RACING SUSPENSION FASE 5 Ritaglia la prova d’acquisto per partecipare al concorso a pagina 114 Continuiamo la rassegna dedicata ai lavori di preparazione per la Yamaha R6 2008, paladina del nostro Racing Project. Completato nel numero scorso il reportage sul kit forcella, ci rivolgiamo ora alla sostituzione del monoammortizzatore originale e al montaggio dell’ammortizzatore di sterzo Il monoammortizzatore FG Special Parts è elegantemente rifinito. Il progetto di queste sospensioni, come abbiamo visto nell’appuntamento precedente, nasce dalle corse ma è mirato a un utilizzo stradale, nella convinzione che le istanze (sicurezza e feeling, prima di tutto) valide per quest’ultima lo siano anche per l’utilizzo fra i cordoli. Molti particolari sono ricavati in Ergal, e le eleganti anodizzazioni conferiscono un aspetto assai esuberante. N ello scorso numero, vi abbiamo parlato della filosofia costruttiva delle sospensioni FG Gubellini e vi abbiamo mostrato le operazioni di montaggio relative al kit forcella per la R6. Concludiamo il reportage sull’azienda di Medicina raccontando la storia del suo fondatore e attuale proprietario, Franco Gubellini, e spiegando 64 settembre come montare l’ammortizzatore di sterzo e il monoammortizzatore posteriore. LA STORIA Forse non tutti sanno che la FG Special Parts, marchio oggi assai più celebrato per le sue sospensioni, è nata negli anni ’80 come azienda costruttrice di cavalletti e sollevatori, che tutt’og- gi ha a catalogo. Il suo fondatore, Franco Gubellini, era un appassionato di gare, “benedetto” da una perizia tecnica non comune e subito cresciuto tra le moto più sportive. Allora, per chi correva non esisteva un mercato aftermarket o addirittura dei kit pronto-corsa come accade oggi. Chi voleva dei particolari specifici, sia di motore sia di ciclistica, Testo e Foto: Andrea Milella sospensioni racing: ammortizzatore e kit sterzo li. La partecipazione alle competizioni costituì il terreno di prova e di sviluppo per i prodotti che andarono successivamente ad arricchire il mercato aftermarket. L’esperienza acquisita nel campo venIl compito dell’ammortizzatore di sterzo è rendere stabile l’avantreno oppone poi sfruttata per nendosi a un suo eventuale sbacchettamento. Quest’ultimo si verifica con forti allestire una produ- oscillazioni del gruppo di sterzo, sovente in grado di sbilanciare e addirittura zione assai più am- disarcionare il pilota. A tali oscillazioni l’ammortizzatore pone un freno, offrendo una resistenza oleopneumatica diretta alla piastra di sterzo. La taratura di questo pia delle sole moto componente fa sì che entri in funzione soltanto se la velocità di movimento è da corsa, estesa improvvisa e particolarmente elevata, in modo da non disturbare la conduzione dalle naked giappo- della moto in situazioni normali. nesi fino alle BMW. Oggi, dalla sua sede di Medicina (BO), FG controlla una rete di decine di agenti commerciali in continua espansione e vanta volumi di vendite impressionanti, tanto da spingere Franco a progettare l’apertura di una seconda sede in Spagna. I prodotti trattati mortizzatori ai kit interni per le forcelle, dagli dall’azienda italiana sono principalmente ammortizzatori di sterzo ai cavalletti, fino a aftermarket, anche se non mancano rari tutta una gamma di banchi prova e strumenesempi di primo equipaggiamento (per moto tazione per i preparatori che si cimentano Bimota, per esempio). Si va dai monoam- nel difficile campo delle sospensioni. ■ TECNICA doveva fabbricarseli in casa, proprio come iniziò a fare Franco per sé e per i propri amici. I risultati furono straordinariamente positivi, tanto che egli ne fece la sua attività professionale. La qualità dei cavalletti FG ne permise un notevole successo e una rapida diffusione e egli incominciò a esportare ben oltre i confini italiani ed europei. Sempre in quel periodo, prese avvio la sua collaborazione con una ditta italiana attiva nel campo delle sospensioni. Il suo “biglietto da visita” era niente di meno che una motocicletta, monocilindrica due tempi, che egli si era costruito per partecipare ad alcune gare. Essa venne in particolare apprezzata per il comparto sospensioni assai performante, e fu così che Franco iniziò a collaborare commercialmente e tecnicamente con quella ditta. Il binomio così costituito produsse risultati interessanti nell’ambito delle competizioni, in cui si riportarono diversi successi. L’idillio, tuttavia, si interruppe quando l’azienda per la quale Franco collaborava decise di essere in grado di vincere anche senza il suo apporto. Così la FG continuò autonomamente a lavorare nel ramo delle sospensioni e della produzioni di sollevatori. I risultati furono subito incoraggianti: le moto che correvano con i componenti realizzati da Franco Gubellini si assicurarono nel primo anno ben cinque campionati italiani e un europeo, bissando il successo gli anni successivi e aggiungendoci pure dei titoli mondia- 65 settembre Molte sono le certificazioni di ringraziamenti ricevuti da FG, per la sua costante presenza a fianco delle squadre impegnate nei vari campionati. Franco Gubellini si è fatto un nome anche per una capacità che trascende l’aspetto della ciclistica, per andare ad abbracciare la dinamica del veicolo nel suo complesso. La prima fase inizia con lo smontaggio del monoammortizzatore originale. Per farlo, togliete il serbatoio e utilizzate dei cavalletti per le pedane. Il normale cavalletto posteriore infatti causerebbe, una volta rimossa la sospensione, il collasso della moto sul forcellone. Un’altra accortezza è quella di smontare il terminale, in modo tale da permettervi l’accesso ai leveraggi della sospensione posteriore. Questi ultimi, infatti, andranno sganciati, per liberare il piede dell’ammortizzatore. Analoga operazione andrà eseguita nel dado di fissaggio della parte superiore con il telaietto. Procedendo in questo modo, dovreste essere in grado di liberare il mono originale. Recuperate la forchetta superiore originale e montatela sulla testa dell’ammortizzatore Gubellini. Ingrassate leggermente la parte non filettata del gambo della vite e serrate il dado a 44 Nm utilizzando una chiave dinamometrica. 66 settembre Il contenuto del kit per il montaggio del monoammortizzatore posteriore FG Special Parts contiene, oltre al suddetto, la chiave per la regolazione del precarico e un comodo libretto di istruzioni. Infilata la forchetta superiore al supporto collocato nel telaietto, provvedete a rimontare i leveraggi, congiungendoli con la base dell’ammortizzatore FG, avendo cura di ingrassarli e facendo attenzione a rimontare le boccole al loro posto. Il serraggio dei leveraggi deve avvenire a una coppia di 40 Nm. sospensioni racing: ammortizzatore e kit sterzo TECNICA Un confronto tra il monoammortizzatore originale e quello marchiato “made by Gubellini”. 67 settembre Ora siete pronti a infilare il nuovo ammortizzatore, allo stesso modo in cui avete estratto quello vecchio. Come potete notare dall’immagine, lo spazio a disposizione tra forcellone e codone non è particolarmente elevato, quindi fate attenzione a non graffiare né la sospensione né il bibraccio. Il montaggio dell’ammortizzatore di sterzo inizia con la rimozione della piastra superiore. Questa andrà sistemata in una morsa, previa apposizione di uno strato morbido per evitare di rovinarla. Il blocchetto a chiave va rimosso, visto che per le gare non serve. Per fare ciò, bisogna trapanare le viti di sicurezza che lo vincolano alla piastra di sterzo. Vi consigliamo di iniziare con una punta piccola per creare un preforo per una più grande. Realizzato un foro sufficientemente profondo, basterà inserire un maschio sinistrorso e con attenzione estrarre la vite. In caso non ci riusciste, procedete con una punta più grande (6,5 - 7 mm) fino a far saltare le teste delle viti; tolto il blocchetto, basterà afferrare i monconi delle viti con una tenaglia e svitarle. Il contenuto del kit per il montaggio dell’ammortizzatore di sterzo FG Special Parts. Prima di iniziare il lavoro, vi consigliamo di verificare, utilizzando le istruzioni fornite, la presenza di tutti i componenti necessari alle operazioni di assemblaggio. Quello che vedete nella foto è il nuovo dado del perno di sterzo, fornito in dotazione nel kit FG. Questo componente, provvisto di foro filettato, andrà a sostituire quello originale. Prima di fissarlo al suo posto, tuttavia, dovrete avvitarci dentro una delle viti in dotazione, in modo che la filettatura sporga dalla parte superiore. A essa andrà poi avvitato il braccio di collegamento tra il perno e il supporto che andrà montato successivamente tra serbatoio e cannotto. La foto ci mostra il fissaggio della placca di supporto sulla piastra superiore di sterzo. Essa viene ancorata tramite l’utilizzo di due viti a brugola, anch’esse facenti parte del kit, che include tutta la viteria necessaria al montaggio. All’occhiello visibile in foto andrà poi vincolato il piede dell’ammortizzatore di sterzo. Alzata la parte anteriore del serbatoio, dovremo infilare il massiccio giunto tubolare nel buco normalmente predisposto per la vite di serraggio di questo al telaio. Questa operazione consente di creare un vincolo tra telaio, serbatoio e il supporto per il corpo dell’ammortizzatore di sterzo, come si vedrà nelle fasi successive. 68 settembre L’occhiello posto al termine dell’asta passante nell’ammortizzatore andrà avvitato nel supporto mostrato nella pagina precedente. Posizionate quindi l’ammortizzatore nel collarino e il relativo O-ring come nell’immagine. Quindi utilizzate la vite corta per serrare occhiello e supporto. Se avrete seguito alla perfezione le istruzioni sopra riportate, otterrete questo risultato. Utilizzate il pomello sulla sinistra per regolare lo scorrimento dell’asta nell’ammortizzatore. sospensioni racing: ammortizzatore e kit sterzo Infine, andrà montata la lunga vite a brugola, che dovrà vincolare il collarino dell’ammortizzatore di sterzo, il braccio trasversale di giunzione con il dado, il supporto a bracci infilato nel giunto tubolare e il telaio. Per sollevare il serbatoio durante le operazioni di manutenzione ordinaria, sarà sufficiente togliere questa vite e spostare l’ammortizzatore lateralmente. TECNICA In quest’immagine è mostrato il braccio trasversale che andrà a congiungere il dado del cannotto di sterzo (visto nella terza foto) al supporto a bracci appena montato. Ricordatevi che il dado andrà serrato prima che venga montato il braccio trasversale. Fate altresì attenzione a interporre degli O-ring, inclusi nel kit, in corrispondenza delle giunture critiche, e comunque in tutte le posizioni indicate nelle istruzioni. 69 settembre Il supporto a due bracci che vedete in foto andrà montato sul giunto tubolare visto nell’immagine precedente ed è deputato a fornire un ponte tra il telaio e il giunto stesso, sul quale verrà poi avvitato il corpo dell’ammortizzatore di sterzo. I due bracci del supporto alloggeranno delle viti a brugola, la cui lunghezza andrà opportunamente calcolata (utilizzando un calibro per pareggiarla da ambo i lati) per permettere loro di andare in battuta sul telaio con la testa. In questo modo, si evita di forare il telaio e la presenza delle viti permette di scegliere la giusta lunghezza a seconda delle inevitabili differenze dimensionali tra un telaio e l’altro. Raccomandiamo di bloccarle con del frenafiletti, poiché il sottotesta non è in battuta e le viti tenderebbero ad avvitarsi.