LA VALENZA STRATEGICA DELLA GESTIONE DELLE FUNZIONI NELLE PICCOLE IMPRESE Teoria e applicazioni di PMI – A.A. 2008/09 1 Definizione di funzione Definizione di natura organizzativa Una o più attività che, per soddisfare gli scopi di un’impresa in un dato momento: 1. sono identificate … Direttore Generale 2. … eseguite da un definito gruppo di soggetti … 3. … guidati da un capo cui è stata delegata la responsabilità dei risultati … Acquisti Produzione Commerciale Resp. Bianchi Resp. Verdi Resp. Blu … … … … di tale attività o insieme di attività. Struttura funzionale 2 L’evoluzione del concetto di funzione Era della produzione di massa Era del marketing Successivo sviluppo dell’impresa Funzione produttiva: nucleo primigenio del processo di creazione del valore Funzione vendite: prolungamento della funzione produttiva La funzione vendite si trasforma in funzione marketing, finalizzata a servire ed influenzare la clientela Sviluppo di nuove funzioni Problema del coordinamento tra funzioni per raggiungere gli obiettivi 3 strategici dell’impresa L’evoluzione del concetto di funzione Il concetto di funzione, quindi: 1. implica il concetto di flessibilità (dà risposte a problemi ed esigenze nuove); 2. esprime un fenomeno di differenziazione (le persone si specializzano nel fare sempre meglio un determinato compito => suddivisione e specializzazione delle attività) raggruppamento di attività e di (i contributi delle persone che occupano i singoli ruoli sono riportati all’unità => integrazione delle attività); 3. solleva un problema di coordinamento tra funzioni diverse (gestire una funzione – in sé – non è sufficiente a realizzare i fini dell’organizzazione). 4 La valenza strategica della gestione delle funzioni Processo di formazione delle strategie Distinzione di Normann tra: OTTICA OBIETTIVO OTTICA PROCESSO • Approccio classico, di tipo cognitivo-sinottico • Approccio incrementale basato sull’apprendimento • Design school, planning school, (Anni ’50-’60) • Learning school, entrepreneurial school, (Anni ’70-’80) • Processo di formazione delle strategie distinto in due fasi successive: formulazione ed attuazione • Azione = esito conclusivo del processo decisionale ed oggetto della successiva fase di attuazione • Susseguirsi continuo di decisioni e azioni • Azione = si colloca all’interno del processo decisionale e contribuisce al suo procedere, in quanto fonte di nuove informazioni5 OTTICA OBIETTIVO La pianificazione strategica G U I D A Rapporto gerarchico La gestione delle funzioni 6 OTTICA OBIETTIVO PROCESSO DI FORMAZIONE DELLE STRATEGIE DISTINTO IN DUE FASI: FASE DELLA FORMULAZIONE FASE DELLA ATTUAZIONE Decisioni prese sulla base di informazioni disponibili in un determinato momento Si attuano le azioni risultanti dalle decisioni prese nella fase precedente 7 Sequenza logica di fasi: 1. definizione degli obiettivi; 2. analisi dell’ambiente esterno (minacce/opportunità); 3. analisi delle risorse interne (punti di forza/punti di debolezza); 4. studio e valutazione delle possibili alternative d’azione; 5. redazione del piano di azione; 6. esecuzione e controllo. Implica la disponibilità di tutte le informazioni necessarie e la possibilità di condizionare l’ambiente. 8 Ottica obiettivo FORMULAZIONE ATTUAZIONE Decisioni di destinazione delle risorse rispetto ad un prescelto indirizzo strategico. Decisioni di utilizzazione delle risorse per realizzare il prescelto indirizzo strategico. Rendono concretamente operativo il piano strategico e danno contenuto ai piani tattici. Esse danno contenuto al piano strategico. OBJ = EFFICACIA DELL’IMPRESA OBJ = EFFICIENZA NELL’IMPIEGO DELLE RISORSE 9 Ruolo strategico delle funzioni nell’approccio cognitivo-sinottico La gestione delle funzioni consiste nella formulazione di decisioni tattiche attraverso le quali dare attuazione alle decisioni formulate nell’ambito della pianificazione strategica. La gestione delle funzioni ha valenza strategica perché interviene nella fase di attuazione delle strategie. 10 Il concetto di catena del valore di Porter Sviluppo Esalta la strategicità della gestione delle funzioni Le funzioni partecipano allo svolgimento della CATENA DEL VALORE attraverso cui l’impresa realizza le sue strategie competitive 11 Catena del valore di Porter Le funzioni primarie contribuiscono direttamente alla creazione dell'output: Logistica in entrata: gestione dei flussi di beni materiali all’interno. Attività operative: di produzione di beni e/o servizi. Logistica in uscita: gestione dei flussi di beni materiali all'esterno. Marketing e vendite: promozione del prodotto/servizio e gestione processo di vendita. Assistenza al cliente e servizi: attività post-vendita Le funzioni di supporto non contribuiscono direttamente alla creazione dell'output, ma sono necessarie alla sua realizzazione: Approvvigionamenti: acquisto delle risorse necessarie alla produzione. Gestione delle R.U: ricerca, selezione, assunzione, addestramento, formazione, aggiornamento, sviluppo, mobilità, retribuzione, sistemi premianti, negoziazione sindacale e contrattuale, ecc. Sviluppo delle tecnologie: attività finalizzate al miglioramento del prodotto e dei processi. Attività infrastrutturali: tutte le altre attività (pianificazione, contabilità, organizzazione, sistemi informatici, affari legali, direzione generale, ecc. 12 Catena del valore di Porter FUNZIONI PRIMARIE FUNZIONI DI SUPPORTO Danno corpo al processo logistico che agisce direttamente sulla posizione competitiva dell’azienda Supportano e agevolano lo svolgimento del processo logistico e concorrono a regolare i processi interni dell’azienda 13 La posizione della piccola impresa Sia il metodo della pianificazione strategica formale, che il modello di Porter, non si adattano alle caratteristiche della piccola impresa Limiti della P.S.F. • Scarsità generalizzata delle risorse (finanziarie, competenze manageriali, tempo) • Non esistono i presupposti: variabilità degli obiettivi, assetto organizzativo non formalizzato ed elevato accentramento, rapporto con l’ambiente basato sull’adattamento Limiti del modello di Porter • L’assetto organizzativo non formalizzato e non strutturato rende non applicabile il modello di Porter alla piccola impresa 14 Il processo di formazione delle strategie Genera RIGIDITA’, a causa della irreversibilità del processo attuativo, analiticamente definito prima del suo inizio OTTICA OBIETTIVO Più adatto a condizioni ambientali STABILI, che consentono la PIENA CONOSCENZA, ovvero la disponibilità di tutte le informazioni necessarie 15 Il processo di formazione delle strategie Genera FLESSIBILITA’, sia al processo decisionale, che ai graduali risultati OTTICA PROCESSO Più adatto a condizioni ambientali TURBOLENTE, dove prevalgono FENOMENI NUOVI, NON PREVEDIBILI e COMPLESSI 16 Il processo di formazione delle strategie mediante apprendimento La strategia N A S C E Rapporto gerarchico Dalla gestione delle funzioni 17 Ottica processo Il processo di formazione delle strategie è INCREMENTALE e non FORMALIZZATO Informazioni attuali • Le informazioni limitate consentono soltanto di prendere una prima decisione. Decisione Azione Nuove conoscenze Nuove decisioni Azione • Non è più l’esito del processo decisionale, ma parte integrante della decisione • È generatrice di nuova conoscenza. Consentono di: • verificare la fondatezza e l’efficacia delle possibili soluzioni; • riaggiustare le azioni già intraprese; • definire il successivo piano di azione. 18 Il processo di formazione delle strategie mediante apprendimento La definizione della strategia avviene attraverso un processo di apprendimento guidato dalla visione. VISIONE • Idee intuitive di come potrà configurarsi una certa situazione futura. • Fattore trainante del processo di apprendimento che conduce alla formazione della strategia. • Risultato delle doti di intuizione, creatività e previsione della mente umana, da sottoporre a verifiche di validità per mezzo 19 dell’apprendimento. Ottica processo L’ottica processo è più coerente con i comportamenti e le condizioni delle piccole imprese perché: Motivi soggettivi: • conoscenza e preparazione dell’imprenditore • tendenza a concentrare l’attenzione sulla gestione operativa • tendenza a privilegiare un orizzonte temporale di breve termine • prevalere di comportamenti di adattamento reattivo Motivi oggettivi: • mancanza delle condizioni organizzative necessarie a fare pianificazione • mancanza delle risorse umane e finanziarie necessarie per pianificare formalmente • prevalenza di obiettivi di stabilità che non necessitano di pianificazione strategica Centralità dell’imprenditore (protagonista) e importanza della consapevolezza 20 strategica Processo di formazione delle strategie mediante apprendimento Intensifica la valenza strategica delle funzioni nelle PI INFATTI: A. Nelle PI la strategia si forma attraverso un processo di apprendimento, guidato dalle visioni dell’imprenditore, che scaturisce dalle funzioni (la strategia “emerge” dalle funzioni) B. La base della competitività delle PI è costituita dalle competenze distintive presenti a livello funzionale C. Le competenze distintive funzionali delle PI sono anche la leva per l’attuazione dei processi di turnaround 21 Valenza strategica della gestione delle funzioni nelle piccole imprese (A) A. Nelle PI la strategia si forma attraverso un processo di apprendimento, guidato dalle visioni dell’imprenditore, che scaturisce dalle funzioni (la strategia “emerge” dalle funzioni, anche se non sono strutturalmente formalizzate) L’imprenditore apprende principalmente dall’esercizio delle funzioni nello svolgimento delle operazioni di gestione, ovvero “dal fare” (learning by doing) e, in particolare, dall’interazione con l’ambiente di riferimento (clienti, fornitori, collaboratori, banche, partner, ecc.) 22 Valenza strategica della gestione delle funzioni nelle piccole imprese (B) B. La base della competitività delle PI è costituita dalle competenze distintive presenti a livello funzionale La piccola impresa persegue soprattutto strategie competitive (più raramente strategie di sviluppo). Le strategie competitive hanno l’obiettivo di tenere sotto controllo le forze della concorrenza, di influenzarle e di garantire all’impresa il proprio posizionamento. 23 Quali strategie competitive? • Le strategie competitive generiche di Porter VANTAGGIO COMPETITIVO Bersaglio Leadership di DifferenSPAZIO ampio costo ziazione COMPETITIVO Bersaglio Focalizzazio- Focalizzaziocircoscritto ne e costi ne e differenz • Le strategie competitive generiche di Abel Sì SPAZIO DI MERCATO Ampio Circoscritto SEGMENTAZIONE No Differenziato Indifferenziato Focalizzazione 24 Nella piccola impresa l’obiettivo della strategia competitiva si traduce nell’ottenimento di un rendimento soddisfacente. La fondamentale strategia competitiva del piccolo imprenditore è quella di costruirsi delle capacità distintive che siano riconosciute dal mercato e dalla clientela. La strategia competitiva emerge, principalmente, da decisioni tattiche riferite alle varie aree funzionali, luogo in cui nascono e vengono sfruttate le competenze distintive della piccola impresa. 25 Esempio di strategia competitiva della piccola impresa Strategie di focalizzazione (di nicchia) su: • segmenti di alta qualità/alto sofisticazione del prodotto); prezzo (differenziazione e • aree geografiche circoscritte (rinomanza locale); • specifiche fasi del processo produttivo (efficienza, qualità, servizi offerti). Esempi di fattori critici del vantaggio competitivo della piccola impresa • Qualità del prodotto • Servizi post-vendita • Bassi prezzi • Abilità degli operai • Personalizzazione del prodotto • Affidabilità delle consegne • … 26 Valenza strategica della gestione delle funzioni nelle piccole imprese (C) C. Le competenze distintive funzionali delle PI sono anche la leva per l’attuazione dei processi di turnaround (“inversione di marcia”), finalizzati ad arrestare il declino dell’impresa e recuperare condizioni di redditività. 27 Realizzate in due fasi: 1. fase del ridimensionamento: stabilizzare il declino dei risultati riducendo i costi (es.tagli al personale, miglioramento dell’efficienza operativa, ecc.) e, nelle situazioni più gravi, riducendo le attività (es. disinvestimenti, ecc.); 1. fase del rilancio: definire una strategia di lungo periodo coerente con le cause del declino: cause prevalentemente interne riduzione dei costi mantenimento dell’efficienza (rilancio operativo); cause prevalentemente esterne riduzione delle attività sviluppo imprenditivo (rilancio strategico, ad es. focalizzazione/segmentazione, nuovi mercati, nuovi prodotti, acquisizioni, ecc.) 28 Cause di fallimento delle piccole imprese: 1. fattori interni, riconducibili alle limitazioni dell’imprenditore (es. scarsa comprensione del problema strategico, mancanza di consapevolezza delle proprie lacune), alla sua mancanza di competenze specifiche (es. competenze nell’area amministrativa, nella gestione delle risorse umane, ecc.), di strutture (es. staff dedicato alla funzione finanziaria) e di processi (es. sistema informativo); 2. fattori esterni, riconducibili all’ambiente di riferimento (es. stagnazione della domanda). La notevole capacità di adattamento e di risposta della piccola impresa agli eventi meno soggetti al suo controllo fa sì che la stragrande maggioranza dei fallimenti dipenda da cause riconducibili a fattori interni. 29 Strategie di turnaround delle piccole imprese TURNAROUND Ridimensionamento Rilancio Rilancio imprenditivo (Ri) Rilancio operativo (Re) Definizione di un nuovo posizionamento competitivo (nuovi prodotti/nuovi mercati) Ricerca di maggiore efficienza attraverso cambiamenti apportati alle aree funzionali In entrambi i casi occorre far leva sulle competenze distintive funzionali30 La valenza strategica della gestione delle funzioni nella piccola impresa In conclusione: 1. nell’ambito dell’ottica obiettivo, la gestione delle funzioni ha valenza strategica in quanto interviene nella fase di attuazione delle strategie; 2. Porter enfatizza la strategicità della gestione delle funzioni, dimostrando che partecipano allo svolgimento della catena del valore attraverso la quale l’impresa realizza le sue strategie competitive; 3. le caratteristiche ed i comportamenti della PI sono più coerenti con l’ottica processo, che intensifica la valenza strategica delle funzioni nella PI perché: A. la strategia emerge dalle funzioni; B. la competitività si basa sulle competenze distintive che nascono nelle aree funzionali; C. le competenze distintive funzionali sono l’attuazione dei processi di turnaround. la leva per 31 La valenza strategica della gestione delle funzioni nella piccola impresa Ha connotazioni specifiche VANTAGGI Le funzioni costituiscono la leva dell’apprendimento e delle capacità che danno successo alla PI. SVANTAGGI La gestione delle funzioni nella PI può essere causa di insuccesso o di crisi per le carenze relative alle funzioni a prevalente natura amministrativa. Occorre “imprenditorialità manageriale”, cioè maggiore attenzione ai fattori interni (controllo, impiego e coordinamento delle risorse umane, finanziarie, ecc.). 32 SCHEMA LOGICO PER LO STUDIO DELLE FUNZIONI DELLE PICCOLE IMPRESE 1. Quali sono i principi, i modelli teorici e le teorie interpretative, elaborati con riferimento alle GI, che risultano non adatti a rappresentare il comportamento o la situazione tipica delle PI? 2. Quali adattamenti sono stati apportati a tali modelli per renderli coerenti con la realtà delle PI? 3. In quali casi è stata necessaria l’elaborazione di nuovi modelli? Quali sono questi modelli? 33