www.gdoweek.it www.gdoweektv.it
3 2
2012
8 OTTOBRE
• GDOWEEK 2012 • Settimanale • Il Sole 24 ORE S.p.A. – via Carlo Pisacane 1 – 20016 PERO (MILANO)
“in caso di mancato recapito inviare al Cmp di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi.”
• Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) - art. 1, Comma 1, DCB Milano
INTERVISTA
RETAIL
INDUSTRIA
SERVIZI
NECTAR ITALIA
Fausto Tarditi illustra
il bilancio e spiega
i progetti di sviluppo
CONAD ADRIATICO
Fioravanti, direttore
risorse umane, racconta
i percorsi formativi
COMUNICAZIONE
Le attrici italiane
sono testimonial ideali
per la cosmetica
MANAGEMENT
Negli Usa, il retail
assume e forma
nuove leadership
SDJ
SDJ
SDJ
SDJ
LE PARTNERSHIP
TRA INDUSTRIA E RETAIL
CREANO VALORE
PER IL CONSUMATORE SDJ
5(*2/$9,1&(17(
&2//$%25$5(
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X
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7
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VMZS
V
2YSZMGSRWYQEXSVMMRE
DS - gluten free ha ampliato la sua offerta con due nuovi prodotti ai cereali, gustosi e salutari, che
arricchiscono la gamma di prodotti senza glutine: i biscotti e le barrette ai cereali, ricchi di fibre e
preparati solo con ingredienti scelti. I Biscotti Buonicereali DS - gluten free, con crispies di mais e
riso soffiato, crusca di soia e fiocchi di castagna sono super croccanti. Le Buonicereali Barrette
DS - gluten free, con cioccolato al latte, mele e mirtilli piaceranno ai golosi. Con Buonicereali
DS - gluten free l’assortimento senza glutine si fa ancora più ampio e salutare.
Dr. Schär, leader nel mercato senza glutine con 30 anni di esperienza e ricerca.
E D I T O R I A L E
[email protected]
/DULYROX]LRQHRVLID
RVLVXELVFH
´/
a scelta che, oggi, abbiamo davanti
è una sola: o guidiamo la rivoluzione
o subiamo l’evoluzione”. Philip Clarke, boss di Tesco, prima catena inglese, durante il World Retail Summit 2012, avvenuto a
fine settembre, a Londra, non ha lasciato spazio all’immaginazione. Dirette e chiarissime
le sue affermazioni: “Nel passato, abbiamo
combattuto, noi, Sainsbury, Asda e Morrison per avere le location, per poter costruire
punti di vendita sempre più grandi, sempre
più innovativi. Oggi, non si combatte più su
questo, ma sul coinvolgimento dello shopper,
sulla relazione che stabiliamo con lui, con la
comunità in cui vive e con il Paese in cui è
inserito”. E, a proposito di relazioni, Clarke ha
cominciato subito: ha aperto il primo blog di
Tesco e a “parlare” è lui, c’è la sua foto, e a lui
si alternano i dirigenti ai massimi livelli che,
a loro volta, “ci mettono la faccia”; una vicinanza, quindi, non solo da citare ad un intervento ad un convegno, ma una dichiarazione
d’intenti sostanziata in tempo reale dai fatti
(e questo ci dice molto su come è cambiata la percezione del tempo oggi). Diventare
una persona, essere aperto al dialogo, non
è solo una strategia, ma un obbligo, almeno
nei paesi dove l’acquisto online di food è una
realtà che, ormai, vale quasi la metà dell’intero fatturato dell’industria della gdo. Per questi player, dunque, il problema non è come
avviare l’e-commerce, ma come trasformare
o adattare il proprio modello virtuale dal pc
ai vari device mobile: come avvantaggiarsi
di Galaxy o di iPad? Come dare ai fruitori di
Blackberry l’experience che avrebbero sul sito dal computer? Fenomeni lontani anni luce
dall’Italia? Proprio no. Per molti cittadini italiani il passaggio allo smartphone o al tablet
non contempla un precedente step al computer. Rispetto ad un computer, più ingombrante, più “difficile”, almeno nel pensiero di chi
non lo utilizza regolarmente, lo smart device
è meno costoso, più performante e più facile.
Da questo possiamo dedurre che chi oggi in
Italia pensa all’e-commerce, forse è meglio
che si diriga direttamente al mobile, regola
ancora più valida per chi vuole comunicare
direttamente al proprio consumatore.
Pensiamo a Walmart che ha da poco inaugurato nei suoi punti di vendita la possibilità di mandare, in tempo reale, coupon
a tutti coloro che circolano nell’area prospiciente ai suoi punti di vendita. Che cosa
succede? Passando, si ricevono le offerte,
con relativi buoni sconti (del retailer o dei
suoi fornitori), direttamente sul telefonino
e, una volta alla cassa, un lettore li scaricherà direttamente. La rivoluzione del mobile andrà ancora una volta ad inficiare le
grandi superfici, perché di fatto, l’experience sarà sempre più legata al fresco e all’impulso, ma ci sono anche altre soluzioni ...,
applicabili anche in Italia, ma non da soli.
•
8 ottobre 2012
5
3 2
2012
6200$5,2
S E R V I Z I Retail internazionale:
48
nuovi ruoli per i leader
22 Outlet
Giocattoli, la sicurezza
compete anche al retail
50
Zalando, crescita sprint
sull’onda del servizio
53
Borsa Merci fa rete
con le imprese
55
C U LT U R E Opinione
26 Conad
Adriatico
E D I T O R I A L E La rivoluzione o si fa
05
o si subisce ...
O S S E R VAT O R I O Italiani sempre più radicati
10
Il paniere prezzi
La borsa della spesa
A confronto Bennet e Dico
12
Faccia a faccia
Unicoop Tirreno e Balocco
14
35 Barilla
16
tempo e competenze
18
Collaborando si può
R E TA I L Lo shopping all’outlet,
37 Ballarini
22
un trionfo del made in Italy
Brasile: due big e per il resto
grande frammentazione
24
Formazione dettagliata
per Conad Adriatico
26
Amazon perfeziona
il servizio consegne
28
Sviluppo reti
30
I N D U S T R I A Attrici italiane e cosmesi,
57
28 Amazon
Negozi a Roma e Milano:
due facce del mercato
C O V E R S T O R Y Creare nuovo valore?
Libri
La società liquida
e i suoi danni piuttosto
consistenti
08
al quartiere e alla regione
I N T E R V I S TA Nectar Italia: fidelizzare richiede
56
Geo-socialbusiness,
nuovo paradigma della Rete
Nuovo Tg Green
di GdoweekTv.
Un appuntamento mensile
imperdibile comprendente
le dieci top news
su quanto fanno di brillante
le imprese nell’ambito
dell’ecosostenibilità.
Informazioni, notizie,
curiosità dal mondo
per rendere più smart
il nostro pianeta.
ECOnews
Aperto il più grande
negozio green M&S.
Inaugurato il 29 agosto
2012 Marks & Spencer a
Cheshire Oaks. Dislocato
su due piani per 13mila
mq, ha due caffé con 430
posti e una grande food
hall. Tutte le soluzioni eco
implementate nello store
hanno un Qr code con cui
avere info aggiuntive.
ECOnews
App Facedeals riconosce
il viso e scatta l’offerta.
Facedeals si basa su foto,
profili e storia Facebook
e sul riconoscimento
facciale dei clienti mediante
telecamera all’ingresso del
locale, con l’obiettivo di
inviare offerte personalizzate
sul cellulare in relazione
all’ambiente in cui le persone
si trovano.
V i deo Tour
40 Fileni
32
un set convincente
Dai formati al packaging,
Barilla innova nella pasta
35
Ballarini mix: innovazione
alleanze, sponsorizzazioni
37
Molino Rossetto innova,
diversifica e cresce
38
Co-marketing Fileni mirato
al target mamme e bimbi
40
Si rafforza l’identità
della frutta di marca
43
Tende a crescere
il segmento insaporitori
46
43 Frutta
di marca
46 Insaporitori
50 Normativa
giocattoli
8 ottobre 2012
7
O S S E R V A T O R I O
,WDOLDQLVHPSUHSLUDGLFDWL
DOTXDUWLHUHHDOODUHJLRQH
di Gino Pagliuca
Prepara alimenti
in casa come
yogurt, pane,
gelato, conserve
Beve coca cola
o altre bevande
gassate
21.102
22.813
Regolarmente
Regolarmente
11.102
6.429
Ogni tanto
Ogni tanto
9.851
16.384
Si porta al lavoro
il cibo preparato
a casa
Fa lo spuntino
a mezza mattinata
o nel pomeriggio
7.777
27.687
Regolarmente
Regolarmente
3.733
13.273
Ogni tanto
Ogni tanto
4.044
14.414
Le abitudini alimentari
Cresce l’attenzione all’alimentazione salutistica, ma il ricorso
così diffuso alla dieta, efficace o meno che sia, non ha certo
messo al bando cibi e bevande che hanno impatto non positivo
sulla salute, o su aspetti della propria condizione fisica (ad
esempio, il peso), che poi giocano nel determinare lo stato di
salute. Cresce però la quota di popolazione che, per ragioni
spesso legate all’avanzare dell’età e all’insorgere dei primi
segnali di erosione del fisico, subordina il proprio rapporto con il
cibo ad una griglia di regole per orientarlo verso impatti positivi
per la propria condizione psicofisica.
/
e catene della gdo se ne sono
accorte da qualche tempo e
spesso a proprie spese, rimpiangendo i milioni spesi per
punti di vendita ipertrofici e delocalizzati: un fattore chiave per il successo
oggi è la prossimità. L’invecchiamento
della popolazione, la crisi economica
e il caro benzina portano sempre più a
favorire la comodità del negozio sotto
casa. Ma si tratta di un fenomeno che
non riguarda solo il commercio e avrà
importanti implicazioni anche nelle tipologie e nelle modalità di consumo.
L’interessante ricerca “Vivere insieme vivere meglio” commissionata da
Coldiretti al Censis esamina le implicazioni sociali ed economiche della
prossimità.
&RPRGLWjHVVHQ]LDOH
Le caratteristiche fondamentali della
prossimità sono due: 1) la disponibilità
8
8 ottobre 2012
di alcuni servizi essenziali, dai luoghi
per fare la spesa al medico di medicina
generale alla parrocchia ad altri servizi
ancora; 2) la vicinanza di familiari, parenti e, anche, amici con cui avere relazioni continue utili, affettive e di convivialità. Si tratta di un contesto che
ha come caratteristica più evidente la
ricerca dalla comodità, cioè del poter
avere a portata di mano servizi e beni
che si ritengono essenziali. E si tratta
di una caratteristica che ha un valore
nazionale, perché sia pure con piccole differenze, caratterizza la vita degli
italiani indipendentemente dal luogo
di residenza, dall’età o da altri fattori
sociodemografici. Il secondo aspetto
cruciale della prossimità è che, ormai,
non contano le relazioni di vicinato o
di quartiere, ma piuttosto si tende a
ridurre le distanze tra le abitazioni dei
membri della famiglia. Quindi, se non si
coabita tra genitori e figli, e altri parenti
O S S E R V A T O R I O
stretti, si fanno scelte (ad esempio, al
momento dell’acquisto della casa) in
modo da vivere a distanza ravvicinata. Questa è ovviamente una necessità
dovuta al fatto che, in caso di bisogno,
non si può che fare ricorso all’aiuto di
un familiare; dall’assistenza per i minori a quello per i non autosufficienti, ad
altre forme di supporto, è chiaro che
gli italiani tendono a risolvere sempre
più i loro problemi all’interno della cerchia familiare. E si tratta di un aspetto
sociologico, aggiungiamo noi, che ha
ricadute economiche non indifferenti.
Ad esempio, nella scelta degli assortimenti e delle quantità dei singoli item
su uno scaffale. Il fatto che nel bacino
di utenza di un medio supermercato
vi sia una forte presenza di nuclei formalmente di single non esclude che
spesso quei single debbano fare la
spesa per famiglie più allargate, considerando che tra le attività quotidiane
la spesa è quella che di gran lunga si
svolge nel quartiere in cui vive: fa così, secondo il Censis, ben l’85% degli
italiani.
,OUDGLFDPHQWRVXOWHUULWRULR
Una parte della ricerca è dedicata
all’importanza della tipicità, ovvero
quanto riconoscano di peculiare gli
italiani nelle caratteristiche del territorio in cui vivono; e anche in questo
caso i risultati sono molto interessanti,
perché non solo emerge il grande rilievo annesso alle specialità artigianali
e alimentari del territorio ma anche
che la connotazione più riconosciuta
è quella regionale, importante per il
93,7% degli italiani. Il 57,1% degli interpellati inoltre ritiene che cibo e vino
siano aspetti fortemente caratterizzanti la regione. Il consumo di prodotti del
territorio si connette a un più generale
bisogno di autenticità nel rapporto con
il cibo, che la ricerca ha pure indagato.
Nelle scelte alimentari si tratta di arrivare a una dimensione più soggettiva,
intima, che si materializza in pratiche
quotidiane. Dall’indagine emerge che
oltre 21 milioni di italiani dichiara di
LA SPESA SI FA SEMPRE PIÙ SOTTOCASA
Attività svolte dagli intervistati in un raggio di 15-20 minuti a piedi dalla propria abitazione - dati in %
Spesa alimentare (quella quotidiana, solita)
85,2
Attività spirituali (messa, ecc.)
76,6
Medico di medicina generale
71,6
Spesa non alimentare
65,6
Scuola (per figli o nipoti)
65,2
Altri servizi sanitari (laboratori di analisi, ambulatori ecc.)
56,9
Attività di cura del corpo (palestra, jogging ecc.)
54,2
Attività culturali
44,0
Attività di volontariato, in associazioni
41,6
Cinema, teatro, museo
37,4
Pediatra
36,9
Lavoro
34,1
Fonte: Censis - Coldiretti
preparare alimenti in casa come yogurt, pane, gelato o conserve; di questi
oltre 11,2 milioni di persone lo fa regolarmente. L’autoproduzione di alcuni
cibi sembrava una pratica destinata a
perdersi, come residuo di un’epoca
ormai lontana di impronta contadina.
Invece, ormai si tratta di una pratica
di massa che risponde contemporaneamente a più esigenze socioculturali:
dalla voglia di genuinità dei prodotti
alla volontà di risparmiare per avere
alcuni prodotti fatti in casa a vere e
proprie forme di piccolo artigianato
in cui si prova a coinvolgersi, magari
per hobby. C’è poi un ulteriore 15% di
intervistati che dichiara di portarsi al
lavoro cibo preparato in casa; in particolare, sono oltre 7,7 milioni di persone
a farlo con regolarità o di tanto in tanto
e, di questi sono oltre 3,7 milioni a dichiarare di farlo regolarmente.
In questo quadro gioca un ruolo significativo anche la crescente attenzione agli effetti che l’alimentazione può
esercitare per tutelare dall’insorgere di
patologie. Infatti, sottolinea il Censis
“gli stili di vita salutari sono forse uno
degli esiti più diffusi, radicati e importanti del soggettivismo, di quell’attenzione alla soggettività che è la cifra
dell’evoluzione socioeconomica del
nostro Paese”.
Partecipa a
community sul web
centrate sul cibo
Ricerca su web per
confronto prezzi,
capire qualità cibi
1.815
14.829
Regolarmente
Regolarmente
415
5.703
Ogni tanto
Ogni tanto
1.400
9.125
Recupera ricette
altrui su libri, web,
televisione
La cucina è femminile
Le donne dedicano
alla preparazione dei pasti
quasi 9 ore a settimana, che
su base annua significa 21
giorni pieni; per i maschi i
valori corrispondenti sono pari
rispettivamente a tre ore
dedicate ai pasti durante la
settimana, mentre su base
annua si tratta di otto giorni
pieni. Le donne in famiglie
con figli dedicano alla cucina
annualmente 22 giorni, valore
che per le single scende a 15
giorni.
25.250
Regolarmente
9.747
Ogni tanto
15.503
•
8 ottobre 2012
9
O S S E R V A T O R I O
1HJR]LD5RPDHD0LODQR
GXHIDFFHGHOPHUFDWR
di Gino Pagliuca
6
ono da sempre le due piazze di riferimento per il mattone italiano:
Milano e Roma, infatti, anticipano sempre le tendenze del mercato e gli ultimi dati riferiti al segmento
commerciale certo non lasciano presagire
bene per il prossimo futuro, anche se da
un confronto tra i dati emerge che oggi
Roma, grazie a rendimenti medi da canoni
di un punto superiore rispetto a Milano,
potrebbe attirare maggiormente le mire
degli investitori opportunistici, cioè quelli
che entrano nel mercato immobiliare per
ottenere nel breve periodo un guadagno
interessante.
A Milano la flessione dei prezzi di compravendita si è attestata all’1,4%, con contrazioni leggermente più marcate nelle
zone periferiche. L’aumento dello sconto
(cioè il divario tra il prezzo richiesto e quello ottenuti) è passato dal 9,8 all’11,2% e
si associa alla modesta contrazione dei
prezzi, a testimonianza del fatto che le
proprietà continuano a sopravvalutare le
-2%
Previsione su
prezzi e canoni nei
prossimi 12 mesi
6,4%
Rendimento medio
da locazione
negozi a Milano
7,4%
Rendimento medio
da locazione
negozi a Roma
potenzialità di mercato dei loro immobili.
Il rapporto tra quotazioni centrali e periferiche si colloca ormai stabilmente su
valori prossimi a 3,5, ben lontano dalle
oscillazioni che hanno caratterizzato gli
anni Novanta, quando si passò dal 4,4 di
inizio ’91 al 2,6 di fine ’96. Nella Capitale
sta diminuendo la domanda di acquisto
mentre rimane stabile quella di locazione
anche se le richieste si indirizzano sempre
più verso le aree di maggior passaggio.
L’allungamento dei tempi di locazione, salito a cinque mesi, non è dovuto solo all’irrigidimento nelle richieste di canone della
proprietà ma anche da una maggiore selettività: gli inquilini si pesano valutando
le effettive possibilità di sviluppo del loro
business e di conseguenza la reale sostenibilità dei canoni. Le previsioni per i prossimi mesi sono tutt’altro che positive ed
evidenziano un ulteriore deterioramento
di prezzi e canoni ed una prolungata riduzione dei volumi di scambio, specialmente
in compravendita.
•
LA CAPITALE LEGALE E QUELLA ECONOMICA A CONFRONTO: IL MERCATO IMMOBILIARE DEI NEGOZI A MILANO E ROMA
Valori riferiti al primo semestre 2012, prezzi escluse le punte di mercato
Prezzi (€/mq)
Variazioni
semestrali %
Variazioni
annuali %
Rendimenti
da locazione %
Tempi di
vendita (mesi)
Sconti %
Centro
8.613
8.350
-1,3
-0,5
-4,2
-3,4
6,0
7,2
6,1
7,8
9,3
12,7
Semicentro
4.520
5.191
-1,0
-1,6
-1,6
-4,8
6,5
7,4
7,2
7,8
11,0
14,3
Periferia
2.465
2.900
-1,8
-1,5
-3,8
-2,9
6,7
7,7
8,3
8,5
13,3
15,0
Media
3.930
4.333
-1,4
-1,2
-3,2
-3,7
6,4
7,4
7,2
8,0
11,2
14,0
Milano
10
Roma
8 ottobre 2012
Fonte: Nomisma
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(II) dell’acquisto di ogni confezione singola o multipla dei prodotti Dash, Ace, Fairy, Ambipur, Pantene, AZ, Gillette, Olaz, Herbal Essences, Viakal, Swiffer, Oral B e Mastro Lindo senza marchio UNICEF
venduta dal 1 Ottobre al 31 Dicembre 2012 in attività promozionali con il marchio UNICEF (display e volantini) e (III) dell’acquisto di ogni confezione singola o multipla di Dash, non etichettata con il marchio
UNICEF, venduta dal 1 Ottobre al 31 Dicembre 2012 in attività promozionali anche senza il marchio UNICEF (display e volantini). Questa somma equivale, ad esempio, al costo di una dose di vaccino
contro il tetano. Aiuterai così P&G e l’UNICEF a vaccinare una donna in età fertile contro il tetano. Bastano solo due dosi di vaccino durante la gravidanza per proteggere mamma e bambino contro il tetano
alla nascita e per i successivi due mesi. UNICEF non sponsorizza alcun marchio o prodotto. P&G sostiene UNICEF. **Per ulteriori informazioni vai su www.missionebonta.it e www.unicef.it/missionebonta
O S S E R V A T O R I O
/DERUVD
GHOODVSHVD
a cura di Lu. Ca.
marca
latte UHT p.s. lt 1
yogurt frutta 125 g cad.
mozzarella 125 g cad.
formaggio grattugiato 100 g
burro 250 g
tortelloni ricotta e spinaci 250 g
crackers 500 g
pasta 1 kg
riso arborio 1 kg
pomodori pelati 400 g. lordo
passata di pomodoro bott. 700 g
polpa di pomodoro 400 g cad.
fagioli borlotti sc. 400 g lordo cad.
piselli medi scat. 400 g lordo cad.
tonno all'olio d'oliva 160 g
olio extra vergine 1 lt
olio di mais 1 lt
olio di semi vari 1 lt
biscotti frollini 800 g
merendine croissant lisci 400 g
cioccolato tavol. 100 g
confettura albic. 400 g
caffè 250 g. miscela class. cad.
minestrone surg. 1 kg
spinaci in foglia surgelati 1 kg
pizza margherita surg. 600 g
acqua min. nat. 1,5 lt
cola 1,5 lt
succo arance 1 lt
vino brik 1 lt- 10°
cibo per gatti 400 g cad.
cibo per cani 1.250 g. cad.
candeggina 2,5 lt
detersivo liquido 30 lavaggi
ammorbidente 2 lt
detergente piatti conc. 1,250 lt
detergente casa 1,5 lt
carta igienica x 10 rotoli
asciugatutto x 4 rotoli
pellicola metri 30
Parmalat
Yomo
S. Lucia
Biraghi
Soresina
Rana
Mulino Bianco
Barilla
Scotti
Cirio
Pummarò
DeRica
Valfrutta
Valfrutta
Rio Mare
Monini
Maya
Topazio
Mulino Bianco
Bauli
Milka
Zuegg
Splendid
Findus
Orogel
Bella Napoli
Ferrarelle
Coca Cola
Skipper
Tavernello
Friskies
Fido
Ace
Dixan
Coccolino
Svelto
Aiax
Scottex
Scottex
Cuki
numero offerte speciali
il paniere prezzi
Prima rilevazione del paniere dell’insegna
Bennet, in un ipermercato alla periferia di
Como, raffrontato con un discount Dico
nella stessa provincia. La prima considerazione riguarda la linea dei primi prezzi, che
da Bennet è praticamente assente. Di conseguenza, questa linea appare poco compe-
prodotto
Totale paniere
differenza assoluta
differenza %
Indice di convenienza (marca = 100)
_
euro
titiva sia con le marche sia con il discount.
A livelli assoluti, la linea della marca privata
si discosta dalle marche del 26,19%, i primi prezzi del 38,67%, il discount Dico del
48,67%. Da notare la presenza di alcune
significative offerte speciali nelle marche
primarie.
•
Private label
euro
1,19
0,63
1,10
1,49
2,65
2,92
1,35
O0,95
O1,75
1,16
1,00
0,95
1,00
0,65
2,43
O3,49
2,60
1,49
3,09
3,12
1,32
2,61
2,75
4,40
3,98
4,11
0,44
1,67
1,25
1,32
1,00
1,75
1,49
O4,33
2,29
2,49
2,48
3,90
2,99
1,89
O0,75
O0,75
O0,30
O0,30
83,47
12
OPrezzo mancante (attribuito)
8 ottobre 2012
euro
1,15
1,00
O0,99
O0,95
O1,95
O0,50
O0,69
O0,60
O0,53
O0,60
O1,80
2,69
O1,99
1,18
1,02
O2,73
0,49
1,17
O2,10
O1,99
O2,39
2,50
0,14
O0,89
O1,25
O1,32
0,37
0,89
1,22
2,77
0,99
0,99
O1,79
O2,89
O1,73
O0,77
0,69
0,24
0,59
0,77
1,15
0,99
0,85
0,65
1,49
0,45
O0,45
0,45
0,29
0,39
1,35
2,99
1,39
1,19
1,89
2,21
0,49
1,15
0,85
1,49
1,89
1,59
0,14
0,59
0,99
1,00
0,39
0,95
0,69
3,59
0,99
0,71
1,25
1,55
1,49
0,59
100
61,61
21,86
26,19
73,81
51,94
31,53
37,77
62,23
42,84
40,63
48,67
51,33
4
6
0
1
0,99
1,29
1,85
1,59
O0,99
0,99
1,95
0,50
0,69
0,60
0,53
0,60
1,80
3,89
1,99
1,59
O1,50
2,73
O0,59
1,82
2,10
1,99
2,39
3,49
O0,20
0,89
1,25
1,32
0,75
1,35
1,24
4,67
2,12
1,15
1,79
2,89
1,73
0,77
I prezzi sono riferiti ad unità di vendita dello stesso tipo, peso e multiplo, ma ove ciò non fosse possibile, sono stati parametrati alle unità di misura del
prodotto di base, così ad esempio i prezzi dei biscotti sono rapportati al peso di grammi 800 e la carta igienica a 10 rotoli, anche se in confezioni di peso
o quantità diversi. Da Bennet, la marca privata è quella base dell’insegna, mentre i pochi primi prezzi sono di marche varie; su questa linea, sia presso
Bennet che Dico, sono stati comunque rilevati i prezzi apparsi più bassi, indipendentemente da ogni considerazione qualitativa. A tutti i prodotti, anche
se non presenti, è stato comunque attribuito il miglior prezzo di riferimento. Sono considerati i prezzi promozionali.
OOfferte speciali
Primo prezzo
euro
0,58
O1,29
Rilevazioni del 10 agosto 2012
rispettivamente presso l’ipermercato
Bennet di Tavernola ed il discount Dico
di Porlezza, entrambi in provincia di Como
(non c’è riferimento col 2011).
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_
faccia a faccia
Il parere di Unicoop Tirreno e Balocco
/DWXWHODGHOO·DPELHQWHqDOFHQWUR
GHOOHVWUDWHJLHGLVYLOXSSR
DISTRIBUZIONE
INDUSTRIA
Pasquale Rotta
direttore vendite
Unicoop Tirreno
Alberto Balocco
Ad Balocco
a cura di Barbara Trigari
/
a sostenibilità è molto importante per
le strategie sia di Unicoop Tirreno sia
di Balocco, mentre diametralmente
opposto è l’approccio alla territorialità, valorizzata da entrambe le aziende ma in
maniera diversa. Ne parliamo con Pasquale
Rotta, direttore vendite di Unicoop Tirreno, e
Alberto Balocco, Ad di Balocco.
Localismo e territorialità: come influenzano gli assortimenti?
Rotta - Unicoop Tirreno ha creato il marchio
Vicino A Noi per dare risalto a oltre 10.000
prodotti acquistati direttamente da 600 fornitori locali, concentrati per lo più in Toscana, Lazio, Campania e Umbria. I nostri Cedi
ci consentono una distribuzione capillare,
soprattutto per i freschissimi, e stiamo lavorando per rafforzare anche la presenza
di pescato locale. Il marchio Vicino A Noi è
molto apprezzato e allo stesso tempo crea
una reale crescita economica nei territori.
Balocco - Da buoni cuneesi, e per Dna,
manteniamo la barra dritta sulle tradizioni
pasticcere, ma senza farci influenzare da
falsi romanticismi: come azienda nazionale
cerchiamo di essere coerenti, anche quando sviluppiamo ricette locali. Di conseguenza la territorialità non condiziona troppo le
14
8 ottobre 2012
nostre produzioni, né i prodotti da ricorrenza
né i continuativi, wafer e frollini. Per questi
ultimi siamo al secondo posto in Italia con
quote consolidate in tutte le aree e maggior
forza nelle aree Nielsen 1 e 4.
Business model per le pmi/d.o., quali le
coordinate?
Rotta - Partiamo dal settore dei freschissimi, dove esprimiamo alta qualità e massima
garanzia in materia di sicurezza alimentare;
poi il prodotto a marchio Coop che concentra convenienza, bontà, sicurezza, genuinità
e qualità top; seguono i prodotti locali Vicino
A Noi (dai freschissimi al grocery); e infine
i servizi al cliente e in particolare al socio
Coop.
Balocco - Il nostro modello mira alla destagionalizzazione affiancando la vendita
di prodotti stagionali a categorie complementari continuative coerenti con la marca,
con attenzione a posizionamento, ricette e
packaging. È la formula dello Smart price
high value, sostenuta da forti investimenti in comunicazione grazie a un testimonial
d’eccezione, il signor Balocco. L’atmosfera
familiare si riflette nelle relazioni di lavoro
interne all’azienda, dove cerchiamo di creare
un ambiente ottimale anche con strutture
produttive all’avanguardia.
Sostenibilità: come incide sulle vostre
strategie?
Rotta - La tutela ambientale è una delle
principali mission di Coop. Nella pratica
si articola in tanti modi: prodotti ecologici, biologici e locali, campagne ambientali,
educazione al consumo consapevole, distribuzione alle onlus di prodotti alimentari
invenduti, due impianti fotovoltaici presso
la sede centrale, banchi frigo chiusi, illuminazione Led, difesa del benessere animale.
Unicoop Tirreno è stata, inoltre, la prima (do-
po Unicoop Firenze) ad abolire gli shopper
di plastica a settembre 2009.
Balocco - La sostenibilità è parte integrante
della nostra strategia e delle aspettative che
questa suscita nei consumatori. A Natale
2010 ci siamo “regalati” un impianto fotovoltaico da 1,9 Megawatt che copre oltre
un terzo del nostro fabbisogno di energia
e riduce di circa mille tonnellate all’anno le
emissioni di CO2. Quest’anno investiremo in
nuova tecnologia circa 5 milioni di euro, e
con il nuovo packaging eco sostenibile di
Bambù Extra Cream (-80% di plastica e cartone) abbiamo ridotto del 60% i veicoli su
strada e quindi le emissioni di CO2.
Qual è la propensione delle pmi allo sviluppo di nuovi prodotti/servizi?
Rotta - Per noi è molto alta, e rappresenta il futuro. Da oltre dieci anni abbiamo il
Salvatempo, lo scanner per la spesa faida-te; la carta socio Coop con una serie
di facilities come il pagamento attraverso
addebito sul libretto Coop. Poi il prestito
sociale a zero costi per i soci, e-commerce
(a Roma) e Coop Drive (a Viareggio), le App
per lo smarthphone. I servizi seguono i soci
anche al di fuori del supermercato, grazie a
convenzioni e sconti su viaggi, teatri, musei,
corsi, palestre.
Balocco - L’innovazione serve a differenziarsi dai principali competitor pur conservando la coerenza con i valori aziendali.
Nascono così, ad esempio, i panettoni
e pandori “tailor made” per il mondo del
calcio, a Pasqua e Natale con le bandiere
o le sciarpe dei principali club; oppure i
nuovi Bambù Extra Cream, i wafer razionalizzati nella forma e con l’80% di farcitura
al cacao, nocciola o latte; o il panettone
Croccantino, ispirato al mondo della gelateria, con una sorta di cross category tra
Ferragosto e Natale.
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2011
I N T E R V I S T A
Chi è
Fausto Tarditi,
Crm director
e Fmcg retail
client director
di Nectar Italia
di Marina Bassi
2
A oltre due anni
dall’arrivo in Italia,
il punto sui risultati
raggiunti in Italia
e sulle prospettive
dei programmi di loyalty
del prossimo futuro
1HFWDU,WDOLD
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HFRPSHWHQ]H
16
8 ottobre 2012
gni secondo, in Italia, sono lette nove carte Nectar, risultato
importante ottenuto in due anni e mezzo di attività. “Il dato
conferma la validità di un programma di
coalition ben strutturato come Nectar,
anche in Italia, Paese considerato strategico per i business legati alla fidelizzazione. Certo non mancano aspetti ancora
da migliorare così come nuovi sviluppi
da valutare: per ora, siamo soddisfatti
di essere riusciti a costruire relazioni di
valore sia con i nostri partner sia con i
clienti finali”, spiega a Gdoweek Fausto
Tarditi, Crm director e Fmcg retail client
director di Nectar Italia. Oggi, l’azienda,
parte del player mondiale Aimia, specializzato in loyalty management, opera in
Italia con oltre nove milioni di carte attive
utilizzabili in 6.000 pdv, che spaziano
dal food ai carburanti, all’elettronica di
consumo, con nomi di prestigio quali
Auchan, Simply, fondatori del programma insieme a Unieuro e IP/API, fino ad
attività online e di servizio (banche, assicurazioni, agenzie di viaggio e di noleggio auto, ecc), scelti sulla base delle
nuove esigenze del target di riferimento,
vale a dire la famiglia. “In quest’ottica
si inseriscono i recenti ingressi di Sorgenia, primo operatore privato italiano
dell’energia elettrica, ed Original Marines, specializzato in abbigliamento casual e sportivo per uomo, donna e bambino”, chiarisce Tarditi.
Come scegliete i vostri partner?
La prima condizione necessaria è la convinzione della centralità della fidelizzazione nelle strategie aziendali, qualsiasi
sia il core business dell’impresa, retailer, online, servizio o industria. Aderire
I N T E R V I S T A
a Nectar significa saper cogliere l’opportunità di appartenere a un circuito di
coalition che garantisce ai consumatori
di raccogliere punti utilizzando un’unica carta in più insegne ed ottenendo
premi, in maniera semplice e veloce. In
quest’ottica, però, per ottenere risultati
soddisfacenti, va adottata una logica di
medio-lungo termine.
Una richiesta importante, in tempi caratterizzati da strategie concentrate su
logiche di breve periodo. Di quanti anni
parliamo?
Non c’è un numero, unico, valido per
tutti: dipende dall’esperienza dei singoli
partner. Chi, al proprio interno, ha già
sperimentato una gestione diretta della
fidelizzazione, raggiunge gli obiettivi prima di chi comincia da zero.
Una risposta molto diplomatica...
Ma reale. Sulla base dell’esperienza vissuta fino a oggi, un orizzonte temporale
minimo è rappresentato da tre anni. Se
pensiamo, che Nectar Uk, che ha nell’insegna Sainsbury’s uno dei partner forti,
compie, in questi giorni, dieci anni di
attività... Non solo: il retailer inglese ha
appena rinnovato l’accordo con Nectar
per altri sette anni, con l’obiettivo di
andare ben oltre la gestione operativa
delle logiche di loyalty: ha sottoscritto
una partnership ancora più stretta che
prevede la condivisione di dati sensibili
anche con l’industria. Traguardi, per noi
ancora lontani, ma forse raggiungibili.
La vostra attività, quindi, non si limita
alla definizione e gestione di programmi di fidelizzazione ...
Assolutamente no. In realtà, operiamo
in tre ambiti: i programmi di coalition, i
programma loyalty stand-alone e, infine, le analisi sul consumatore e i suoi
comportamenti d’acquisto. In questo
modo possiamo realizzare profilazioni
dettagliate, che ci permettano di fornire
ai nostri partner elementi distintivi sui cui
elaborare strategie di fidelizzazione più
adeguate.
Il partner non corre il rischio di delegare
troppi elementi e “perdere sovranità”?
No. Al contrario, ottiene più informazioni
per meglio indirizzare iniziative, premi e
punti bonus verso sia i clienti fedeli sia,
soprattutto, i non clienti. Quest’attività di
estrazione, lettura, confronto ed interpretazione dei dati -aree nelle quali ci sentiamo leader per competenze e capacità di
analisi- è possibile solo gestendo, nella
totalità, il customer database, per analisi
più sofisticate. Ad esempio, di recente,
come Nectar Italia abbiamo effettuato
una ricerca sull’impatto delle aperture
domenicali: abbiamo verificato non solo
vogliamo essere
un supporto
qualificato
per i nostri
partner
nel definire
scenari futuri
che chi fa la spesa la domenica spende
il 4% in più, ma anche l’esistenza di un
nuovo segmento di clienti, definiti i domenicali, per lo più giovani, che prediligono
fare la spesa la domenica, spostandosi
anche da lontano. Risultati rilevanti per
elaborare strategie, non crede?
Parliamo dei premi che offrite. Sono
cambiati in questi anni di crisi?
Il catalogo Nectar, alla sua terza edizione, si è adattato: il suo plus rimane la
proposta di prodotti aspirazionali, legati
soprattutto al tempo libero, normalmente difficili da ottenere, ma abbordabili
nel nostro caso, grazie alla possibilità di
accumulare punti presso diversi partner.
Abbiamo, però, integrato con diversi premi appartenenti a fasce medio-basse, visto che abbiamo registrato un crescente
interesse per la convenienza, constatazione ovvia in periodi di difficoltà economica: questo interesse si è tradotto in
un aumento dell’utilizzo dei buoni sconto,
dimostrato dal fatto che, in questi anni
di attività, abbiamo “restituito” ai clienti
Nectar oltre 60 mio €, una cifra importante. Ma non ci siamo limitati a questo.
In quale modo vi siete mossi?
Per essere coerenti con l’adozione di
strategie all’insegna del valore, abbiamo
sottoscritto accordi con partner esterni
(come Pittarello e Douglas) che non partecipano direttamente al programma di
coalition, ma presso i quali, presentando
la carta Nectar, si possono comunque
ottenere sconti. Ci sembra il miglior modo per garantire ai consumatori il più alto
valore possibile come ritorno all’acquisto.
Avete adottato questa logica di valore
anche per i carburanti, tema sul quale
molti retailer oggi si stanno muovendo?
Essendo API uno dei partner fondatori,
la convenienza nei carburanti è un argomento da sempre in agenda. Alle iniziative
di questi ultimi mesi, abbiamo risposto
triplicando i punti Nectar a chi si rifornisce
nelle stazioni di servizio IP. Così, garantiamo uno sconto confermando la centralità
del punto Nectar, un vantaggio di per sé.
Chi è il vostro competitor in Italia?
Non vorrei peccare di superbia, ma oggi
nessuno è in grado di proporre un programma di coalition come il nostro, che
richiede una gestione centralizzata del
customer database e delle relative campagne. Se, invece, adottiamo una definizione più larga, legata a scambi di punti
tra diversi partner, You&Eni rappresenta
un progetto diverso, con una logica interessante.
In chiusura, quali le direttrici della fidelizzazione di domani?
Nei prossimi due anni, mobile, smartphone e social network detteranno i cambiamenti. Vale per tutto e anche per la fidelizzazione. La sfida sarà capire il nuovo
consumatore e le sue logiche nel definire
fedeltà e valore. Una sfida interessante,
sulla quale Aimia e Nectar stanno già lavorando da tempo.
•
8 ottobre 2012
17
C O V E R
S T O R Y
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&ROODERUDQGRVLSXz
di Anna Bertolini
Nella catena
delle relazioni
industria-retail
la parola chiave
è collaborazione.
Un concetto
determinante
per convergere
verso il consumatore
18
8 ottobre 2012
3
artnership tra cliente, retailer e
industria. È un tema caldo quello che affrontiamo su questo
numero, che vuole fare il punto
sulla collaborazione e sul rapporto di reciproca fiducia tra gli attori della filiera e
nel quale trasversalmente s’inserisce la
figura del consumatore che, pur “vittima”
di questo rapporto, sta in questi ultimi
anni modificando la sua immagine diventandone quasi il “carnefice”. Sì, perché il
consumatore si è evoluto e non resta più
impassibile in balia di offerte e format,
bensì si adopera affinché la sua voce arrivi ai produttori e s’informa e migra verso
nuovi luoghi d’acquisto se quelli appena visitati non lo soddisfano. A fronte di
tutto ciò, la parola chiave che vogliamo
evidenziare è collaborazione: una pratica imprescindibile, senza la quale non è
possibile creare valore in questa catena
di relazioni dietro la quale, non dobbiamo
dimenticare, ci sono persone. Il tema è
stato anche al centro dell’incontro organizzato da Gdoweek e Medusa-Regnoli
Group che, con la moderazione di Cristina Lazzati, vicedirettore Area Retail
Business Media Gruppo 24 Ore, ha saputo interpretare a 360 gradi il concetto
declinandolo nell’insegna, nella fedeltà,
nel tempo e nel prodotto portando a una
definzione di collaborazione: operare
come se si appartenesse virtualmente
a un’unica organizzazione verticale, ottimizzando tutti gli aspetti cross che mettano al centro il cliente e portino valore
agli stakeholder.
'DOODWHRULD«
In passato le finalità di distributori e produttori erano di carattere individuale e
diametralmente opposte. Per i produttori
assumeva carattere fondamentale vendere e conseguentemente introdurre nel
C O V E R
1
2
3
1-PGMobile è un’iniziativa di Procter & Gamble
e Walmart con duplice obiettivo: far conoscere
meglio i prodotti di P&G e permettere a Walmart
di introdursi in aree urbane non raggiungibili.
2-Nestlé-Fitness e Sephora insieme
per la creazione di Look Therapy Master.
S T O R Y
3-Mix di offerta per Imaginarium che, grazie
a Danone, ha aperto una yogurteria nel pdv di
Barcellona.
4-Gruppo Campari e Autogrill hanno dato vita
a Terrazza Aperol con l’obiettivo di riqualificare
la Galleria di Milano.
4
mercato il maggior numero di prodotti. In
contrapposizione, i retailer avevano come
obiettivo l’ottenimento di condizioni di
negoziazione convenienti. In poche parole: esercitavano il compito di negozianti.
Senza dimenticare i principi fondamentali
e fondanti di ogni ruolo, in assenza dei
quali le imprese siano esse distributive
o produttive- non potrebbero perseguire
il profitto, oggi il rapporto assume un sapore diverso, propenso alla co-creazione
di valore. Industria e distribuzione hanno
più occasioni per collaborare con risultati
che convergono sulla soddisfazione del
consumatore.
È proprio questo il nocciolo della questione. Occorre sviluppare forme di coordinamento per dare vita a vantaggi che
partecipano alla creazione di valore sia
per la domanda finale sia per le imprese
coinvolte. Ma la tanto auspicata collaborazione deve trovare terreno fertile anche
tra retailer dove, probabilmente, l’Italia è
ancora fanalino di coda rispetto al resto
del mondo. La collaborazione raffigura un
punto da cui partire per trasferire la relazione dalla negoziazione a un approccio
relazionale con il fine di raggiungere un
obiettivo comune: rispondere ai bisogni
del consumatore.
Come più volte accertato, si assiste a un
aumento dei livelli di volatilità dei consumi accompagnati da una domanda sempre più instabile. Questo scenario mette
in luce un consumatore poliedrico che
interpreta comportamenti di acquisto e
consumo contraddittori alla luce di un
alternarsi a un ritmo elevato di bisogni
che cambiano. È una figura che ricerca
benefici più elevati per soddisfare bisogni ricorrenti ed esige, quindi, prodotti
specifici che si orientino verso le nuove
funzioni d’uso. In tema di necessità, non
possiamo esimerci dall’affermare che bi-
sogni e servizi sono legati a doppio filo.
Tralasciando, dunque, quello che può essere racchiuso nell’allineamento tecnologico e logistico, la collaborazione tanto
auspicata poggia le sue basi su insegna e
punto di vendita con l’obiettivo di rispondere ai tanto ostentati stili di vita odierni.
Senza tralasciare il web, un canale capace di raggiungere gli obiettivi più rapidamente, con meno investimenti e con il
quale il consumatore, per sopravvivenza
o per necessità, ha affinato le tecniche di
scelta per fortificare le strategie di difesa
dal carovita.
A sostenere la tesi della collaborazione dentro e fuori il negozio, i tanti casi di partnership, siano essi tra
industria/distribuzione o tra retailer/
retailer, finalizzati a costruire valore e
a rispondere, seppur in modo parziale,
alle tante necessità e interpretazioni
di soluzioni efficaci.
8 ottobre 2012
19
C O V E R
S T O R Y
DOODSUDWLFD
Un esempio diffuso di cooperazione
è quello rappresentato da Walmart e
Procter & Gamble instaurato nel 1985.
L’allora vice presidente delle vendite di
P&G, Lou Pritchard, diede vita con Sam
Walton, fondatore del colosso distributivo americano, al concetto di partnership
costruito sulla fiducia e fondato sulla visione condivisa di soddisfare le esigenze del cliente riducendo, nel contempo, i
costi in eccesso del sistema. Dal 1985,
questa relazione di natura strategica è
proseguita fino ai giorni nostri.
Ultima, in ordine temporale, l’iniziativa
PGMobile, ovvero un camioncino con
stampati QR Code per poter ordinare per
strada i prodotti P&G attraverso Walmart.
com. Altro mondo, quello del giocattolo,
ma stessa inclinazione alla costruzione
di valore. Protagonisti Imaginarium, retailer che opera nel mondo dei giochi, e
Danone, multinazionale alimentare, che
insieme hanno dato vita a una partnership con la quale Danone ha realizzato
una yogurteria nello store Imaginarium
di Barcellona. L’iniziativa ha condotto a
un aumento della frequenza di visita dei
clienti e ha generato più animazione nel
punto di vendita, oltre ad aver permesso
a Danone di avvicinarsi a uno specifico
segmento di mercato.
Altro caso di cooperazione tra industria
e retail è quello di Nestlé, con il brand
Fitness, e Sephora. Insieme hanno lanciato Look Therapy Master all’insegna del
benessere e dello stile. Più spinta alla
convivialità, invece, la partnership tra
Gruppo Campari e Autogrill che, con
Terrazza Aperol, hanno l’obiettivo di riqualificare l’area della Galleria nel centro
di Milano. Da contraltare a tante iniziative
tra produttori e distributori, vi sono aree
di collaborazione tra retailer spinte verso l’ibridazione di format, l’associazione,
l’unione di category killer e ipermercato
oppure la fusione di department store e
specializzati food.
Alcuni casi come quelli riportati in queste
pagine lo confermano. Da agosto 2012,
Amazon.de vende private label Migros.
La catena svizzera di supermercati ha de20
8 ottobre 2012
1
2
3
1-Un’area di cooperazione tra retailer risiede
nella creazione di corner come nel caso di
Preca Brummel e Conbipel. Bimbus for
Conbipel è il nome del progetto che va ad
arricchire l’offerta del retailer di Cocconato
d’Asti (At)
2-La catena svizzera di supermercati Migros
ha deciso di collaborare con Amazon al
fine di affidarsi a una piattaforma più visibile
beneficiandone dell’immagine di cui gode
tra il pubblico. La partecipazione favorirà i
consumatori che potranno avvantaggiarsi di
prodotti a prezzi inferiori (-10%) rispetto a
quelli che si trovano nei punti di vendita fisici
3-Open High Street è un progetto del consorzio
aUnileverlead (formato da Unilever,
Inzenka, Sequoia, Pi Global & eziserv, e
in parte fondato dal Government’s Technology
Strategy Board) che ha la finalità di consentire
ai consumatori di acquistare prodotti locali da
dettaglianti indipendenti. Tutto per permettere
il sostegno delle economie locali
4-Yate Shopping Center è un esempio di
come realtà distributive differenti possano
convivere nello stesso spazio. Quattro
tipologie diverse (espresso bar, discount del
freddo, convenience e ipermercato) per dare
al consumatore un’esperienza di acquisto
completa e differenziante
4
ciso, infatti, di collaborare con Amazon
affidandosi a una piattaforma più visibile e beneficiandone dell’immagine di cui
gode tra il pubblico.
Open High Street è, invece, un programma nato dal consorzio aUnileverlead
creato da Unilever e altri operatori con
l’obiettivo di consentire ai consumatori di
acquistare prodotti locali da dettaglianti
indipendenti. Oppure l’unione di Preca
Brummel e Conbipel con un corner Bimbus ad hoc che va a completare la propo-
sta bambino di Conbipel. Ma l’esempio
più completo arriva da Yate Shopping
Center: tipologie diverse (espresso bar,
discount del freddo e convenience) condividono la stessa area con un ipermercato. Che sia questa la strada futura?
Intanto, giunge in redazione la notizia che
entro due anni sei ipermercati Ipercoop
gestiti da Unicoop Firenze diventeranno superstore con una riduzione delle
dimensioni. Magari affiancati da altre
tipologie di vendita ...
•
12
CORTINA COLLECTION 20
Tutto il “calore” della musica!
Le nuove cuffie stereo CORTINA, con microfono e tasto di risposta integrati, sono la proposta ideale per il Natale 2012. Protezione dal pungente freddo invernale, alta qualità di
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od operatore telefonico proprietari di marchi illustrati nelle immagini di questa pagina; i telefoni fotografati, le composizioni e le illustrazioni, hanno il solo scopo di descrivere l’uso, la destinazione dell’accessorio, la sua compatibilità e gli attributi
fondamentali per la corretta informazione del consumatore.
R E T A I L
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XQWULRQIRGHOPDGHLQ,WDO\
Un trend positivo,
un’autentica boccata
d’ossigeno
per risollevare le sorti
della crisi generale
dei consumi di beni
e servizi
di Rosarita Crisafi
1
egli ultimi anni, il trend generale
dei consumi di abbigliamento ed
accessori ha risentito in maniera
sensibile della crisi, tuttavia il settore outlet sembra non avvertirne il peso.
Secondo i dati dello scorso aprile elaborati da Global Blue per Moda24, le vendite
nelle cittadelle multimarca dello shopping
low cost sono aumentate del 48% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e
la crescita è stata addirittura del 144% in
più nei flagship outlet, i monomarca delle
grandi firme.
L’attrattiva dei noti marchi della moda ad
un prezzo accessibile sembra quanto mai
sulla cresta dell’onda, soprattutto per il turista in cerca del souvenir griffato low cost.
Il polo toscano
La Toscana è la regione che più di ogni altra
ha un forte appeal nei confronti del visitatore
straniero amante dello shopping. È il paradiso
degli outlet, tanto da essere quasi una sorta
di cittadella diffusa. Oltre al famosissimo The
Mall di Leccio Reggello, nei pressi di Firenze,
un centro del lusso che propone 22 top brand
tra cui Gucci, Hogan, Lanvin, Sergio Rossi ed
Emilio Pucci, c’è The Fashion Valley, inaugurato
a novembre 2011 che propone griffe di ricerca
come Maison Martin Margiela, DSquared2,
Mark Jacobs, John Richmond e Viktor & Rolf.
Più a nord c’è il Barberino Designer Outlet di
McArthur Glen. Si trovano poi in zona lo spaccio
monomarca di Dolce & Gabbana, Diesel e
Trussardi, nei pressi di Montevarchi lo spaccio
Prada, a Sesto Fiorentino il retail outlet Roberto
Cavalli e, verso Calenzano, quelli di Malo e
Patrizia Pepe. Firme meno importanti per The
Fashion Groove, outlet multibrand vicino ad
Incisa Valdarno, ed il Valdichiana Outlet Village,
all’uscita dell’A1 Valdichiana-Bettolle.
Le cittadelle McArthur Glen
Lusso senza rinunce, così si presenta ai
turisti dello shopping il colosso inglese delle
cittadelle, che ha esportato dieci anni fa in
Italia il format con l’apertura del Serravalle
Designer Outlet, il più grande d’Europa. Oggi
le strutture del gruppo sono cinque nel nostro
Paese e venti nel vecchio continente, con
quasi 200 griffe tra cui Prada, Bulgari, Dolce
& Gabbana, Roberto Cavalli, Hugo Boss. Lo
scorso giugno il gruppo ha inaugurato una
22
8 ottobre 2012
nuova cittadella in Grecia, che, nonostante
la difficile congiuntura, ha riscosso “vendite
superiori alle aspettative”. Nel 2011 ha
registrato un fatturato di 726 milioni di euro,
in crescita del 12% rispetto al 2012, con un
boom di visitatori stranieri (+62% rispetto al
2010), russi e cinesi in testa. In cantiere un
piano di sviluppo per aggiungere ai cinque
designer outlet italiani 30mila metri quadrati di
nuove aree vendita.
Il compratore degli outlet, infatti, secondo
le statistiche citate, è sempre più un cliente
straniero, con un boom di presenze proveniente da paesi extra UE, di cui si registra
nel 2012 un aumento del 69% rispetto allo
scorso anno. Secondo i dati del 2011 diffusi
dall’Itb di Berlino, McArthur Glen, società
proprietaria di venti Designer Outlet presenti
in tutta Europa, ha registrato una crescita
addirittura del 72% della spesa dei compratori extra UE rispetto al 2010.
Cavalcando il trend, le cittadelle dello shopping low cost cercano quindi di rivolgersi
sempre più al gusto ed alle esigenze della
clientela straniera, tant’è che la loro attrattiva turistica è diventata assimilabile a quella delle città d’arte. Firenze, Milano, Roma,
R E T A I L
Venezia, ma anche il marchigiano sono le
mete preferite dai compratori internazionali
a caccia dell’affare. Cina e Russia, ma anche Giappone, Serbia e Singapore sono i
mercati più sensibili al fascino della moda
made in Italy, che ha scoperto la nuova “via
della seta” del ventunesimo secolo nei grandi centri commerciali del lusso ‘best price’.
,QXPHULGHOVXFFHVVR
Lo scorso anno, secondo la Commissione
consultiva factory outlet, i visitatori dei trenta maggiori factory store e cittadelle dello
shopping in Italia sono stati 50 milioni, con
una crescita di circa il 10 per cento rispetto
al 2010. E le aziende, nel frattempo, smaltiscono l’invenduto, che, con i prezzi attuali, è
abbondante e torna buono per rifornire i negozi delle cittadelle di merce fresca e recente, scontata dal 30 al 70 per cento. Un’onda
da cavalcare per un indotto che coinvolge
diversi settori dell’economia del Paese, dai
trasporti, alla ristorazione, all’alberghiero.
Gli operatori sono assai sensibili al fenomeno, e differenziano l’offerta in modo da
intercettare ed interpretare sempre più le
esigenze delle fashion victims attratte dai
lustrini delle griffes. Non più cittadelle dunque, ma veri e propri shopping park, parchi
del divertimento per shopaholic, comodi da
raggiungere, ben serviti e ricchi di attrattive,
con una serie di vantaggi rispetto al tradizionale tour delle vetrine del centro tali da
soddisfare i desideri anche del visitatore più
esigente. Tante firme concentrate in pochi
metri quadri, a disposizione gli stessi capi
che si trovavano in vendita nelle boutique
sei mesi o un anno fa, o con piccoli difetti,
i prezzi assai vantaggiosi con, in più, il divertimento della caccia all’affare, e la possibilità di pianificare in anticipo nei minimi
dettagli le incursioni mirate nei negozi degli
stilisti preferiti.
Ogni grande outlet ha un dipartimento turismo con un tourist manager dedicato o un
apposito punto di accoglienza multilingue, i
collegamenti con i centri cittadini sono ben
organizzati con pullman dedicati e spesso
gratuiti, compresi nei pacchetti turistici, o
che includono nel prezzo del viaggio ulteriori
buoni sconto sugli acquisti. In più le cittadelle tendono ad assomigliare sempre di più
ad una sorta di scenografia che riprende le
caratteristiche dei territori che le ospitano,
di cui spesso imitano i modelli architettonici
e ripropongono atmosfere e sapori.
/HLQL]LDWLYHFXOWXUDOL
Inoltre, visto il successo, gli outlet, o meglio,
shopping park, cercano di uscire dalla loro
impersonale veste di non luoghi ed osano
sempre di più diventando teatro di happening e manifestazioni. È quanto accade
nelle ultime stagioni soprattutto nei centri
gestiti dal colosso McArthur Glen, che da
un paio d’anni ospitano nei propri mall italiani concerti di big della musica. Dal 2011
si organizza il “Summer Music Festival”, un
vero e proprio palinsesto di eventi gratuiti
all’aperto che ha visto in cartellone artisti
internazionali e italiani di grande fama, da
Al Jarreau a Gloria Gaynor a Biréli Lagréne,
ad Arisa, a Nina Zilli.
Le cittadelle completano l’offerta sempre
più spesso anche con l’inserimento di merce full price che di solito non si trova negli
outlet, come accadrà entro la fine del 2012
al Fashion District di Molfetta, che prevede
la riduzione del settore low cost al 60-70 per
cento della superficie per far posto a merce
a prezzo pieno legate a lifestyle di nicchia.
•
Gli outlet Fashion District
La risposta italiana alle cittadelle inglesi, sono
oggi parte del Gruppo Mittel. Il network
è proprietario di tre strutture, Mantova,
sulla direttrice dell’autostrada A22 Modena/
Brennero, Valmontone, nei pressi di Roma
sulla A1 Roma/Napoli, entrambi aperti nel
2003 e Molfetta, a pochi chilometri da Bari,
aperto nel 2008.
Il gruppo vanta un totale di 120mila metri
quadri di superficie di vendita, con 400 negozi
e 200 aziende coinvolte. Il volume d’affari, nel
2011, è aumentato del 7% rispetto al 2010.
A fine 2012, con il progetto Street, High &
Loft, è previsto l’ampliamento dell’outlet di
Molfetta con l’ingresso di merce full price di
nicchia legata al concetto urban e lifestyle
per un 30% della superficie. Saranno proposti
prodotti per skaters, oggetti di design
d’avanguardia ed il top della tecnologia, dagli
smartphone ai tablet. Ci sarà anche un’area
dedicata agli street sport con uno skate park
di circa 1.400 metri quadri.
Il Fidenza Village di Chic Outlet Shopping®
Gestito da Value Retail, il villaggio di
Fidenza è l’unica struttura italiana del gruppo.
Punta su un consumatore di beni di lusso,
informato sulle tendenze fashion, esigente
in materia di griffe e qualità del servizio. Nei
propri outlet il gruppo presenta un panel
selezionato di brand della moda tra cui
Armani, Versace, Marni e Missoni o firme più
di nicchia come Duvetica o Pinko, tutte con
sconti fino al 60%. Scelta a cinque stelle
anche per l’ospitalità: all’interno, ristoranti
luxury propongono specialità del territorio,
nel corso dell’anno un calendario di eventi
legati all’arte, al design ed alla fotografia che
spesso coinvolgono personalità del mondo
della moda. Inoltre sono offerti servizi Vip, dal
trasporto con autista, al personal shopper, al
servizio “compra e lascia” per fare acquisti
senza i sacchetti appresso, alla suite dedicata
ai clienti top.
8 ottobre 2012
23
R E T A I L
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JUDQGHIUDPPHQWD]LRQH
L’economia verdeoro corre, spingendo il retail a un profondo
rinnovamento. Consolidamento tra gli operatori del settore
di Luigi Dell’Olio
'
ue big, capaci di affermarsi anche in contesti internazionali,
e una miriade di operatori fortemente radicati al territorio di
riferimento. È la fotografia del mercato
retail brasiliano che emerge dalle analisi degli addetti ai lavori. Un settore che
inevitabilmente è legato alle dinamiche
congiunturali, che vedono il gigante sudamericano ai primi posti per la crescita
dell’economia, per alcuni aspetti meglio
posizionato rispetto agli altri Bric (acronimo coniato per identificare le principali economie emergenti: oltre al Brasile,
Russia, India e Cina).
8Q·HFRQRPLDDOJDORSSR
Il Brasile arriva da un periodo di crescita
galoppante della sua economia (+7,5%
nel 2010), che ha tirato il freno (+2,7%)
solo nel corso del 2011, pagando scotdella Francia. Quest’anno l’economia
to al calo della domanda proveniente
nazionale dovrebbe crescere al ritmo
da Stati Unti ed Europa. Il progresso ha
del 2,5-3%, sui livelli degli Stati Uniti,
portato il Paese sudamericano al sesto
ma molto meglio rispetto all’Europa, per
posto per ricchezza prodotta ogni anno
poi accelerare al +4% nel 2013. Un risulsecondo l’ultima rilevazione del Centre
tato che sarà conseguito anche grazie ai
for Economics and Business Research
fondi (pari a 53 miliardi di euro, con cui
i privati potranno costruire
(Cebr), dietro Stati Uniti,
10mila chilometri di ferrovie
Cina, Giappone, Germae 7.500 chilometri di strade
nia e Francia, ma davanti
federali attingendo a finana Italia e Regno Unito, che
ziamenti a tassi agevolati)
lo precedevano fino a pochi
messi in campo dal Governo
mesi fa. Una posizione che,
per favorire il rinnovamento
secondo gli analisti dell’istiinfrastrutturale e attirare per
tuto di ricerca britannico,
questa via investitori intersarà confermata anche nel
DARIO RIGHETTI
nazionali, oltre dalla politica
2020, a causa del sorpaspartner
fiscale accomodante: a fine
so da parte dell’India, comdi Deloitte
agosto la Banca centrale del
pensato dall’arretramento
24
8 ottobre 2012
Brasile ha tagliato di mezzo punto i tassi
di interesse che sono scesi così al 7,5%,
il livello più basso di tutti i tempi.
0HUFDWRWUDLQDWRGHLFRQVXPL
Il mercato retail ha beneficiato negli scorsi
anni della crescita economica, e anche il
rallentamento degli ultimi tempi non sembra aver impattato particolarmente. Merito soprattutto della tenuta dei consumi
delle famiglie, componente determinante
per far uscire il Paese dalla recessione
all’inizio degli anni Duemila, quindi mantenutasi su livelli elevati anche in seguito.
Il fenomeno è principalmente dovuto al
progressivo irrobustirsi della classe media. Secondo uno studio della Getulio
Vargas Foundation, negli ultimi otto anni
ben 33 milioni di persone sono passate
R E T A I L
dalla povertà alla classe media, divenendo
quindi consumatori.
“Il mercato retail brasiliano sta vivendo
un momento molto positivo, con un giro
d’affari in crescita del 19% anno su anno
per un totale di 400 miliardi di dollari”,
spiega Dario Righetti, partner di Deloitte, responsabile per il Consumer Business.
“La spinta alla crescita non sembra destinata a esaurirsi nel breve, considerato che
le ultime stime parlano di un fatturato a
quota 650 miliardi nel 2016”.
La crescita dei consumi non è, comunque,
omogenea. Molto sostenuta nelle grandi
città come Rio de Janeiro e San Paolo,
dove si stanno affermando modelli di consumo simili a quelli delle economie mature
(con il comparto food&beverage in pole),
stentano invece a decollare nelle province più lontane, complice un reddito procapite sensibilmente più basso.
'XHELJGRPLQDQRLOPHUFDWR
Il mercato è dominato da due big, il gruppo Pão de Acucar e Lojas Americanas,
ai quali fanno da contraltare decine di
realtà di piccole o medie dimensioni distribuite su un territorio vasto 23 volte
l’Italia e con una popolazione che supera
i 200 milioni. “Per certi versi si ripropone
lo stesso schema che caratterizza l’offerta italiana”, commenta Righetti, “con
pochi big e molte
realtà frammentate,
ma con una certa
forza nei territori in
cui operano”.
L’ultima edizione del
Global Powers and
Retailing redatto da
Deloitte, colloca il
Pao de Acucar al 45esimo posto a livello mondiale (primo in Sud America)
per vendite con 18,38 miliardi di dollari,
in una classifica dominata da Walmart
davanti a Carrefour, Tesco e Metro. Il
gruppo, fondato nel 1948 a San Paolo e
attivo in tutti i formati di vendita, dai supermercati di quartiere agli ipermercati,
con un’offerta che spazia dall’alimentare
ai prodotti tecnologici, dalla farmaceutica alla distribuzione di carburanti, fino
LA TOP TEN DEI RETAILER SUDAMERICANI
Classifica continentale e globale, fatturato dell’ultimo anno fiscale disponibile in milioni di dollari
Nel
mondo
Gruppo
Fatturato
(mio $)
Paese
1
45
Grupo Pão de Açúcar
18.318
Brasile
2
78
Cencosud
11.791
Cile
3
127
Falabella
7.473
Cile
4
129
Organizaciòn Soriana
7.425
Messico
5
158
Lojas Americanas
5.359
Brasile
6
170
Femsa Comercio
4.933
Messico
7
196
Controladora Comercial Mexicana
4.348
Messico
8
204
Comercial Chedraui
4.142
Messico
9
212
El Puerto de Liverpool
3.845
Messico
10
242
Signet Jewelers
3.437
Bermuda
Fonte: Deloitte
agli elettrodomestici, può contare su
1.800 punti vendita nel Paese e centri
logistici a Rio de Janeiro, Brasilia, Fortaleza, Curitiba, Recife, Arujá e Camacari.
A controllare la società sono, con quote
paritarie, i francesi di Casino e il fondatore è Abilio Dos Santos Diniz (immigrato
portoghese negli anni Quaranta), accreditato di un patrimonio personale superiore ai 3 miliardi di dollari, nonché padre
dell’ex-pilota di Formula 1 Pedro Diniz.
Lojas Americanas ha dimensioni più contenute, con vendite per 5,4 miliardi di
dollari, che ne fanno il quinto retailer
del Sud America e
il 158esimo a livello
mondiale. Il suo tratto distintivo è, però,
un altro: considerando la crescita negli
ultimi cinque anni, il
gruppo brasiliano si piazza al nono posto a livello worldwide, con un progresso medio annuo delle vendite al 27,8%
(grazie anche all’acquisizione, nel 2006,
dei negozi brasiliani appartenenti alla catena Blockbuster). Il gruppo, controllato
dagli imprenditori Jorge Paulo Lemann,
Marcel Telles e Carlos Alberto Sicupira,
conta 465 punti di vendita in 22 Stati
brasiliani con un assortimento di 80mila
prodotti, appartenenti a 4mila aziende.
il mercato
retail
raggiungerà
i 650 mld $
nel 2016
2SSRUWXQLWjSHUJOLLWDOLDQL
Ci sono spazi per i retailer italiani nel Paese verdeoro? “Non vedo grandi possibilità”, risponde Righetti. “I nostri operatori
potrebbero essere interessati a crescere
oltreconfine, ma è più facile che si orientano verso Paesi più vicini. In ogni caso,
un’espansione in Brasile richiederebbe
investimenti ingenti”. Diverso il discorso
per quanto concerne i produttori. “L’Italia
mantiene un grande appeal sui prodotti
industriali, chimici e dell’alimentare”, spiega l’esperto. “Inoltre molte nostre aziende
hanno fatto negli ultimi anni grandi progressi sul fronte della responsabilità sociale e della sostenibilità ambientale. Temi
al momento avvertiti solo da una nicchia di
mercato nel Paese verdeoro, ma destinati
a crescere di importanza”.
Infine, quanto ai possibili sviluppi dell’offerta, per Righetti è verosimile che “si assisterà a un processo di concentrazione
man mano che il mercato diventa maturo. Nel retail, caratterizzato da margini ristretti, le dimensioni sono fondamentali
per generare economie di scala. Qualcosa
del genere si è visto in passato in molti
mercati maturi e lo stesso dovrebbe avvenire nei Bric”.
•
;
La rassegna sul retail nei Paesi emergenti
(Bric) proseguirà nei prossimi numeri.
La seconda puntata riguarderà la Russia
8 ottobre 2012
25
R E T A I L
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SHU&RQDG$GULDWLFR
Articolati e ben strutturati i percorsi formativi predisposti
dalla cooperativa al fine di creare maggiore distintività
di Barbara Trigari
/
a distintività per Conad Adriatico
è rappresentata dalla qualità del
servizio offerto. Ecco perché “l’arte
del servizio” si trova al centro delle
iniziative di formazione della cooperativa, per le quali investe circa un mio euro all’anno (un sesto del risultato netto
dell’azienda). “Da una parte dobbiamo
preservare la catena del servizio, spiega
il direttore risorse umane Conad Adriatico
Lino Fioravanti, che parte dalla cooperativa e coinvolge lo store e poi il consumatore; dall’altra c’è il pdv come ‘piattaforma
relazionale’, quindi un servizio che va oltre
gli aspetti tecnici, per coinvolgere quelli
relazionali e umani”.
,OEXRQHVHPSLR
Come il padre in una famiglia, le figure apicali devono essere coinvolte per prime, per
diventare a loro volta allenatori nel proprio
campo. “Il socio deve essere il primo tifoso di questo modello, se vogliamo davvero trasferirlo a tutti -prosegue Fioravanti-.
Uno dei laboratori
attivati
da Conad
Adriatico
nell’ambito
del progetto
Arte del servizio,
alla ricerca dei
comportamenti
d’eccellenza
Il processo è partito nel 2008 con questa
presa di coscienza ed è sfociato nel 2011
in un progetto mirato a rendere concreto lo
slogan ‘artisti della qualità e maestri della
convenienza’. Il 2012 sarà stato l’anno della ricerca, il 2013 quello del trasferimento
degli insegnamenti, e finalmente nel 2014
la realizzazione del percorso”.
,ODERUDWRUL
“Siamo partiti già nel 2008 creando dei manuali che rappresentassero le conoscenze
merceologiche, le competenze di gestione
e lo store management -spiega Fioravantima ci siamo accorti che mancava l’anima,
appunto l’arte del servire come differenziale
competitivo. Quindi nel 2012 abbiamo intrapreso la ricerca degli elementi di eccellenza
definibili come ‘comportamenti artistici’ attraverso i laboratori, ovvero gruppi composti
da soci, caporeparti, collaboratori con molta
passione per il proprio lavoro. I risultati verranno usati come modello per la formazione
da trasferire a tutti i pdv”.
0LVXUDUHLULVXOWDWL
Conad MP (Miglioramento delle Performances) è un software creato ad hoc e condiviso
in rete tra i soci, basato su 160 indicatori di
tenuta del pdv declinati in una scala oggettiva. Infatti “Basarsi solo sul conto economico
a consuntivo significava limitarsi al passato,
chiarisce Fioravanti, mentre desideravamo
costruire uno strumento che modificasse il
comportamento e strutturasse il risultato
futuro”. Non un metodo d’ispezione, ma lo
strumento principale del socio per verificare
la tenuta ottimale del proprio pdv, e risolvere
subito se un indicatore non corrisponde, prima del consuntivo di fine mese. Tra gli altri
strumenti di misurazione, Cliente Misterioso
rileva il livello di servizio percepito dal cliente, e Bravo Conad premia i migliori reparti.
/XRJKLHIRUPDWRUL
La formazione teorica avviene in sede o in
aule mobili allestite presso organizzazioni
di categoria o strutture private sul territorio
della cooperativa (che è molto esteso), per
facilitare chi deve fruirne. Per la rete vendita
ci sono pdv scuola e collaboratori-docenti
coordinati dal progetto Distacchi & Supporti. I primi sono rivolti ai nuovi collaboratori
distaccati presso pdv modello per l’addestramento; i secondi coinvolgono i nuovi pdv
presso i quali vengono distaccati collaboratori-formatori che assumono quindi il ruolo
di tutor verso gli allievi. In più, la cooperativa
si avvale di quattro consulenti per l’ideazione delle attività di formazione. “Investire
molto nella formazione è nella logica della
cooperativa, che per missione deve tutelare
il patrimonio comune per tramandarlo nel
tempo”, conclude Fioravanti.
•
26
8 ottobre 2012
informazione commerciale
>L)Fã'+F"LL2
-..-Fã
L33:L)++
>
ovità in casa Agras
Delic: si tratta di
ADoC Day by Day,
linea dedicata al
segmento premium che
abbina l’alta qualità a un prezzo
conveniente. Grazie alle nuove referenze, i padroni di gatti e
cani, il cui budget non consente un’alimentazione esclusiva
o prevalente con ADoC-linea naturale, possono affidarsi al
brand AdoC Day by Day per la “pappa” quotidiana dei pet,
sempre di qualità, ma meno costosa. La nuova linea si
compone di buste da 85g per il gatto (disponibili in quattro
referenze: coniglio, pollo e prosciutto, salmone, Sterilized
con pollo) e di buste da 100g per il cane (in due referenze:
pollo e coniglio, vitello e ortaggi), e offre tanti vantaggi: gli
ingredienti sono cotti al vapore; non sono ammessi
conservanti e coloranti; sono presenti, nella composizione,
vitamine, biotina, omega3. Per le specifiche esigenze dei
gatti sterilizzati è stata anche creata l’apposita referenza
“Sterilzed”. La golosa referenza “con salmone” può vantare
il logo MSC (che attesta la provenienza da una zona di
pesca gestita secondo criteri sostenibili).
www.adoc.it
R E T A I L
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Create delle stazioni di consegna situate all’interno
di store di terzi aperti per buona parte del giorno
di Fabio Salvati
8
no dei problemi che più frequentemente rendono meno piacevole l’esperienza dello shopping
online è quello della consegna a
domicilio. Questa avviene in orario di lavoro, quando il cliente non è a casa per
poterla ricevere e a quel punto bisogno
ricontattare il corriere per concordare la
nuova consegna o, in caso di nuovo fallimento, bisogna ritirare la merce in zone
spesso piuttosto scomode da raggiungere.
Al fine di risolvere anche questo problema,
Amazon.com sta testando una soluzione
molto semplice ed efficace. Si tratta della
possibilità di farsi spedire la merce in stazioni di consegna automatizzate comode
da raggiungere e dove è possibile ritirare la
merce all’ora più conveniente per il cliente.
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Le stazioni di consegna (Amazon Delivery
Lockers) altro non sono che delle postazioni di armadietti corazzati, simili a quelli dove è possibile lasciare i bagagli all’interno
delle stazioni ferroviarie e degli aeroporti.
Per garantire il massimo di sicurezza ed
accessibilità, esse sono situate all’interno
di pdv di terzi aperti per la maggior parte
della giornata, come i super di quartiere
o addirittura 24 ore su 24, come alcune
farmacie e i 7 Eleven.
L’utilizzo del servizio è semplice. Al momento del check out, quando si deve scegliere l’indirizzo di consegna, si può vedere
utilizzando il codice di avviamento postale
se il servizio è disponibile in una zona comoda per l’acquirente. Nel caso in cui sia
disponibile e se il pacco da consegnare
28
8 ottobre 2012
Vista generale
e touch screen
di un Amazon Locker
all’interno di uno store
della catena
di farmacie Rite Aid
a Manhattan, NYC
è compatibile con le dimensioni degli armadietti, si sceglie il luogo dove andare a
ritirarlo. Una volta che la consegna è stata
effettuata, Amazon.com avverte il cliente
tramite una email che contiene un codice
da utilizzare per il ritiro. Con il codice ci si
reca alla stazione di consegna e tramite
un touch screen si immette il codice di
sblocco nel sistema. A quel punto l’armadietto contenente il pacco si apre e si
può effettuare il ritiro. La merce rimane a
disposizione per ritiro per i tre giorni successivi alla consegna. In caso di mancato
ritiro, essa viene ritirata da Amazon.com,
che rimborsa il cliente.
Attualmente le stazioni di consegna Amazon si trovano a Seattle, dove sono state
testate per la prima volta, a New York e a
Londra. Se il servizio dovesse aver successo esso sarà probabilmente esteso ad
altre città, presumibilmente partendo da
quelle più grandi e densamente popolate.
Queste soluzioni integrate fisico-virtuali
non portano benefici solo agli operato-
ri del commercio elettronico, ma anche e
forse soprattutto al dettaglio fisico, che
può utilizzare la sua rete di punti di vendita come network di ritiro di beni ordinati
online.
/·HVSHULHQ]DIUDQFHVH
Un esempio interessante in tal senso è
Chronodrive in Francia, che permette di
ordinare la spesa online e andarla a ritirare
in supermercati particolarmente comodi
da raggiungere con la garanzia di Arval in
auto entro cinque minuti, già pagata ed
insacchettata. Altro esempio basato sullo
stesso concetto di integrazione fisico-virtuale è quello dei negozi Tesco Homeplus
in Corea, dove e possibile ordinare e pagare la spesa nelle stazioni della metropolitana di Seoul scannerizzando con lo
smartphone i codici QR stampati su foto
dei prodotti affisse sulle pareti per poi ritirare la spesa all’arrivo presso il pdv della
catena più comodo per il consumatore fra
quelli che offrono il servizio.
•
www.mediamacs.com
Da un latte ricco, sano
ed aromatico…
Scopri il nostro vasto assortimento!
Da oltre 40 anni Bayernland vi garantisce un vasto assortimento
di prodotti sani e naturali con ottimo rapporto qualità-prezzo.
Vi offre una ricca gamma di specialità prodotte in latterie modernissime,
utilizzando il ricco ed aromatico latte dei pascoli Bavaresi.
Il risultato è un’ampia scelta di prodotti dal sapore delicato
e dalla freschezza garantita.
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R E T A I L
_
di A. Bonaccorsi
* Dati aree da: Guida Nielsen Largo
Consumo, edizione gennaio 2012
AREA NIELSEN 1
O IPERMERCATI: 350
O MQ 1.836.924
O SUPERMERCATI: 1.797
O MQ 1.717.015
O ALTRI: 3.968
O MQ 1.239.034
Superstore
Viale Corsica 21
Milano
2.500 mq
Groupe Auchan
DATA DI APERTURA
29 agosto 2012
LOCATION
Ubicato nella zona est del capoluogo lombardo, ad angolo
con via Terenzio. A poche decine di metri sono presenti la
fermata dell’autobus Campania Corsica e del tram 22 Marzo Campania.
CONCORRENZA
Nello stesso bacino d’utenza
gravitano due pdv a insegna
Unes, un Pam e un Coop.
LAYOUT
In linea con la politica del gruppo, il pdv nasce con particolare
riguardo verso l’ambiente che
si concretizza nell’utilizzo degli
accessori d’arredo in materiale
riciclato e nei vari accorgimenti tecnici. Al suo interno ha la
zona Pausa snack, un’area ristoro con rete wireless attiva
e gratuita.
OFFERTA
Conta un assortimento di
14.000 referenze.
SERVIZI
Orario: lun-sab 8,30-20,30;
30
8 ottobre 2012
sviluppo reti
domenica 9,00-19,00. È dotato di un parcheggio con più
di 670 posti auto. Inserite lungo il percorso la postazione
ScontoSì che emette sconti
last minute; la postazione “La
nostra gastronomia” che fornisce oltre al Libro degli ingredienti, utili suggerimenti culinari, e la postazione La nostra
enoteca che offre consigli per
l’abbinamento piatti–vini. Presente anche il Simply24Ore, un
distributore automatico aperto 24 ore su 24, con oltre 100
prodotti di prima necessità,
per acquisti durante l’orario di
chiusura.
ADDETTI E CASSE
Ha nove casse tradizionali poste in barriera (tra cui la cassa
prioritaria per disabili e donne
in gravidanza), sei casse selfservice Cassamica e due casse self-scanning Contorapido.
AREA NIELSEN 2
O IPERMERCATI: 200
O MQ 1.649.157
O SUPERMERCATI: 1.831
O MQ 1.649.157
O ALTRI: 3.793
O MQ 1.114.701
Supermercato
Via Dante Alighieri 6
Mira (Ve)
871 mq
Coop Adriatica
DATA DI APERTURA
23 agosto 2012
LOCATION
Locomotiva alimentare del
centro commerciale Mirasole.
Si trova in una zona centrale
a pochi metri da via Nazionale.
CONCORRENZA
Non insistono concorrenti diretti in zona.
LAYOUT
Riapre dopo i lavori di ristrutturazione che hanno riguardato
l’intera struttura. Nella nuova
disposizione degli spazi, l’ingresso si affaccia sul banco
della pescheria, completamente ristrutturato e decorato con motivi che ricordano il
mare; il percorso sfila poi verso
la piazzetta dell’ortofrutta, per
raggiungere infine il banco dei
latticini con l’isola promozionale dei prodotti caseari. Per il rinnovamento del pdv la Cooperativa ha investito 830 mila euro.
OFFERTA
I prodotti freschi sono composti da 1.300 referenze. Generi
vari, prodotti non alimentari
e surgelati ne contano altre
4.800.
SERVIZI
Orario: lun-sab 8,30-20,00.
ADDETTI E CASSE
Occupa 29 lavoratori e ha sei
casse attive in barriera più una
inserita nel reparto pescheria.
AREA NIELSEN 4
O IPERMERCATI: 150
O MQ 779.145
O SUPERMERCATI: 2.739
O MQ 2.065.999
O ALTRI: 7.204
O MQ 1.984.229
Superstore
Viale Roma 72
Castelvetrano (Tp)
1.500 mq
Comediterraneo srl (socio
Sicilconad Mercurio)
DATA DI APERTURA
9 agosto 2012
LOCATION
È all’interno dell’area commerciale La piazza di Ermes,
di fronte alla villa comunale
lungo la principale via di accesso della città, facilmente
raggiungibile dall’autostrada e
da tutte le direttive di collegamento dei paesi limitrofi. Bacino di utenza potenziale 60.000
abitanti nell’arco di 15 minuti
di percorrenza automobilistica
standard.
CONCORRENZA
Sono attivi in zona due pdv
Eurospar, un pdv Interspar, un
pdv Despar Express, due pdv
Sisa, quattro pdv Conad City,
un pdv Lidl, un pdv Eurospin,
un pdv Ard Discount, due pdv
soft discount locali, due pdv
drug store.
LAYOUT
Sposa la linea tradizionale
dell’insegna.
OFFERTA
Sono circa 8.000 gli articoli in
vendita, per il 90% alimentari.
SERVIZI
Orario: lun-dom 9,00-20,00.
ADDETTI E CASSE
La barriera casse è formata
da cinque postazioni. L’organico operativo è composto da
25 addetti.
NON FOOD
Ottica
Via Italica
Lido di Camaiore (Lu)
219 mq
Avanzi
DATA DI APERTURA
11 agosto 2012
LOCATION
Ad angolo con via Aurelia, sulla
strada provinciale 1.
sviluppo reti
CONCORRENZA
A più di un chilometro sono
presenti due pdv a insegna Vision store.
LAYOUT
Non si discosta dal consueto
format dell’insegna.
OFFERTA
Comprende 576 prodotti più
gli articoli in esposizione nel
corner Solaris.
SERVIZI
Orario: lunedì 16,00-20,00;
mart-ven 9,30-12,30 e 16,0020,00; sabato 9,00-13,00 e
16,00-20,00.
ADDETTI E CASSE
Il team operativo è formato
da quattro addetti. Attive due
casse.
Ottica
Via Emilia Levante 8/10
Cesena
153 mq
Avanzi
DATA DI APERTURA
4 agosto 2012
LOCATION
Si trova in zona periferica, sulla strada statale 9.
CONCORRENZA
Non ci sono concorrenti nella
stessa zona.
LAYOUT
Riapre dopo il rebranding da
Mister Optik e rimane in linea
con la filosofia aziendale.
OFFERTA
In assortimento sono presenti
832 articoli.
SERVIZI
Orario: lunedì 16,00-20,00;
mart-ven 9,30-12,30 e 16,0020,00; sabato 9,30-13,00 e
16,00-20,00.
ADDETTI E CASSE
Per le operazioni di pagamento è presente una cassa.
Arredamento
Via Regolizie snc
San Giovanni Teatino (Ch)
32.000 mq
Ikea
DATA DI APERTURA
30 agosto 2012
LOCATION
È a ridosso del casello autostradale Pescara Ovest-Chieti.
CONCORRENZA
Non ha competitor che gravitano nello stesso bacino di
utenza.
LAYOUT
In linea con il format dell’insegna. Il pdv si estende su due
piani e segue le direttive per
un basso impatto ambientale:
produce il 22% dell’energia
elettrica necessaria, grazie
all’installazione sul tetto di un
impianto fotovoltaico di 6.952
moduli di silicio cristallino. La
produzione annua stimata di
energia elettrica è pari a circa
886.000 kW. L’illuminazione
esterna del parcheggio è garantita da torri faro led che
riducono il consumo di energia di circa il 60% rispetto a
quelle tradizionali. Anche l’illuminazione interna utilizza
faretti led 15W, consentendo
un risparmio di circa 100.000
kWh/anno.
OFFERTA
Sono oltre 10.000 gli articoli in
assortimento.
SERVIZI
Orario: lun-dom 10,00-20,00.
Il parcheggio gratuito può
ospitare fino a 1.250 posti,
ma è potenziabile fino a 1.500.
All’esterno del punto di vendita
è attivo un servizio gratuito di
erogazione di acqua potabile
naturale e frizzante dedicato ai
soci di Ikea family.
ADDETTI E CASSE
La barriera checkout è composta da 27 casse, di cui 16 selfservice. La squadra di lavoro
conta 206 dipendenti.
Elettronica di consumo
Via Massa Avenza 32
Massa
1.334 mq
Sgm Distribuzione
DATA DI APERTURA
11 agosto 2012
LOCATION
È tra le medie superfici del
centro commerciale Mare
Monti, realizzato in zona periferica.
CONCORRENZA
Nello stesso centro commerciale è attivo Game 7.
LAYOUT
Acquisito da Eldo, il pdv, completamente rinnovato, non si
discosta dal tradizionale format dell’insegna.
OFFERTA
Circa 7.000 item.
SERVIZI
Orario: lun-sab 8,30-21,30;
domenica 9,00-21,00.
ADDETTI E CASSE
Impiega 22 dipendenti e ha
una barriera casse con quattro postazioni.
Elettronica di consumo
Corso Mortara 24
Torino
2.300 mq
Sgm Distribuzione
DATA DI APERTURA
18 agosto 2012
LOCATION
In galleria al centro commerciale Snos. È ubicato poco di-
_
R E T A I L
stante dalla stazione Dora. La
via interseca corso Svizzera.
CONCORRENZA
Attivo in galleria un Game Stop.
LAYOUT
Cambio d’insegna per l’ex pdv
Eldo che riapre dopo i lavori di
ristrutturazione seguendo la
tradizione dell’insegna.
OFFERTA
Circa 8.000 prodotti.
SERVIZI
Orario: lun-sab 9,00-20,30;
domenica 9,00-20,00. Disponibili circa 500 posti nel parcheggio coperto del centro.
ADDETTI E CASSE
Occupa 20 lavoratori.
Attive cinque casse.
Elettronica di consumo
Strada statale 16
Lecce
1.460 mq
Sgm Distribuzione
DATA DI APERTURA
11 agosto 2012
LOCATION
Aperto all’interno del centro
commerciale Cavallino costruito in zona periferica al chilometro 962,7 della strada statale
Lecce-Maglie. La via interseca
la strada statale 94.
CONCORRENZA
Assente.
LAYOUT
Rinnovato nel layout e
nell’esposizione dell’offerta,
il pdv (ex Eldo) segue la linea
aziendale.
OFFERTA
Offre 7.000 articoli in vendita.
SERVIZI
Orario: lun-sab 9,00-21,30;
domenica 10,00-21,30.
ADDETTI E CASSE
I dipendenti sono 19 e quattro
le casse.
8 ottobre 2012
31
I N D U S T R I A
$WWULFLLWDOLDQHHFRVPHVL
XQVHWFRQYLQFHQWH
Cinema e bellezza:
un connubio
di successo
per le aziende
cosmetiche,
sempre più propense
a eleggere come
brand ambassador
i volti del cinema
nostrano
di Laura Brivio
6
e una volta la cosmesi era soprattutto retaggio di top model
professioniste o star straniere
note su scala mondiale, qualcosa nel settore beauty sta cambiando:
sono sempre di più le attrici italiane che
si ritagliano un ruolo di spicco nella comunicazione pubblicitaria.
Un trend evidenziato dalla scelta di
grandi brand di puntare su promesse di
talento o su artiste già affermate come
testimonial di campagne di comunicazione. Come si spiega il fenomeno? Per
Paolo Zilianti, brand manager haircare
di Procter & Gamble Italy: “L’utilizzo di
testimonial italiane è un trend sicuramen-
VIOLANTE
PLACIDO
AMBASCIATRICE
DI L’ORÉAL
PARIS
Moderna, eclettica, forte e determinata. Per tutte queste qualità
dallo scorso maggio Violante Placido è entrata a far parte della
schiera di celebrity che hanno prestato il volto in passato a
L’Oréal Paris. Per la giovane attrice si è trattato di un esordio
come testimonial di Revitalift Total Repair 10 BB Cream in una
campagna firmata McCann Erickson (direzione creativa di
Maïté Winternheimer) veicolata su stampa da prima dell’estate
e quindi in tv da settembre. Per lei, come nel caso di altre star,
la multinazionale francese non ha previsto solo un ruolo in
pubblicità, ma anche la rappresentanza in alcuni eventi di rilevo
internazionale, a partire dalla Mostra del Cinema di Venezia, dove
Violante ha sfilato sul red carpet dell’inaugurazione in qualità di
ambasciatrice L’Oréal Paris.
32
8 ottobre 2012
te in crescita nella cosmesi, perché rappresentano una fonte d’ispirazione per le
italiane che sempre di più vedono in loro
un modello di bellezza accessibile. Sono
donne che mettono anche a dura prova
la loro pelle e i loro capelli per apparire
sempre al meglio, quindi chi meglio di
loro può mostrare i risultati delle performance di prodotto? Vittoria Puccini che
abbiamo scelto per Pantene Aqua Light, è
una donna raffinata, ma anche semplice
e naturale, in sintonia con i valori di un
marchio come Pantene, che ha l’obiettivo di far splendere tutte le donne”.
Stéphane Grenier, direttore di marca
di L’Oréal Paris Italia, sottolinea invece
MARIA GRAZIA
CUCINOTTA
È L’IMMAGINE
DI PENTA5
DI PLANTER’S
Da quest’anno Maria Grazia Cucinotta presta il volto alla
campagna dedicata alla linea Penta5 di Planter’s. L’attrice
siciliana, grazie alla sua esplosiva bellezza mediterranea
all’insegna della naturalità, incarna i valori del marchio italiano
nella cosmetica naturale e, in particolare, i benefit di questa
linea anti-age all’acido ialuronico.
Veicolata su stampa periodica femminile beauty, natural e
fashion, la campagna è stata realizzata dal reparto creativo
interno dell’azienda genovese. L’utilizzo dell’attrice anche
in questo caso non è confinato all’advertising classico, dal
momento che la partnership con il marchio genovese comporta
la sua partecipazione ad eventi e l’impiego della sua immagine
anche sui materiali in-store.
I N D U S T R I A
che il brand d’oltralpe è vicino al cinema
in tutto il mondo, non solo in Italia: “La
passione e il rispetto per i suoi valori hanno reso possibile le collaborazioni con
grandi eventi cinematografici internazionali: da Venezia a Cannes, da Berlino a
Shanghai. Il cinema e L’Oréal Paris hanno
in comune la passione per l’arte e la bellezza, il riconoscimento per il talento e la
creatività. La bellezza candida e al tempo
stesso seducente, unitamente alla sua
personalità singolare, fanno di Violante
Placido la perfetta ambasciatrice per il
nostro brand. Mentre il claim ‘Perché voi
valete’ di L’Oréal Paris cambia sfumatura
a seconda della testimonial, che lo esprime a suo modo, con il proprio stile, atteggiamento, carattere. Questo è ciò che
costituisce la nostra forza che si alimenta
in universi differenti”.
L’italianità dell’ambassador è stata “obbligata” per Planter’s, la cui scelta per
il lancio di Penta5 è stata di trasmettere con una stella del nostro cinema
la naturalità, la qualità e, non ultimo, le
radici tricolori del brand che si sta affer-
mando anche all’estero: “Maria Grazia
Cucinotta è una delle attrici che meglio
rappresentano l’Italia nel mondo -spiega Marco Scandroglio, direttore generale di Planter’s- e che potremmo senza
dubbio definire ‘ambasciatrice del Made
in Italy’. Inoltre, sposa perfettamente la
filosofia della nostra azienda, da sempre al fianco delle donne che, come lei,
scelgono la naturalità per valorizzare la
loro bellezza”.
3UHPDWXURSDUODUHGLWUHQG
Non ravvisa invece un trend emergente
Alessandro Romano, direttore creativo
di Euro RSCG Milano, la sigla che ha realizzato la campagna stampa Veet EasyWax con Martina Stella: “Non registro un
particolare strapotere di attrici italiane:
in questo momento ho in mente Violante
Placido per L’Oréal Paris e, per prodotti non beauty, Sabrina Ferilli e Stefania
Sandrelli. Vedo invece affermarsi la presenza di atlete e showgirl. Per noi Martina Stella non è solo due belle gambe:
oltre a essere una testimonial conosciu-
MARTINA
STELLA
SU STAMPA
PER IL LANCIO
DI VEET
EASYWAX
La non ancora trentenne ma già nota attrice Martina Stella dallo
scorso aprile è testimonial della campagna stampa Veet ideata
da Euro RSCG Milano. Per il lancio dello scalda cera elettrico
Veet EasyWax, nuovo prodotto che permette di ottenere risultati
professionali a casa propria garantendo gambe lisce fino a quattro
settimane, la decisione del management del gruppo Reckitt
Benckiser e del team d’agenzia è stata quella di affidarsi a un
volto giovane e sexy per interpretare una donna molto femminile,
dinamica e solare. All’annuncio stampa, che ha affiancato un
soggetto televisivo realizzato internazionalmente dove l’attrice
toscana invece non compare, hanno lavorato i fotografi Cristina
Dell’Oro e Gabriele Inzaghi, l’art Gianluigi Diana e la copywriter
Cristiana Lavanga.
ta e apprezzata dal nostro target, sostituisce lo stereotipo della modella, un po’
finta per definizione. Sono vari gli esempi
-e non da ieri- di testimonial attrici che
hanno preso il posto delle classiche modelle: è un modo per dare più personalità
e concretezza al prodotto e al brand. Il
concetto è ‘lo comunico perché lo utilizzo
anch’io e lo apprezzo’ e non ‘lo comunico
solo per fartelo comprare’”.
Dal reparto creativo interno di Planter’s
mettono tuttavia in guardia dal rischio
dell’effetto boomerang: “Da sempre il testimonial in pubblicità è una leva forte
ed efficace ma, quando usata in maniera inadeguata, può rivelarsi addirittura
controproducente. Nel nostro caso la
scelta è stata fatta in un’ottica di posizionamento del brand, dal momento
che Maria Grazia Cucinotta è più di una
testimonial: incarna i valori di marca, ne
certifica la qualità, ne valorizza le caratteristiche. Se sia in atto un vero trend
legato all’utilizzo di attrici italiane nella cosmesi è difficile dirlo, ma di certo
Planter’s si è mossa in anticipo”.
•
VITTORIA
PUCCINI
NUOVA
TESTIMONIAL
DI PANTENE
AQUA LIGHT
Non è la prima volta che Pantene, brand hair styling di Procter
& Gamble, si affida a un’attrice italiana per la comunicazione
della linea Aqua Light che promette di dare volume e lucentezza
ai capelli più fini. La sofisticata attrice fiorentina, da quest’estate
designata nuovo volto della gamma, raccoglie infatti il testimone
dalla collega attrice Nicoletta Romanoff, che due anni fa aveva
supportato l’esordio sul mercato di questa specifica linea.
Artista affermata in televisione e al cinema, Vittoria Puccini è
la protagonista di una campagna a cura dell’agenzia Grey che
ha preso il via da luglio e che si articolerà su vari media, tra
cui la televisione, con uno spot in cui l’artista spiega come fa a
mantenere i capelli sani e lucenti nonostante i frequenti cambi di
acconciatura a cui si sottopone per ragioni di set.
8 ottobre 2012
33
,VWUX]LRQLSHUVFDULFDUHO·DSSOLFD]LRQH4U&RGHVXppp'e^[hgmZbgZeib'bm(jk'amfe
ppp'bgZeib'bm
I N D U S T R I A
'DLIRUPDWLDOSDFNDJLQJ
%DULOODLQQRYDQHOODSDVWD
Le Emiliane,
confermano
la vivacità del leader
che segmenta l’offerta
anche nell’ottica
di crescere all’estero
complesso perché in Italia si
di fondo della marca -che
aggiungono anche dimensiovogliamo che rimangano
ni culturali e sociali radicate
sempre fedeli alla nostra
da secoli. Ma non è impossiidentità- e le abitudini di
bile: pensiamo al contenuto
consumo delle categorie
di servizio, cioè della comonei diversi angoli del mondità e della rapidità, che ha
do, cui noi, invece, dobbiaGIUSEPPE
messo in discussione i momo adattarci. Dunque la noMORICI
delli alimentari tradizionali
stra marca è e sarà sempre
chief
marketing
in tutto il mondo. Inoltre,
ispirata al sentimento delle
officer di Barilla
non va sottovalutato il ruolo
relazioni famigliari, al valore
di Davide Bernieri
del packaging, come driver
dell’alimentazione sana ed
continuo di nuove iniziative e di nuove
equilibrata della tradizione mediterranea
on novità, ma innovazioni. Sta
frontiere di conservazione o di servizio.
e al senso dell’amore per le cose belle
in questo semplice assunto,
Servizio e packaging, non a caso, sono
che distingue da sempre l’Italia nel monall’apparenza solo un gioco di
due elementi portanti del lancio dei nodo. Ma attorno a questi valori di fondo
stri piatti pronti all’italiana in Usa e in
parole, lo spirito fondante che
dobbiamo essere in grado di costruire un
Europa (un buon piatto di pasta pronto
muove Barilla sul mercato della pasta.
universo di prodotti che siano in grado di
Un mercato maturo, presidiato, con forti
al microonde in solo un minuto). Ecco, noi
entrare nelle abitudini quotidiane della
tensioni sul prezzo, ma nel quale il grupin Italia vorremmo guidare questo camclasse media di tutto il mondo.
po alimentare parmense mantiene alta
biamento e non subirlo”.
l’attenzione, infondendo nei prodotti e
Che spazio esiste sui mercati internanella marca l’insieme di quei valori da
Il localismo/regionalismo si mantiezionali per l’accoppiata pasta/sugo
ne un valore fondante per voi?
pronto e come pensate di andarlo a
sempre background della sua attività. Il
Riuscire a rimanere fedeli a se stessi e,
conquistare?
lancio di nuovi formati di pasta all’uovo a
al tempo stesso, raggiungere tutti i paesi
In tutto il mondo -in un modo o in un
marchio Le Emiliane è il pretesto per una
chiacchierata con Giuseppe Morici chief
del mondo e soddisfare le esigenze di
altro- si mangia la pasta. Non in tutto il
marketing officer di Barilla, che illustra
persone molto diverse tra loro, è senz’almondo però la si mangia con il sugo di
quali sarà la strategia nel futuro a breve.
tro un esercizio difficile. Noi affrontiamo
pomodoro: in alcune parti dell’Asia, come
“Innovare nella pasta -spiega- è molto
questa sfida distinguendo tra i valori
ad esempio la Cina, il sugo al pomodoro
come lo intendiamo noi è praticamente
inesistente. Dunque la nostra missione
Nuovo stabilimento per i sughi pronti
in Occidente è quella di spingere al masUn investimento di 40 milioni di euro e una struttura ipertecnologica che impiegherà
simo il concetto di pasta e sughi Baril120 addetti, su due linee di produzione. Barilla ha presentato il nuovo stabilimento per
la insieme, come emblema del piatto di
la produzione di sughi pronti realizzato nell’area di Rubbiano (Pr) nella quale il gruppo
pasta all’italiana nella sua dimensione
parmense detiene già un’unità produttiva.
più autentica, portata nei mercati locali
dal più grande produttore di pasta e di
sughi italiano. Nei mercati invece dove il
concetto è completamente sconosciuto,
come in Cina, dovremo da un lato prima
affermare il modello della pasta all’italiana e delle sue caratteristiche distintive e
poi -solo dopo- arriveremo al concetto di
piatto di pasta con il sugo.
1
•
8 ottobre 2012
35
INFORMAZIONE COMMERCIALE
3$1&2DQDOL]]DLOOLYHOORGLJUDGLPHQWRGHLUHSDUWLSDQHWWHULDGHOOD*'2
$WWUDWWLYLWjÀGHOL]]D]LRQHH
SURSRVWHGLPLJOLRUDPHQWR
PAN&CO, azienda leader per
soluzioni globali per il reparto panettiera della GDO, presenta i risultati di un’ampia e
approfondita indagine svolta
sull’intero territorio nazionale. Quest’analisi è l’ultima
parte di una ricerca di mercato in più fasi, eseguita dal
2010 a oggi.
,QVHJQHDQDOL]]DWH
2VFTUF TPOP BMDVOF EFMMF JOsegne prese in esame: Coop,
Conad, Despar, Esselunga, Iper,
Pam, Famila, A&O, Alì, E.Leclerc
e Simply. La ricerca è stata poi
suddivisa in base alle aziende
che operano nelle varie aree
HFPHSBöDIF FE JO CBTF BJ WBSJ
canali e formati di vendita.
“Con quest’ultima analisi abbiamo valutato il livello di gradimento dei reparti panetteria
delle catene di supermercati ed
ipermercati in Italia. L’intento
è quello di offrire assistenza ai
nostri clienti su come migliorare il loro reparto panettiera. Per
questo sono stati intervistati
coloro che decidono dove acquistare il pane, i consumatori”,
spiega Emanuele Bassi, amministratore delegato di PAN&CO
Italia.
5LVXOWDWLVRUSUHQGHQWL
I risultati di questa indagine
sono stati in alcuni casi sorprendenti. “Ad esempio, un dato che,
seppur con qualche eccezione,
contraddistingue molte insegne
della GDO è che una percentuaMFNPMUPBMUBEFJMPSPDMJFOUJöEFlizzati, comunque non compra il
pane nel punto di vendita dove
abitualmente effettua gli acquisti”, illustra Emanuele Bassi.
/DSDURODDLFRQVXPDWRUL
t 2VBMFÒJMMJWFMMPEJHSBEJNFOto del reparto panetteria delle
principali insegne della GDO in
termini di varietà, bontà, qualità, freschezza, esposizione e
packaging dei prodotti?
t 2VBMFÒJMHSBEPEJöEFMJ[[B[Jone al reparto panetteria di chi
compra abitualmente nelle varie insegne?
t 2VBMF Ò JM SBòSPOUP USB J WBSJ
Player che operano sullo stesso
territorio?
t $PTB EFWF GBSF MB (%0 QFS
rendere l‘offerta del proprio reparto panetteria più attraente
per il consumatore?
t $IFDPTBQPTTPOPGBSFMFDBUFne di supermercati per invertire
la tendenza che vede un’ampia
fetta dei propri clienti non acquistare il pane nei loro pdv e
per vincere la concorrenza sia
degli altri Retailer che delle panetterie tradizionali?
t 2VBMJ TBSBOOP J USFOE EJ WFOdita nei prossimi anni?
t $PNF QPTTPOP MF B[JFOEF
aumentare la loro dinamicità a
fronte di esigenze dei consumatori difficili da decifrare e di un
mercato sempre più vario?
,ULVXOWDWLLQGHWWDJOLR
Le aziende che sono interessate
a ricevere ulteriori informazioni
sui contenuti dell’analisi possono contattare direttamente
PAN&CO.
(PDQXHOH%DVVL
3RWHQ]LDOHSHULOIXWXUR
“Interpretando le opinioni, esigenze e richieste dei consumatori, e grazie alla conoscenza
che abbiamo sia dei trend di
vendita che del mercato , siamo
in grado di rispondere ad alcune domande fondamentali sugli scenari futuri del comparto
pane”, continua Bassi:
3$1&2,WDOLD6UO
9LD*RHWKH
,0HUDQR%=
0DLORIÀFH#SDQXQGFRFRP
I N D U S T R I A
%DOODULQLPL[LQQRYD]LRQH
DOOHDQ]HVSRQVRUL]]D]LRQL
Per distinguersi, l’azienda declina il valore della qualità
ad un triplice livello: prodotto, servizio, comunicazione
di Patrizia Pagani
)
orte legame con la
zione- enfatizzando i contetradizione culinaria
nuti di qualità del prodotto
e talento indiscusso
ma curandone il corretto
per l’innovazione di
posizionamento di prezzo e
prodotto. Sono i plus comsupportando il tutto con un
petitivi che, dal lontano
servizio puntuale e persona1889, fanno di Ballarini una
lizzato a livello di pezzature
LUC
LAGORCE
realtà di riferimento nei segminime, tempi e modalità di
responsabile
menti medio-alto e premium
consegna, attività in store,
divisione grande
degli strumenti di cottura
ecc.”. L’azienda mantovana,
distribuzione
antiaderenti. L’azienda, che
fra l’altro, da tempo collaborappresenta una delle realtà
ra strettamente con i gruppi
produttive di maggior rilievo in Europa,
della gdo anche sul fronte del copacking
grazie ad un output intorno ai 12 milioni
di pentolame con private label ed anche
di pezzi l’anno, realizza un’elevata perattraverso altre iniziative delle insegne,
centuale del proprio fatturato all’estero
come le collection.
(oltre il 70%) e, relativamente al mercato
interno, canalizza quasi i 2/3 delle ven,OJXVWRGHOUHJDORLQNLW
dite nelle superfici della gdo.
Il mondo della cucina, in effetti, possiede
un grande atout: la percezione di utilità
8QDVWUDWHJLDDUWLFRODWD
che i prodotti stessi riescono a veicolare.
Oggi, in una fase certamente poco brilEcco perché, nonostante la crisi, nei dilante per i consumi di casalinghi, Ballaversi canali distributivi pentole e stampi
rini si sta distinguendo dai competitor
da forno conservano un discreto appeal
attraverso prodotti inediti, partnership
presso i consumatori. Ballarini, nello spevirtuose con il trade, comarketing mirati,
cifico, in questa fase continua a lavorasponsorizzazioni etiche ed altro ancora.
re sullo strumento di cottura “vestito”:
“L’intento è quello di costruire gamme
un esempio è il progetto “Cookin’Italy”,
mirate sulle specifiche aree di necessiconcretizzatosi finora in una gamma di
tà dei nostri clienti -spiega Luc Lagorce,
sei scatole regalo tematiche –contenenti
responsabile divisione grande distribustrumenti di cottura in alluminio antia-
ANTIADERENTE BATTE CERAMICO?
Superato definitivamente il problema della sicurezza, continua comunque la
competizione fra le padelle con antiaderente a base di fluoropolimeri e quelle con
rivestimento ceramico. Ballarini, che vanta una notevole esperienza nella messa a
punto di coating sintetici di alta qualità, fra cui il recentissimo bianco, ha approcciato
anche il segmento ceramico, che oggi riscuote un buon successo presso la clientela.
“Siamo convinti, però, che alla fine l’antiaderente tradizionale polimerico vincerà –dice
Luc Lagorce- in quanto il rivestimento ceramico risulta inferiore sia in termini di risultati
prestazionali di cottura sia sul piano della durata del prodotto”.
derente– dedicate alla preparazione di
piatti della cultura gastronomica italiana.
Un altro articolo recentemente presentato è la confezione regalo comprensiva di
uno stampo a cuore Ballarini, un vaso di
amarene Toschi ed un ricettario. Duplice
la reason why che accomuna tali tipologie
di prodotti: offrire al consumatore stimoli
accattivanti per indurlo a cucinare e/o
fornirgli spunti interessanti per un dono
di valore.
&RRNFRPPXQLFDWLRQDƒ
Particolarmente sfaccettato ed originale
anche il piano di brand communication
finalizzato a rafforzare il posizionamento
del marchio Ballarini quale moderno interprete della cucina di qualità. “Per noi
la leva della comunicazione va intesa nel
significato più ampio possibile –sottolinea Lagorce– andando a spaziare dalle
attività sui media tradizionali alle azioni
web, dalla partecipazione ad eventi di
cucina alla promozione di iniziative di
solidarietà”. Basti considerare, in proposito, il sostegno all’Istituto Oncologico
Europeo di Umberto Veronesi o la partecipazione alla “Giornata della Buona
Alimentazione” promossa da Andid.
Un’altra operazione d’immagine, oltre
che commerciale, è la partnership con
Drogheria Plinio, nuovo locale milanese
– inaugurato il 18 settembre scorso –
che promette l’esperienza di mangiare
all’interno di una vera “bottega” alimentare: qui le portate si servono all’interno delle piccole pentole della collezione
ServinTavola Ballarini, acquistabili presso l’emporio stesso.
•
8 ottobre 2012
37
I N D U S T R I A
0ROLQR5RVVHWWRLQQRYD
GLYHUVLILFDHFUHVFH
La politica di branding intrapresa è stata ripagata dai risultati:
nel giro di quattro anni, ad esempio, il fatturato in gdo è raddoppiato
di Manuela Soressi
1
on è stata una sorpresa per Chiara
Rossetto, responsabile commerciale e marketing Molino Rossetto, il boom che sta vivendo in Italia
la “cake art”. Se lo aspettava da tempo: “Vado regolarmente all’estero, soprattutto negli
Stati Uniti e in Gran Bretagna, a caccia di
nuove tendenze e di prodotti interessanti e
seguo con attenzione quello che si muove
sul web, anche grazie al nostro sito e alla
nostra pagina su Facebook. Così avevo già
notato l’interesse crescente per la decorazione dei dolci. Quindi ho creato un assortimento di prodotti e accessori dedicati a
questo settore, facendo di Molino Rossetto
l’azienda italiana specializzata nel mondo
del cake design”.
Ampia la segmentazione
del portafoglio: dai prodotti
e accessori dedicati
al settore cake art,
ai kit completi
di piccoli attrezzi
da cucina e ai preparati
per dolci e per pani
re dell’azienda veneta, grazie a una gamma
che spazia dalle farine classiche di grano
3URGRWWRLQHGLWRSHUO·,WDOLD
tenero e di mais sino alle farine bio di farro
Nel 2011 l’azienda padovana ha lanciato
e kamut, quella di grano tenero integrale e
la linea Sugar Art, che comprende pasta,
le farine speciali di riso, di ceci, di grano
cristalli e scagliette di zucchero, forme per
saraceno, di castagne e di grano arso. “Da
biscotti, smoother, tovagliette e anche
produttori storici di farine prosegue Rosun’inedita cupcackes machine, brandizzata
setto siamo stati capaci di proporle in una
Molino Rossetto e venduta in abbinamento
veste nuova, quella di preparati e miscele,
al preparato per realizzare questi dolcetti
e di affiancarle con accessori e utensili dediamericani. Un prodotto che l’azienda ha
cati e brandizzati”. Negli ultimi quattro anni
lanciato per prima in Italia e
il giro d’affari realizzato nella
che si inserisce nell’altro seggdo con farine e miscele è radmento di mercato dove Molino
doppiato, arrivando a generare quasi sette dei 50 milioni
Rossetto sta ottenendo ottidi euro fatturati dall’azienda.
me performance: quello dei
E pensare che, storicamente,
preparati per dolci e per pani,
Molino Rossetto nasce come
forte della tendenza a realizproduttore contoterzista di
zare in casa molti prodotti da
CHIARA
farine, perlopiù low price. Poi
forno. Un atteggiamento che
ROSSETTO
una decina di anni fa la svolta,
ha messo il turbo anche alle
responsabile
commerciale
con la scelta di avviare in pavendite di farine, che rappree marketing
rallelo una politica di marca e
sentano il prodotto storico co38
8 ottobre 2012
di puntare su fasce di mercato più premianti, con la segmentazione dell’offerta su tre
linee in modo da coprire tutti i canali. Infatti
il brand Molino Rossetto è destinato alla
gdo e al normal trade, Fior di Molino copre
tutto l’universo dei discount mentre Cuore
Di è distribuito nei delicatessen shop e nei
canali alternativi.
In parallelo l’azienda coltiva l’e-commerce
tramite il suo sito http://www.mondomolino.com e ha aperto da pochi mesi un
flagship store che propone un’innovativa
shopping experience attraverso prodotti,
accessori, libri, ricettari, eventi e degustazioni. Il primo Mondo Molino Shop è annesso allo stabilimento di Pontelongo, dove i
tre impianti molitori e le 12 linee di confezionamento automatico utilizzano energia
prodotta da fonti rinnovabili, grazie a un impianto fotovoltaico da 280 kw/h inaugurato
nel 2010. L’attenzione ai temi della sostenibilità ha portato l’azienda a intervenire su
tutto il processo produttivo.
•
i n d u s t r i a
Co-marketing Fileni mirato
al target mamme e bimbi
Acquisito il licensing per i protagonisti del cartone
“Gladiatori di Roma 3D”. I personaggi sono utilizzati on-pack
di Ugo Stella
N
el 2011 Fileni ha raggiunto l’importante fatturato di 300 milioni
di euro, seguendo una strategia
multicanale: gdo, normal trade,
horeca e anche B-to-B, con una filiera
produttiva costantemente aggiornata.
Non ultima, l’impegnativa acquisizione
da Arena Holding dello stabilimento di
Castelplanio (An), con annesso mantenimento del posto di lavoro per i 600 dipendenti che vi lavoravano. Di recente,
dal punto di vista societario, è arrivata
anche la trasformazione dell’azienda in
holding. “L’obiettivo è di fare ordine, visto che abbiamo un’organizzazione molto articolata -afferma Roberta Fileni,
figlia del fondatore Giovanni e direttore
marketing- per cui era necessario compiere una ristrutturazione che garantisse
trasparenza di rapporti verso il mondo
bancario. Grazie alla holding abbiamo,
inoltre, la certificazione del bilancio”.
Sul fronte dell’offerta, da più di un decennio Fileni utilizza i personaggi Disney
per catturare il target bambini e ragazzi.
L’iniziativa ha lo
scopo di creare
valore nell’atto
d’acquisto
individuando
bisogni non legati
al food, ma in
questo caso al
leisure time
40
8 ottobre 2012
zo on-pack dei personaggi
protagonisti del cartone
Gladiatori di Roma 3D che
Rainbow lancerà a metà
ottobre e del quale Fileni
potrà sfruttare il forte investimento in comunicazione.
ROBERTA
“I personaggi sono usati
FILENI
sulla linea di snack panadirettore
marketing
ti Alì Baba, Chicken stick,
Fileni
Crocchette, Patapollo e
sulla novità Tangos, costituita da bocconcini di pollo piccante nel
formato da 270 g”.
Il piano marketing dell’iniziativa, che è
L’accordo con Rainbow
partita a metà settembre, è piuttosto
Questa partnership con Disney permetarticolato. Innanzitutto l’inserimento in
te di comprendere le basi su cui poggia
ogni pack di un gadget in cui è raffigural’innovativo co-marketing con la casa di
to uno dei personaggi del film, mediante
produzione cinematografica Rainbow
il quale realizzare un puzzle di tutto il
con sede a Loreto (An) di Iginio Straffi,
casting con lo scopo evidente di increil disegnatore che ha inventato le Winx,
mentare le vendite con il collezionismo.
riuscendo ad affermarsi a livello mondiaNel contempo è stata attivata una camle in un settore come quello del cartoon,
pagna adv sul web, con appoggio sui
che sembrava dominato da americani e
social facebook e twitter, mentre in segiapponesi. L’accordo consiste nell’utilizlezionati pdv della gdo si sta facendo
in-store promotion. Per finire c’è un concorso a premi con 1 kit al giorno Party Snack Samurai firmato Gladiatori di
Roma con bicchieri, piattini, tovaglia e
tovaglioli, nonché l’estrazione finale di
cinque weekend per 4 persone presso
la struttura Italy Family Hotels. “Siamo
convinti -conclude Fileni- che in questo
modo abbiamo intercettato bisogni latenti del consumatore al di là dei prodotto piatto pronto, soddisfacendo i quali
abbiamo incrementato gli acquisti e creato altresì valore per il distributore”.
“Siamo stati, infatti, i primi
a lanciare sul mercato una
linea per i bambini con un
co-marketing con Disney. Poi
nel 2009 abbiamo acquisito
il licensing che, nonostante il
costo, risulta per noi vantaggioso, perché aumenta la fidelizzazione del consumatore
e la possibilità di rassicurarlo
sulle nostre qualità nutrizionali, grazie anche all’effetto
dei personaggi”.
•
I N D U S T R I A
Il concetto di brand
nel comparto è percepito
dal consumatore
in modo ampio,
ma sempre nel segno
della qualità
6LUDIIRU]DO·LGHQWLWj
GHOODIUXWWDGLPDUFD
di
/
a filiera della frutta italiana sta
evolvendo velocemente, sotto la
spinta di fattori “interni” che stimolano la competitività tra i vari
protagonisti e di fattori “esterni”, cioè
le esigenze di qualità e prezzo dei consumatori di oggi. Il sistema di brandizzazione evolve altrettanto rapidamente
e con modalità più articolate rispetto
alle strategie di brandizzazione di molti altri prodotti alimentari e percepito
dal consumatore in modo molto ampio.
Il valore di “marca” viene associato ad
esempio al metodo di coltivazione: vedi
i vari marchi biologici, sia della gdo che
di singoli produttori e consorzi (come, ad
esempio, Almaverde Bio), ma sempre
più si affacciano i marchi che certificano
l’equo e solidale e sostenibile e anche
la stagionalità del prodotto (Gobal GAP
certifica la stagione del raccolto del coltivatore).
/DPDUFDLQVHJQD
Il concetto di marca è associato dal consumatore al brand del distributore: le varie insegne della distribuzione moderna e
le loro linee di marchi specifici legate ai
8 ottobre 2012
43
I N D U S T R I A
non è particolarmente elevato ed è per
questo che assistiamo da un lato alla
ricerca di frutta di alta qualità e in primis biologica e dall’altro alla rincorsa al
miglior prezzo. È per questo motivo, oltre
che per tradizione, che frutta e ortaggi in
generale sono acquistati in modo molto
più diversificato rispetto ad altri prodotti
alimentari.
,FDQDOLSLXWLOL]]DWL
metodi produttivi e di controllo come ad
esempio Naturama Esselunga, Percorso
Qualità Conad, Solidal Coop.
0DUFDHWLSLFLWj
Il concetto di Marca è anche associato
alla frutta tipica (ad esempio, Annurca
per le mele) e alle varietà (ad esempio
Pink Lady e Gold Kiwi marchi brevettati
la cui coltivazione è adattabile in diversi
luoghi), ai marchi di certificazione della
Tipicità (I.G.P., DOP), ma anche ai marchi
di Consorzi, Cooperative, Organizzazioni
di produttori e sempre più spesso ai Territori e Distretti (ad esempio, SudTirol,
Rossa di Sicilia, Ciliegia di Vignola...) e
ai paesi di provenienza (frutta italiana e
di altri Paesi). Senza ovviamente dimenticare i marchi dei singoli produttori: ad
esempio Sant’Orsola è tra i più riconosciuti dal consumatore nel panorama
dei frutti rossi così come Chiquita per
le banane.
Il concetto di Marca si potrebbe estendere in una certa misura anche alla sigillatura dei singoli frutti con il codice
a barre: pratica già diffusa negli Usa.
In sintesi, il concetto di marca, per un
prodotto che ha un’identità naturale ed
autentica così connaturata, è ineludibi44
8 ottobre 2012
le ed estremamente vasto: dunque c’è
ancora ampio spazio di posizionamento
per produttori e distributori che intendono imprimere un valore distintivo, di
riconoscibilità, autenticità e garanzia ai
propri prodotti, dando maggiore significato al loro prezzo rispetto alla frutta
convenzionale.
Alla frutta di marca -latu sensu- il consumatore affida la speranza di avere
qualcosa in più:
freschezza, bontà,
genuinità, salubrità,
chiarezza sulla provenienza e metodo
di coltivazione, raccolta e conservazione, sicurezza, controlli e sempre più
sostenibilità. Dalla
marca ci si aspetta di più anche perché
il livello medio di soddisfazione nei confronti della frutta, sia sul fronte qualità
che prezzo, è decisamente basso.
Il contenuto di servizio e l’innovazione
costituiscono attese che sempre più
spesso il consumatore vorrebbe vedere
soddisfatte nel momento dell’acquisto e
del consumo. Purtroppo il livello di soddisfazione sul rapporto qualità/prezzo
I canali di approvvigionamento sono vari:
si acquista certamente in gdo ma molto
anche nei mercati e in quelli diretti del
contadino (Coldiretti e Consorzi Agrari),
così come aumentano vendite presso
grossisti e produttori, gli acquisti tramite GAS, le vendite dirette a domicilio,
senza dimenticare l’utilizzo dei negozi
tradizionali.
Il consumatore italiano ha un rapporto
ambivalente con la frutta: non si fida.
Emerge dai nostri studi un’immagine di
prodotti spesso scadenti a livello di sapore, maturazione, freschezza-integrità,
naturalità, presenza di sostanze nutritive. Si ricorre non a caso sempre di più
ad integratori e supplementi alimentari, per arricchire la nostra alimentazione e benessere e in particolare nella
fascia di età dai 45 ai 64 anni in su. Da
una recente indagine che ho diretto su
quasi 700 soggetti
dai 45 ai 54 anni
in tutto il territorio
italiano il 14% usa
regolarmente integratori alimentari,
vitamine, minerali
e sali minerali. Il sistema marca deve
poter dare garanzie
e valori reali percepibili ad un consumatore che oggi è sempre più indebolito e preoccupato dalla crisi economica.
Gli acquisti nei discount aumentano.
Le campagne di educazione alimentare stimolano il consumo consapevole e
il ruolo della frutta, però il consumo di
frutta dal 2000 ad oggi non sta complessivamente crescendo, ma la frutta
di marca è in controtendenza.
il sistema
marca deve
poter dare
garanzie
e valori reali
•
I N D U S T R I A
7HQGHDFUHVFHUH
LOVHJPHQWRLQVDSRULWRUL
Il boom dei foodies,
gli effetti della crisi
economica sugli
stili di consumo e il
rapido cambiamento
delle nostre tradizioni
alimentari in una
chiave globalizzata,
stanno impattando
in modo profondo
e non episodico
sul mercato
46
8 ottobre 2012
di Manuela Soressi
/
a contaminazione dei sapori e
la diffusione della cucina etnica
da un lato, i trend salutistici che
spingono a sostituire il sale con
le erbe aromatiche e le spezie dall’altro
e l’incessante proposta di nuovi prodotti sempre più pratici, versatili e a
maggior contenuto di servizio, continuano a rivitalizzare un comparto come
quello degli insaporitori che sta diventando familiare per una fascia sempre
più ampia di consumatori.
8QPHUFDWRYLYDFH
A sospingere le vendite di spezie, erbe
aromatiche e mix per condimenti rapidi
una serie di fattori concomitanti. Innanzitutto, la brusca frenata del fuoricasa, determinata dalla crisi economi-
ca in atto, che sta riportando gli italiani
a scoprire la cucina casalinga. Un fenomeno sfaccettato, ma che non ha solo
risvolti punitivi, anzi, sta spingendo coloro che hanno ridotto le uscite al ristorante a cercare di ricreare l’atmosfera
del pasto fuori tra le mura domestiche,
menù compresi. Secondo una ricerca
TomorrowSWG, il 72,7% degli italiani
preferisce consumare i pasti in casa e il
69% dei nostri connazionali vive questo
stile di vita in maniera positiva. Inoltre, cucinare è un divertimento per il
61% degli italiani e viene considerato
un importante momento di socializzazione dal 73,3% dei nostri connazionali. Una fetta crescente di consumatori,
giovani ma non solo, stanno quindi trovando nella cucina e nella sua declina-
I N D U S T R I A
zione social sul web, tra fotografie di
piatti, commenti e scambio di ricette/
trucchi, un volano verso una maggiore
sperimentazione, un grande interesse
per la ricerca e la riscoperta, la volontà
di rendere partecipe la comunità delle
proprie esperienze culinarie.
&UHVFHO·HWQLFR
Quindi, a fianco dei piatti di tutti i giorni, gli italiani si cimentano volentieri su
preparazioni più elaborate, che spesso necessitano di spezie e insaporitori
particolari per ottenere risultati simili
a quelli degli chef. Con due filoni ben
distinti: da un lato piatti della tradizione italiana o loro reinterpretazioni più
moderne, seguendo i trend dell’haute
cuisine internazionale; dall’altro la forte
iniezione di cucina etnica, determinata
dall’afflusso di immigrati da ogni parte
del mondo, che hanno portato con sé
abitudini alimentari, ricette, e, naturalmente, ingredienti, spezie comprese. Il
risultato è che oggi circa 60 famiglie su
100, acquistano regolarmente spezie
e insaporitori, con un baricentro delle
vendite che è ancora spostato verso il
Nord, ma che mostra buone dinamiche
anche nelle regioni meridionali.
mente nuovi prodotti è estremamente
importante, sia per le aziende sia per
la distribuzione moderna, perché serve
a rinnovare costantemente l’interesse
del consumatore che è sempre alla ricerca di nuovi stimoli.
In questo modo, allargata a dismisura
l’offerta di spezie e insaporitori, oggi il
focus per conquistare nuovi consumatori è il packaging, strettamente correlato con il servizio, e la creazione di
nuovi concept di prodotto, a maggior
valore, che possano aumentare il contenuto di sapore nelle pietanze in modo
semplice, senza andare a incidere sul
tempo trascorso tra i fornelli, una variabile che non si può innalzare troppo
in questi tempi di grande frenesia. Tra
i packaging innovativi, oltre a interventi
sulla grammatura, alle buste richiudibi-
il packaging
assume
un ruolo
sempre più
decisivo per
lo sviluppo
del comparto
3XQWLIHUPLGHOODWUDGL]LRQH
Segmentando le vendite per tipologia
di prodotto, i top five sono i pilastri della cucina tradizionale del nostro paese:
pepe, l’origano, il peperoncino, la noce
moscata e lo zafferano rimangono i più
venduti, con i primi tre a realizzare quasi il 50% dell’intero mercato. Ma sono
le propaggini più evolute, i mix di spezie
realizzati per specifiche pietanze etniche, a realizzare le crescite più evidenti, solleticando la fantasia di tutti quei
consumatori che, stregati dalla cucina
“dell’altro mondo”, vogliono ricrearla a
casa con semplicità, ingredienti freschi
e scelti, senza rinunciare al fondamentale tocco di esotismo al palato.
1XRYLSURGRWWLFURVVFDWHJRU\
Naturalmente l’innovazione è il cardine di questa crescita: offrire continua-
li, ai tappi macinini, alle ricette impresse sulla confezione, oggi è il servizio a
guidare l’approccio dei produttori alla
categoria. Non a caso, all’interno del
segmento dei dadi, il più importante
all’interno della categoria degli insaporitori, a fianco dei granulari per brodo, che hanno rivoluzionato il concetto,
oggi si fanno strada prodotti cross category, che rivoluzionano il concetto di
inasprimento sia nella cottura al forno,
sia in quella in padella.
Si tratta di “soluzioni culinarie” che
permettono a tutti di dare un tocco
nuovo alle pietanze in modo semplice
e rapido. Per la cottura al forno, si sta
imponendo il concetto del “cartoccio”
una busta nella quale inserire il prodotto da cuocere insieme a un mix di
erbe, aromi e spezie, senza grassi e
sale aggiunto: per la cottura in padella
sono i gel in vaschetta monoporzione,
realizzati con aromi, erbe e spezie, a
rappresentare l’ultima frontiera del sapore intenso e rapido, senza sprechi,
che permette ai produttori di innalzare
il valore della proposta al di sopra della
media del mercato.
6FDIIDOHDIIROODWR
Storicamente parlando, a influenzare
di più il comportamento di acquisto del
consumatore in questo mercato e a stimolare le vendite sono la visibilità dei
prodotti nel punto di vendita, la creazione di nuove occasioni di consumo e i
consigli di utilizzo. Naturalmente anche
il mercato degli insaporitori vive i trend
che attraversano tutto l’alimentare di
questi tempi: alcuni produttori spingono forte il tasto della naturalità, proponendo referenze biologiche, senza glutammato monosodico e con un ridotto
tenore di sale, per dare un tocco in più
ai piatti senza incidere negativamente
sulla qualità della dieta. Tutto questo
proliferare di referenze, oltre ad allargare il ventaglio delle scelte dei consumatori, ha inevitabili ripercussioni sullo
scaffale, già affollato tra proposte di
marca e le immancabili private label
che si stanno guadagnando spazio,
almeno sui prodotti basic, in questo
combattuto mercato.
(VSRVL]LRQLPLUDWH
Oltre a scaffali sempre più articolati, sui quali è difficile individuare il
prodotto tra un’offerta ampia, i distributori stanno accrescendo gli spazi
e dedicando esposizioni par ticolari
a segmenti sempre più identificati,
come la cucina etnica o le referenze
“benessere”. Naturalmente alle novità
di prodotto sono dedicati spazi espositivi nei quali fare convivere anche
attività promozionali volte a far comprendere la portata dell’innovazione,
spesso con degustazioni guidate che
vogliono mettere in luce la praticità e
il portato di sapore dei nuovi concept
di prodotto.
•
8 ottobre 2012
47
S E R V I Z I
5HWDLOLQWHUQD]LRQDOH
QXRYLUXROLSHULOHDGHU
La grande distribuzione è tra i primi a offrire lavoro in Usa e affronta
le nuove sfide ridefinendo il ruolo dei leader attuali e di quelli futuri
di Loredana Oliva
6
tore specializzati, monomarca,
con addetti alle vendite consapevoli e formati, e soprattutto
con una leadership di alto livello,
possibilmente uscita da una delle università più importanti del mondo.
Il settore della grande distribuzione è oggi tra i primi a offrire ancora lavoro nel
mercato americano, e sta ripensando a
come affrontare le sfide dell’innovazione
e dell’e-commerce in una realtà economica che cambia continuamente, attraverso una definizione del ruolo dei leader
che ci sono già e di quelli che entreranno
a capo di colossi come Tiffany, Nike, e
Barnes & Noble nei prossimi anni. È necessario che abbiano competenze specifiche e di alto livello.
,OUXRORFHQWUDOHGHOUHWDLO
Una ricerca di PricewatehouseCoopers,
pubblicata un anno fa, pare confermare
che un posto di lavoro su quattro negli
Usa rimane nel settore del retail. Dati che
sono stati più recentemente avvalorati
dal Beige Book, la panoramica sui 12 distretti della Federal Reserve è stata utilizzata per le scelte di politica monetaria
Target Stores è
una delle aziende
che hanno più appeal
per chi ha finito
un Master in business
administration
in occasione della riunione del Federal
Open Market Committee del 12-13 settembre. Tra i settori che hanno tenuto e
che sono definiti in miglioramento, oltre
a quello turistico, automobilistico immobiliare, c’è la grande distribuzione, riferita
in particolare all’ambito del lusso e delle
più aggiornate tecnologie.
Non sono mancate le grandi disfatte di
gruppi della grande distribuzione che
hanno subito perdite importanti sia in
Europa sia negli Usa, negli ultimi tre
L’IMPATTO ECONOMICO DEL SETTORE RETAIL NEGLI STATI UNITI
L’effetto diretto del retail nell’economia nazionale Usa
Impatto
nazionale diretto
% dell’economia
Usa
Stabilimenti
3,617,486
11.9%
Dipendenti
28.113.476
16.3%
$770.1 miliardi
8.7%
$1.20 triliardi
8.5%
Reddito da lavoro
Prodotto interno lordo
Fonte: PwC
48
8 ottobre 2012
anni. Ne hanno fatto le spese catene
come Barnes & Noble con i suoi 718
negozi, che negli States sta subendo
già da qualche tempo la concorrenza
dell’e-commerce su libri, film, dvd, cd,
mp3, supporti per la lettura e l’ascolto
di musica e cultura da Amazon. Proprio il
colosso delle vendite online sta aprendo
un suo retail store a Seattle. I settori del
lusso, e delle nuove tecnologie tengono
dunque con dignità. Qui l’innovazione,
la cura, l’attenzione al consumatore si è
fatta più attiva, più all’ascolto. E questo
ha dato i suoi frutti.
L’esempio di Apple fa ancora scuola
nelle business school dove si educano i
giovani manager alla leadership consapevole, e dove gli store del commercio al
dettaglio sono oggetto di studio e approfondimento costante. Accade che i Master specializzati, per giovani che dopo
una laurea abbiano già fatto esperienza
in azienda anche in ruoli di quadri, sino
S E R V I Z I
a qualche anno fa non più valorizzati da
università come Harvard, Boston University, Darden business school (University of Virginia), oggi siano al cuore dei
programmi della management education. Negli Stati Uniti, sono i migliori tra
i giovani manager, mandati dalle stesse
aziende a specializzarsi, per svolgere un
master o un Mba (master in business administration), quello che è considerato
un acceleratore di carriera.
Le aziende negli Usa pagavano il corso,
fino a 30mila euro l’anno, con la crisi
questi master specializzati hanno avuto una battuta di arresto. Ma la ripresa 2012 sta riservando delle sorprese,
il motivo è proprio il bisogno di nuove
strategie per sostenere la gdo e il settore
del lusso. Così aziende e grandi gruppi
tornano a mandare i propri giovani manager a scuola nelle migliori business
school internazionali.
8QFLUFRORYLUWXRVR
S’innesca un circolo virtuoso: la provenienza di questi nuovi “studenti”, fa cambiare e disegnare su misura i programmi
di queste scuole in riferimento a quelle
aziende clienti della Management Education, così escono dalle business school
profili di neo leader che tornano a lavo-
rare nelle aziende che hanno finanziato
la propria formazione, ma anche altri. Chi
durante la crisi ha investito sulla propria
carriera e si è ben guardato intorno, oggi
punta a un ruolo nel top management
delle aziende in crescita. Ecco perché
nelle ricerche dei media, le aziende che
hanno più appeal per chi ha finito un Mba
sono Nike, Target e Gap, e LVMH, Tiffany, Prada e Porsche.
Capi di azienda, diplomati con un Mba,
hanno provato a spiegare questa nuova
tendenza al Business Week di qualche
settimana addietro: “Ci sono ruoli di primo piano nel retail per i general manager
e per gli imprenditori, che possono essere dei leader creativi e capaci di analisi economica e finanziaria, nello stesso
tempo”, sostiene Matt Kaness, executive
director di Urban Outfitters dal 2007,
con un Mba conseguito alla Darden University a Charlotteville.
Matt Kaness, dice di portare avanti il proprio ruolo maturando tutte quelle conoscenze studiate nel corso del suo Mba:
“Faccio tesoro ogni giorno di quanto ho
imparato su come leggere lo sviluppo
dell’e-commerce, e sull’uso delle nuove
tecnologie per analizzare tutti i dati e fattori di cambiamenti, è un set di competenze che l’Mba sa sviluppare per raffor-
Trovare lavoro nel retail in US
L’Huffington Post inaugura un servizio di
recruitment in collaborazione con Simply
Hired, società internazionale per la ricerca
di lavoro, che agisce attraverso un potente
motore di ricerca online, per individuare i
posti disponibili nei vari settori.
La grafica dell’Huffington Post descrive
bene la quantità di posti di lavoro
disponibili in tempo reale: nelle grandi
provette dalle quali attingere opportunità,
al primo posto gli impieghi nell’ambito
della sanità e la cura delle persone, e al
secondo proprio il retail. Seguono l’ambito
alberghiero, manifatturiero, tecnologia ed
education.
Il numero dei posti di lavoro disponibili nel
commercio al dettaglio oscilla intorno a
quota 240mila-250mila, rilevati mese per
mese. Dagli incarichi di rappresentante
vendite, addetti ai reparti di grandi store,
alle posizioni senior nel management della
Kellogg Company, o nelle risorse umane di
importanti aziende statunitensi. Il mercato
americano, che registra l’8.2% di tasso di
disoccupazione, ha ricominciato a passo
lento a vedere emergere nel mercato nuovi
posti di lavoro a partire dalla primavera
2012, lo scorso luglio sono stati registrati
80mila nuovi posti di lavoro. La grande
distribuzione sta offrendo in questa ripresa
buone opportunità per persone che abbiano
una formazione nel settore.
Per avviare la ricerca ci può collegare al
sito dell’Huffington Post dedicato a questa
iniziativa http://www.huffingtonpost.com/
news/opportunity-working/
O direttamente a Simply Hired retail
https://www.simplyhired.com/a/jobs/
LO
list/q-retail.
zare la leadership”. Il metodo di partire
sempre dai case study, ha fatto sì che chi
ha studiato nelle business school anche
durante la crisi, ha potuto esaminare degli scenari che erano aggiornati e riempiti di attualità, l’analisi del mercato, le
responsabilità di certe scelte sbagliate,
il mancato controllo del team, la scelta
di leader spregiudicati, sono stati argomenti al cuore dei corsi di management.
Ecco che settori come il lusso, le tecnologie vendute nella grande distribuzione,
fanno tesoro di competenze più rigorose,
e con elementi di maggiore innovazione,
rispetto al passato.
(VHPSLGDOO·(XURSD
La spinta del mercato americano, nella
specializzazione degli store e nella costruzione di equipe di leader di nuova
generazione con competenze specifiche
e una maggiore responsabilità, pare sia
arrivata anche in Europa.
I master in Retail e Luxury retail, vivono
una nuova stagione di prosperità. In particolare quelli che sono legati a un network florido di aziende del settore come
il Master in Service Management e Retail
dell’Università di Lund, in Svezia, o in Retail Management and Marketing alla Kingston University di Londra, e i master in
management nel regno del Luxury retail,
all’Università di Monaco, a Montecarlo.
Uno degli esperti mondiali del settore,
Jean-Noël Kapferer, insegna a Parigi a
HEC business school nel programma Executive Mba in un corso sul Luxury management parte integrante della formazione manageriale. Kapferer ha pubblicato
un’opera che è considerata la bibbia nel
settore (“The Luxury Strategy: Break the
Rules of Marketing to Build Luxury Brands”) oggi esprime i suoi dubbi su un modo di fare marketing che reputa superato:
“Il lusso è un settore davvero serio, che
ha proprie regole e specifici principi manageriali. Ci sono molte concezioni ormai
da dimenticare, perché il marketing classico non funziona nel lusso. Oggi sempre
meno. Applicando le regole di dieci anni
fa si può uccidere un marchio, proprio
come Ford ha ucciso Jaguar”.
•
8 ottobre 2012
49
I N D U S T R I A
*LRFDWWROLODVLFXUH]]D
FRPSHWHDQFKHDOUHWDLO
Il nuovo quadro giuridico europeo, che si completerà a luglio
2013, estende per la prima volta la filiera delle responsabilità
di Patrick Fontana
MENO, MA PIÙ BELLI
Fino a tutto il 2010 i giocattoli a minor
valore unitario -con un prezzo finale
inferiore ai 15 euro- fungevano
da referenze anti crisi del settore.
Non è più così: ancora per tutto
il primo semestre 2012 si registra
un calo delle vendite principalmente
nella gdo e il giocattolo torna a essere
un bene acquistato sempre meno
d’impulso, ma per il quale ci si rende
disponibili a una spesa maggiore.
Il mercato segnala un aumento
del prezzo medio di acquisto di 4 punti
percentuali, pur nel contesto peculiare
della crisi delle famiglie. In termini
di pezzi venduti il calo è di quasi sette
punti. Il valore complessivo
del mercato italiano si colloca
attorno ai 1.700 milioni di euro.
6
i fa presto a dire giocattoli? Forse
no, oppure non ancora, se è vero
che il Toys Industries of Europe
(Tie), l’associazione che raggruppa
i produttori europei di giocattoli, ha programmato per il 2012 incontri pubblici in
ben dieci Paesi, fra cui l’Italia, per informare
dal vivo e aiutare tutti gli operatori economici a comprendere e applicare correttamente
le nuove disposizioni normative comunitarie
in tema giocattolo. La nuova direttiva UE di
riferimento si propone di tutelare al meglio
i 78 milioni di bambini che vivono sul suo
territorio. La stessa Assogiocattoli italiana
negli ultimi mesi è stata in attività costante
per supportare il settore con interventi formativi ad hoc. La sola Guardia di Finanza
nel primo anno di entrata in vigore parziale
della legge europea ha incrementato di circa
quattro milioni di ulteriori unità sequestrate
(per un valore di mercato superiore ai 31
milioni di euro) il flusso di giocattoli tolti dal
mercato perché non conformi alla sicurezza
50
8 ottobre 2012
richiesta. Due le finestre temporali previste
per lo start: quella già operativa del luglio
2011 relativa ai requisiti fisico-meccanici ed
elettrici; e quella del luglio 2013 che, con
l’estensione ai requisiti chimici, completerà
il quadro. Va dunque a terminare il periodo
di transizione che ha visto presenti sul mercato i “vecchi” giocattoli disciplinati dal Dlgs
313 del 1991 e i “nuovi” giocattoli conformi
alla D.2009/48/CE.
&RVDFDPELDSHUODGLVWULEX]LRQH"
Viene ampliato il concetto di categoria (l’insieme dei prodotti concepiti e destinati a
finalità ludiche per persone under 14), includendo una serie di prodotti che prima
ne erano esclusi. Esiste ancora un elenco di
eccezioni nei quali trovano posto, per esempio, modelli da collezione in scala e attrezzature quali freccette a punta metallica e
pattini a rotelle. Ma il punto fondamentale
del nuovo quadro giuridico è senz’altro da
considerare nel puntuale allargamento delle
responsabilità, che coinvolge l’intera filiera
d’immissione dei giocattoli nel mercato e
che chiama in causa per la prima volta anche i negozianti, compresi quelli meno specializzati della gdo, soliti a utilizzare il comparto con funzioni tattiche promozionali. Il
retailer è chiamato ad agire “con diligenza
nell’esercizio della sua attività” (all’atto degli
acquisti e nelle verifiche precedenti la commercializzazione): ha l’obbligo di non immettere prodotti pericolosi, dei quali avrebbe
dovuto conoscerne la pericolosità sia in
base alle informazioni in suo possesso, sia
in base alla sua qualità di operatore professionale. Sul versante dei controlli è tenuto
a conservare e fornire la documentazione
idonea a rintracciare l’origine dei prodotti
fino a un periodo di 10 anni dal momento
della cessione al consumatore.
Su prodotti o imballaggi potranno anche
essere riportati marchi di sicurezza privati
volontari, che daranno visibilità a controlli
certificati da enti indipendenti.
•
6° CONSUMER
& RETAIL SUMMIT
VERSO UN NUOVO RETAIL TRA INNOVAZIONE
E COMPETITIVITÀ: I PARADIGMI PER LA CRESCITA
MILANO, 10 OTTOBRE 2012 (ORE 8.30 -17.00)
SEDE GRUPPO 24 ORE - VIA MONTE ROSA, 91
In collaborazione con:
INTERVENGONO
Imanuel Baharier
VeriFone Italia
Marina Bassi
Business Media
Gruppo 24 ORE
Anna Bertolini
Business Media
Gruppo 24 ORE
Lamberto Biscarini
The Boston
Consulting Group
Daniele Bragaglia
Eridania Italia
Matteo Cascinari
Blomming
Roberto Chieppa
Prénatal
Angelo d’Imporzano
Accenture
Alessandro Diana
Accenture
Maurizio Distefano
Warner Bros.
Consumer Products
Andrea Dodi
Gabbiano
Vincenzo Fiore
Auriga
Patrick Fontana
Business Media
Gruppo 24 ORE
Massimo Fubini
ContactLab
Francesco Fumelli
SCS Consulting
Jean-Pierre Giannetti
MicroStrategy
Manuela Giola
WE Licensing
Vincenzo Grassi
PwC
Boris Hageney
Groupon
Andrea Illy
illycaffè
Sami Kahale
Procter & Gamble
Italia
Cristina Lazzati
Business Media
Gruppo 24 ORE
Mattia Losi
Business Media
Gruppo 24 ORE
Lucio Morini
Gabbiano
Lars Petersson
Ikea Italia
Francesco Pugliese
Conad
Vittorio Radice
La Rinascente
Enrico Sacchi
Business Media
Gruppo 24 ORE
Angel Sanchez
Conserve Italia
Fabio Sordi
Auchan Italia
Ugo Stella
Business Media
Gruppo 24 ORE
Davide Surace
Euronics Italia
Giuseppe Tamola
Zalando Italia
Vincenzo Tassinari
Coop Italia
Luca Torre
Ambers&Co Capital
Microfinanzas
Rosario Trefiletti
Federconsumatori
Giuseppe Tripoli
Ministero dello Sviluppo
Economico
Mariano Tudela
Checkpoint Systems
Alessandro Zanotti
Accenture
MAIN SPONSOR:
SPONSOR UFFICIALI:
SPONSOR:
EXHIBITOR:
La partecipazione all’evento è libera e gratuita fino ad esaurimento posti.
Per informazioni e iscrizioni:
www.formazione.ilsole24ore.com/retail2012
Servizio Clienti
Tel. 02 5660.1887
Fax 02 7004.8601
[email protected]
Il Sole 24 ORE Formazione ed Eventi
Milano - via Monte Rosa, 91
Roma - piazza dell’Indipendenza, 23 b/c
ORGANIZZAZIONE CON SISTEMA DI QUALITÀ CERTIFICATO ISO 9001:2008
S E R V I Z I
=DODQGRFUHVFLWDVSULQW
VXOO·RQGDGHOVHUYL]LR
L’e-retailer di scarpe e abbigliamento è presente in dieci Paesi
europei, tra cui l’Italia. Consegna e reso sono sempre gratuiti
di Enrico Sacchi
$
ssortimento, servizio e prezzo
sono fattori comuni a molti ecommerce di successo, a cui si
associa una sapiente presenza
sui canali social e la “pubblicità” spontanea grazie al passaparola. Non fa eccezione a questa regola Zalando.com, nato
nel 2008 a Berlino su iniziativa di Robert
Genz e David Schneider come boutique
online di scarpe e abbigliamento, a cui
si sono aggiunti attrezzature sportive e
accessori moda; il sito è presente attualmente in una decina di paesi in Europa,
tra cui l’Italia.
6HUYL]LXQLFLHGLVWLQWLYL
Lo shopping su Zalando è caratterizzato
da una combinazione di servizi unici e
distintivi: spedizione e reso gratuiti, formula “soddisfatti o rimborsati” valida fi-
Attraverso
il proprio blog
Appunti di Moda
e i canali social,
Zalando aggiorna i
clienti sulle ultime
tendenze
in ambito moda
no a 30 giorni e servizio clienti gratuito.
A differenza di molti rivenditori online,
Zalando vende principalmente prodotti
in-season (nuove collezioni). Come ogni
retailer di prodotti in-season, Zalando si
adegua ai prezzi di mercato che vengono concordati con i brand. Per quanto
riguarda le vecchie collezioni, il retailer ha
maggiore flessibilità sul prezzo da applicare, il che si traduce in un’offerta molto
ampia di promozioni.
Una delle caratteristiche peculiari di Zalando è quella di offrire uno dei più vasti
assortimenti disponibili online, con prodotti per tutte le fasce di prezzo e per tutti i gusti, nel rispetto di uno standard di
qualità. Contrariamente agli altri negozi in
rete, da Zalando non c’è un valore minimo
di spesa. Non importa se la scarpa costa
9€ o 99€, la spedizione è sempre gratuita.
ZALANDO.COM,
ALCUNI NUMERI CHIAVE
30mila paia di scarpe vendute
ogni giorno in tutta Europa
100mila articoli in assortimento,
tra scarpe, accessori e abbigliamento
uomo/donna e bambino
1 milione di visitatori al giorno
100 milioni il fatturato mensile
1 miliardo e 300 milioni di euro
la previsione di chiusura per il 2012
a livello di gruppo
1° negozio online in Europa
per fatturato
(VSHULHQ]DG·DFTXLVWR
Nonostante Zalando sia nato meno di
quattro anni fa è diventato uno dei brand
di e-commerce più conosciuti: in Germania l’awareness è superiore al 96%. Nello
scorso giugno a Barcellona si è aggiudicato
la medaglia d’oro per la categoria “Cross
Border Webshop of Europe” nell’ambito
dell’E-Commerce Summit. Esemplificativa la motivazione della giuria: “Con Zalando i clienti di ogni mercato di riferimento
si sentono come se stessero acquistando
su uno shop locale. Zalando svolge ricerche accurate e si adatta al mercato sotto diverse prospettive, incluse modalità
di pagamento, consegna e marketing. Le
performance in termini di branding sono
eccellenti. Inoltre, hanno un forte senso
d’impresa e mostrano grande determinazione quando entrano in nuovi mercati”.
Zalando si distingue, inoltre, per un elevato
livello di competenza nell’online marketing,
caratterizzato da un approccio multicanale. Accattivante lo spot tv “Urla di piacere”,
in onda a settembre, che mette in scena
un’improbabile rapina in banca, al culmine
della quale irrompe il fattorino Zalando.
•
8 ottobre 2012
53
P R O D O T T I
E
I M P R E S E
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S E R V I Z I
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FRQOHLPSUHVH
di Barbara Trigari
target sono i distributori dei beni di largo
consumo: chi possiede catene di pdv e chi
gestisce le piattaforme distributive, i Cedi,
dai quali la distribuzione organizzata acquista le merci. “Il sistema non coinvolge
la formazione del prezzo e non è una forma
di mediazione commerciale, prosegue Lazzarotto, semplicemente confronta i listini
pubblici dei Cedi, come in un magazzino
virtuale, e procede all’acquisto al prezzo
migliore, pagando immediatamente”. Per
il negoziante significa acquistare in promozione dai distributori l’80% delle volte, senza sottostare a vincoli contrattuali,
quindi disporre di un risparmio nell’ordine
del 20% a costi di gestione già detratti:
rimane spazio per abbassare i prezzi alla
vendita senza ridurre, anzi aumentando, i
margini. Per ora i prodotti coinvolti sono
quelli grocery per semplicità di gestione rispetto a freschi e freschissimi, ma il sistema è facilmente adattabile ad altri ambiti,
in particolare al non food.
Confronta i listini
pubblici dei Cedi
e acquista
al prezzo migliore
$
cquistare a prezzo più basso, per
aumentare i margini o ridurre i
prezzi al consumo, è rilevante per
la gestione di qualsiasi impresa di
distribuzione, e per poterlo fare bisognerebbe confrontare i listini di tutti gli operatori, per poi procedere subito all’acquisto
più conveniente. Un po’ come avviene in
rete con i voli aerei. A realizzarlo è Borsa
Merci (BM), progetto sviluppato da Unindustria in partnership con Warrant Group
e cofinanziato dalla Camera di Commercio di Roma. “Borsa Merci, spiega Francesco Lazzarotto, responsabile progetti
speciali di Warrant Group e consulente per
il progetto, opera come la casalinga che
fa la spesa al mercato, da cui il nome:
confronta le bancarelle, e poi sceglie quella più conveniente, a parità di qualità”. Il
&RQWUDWWRGLUHWH
È il passo successivo che permette la
concreta attuazione del progetto, previ-
BORSA MERCI - LO SCHEMA FINANZIARIO
La tempistica, dall’ordine al pagamento
Distributori beni di largo consumo
2 Acquisto
Nascita di un credito da BM a OGDO
BORSA MERCI
4 Pagamento credito
Operatori grande
distribuzione organizzata
1 Ordine
3 Consegna
t
t 0 t1
t2
t3
Fonte: Borsa Merci
sta entro fine anno: un contratto di rete
aperto, stipulato tra i soggetti fondatori
di BM (una sorta di consorzio tra professionisti con competenze complementari)
e gli operatori della distribuzione che vi
aderiscono (commercianti). I distributori non sono coinvolti se non nella condivisione (che già avviene) dei listini, e
nemmeno l’industria che negozia autonomamente i propri contratti. Entreranno
in gioco invece gli istituti di credito per
sostenere gli operatori della d.o. con un
sistema che anticipi il denaro per i pagamenti, suddivida equamente i costi del
finanziamento e allo stesso tempo vagli
l’affidabilità (creditizia e settoriale) delle aziende che accedono alla rete. A BM
tocca una percentuale fissa o in base ai
volumi di acquisto.
&LUFRORYLUWXRVR
Una volta a regime su scala nazionale,
BM porterà vantaggi ai medi e piccoli operatori, che potrebbero contare su
benchmarck di settore e competere realmente con la gdo abbassando i prezzi al
consumo, grazie ai risparmi lato acquisti.
L’industria a sua volta potrebbe essere
spinta a rivedere i contratti con i distributori verso una maggiore razionalizzazione.
“Al momento il progetto riguarda il Lazio
-prosegue Lazzarotto- e non gestisce la
qualità, ma abbiamo avuto manifestazioni di interesse da parte di Unindustria
per l’applicazione a livello nazionale e su
articoli come carburanti, tessile e moda.
Quindi siamo in cerca di adesioni per
dare una chiara definizione operativa al
progetto entro l’anno”. Non sarà necessario aderire immediatamente, perché per
definizione BM ha una struttura aperta e
presumibilmente si evolverà in base alle
richieste e alle necessità degli operatori
che decideranno di dagli fiducia.
•
8 ottobre 2012
55
C U L T U R E
_ opinione
*HRVRFLDOEXVLQHVV
QXRYRSDUDGLJPDGHOOD5HWH
Massimo
Giordani,
Ceo della
Digital Agency
Time & Mind,
direttore
di Popai Digital
'
ai primi anni del 2000, quando
il Web prese la strada della condivisione e del cosiddetto “2.0”,
molte cose sono cambiate. È cambiato
il contesto economico, ma anche quello
socio-politico, in tutto il mondo.
In questo scenario, la tecnologia ha svolto un ruolo di assoluta rilevanza ponendo
le basi infrastrutturali di eventi che hanno
realmente cambiato gli assetti di interi
paesi. Si pensi all’elezione del primo presidente nero degli Stati Uniti, per la quale, certamente, il Web ha avuto un ruolo
fondamentale (e lo avrà ancor più nelle
prossime elezioni). Oppure alla primavera
araba, dove i social network sono stati il
veicolo indispensabile dei vari movimenti
di protesta.
Oggi, stiamo vivendo una fase dove l’evoluzione del Web passa dal suo utilizzo in
mobilità. La quantità di tempo dedicata
alla navigazione online attraverso smartphone e tablet sta per superare quella riservata ai computer tradizionali. Le
principali società di ricerca hanno invidividuato nel 2014 l’anno del sorpasso.
56
8 ottobre 2012
Non si tratta solamente di un cambiamento del dispositivo utilizzato per accedere alla rete, la connessione in mobilità
comporta un mutamento profondo delle
possibilità di utilizzo della Rete in senso ampio. Il concetto di “cloud computing”, la “nuvola” nella quale tutti possono scambiare e depositare informazioni
sfruttando una rete diffusa di server, è
ormai entrato nel linguaggio comune e,
soprattutto, nell’uso quotidiano, a volte
inconsapevole, di milioni di utenti.
Fra le tante opportunità offerte dalla tecnologia ve n’è una che sta cambiando
profondamente il rapporto fra la sfera
digitale e il mondo fisico: la geolocalizzazione. L’introduzione
nei dispositivi mobili
di microprocessori
dedicati alla gestione del segnale GPS
(Global Positioning
System), gli stessi utilizzati nei navigatori satellitari, ha
aperto scenari di straordinaria rilevanza.
Oltre all’integrazione delle funzioni di navigazione satellitare direttamente negli
smartphone, la funzione di geolocalizzazione ha consentito lo sviluppo di una
serie innumerevole di applicazioni capaci
di offrire servizi altrimenti impossibili da
ottenere. Si pensi alla “realtà aumentata”
che consente di sovrapporre informazioni digitali alle immagini del mondo fisico
(l’esempio classico è quello del turista
che vuole avere informazioni, per esempio, su un monumento o sui mezzi di trasporto presenti nel luogo in cui si trova
in quel preciso istante).
Oltre a queste applicazioni, che potrebbero apparire sicuramente utili ma non
particolarmente rivoluzionarie dal punto
di vista business, si stanno affermando
funzionalità che integrano la geolocalizzazione con aspetti di tipo commerciale.
E qui le opportunità si dispiegano a ventaglio. I Location Based Services (LBS)
hanno già trovato in piattaforme come
Foursquare, Google+ local o Facebook
places, gli spazi dove essere applicati
anche dal punto di vista commerciale.
Molte aziende hanno imparato che essere presenti sui geo-socialnetwork può
davvero portare nuovi clienti nel punto
vendita e innescare il processo del passaparola attraverso il “check-in”. Vodafone, per esempio, ha utilizzato Foursquare
per regalare promozioni a chi faceva il
check-in nei negozi
convenzionati. Discorso analogo per
McDonald’s che ha
sviluppato una campagna dove, comprando un sandwich
e facendo l’immancabile check-in, si riceveva una bibita in omaggio. Sono però le
realtà più piccole a poter trarre i benefici
maggiori. Bar, ristoranti, alberghi, attività commerciali in genere, tutti hanno la
concreta possibilità di attivare logiche di
geo-socialmarketing.
È chiaro che occorre passare dalla fase
pionieristica di questa nuova modalità
di marketing, fondata soprattutto sulla
curiosità e sull’interesse personale, a un
livello più strutturato, pienamente integrato con le altre iniziative aziendali on
e off-line.
Anche gli utenti in mobilità del Web devono evolversi e imparare a cogliere, oltreché l’aspetto più ludico della rete, anche
le opportunità di business.
L’era del geo-socialbusiness è iniziata.
funzionalità
di tipo “geo”
si integrano
con aspetti
commerciali
•
libri
_
C U L T U R E
VITE CHE NON POSSIAMO
PERMETTERCI
di Zygmunt Bauman
Laterza
pagine 234, € 9,50
/DVRFLHWjOLTXLGD
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SLXWWRVWRFRQVLVWHQWL
di Gennaro Fucile
=
ygmunt Bauman è uno dei sociologi
viventi più influenti di questi primi
anni del nostro giovane secolo. Nel
suo lavoro ha scandagliato tutti i grandi
temi della modernità e della postmodernità, dalle nuove povertà nel mondo della
globalizzazione al percorso dell’identità
nella contemporaneità. Riflessioni sempre esposte pacatamente, con grande
chiarezza e altrettanta fermezza, perché,
occorre premetterlo, Bauman è un critico
radicale dell’esistente.
È un autore anche molto prolifico, ma
questa sua ennesima uscita giunge a
proposito, perché risulta particolarmente
adatta a chi si accosta per la prima volta
alla lettura del suo pensiero. Una sorta
di visita guidata al pensiero di Bauman
resa possibile dalla forma stessa del testo, non redatto come un saggio, ma articolato in una serie di otto conversazioni
con la giornalista e docente universitaria
Citlali Rovirosa-Madrazo. Una scelta indovinata, perché rende possibile seguire
una miriade di ragionamenti, di divagazioni, di rimandi (anche alla bibliografia
dell’autore) intorno a tutte le questioni
di più scottante attualità, ripercorse nel
loro evolversi, individuandone le cause
e analizzandone gli effetti sulla vita di
ognuno di noi. A iniziare dalla grande crisi finanziaria nella quale siamo tuttora
immersi, prova paradossale dello straordinario successo delle banche e non del
loro fallimento, secondo Bauman, poiché
il fine ultimo dell’offerta di credito è “creare ed espandere il bisogno di credito”
e dunque ecco che il successo consiste
nell’avere trasformato “ una stragrande
maggioranza di uomini e donne, vecchi
e giovani, in una razza di debitori”. Oltre
alla cosiddetta crisi del credito la prima
parte del volume prende in esame le profonde mutazioni intervenute nella forma
dello Stato-nazione e il decadimento del
Welfare, causate entrambe dalla “transizione da una società di produttori a una
società di consumatori”, dovute al liquefarsi delle istituzioni della modernità.
8QPRQGRLQPXWD]LRQH
Nella seconda parte del libro vengono in
primo piano le ripercussioni nella vita degli uomini della società liquida (la celebre
metafora dello stesso Bauman), dove i
cittadini sono diventati clienti, i passeggeri e i pazienti sono diventati utenti e la
povertà è una disfunzione patologica del
povero e non un’ingiustizia sociale, frutto
di una disfunzione strutturale. In questo
scenario si modifica l’etica, cambia il ruolo della scienza, quello dello Stato e della
Chiesa, si ridistribuiscono le funzioni di
controllo, si ri-attiva in modo inedito il
binomio controllo/paura, si prefigura una
centralità della biotecnologia capace di
sorpassare scenari fino a oggi (anzi a ieri)
ad appannaggio della fantascienza e si
mortifica il sentimento dell’amore, passato dall’essere “affine alla trascendenza […] solo un altro nome per l’impulso
creativo […] gravido di rischi come lo sono tutti i processi creativi di cui non si è
mai certi di quale sarà l’esito”, all’avere le stesse dinamiche dello shopping.
Bauman cita Emily Dubberley, autrice di
“Brief Encounters: The Women’s Guide to
Casual Sex”. La Dubberley segnala che
ormai procurasi sesso è “come ordinare
una pizza […] Ora puoi collegarti a Internet e ordinare dei genitali”.
Si è premesso che Bauman è un critico radicale dello stato di cose presenti.
Un’ultima conferma ci viene proprio da
Rovirosa-Madrazo che al termine delle
loro conversazioni dice di lui: “Se si potessero paragonare le teorie sociali o i teorici della sociologia a utensili da cucina,
Zygmunt Bauman sarebbe sicuramente
uno dei coltelli più taglienti”.
•
8 ottobre 2012
57
N O M I
numero 32 - 8 ottobre 2012
www.gdoweek.it - www.gdoweektv.it
Aimia 16, Almaverde Bio 43, Amazon 28/48, Andid
DIRETTORE RESPONSABILE: Mattia Losi
37, Api 16, Apple 48, Arena Holding 40, Assogiocattoli 50, Auchan 16, Autogril 19/20, Avanzi 31,
Ballarini 37, Balocco 14, Balocco Alberto 14, Barilla
35, Barnes & Noble 48, Bauman Zygmunt 57, Benent
AREA RETAIL
VICEDIRETTORE: Cristina Lazzati
REDAZIONE: Ugo Stella (Caporedattore), Gennaro Fucile (Vicecaporedattore),
Marina Bassi (Caposervizio), Gino Pagliuca, Enrico Sacchi (Caposervizio)
Patrick Fontana (Vicecaporedattore), Francesco Oldani (Vicecaposervizio),
Anna Bertolini, Roberto Pacifico
55, Carrefour 25, Censis 8/9, Coldiretti 8, Conad 30,
UFFICIO GRAFICO: Elisabetta Delfini (coordinatore), Walter Tinelli,
Mauro Ballocchi, Elisabetta Buda, Patrizia Cavallotti,
Elena Fusari, Laura Itolli, Cristina Negri, Diego Poletti, Luca Rovelli
Conad Adriatico 26, Conbipel 20, Coop 30, Cucinotta
SEGRETERIA DI REDAZIONE: Donatella Cavallo, Rita Galimberti, Paola Melis
[email protected]
12, Blockbuster 25, Camera di Commercio di Roma
Maria Grazia 32, Dell’Oro Cristina 33, Deloitte 24/25,
Diana Gianluigi 33, Dico 12, Dinis Abilio Dos Santos
25, Edizioni Laterza 57, Euro RSCG Milano 33, Expert
31, Fashion District 23, Fidenza Village 23, Fileni 40,
Fileni Roberta 40, Fioravanti Lino 26, Gap 49, Genz
Robert 53, Getulio Vargas Foundation 24, Global Blue
22, Grenier Stephane 32, Grey 33, Gruppo Campari
19/20, Gruppo Mittel 23, Ikea 31, Imaginarium 20,
COLLABORATORI: Davide Bernieri, Alessandra Bonaccorsi, Laura Brivio, Marilena
Colussi, Rosarita Crisafi, Luigi Dell’Olio, Massimo Giordani (Digital Agency Time
& Mind) Lu.Ca, Loredana Oliva, Patrizia Pagani, Fabio Salvati, Manuela Soressi,
Barbara Trigari
PROGETTO GRAFICO: Elisabetta Delfini, Walter Tinelli
DIRETTORE EDITORIALE BUSINESS MEDIA: Mattia Losi
PROPRIETARIO ED EDITORE: Il Sole 24 ORE S.p.A.
SEDE LEGALE: Via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano
PRESIDENTE: Giancarlo Cerutti
AMMINISTRATORE DELEGATO: Donatella Treu
Inzaghi Gabriele 33, Inzenka 20, Ip 16, Kaness Matt
49, Kapferer Jean-Noel 49, L’Oréal Paris Italia 32, Lagorce Luc 37, Lavanga Cristiana 33, Lazzarotto Francesco 55, Lemann Jorge Paulo 25, Lojas Americanas 25,
Lou Pritchard 20, Lvmh 49, McArthur Glen 22, McCann
Erickson 32, Medusa-Regnoli Group 18, Metro 25,
Migros 20, Molino Rossetto 38, Morici Giuseppe 35,
Nectar Italia 16, Nestlé Fitness 19/20, Nike 48/49,
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ezisery 20, Placido Violante 32, Planter’s 32, Porsche
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8 ottobre 2012
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