“Vincere le povertà un obiettivo europeo” Don Livio Corazza – responsabile servizio Europa di Caritas Italiana Il rischio dell’Europa è che si accorga del dramma dei poveri con una mentalità da ricca, mentre il vangelo valorizza la povertà. Di là il gigantesco equivoco tra la povertà economica e la povertà evangelica povertà subita e povertà come scelta. cardinale Roger Etchegaray 1. Di chi è stata l’idea di dedicare un anno al tema della povertà? Considerando le origini terremo ben presenti la natura e le azioni conseguenti. In queste ore a Madrid la Commissione Europea da’ il via ufficiale all’Anno Europeo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale. I promotori della Campagna 2010 Anno Europeo di lotta alla povertà e all’esclusione sociale sono le Istituzioni Europee, il Parlamento e la Commissione. Due sono le date che contano per questa decisione: il 2000, l’anno della sfida e il 2020, punto di arrivo di una nuova strategia. Il 2010 è l’anno della verifica e del rilancio. (1) Nelle linee guida per le celebrazioni del 2010, si individua l’occasione per aggiornare la riflessione sulla strategia di lotta alla povertà fissata ancora nel 2000 a Lisbona. Protagonista principale di questo anno è quindi l’UE che coglie questa occasione per verificare il lavoro fin qui svolto. Il 2010, è un punto di arrivo ( è l’anno che conclude il decennio della strategia di Lisbona che vedeva l’inclusione sociale come uno dei pilastri di un modello europeo di sviluppo) ma è anche un punto di partenza (con un nuovo piano chiamato La strategia UE 2020). Come punto di arrivo dovremmo dire che è stato un fallimento: le povertà non sono diminuite anzi! (2) Come punto di partenza chi ha responsabilità di amministrare il bene comune dovrà chiedersi cosa fare, quali misure mettere in atto perché il fallimento non si ripeta. 2. Alla scelta delle Istituzioni Europee (ottobre 2008) seguirono a cascata le strategie di tutti i Governi nazionali e quindi anche del Governo italiano. Nel documento del Ministero del Lavoro, si dice che “la programmazione intende coinvolgere tutti i livelli di Governance …” Il programma nazionale per il 2010 in effetti già nella sua stesura è il risultato di una consultazione della società civile, ( Caritas Italiana ha infatti partecipato attivamente al tavolo di lavoro nazionale) e prevede di promuovere sinergie istituzionali e partenariati con il mondo privato e dei corpi sociali intermedi, oltre che naturalmente coordinare le attività di sensibilizzazione. Primo nostro compito quindi è di sollecitare le Istituzioni pubbliche a tutti i livelli, perché attuino i programmi fissati. La lotta contro la povertà e l’esclusione sociale in questo momento di crisi economica diventa ancora più urgente, diventa una vera e propria sfida. 1/8 3. C’è un terzo punto che va considerato prima di passare alla presentazione della campagna 2010 della famiglia Caritas, di Caritas Italiana e delle Caritas europee. Propriamente il 2010 è una campagna di sensibilizzazione. Qualcuno ci dirà, se non lo ha già fatto: ma perché spendere soldi per una campagna di sensibilizzazione… non era preferibile utilizzare questi fondi per aiutare concretamente i poveri? Non possiamo eludere questa domanda. In fatti “l’obiettivo ideale” della campagna è la diminuzione della povertà in tutti i paesi europei. Il 17 % della popolazione dell’UE dei 27 sono a rischio povertà circa 84 milioni, di questi, 19 milioni sono minori. Nessuno dovrebbe rimanere sotto la soglia della povertà, tutti dovrebbero vivere con un reddito sopra il 60% della media del reddito nazionale, limite sotto il quale una persona viene definita unanimemente povera. Ma per far sì che questo accada ci vuole un grande sforzo da parte dei responsabili della cosa pubblica. Ma come possono i Governi impegnarsi a fondo contro la povertà se i cittadini non ne capiscono l’importanza e non ne condividono gli obiettivi? Se i fondi stanziati per i poveri vengono considerati come uno spreco di denaro? Perché i Governi si impegnino a fondo contro le povertà è necessario che i cittadini conoscano le dimensioni del problema, prendano coscienza che la povertà è una realtà che li riguarda e che, di conseguenza si attivino per il miglioramento delle condizioni dei poveri. L’ultima indagine dell’Eurobarometro (2009), sulla povertà e l’esclusione sociale che evidenzia come le persone sentono l’urgenza di un’azione efficace (l’80 % degli europei sostengono che negli ultimi 3 anni la povertà è aumentata) ma 9 su 10 di esse pensano che ciò debba spettare al governo e tre quarti di loro sono convinti che l’UE possa svolgere un ruolo importante nel combattere la povertà. In realtà, lo sappiamo, ci sono molti pregiudizi, diffidenze, ostilità nei confronti di poveri che rendono difficile ogni azione comune di contrasto alla povertà da parte delle Istituzioni pubbliche. Quante volte in questi anni abbiamo visto progetti approvati dalle Pubbliche amministrazioni contrastati anche duramente dai cittadini che si sentivano quasi derubati delle risorse riservate ad alcune fasce di popolazione povera. Una campagna di sensibilizzazione dovrebbe favorire la maturazione del consenso dei cittadini e la crescita della responsabilizzazione di tutti nella lotta contro la povertà. L’anno Europeo quindi come uno strumento: Per far si che si diffonda la conoscenza sulla dimensione della povertà e sui possibili strumenti di lotta alla povertà; Per muovere l’agenda politica europea, nazionale, regionale, provinciale, comunale; Infine, per dare voce ai poveri, conoscerli e farli conoscere, ascoltandoli e promuovendo il loro coinvolgimento a vari livelli. 4. Un ultimo punto sulla rete Caritas. È la prima volta che si realizza una campagna promossa da Caritas Europa che coinvolga tutte e 48 Caritas che sono 2/8 in Europa. In questo caso non solo le 27 Caritas dell’Unione Europea. È una campagna dove si rende evidente che siamo uniti a favore degli ultimi della fila. Al di là dei gadget comuni, non dimentichiamo questa straordinaria esperienza di unità nella carità, di comunione ecclesiale. Questa campagna può aiutarci a prendere maggiore coscienza come cristiani della comune appartenenza ad una grande rete di solidarietà e di giustizia sociale: la rete Caritas è presente in tutti i paesi europei. Ci unisce il comune amore per i poveri, nei quali i cristiani vedono presente Cristo stesso. Se Cristo è nei poveri, lo è in tutti i poveri, non solo nei poveri che sono del mio paese, della mia Parrocchia. È una campagna possiamo dire cattolica. Perché universale. Che riconosce la fraternità universale senza barriere o discriminazioni. Come Chiesa, in questo caso, non facciamo un discorso che rivendica le radici cristiane europee ma che valorizza i frutti più autentici della fede cristiana: l’amore concreto per i poveri. Veniamo ora alla campagna 2010 Come dicevo l’obiettivo è culturale. Favorire cioè un cambio di mentalità, innanzitutto perché di fronte alle povertà diffuse, anche in Europa, non ci si rassegni, non si deleghi non si rinvii la soluzione del problema, ma si operi per il suo progressivo sradicamento. È una campagna di Caritas Europa, coordinamento delle 48 Caritas europee, che verrà presentata il 27 gennaio a Bruxelles. 1. La prima iniziativa è la proposta di una riflessione comune a tutte le Caritas d’ Europa con la pubblicazione di uno studio sulla povertà. Non è un rapporto. Non ci sono cifre e percentuali. La povertà in mezzo a noi, è un sussidio elaborato dalle Caritas europee per prendere coscienza della dimensione delle povertà, delle dinamiche e delle cause delle povertà. In poche pagine risponde a tre fondamentali domande: Come e quando si verifica la povertà? Come si esce dalla povertà? Come si previene la povertà? Avete in cartella anche due pagine su come sfruttare questo lavoro a livello diocesane e renderlo così un documento operativo, vivo. Ma su questo ne parleremo nel pomeriggio. 2. C’è poi una campagna di comunicazione con lo slogan: zero poverty, povertà zero. Povertà zero, agisci ora. È lo slogan che si troveranno i cittadini nelle magliette e nei poster delle città d’Europa. Un obiettivo perentorio. Che pone un obiettivo forte. Raggiungibile certo. Non impossibile, se c’è l’impegno di tutti. E di ciascuno. C’è uno zero che potrà essere indossato da tutti con una spilla. E che rivela l’impegno e il sogno di chi lo indossa. La campagna non è fine a se stessa. Chi ne viene contattato è invitato a firmare una petizione popolare. Una sorta di documento comune. 3/8 4 sono gli obiettivi che si vogliono raggiungere 1) Eliminare la povertà infantile in Europa cominciando con il dimezzare, entro il 2015, il numero di minori che vivono in famiglie il cui reddito è al di sotto della soglia di povertà. Si raccomanda: garantire assegni per ogni figlio a carico, indipendentemente dallo status dei genitori. 2) Garantire a tutti un livello minimo di protezione sociale in modo tale che, entro il 2015, i sistemi di protezione sociale saranno in grado di assicurare uno standard di vita decoroso a tutti i cittadini. Si raccomanda: garantire pensioni decorose, assegni per gli ammalati e un reddito minimo adeguato a chi non dispone di risorse sufficienti per permettersi condizioni di vita dignitose. 3) Aumentare la fornitura di servizi sociali e sanitari garantendone l’accesso paritario (relativamente alla disponibilità e ai costi di servizi di alta qualità) a tutti entro il 2015. Si raccomanda: aumentare del 50% la disponibilità degli alloggi popolari in Europa e riconoscere e sostenere le cure domestiche come servizio sociale a tutti gli effetti. 4) Garantire un lavoro decoroso a tutti e far scendere la disoccupazione sotto il livello del 5% entro il 2015. Si raccomanda: garantire un accesso paritario alla formazione professionale, all’apprendimento permanente e ad altri percorsi utili a trovare occupazione e offrire occupazione sociale a chi necessita di un tipo speciale di protezione. Certo, sembrano azioni generiche e poco realistiche ma certamente se ognuno di noi le declina per il proprio contesto, e le concretizza diventano obiettivi possibili da realizzare. La campagna ha un obiettivo di carattere anche politico – istituzionale: raccogliere un milione di firme in tutta Europa per presentare al Parlamento una legge di iniziativa popolare di contrasto alla povertà. Infine con l’attivazione del sito zeropoverty.org, interattivo con il quale si cerca di facilitare la partecipazione di tutti i cittadini europei, in particolare dei giovani, ma soprattutto di promuovere la conoscenza sia dei fenomeni di povertà ma anche di quello che in varie parti di Europa si sta facendo, a livello individuale, di gruppo, di Caritas per contrastare la povertà. 3. Caritas Italiana Qual è l’impegno di Caritas Italiana per questa campagna? Continuare a lottare quotidianamente contro la povertà sostenendo, promuovendo, coordinando l’attività delle 220 Caritas diocesane, delle 10.000 Caritas parrocchiali, dei 6000 centri di ascolto, degli osservatori, delle opere segno a favore di carcerati, senza fissa dimora, donne sole con figli, rifugiati e richiedenti asilo, ecc. 4/8 L’anno europeo 2010 allora diventa un ulteriore motivo di impegno e un ulteriore strumento – occasione di animazione delle comunità e di prossimità ai più deboli. Un sostegno a quanto già stiamo facendo. Una opportunità unica rispetto agli altri anni L’Anno europeo è anche una occasione per allargare lo sguardo, coinvolgere persone nuove, stringere alleanze con realtà vicine e lontane che possono essere ingaggiate nella lotta alla povertà. Strumenti specifici di Caritas Italiana A questi strumenti - sussidi di Caritas Europa, Caritas Italiana ne ha aggiunto uno nuovo. Uno strumento di sensibilizzazione per portare il tema della povertà nelle scuole. In particolare nelle prime classi della scuola secondaria di secondo grado. Sensibilizzare i giovani sul tema delle povertà crediamo sia un grande obiettivo educativo che ci pone in sintonia con il progetto pastorale dei Vescovi italiani che hanno posto al centro dei prossimi dieci anni la sfida educativa. Con la collaborazione di CEM Mondialità stiamo elaborando un sussidio scolastico multimediale da affidare alla sua realizzazione in classe agli insegnanti. Il sussidio sarà pronto e presentato al convegno nazionale delle Caritas diocesane di fine aprile. Il Kit scolastico comprenderà: un sussidio didattico per gli insegnanti, un libretto semplice e agile per ognuna delle parole chiave che abbiamo individuato: cittadinanza, povertà, volontariato ed Europa. E infine un CD per tutti i ragazzi. Il Kit verrà messo in mano agli insegnanti come educatori dei ragazzi. Numeri speciali di ItaliaCaritas e Scarp de’ tenis Le redazioni di ItaliaCaritas e di Scarp de’ tenis hanno già pronti i numeri di febbraio con inserti speciali sull’anno europeo con i contenuti e i sussidi sia di Caritas Europa che di Caritas Italiana. Il numero speciale di Scarp de’ tenis verrà distribuito nelle stazioni ferroviarie di molte città italiane da persone in difficoltà. I poveri protagonisti Quest’ultima iniziativa mette in evidenza anche un’altra caratteristica della campagna Caritas: vorremmo che le proposte dell’anno europeo vedessero i poveri come protagonisti, non solo nel senso di destinatari della campagna ma anche e soprattutto come attori della stessa. Alcuni di questi oggetti – gadget sono prodotti proprio da persone che cercano di uscire da condizioni di povertà ed esclusione. Per esempio le magliette sono prodotte da una cooperativi di carcerati di Genova. Altro esempio: in autunno si terrà in alcune diocesi del nord est un convegno che vedrà protagonisti gli stessi poveri… Rapporto Caritas Zancan Nel mese di ottobre a ridosso della giornata mondiale di lotta alla povertà, caratterizzata da anni dall’iniziativa Stand up, che per quest’anno ci vedrà uniti nell’attivazione delle comunità e nelle attività di advocacy, verrà presentato il X° rapporto Caritas Zancan con una parte dedicata alla lotta alla povertà in alcuni paesi europei sia da parte delle Istituzioni pubbliche che da parte delle Caritas. 5/8 Concludo come avevo iniziato. La campagna è uno strumento dell’UE e dei Governi nazionali, cioè di tutti gli Europei e, l’obiettivo è il miglioramento delle condizioni dei poveri che devono uscire dalla condizione di esclusione e di emarginazione. Se questo si realizzerà la campagna avrà avuto successo altrimenti sarà tempo perso. Il santo Padre che ha voluto farsi testimonial della campagna europea visitando la Caritas di Roma, ci incoraggia a credere che “praticare l’amore verso le vedove e gli orfani , verso i carcerati, i malati, i bisognosi di ogni genere appartiene alla sua essenza tanto quanto il servizio dei sacramenti e l’annuncio del vangelo” (DCE 22). La lotta alla povertà è un obiettivo di Chiesa non solo della Caritas. E la lotta alla povertà è anche un obiettivo ecumenico perché unisce davvero tutti, credenti e non credenti, nel comune servizio all’uomo. Fino a quando esiste un povero sulla faccia della terra, di una povertà subita che attenta alla dignità della persona, saremo tutti più poveri. Ma per uscire dalla povertà non ci sarà bisogno forse di persone che scelgano la povertà (non la miseria) come un valore? 6/8 La povertà in Europa (1) Nel marzo del 2000 si è tenuto a Lisbona un Consiglio Europeo straordinario dedicato ai temi economici e sociali dell´Unione Europea ed in tale sede sono state introdotte importanti novità, tanto da coniare il termine "strategia di Lisbona" ovvero un obiettivo strategico decennale per l´Europa e la strategia specifica per attuarlo: riforma dell´economia, dell´occupazione e della politica sociale. Il Consiglio, inoltre, ha chiesto agli Stati membri di adoperarsi per l´obiettivo dello sradicamento della povertà in Europa entro il 2010. La suddetta strategia è stata rilanciata e rimodulata nel 2005 dal Consiglio europeo di Bruxelles. Per raggiungere gli obiettivi di Lisbona la UE ha adottato come strumento "L´Agenda della politica sociale", rinnovata nel 2005, che si concentra sui posti di lavoro e sulle pari opportunità per tutti, sostenendo, inoltre, le riforme politiche a livello nazionale. Si vincolano, quindi, strettamente gli obiettivi della politica sociale ad una dinamica crescita economica ed occupazionale in quanto il lavoro e l´adeguata formazione rappresentano la migliore prevenzione possibile contro l´esclusione sociale. Assicurare competenze ed opportunità alle fasce di persone svantaggiate e vulnerabili e la lotta contro la discriminazione, agevolano l´inserimento di tali persone nella società civile. Il Fondo sociale europeo con una dotazione di bilancio pari a 62,5 miliardi di euro per il periodo 2000-2006 sostiene la strategia europea per l´occupazione, consentendo, infatti, politiche occupazionali attive con un efficace momento formativo e l´ulteriore stanziamento di fondi per il periodo 2007-2013 agirà in modo ancora più mirato, concentrandosi sulle regioni meno sviluppate e su altre zone interessate dal cambiamento socio-economico per migliorare l´occupazione e la coesione sociale. Nell´ambito della nuova Agenda sociale si procede a razionalizzare " il metodo aperto di coordinamento", che consente di coniugare coerenza e diversità nazionali ed utilizzato dagli Stati membri per la riforma dei sistemi pensionistici e di assistenza sanitaria e per combattere la povertà. Si tratta in sostanza di coordinare le politiche per combattere la povertà e l´esclusione sociale in base ad uno scambio reciproco di politiche e di buone prassi. Quindi importanti obiettivi sono anche le politiche rivolte ad assicurare pensioni sufficienti e sostenibili ed un´assistenza sanitaria accessibile, sostenibile e di qualità elevata. Ovviamente, il successo della nuova Agenda sociale presuppone l´adozione da parte degli Stati membri di una legislazione sempre più efficace nonché un partenariato a favore del cambiamento ovvero una fattiva cooperazione tra autorità pubbliche, parti sociali e società civile. Dunque le dettagliate azioni cardine della cd. "strategia di Lisbona" dovranno conoscere nel quinquennio 2005-2010 una ulteriore sostanziale concretizzazione per giungere con dati più che confortanti al 2010 che sarà dichiarato Anno europeo della lotta all´esclusione ed alla povertà. 7/8 (2) Per ciò che concerne i dati, quelli più recenti indicano che nel 2003, secondo un´indagine Eurostat, erano 56 milioni i cittadini europei a rischio di povertà: una massa di persone che vive quotidianamente il dramma dei bassi salari, della disoccupazione di lunga durata e della povertà delle famiglie. Il 15% della popolazione europea deve accontentarsi di entrate inferiori al 60% della media nazionale. I paesi in cui il rischio di povertà è più diffusa sono Grecia e Portogallo, nei quali il problema riguarda il 21% della popolazione, seguiti da Spagna e Gran Bretagna (19%) e da Italia ed Irlanda (18%). Una persona su otto vive in famiglie in cui nessun componente lavora. Le donne e i minori di 15 anni sono più frequentemente presenti fra i poveri che nel resto della popolazione in tutti i paesi dell´UE. In alcuni paesi, come Danimarca, Paesi Bassi e in parte Francia, la quota di giovani fra 16 e 24 anni in condizioni di povertà è particolarmente elevata. Ciò dipende dal fatto che, in quei paesi, molti giovani lasciano la famiglia di origine prima di aver raggiunto una posizione stabile nel mercato del lavoro. Il tasso di disoccupazione che, a causa del rallentamento dell´economia, è salito al 9% nell´UE, rischia di rallentare la progressione verso gli obiettivi occupazionali di Lisbona (15 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2010). 8/8