Un’ Associazione di giovani: per i giovani a bassa scolarità, lavoratori, disoccupati, studenti di Centri di formazione professionale. Nata in Belgio nel 1925, ad opera di J. Cardijn, la Gi.O.C. (Gioventù Operaia Cristiana) è una Associazione (riconosciuta dalla CEI) composta da giovani del mondo popolare, lavoratori e studenti, presente in alcune regioni italiane e in 50 Paesi del mondo. Propone ai giovani un itinerario educativo e di formazione cristiana che li guidi ad affrontare, con senso di responsabilità, la loro situazione di vita; a diventare protagonisti, impegnati nel posto di lavoro, nel territorio, a scuola e a vivere la fede in Gesù Cristo, nella vita quotidiana. Il “Gruppo” come strumento di confronto, di crescita insieme, di evangelizzazione e di azione per una nuova cultura del lavoro Tipologie di “gruppi” di giovani: 1 - Gruppi sul territorio: giovani aggregati nella piazzetta, al bar, ai giardinetti…, ad opera di un giovane animatore, un laico adulto, una suora, un diacono, un seminarista, un sacerdote… che instaurano un rapporto di amicizia e, gradualmente, propongono di incontrarsi, di iniziare un cammino formativo. 2 - Gruppi d’ambiente: giovani lavoratori con lo stesso contratto o di aziende vicine, di cooperative (già costituite o in via di costituzione)…, disoccupati, che iniziano ad incontrarsi, grazie all’invito di uno di loro. Si affronta una situazione di lavoro (o di ricerca di lavoro), un problema che riguarda l’azienda o il territorio, il rinnovo del contratto; la nascita di una cooperativa, un torneo aziendale; oppure la crisi aziendale, un incidente sul lavoro… 3 - Gruppi con i ragazzi dei Centri di Formazione Professionale: si costituiscono con la collaborazione tra i Direttori, i Docenti dei CFP e i giovani della GiOC, utilizzando delle ore curricolari nei Centri e iniziative fuori dai Centri (feste, tornei, serate, week end, campi estivi). 4 - Gruppi di giovani in Parrocchia: gruppi che nascono nella continuità formativa dopo la Cresima, o a partire dalla preparazione alla Cresima (quando viene proposta all’età di 18-30 anni). Spesso si tratta di studenti delle scuole professionali che entrano presto nel mondo del lavoro (o della ricerca del lavoro). Altre volte si tratta di ragazzi che abbandonano la scuola superiore e cercano lavoro. Il metodo della “Revisione di Vita”: vedere – valutare – agire. La “Campagna d’Azione”. E’ uno strumento di conoscenza e di azione, una ricerca – azione che l’Associazione promuove, per la durata di due anni, su un tema legato alla condizione giovanile e al mondo del lavoro. Alcuni temi affrontati nelle “Campagne” scorse: “Giovani e lavoro”, “Tempo libero e consumi”, “Formazione per il lavoro”, “Sicurezza sul lavoro e nel tempo libero”, “Giovani e partecipazione”. Un’ Associazione radicata nella Società Civile e nella Chiesa. Nella Società Civile La Gi.O.C. ricerca il dialogo, il confronto e la collaborazione con le Istituzioni, le Organizzazioni sindacali, la Scuola Superiore, l’Università, il Volontariato…, con l’obiettivo di creare una cultura di partecipazione, di solidarietà; lottando contro ogni forma di emarginazione, di ingiustizia sociale, di illegalità, in un prospettiva globale, internazionale. Nella Chiesa I giovani aderenti partecipano alla vita dell’Associazione (anche con l’autofinaziamento) e alla vita delle Comunità locali in cui sono inseriti: Parrocchia, Oratorio, Consiglio Pastorale; in collaborazione con l’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro, il Servizio di Pastorale Giovanile, la Caritas, il Progetto Policoro, l’Azione Cattolica, il MLAC, le ACLI e le altre Associazioni presenti sul territorio, in una prospettiva di pastorale integrata. La passione educativa ed evangelizzatrice “con e per i giovani” per una nuova cultura del lavoro, della partecipazione e della cooperazione. “Ogni giovane lavoratore vale più di tutto l’oro del mondo, perché figlio di Dio” (J. Cardijn) “In ultima analisi, lo scopo del lavoro, di qualunque lavoro eseguito dall'uomo - fosse pure il lavoro più «di servizio», più monotono, nella scala del comune modo di valutazione, addirittura più emarginante rimane sempre l'uomo stesso”. (Laborem exercens 6)