THOMAS G. RIETVELD
ISTITUTO
ALBERT EINSTEIN
PERITI PER L’ELETTRONICA E LE TELECOMUNICAZIONI
CLASSE II O A.S. 2004/2005
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Opere
Marchio
Biografia
Nostri lavori
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LE OPERE
Red & Blue
Armstoel
Zig-Zag
Berlijnse stoel
Schroder table
Schroder house
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Arredamento Krat
LA BIOGRAFIA
I movimenti artistici che oggi passano sotto la
denominazione di avanguardie storiche, da quello
futurista a quello costruttivista, operarono sempre in un
clima oscillante tra rivoluzione e utopia, proiettati in
quell'impeto dinamico che avrebbe dovuto condurre a
un radicale cambiamento della vita sociale dell'" uomo
nuovo ". Ma la loro va considerata una rivoluzione
incompiuta. Gli eventi storici portarono a ben altri
sbocchi..
Anche il gruppo olandese di De Stijl, più riformista e spirituale, formatosi a quel
pensiero filosofico impregnato di neoplatonismo, di misticismo teosofico e di
neopositivismo, ha fallito l'obiettivo di trasferire gradualmente la pura visione
plastica dell'arte alla vita; il passaggio dal lirismo della totale astrazione alla
prassi progettuale dell'ambiente neoplastico doveva avvenire con la proiezione
dal piano del quadro verso lo spazio pluridimensionale dell'architettura.
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Il mito della macchina e della meccanizzazione faceva
prevedere la fine del prodotto artistico, inteso come bene
individuale, a favore di tutto ciò che nella vita è collettivo
e universale. Ma il mancato passaggio dal progetto alla
serie ha cristallizzato ogni reale esperienza. I pochi segni
rimasti sono comunque la testimonianza di un
eccezionale momento storico-culturale.
Gerrit Rietveld viveva in quegli anni nella duplice veste di membro di De Stijl e di pioniere
del design, dando in questo campo un contributo determinante alla significativa
rottura con il passato fino ad allora dominato dalle Arts and crafts inglesi e da1
protorazionalismo. L'invenzione di un nodo cartesiano con il quale costruisce alcuni
mobili, lo porta dopo il 1917 a una nuova logica strutturale e spaziale, tanto che una sua
poItroncina, la " Rood Blauwe ", defînita nella versione attuale l'anno successivo,
diventa simbolicamente il manifesto tridimensionale del movimento neoplastico e,
contemporaneamente, di quel design che prenderà consistenza solo parecchi anni più
tardi con la diffusione dei mobili di Breuer, Stam, Mies van der Rohe, Le Corbusier.
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L'opera di Rietveld si può brevemente riassumere in tre grandi
cicli. Il primo, strettamente legato alla fase olandese di De Stijl
(1918-1923 ca.), che ha inizio proprio con la " Rood Blauwe " - più
nota con la denominazione inglese di " Red and Blue " - e che si
conclude con la realizzazione della Schroder Huis nel 1924. Egli
deve la sua notorietà all'interesse critico sviluppatosi nel tempo
attorno a questi due oggetti. Il secondo ciclo corrisponde alla fase
internazionalista. Dopo la fine di De Stijl, aderisce al Razionalismo
e volge la sua attenzione verso i significati sociali dell'architettura.
Si inserisce nel dibattito in atto sull'Existenzminimum e partecipa come membro
olandese alla fondazione dei CIAM a La Sarraz nel 1928; come designer si allinea con
le nuove tendenze che operano sul mobile in tubo di metallo curvato. Con Gropius e
altri contrappone il mito della ragione all'insensato avanzare dei nazionalismi e delle
dittature, fino a quando i collegamenti internazionali non saranno definitivamente
spezzati. Ancora una volta il movimento moderno ne esce sconfitto.
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Il terzo momento di Rietveld è quello dei riconoscimenti
internazionali della fine degli anni Cinquanta, quando viene
riscoperto il suo talento di architetto-artista. Utrecht, sua
città natale, gli dedica nel '58 una mostra retrospettiva che
ha ampia eco non solo in Olanda ma in varie parti del mondo
e che gli procura una nuova intensa attività, più nel campo
dell'architettura che in quello del design. Prima della morte,
egli giunge anche ad alcuni progetti di respiro urbanistico.
Dal 1971, un'azienda italiana, la Cassina, ha acquistato i diritti internazionali sui mobili di
Rietveld, inserendo nella collezione " I Maestri " i suoi pezzi più famosi, che vanno ad
aggiungersi a quelli di Le Corbusier già in produzione da tempo e a quelli di Mackintosh,
in una attenta operazione di ricostruzione filologica. Riproporre oggi al pubblico questi
oggetti, non solo per un'analitica rilettura, ma anche come presenza oggettiva nel
panorama della produzione corrente, ha il duplice significato di far vivere nel tempo la
testimonianza ideologica di un momento culturale del passato e di inserirli in un clima di
naturale risemantizzazione, arricchiti da quei codici propri che la nostra attuale cultura
gli sovrappone.
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I NOSTRI LAVORI
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IL MARCHIO
Il neoplasticismo Ë nato nel 1917 in Olanda, dove la scuola architettonica era tra le
più avanzate. Fondato da Theo Van Doesburg, Ë detto anche De Stijl dal titolo della
rivista che lui pubblicò insieme a Mondrian. La scuola architettonica era guidata da
Berlage, che unì l’architettura olandese ed europea e Wright. Il De Stijl durò fino al
1928, quando cessarono le pubblicazioni della rivista, anche se Mondrian, Oud e altri
maggiori esponenti lo avevano già abbandonato non condividendo l’orientamento di
Van Doesburg. Per lui il neoplasticismo era fatto anche di battaglie, alleanze,
manifesti, mentre per gli altri era un nuovo ordine.
Comunque il De Stijl è stato un episodio chiave dell’arte contemporanea.
L’avanguardia olandese Ë nata da una rivolta contro la guerra e le violenze che
c’erano in europa. E’ una rivoluzione contro corruzione e impurità nella società
moderna. Il De Stijl vorrebbe fare un’arte immune dalla storia, eccezione fatta per
Wright le cui forme perÚ cambiano. Vengono eliminate le tecniche tradizionali e la
distinzione tra le arti.
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