L’esordio del terrorismo politico in Friuli: 1) L’attentato alla linea elettrica della ferrovia a Valbruna del 27 maggio 1961 di Enrico Petris Il più antico fenomeno di terrorismo politico sorto in Italia nel secondo dopoguerra è quello che si è sviluppato in Alto Adige. Ad esso si lega il primo episodio di terrorismo avvenuto in Friuli, che può essere ritenuto l'attentato sudtirolese, compiuto fuori regione, il 27 maggio 1961 sulla tratta ferroviaria Udine-Tarvisio, dove viene fatto saltare un traliccio della linea elettrica. Ne riferisce in termini allarmanti il “Messaggero Veneto” in quattro articoli senza firma pubblicati nei giorni 28, 29, 30 e 31 maggio. Il 28, quando non è ancora certo che si tratti di un attentato titola, “Un fatto gravissimo fra Camporosso e Valbruna. Con una mina abbattuto un traliccio delle ferrovie? Si tratterebbe - almeno dalle prime notizie - di un attentato. Lo scoppio avvenuto verso le 23.30. Bloccato a Ugovizza per 4 ore il treno internazionale Roma-Vienna”. Nei giorni successivi si aggiungono ulteriori dettagli e si accerta che di un attentato si è trattato. A Valbruna, e precisamente al km 87+270 era stato abbattuto con due cariche di dinamite un grande traliccio (il palo n. 77 TE) della linea di alimentazione dei treni nei pressi della casa cantoniera di Valbruna. Era crollato sui binari dopo lo scoppio, che era stato scambiato dagli abitanti per uno dei fulmini del fortunale che nelle stesse ore si era abbattuto nella zona. Il traffico ferroviario si era interrotto alle 23.33 e fino alle 3.28 successive per mancanza di energia elettrica, causata dal crollo del traliccio. Proprio in quei minuti doveva transitare il direttissimo 508 Roma Vienna, che era però in provvidenziale ritardo, e fu fermato alla stazione di Ugovizza. Si trattò pertanto di un evento gravissimo e di estrema serietà per le conseguenze che avrebbe avuto se fosse esploso al passaggio del treno che era imminente. Subirono conseguenze anche alcune abitazioni della zona nel raggio di un centinaio di metri, una casa ebbe tutte le finestre in frantumi ed in un prefabbricato “tutto andò sottosopra”, come riportava il cronista anonimo dell’epoca. Il giorno dopo lo stesso giornale conferma che si era trattato di un attentato ed avanza le prime ipotesi: “Nei circoli politici qualcuno pone in relazione l'attentato alla recente richiesta che gli agricoltori carinziani hanno fatto a Kreisky perché compia un'azione diplomatica presso il governo di Roma al fine di rientrare in possesso dei beni lasciati nella Val Canale.” (pag. 4 del MV del 29 maggio 1961). Il giorno 30 compare per la prima volta il riferimento alla questione dell’Alto Adige: “L'attentato si è verificato a breve distanza da quello compiuto contro la nostra ambasciata a Vienna e in concomitanza con le elezioni amministrative a Bolzano: queste due circostanze non vanno sottovalutate. c'è insomma per certi mestatori la necessita di creare false psicosi, di allargare il problema altoatesino in zone che potrebbero prestarsi a rafforzare certe pretese.” (pag. 4). Ed infine il giorno successivo si avanza il sospetto, riportato citando l’austriaco “Welt am Morgen” che fosse diretto contro il ministro dei trasporti Spataro che avrebbe dovuto transitare sul convoglio. Come si dirà lo stesso anche per Moro che avrebbe dovuto trovarsi sull’Italicus nel 1974. In questo caso ovviamente i mandanti avrebbero dovuto essere ricercati nel terrorismo italiano, mentre invece tutti si affrettarono, fra cui il sindaco di Malborghetto, a concentrare l’attenzione su elementi stranieri, per la precisione il MV riporta ‘allogeni’, che avrebbero agito con la complicità dell’oscurità e della strada statale che in quel punto fiancheggia per una settantina di metri la ferrovia. Improbabile che si sia trattato di un atto contro il ministro, l’eversione nera non era allora ancora organizzata, nonostante la facilità con cui ha potuto essere commesso, per azioni di questo tipo. Maggiormente plausibile invece che si sia trattato di un evento legato alla questione altoatesina, anche se avviene lontano da quei confini perché forse in quel momento i dinamitardi sudtirolesi tentavano di allargare il fronte del conflitto anche al nord-est. Riportiamo qui sotto i punti salienti degli articoli che all’argomento dedicò il “Messaggero Veneto” nel maggio 1961. Messaggero Veneto di domenica 28 maggio 1961, pag. 5 Un fatto gravissimo fra Camporosso e Valbruna. Con una mina abbattuto un traliccio delle ferrovie? Si tratterebbe-almeno dalle prime notizie-di un attentato. Lo scoppio avvenuto verso le 23.30. Bloccato a Ugovizza per 4 ore il treno internazionale Roma-Vienna. Un gravissimo fatto è accaduto ieri sera verso le 23.30, sulla linea ferroviaria Udine-Tarvisio, e precisamente nel tratto fra la sottostazione di Camporosso e Valbruna. Da quanto abbiamo appreso - le nostre informazioni devono trovare conferma dalle risultanze dell'indagini subito aperte dalla competente autorità - un grande traliccio della linea elettrica della ferrovia sarebbe stato fatto saltare con una carica di esplosivo ad opera di ignoti. Si tratterebbe, quindi almeno dalle prime notizie - di un autentico attentato: difatti i tecnici delle Ferrovie hanno appurato che il traliccio stesso è stato abbattuto con lo scoppio di una mina. Di conseguenza tutto il tratto ferroviario è rimasto senza energia e la stessa linea ferrata ostruita dal grosso traliccio caduto sui binari. Ad accorgersi del fatto sono stati gli addetti alla sottostazione di Camporosso i quali, notando la carenza di energia sulla linea, provvedevano ad un controllo che portava allo scoprimento del gravissimo inconveniente. Si è dovuto fermare il traffico ferroviario e il treno internazionale Roma Vienna è stato bloccato alla stanze di Ugovizza subendo un ritardo di ben quattro ore. Al momento dell'attentato - se è così - sulla zona si era scatenato un violento temporale; ma, come abbiamo detto, i tecnici delle ferrovie, recatisi sul posto, hanno escluso che si tratti delle conseguenze di una folgore. Le prime indagini sono state iniziate dai carabinieri di Camporosso i quali hanno subito provveduto ad avvertire la superiore autorità; nel frattempo i dirigenti della stazione di Udine hanno inviato a Camporosso i mezzi necessari per il ripristino della linea. Messaggero Veneto di lunedì 29 maggio 1961, pag. 4 Si tratta di sabotaggio lo scoppio di Valbruna. Le prime indagini hanno apputrato il fatto nelle sue conseguenze - Chi l'ha compiuto? - Uno straniero entrato appositamente in Italia o un allogeno? - Sul posto il questore e i dirigenti del Compartimento ferroviario - Profondo sdegno in tutta la zona ...e precisamente al Km 87+260, abbattuto con una carica di dinamite...un grande traliccio e precisamente il palo n. 77 TE della linea di alimentazione dei treni che si trova nei pressi della casa cantoniera di Valbruna, crollato sui binari dopo lo scoppio. Tutto il traffico ferroviario interrotto dalle 23.33 alle 3.28 Intervenuti il questore di Udine Barbarisi col dottor De Piaggi, il maggiore Vescuso comandante il gruppo esterno CC Fatto avvenuto in zona pressoché deserta denominata il Culmine, trecento metri circa della stazione di Valbruna verso Camporosso. In una abitazione distante qualche centinaio di metri sono andati in frantumi tutti i vetri ed in una seconda prefabbricata, tutto è andato sottosopra. Gli abitanti hanno avvertito lo scoppio, ma hanno creduto sulle prime trattarsi di una folgore. ...è avvenuto proprio nel momento in cui - secondo orario- avrebbe dovuto transitare diretto in Austria il direttissimo Roma Vienna delle 23.20. Per fortuna il convoglio aveva una ventina di minuti di ritardo...quando l'energia è venuta a mancare il 508 transitava per la stazione di Ugovizza...in quel punto la strada statale fiancheggia per una settantina di metri la ferrovia: una sosta e un balzo sulla ferrata sono facilissimi. Nei circoli politici qualcuno pone in relazione l'attentato alla recente richiesta che gli agricoltori carinziani hanno fatto a Kreisky perché compia un'azione diplomatica presso il governo di Roma al fine di rientrare in possesso dei beni lasciati nella Val Canale. L'atto di sabotaggio, che è stato compiuto con due cariche scoppiate una di seguito all'altra, ha sollevato nella zona profondo sdegno e commenti di viva recriminazione. Messaggero Veneto di martedì 30 maggio, pag. 4 L'attentato di Valbruna recriminato dagli stessi allogeni L'attentato si è verificato a breve distanza da quello compiuto contro la nostra ambasciata a Vienna e in concomitanza con le elezioni amministrative a Bolzano: queste due circostanze non vanno sottovalutate. c'è insomma per certi mestatori la necessita di creare false psicosi, di allargare il problema altoatesino in zone che potrebbero prestarsi a rafforzare certe pretese. ... Il sindaco di Malborghetto si è detto certo che gli attentatori non sono elementi locali. ...Passi compiuti presso il ministro Kreisky dai proprietari carinziani in ordine al noto trattato del 1932. Messaggero Veneto di mercoledì 31 maggio, pag. 4 Proseguono le indagini sull'attentato di Valbruna Quindi senz'altro le origini dell'atto di sabotaggio vanno ricercate nelle organizzazioni nazionalistiche d'oltralpe che operano nell'Alto Adige ...intanto sono stati oggetto di approfondita indagine articoli sulla stampa austriaca, il “Welt am Morgen” titola Attentato ad un ministro italiano, allude al fatto che proprio quel giorno il ministro dei trasporti Spataro doveva transitare per la linea tarvisiana diretto in Austria.