N
Notiziario della Comunità Cristiana di Piombino Dese
.1 > 2010
COSTRUIRE INSIEME
Notiziario della Comunità Cristiana di Piombino Dese
N° 1 - settembre 2010
Sommario
La famiglia soggetto e via di evangelizzazione
3
Il Consiglio Pastorale Parrocchiale (C.P.P.)
8
La Festa del Corpus Domini 10
La mia esperienza di Adorazione
12
Piombino D’estate
14
Il cinema-teatro parrocchale “Montello”
20
Battesimi
22
Nuove Famiglie
22
Defunti
23
Direttore: Mons. Giorgio Marangon
Gruppo Redazionale: Angelo Pelloso, Giuseppe Vedovato, Jenny Cappellin, Luca Cappelin, Paola Galozzi, Roberto Bighin, Vania
Basso, Mirco Simionato.
Hanno collaborato: Don Michele Pestrin, Giuliana, Lidia, Gianni, Fiorella, Maria Baggio, gli animatori ACR, ACG, del Grest e del
Gruppo In, Mazzocca Pier Attilio.
Parrocchia di Piombino Dese, via Roma 35017 Piombino Dese (Padova) Tel. 049 9365185
2
La famiglia soggetto e via di evangelizzazione
da considerare uno strumento di collegamento pastorale e di formazione che la Comunità cristiana si
è data per offrire a tutti i battezzati la possibilità di
mantenersi informati a riguardo degli eventi ecclesiali, degli appuntamenti e delle iniziative formative
e sacramentali, dei problemi pastorali e di tutto ciò
che è attinente alla vita della Chiesa e della Comunità cristiana di Piombino. Esso ci aiuterà inoltre a
leggere cristianamente i fatti e gli eventi del nostro
oggi. “COSTRUIRE INSIEME” sarà recapitato in ogni
famiglia e quelle che lo ritengono opportuno, liberamente, possono contribuire con un’offerta; le
famiglie inoltre potranno richiedere gratuitamente
copie in più da spedire ai parenti, emigrati o missionari, che lo desiderano.
CONTINUIAMO A “COSTRUIRE INSIEME”
NELLE CASE LA CARITÀ SI FA RELAZIONE D’AMORE
Carissime famiglie di Piombino, in alcune delle vostre case sono già entrato di persona per la “visita
alle famiglie” e per la cura spirituale degli ammalati
e anziani: vi ringrazio per l’ospitalità e la fede manifestate nell’accogliere la benedizione del Signore.
Pian piano entrerò in tutte le case, perché voi famiglie siete le vive cellule che compongono la comunità parrocchiale, siete piccole “chiese domestiche”.
E’ dentro le vostre case che la Carità divina, sgorgata
dal cuore trafitto di Cristo e consegnataci ogni domenica nell’Eucaristia che mangiamo, ha la possibilità concreta di diventare relazione d’amore: amore
sponsale, amore materno-paterno, amore filiale,
amore fraterno, parentale, amicale e sociale. Nelle
altre famiglie, che sono ancora la maggioranza, mi
faccio precedere da questa riflessione, una sorta di
apertura del mio animo di prete e di quanto mi sta
a cuore nel muovere i primi passi del servizio pastorale in mezzo a voi. Lo faccio servendomi di questo
bollettino, “COSTRUIRE INSIEME”, che riprendiamo a pubblicare ritenendolo un rilevante mezzo di
comunicazione lasciatoci in eredità da don Aldo.
“COSTRUIRE INSIEME” vi raggiungerà quattro volte l’anno: Settembre (per l’avvio programmatico
dell’anno pastorale), Novembre (per Avvento e Natale), Febbraio (per Quaresima e Pasqua), Aprile
(per il periodo estivo). Questo semplice “libretto” è
RESPONSABILITA’ VERSO TUTTI
Da circa sei mesi sono vostro Parroco, pastore dei
cristiani di Piombino Dese; mi sono sentito onorato
da Dio e da voi. Ho avvertito l’onore che il Padre
mi conferiva ritenendomi degno di rappresentare il
Figlio suo Gesù in mezzo a voi. E onorato da voi che,
mossi dalla fede, avete manifestato benevolenza, fiducia e accoglienza, non subito e immediatamente
verso un’autorità, ma anzitutto per il nuovo Pastore
che la Provvidenza divina vi dona dopo la lunga, generosa e infaticabile azione pastorale di mons. Aldo
Roma. Grazie!
Ogni onore genera la responsabilità, e io la sento
nella mia carne, non con angoscia, ma con assillo.
3
Mi è entrata nel cuore quando il 21 marzo 2010 il
Vescovo Gianfranco, davanti a molti di voi, mi ha
chiesto: “Vuoi essere sempre più strettamente
unito a Cristo sommo sacerdote, che si è offerto come vittima pura a Dio Padre per noi,
consacrando te stesso insieme con lui per la
salvezza di tutti gli uomini?“. Non gli ho risposto
subito :“Lo voglio”, ma “Sì, con l’aiuto di Dio, lo
voglio”. Nessuna mente sana potrebbe seriamente
rispondere a questa domanda se non avesse sperimentato la forza dell’aiuto di Dio e non continuasse a credere audacemente in Lui. E l’aiuto di Dio è
potenza che si manifesta pienamente nella propria
personale debolezza: anch’io, con S.Paolo, volentieri
mi vanto in essa.
Dio Padre vuole che tutti si salvino, si consegnino
con fede e amore a Gesù affinché uniti a Lui siano
portati in Paradiso. Nessun vero padre può concepire che uno dei suoi figli si perda, tanto meno il Padre
nostro che è nei Cieli. “Tutti gli uomini”, per me ha
voluto specificatamente dire, tutti i Piombinesi. “Tutti” il Padre vi vuole con Lui, a tutti e a ciascuno offre
la Comunione con Sé per mezzo del Figlio suo Gesù.
Il “…per voi e per tutti” proclamato da Gesù nel Cenacolo durante l’istituzione dell’Eucaristia, sblocca
dalle paure della diversità, fa vincere le depressioni
dell’indegnità personale e delle impossibilità umane,
apre alla fiducia nella sua grande Misericordia, libera
dalle parzialità e muove all’audacia nel sostenere le
sfide di questo nostro tempo. Grato al Padre per il
dono della fede e del sacerdozio, con voi desidero e
voglio sempre più unirmi al Signore Gesù amandolo
nello Spirito Santo. Essere in mezzo a voi piccolo e
povero segno della Sua potente salvezza a vantaggio
di ciascuno e di tutti vuol dire non sorvolare sulle
sfide che incombono sulla nostra fede ma affrontarle
con umiltà e coraggio nel Signore.
FAMIGLIA VIVI E TRASMETTI
LA FEDE E L’AMORE
AL CUORE DELLA CRISI
Gli esiti di una delle sfide più radicali che stiamo
patendo sono sotto gli occhi di tutti: l’immane sofferenza generata, negli sposi e nei figli, ma anche
nei parenti e amici, dal fallimento coniugale, dalla
disaffezione e dalla paura del matrimonio e dallo
smarrimento di che cosa sia l’amore e la sessualità.
La sfida lanciata al matrimonio è radicale e per
certi versi ricapitola le altre, perché:
• colpisce alla radice la primordiale e fondamentale esperienza di umanizzazione, il
rapporto tra generi (il maschile e il femminile) e
generazioni (adulti e minori). Questo rapporto è
indispensabile ad ogni adulto (e alla società) per
il compimento della propria maturazione umana
e spirituale nell’amore e per l’esercizio della responsabilità educativa: la trasmissione alle nuove
generazioni del patrimonio di sapienza maturato.
E’ indispensabile ad ogni cucciolo d’uomo perché possa scoprire la propria identità, la sicurezza
della propria dignità umana e la gioia di essere
figlio benvenuto nella storia di questo mondo.
L’attacco alla famiglia fondata sul matrimonio è
il tentativo diabolico di strappare dalla coscienza cristiana la prima pagina della bibbia, là dove
essa ci svela che l’uomo è voluto da Dio, pensato
ad immagine Sua, e lo è nel suo essere uomo e
donna chiamato alla reciproca, stabile, fedele e
feconda relazione d’amore. L’uomo e la donna
sono la Sua luogotenenza sulla terra, suoi primi
e stretti collaboratori per la crescita, in estensione
ed in intensità, dell’umanità.
• La sfida inoltre è radicale perché coloro che ne
sono colpiti sono fortemente indotti all’ateismo. Infatti l’esperienza affettiva del tradimento,
dell’infedeltà, dell’instabilità, della perversione
sessuale, subiti o provocati, induce al quasi insanabile sospetto dell’esistenza dell’Amore vero,
fedele, stabile e fecondo proprio come quello di
Dio. Coloro che hanno sperimentato il tradimen4
AFFRONTIAMO LA SFIDA CON LA GRAZIA E LA
FORZA DEL SACRAMENTO DELLE NOZZE
to e l’abbandono dello sposo o della sposa, del
padre o della madre, il conflitto permanente dei
genitori, la depravazione sessuale, rimangono
drammaticamente feriti. Per loro, le parole della
comunicazione della fede e della spiritualità (padre e madre, sposo e sposa, figlio e figlia, gratuità e fedeltà, amore e tenerezza, generosità e
generazione, giustizia e perdono, castità e purezza, ecc ), difficilmente fanno presa evocando nel
loro cuore il volto di Dio manifestatoci in Gesù e
dei suoi sentimenti nei nostri confronti: la fedeltà,
la misericordia, la bontà, la tenerezza, la fiducia,
ecc. .
Accettare questa sfida radicale significa anzitutto
mettere al centro della missione della comunità cristiana gli sposi e la famiglia generati
dalla grazia del sacramento nuziale, non solo
come destinatari della sua azione pastorale ma anche come soggetti di pastorale che, unitamente
ai sacerdoti, annunciano con la vita quotidiana la
bellezza e la verità dell’amore sponsale del matrimonio e della famiglia. Tale amore nuziale si è manifestato nell’Incarnazione e nella Croce di Gesù e ci
è consegnato e donato nell’Eucaristia. La celebrazione del sacramento del matrimonio ha reso gli sposi
vivente ed efficace ripresentazione dell’amore nuziale di Cristo stesso e abilitati a custodirlo, rivelarlo
e comunicarlo. Mettere al centro gli sposi e la famiglia significa inoltre
prenderci cura di tutti
coloro che sono nelle
case delle famiglie: i
bambini e i ragazzi, gli
adolescenti e i giovani,
gli sposi di tutte le età
e coloro che sono rimasti soli, gli anziani e
gli ammalati, le persone vedove, separate o
divorziate, le coppie in
difficoltà, per comunicare loro la grandezza e la gioia della comune chiamata di Dio all’Amore nuziale. Amare nuzialmente
ci conduce alla piena realizzazione della nostra persona: sia nella condizione di vita matrimoniale che
in quella celibataria.
Un particolare pensiero va agli sposi anziani che
in pochi anni hanno visto cambiare radicalmente la
società e i costumi.
Attraverso le loro ginocchia abitualmente piegate
davanti al Dio Provvidente e alla materna assistenza
di Maria, è scesa sulla storia di Piombino la grazia
di una fede che ha del prodigioso: avevano pochissimo ed hanno saputo dare pane ed educazione ai
loro numerosi figli, possedevano quasi nulla e sono
riusciti a riscattare la loro dignità personale, familiare, economica e abitativa dalla mezzadria, dalla af-
A questo proposito Papa Giovanni Paolo II ha parole
quanto mai chiarissime : “Non si può comprendere
la Chiesa come Corpo mistico di Cristo, come segno
dell’alleanza dell’uomo con Dio in Cristo,
come
sacramento
universale di salvezza,
senza riferirsi al grande mistero congiunto
alla creazione dell’uomo maschio e femmina e alla vocazione di
entrambi all’amore coniugale, alla paternità
e alla maternità. Non
esiste il grande mistero, che è la Chiesa e l’umanità
in Cristo, senza il grande mistero espresso nell’essere una sola carne, cioè nella realtà del matrimonio
e della famiglia”. Lettera alle Famiglie n° 19.
Il Papa ha l’ardire di rovesciare la modalità di accesso al cuore della nostra fede, al mistero cristiano. In
parole più semplici il Papa ci dice: senza il cifrario,
la grammatica dell’uomo e della donna, della loro
relazione originaria, del mistero d’amore di fedeltà
e di fecondità, ci mancherebbero le categorie per
parlare dei misteri fondamentali della Creazione,
dell’Incarnazione e del mistero della Relazione tra
Cristo e la Chiesa. A sua volta questi misteri illuminano e fanno pienamente comprendere il grande
mistero dell’essere una sola carne dell’uomo e della
donna.
5
LA FAMIGLIA SOGGETTO E RISORSA
ECCLESIALE E SOCIALE
fittanza e avviare attività produttive anche di rilievo.
Le loro povere abitazioni erano autentiche case di
preghiera: si pregava al mattino e la sera, personalmente e insieme; quando il pericolo meteorologico incombeva e quando la salute era minacciata,
quando suonavano le campane dell’Ave Maria, e
quando suonava il transito: tutto era scandito dalla
preghiera. La preghiera faceva scendere su quelle
case l’umile ma forte presenza dello Spirito Santo.
Nella loro relazione d’amore forse non esprimevano molto i sentimenti e la tenerezza ma avevano la
capacità di una fedeltà a tutta prova.
L’alleanza coniugale permeata dalle fede era così
tenace da permettere loro di intraprendere imprese e sacrifici che avevano dello straordinario: loro
stessi ignorano, dicono sovente, come siano usciti
vincenti da situazioni di miseria, oppressione e pericolo. La loro eredità spirituale ci è molto preziosa e
non possiamo essere così sciocchi da scialacquarla
o peggio ancora irriderla. Se ancora un po’ di fede e
il valore della famiglia sono giunti fino a noi dobbiamo ringraziare e onorare i nostri sposi anziani che
ora sono nonni e bisnonni.
La carità di Gesù Sposo ci aiuterà inoltre a trovare le
strade per essere più vicini, senza inganni, alle coppie conviventi, a quelle unite solo civilmente e
a quelle che, divorziate, hanno formato nuovi
nuclei con matrimoni civili. Riferirsi all’amore di
Gesù Sposo significa sviluppare un’azione pastorale
accogliente e misericordiosa. Sarà necessario offrire
contributi puntuali e specifici per cercare di risanare,
là dove è possibile, la loro condizione.
Là dove la situazione risulti irreversibile, sostenere
spiritualmente queste coppie in modo tale che non
si vivano fuori dalla Chiesa ma in comunione con
essa anche se non sono nella piena testimonianza
cristiana.
«La famiglia cristiana - afferma Giovanni Paolo II – è
chiamata a prendere parte viva e responsabile alla
missione della Chiesa “in modo proprio e originale”, ponendo cioè al servizio della Chiesa e della
società “se stessa”, nel suo essere e agire in quanto intima comunione di vita» (Familiaris consortio,
n.50). Le famiglie devono maturare la consapevolezza di essere un carisma relazionale: è la stessa
naturale struttura comunionale della coppia a essere carisma. Questo va tradotto nella capacità di far
rete tra loro, famiglie che sanno legarsi tra loro da
relazioni forti, fondate cioè sulla condivisione di una
lucida e robusta coscienza del mistero cristiano che
le abita; vivendo la solidarietà educativa, il mutuo
aiuto economico, il sostegno morale e spirituale, la
condivisione della vita all’insegna della fede. Capaci
di ritessere i rapporti della comunità parrocchiale
all’insegna della gratuità e della reciproca benevolenza, affinché la parrocchia diventi una famiglia di
famiglie.
Gli sposi cristiani hanno una doppia cittadinanza:
sono le cellule principali e fondamentali della Comunità cristiana, ma sono contemporaneamente
anche cellule vive della società civile. Le nostre normali famiglie sono risorse e laboratori di umanizzazione, di educazione, di senso civile, di economia
ed offrono alla Società e allo Stato un’umanità di
alta qualità, fior fiore di cittadini e lavoratori. Pertanto urgono politiche familiari, che non siano
assistenziali, ma che considerino la famiglia, fondata
sul matrimonio, soggetto sociale e insostituibile
risorsa sociale: proprio come la Costituzione Italiana fa intendere.
Governare, amministrare, legiferare a partire dalla
famiglia vuol dire guardare ai problemi dell’occupazione, dell’economia, dell’edilizia, della viabilità,
della sanità, della scuola, dello sport, degli orari dei
servizi pubblici, ecc … non solo a partire dal singolo cittadino, ma dal suo essere un “familiare” cioè
dal suo essere strutturalmente inserito in un sistema
relazionale necessario e insostituibile, che va rispettato e difeso, promosso e servito. Diversamente
non solo sottoponiamo la famiglia a frustrazioni e
6
legi ma perché alla famiglia fondata sul matrimonio
venga riconosciuta la titolarità che le spetta: principale risorsa sociale, primo e fondamentale soggetto
sociale ed educativo.
L’associazionismo familiare si propone quale aiuto
alle famiglie e alle Istituzioni promuovendo anzitutto la cultura della famiglia; la solidarietà tra famiglie,
proponendo iniziative, in collaborazione con le altre
forze che operano in questo ambito, a sostegno
delle relazioni solidali tra famiglie; interloquendo
con le Istituzioni verificando che le norme e le leggi, le iniziative e le proposte abbiano come criterio
il bene, la promozione, la difesa della famiglia, dei
suoi tempi e delle sue condizioni di vita.
fatiche estenuanti nel tentativo di recuperare tempi
di dialogo e di vita comune che le sono indispensabili, ma il clima asfittico e di tensione che viene
a crearsi scava nell’animo e nella mente, nell’immaginario collettivo, la perversa convinzione che
il matrimonio sia qualcosa da … evitare e porta
a concludere:”meglio nuclei familiari all’insegna di
relazioni precarie e a responsabilità limitata”.
La famiglia da sola non ce la fa a farsi riconoscere
per ciò che è: comunità di amore e di vita, soggetto
e risorsa sociale. Si apre pertanto una nuova prospettiva quella di famiglie che si alleano e si organizzano insieme: l’associazionismo familiare. E
questo non tanto per rivendicare chissà quali privi-
Mons. Giorgio Marangon
7
Il Consiglio Pastorale Parrocchiale (C.P.P.)
parrocchiale. È il luogo dove i fedeli, soprattutto i
laici, possono esercitare il diritto-dovere di esprimere il proprio pensiero ai pastori e comunicarlo
anche agli altri fedeli, circa il bene della comunità
cristiana parrocchiale: in tal modo esercitano nella
Chiesa la missione regale di Cristo di cui sono stati
fatti partecipi con i sacramenti del Battesimo e della
Confermazione.
II Consiglio Pastorale Parrocchiale intende esprimere l’immagine, la più completa possibile, della
comunità cristiana parrocchiale. Sarà pertanto
necessario che in esso trovino posto, oltre, ovviamente, ai presbiteri e diaconi, le varie forme o stati
di vita consacrata operanti in parrocchia. Saranno
poi presenti i principali stili di vita laicale, come ad
esempio, coniugi, celibi, giovani, anziani, aderenti
ad associazioni o movimenti cristiani, catechisti ecc.
Dal battesimo doni e carismi per il servizio
alla Comunità cristiana
Il più grande dono che ogni cristiano è chiamato a
riconoscere presente nella propria vita è certamente
il dono del Battesimo, l’essere diventato figlio di Dio,
per azione gratuita del Padre. Nel battesimo tutti noi
siamo stati inondati dei doni dello Spirito Santo ed
è in forza di questi che siamo chiamati a svolgere
alcuni servizi pastorali nella nostra Comunità. Tutti i
battezzati sono chiamati ad edificare la Chiesa. Hanno quindi la responsabilità di “servire” i beni che
sono loro affidati. Quali beni? Quelli materiali come
le strutture edilizie funzionali alla pastorale: l’edificio
chiesa, l’oratorio, la scuola materna, ma soprattutto i beni che sono i battezzati, le membra vive del
Corpo Ecclesiale: i ragazzi e i giovani, gli sposi e le
famiglie, gli anziani e gli ammalati …
Per evitare la tentazione che il servizio si trasformi in
potere, occorre che esso sia condiviso e coordinato,
vissuto nel dono sincero di sé e non come affermazione di sé, come dedizione al bene comune e
non come auto-proclamazione . Proprio per questo
è necessario un organismo ecclesiale capace di aiutare tutti e ciascuno a vivere la responsabilità come
servizio co-ordinato, finalizzato non tanto e solo al
bene che io vedo, ma a quel Bene frutto del discernimento spirituale. Questo organismo è appunto il
Consiglio Pastorale Parrocchiale.
La funzione principale del C. P. P.
La funzione principale del Consiglio Pastorale Parrocchiale consiste nel ricercare, studiare e proporre
conclusioni pratiche in ordine alle iniziative pastorali
che riguardano la parrocchia. In particolare è chiamato a:
1. analizzare approfonditamente la situazione pastorale della parrocchia;
2. elaborare alcune linee per il cammino pastorale
della parrocchia, in sintonia con il cammino pastorale della Diocesi;
3. avere attenzione a tutte le questioni pastorali,
non esclusi i problemi pubblici e sociali della comunità, la cui trattazione e soluzione appaiono
necessarie per la vita della parrocchia;
4. le questioni economiche della parrocchia di
per sé sono di competenza del Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici (can. 537),
tuttavia il Consiglio Pastorale sarà interessato
a occuparsi anche degli aspetti economici, soprattutto dal punto di vista pastorale. In caso di
decisioni relative a strutture della parrocchia, il
Cos’è il consiglio pastorale parrocchiale
Diciamo subito che il Consiglio Pastorale Parrocchiale non è un comitato di gestione della parrocchia,
come non è un gruppo per la soluzione di problemi
urgenti, e neppure un gruppo che organizza gite,
sagre, pellegrinaggi, restauri …
Il Consiglio Pastorale Parrocchiale è un organo di comunione che esprime e realizza la corresponsabilità
dei fedeli (presbiteri, diaconi, consacrati e laici) alla
missione della Chiesa, a livello di comunità cristiana
8
Consiglio Pastorale è l’organismo che deve indicare soprattutto le linee orientative da adottare,
lasciando al Consiglio Parrocchiale per gli Affari
Economici l’impegno di occuparsi degli aspetti
‘tecnici’.
mezz’ora di adorazione Eucaristica per chiedere a
Gesù il dono del discernimento, la capacità cioè sintonizzarci con lo Spirito Santo che ci suggerisce le
strade da percorrere. Più apriamo il nostro cuore
e la nostra vita all’azione dello Spirito, più la nostra
Comunità sarà una Comunità viva, feconda e grembo di doni che il Signore non mancherà di fare alle
nostre famiglie.
Mi piace concludere con un proverbio africano: “da
soli si va più veloce, insieme si va più lontano”.
Rapporto tra Parroco e i membri del C. P. P.
All’interno del C.P.P. il Parroco è chiamato a consigliare i laici in modo che i piani pastorali riescano
meglio e le decisioni siano condivise. I laici, da parte loro, sono chiamati a consigliare il Parroco nel
senso di fargli presente le esigenze e le potenzialità
delle famiglie, dei giovani, della società. Il Consiglio
Pastorale Parrocchiale «ha solamente voto consultivo» (can. 536 § 2), nel senso che la deliberazione
consiliare deve necessariamente comprendere il
voto favorevole del parroco.
I membri del Consiglio Pastorale Parrocchiale
Il CPP è stato nominato nel ‘95 da Don Aldo Roma
seguendo due criteri: quello delle elezioni e quello
della rappresentanza dei gruppi ecclesiali. Il nuovo
Parroco, don Giorgio, lo ha riconfermato per almeno un anno integrandolo con qualche membro a
fronte di alcune rinuncie. I membri sono:
Come si muove e si sta muovendo il C.P.P.
Quali sono le domande che guidano e stanno guidando il lavoro del C.P.P.?
• Qual è il tono complessivo della nostra Comunità?
• In che modo la nostra Comunità può annunciare il vangelo all’uomo di oggi affinché non venga mai meno il dono della salvezza di Gesù?
• Che cosa lo Spirito Santo sta chiedendo alla
nostra Comunità? Verso chi ci sta indirizzando?
• Come progettare la vita parrocchiale coinvolgendo e accogliendo la Comunione con Dio e
tra tutte le persone?
Sono già state trattate alcune questioni e sono state prese alcune decisioni come la scelta condivisa
di continuare la stesura del bollettino “Costruire
Insieme” con 4 numeri all’anno. La scelta poi di
affrontare la questione circa il “Cinema Montello”,
soprattutto cercando di discernere quale sia il bene
pastorale di questa struttura.
Come poi abbiamo visto nel foglietto parrocchiale
del 22 agosto ci si sta chiedendo alla luce di Gesù
e del suo Vangelo come pensare alle offerte economiche delle famiglie alla propria Comunità.
Ciò che maggiormente segna il lavoro del Consiglio
Pastorale è lo stile. Infatti ogni incontro inizia con
• Basso Erminio
• Basso Roberto
• Basso Viviana
• Belfiore Jole
• Benozzi Andrea
• Bergamin Selina
• Berti Marcello
• Bianco Adelina
• Bortoletto Michela
• Bragagnolo Matteo
• Caccin Giuliana
• Caicci Federico
• Cappellin Silvano
• Dal Negro Matteo
• De Bortoli Laura
• De Grandis Amedeo
• Formentin Lucia
• Franch Raffaela
• Fratin Doris
• Longato Arianna
• Martinato Michele
• Mason Ismaele
• Mazzocca Pierattilio
• Montin Giovanni
• Motta Suor Elvira
• Naimoli Sandro
• Parisi Claudio
• Parolin Luigia
• Persichetti Maria Pia
• Sacchetto Andrea
• Scquizzato Danilo
• Stocco Antonio
• Torresin Stefano
• Vedovato Giuseppe
• Volpato Annalisa
• Zamprogna Diego
• Zamprogna Sante
Don Michele Pestrin
9
La Festa del Corpus Domini
vescovo la richiesta di introdurre nella diocesi una
festa in onore del Corpus Domini.
La richiesta fu accolta nel 1246 e venne fissata la
data del giovedì dopo l’ottava della Trinità. Più tardi,
nel 1262 salì al soglio pontificio, col nome di Urbano IV, l’antico arcidiacono di Liegi e confidente della
beata Giuliana, Giacomo Pantaleone. Ed è a Bolsena, proprio nel Viterbese, la terra dove è stata aperta
la causa suddetta che in giugno, per tradizione si
tiene la festa del Corpus Domini a ricordo di un particolare miracolo eucaristico avvenuto nel 1263. Un
prete boemo, in pellegrinaggio verso Roma, si fermò a dir messa a Bolsena ed al momento dell’Eucarestia, nello spezzare l’ostia consacrata, fu pervaso
dal dubbio che essa contenesse veramente il corpo
di Cristo. A fugare i suoi dubbi, dall’ostia uscirono
allora alcune gocce di sangue che macchiarono
il bianco corporale di lino liturgico (attualmente
conservato nel Duomo di Orvieto) e alcune pietre
dell’altare tuttora custodite in preziose teche presso
la basilica di Santa Cristina.
Venuto a conoscenza dell’accaduto Papa Urbano
IV istituì ufficialmente la festa del Corpus Domini
estendendola dalla circoscrizione di Liegi a tutta la
cristianità. La data della sua celebrazione fu fissata
nel giovedì seguente la prima domenica dopo la
Pentecoste (60 giorni dopo Pasqua). Così, l’11 Agosto 1264 il Papa promulgò la Bolla “Transiturus” che
istituiva per tutta la cristianità la Festa del Corpus
Domini.
Grazie al Concilio di Trento (1500), si diffusero le
processioni eucaristiche e il culto del Santissimo Sacramento al di fuori della Messa. Se nella Solennità
del Giovedì Santo la Chiesa guarda all’Istituzione
dell’Eucaristia, scrutando il mistero di Cristo che ci
amò sino alla fine donando se stesso in cibo e sigillando il nuovo Patto nel suo Sangue, nel giorno del
Corpus Domini l’attenzione si sposta sull’intima relazione esistente fra Eucaristia e Chiesa, fra il Corpo
del Signore e il suo Corpo Mistico. Le processioni e
le adorazioni prolungate celebrate in questa solen-
Il 6 Giugno la nostra Comunità parrocchiale ha
vissuto con tutta la Chiesa la grande festa del Corpus Domini. Dopo la celebrazione Eucaristica l’assemblea si è avviata processionalmente portando
solennemente il Santissimo Sacramento per le vie
del paese fino alla piazza di fronte al Municipio
comunale.
LA SUA ORIGINE
La festa solenne del Corpus Domuni ( il Corpo del
Signore) ha una origine relativamente recente e
chiude il ciclo delle feste del dopo Pasqua e vuole
celebrare il mistero dell’Eucaristia. E’ stata istituita
grazie ad una suora che nel 1246 per prima volle celebrare il mistero dell’Eucaristia in una festa slegata
dal clima di mestizia e lutto della Settimana Santa.
Nel 1208 la beata Giuliana, priora nel Monastero di
Monte Cornelio presso Liegi, vide durante un’estasi
il disco lunare risplendente di luce candida, deformato però da un lato da una linea rimasta in ombra,
da Dio intese che quella visione significava la Chiesa
del suo tempo che ancora mancava di una solennità
in onore del SS. Sacramento. Il direttore spirituale
della beata, il Canonico di Liegi Giovanni di Lausanne, ottenuto il giudizio favorevole di parecchi
teologi in merito alla suddetta visione, presentò al
10
nità, manifestano pubblicamente la fede del popolo
cristiano in questo Sacramento. In esso la Chiesa
trova la sorgente del suo esistere e della sua comunione con Cristo, Presente nell’Eucaristia in Corpo
Sangue anima e Divinità.
E’ nel solco di questa Tradizione che la nostra Comunità ha celebrato la festa del Corpus Domini con
la relativa processione. Sono state molte le risonanze spirituali positive manifestate a riguardo, tra le
tante, eccone due.
DUE TESTIMONIANZE
Mi è stato chiesto di esprimere le mie impressioni
sulla processione del “Corpus Domini”, subito mi
è venuto di pensare: cosa posso scrivere… è stata
una processione come tutte le altre…
Ma poi ho realizzato che c’è stato un momento non
paragonabile rispetto le altre processioni.
E’ stato quando ci siamo fermati in piazza e don
Giorgio, dal palco allestito in piazza per l’occasione,
esponendo l’ostia consacrata ci invitava ad inginocchiarsi.
In un primo momento ho avvertito quasi un senso
di impaccio.
Ma poi mi sono ritrovata inginocchiata insieme a
tutti gli altri di fronte al Corpo di Cristo racchiuso in
quell’ostia.
Ho provato una sensazione bellissima, una sensazione di appartenenza a qualcosa di grande, che
ci legava tutti indipendentemente dal nostro stato
sociale o anagrafico.
Eravamo tutti lì per adorare e lodare il nostro unico
Signore, Dio Creatore.
Come ogni anno ci siamo incamminati per partecipare alla processione e subito ci siamo resi conto
che c’era qualcosa di diverso dal solito: il percorso
più lungo, i balconi con gli stendardi, il palco nel
centro della piazza Palladio del Municipio.
L’aver ripristinato i valori e il percorso della processione del Corpus Domini di una volta, con i fanciulli
a capo con i fiori … ha suscitato, soprattutto nei più
piccoli, un’emozione e un entusiasmo molto forti,
come da tanto tempo non avveniva.
L’intensa preghiera e i canti esprimevano bene la
sensibilità con cui la festa è stata vissuta durante la
processione.
Con l’arrivo in piazza, dove era stato allestito il palco
con l’altare per l’esposizione del Corpo di Cristo, si è
avuta un’impressione molto profonda quando tutta
la comunità si inginocchiava davanti al Santissimo,
un brivido che attraversava il corpo, facendoci ricordare un brano dell’inno di san Paolo, nella lettera ai
Filippesi :“ … nel nome di Gesù ogni ginocchio si
pieghi nei cieli, sulla terra e sottoterra, e ogni lingua
proclami che Gesù Cristo è il Signore…”.
Pensiamo che tutti i presenti siano tornati a casa con
qualcosa in più nel cuore e noi ci congratuliamo con
il parroco e gli organizzatori per averci dato qualcosa di speciale, che speriamo possa ripetersi.
Grazie.
Giuliana
Lidia, Gianni e Fiorella
11
La mia esperienza di Adorazione
Da qualche mese la comunità cristiana di Piombino
Dese gode di una nuova e grande opportunità. Dal
primo venerdì del mese di giugno è iniziata la preghiera dell’Adorazione Eucaristica settimanale.
L’iniziativa è stata promossa da un gruppo di persone che aveva notato come tanti parrocchiani frequentassero gruppi di preghiera in paesi limitrofi.
E allora, perché non creare anche nella nostra parrocchia un particolare momento di preghiera come
risposta al bisogno di questi cristiani di rinnovare e
fortificare il loro incontro con Dio.
II nostro parroco, Mons.
Don Giorgio, ha accolto
con grande disponibilità e apertura l’iniziativa,
proponendo una giornata di adorazione settimanale. La proposta ha
intercettato il bisogno
di scoprire una nuova
dimensione dell’essere
cristiano e del pregare
che non pochi uomini e
donne del nostro territorio portano nel cuore
attraversato da inquietudine e smarrimento.
Così, il frequentare la chiesa del nostro paese in una
condizione di piccola comunità aperta alla preghiera, si è rivelata una grande opportunità che ci ha
permesso di ritrovarci per adorare insieme, riflettere
con verità e trasparenza nella propria intimità e di
sviluppare l’appartenenza al Signore e alla chiesa.
L’Adorazione è diventata quasi un dialogo silenzioso tra amici che cercano risposte alle domande più
profonde del loro cuore. Domande che riguardano
la nostra esistenza, il nostro destino, il senso di ciò
che siamo e facciamo, il nostro rapporto con Dio
(Dio, chi sei per me? E io chi sono per Te? .. ).
Con sincerità devo dire che quando ho sentito par-
lare di “preghiera di Adorazione davanti al Santissimo Sacramento” mi sono interrogata su cosa fosse
questa pratica religiosa. Non nascondo la mia ignoranza in materia.
A volte si pensa di sapere, di conoscere, ma in realtà
ho scoperto che spesso nei riti sacri si cerca solo
rassicurazione proprio perché non conosciamo a
fondo, o forse temiamo, il “silenzio” e l’”abbandono”, che ho scoperto essere gli elementi salienti di
questo significativo momento.
Una mattina, dopo la Santa
Messa, un’amica, Giuliana,
ha informato me e un’altra
amica Maria dell’iniziativa
chiedendoci un parere. Abbiamo accolto la proposta
con entusiasmo ma poi,
con il passare del tempo,
ecco affiorare quei dubbi e
quegli interrogativi sopra descritti: come pregare? cosa
distingue l’Adorazione dalla
comune preghiera? che cosa
non conosco di questo straordinario rito?
Ho così sentito il bisogno
di capire e mi sono lasciata
condurre da chi l’ha sperimentato prima di me. Non sapere se pregavo
“bene”mi rattristava; mi sono detta: ma quante cose
non so e non conosco. Parlando poi con le altre
persone del gruppo mi sono accorta che in fondo
anche gli altri avevano i miei stessi dubbi, le mie
stesse preoccupazioni.
Piano piano ho scoperto che “preghiera”, “silenzio”,
“invocazione”, “ascolto” e “meditazione” sono tutte
facce dello stesso straordinario momento. Ho capito
che è un’esperienza che va vissuta intimamente, da
ciascuno personalmente cercando di entrare con la
propria mente nel cuore e, così, rimanere davanti a
Gesù nell’Eucaristia.
12
In particolare mi hanno guidato le parole che mi ha
detto un’amica: “Hai una grande opportunità: Prega! Fai quello che ti senti ma vivi la pace dell’incontro, apriti a Colui che ti Ama dal profondo.”
Giorno dopo giorno ho così imparato che la “fedeltà” del tempo donato è stata la mia prima forma di
preghiera. La tranquillità del luogo, il silenzio e l’invocazione allo Spirito Santo poi, mi hanno permesso di portare il mio cuore a Dio, con i suoi carichi di
tristezza ma anche di gioia e di dono.
Infine la meditazione ha parlato alla mia mente e
alla mia anima.
La condivisione, il sentire che tante persone avvertono il mio stesso desiderio di pregare, di trovare
nella preghiera il conforto, la pace e la serenità è
stato molto rassicurante soprattutto in questi tempi
frenetici e caotici.
Concludendo: trovarsi nel silenzio, raccolti nella
piccola cappella della nostra monumentale chiesa,
insieme ad altre persone nello stesso spazio e nello
stesso tempo, così vicini e così unici, nell’intimità più
profonda con il Signore, isolati dal resto del mondo,
dai nostri problemi quotidiani; sentirsi rasserenati e
in pace, avvertire la vicinanza di Dio è stata per me
un’esperienza commovente, forte, unica, meravigliosa. Per questo ritengo valida la nuova proposta
del nostro Parroco di allungare la preghiera di Adorazione davanti al Santissimo Sacramento aggiungendo al venerdì il sabato. Così è offerta anche a
coloro che lavorano l’opportunità di partecipare a
questo importante momento di adorazione.
Maria Baggio
13
Piombino D’estate
Le esperienze formative dei giovani della nostra comunità
vita. Due sono state le giornate particolari. Mercoledì, giorno della camminata, i ragazzi hanno visitato
la bellissima Villa Wellsperg, sede amministrativa del
Parco Naturale di Pavaneggio - Pale di San Martino.
Qui hanno potuto approfondire aspetti naturalistici
legati al clima, alla geologia, alla paleontologia, agli
ambienti e agli animali d’alta quota.
Giovedì invece i ragazzi si sono impegnati nell’incontro e nel dialogo personale con Gesù, nell’isolamento che permette di ascoltarsi dentro e nel
momento della confessione.
Nel pomeriggio la santa Messa celebrata da don
Michele e dal parroco di Massanzago don Claudio è stata vissuta intensamente, con la lettura
da parte dei ragazzi di preghiere di ringraziamento per bei
momenti vissuti al campo.
Estate: tempo di ferie, vacanze e divertimento. Anche, e soprattutto, tempo del ritrovo e dello stare
insieme. Cosa fanno i ragazzi piombinesi d’estate?
Che cos’è un camposcuola? Cosa si fa al Grest? Per
soddisfare la curiosità della comunità di Piombino
Dese il gruppo redazionale del nuovo notiziario
parrocchiale ha raccolto preziose testimonianze
da organizzatori e partecipanti. Ecco quindi una
carrellata dei vari campiscuola dell’ACR e dell’ACG,
del Gruppo In e del Grest. Buona lettura
ACR
camposcuola
elementari
Dall’8 al 14 Agosto si è svolto a Tonadico
in provincia di Trento il camposcuola
ACR Elementari che ha visto coinvolti
quarantasette ragazzi di Piombino Dese
e Massanzago.
Fil rouge della settimana è stato Kung Fu
Panda, il divertente film d’animazione che
racconta le vicende di un imbranato panda gigante alle prese con le arti marziali.
I grandi temi-slogan che hanno scandito
le giornate sono stati i sogni nel cassetto,
il talento acquisito con l’impegno, il caso
che non esiste, l’incontro che cambia la
14
a
a e 2a medi
1
a
l
o
u
amposc
c
Dal 9 al 15 Agosto si è tenuto tra i vigneti di San Pietro di Barbozza il camposcuola di prima e seconda
media. Ha visto coinvolti quaranta fra ragazzi di Piombino Dese e Sant’Ambrogio, sostenuti e accompagnati
dagli animatori e dal nostro parroco monsignor Giorgio.
La storia attorno a cui sono ruotate le attività è stata Le Cronache di Narnia. Giorno per giorno si sono conosciuti nuovi personaggi e analizzati i vari simboli della saga. Degna di nota in questo camposcuola è stata
una serata dedicata all’adorazione eucaristica - un’esperienza tutta nuova per i ragazzi, che ha preceduto il
momento più spirituale del deserto.
Peccato che il maltempo delle ultime giornate abbia compromesso i giochi con l’acqua e il falò finale, ripagati
però da un’ultima serata molto intensa in cui ogni ragazzo ha ringraziato per i doni ricevuti al camposcuola e
fatto festa con buna musica e con i dolcetti dei bravissimi cuochi.
15
a
ola 3
mposcu
media
ca
A Folgaria in provincia di Trento si è svolto dall’1 al 7 Agosto il camposcuola di terza media.
Ventinove ragazzi piombinesi accompagnati da don Michele hanno trattato il tema vasto e affascinante delle
relazioni: relazioni con gli altri e con Gesù, relazioni con il proprio corpo e con l’altro sesso. La sfida della
settimana è stata poi quella di riprendere e rivedere le tematiche relazionali rinnovate sotto lo sguardo amorevole di Gesù e rilette nei momenti di adorazione eucaristica. Sono state organizzate anche attività ricreative
accattivanti, come il pomeriggio in piscina, l’esperienza al palaghiaccio e la camminata sul monte Cornetto
- scalato fino a quota 1815 metri!
re
a superio
1
a
l
o
cu
s
campo
Dal 8 al 14 Agosto si è tenuto in terra toscana il camposcuola di prima superiore dal titolo Sui luoghi
di santa Caterina: per cosa batte il tuo cuore? Incoraggiati dal bel tempo e da un clima di gruppo positivo, i
ragazzi hanno ripercorso i luoghi e la vita della santa.
Da Rencine, frazione di Castellina in Chianti, il gruppo è giunto a piedi fino a Siena. Qui ha visitato la casasantuario di santa Caterina, la chiesa di san Domenico e la chiesa di san Francesco. In quest’ultima è custodita
la testimonianza vivente del miracolo eucaristico - ben 223 ostie consacrate intatte da quasi trecento anni!
Le testimonianze di suor Rachele e di padre Paolo hanno offerto spunti interessanti per riflettere sul rapporto
con Gesù, sulla condotta di una vita pura, sul significato di santità. Come può ciascuno di noi essere santo
nella vita di ogni giorno?
16
re
a e 3a superio
2
oscuola
camp
Dal 15 al 21 Agosto si è svolto in quel di Arezzo nel
Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi il camposcuola semimobile di seconda e terza superiore. Dopo un inizio a Chiusi di La Verna nei pressi del santuario dove san Francesco ricevette le stigmate, il gruppo ha raggiunto con una piacevole passeggiata di
qualche chilometro la località di Badia Prataglia, per poi spostarsi, sempre
a piedi, all’eremo di Camaldoli.
Qui i ragazzi hanno potuto assistere alla bella testimonianza del padre
eremita Francesco e partecipare ai momenti di preghiera insieme ai monaci. L’ultima tappa è stata San Martino a Monte, dove i ragazzi dopo tanto
sgambettare si sono concessi qualche ora di relax in piscina, poi tutti nei
pullmini, una piadina romagnola lungo il percorso e via in direzione di
Piombino Dese! Cosa resta del
campo? Il tema, molto intenso, è stato quello dei moti del
cuore. In luoghi belli e spirituali
come quelli toccati dal gruppo
la grande sfida è stata quella di
imparare a ascoltarsi nel silenzio e nella solitudine, cercando
di dare un nome alle proprie
emozioni per capire come Gesù
attraverso di queste agisce e lavora su di noi.
e
a superior
4
a
l
poscuo
Come da
consuetucam
dine a Piombino Dese,
anche quest’anno il gruppo di quarta superiore ha vissuto il camposcuola estivo all’insegna del servizio e degli altri.
Quest’anno niente passeggiate in Toscana né giri
in bici tra i colli, ciò che ha atteso i ragazzi dal 25
al 31 Luglio è stata un’esperienza tutta particolare
e intensa presso l’Opera della Provvidenza di
Sant’Antonio di Sarmeola - una casa, come qui la
chiamano tutti, che accoglie amorevolmente ospiti disabili psicofisici. A dare il benvenuto ai nostri
ragazzi all’entrata della struttura è stata una grande
scritta che ben potrebbe riassumere l’essenza stessa del camposcuola: Christus in Fratribus, Cristo nei
17
fratelli. Quanto sappiamo riconoscere nel volto dei fratelli sofferenti il volto di Cristo?
Ed eccoci...è lunedì mattina, dopo aver ricevuto i nostri camici veniamo accompagnati nei reparti e facciamo
conoscenza con la mitica suor Paola, con gli ospiti e gli operatori che donano con gioia la loro professionalità
e il loro affetto agli altri. Il nostro compito è quello di accompagnare gli ospiti nelle loro passeggiate, nei diversi laboratori e nella scuola, così da permettere loro momenti ricreativi spensierati. Superato il primo momento
di “imbarazzo” in cui dobbiamo capire come comunicare con loro, ci troviamo immersi nella vita fremente
della casa. Al mattino ci sono le diverse attività: scuola, ludoteca e palestra, al pomeriggio ci aspetta invece
il karaoke, la partita di calcio e poi il rosario. I primi giorni non sono stati semplici, bisognava capire come
entrare in contatto con gli ospiti.. Ma una volta superata questa fase tutto risulta più semplice, si capisce il loro
linguaggio ed il loro modo di esprimersi e riusciamo a fare anche delle belle conversazioni.
Gli animatori riferiscono che è stata un’esperienza molto forte per i ragazzi. In sette giorni hanno toccato con
mano il significato di disabilità, il potere della provvidenza, la gioia gratuita del servizio.
ppo
u
r
g
la
IN ...
scuo
campo
animatori i ragazzi hanno potuto staccare dalla solita
routine e passare un periodo di vacanza tra amici.
Noi animatori tornati affaticati ma contenti, porteremo sempre nei nostri cuori la dolcezza e l’affetto che
i nostri ragazzi ci hanno trasmesso, ed è proprio questo che da vent’anni ci dà la forza per continuare a
crescere insieme. Il Gruppo In… riprenderà le attività al sabato pomeriggio ogni quindici giorni a partire
da ottobre e servirà anche il tuo contributo! Vieni a
trovarci, ti aspettiamo! Per informazioni contattaci a:
[email protected] o al numero di cell.
348.6943671 o vieni a trovarci nella nostra pagina
di Facebook.
Il primo giorno di Agosto il Gruppo in… è partito
alla volta di Valle San Giorgio di Baone nei Colli
Euganei. Il gruppo era composto da una cinquantina
di persone tra ragazzi e animatori, a cui si è aggiunto
un formidabile team di cuochi che ha deliziato ogni
palato con delle buonissime pietanze. Il tema dei
giochi e delle attività è stata la favola Alice nel paese
delle meraviglie. Durante le serate invece non sono
mancati spettacoli, film e karaoke, quest’ultimo riuscito alla grande grazie all’aiuto di amici musicisti che
ancora una volta hanno prestato la loro esperienza
per il divertimento dei ragazzi e degli animatori. Grazie a giornate ricche di attività e alla passione degli
18
grest
Sabato 19 Giugno ha avuto inizio il Grest. E’ stata
un’edizione molto “in” e dai grandi numeri: 110 animatori tra ragazzi e adulti, 320 bambini, più di 20
laboratori, un’equipe di programmazione coordinata da don Michele. Il tutto si è svolto per cinque settimane nei pomeriggi di lunedì, mercoledì e venerdì
con un momento festoso iniziale scandito dai bans
e dai ritmi delle scenette della “storia”, la preghiera,
le attività nei laboratori.
Quest’anno c’è stato solo l’imbarazzo della scelta:
cucito, ceramica, pirografo, bibiclette, hip-hop, karate, art attack, poi ancora canto, majorette, giornalino, bocce, giardinaggio. Dopodiché c’era del tempo
libero per la merenda seguito dall’inizio dei vari tornei sportivi e dei giochi per i più piccoli.
Gli eventi speciali dell’edizione 2010 sono stati la
festa dei nonni e della famiglia la prima settimana,
la tradizionale festa diocesana a Dosson di Casier
che quest’anno ha coinvolto ben 90 ragazzi, la gita
a Movieland, parco divertimenti ambientato nei
vecchi set cinematografici americani, le due giornate ricreative in piscina a Noale, la caccia al tesoro e i
giochi con l’acqua.
La serata finale di Venerdì 23 Luglio è stata un successo: graziati da un tempo che non prometteva
niente di buon, tutti li animatori si sono adoperati
per rendere speciale lo spettacolo, con tanto di presentatori d’eccezione, esibizioni e mercatini, balletti
stile Grease e premiazioni davanti a un pubblico di
650 persone!
Ok ora non mi vengono in mente tante altre cose..
però qualche impressione te la dico..A me sembra
che i ragazzi, che siano animati o animatori, abbiano sempre più voglia di venire al Grest, si vede dal
numero ma anche da tutte le cose che vengono fat-
te.. bisogna dire che un po’ tutti si danno da fare e
tutti hanno un gran voglia di divertirsi..per quanto
sia un’attività e un luogo in cui di regole ce ne sono
molte e vanno rispettate, la sensazione è quella di
libertà..dove si fanno le cose solo per divertirsi e
stare in compagnia (ah è una personalissima opinione!).
Un Grest del genere con questi numeri non
può non stupire per l’entusiasmo, l’organizzazione, il lavoro. Bravi a tutti!
Il gruppo redazionale del notiziario si complimenta
per la buona riuscita delle esperienze formative che
hanno coinvolto i ragazzi della nostra parrocchia.
Ringraziamo il Signore per don Giorgio e don Michele che hanno accompagnato con la loro instancabile presenza i ragazzi nello spirito, perché anche
quest’anno tanti animatori hanno avuto tempo, idee
e entusiasmo per gli altri, perché cuochi generosi si
sono adoperati gratuitamente per sostentare giovani in crescita, per l’equipe che ha curato e reso confortevoli gli spazi dell’oratorio, per tutti quelli che
hanno reso possibile settimane intense di crescita,
amicizia e condivisione!
In collaborazione con gli animatori ACR, ACG,
del Grest e del Gruppo In
19
Il cinema-teatro parrocchiale “Montello”
BREVE CRONACA DELL’AVVICINAMENTO
ALLA QUESTIONE
quale si doveva accedere dall’esterno con idonea piattaforma elevatrice.
Il 14 maggio 2010 è stata recapitata al mio studio una lettera da parte del parroco (leggendola ho visto essere stata
indirizzata anche ad altri studi), che tra l’altro diceva : “Da
quasi due mesi sono Parroco a Piombino Dese, tra le notevoli risorse umano-spirituali che vado via via scoprendo,
… …ho trovato anche qualche cantiere problematico. Le
sollecitazioni più numerose e forti giuntemi a questo proposito riguardano l’ex sala cinema parrocchiale e ho così
preso consapevolezza che versa in uno stato tale da richiedere una perizia. Si tratta di verificare il livello di sicurezza
in cui si trova ….
I motivi per cui mi sono rivolto a voi tutti e non a un singolo sono principalmente due: 1° La sala cinema non è un
bene privato ma sociale, appartiene alla Comunità parrocchiale, ed è a servizio del bene comune di tutti. Pertanto i
suoi problemi vanno affrontati, a seconda della loro specificità, con i relativi professionisti appartenenti alla comunità
cristiana. 2° Un lavoro collegiale porta a una valutazione
condivisa e puntuale. Pertanto sono qui per chiedere la
vostra disponibilità a offrire gratuitamente la vostra competenza e la vostra opera a questo scopo. Pertanto vi invito
ad incontrarci lunedì 31 maggio alle h. 21 in canonica.”
Il 31 maggio 2010 ci siamo ritrovati: erano presenti tutti e
7 gli studi invitati ed inoltre altri tecnici invitati dai colleghi. In totale 11 professionisti del settore, i due sacerdoti,
Andrea Sacchetto quale vice-presidente dell’Oratorio e il
rappresentante del Consiglio Pastorale parrocchiale Ismaele Mason.
Dopo l’ introduzione all’argomento, si sono analizzati alcuni elaborati grafici che documentavano lo stato di fatto
dell’opera e i sig. Sacchetto e Mason hanno fatto una breve relazione sulle condizioni in cui si trova l’edificio e sui
principali problemi che esso presenta. È seguita una ampia
e articolata discussione al termine della quale si è deciso
di costituire una piccola équipe formata da tre ingegneri,
dal rappresentante del Consiglio Pastorale e da Andrea
Sacchetto, allo scopo di redigere una perizia sulle condizioni generali dello stabile. Si è deciso inoltre di richiedere
la collaborazione di due imprese edili che coadiuvassero
i tecnici, in particolare per l’ispezione della copertura alla
Pertanto l’equipe composta da:
• Marconato Stefano e Scquizzato Roberto (Impresari
edili)
• Carnio Valerio, Formentin Carlo e Mazzocca Pier Attilio (ingegneri)
• Mason Ismaele , rappresentante del Consiglio Pastorale
• Andrea Sacchetto, rappresentate dell’Oratorio
In data 05 giugno 2010 ha ripetutamente ispezionato:
• la copertura accedendo alla falda est dal cortile del
centro ricreativo e alla falda ovest dal cortile dell’edificio ACLI mediante apposita piattaforma elevatrice.
• l’interno dell’edificio accedendo al piano terra alla
sala cinema e ai relativi locali accessori e al piano
primo adibito a loggia per gli spettatori e cabina di
proiezione.
rilevando un generale e diffuso stato di degrado che è stato ampiamente descritto e documentato in una specifica
Perizia tecnica consegnata al Parroco.
In data 19 luglio ’10 si è tenuta una seconda riunione generale dei tecnici durante la quale i risultati della Perizia
sono stati esposti e discussi.
In sintesi le considerazioni finali esposte nella Perizia e
nella riunione generale sono le seguenti:
1. La struttura non è pericolosa ma non può essere utilizzata, mentre gli spazi esterni possono essere utilizzati
liberamente.
2. L’edificio è interessato da un rilevante stato di degrado
che, se anche non ha compromesso la integrità delle capriate della copertura e delle principali strutture, necessita
di un serio e urgente intervento di manutenzione che ne
fermi l’evoluzione, allo scopo di non compromettere ulteriormente lo stato di conservazione.
3. E’ stata inoltre formulata un’ ipotesi di un primo intervento di “messa in sicurezza” dell’edificio ed è stato
redatto il relativo preventivo di spesa di massima che
ammonta a 100.000,00.
A questo punto sembrano essere due le condizioni da
perseguire al fine di prendere una decisione sul da farsi:
20
apprezza quanto affermato dal parroco, sottolineando che
il cinema ha costituito una fonte di aggregazione per i giovani della parrocchia, oltre che un luogo di trasmissione
dei valori cristiani attraverso forme artistiche, quali le drammatizzazioni e i recital. Andrea Sacchetto rileva la necessità
di interrogarsi sulla finalità, sull’utilità e sulla missione pastorale di questo edificio, che altrimenti rischia di diventare
un contenitore senza un effettivo contenuto. Amedeo De
Grandis ritiene, invece, che il ripristino della funzionalità
del cinema rappresenti una scommessa finalizzata a creare
una struttura polivalente, da adattare alle esigenze che possono emergere: la disponibilità di tale struttura incentiverà
sicuramente la propensione al suo utilizzo. Claudio Parisi
ribadisce che il bene spirituale che il cinema rappresenta
è costituito dall’aggregazione e dal coinvolgimento delle
persone nelle attività della parrocchia. Annalisa Volpato fa
presente l’esigenza dell’A.C.G. di poter contare su spazi
adeguati in occasione dell’apertura e della chiusura delle
attività di ogni anno, delle loro feste e dei loro ritrovi anche
con i giovani di altre parrocchie limitrofe.
Il parroco riassume quanto finora emerso sottolineando
come il cinema possa costituire: un luogo aggregativo e
funzionale; un luogo promozionale per nobilitare l’anima,
educare al senso della musica, del teatro, dell’arte e di altre
forme espressive; una sala comunitaria dove organizzare
momenti di aggregazione, ricostruendo la comunione della parrocchia.
Il CPP esprime, dunque, l’orientamento tale da ritenere
il cinema un valore funzionale ai fini della crescita della
comunità cristiana; una possibilità di promozione della
cultura musicale e teatrale all’interno di un percorso di sviluppo spirituale, ovvero di catechesi in grado di plasmare
gli animi dei giovani; un luogo idoneo allo svolgimento di
incontri culturali.
A fronte, però, di ulteriori osservazioni che stimolano ulteriormente il discernimento in ordine al tipo di utilizzo
dell’edificio, il parroco invita i componenti del CPP a divulgare in parrocchia quanto emerso a riguardo dell’opportunità di ripristinare la funzionalità di tale edificio. Ritiene,
inoltre, che sia opportuno arrivare ad una decisione definitiva entro Natale, per poi considerare concretamente la
questione economica, anche relativamente alle forme di
coinvolgimento, quanto più possibile rispettose della dignità delle persone che appartengono alla parrocchia.
1. Individuare con realismo il bene pastorale della struttura. Ciò comporta la formulazione di concrete ipotesi di
utilizzo della sala, funzionali ad attività pastorali, educativo-formative, culturali e comunitarie. Inoltre vanno anche
colte le eventuali ricadute che queste attività possono produrre come beneficio sociale.
2. Illustrare dettagliatamente a tutta la Comunità cristiana la situazione della struttura, il bene pastorale che può
rappresentare e le possibili funzioni pastorali. Ascoltare i
vari pareri affinché possa essere manifesto l’orientamento
della loro volontà a riguardo.
Ovviamente la seconda condizione è subordinata alla
prima, pertanto sarà necessario anzitutto precisare con il
Consiglio Pastorale in che senso e in che modo la struttura può servire per il perseguimento dei fini pastorali della
comunità cristiana. Concludendo l’incontro il gruppo dei
tecnici si è reso disponibile a seguire interamente il progetto e l’intervento di recupero del fabbricato.
LA RIFLESSIONE E L’ORIENTAMENTO DEL
CONSIGLIO PASTORALE
Il Consiglio Pastorale ha affrontato la questione della struttura del Cinema “Montello” in data 27 agosto 2010. Per
garantire maggior fedeltà a quanto emerso riporto il verbale dell’incontro. Il parroco riassume quanto emerso nella
perizia stilata dai tecnici sulla situazione statica del cinema
Montello: la struttura non è da ritenersi pericolosa, come
pure gli spazi esterni adiacenti l’oratorio, nonostante lo stato di degrado in cui versa la copertura, che ha determinato
il deterioramento di una capriata, oltre che delle strutture
secondarie. Appare necessario un intervento di messa in
sicurezza che implica una manutenzione della copertura,
il cui costo è stimato intorno a 100.000 euro. Il parroco
sostiene che, innanzitutto, é indispensabile, all’interno del
CPP, individuare con realismo il bene pastorale che eventualmente il cinema rappresenta per la comunità e, una
volta determinato questo, far predisporre un progetto da
sottoporre a tutta la comunità.
Claudio Parisi rileva l’utilità dell’edificio, in quanto potenziale sala polifunzionale, di cui la parrocchia avrebbe
bisogno: se essa si sentirà coinvolta nel progetto di manutenzione, sarà anche più propensa a sostenerlo. Il parroco
sottolinea che le eventuali modalità di utilizzo dell’edificio
verranno vagliate in un secondo momento, mentre attualmente appare necessario chiarire quale bene esso realizza
per la comunità in ordine alla pastorale. Giuliana Caccin
Mazzocca Pier Attilio
21
Battesimi
Nome
Padre
Madre
Data
Fusaro Luigi, Ottavio, Pio
Scaettoli Chiara
Peron Giulia
Volpato Edoardo
Volpato Tommaso
Squizzato Edoardo
Caicci Marta
Conforto Gianluca
Santi Beatrice
Rainato Tommaso
Carretta Lawinia
Puppoli Matilde
Marin Elena
Monterosso Martina
Monterosso Vittoria
Bragagnolo Teresa
Barbato Stefano
Pelloso Sofia
Salvalaggio Pietro
Miolo Leonardo
Venturin Samja
Squizzato Alessandro
Squizzato Ivan
Conte Alessandro
Pasquale
Ariel Roberto
Pietro
Dario
Dario
Federico
Federico
Antonio
Michele
Francesco
Riccardo
Mirco
De Luca Maria Francesca
Mariotto Lisa
Topin Maria
Antognazze Federica
Antognazze Federica
Vendramin Katia
Cibien Laura
Simaz Cinzia
Sorato Monica
Marconato Chiara
Sacchetto Monica
Gasparini Chiara
Petrescu Anna Valentina
Troisi Alessandra
Troisi Alessandra
Miotto Roberta
Frasson Ledi
Squizzato Luisa
Longato Arianna
Daniela Bazzacco
Serena Barbara
Frasson Cinzia
Squizzato Michela
Sozza Tatiana
10 \01\2010
24\01\2010
24\01\2010
07\02\2010
07\02\2010
07\03\2010
07\03\2010
28\03\2010
18\04\2010
25\04\2010
25\04\2010
25\04\2010
28\04\2010
23\05\2010
23\05\2010
23\05\2010
30\05\2010
13\06\2010
11\07\2010
11\07\2010
18\07\2010
01\08\2010
28\08\2010
29\08\2010
Alessandro
Alessandro
Siro
Claudio
Federico
Paolo
Fabrizio
Denis
Leonardo
Andrea
Massimiliano
Nuove Famiglie
Sposo
Sposa
Data
Mazzonetto Matteo
Sgarbossa Bruno
Pozzobon Marco
Savio Giampaolo
Mamprin Massimo
Grumo Giuseppe
Formentin Simone
Bragagnolo Paolo
Nigris Riccardo
Maniero Laerte
Tieppo Paolo
Gatto Jessica
Callegarin Valentina
Vedoato Sara
Zanchin Tatiana
Berti Silvia
Cagnin Giovanna
Fratin Luisa
Bosco Sara
Scopece Ilaria
Squizzato Nadia
Mora Acosta Ana Janeth
10 \04\2010
17\04\2010
01\05\2010
15\05\2010
16\05\2010
22\05\2010
12\06\2010
19\06\2010
03\07\2010
03\07\2010
28\08\2010
22
Defunti
Cognome Nome
Data nascita
Data morte
Vial Elda
Visentin Eugenia
Bortolozzo Damiano
Cagnin Paolo
Pezzin Giuseppe
Cavalli Elio
Ventura Corrado
Visentin Adriana
Dinato Elvira
Zizzola Maria
Consolo Salvatore
Volpato Marcellina
Roncato Silvano
Caon Vitalina
Olivi Giovanna
Stringher Ida
Mazzonetto Luigia
Zoccarato Luigia
Defend Ida
Zamprogna Rino
Marconato Settimo
Basso Primo Angelo
Mason Renzo
Zanini Amelia
Leonardi Bruno
Zanini Ermenegilda
Casarin Luciano Antonio
Miolo Marianna
Salvadori Onorina
Badella Serafino
Longato Lino
Beliato Lino
04\02\1939
15\03\1920
20\01\1937
19\03\1958
07\11\1918
31\08\1925
08\04\1931
19\04\1942
08\02\1920
14\12\1925
12\07\1925
04\08\1910
20\01\1940
28\04\1924
11\08\1934
09\11\1922
14\04\1910
29\11\1948
28\11\1919
26\07\1943
07\04\1927
09\12\1920
02\08\1944
27\04\1923
09\08\1920
01\05\1913
23\05\1935
28\07\1925
16\08\1925
07\03\1933
08\06\1924
05\11\1947
21\12\2009
28\12\2009
06\01\2010
06\01\2010
29\01\2010
05\02\2010
17\02\2010
21\02\2010
11\03\2010
19\03\2010
20\03\2010
05\04\2010
12\04\2010
09\04\2010
19\04\2010
24\04\2010
17\05\2010
19\05\2010
20\05\2010
23\05\2010
29\05\2010
27\06\2010
24\06\2010
02\07\2010
12\07\2010
09\07\2010
01\08\2010
14\08\2010
17\08\2010
26\08\2010
25\08\2010
31\08\2010
In questo primo numero di ripresa di “Costruire Insieme” sono riportati solamente i nomi e le relative date
di nascita e di morte dei nostri fratelli che sono tornati alla Casa del Padre.
La scelta è stata obbligata sia dall’elevato numero di persone che dall’assenza di altri dati. Dal prossimo
numero inseriremo i defunti che sono morti a partire dal mese di settembre con relativa foto e qualche riga
che ne dica il profilo.
A tal proposito, al momento del decesso, quando si va dal Parroco, coloro che lo desiderano portino una
fotografia del defunto e 3-4 righe con le caratteristiche della persona.
23
Parrocchia di Piombino Dese, via Roma 35017 Piombino Dese (Padova) Tel. 049 9365185
Scarica

Settembre 2010 - Parrocchia Piombino