamente conservare gli alberi monumentali, alcuni sassi sporgenti dal terreno, diversi
muri a secco e i tipici ondulamenti dei pendii dove si faceva della campicoltura. Ed ora stiamo già
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pensando alle prossime fasi del progetto. C’è chi ha
già iniziato a tagliare noccioleti e alberi dai terreni
inselvatichiti che poi torneranno ad essere prati da
sfalcio come quaranta o cinquant’anni fa. In primavera i gestori dei terreni bonificati procederanno
alla semina: si sceglierà un tipo di semente che sia
il più simile possibile alla tipica flora di Rima, ricca
di tante specie vegetali. Da parte dell’Associazione
nel prossimo anno si intende mettere in appalto e
realizzare il rifacimento dei muri di un nuovo tratto
di “caraa”, concludere la ricostruzione dei muri dei
terrazzamenti al “Cort” e procedere alla bonifica
di circa 20’000 mq di terreni prevalentemente inselvatichiti (compresa la ricostruzione di oltre 200
m di muri a secco). Non da ultimo sarà essenziale
continuare la ricerca dei finanziamenti, poiché il
progetto di massima prevedeva un investimento
di Fr. 1’380’000.–. La manutenzione delle “caraa”
nonché qualche manifestazione di animazione sono pure in programma durante la prossima estate.
Il lavoro, quindi, non manca. Ci conforta il fatto che
stiamo ottenendo dei buoni risultati paesaggistici,
favorendo nel contempo lo sfalcio dei prati da parte
dei nostri contadini e investendo a favore dell’economia locale. Concludendo vogliamo esprimere un
ringraziamento ai nostri soci e sostenitori che con
la partecipazione attiva alle nostre iniziative, in particolare alle giornate di volontariato, ci manifestano
il loro sostegno non solo morale e finanziario.
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Manifestazioni invernali
Comune Lavizzara:
- Sabato 19 dicembre sala multiuso Sornico ore 20.00, “Per segreti sentieri”,
Poesie e prose di Alberto Nessi, lette dall’autore, musica di Zeno Gabaglio, violoncello
Sci Club Lavizzara:
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Mercoledì 5 gennaio 2016, ore 20.00 Ristorante Medici Peccia Tombola dell’Epifania
Domenica 24 gennaio 2016, ore 10.00, Mogno, gara Kids Race OFIMA
Domenica 7 febbraio 2016, ore 12.00, Mogno, Carnevale di Fusio
Domenica 14 febbraio 2016, Mogno, gara di fondo “Giro di Mogno” valida per la coppa Ticino
Dal 6 febbraio al 14 febbraio2016 (vacanze di carnevale) gli impianti di sci sono aperti tutti i giorni
Società Pattinaggio Lavizzara:
- Domenica 13 marzo 2016, pista di pattinaggio, Spettacolo artistica Vallemaggia
- Durante tutta la stagione partite campionato 4 lega, Novizi A, Moskito B, Piccolo 2, Bambino e
Torneo Valmaggese Amatori (per info www.splavizzara.ch)
Calendario Liturgico Natalizio
Giovedì 24 dicembre 2015
ore 22.00 S. Messa Sornico
ore 24.00
S. Messa
Cavergno
Natale del Signore
Venerdì 25 dicembre 2015
ore 09.00
S. Messa
Fusio e Menzonio
ore 10.30
S. Messa
Brontallo, Broglio
e Peccia
Santa Famiglia di Gesù, Giuseppe e Maria
Sabato 26 dicembre 2015 S. Stefano
ore 17.30
S. Messa Fusio
ore 19.00
S. Messa
Brontallo e Prato
Domenica 27 dicembre 2015
ore 09.00
S. Messa
Menzonio
ore 10.30
S. Messa
S.Carlo e Broglio
e
e
l
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Buon Nno Nuovo
Felice An
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Bollettino no. 26 dicembre 2015