…immagini drammatiche che abbiamo visto più volte e che ci rimarranno impresse nella memoria per sempre… Una in particolare mi ha più delle altre; è diventata quasi un simbolo di quella tragedia… Un uomo, così come tanti altri, ha preferito affrettare la fine e buttarsi dalle torri. Un uomo senza volto, che probabilmente aveva una famiglia, un lavoro alle spalle, una vita, e non è riuscito a resistere all’inferno che si era creato nei due palazzi. Qualcuno potrebbe averlo riconosciuto, e ora si sta chiedendo perché suo padre, o suo marito, o il suo caro amico si è tolto la vita. Qualcuno si è salvato, magari ci sarebbe riuscito anche lui. Il World Trade Center era un complesso di sette edifici, per la maggior parte disegnati disegnati dall'architetto Minoru Yamasaki e dall'ingegnere Leslie Robertson. Il complesso è già stato soggetto di attacchi. Il 26 febbraio 1993 un furgone carico di 600 Kg di esplosivo venne fatto esplodere nel parcheggio delle Twin Towers provocando la morte di 6 persone e più di 1000 feriti. Questo primo attentato è probabilmente legato ad un gruppo di fanatici che voleva attaccare il simbolo del capitalismo occidentale. Il World Trade Center non era quindi completamente impreparato a ricevere altri attacchi. Il gesto ha avuto irrimediabili conseguenze, a breve termine, sulle famiglie delle vittime e le associazioni implicati col World Trade Center, ma, a lungo termine, su tutta la popolazione mondiale. Gli aeroporti, le stazioni ferroviarie, i porti, hanno maggiori controlli e ognuno di noi vive con la costante paura di un nemico invisibile, il terrorismo. “Ho iniziato a lavorare al World Trade Center nel 1980. Il World Trade Center ha subito il primo attacco terroristico il 26 febbraio 1993; in quel momento alcune persone si trovavano dentro gli ascensori, tra “ quelle persone c’ero io. In quel giorno ho affrontato la mia prima prova: sono stata la prima a rientrare nella torre nord, quando fu ripulita. Ricordo di aver detto ad un mio amico quanto fossi preoccupata che una cosa del genere possa accadere di nuovo. Lui mi disse:“un fulmine non colpisce mai due volte nello stesso luogo”; io dissi: è vero!” Elia Zedeno Purtroppo però, il disastro dell’11 settembre 2001 non fu provocato da un fulmine. Per 13 anni studiosi, poliziotti, curiosi, hanno indagato sulla vera natura dell’attentato senza arrivare ad una risposta. Il processo di revisione è molto lento, infatti dopo 12 anni dall’accaduto non abbiamo ancora le idee chiare su cosa sia successo. Anche se internet e le nuove tecnologie lo hanno semplificato e velocizzato rispetto ad altri episodi come quello di Kennedy, non si arriverà mai ad una certezza assoluta perché i responsabili non ammetteranno mai ufficialmente di aver causato una tale strage. La lista degli indagati enumera nomi di non poca fama: singoli individui come Colin Powel o George Bush, compagnie petrolifere, industrie di armi ma soprattutto l’organizzazione terrorista Al Quaeda e il suo capo Bin Laden, la CIA e il governo americano. La cosiddetta “versione ufficiale”, quella che già dopo poche ora era sui giornali, in televisione, nei discorsi di presidenti, comandanti e, cosa più grave, sulla bocca di tutta la popolazione mondiale, considera la strage come un attacco terroristico di Al Quaeda ed è ancora quella considerata corrispondente alla realtà. Le altre versioni sono detto “”complottiste”. Molte persone, nonostante ci siano tentativi di dimostrazione da parte di ricercati di verità alternative, faticano ad accettare queste teorie, probabilmente perché gli Stati Uniti negli anni sono riusciti a creare di se stessi il mito della “potenza buona” . Senza dilungarci troppo su tali dimostrazioni mi limito ad invitare tutti ad informarsi attraverso internet e farsi una propria idea. Questo video riassume velocemente le principali incongruenze della versione del governo americano. http://www.youtube.com/watch?v=qhcyFSadaMI Voglio però mettere in evidenza alcune interessanti questioni. Dopo l’11 settembre 2001 il governo americano ha ottenuto diversi vantaggi economici e geopolitici; ad esempio il rafforzamento del controllo militare americano su zone ricche di fonti energetiche come il Caspio, il cui gas naturale transita proprio in Afghanistan, e ovviamente le riserve petrolifere dell’Iraq. C’è chi è convinto della teoria complottista e afferma che l’autoattentato dell’11 settembre 2011, pianificato in anticipo e realizzato con tecniche di auto-demolizione controllata delle Torri gemelle, è servito all’imperialismo USA per sostituire il precedente nemico “visibile” – l’URSS in disgrazia – con un nuovo nemico planetario, impalpabile ed astratto: il “terrorismo”, termine che include mille significati di comodo per i potenti: dai patrioti-kamikaze fino al dissenso popolare.” I complottasti affermano che le torri sono state minate qualche giorno prima della strage (a causa dello strano crollo delle torri, che sembrerebbe “controllato”) e sostengono che qualche mese prima c’era stata una ristrutturazione degli ascensori che avrebbe potuto permettere agli “operai”, o presunti tali, di accedere alle colonne portanti dell’edificio; inoltre tra l’8 e il 9 settembre c’era stato un distacco della corrente elettrica che aveva provocato l’azzeramento dei sistemi di sicurezza. Infine, per quanto riguarda la terza maggiore indagata, la CIA, essa riceve circa 50 milioni di dollari l’anno per studiare e evitare questi attentati ma, in un paese in cui ogni giorno migliaia di persone muoiono di fame o per overdose, se questi soldi venissero usati meglio si potrebbero salvare molte più vite e si eviterebbe di lasciare ai servizi segreti il compito di indagare su un attentato di cui potrebbero essere i responsabili. Nonostante gli sforzi che si sono compiuti negli ultimi anni, la giornata dell’11 settembre è ed è destinata a rimanere un punto interrogato nella storia dell’umanità. MA NON DIMENTIACHIAMO DI RICORDARCENE. FINE A cura di: Riccardo Di Venere