I confini d’impresa e la dimensione aziendale più conveniente Capitolo 14 Crescita e sviluppo Crescita: implica uno sviluppo Sviluppo: può essere sia quantitativo, sia qualitativo e riguardare una cambiamento dei rapporti impresa ambiente. Lo sviluppo non implica necessariamente la crescita. 2 Prof.ssa Annalisa Tunisini - a.a. 2008/2009 Economie dimensionali Economie dimensionali: vantaggio in termini di riduzione dei costi unitari per il fatto di operare ad elevate dimensioni produttive interne: se riferite all’impresa o a sue parti Connesse alla scala dimensionale (size) Connesse alla crescita (growth) esterne: se riferite al settore produttivo ove opera l’impresa 3 Prof.ssa Annalisa Tunisini - a.a. 2008/2009 Economie di scala tecnologiche riduzioni del costo unitario del prodotto dovute al passaggio da un’entità produttiva (impianto o impresa) minima ad una di maggiori dimensioni sono legate all’impianto/stabilimento e possono essere di breve periodo di lungo periodo di lunghissimo periodo 4 Prof.ssa Annalisa Tunisini - a.a. 2008/2009 Breve periodo - sono economie legate allo sfruttamento della massima capacità produttiva d’impianto, mutando solo l’input dei fattori variabili diretti - non varia la capacità produttiva d’impianto Lungo periodo - economie legate alla diminuzione dei costi unitari di produzione all’aumentare della capacità produttiva d’impianto (cambia la dimensione d’impianto in funzione di quanto si sa di dover produrre) - non variano le tecniche produttive Lunghissimo periodo variano le tecniche produttive e dunque si realizzano economie interne di scala a tecnica mutata 5 Prof.ssa Annalisa Tunisini - a.a. 2008/2009 Perché si ha una riduzione dei costi unitari al crescere della dimensione d’impianto? perché i costi di impianto (da ammortizzare) crescono in modo meno che proporzionale al crescere della dimensione d’impianto per una maggiore possibilità di regolarità produttiva rispetto ai piccoli numeri per i costi di progettazione e altri costi immateriali che sono comunque elevati sia che si debba produrre un impianto più piccolo sia che si produca un impianto più grande perché gli impianti maggiori chiedono una divisione del lavoro e maggiore specializzazione fonti di economia per migliorare l’uso dei sottoprodotti e degli scarti 6 Prof.ssa Annalisa Tunisini - a.a. 2008/2009 Economie di scala di gestione Costituiscono la riduzione del costo unitario medio complessivo di produzione che un’impresa di grandi dimensioni può conseguire in aggiunta alle economie di scala tecnologiche perché gode di una maggiore suddivisione dei compiti direttivi e di maggiore meccanizzazione dei processi amministrativi e gestionali: si ha una maggiore specializzazione per funzioni si hanno elementi professionali più qualificati maggiore efficienza della rete di vendita e sinergie di distribuzione economie di scala legate alla ricerca scientifica maggiori facilità di approvvigionamento maggiori possibilità di buon accesso al finanziamento 7 Prof.ssa Annalisa Tunisini - a.a. 2008/2009 Economie di scala e di scopo Economie di scala: sono legate ai volumi ed alle quantità omogenee tanta produzione: riduzione del costo unitario del prodotto tanti acquisti: riduzione del costo unitario d’acquisto Economie di scopo (raggio d’azione): sono legate all’eterogeneità dei prodotti, delle risorse e delle attività: economie acquisite con l’espansione dei confini d’impresa: es. i vantaggi della diversificazione che sfrutta risorse finanziarie e manageriali comuni es. diversi usi commerciali di un’innovazione di base sviluppo di più output da impianto flessibile uso struttura commerciale di gruppo da parte di tutte le imprese del gruppo Le economie di scopo non implicano necessariamente una crescita dimensionale d’impresa ma una crescita esterna 8 Prof.ssa Annalisa Tunisini - a.a. 2008/2009 Qual è la dimensione più conveniente (ottima)? Le imprese trovano un limite all’espansione (produttiva) INTERNA legato alla dimensione ed alla capacità produttiva degli impianti di cui dispongono. La capacità produttiva e in particolare di capacità produttiva d’impianto è il numero di unità di prodotto che l’impianto può fornire in un’unità di tempo: Capacità produttiva teorica: la prestazione che un impianto è in grado di dare in un’unità temporale ridotta (giorno, ora), senza arresti Capacità produttiva effettiva: tiene conto delle interruzioni, della qualità della materia prima, della capacità professionale Capacità produttiva economica: è la produzione effettiva economicamente utilizzabile Prof.ssa Annalisa Tunisini - a.a. 2008/2009 9 Il problema dimensionale Occorre considerare che, saturata la capacità produttiva dei propri impianti, un’impresa può ricorrere all’esterno per fare produrre l’eccedenza richiesta dai suoi clienti. Poiché l’assetto organizzativo e la struttura/capacità manageriale costituiscono un limite alla crescita dimensionale l’impresa può crescere “per linee esterne”. Il tema della dimensione va inquadrato in un problema più generale che supera i confini d’impresa. 10 Prof.ssa Annalisa Tunisini - a.a. 2008/2009 Occorre rivedere il concetto di dimensione nel momento in cui i confini di un’azienda non vengono più definiti da elementi fisici (edifici, impianti, dipendenti) direttamente posseduti e gestiti ma anche da elementi immateriali e l’impresa realizza uno sviluppo qualitativo attraverso le collaborazioni Il problema della dimensione ottimale varia nel tempo e a seconda delle circostanze e può variare da impresa ad impresa (varietà dei modelli d’impresa). La crescita eccessiva può generare inefficienze e occorre valutare la dimensione e la qualità della crescita dimensionale (linee esterne) di caso in caso. Le scelte effettuate devono poi essere continuamente riviste dall’impresa. 11 Prof.ssa Annalisa Tunisini - a.a. 2008/2009