www.gdoweek.it www.gdoweektv.it 3 2 2012 8 OTTOBRE • GDOWEEK 2012 • Settimanale • Il Sole 24 ORE S.p.A. – via Carlo Pisacane 1 – 20016 PERO (MILANO) “in caso di mancato recapito inviare al Cmp di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi.” • Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) - art. 1, Comma 1, DCB Milano INTERVISTA RETAIL INDUSTRIA SERVIZI NECTAR ITALIA Fausto Tarditi illustra il bilancio e spiega i progetti di sviluppo CONAD ADRIATICO Fioravanti, direttore risorse umane, racconta i percorsi formativi COMUNICAZIONE Le attrici italiane sono testimonial ideali per la cosmetica MANAGEMENT Negli Usa, il retail assume e forma nuove leadership SDJ SDJ SDJ SDJ LE PARTNERSHIP TRA INDUSTRIA E RETAIL CREANO VALORE PER IL CONSUMATORE SDJ 5(*2/$9,1&(17( &2//$%25$5( I MR X PY K E ^ R I W E I R PM E Z 2YS I I V J R I X PY K 7 ( PM E I &YSRMGIV VMZS V 2YSZMGSRWYQEXSVMMRE DS - gluten free ha ampliato la sua offerta con due nuovi prodotti ai cereali, gustosi e salutari, che arricchiscono la gamma di prodotti senza glutine: i biscotti e le barrette ai cereali, ricchi di fibre e preparati solo con ingredienti scelti. I Biscotti Buonicereali DS - gluten free, con crispies di mais e riso soffiato, crusca di soia e fiocchi di castagna sono super croccanti. Le Buonicereali Barrette DS - gluten free, con cioccolato al latte, mele e mirtilli piaceranno ai golosi. Con Buonicereali DS - gluten free l’assortimento senza glutine si fa ancora più ampio e salutare. Dr. Schär, leader nel mercato senza glutine con 30 anni di esperienza e ricerca. E D I T O R I A L E [email protected] /DULYROX]LRQHRVLID RVLVXELVFH ´/ a scelta che, oggi, abbiamo davanti è una sola: o guidiamo la rivoluzione o subiamo l’evoluzione”. Philip Clarke, boss di Tesco, prima catena inglese, durante il World Retail Summit 2012, avvenuto a fine settembre, a Londra, non ha lasciato spazio all’immaginazione. Dirette e chiarissime le sue affermazioni: “Nel passato, abbiamo combattuto, noi, Sainsbury, Asda e Morrison per avere le location, per poter costruire punti di vendita sempre più grandi, sempre più innovativi. Oggi, non si combatte più su questo, ma sul coinvolgimento dello shopper, sulla relazione che stabiliamo con lui, con la comunità in cui vive e con il Paese in cui è inserito”. E, a proposito di relazioni, Clarke ha cominciato subito: ha aperto il primo blog di Tesco e a “parlare” è lui, c’è la sua foto, e a lui si alternano i dirigenti ai massimi livelli che, a loro volta, “ci mettono la faccia”; una vicinanza, quindi, non solo da citare ad un intervento ad un convegno, ma una dichiarazione d’intenti sostanziata in tempo reale dai fatti (e questo ci dice molto su come è cambiata la percezione del tempo oggi). Diventare una persona, essere aperto al dialogo, non è solo una strategia, ma un obbligo, almeno nei paesi dove l’acquisto online di food è una realtà che, ormai, vale quasi la metà dell’intero fatturato dell’industria della gdo. Per questi player, dunque, il problema non è come avviare l’e-commerce, ma come trasformare o adattare il proprio modello virtuale dal pc ai vari device mobile: come avvantaggiarsi di Galaxy o di iPad? Come dare ai fruitori di Blackberry l’experience che avrebbero sul sito dal computer? Fenomeni lontani anni luce dall’Italia? Proprio no. Per molti cittadini italiani il passaggio allo smartphone o al tablet non contempla un precedente step al computer. Rispetto ad un computer, più ingombrante, più “difficile”, almeno nel pensiero di chi non lo utilizza regolarmente, lo smart device è meno costoso, più performante e più facile. Da questo possiamo dedurre che chi oggi in Italia pensa all’e-commerce, forse è meglio che si diriga direttamente al mobile, regola ancora più valida per chi vuole comunicare direttamente al proprio consumatore. Pensiamo a Walmart che ha da poco inaugurato nei suoi punti di vendita la possibilità di mandare, in tempo reale, coupon a tutti coloro che circolano nell’area prospiciente ai suoi punti di vendita. Che cosa succede? Passando, si ricevono le offerte, con relativi buoni sconti (del retailer o dei suoi fornitori), direttamente sul telefonino e, una volta alla cassa, un lettore li scaricherà direttamente. La rivoluzione del mobile andrà ancora una volta ad inficiare le grandi superfici, perché di fatto, l’experience sarà sempre più legata al fresco e all’impulso, ma ci sono anche altre soluzioni ..., applicabili anche in Italia, ma non da soli. • 8 ottobre 2012 5 3 2 2012 6200$5,2 S E R V I Z I Retail internazionale: 48 nuovi ruoli per i leader 22 Outlet Giocattoli, la sicurezza compete anche al retail 50 Zalando, crescita sprint sull’onda del servizio 53 Borsa Merci fa rete con le imprese 55 C U LT U R E Opinione 26 Conad Adriatico E D I T O R I A L E La rivoluzione o si fa 05 o si subisce ... O S S E R VAT O R I O Italiani sempre più radicati 10 Il paniere prezzi La borsa della spesa A confronto Bennet e Dico 12 Faccia a faccia Unicoop Tirreno e Balocco 14 35 Barilla 16 tempo e competenze 18 Collaborando si può R E TA I L Lo shopping all’outlet, 37 Ballarini 22 un trionfo del made in Italy Brasile: due big e per il resto grande frammentazione 24 Formazione dettagliata per Conad Adriatico 26 Amazon perfeziona il servizio consegne 28 Sviluppo reti 30 I N D U S T R I A Attrici italiane e cosmesi, 57 28 Amazon Negozi a Roma e Milano: due facce del mercato C O V E R S T O R Y Creare nuovo valore? Libri La società liquida e i suoi danni piuttosto consistenti 08 al quartiere e alla regione I N T E R V I S TA Nectar Italia: fidelizzare richiede 56 Geo-socialbusiness, nuovo paradigma della Rete Nuovo Tg Green di GdoweekTv. Un appuntamento mensile imperdibile comprendente le dieci top news su quanto fanno di brillante le imprese nell’ambito dell’ecosostenibilità. Informazioni, notizie, curiosità dal mondo per rendere più smart il nostro pianeta. ECOnews Aperto il più grande negozio green M&S. Inaugurato il 29 agosto 2012 Marks & Spencer a Cheshire Oaks. Dislocato su due piani per 13mila mq, ha due caffé con 430 posti e una grande food hall. Tutte le soluzioni eco implementate nello store hanno un Qr code con cui avere info aggiuntive. ECOnews App Facedeals riconosce il viso e scatta l’offerta. Facedeals si basa su foto, profili e storia Facebook e sul riconoscimento facciale dei clienti mediante telecamera all’ingresso del locale, con l’obiettivo di inviare offerte personalizzate sul cellulare in relazione all’ambiente in cui le persone si trovano. V i deo Tour 40 Fileni 32 un set convincente Dai formati al packaging, Barilla innova nella pasta 35 Ballarini mix: innovazione alleanze, sponsorizzazioni 37 Molino Rossetto innova, diversifica e cresce 38 Co-marketing Fileni mirato al target mamme e bimbi 40 Si rafforza l’identità della frutta di marca 43 Tende a crescere il segmento insaporitori 46 43 Frutta di marca 46 Insaporitori 50 Normativa giocattoli 8 ottobre 2012 7 O S S E R V A T O R I O ,WDOLDQLVHPSUHSLUDGLFDWL DOTXDUWLHUHHDOODUHJLRQH di Gino Pagliuca Prepara alimenti in casa come yogurt, pane, gelato, conserve Beve coca cola o altre bevande gassate 21.102 22.813 Regolarmente Regolarmente 11.102 6.429 Ogni tanto Ogni tanto 9.851 16.384 Si porta al lavoro il cibo preparato a casa Fa lo spuntino a mezza mattinata o nel pomeriggio 7.777 27.687 Regolarmente Regolarmente 3.733 13.273 Ogni tanto Ogni tanto 4.044 14.414 Le abitudini alimentari Cresce l’attenzione all’alimentazione salutistica, ma il ricorso così diffuso alla dieta, efficace o meno che sia, non ha certo messo al bando cibi e bevande che hanno impatto non positivo sulla salute, o su aspetti della propria condizione fisica (ad esempio, il peso), che poi giocano nel determinare lo stato di salute. Cresce però la quota di popolazione che, per ragioni spesso legate all’avanzare dell’età e all’insorgere dei primi segnali di erosione del fisico, subordina il proprio rapporto con il cibo ad una griglia di regole per orientarlo verso impatti positivi per la propria condizione psicofisica. / e catene della gdo se ne sono accorte da qualche tempo e spesso a proprie spese, rimpiangendo i milioni spesi per punti di vendita ipertrofici e delocalizzati: un fattore chiave per il successo oggi è la prossimità. L’invecchiamento della popolazione, la crisi economica e il caro benzina portano sempre più a favorire la comodità del negozio sotto casa. Ma si tratta di un fenomeno che non riguarda solo il commercio e avrà importanti implicazioni anche nelle tipologie e nelle modalità di consumo. L’interessante ricerca “Vivere insieme vivere meglio” commissionata da Coldiretti al Censis esamina le implicazioni sociali ed economiche della prossimità. &RPRGLWjHVVHQ]LDOH Le caratteristiche fondamentali della prossimità sono due: 1) la disponibilità 8 8 ottobre 2012 di alcuni servizi essenziali, dai luoghi per fare la spesa al medico di medicina generale alla parrocchia ad altri servizi ancora; 2) la vicinanza di familiari, parenti e, anche, amici con cui avere relazioni continue utili, affettive e di convivialità. Si tratta di un contesto che ha come caratteristica più evidente la ricerca dalla comodità, cioè del poter avere a portata di mano servizi e beni che si ritengono essenziali. E si tratta di una caratteristica che ha un valore nazionale, perché sia pure con piccole differenze, caratterizza la vita degli italiani indipendentemente dal luogo di residenza, dall’età o da altri fattori sociodemografici. Il secondo aspetto cruciale della prossimità è che, ormai, non contano le relazioni di vicinato o di quartiere, ma piuttosto si tende a ridurre le distanze tra le abitazioni dei membri della famiglia. Quindi, se non si coabita tra genitori e figli, e altri parenti O S S E R V A T O R I O stretti, si fanno scelte (ad esempio, al momento dell’acquisto della casa) in modo da vivere a distanza ravvicinata. Questa è ovviamente una necessità dovuta al fatto che, in caso di bisogno, non si può che fare ricorso all’aiuto di un familiare; dall’assistenza per i minori a quello per i non autosufficienti, ad altre forme di supporto, è chiaro che gli italiani tendono a risolvere sempre più i loro problemi all’interno della cerchia familiare. E si tratta di un aspetto sociologico, aggiungiamo noi, che ha ricadute economiche non indifferenti. Ad esempio, nella scelta degli assortimenti e delle quantità dei singoli item su uno scaffale. Il fatto che nel bacino di utenza di un medio supermercato vi sia una forte presenza di nuclei formalmente di single non esclude che spesso quei single debbano fare la spesa per famiglie più allargate, considerando che tra le attività quotidiane la spesa è quella che di gran lunga si svolge nel quartiere in cui vive: fa così, secondo il Censis, ben l’85% degli italiani. ,OUDGLFDPHQWRVXOWHUULWRULR Una parte della ricerca è dedicata all’importanza della tipicità, ovvero quanto riconoscano di peculiare gli italiani nelle caratteristiche del territorio in cui vivono; e anche in questo caso i risultati sono molto interessanti, perché non solo emerge il grande rilievo annesso alle specialità artigianali e alimentari del territorio ma anche che la connotazione più riconosciuta è quella regionale, importante per il 93,7% degli italiani. Il 57,1% degli interpellati inoltre ritiene che cibo e vino siano aspetti fortemente caratterizzanti la regione. Il consumo di prodotti del territorio si connette a un più generale bisogno di autenticità nel rapporto con il cibo, che la ricerca ha pure indagato. Nelle scelte alimentari si tratta di arrivare a una dimensione più soggettiva, intima, che si materializza in pratiche quotidiane. Dall’indagine emerge che oltre 21 milioni di italiani dichiara di LA SPESA SI FA SEMPRE PIÙ SOTTOCASA Attività svolte dagli intervistati in un raggio di 15-20 minuti a piedi dalla propria abitazione - dati in % Spesa alimentare (quella quotidiana, solita) 85,2 Attività spirituali (messa, ecc.) 76,6 Medico di medicina generale 71,6 Spesa non alimentare 65,6 Scuola (per figli o nipoti) 65,2 Altri servizi sanitari (laboratori di analisi, ambulatori ecc.) 56,9 Attività di cura del corpo (palestra, jogging ecc.) 54,2 Attività culturali 44,0 Attività di volontariato, in associazioni 41,6 Cinema, teatro, museo 37,4 Pediatra 36,9 Lavoro 34,1 Fonte: Censis - Coldiretti preparare alimenti in casa come yogurt, pane, gelato o conserve; di questi oltre 11,2 milioni di persone lo fa regolarmente. L’autoproduzione di alcuni cibi sembrava una pratica destinata a perdersi, come residuo di un’epoca ormai lontana di impronta contadina. Invece, ormai si tratta di una pratica di massa che risponde contemporaneamente a più esigenze socioculturali: dalla voglia di genuinità dei prodotti alla volontà di risparmiare per avere alcuni prodotti fatti in casa a vere e proprie forme di piccolo artigianato in cui si prova a coinvolgersi, magari per hobby. C’è poi un ulteriore 15% di intervistati che dichiara di portarsi al lavoro cibo preparato in casa; in particolare, sono oltre 7,7 milioni di persone a farlo con regolarità o di tanto in tanto e, di questi sono oltre 3,7 milioni a dichiarare di farlo regolarmente. In questo quadro gioca un ruolo significativo anche la crescente attenzione agli effetti che l’alimentazione può esercitare per tutelare dall’insorgere di patologie. Infatti, sottolinea il Censis “gli stili di vita salutari sono forse uno degli esiti più diffusi, radicati e importanti del soggettivismo, di quell’attenzione alla soggettività che è la cifra dell’evoluzione socioeconomica del nostro Paese”. Partecipa a community sul web centrate sul cibo Ricerca su web per confronto prezzi, capire qualità cibi 1.815 14.829 Regolarmente Regolarmente 415 5.703 Ogni tanto Ogni tanto 1.400 9.125 Recupera ricette altrui su libri, web, televisione La cucina è femminile Le donne dedicano alla preparazione dei pasti quasi 9 ore a settimana, che su base annua significa 21 giorni pieni; per i maschi i valori corrispondenti sono pari rispettivamente a tre ore dedicate ai pasti durante la settimana, mentre su base annua si tratta di otto giorni pieni. Le donne in famiglie con figli dedicano alla cucina annualmente 22 giorni, valore che per le single scende a 15 giorni. 25.250 Regolarmente 9.747 Ogni tanto 15.503 • 8 ottobre 2012 9 O S S E R V A T O R I O 1HJR]LD5RPDHD0LODQR GXHIDFFHGHOPHUFDWR di Gino Pagliuca 6 ono da sempre le due piazze di riferimento per il mattone italiano: Milano e Roma, infatti, anticipano sempre le tendenze del mercato e gli ultimi dati riferiti al segmento commerciale certo non lasciano presagire bene per il prossimo futuro, anche se da un confronto tra i dati emerge che oggi Roma, grazie a rendimenti medi da canoni di un punto superiore rispetto a Milano, potrebbe attirare maggiormente le mire degli investitori opportunistici, cioè quelli che entrano nel mercato immobiliare per ottenere nel breve periodo un guadagno interessante. A Milano la flessione dei prezzi di compravendita si è attestata all’1,4%, con contrazioni leggermente più marcate nelle zone periferiche. L’aumento dello sconto (cioè il divario tra il prezzo richiesto e quello ottenuti) è passato dal 9,8 all’11,2% e si associa alla modesta contrazione dei prezzi, a testimonianza del fatto che le proprietà continuano a sopravvalutare le -2% Previsione su prezzi e canoni nei prossimi 12 mesi 6,4% Rendimento medio da locazione negozi a Milano 7,4% Rendimento medio da locazione negozi a Roma potenzialità di mercato dei loro immobili. Il rapporto tra quotazioni centrali e periferiche si colloca ormai stabilmente su valori prossimi a 3,5, ben lontano dalle oscillazioni che hanno caratterizzato gli anni Novanta, quando si passò dal 4,4 di inizio ’91 al 2,6 di fine ’96. Nella Capitale sta diminuendo la domanda di acquisto mentre rimane stabile quella di locazione anche se le richieste si indirizzano sempre più verso le aree di maggior passaggio. L’allungamento dei tempi di locazione, salito a cinque mesi, non è dovuto solo all’irrigidimento nelle richieste di canone della proprietà ma anche da una maggiore selettività: gli inquilini si pesano valutando le effettive possibilità di sviluppo del loro business e di conseguenza la reale sostenibilità dei canoni. Le previsioni per i prossimi mesi sono tutt’altro che positive ed evidenziano un ulteriore deterioramento di prezzi e canoni ed una prolungata riduzione dei volumi di scambio, specialmente in compravendita. • LA CAPITALE LEGALE E QUELLA ECONOMICA A CONFRONTO: IL MERCATO IMMOBILIARE DEI NEGOZI A MILANO E ROMA Valori riferiti al primo semestre 2012, prezzi escluse le punte di mercato Prezzi (€/mq) Variazioni semestrali % Variazioni annuali % Rendimenti da locazione % Tempi di vendita (mesi) Sconti % Centro 8.613 8.350 -1,3 -0,5 -4,2 -3,4 6,0 7,2 6,1 7,8 9,3 12,7 Semicentro 4.520 5.191 -1,0 -1,6 -1,6 -4,8 6,5 7,4 7,2 7,8 11,0 14,3 Periferia 2.465 2.900 -1,8 -1,5 -3,8 -2,9 6,7 7,7 8,3 8,5 13,3 15,0 Media 3.930 4.333 -1,4 -1,2 -3,2 -3,7 6,4 7,4 7,2 8,0 11,2 14,0 Milano 10 Roma 8 ottobre 2012 Fonte: Nomisma Insieme abbiamo donato 45.418.145 vaccini**. AIUTACI A FARE ANCORA DI PIÙ. 1 confezione = 1 vaccino* Il tetano materno e neonatale è una malattia mortale, ma prevenibile. Le marche P&G si sono impegnate insieme all’UNICEF per sconfiggerla entro il 2015. Aiutaci anche tu acquistando i prodotti che aderiscono all’iniziativa*. Dona un vaccino, proteggi la vita di un bambino. Scopri di più su www.missionebonta.it Dash sostiene Un’iniziativa *P&G donerà € 0,054 all’UNICEF a fronte (I) dell’acquisto di ogni confezione singola o multipla dei prodotti Dash, AZ, Viakal, Swiffer, Fairy, Herbal Essences, Ace Gentile e Mastro Lindo con il marchio UNICEF, (II) dell’acquisto di ogni confezione singola o multipla dei prodotti Dash, Ace, Fairy, Ambipur, Pantene, AZ, Gillette, Olaz, Herbal Essences, Viakal, Swiffer, Oral B e Mastro Lindo senza marchio UNICEF venduta dal 1 Ottobre al 31 Dicembre 2012 in attività promozionali con il marchio UNICEF (display e volantini) e (III) dell’acquisto di ogni confezione singola o multipla di Dash, non etichettata con il marchio UNICEF, venduta dal 1 Ottobre al 31 Dicembre 2012 in attività promozionali anche senza il marchio UNICEF (display e volantini). Questa somma equivale, ad esempio, al costo di una dose di vaccino contro il tetano. Aiuterai così P&G e l’UNICEF a vaccinare una donna in età fertile contro il tetano. Bastano solo due dosi di vaccino durante la gravidanza per proteggere mamma e bambino contro il tetano alla nascita e per i successivi due mesi. UNICEF non sponsorizza alcun marchio o prodotto. P&G sostiene UNICEF. **Per ulteriori informazioni vai su www.missionebonta.it e www.unicef.it/missionebonta O S S E R V A T O R I O /DERUVD GHOODVSHVD a cura di Lu. Ca. marca latte UHT p.s. lt 1 yogurt frutta 125 g cad. mozzarella 125 g cad. formaggio grattugiato 100 g burro 250 g tortelloni ricotta e spinaci 250 g crackers 500 g pasta 1 kg riso arborio 1 kg pomodori pelati 400 g. lordo passata di pomodoro bott. 700 g polpa di pomodoro 400 g cad. fagioli borlotti sc. 400 g lordo cad. piselli medi scat. 400 g lordo cad. tonno all'olio d'oliva 160 g olio extra vergine 1 lt olio di mais 1 lt olio di semi vari 1 lt biscotti frollini 800 g merendine croissant lisci 400 g cioccolato tavol. 100 g confettura albic. 400 g caffè 250 g. miscela class. cad. minestrone surg. 1 kg spinaci in foglia surgelati 1 kg pizza margherita surg. 600 g acqua min. nat. 1,5 lt cola 1,5 lt succo arance 1 lt vino brik 1 lt- 10° cibo per gatti 400 g cad. cibo per cani 1.250 g. cad. candeggina 2,5 lt detersivo liquido 30 lavaggi ammorbidente 2 lt detergente piatti conc. 1,250 lt detergente casa 1,5 lt carta igienica x 10 rotoli asciugatutto x 4 rotoli pellicola metri 30 Parmalat Yomo S. Lucia Biraghi Soresina Rana Mulino Bianco Barilla Scotti Cirio Pummarò DeRica Valfrutta Valfrutta Rio Mare Monini Maya Topazio Mulino Bianco Bauli Milka Zuegg Splendid Findus Orogel Bella Napoli Ferrarelle Coca Cola Skipper Tavernello Friskies Fido Ace Dixan Coccolino Svelto Aiax Scottex Scottex Cuki numero offerte speciali il paniere prezzi Prima rilevazione del paniere dell’insegna Bennet, in un ipermercato alla periferia di Como, raffrontato con un discount Dico nella stessa provincia. La prima considerazione riguarda la linea dei primi prezzi, che da Bennet è praticamente assente. Di conseguenza, questa linea appare poco compe- prodotto Totale paniere differenza assoluta differenza % Indice di convenienza (marca = 100) _ euro titiva sia con le marche sia con il discount. A livelli assoluti, la linea della marca privata si discosta dalle marche del 26,19%, i primi prezzi del 38,67%, il discount Dico del 48,67%. Da notare la presenza di alcune significative offerte speciali nelle marche primarie. • Private label euro 1,19 0,63 1,10 1,49 2,65 2,92 1,35 O0,95 O1,75 1,16 1,00 0,95 1,00 0,65 2,43 O3,49 2,60 1,49 3,09 3,12 1,32 2,61 2,75 4,40 3,98 4,11 0,44 1,67 1,25 1,32 1,00 1,75 1,49 O4,33 2,29 2,49 2,48 3,90 2,99 1,89 O0,75 O0,75 O0,30 O0,30 83,47 12 OPrezzo mancante (attribuito) 8 ottobre 2012 euro 1,15 1,00 O0,99 O0,95 O1,95 O0,50 O0,69 O0,60 O0,53 O0,60 O1,80 2,69 O1,99 1,18 1,02 O2,73 0,49 1,17 O2,10 O1,99 O2,39 2,50 0,14 O0,89 O1,25 O1,32 0,37 0,89 1,22 2,77 0,99 0,99 O1,79 O2,89 O1,73 O0,77 0,69 0,24 0,59 0,77 1,15 0,99 0,85 0,65 1,49 0,45 O0,45 0,45 0,29 0,39 1,35 2,99 1,39 1,19 1,89 2,21 0,49 1,15 0,85 1,49 1,89 1,59 0,14 0,59 0,99 1,00 0,39 0,95 0,69 3,59 0,99 0,71 1,25 1,55 1,49 0,59 100 61,61 21,86 26,19 73,81 51,94 31,53 37,77 62,23 42,84 40,63 48,67 51,33 4 6 0 1 0,99 1,29 1,85 1,59 O0,99 0,99 1,95 0,50 0,69 0,60 0,53 0,60 1,80 3,89 1,99 1,59 O1,50 2,73 O0,59 1,82 2,10 1,99 2,39 3,49 O0,20 0,89 1,25 1,32 0,75 1,35 1,24 4,67 2,12 1,15 1,79 2,89 1,73 0,77 I prezzi sono riferiti ad unità di vendita dello stesso tipo, peso e multiplo, ma ove ciò non fosse possibile, sono stati parametrati alle unità di misura del prodotto di base, così ad esempio i prezzi dei biscotti sono rapportati al peso di grammi 800 e la carta igienica a 10 rotoli, anche se in confezioni di peso o quantità diversi. Da Bennet, la marca privata è quella base dell’insegna, mentre i pochi primi prezzi sono di marche varie; su questa linea, sia presso Bennet che Dico, sono stati comunque rilevati i prezzi apparsi più bassi, indipendentemente da ogni considerazione qualitativa. A tutti i prodotti, anche se non presenti, è stato comunque attribuito il miglior prezzo di riferimento. Sono considerati i prezzi promozionali. OOfferte speciali Primo prezzo euro 0,58 O1,29 Rilevazioni del 10 agosto 2012 rispettivamente presso l’ipermercato Bennet di Tavernola ed il discount Dico di Porlezza, entrambi in provincia di Como (non c’è riferimento col 2011). FetteMorbide di GranBiraghi. Il cuore della forma si è fatto morbido. a caldo a freddo GRANDE NOVITÀ Tutto il sapore di GranBiraghi come non lo avete mai visto prima: 100% GranBiraghi, stagionato 7 mesi e affettato. 10 fette fresche e morbide, ottime a freddo o a caldo. 100% latte italiano, senza conservanti. Confezione pratica e richiudibile. Pack riconoscibile e a incastro, per un ottimo facing. O S S E R V A T O R I O _ faccia a faccia Il parere di Unicoop Tirreno e Balocco /DWXWHODGHOO·DPELHQWHqDOFHQWUR GHOOHVWUDWHJLHGLVYLOXSSR DISTRIBUZIONE INDUSTRIA Pasquale Rotta direttore vendite Unicoop Tirreno Alberto Balocco Ad Balocco a cura di Barbara Trigari / a sostenibilità è molto importante per le strategie sia di Unicoop Tirreno sia di Balocco, mentre diametralmente opposto è l’approccio alla territorialità, valorizzata da entrambe le aziende ma in maniera diversa. Ne parliamo con Pasquale Rotta, direttore vendite di Unicoop Tirreno, e Alberto Balocco, Ad di Balocco. Localismo e territorialità: come influenzano gli assortimenti? Rotta - Unicoop Tirreno ha creato il marchio Vicino A Noi per dare risalto a oltre 10.000 prodotti acquistati direttamente da 600 fornitori locali, concentrati per lo più in Toscana, Lazio, Campania e Umbria. I nostri Cedi ci consentono una distribuzione capillare, soprattutto per i freschissimi, e stiamo lavorando per rafforzare anche la presenza di pescato locale. Il marchio Vicino A Noi è molto apprezzato e allo stesso tempo crea una reale crescita economica nei territori. Balocco - Da buoni cuneesi, e per Dna, manteniamo la barra dritta sulle tradizioni pasticcere, ma senza farci influenzare da falsi romanticismi: come azienda nazionale cerchiamo di essere coerenti, anche quando sviluppiamo ricette locali. Di conseguenza la territorialità non condiziona troppo le 14 8 ottobre 2012 nostre produzioni, né i prodotti da ricorrenza né i continuativi, wafer e frollini. Per questi ultimi siamo al secondo posto in Italia con quote consolidate in tutte le aree e maggior forza nelle aree Nielsen 1 e 4. Business model per le pmi/d.o., quali le coordinate? Rotta - Partiamo dal settore dei freschissimi, dove esprimiamo alta qualità e massima garanzia in materia di sicurezza alimentare; poi il prodotto a marchio Coop che concentra convenienza, bontà, sicurezza, genuinità e qualità top; seguono i prodotti locali Vicino A Noi (dai freschissimi al grocery); e infine i servizi al cliente e in particolare al socio Coop. Balocco - Il nostro modello mira alla destagionalizzazione affiancando la vendita di prodotti stagionali a categorie complementari continuative coerenti con la marca, con attenzione a posizionamento, ricette e packaging. È la formula dello Smart price high value, sostenuta da forti investimenti in comunicazione grazie a un testimonial d’eccezione, il signor Balocco. L’atmosfera familiare si riflette nelle relazioni di lavoro interne all’azienda, dove cerchiamo di creare un ambiente ottimale anche con strutture produttive all’avanguardia. Sostenibilità: come incide sulle vostre strategie? Rotta - La tutela ambientale è una delle principali mission di Coop. Nella pratica si articola in tanti modi: prodotti ecologici, biologici e locali, campagne ambientali, educazione al consumo consapevole, distribuzione alle onlus di prodotti alimentari invenduti, due impianti fotovoltaici presso la sede centrale, banchi frigo chiusi, illuminazione Led, difesa del benessere animale. Unicoop Tirreno è stata, inoltre, la prima (do- po Unicoop Firenze) ad abolire gli shopper di plastica a settembre 2009. Balocco - La sostenibilità è parte integrante della nostra strategia e delle aspettative che questa suscita nei consumatori. A Natale 2010 ci siamo “regalati” un impianto fotovoltaico da 1,9 Megawatt che copre oltre un terzo del nostro fabbisogno di energia e riduce di circa mille tonnellate all’anno le emissioni di CO2. Quest’anno investiremo in nuova tecnologia circa 5 milioni di euro, e con il nuovo packaging eco sostenibile di Bambù Extra Cream (-80% di plastica e cartone) abbiamo ridotto del 60% i veicoli su strada e quindi le emissioni di CO2. Qual è la propensione delle pmi allo sviluppo di nuovi prodotti/servizi? Rotta - Per noi è molto alta, e rappresenta il futuro. Da oltre dieci anni abbiamo il Salvatempo, lo scanner per la spesa faida-te; la carta socio Coop con una serie di facilities come il pagamento attraverso addebito sul libretto Coop. Poi il prestito sociale a zero costi per i soci, e-commerce (a Roma) e Coop Drive (a Viareggio), le App per lo smarthphone. I servizi seguono i soci anche al di fuori del supermercato, grazie a convenzioni e sconti su viaggi, teatri, musei, corsi, palestre. Balocco - L’innovazione serve a differenziarsi dai principali competitor pur conservando la coerenza con i valori aziendali. Nascono così, ad esempio, i panettoni e pandori “tailor made” per il mondo del calcio, a Pasqua e Natale con le bandiere o le sciarpe dei principali club; oppure i nuovi Bambù Extra Cream, i wafer razionalizzati nella forma e con l’80% di farcitura al cacao, nocciola o latte; o il panettone Croccantino, ispirato al mondo della gelateria, con una sorta di cross category tra Ferragosto e Natale. Spicchio GranBiraghi ANCORA PIÙ FACILE DA APRIRE SPICCHIO DI GRANBIRAGHI GRANDE SUCCESSO DI VENDITE* + 594 % * Totale Italia Iper+Super+LSP. Anno terminante Gennaio 2012 (Fonte SymphonyIRI Group) Finalmente lo spicchio in confezione apri e chiudi. 2010 Con la nuova confezione, mettiamo nelle tue mani un grande strumento di successo. È pratico grazie all’apertura facilitata. Protegge il gusto grazie alla chiusura salva freschezza. È confezionato a peso netto. È stagionato 12 mesi. È prodotto solo con latte italiano. Non contiene conservanti. 2011 I N T E R V I S T A Chi è Fausto Tarditi, Crm director e Fmcg retail client director di Nectar Italia di Marina Bassi 2 A oltre due anni dall’arrivo in Italia, il punto sui risultati raggiunti in Italia e sulle prospettive dei programmi di loyalty del prossimo futuro 1HFWDU,WDOLD ILGHOL]]DUH ULFKLHGHWHPSR HFRPSHWHQ]H 16 8 ottobre 2012 gni secondo, in Italia, sono lette nove carte Nectar, risultato importante ottenuto in due anni e mezzo di attività. “Il dato conferma la validità di un programma di coalition ben strutturato come Nectar, anche in Italia, Paese considerato strategico per i business legati alla fidelizzazione. Certo non mancano aspetti ancora da migliorare così come nuovi sviluppi da valutare: per ora, siamo soddisfatti di essere riusciti a costruire relazioni di valore sia con i nostri partner sia con i clienti finali”, spiega a Gdoweek Fausto Tarditi, Crm director e Fmcg retail client director di Nectar Italia. Oggi, l’azienda, parte del player mondiale Aimia, specializzato in loyalty management, opera in Italia con oltre nove milioni di carte attive utilizzabili in 6.000 pdv, che spaziano dal food ai carburanti, all’elettronica di consumo, con nomi di prestigio quali Auchan, Simply, fondatori del programma insieme a Unieuro e IP/API, fino ad attività online e di servizio (banche, assicurazioni, agenzie di viaggio e di noleggio auto, ecc), scelti sulla base delle nuove esigenze del target di riferimento, vale a dire la famiglia. “In quest’ottica si inseriscono i recenti ingressi di Sorgenia, primo operatore privato italiano dell’energia elettrica, ed Original Marines, specializzato in abbigliamento casual e sportivo per uomo, donna e bambino”, chiarisce Tarditi. Come scegliete i vostri partner? La prima condizione necessaria è la convinzione della centralità della fidelizzazione nelle strategie aziendali, qualsiasi sia il core business dell’impresa, retailer, online, servizio o industria. Aderire I N T E R V I S T A a Nectar significa saper cogliere l’opportunità di appartenere a un circuito di coalition che garantisce ai consumatori di raccogliere punti utilizzando un’unica carta in più insegne ed ottenendo premi, in maniera semplice e veloce. In quest’ottica, però, per ottenere risultati soddisfacenti, va adottata una logica di medio-lungo termine. Una richiesta importante, in tempi caratterizzati da strategie concentrate su logiche di breve periodo. Di quanti anni parliamo? Non c’è un numero, unico, valido per tutti: dipende dall’esperienza dei singoli partner. Chi, al proprio interno, ha già sperimentato una gestione diretta della fidelizzazione, raggiunge gli obiettivi prima di chi comincia da zero. Una risposta molto diplomatica... Ma reale. Sulla base dell’esperienza vissuta fino a oggi, un orizzonte temporale minimo è rappresentato da tre anni. Se pensiamo, che Nectar Uk, che ha nell’insegna Sainsbury’s uno dei partner forti, compie, in questi giorni, dieci anni di attività... Non solo: il retailer inglese ha appena rinnovato l’accordo con Nectar per altri sette anni, con l’obiettivo di andare ben oltre la gestione operativa delle logiche di loyalty: ha sottoscritto una partnership ancora più stretta che prevede la condivisione di dati sensibili anche con l’industria. Traguardi, per noi ancora lontani, ma forse raggiungibili. La vostra attività, quindi, non si limita alla definizione e gestione di programmi di fidelizzazione ... Assolutamente no. In realtà, operiamo in tre ambiti: i programmi di coalition, i programma loyalty stand-alone e, infine, le analisi sul consumatore e i suoi comportamenti d’acquisto. In questo modo possiamo realizzare profilazioni dettagliate, che ci permettano di fornire ai nostri partner elementi distintivi sui cui elaborare strategie di fidelizzazione più adeguate. Il partner non corre il rischio di delegare troppi elementi e “perdere sovranità”? No. Al contrario, ottiene più informazioni per meglio indirizzare iniziative, premi e punti bonus verso sia i clienti fedeli sia, soprattutto, i non clienti. Quest’attività di estrazione, lettura, confronto ed interpretazione dei dati -aree nelle quali ci sentiamo leader per competenze e capacità di analisi- è possibile solo gestendo, nella totalità, il customer database, per analisi più sofisticate. Ad esempio, di recente, come Nectar Italia abbiamo effettuato una ricerca sull’impatto delle aperture domenicali: abbiamo verificato non solo vogliamo essere un supporto qualificato per i nostri partner nel definire scenari futuri che chi fa la spesa la domenica spende il 4% in più, ma anche l’esistenza di un nuovo segmento di clienti, definiti i domenicali, per lo più giovani, che prediligono fare la spesa la domenica, spostandosi anche da lontano. Risultati rilevanti per elaborare strategie, non crede? Parliamo dei premi che offrite. Sono cambiati in questi anni di crisi? Il catalogo Nectar, alla sua terza edizione, si è adattato: il suo plus rimane la proposta di prodotti aspirazionali, legati soprattutto al tempo libero, normalmente difficili da ottenere, ma abbordabili nel nostro caso, grazie alla possibilità di accumulare punti presso diversi partner. Abbiamo, però, integrato con diversi premi appartenenti a fasce medio-basse, visto che abbiamo registrato un crescente interesse per la convenienza, constatazione ovvia in periodi di difficoltà economica: questo interesse si è tradotto in un aumento dell’utilizzo dei buoni sconto, dimostrato dal fatto che, in questi anni di attività, abbiamo “restituito” ai clienti Nectar oltre 60 mio €, una cifra importante. Ma non ci siamo limitati a questo. In quale modo vi siete mossi? Per essere coerenti con l’adozione di strategie all’insegna del valore, abbiamo sottoscritto accordi con partner esterni (come Pittarello e Douglas) che non partecipano direttamente al programma di coalition, ma presso i quali, presentando la carta Nectar, si possono comunque ottenere sconti. Ci sembra il miglior modo per garantire ai consumatori il più alto valore possibile come ritorno all’acquisto. Avete adottato questa logica di valore anche per i carburanti, tema sul quale molti retailer oggi si stanno muovendo? Essendo API uno dei partner fondatori, la convenienza nei carburanti è un argomento da sempre in agenda. Alle iniziative di questi ultimi mesi, abbiamo risposto triplicando i punti Nectar a chi si rifornisce nelle stazioni di servizio IP. Così, garantiamo uno sconto confermando la centralità del punto Nectar, un vantaggio di per sé. Chi è il vostro competitor in Italia? Non vorrei peccare di superbia, ma oggi nessuno è in grado di proporre un programma di coalition come il nostro, che richiede una gestione centralizzata del customer database e delle relative campagne. Se, invece, adottiamo una definizione più larga, legata a scambi di punti tra diversi partner, You&Eni rappresenta un progetto diverso, con una logica interessante. In chiusura, quali le direttrici della fidelizzazione di domani? Nei prossimi due anni, mobile, smartphone e social network detteranno i cambiamenti. Vale per tutto e anche per la fidelizzazione. La sfida sarà capire il nuovo consumatore e le sue logiche nel definire fedeltà e valore. Una sfida interessante, sulla quale Aimia e Nectar stanno già lavorando da tempo. • 8 ottobre 2012 17 C O V E R S T O R Y &UHDUHQXRYRYDORUH" &ROODERUDQGRVLSXz di Anna Bertolini Nella catena delle relazioni industria-retail la parola chiave è collaborazione. Un concetto determinante per convergere verso il consumatore 18 8 ottobre 2012 3 artnership tra cliente, retailer e industria. È un tema caldo quello che affrontiamo su questo numero, che vuole fare il punto sulla collaborazione e sul rapporto di reciproca fiducia tra gli attori della filiera e nel quale trasversalmente s’inserisce la figura del consumatore che, pur “vittima” di questo rapporto, sta in questi ultimi anni modificando la sua immagine diventandone quasi il “carnefice”. Sì, perché il consumatore si è evoluto e non resta più impassibile in balia di offerte e format, bensì si adopera affinché la sua voce arrivi ai produttori e s’informa e migra verso nuovi luoghi d’acquisto se quelli appena visitati non lo soddisfano. A fronte di tutto ciò, la parola chiave che vogliamo evidenziare è collaborazione: una pratica imprescindibile, senza la quale non è possibile creare valore in questa catena di relazioni dietro la quale, non dobbiamo dimenticare, ci sono persone. Il tema è stato anche al centro dell’incontro organizzato da Gdoweek e Medusa-Regnoli Group che, con la moderazione di Cristina Lazzati, vicedirettore Area Retail Business Media Gruppo 24 Ore, ha saputo interpretare a 360 gradi il concetto declinandolo nell’insegna, nella fedeltà, nel tempo e nel prodotto portando a una definzione di collaborazione: operare come se si appartenesse virtualmente a un’unica organizzazione verticale, ottimizzando tutti gli aspetti cross che mettano al centro il cliente e portino valore agli stakeholder. 'DOODWHRULD« In passato le finalità di distributori e produttori erano di carattere individuale e diametralmente opposte. Per i produttori assumeva carattere fondamentale vendere e conseguentemente introdurre nel C O V E R 1 2 3 1-PGMobile è un’iniziativa di Procter & Gamble e Walmart con duplice obiettivo: far conoscere meglio i prodotti di P&G e permettere a Walmart di introdursi in aree urbane non raggiungibili. 2-Nestlé-Fitness e Sephora insieme per la creazione di Look Therapy Master. S T O R Y 3-Mix di offerta per Imaginarium che, grazie a Danone, ha aperto una yogurteria nel pdv di Barcellona. 4-Gruppo Campari e Autogrill hanno dato vita a Terrazza Aperol con l’obiettivo di riqualificare la Galleria di Milano. 4 mercato il maggior numero di prodotti. In contrapposizione, i retailer avevano come obiettivo l’ottenimento di condizioni di negoziazione convenienti. In poche parole: esercitavano il compito di negozianti. Senza dimenticare i principi fondamentali e fondanti di ogni ruolo, in assenza dei quali le imprese siano esse distributive o produttive- non potrebbero perseguire il profitto, oggi il rapporto assume un sapore diverso, propenso alla co-creazione di valore. Industria e distribuzione hanno più occasioni per collaborare con risultati che convergono sulla soddisfazione del consumatore. È proprio questo il nocciolo della questione. Occorre sviluppare forme di coordinamento per dare vita a vantaggi che partecipano alla creazione di valore sia per la domanda finale sia per le imprese coinvolte. Ma la tanto auspicata collaborazione deve trovare terreno fertile anche tra retailer dove, probabilmente, l’Italia è ancora fanalino di coda rispetto al resto del mondo. La collaborazione raffigura un punto da cui partire per trasferire la relazione dalla negoziazione a un approccio relazionale con il fine di raggiungere un obiettivo comune: rispondere ai bisogni del consumatore. Come più volte accertato, si assiste a un aumento dei livelli di volatilità dei consumi accompagnati da una domanda sempre più instabile. Questo scenario mette in luce un consumatore poliedrico che interpreta comportamenti di acquisto e consumo contraddittori alla luce di un alternarsi a un ritmo elevato di bisogni che cambiano. È una figura che ricerca benefici più elevati per soddisfare bisogni ricorrenti ed esige, quindi, prodotti specifici che si orientino verso le nuove funzioni d’uso. In tema di necessità, non possiamo esimerci dall’affermare che bi- sogni e servizi sono legati a doppio filo. Tralasciando, dunque, quello che può essere racchiuso nell’allineamento tecnologico e logistico, la collaborazione tanto auspicata poggia le sue basi su insegna e punto di vendita con l’obiettivo di rispondere ai tanto ostentati stili di vita odierni. Senza tralasciare il web, un canale capace di raggiungere gli obiettivi più rapidamente, con meno investimenti e con il quale il consumatore, per sopravvivenza o per necessità, ha affinato le tecniche di scelta per fortificare le strategie di difesa dal carovita. A sostenere la tesi della collaborazione dentro e fuori il negozio, i tanti casi di partnership, siano essi tra industria/distribuzione o tra retailer/ retailer, finalizzati a costruire valore e a rispondere, seppur in modo parziale, alle tante necessità e interpretazioni di soluzioni efficaci. 8 ottobre 2012 19 C O V E R S T O R Y DOODSUDWLFD Un esempio diffuso di cooperazione è quello rappresentato da Walmart e Procter & Gamble instaurato nel 1985. L’allora vice presidente delle vendite di P&G, Lou Pritchard, diede vita con Sam Walton, fondatore del colosso distributivo americano, al concetto di partnership costruito sulla fiducia e fondato sulla visione condivisa di soddisfare le esigenze del cliente riducendo, nel contempo, i costi in eccesso del sistema. Dal 1985, questa relazione di natura strategica è proseguita fino ai giorni nostri. Ultima, in ordine temporale, l’iniziativa PGMobile, ovvero un camioncino con stampati QR Code per poter ordinare per strada i prodotti P&G attraverso Walmart. com. Altro mondo, quello del giocattolo, ma stessa inclinazione alla costruzione di valore. Protagonisti Imaginarium, retailer che opera nel mondo dei giochi, e Danone, multinazionale alimentare, che insieme hanno dato vita a una partnership con la quale Danone ha realizzato una yogurteria nello store Imaginarium di Barcellona. L’iniziativa ha condotto a un aumento della frequenza di visita dei clienti e ha generato più animazione nel punto di vendita, oltre ad aver permesso a Danone di avvicinarsi a uno specifico segmento di mercato. Altro caso di cooperazione tra industria e retail è quello di Nestlé, con il brand Fitness, e Sephora. Insieme hanno lanciato Look Therapy Master all’insegna del benessere e dello stile. Più spinta alla convivialità, invece, la partnership tra Gruppo Campari e Autogrill che, con Terrazza Aperol, hanno l’obiettivo di riqualificare l’area della Galleria nel centro di Milano. Da contraltare a tante iniziative tra produttori e distributori, vi sono aree di collaborazione tra retailer spinte verso l’ibridazione di format, l’associazione, l’unione di category killer e ipermercato oppure la fusione di department store e specializzati food. Alcuni casi come quelli riportati in queste pagine lo confermano. Da agosto 2012, Amazon.de vende private label Migros. La catena svizzera di supermercati ha de20 8 ottobre 2012 1 2 3 1-Un’area di cooperazione tra retailer risiede nella creazione di corner come nel caso di Preca Brummel e Conbipel. Bimbus for Conbipel è il nome del progetto che va ad arricchire l’offerta del retailer di Cocconato d’Asti (At) 2-La catena svizzera di supermercati Migros ha deciso di collaborare con Amazon al fine di affidarsi a una piattaforma più visibile beneficiandone dell’immagine di cui gode tra il pubblico. La partecipazione favorirà i consumatori che potranno avvantaggiarsi di prodotti a prezzi inferiori (-10%) rispetto a quelli che si trovano nei punti di vendita fisici 3-Open High Street è un progetto del consorzio aUnileverlead (formato da Unilever, Inzenka, Sequoia, Pi Global & eziserv, e in parte fondato dal Government’s Technology Strategy Board) che ha la finalità di consentire ai consumatori di acquistare prodotti locali da dettaglianti indipendenti. Tutto per permettere il sostegno delle economie locali 4-Yate Shopping Center è un esempio di come realtà distributive differenti possano convivere nello stesso spazio. Quattro tipologie diverse (espresso bar, discount del freddo, convenience e ipermercato) per dare al consumatore un’esperienza di acquisto completa e differenziante 4 ciso, infatti, di collaborare con Amazon affidandosi a una piattaforma più visibile e beneficiandone dell’immagine di cui gode tra il pubblico. Open High Street è, invece, un programma nato dal consorzio aUnileverlead creato da Unilever e altri operatori con l’obiettivo di consentire ai consumatori di acquistare prodotti locali da dettaglianti indipendenti. Oppure l’unione di Preca Brummel e Conbipel con un corner Bimbus ad hoc che va a completare la propo- sta bambino di Conbipel. Ma l’esempio più completo arriva da Yate Shopping Center: tipologie diverse (espresso bar, discount del freddo e convenience) condividono la stessa area con un ipermercato. Che sia questa la strada futura? Intanto, giunge in redazione la notizia che entro due anni sei ipermercati Ipercoop gestiti da Unicoop Firenze diventeranno superstore con una riduzione delle dimensioni. Magari affiancati da altre tipologie di vendita ... • 12 CORTINA COLLECTION 20 Tutto il “calore” della musica! Le nuove cuffie stereo CORTINA, con microfono e tasto di risposta integrati, sono la proposta ideale per il Natale 2012. Protezione dal pungente freddo invernale, alta qualità di ascolto musicale e libertà di utilizzare le funzioni voce del proprio smartphone, rendono le CORTINA un prodotto unico e completo. Quattro modelli in linea con i trend fashion di stagione per conquistare un target giovane che ricerca novità e idee regalo originali e trendy. Una grande opportunità per un Natale veramente brillante! Tutti i marchi registrati sono di proprietà dei rispettivi titolari. iPod® e iPhone® sono marchi di Apple Inc., registrati negli Stati Uniti e negli altri paesi. Non esiste alcun tipo di accordo, licenza o legame tra Cellular Italia e Apple o qualsiasi altra azienda od operatore telefonico proprietari di marchi illustrati nelle immagini di questa pagina; i telefoni fotografati, le composizioni e le illustrazioni, hanno il solo scopo di descrivere l’uso, la destinazione dell’accessorio, la sua compatibilità e gli attributi fondamentali per la corretta informazione del consumatore. R E T A I L /RVKRSSLQJDOO·RXWOHW XQWULRQIRGHOPDGHLQ,WDO\ Un trend positivo, un’autentica boccata d’ossigeno per risollevare le sorti della crisi generale dei consumi di beni e servizi di Rosarita Crisafi 1 egli ultimi anni, il trend generale dei consumi di abbigliamento ed accessori ha risentito in maniera sensibile della crisi, tuttavia il settore outlet sembra non avvertirne il peso. Secondo i dati dello scorso aprile elaborati da Global Blue per Moda24, le vendite nelle cittadelle multimarca dello shopping low cost sono aumentate del 48% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e la crescita è stata addirittura del 144% in più nei flagship outlet, i monomarca delle grandi firme. L’attrattiva dei noti marchi della moda ad un prezzo accessibile sembra quanto mai sulla cresta dell’onda, soprattutto per il turista in cerca del souvenir griffato low cost. Il polo toscano La Toscana è la regione che più di ogni altra ha un forte appeal nei confronti del visitatore straniero amante dello shopping. È il paradiso degli outlet, tanto da essere quasi una sorta di cittadella diffusa. Oltre al famosissimo The Mall di Leccio Reggello, nei pressi di Firenze, un centro del lusso che propone 22 top brand tra cui Gucci, Hogan, Lanvin, Sergio Rossi ed Emilio Pucci, c’è The Fashion Valley, inaugurato a novembre 2011 che propone griffe di ricerca come Maison Martin Margiela, DSquared2, Mark Jacobs, John Richmond e Viktor & Rolf. Più a nord c’è il Barberino Designer Outlet di McArthur Glen. Si trovano poi in zona lo spaccio monomarca di Dolce & Gabbana, Diesel e Trussardi, nei pressi di Montevarchi lo spaccio Prada, a Sesto Fiorentino il retail outlet Roberto Cavalli e, verso Calenzano, quelli di Malo e Patrizia Pepe. Firme meno importanti per The Fashion Groove, outlet multibrand vicino ad Incisa Valdarno, ed il Valdichiana Outlet Village, all’uscita dell’A1 Valdichiana-Bettolle. Le cittadelle McArthur Glen Lusso senza rinunce, così si presenta ai turisti dello shopping il colosso inglese delle cittadelle, che ha esportato dieci anni fa in Italia il format con l’apertura del Serravalle Designer Outlet, il più grande d’Europa. Oggi le strutture del gruppo sono cinque nel nostro Paese e venti nel vecchio continente, con quasi 200 griffe tra cui Prada, Bulgari, Dolce & Gabbana, Roberto Cavalli, Hugo Boss. Lo scorso giugno il gruppo ha inaugurato una 22 8 ottobre 2012 nuova cittadella in Grecia, che, nonostante la difficile congiuntura, ha riscosso “vendite superiori alle aspettative”. Nel 2011 ha registrato un fatturato di 726 milioni di euro, in crescita del 12% rispetto al 2012, con un boom di visitatori stranieri (+62% rispetto al 2010), russi e cinesi in testa. In cantiere un piano di sviluppo per aggiungere ai cinque designer outlet italiani 30mila metri quadrati di nuove aree vendita. Il compratore degli outlet, infatti, secondo le statistiche citate, è sempre più un cliente straniero, con un boom di presenze proveniente da paesi extra UE, di cui si registra nel 2012 un aumento del 69% rispetto allo scorso anno. Secondo i dati del 2011 diffusi dall’Itb di Berlino, McArthur Glen, società proprietaria di venti Designer Outlet presenti in tutta Europa, ha registrato una crescita addirittura del 72% della spesa dei compratori extra UE rispetto al 2010. Cavalcando il trend, le cittadelle dello shopping low cost cercano quindi di rivolgersi sempre più al gusto ed alle esigenze della clientela straniera, tant’è che la loro attrattiva turistica è diventata assimilabile a quella delle città d’arte. Firenze, Milano, Roma, R E T A I L Venezia, ma anche il marchigiano sono le mete preferite dai compratori internazionali a caccia dell’affare. Cina e Russia, ma anche Giappone, Serbia e Singapore sono i mercati più sensibili al fascino della moda made in Italy, che ha scoperto la nuova “via della seta” del ventunesimo secolo nei grandi centri commerciali del lusso ‘best price’. ,QXPHULGHOVXFFHVVR Lo scorso anno, secondo la Commissione consultiva factory outlet, i visitatori dei trenta maggiori factory store e cittadelle dello shopping in Italia sono stati 50 milioni, con una crescita di circa il 10 per cento rispetto al 2010. E le aziende, nel frattempo, smaltiscono l’invenduto, che, con i prezzi attuali, è abbondante e torna buono per rifornire i negozi delle cittadelle di merce fresca e recente, scontata dal 30 al 70 per cento. Un’onda da cavalcare per un indotto che coinvolge diversi settori dell’economia del Paese, dai trasporti, alla ristorazione, all’alberghiero. Gli operatori sono assai sensibili al fenomeno, e differenziano l’offerta in modo da intercettare ed interpretare sempre più le esigenze delle fashion victims attratte dai lustrini delle griffes. Non più cittadelle dunque, ma veri e propri shopping park, parchi del divertimento per shopaholic, comodi da raggiungere, ben serviti e ricchi di attrattive, con una serie di vantaggi rispetto al tradizionale tour delle vetrine del centro tali da soddisfare i desideri anche del visitatore più esigente. Tante firme concentrate in pochi metri quadri, a disposizione gli stessi capi che si trovavano in vendita nelle boutique sei mesi o un anno fa, o con piccoli difetti, i prezzi assai vantaggiosi con, in più, il divertimento della caccia all’affare, e la possibilità di pianificare in anticipo nei minimi dettagli le incursioni mirate nei negozi degli stilisti preferiti. Ogni grande outlet ha un dipartimento turismo con un tourist manager dedicato o un apposito punto di accoglienza multilingue, i collegamenti con i centri cittadini sono ben organizzati con pullman dedicati e spesso gratuiti, compresi nei pacchetti turistici, o che includono nel prezzo del viaggio ulteriori buoni sconto sugli acquisti. In più le cittadelle tendono ad assomigliare sempre di più ad una sorta di scenografia che riprende le caratteristiche dei territori che le ospitano, di cui spesso imitano i modelli architettonici e ripropongono atmosfere e sapori. /HLQL]LDWLYHFXOWXUDOL Inoltre, visto il successo, gli outlet, o meglio, shopping park, cercano di uscire dalla loro impersonale veste di non luoghi ed osano sempre di più diventando teatro di happening e manifestazioni. È quanto accade nelle ultime stagioni soprattutto nei centri gestiti dal colosso McArthur Glen, che da un paio d’anni ospitano nei propri mall italiani concerti di big della musica. Dal 2011 si organizza il “Summer Music Festival”, un vero e proprio palinsesto di eventi gratuiti all’aperto che ha visto in cartellone artisti internazionali e italiani di grande fama, da Al Jarreau a Gloria Gaynor a Biréli Lagréne, ad Arisa, a Nina Zilli. Le cittadelle completano l’offerta sempre più spesso anche con l’inserimento di merce full price che di solito non si trova negli outlet, come accadrà entro la fine del 2012 al Fashion District di Molfetta, che prevede la riduzione del settore low cost al 60-70 per cento della superficie per far posto a merce a prezzo pieno legate a lifestyle di nicchia. • Gli outlet Fashion District La risposta italiana alle cittadelle inglesi, sono oggi parte del Gruppo Mittel. Il network è proprietario di tre strutture, Mantova, sulla direttrice dell’autostrada A22 Modena/ Brennero, Valmontone, nei pressi di Roma sulla A1 Roma/Napoli, entrambi aperti nel 2003 e Molfetta, a pochi chilometri da Bari, aperto nel 2008. Il gruppo vanta un totale di 120mila metri quadri di superficie di vendita, con 400 negozi e 200 aziende coinvolte. Il volume d’affari, nel 2011, è aumentato del 7% rispetto al 2010. A fine 2012, con il progetto Street, High & Loft, è previsto l’ampliamento dell’outlet di Molfetta con l’ingresso di merce full price di nicchia legata al concetto urban e lifestyle per un 30% della superficie. Saranno proposti prodotti per skaters, oggetti di design d’avanguardia ed il top della tecnologia, dagli smartphone ai tablet. Ci sarà anche un’area dedicata agli street sport con uno skate park di circa 1.400 metri quadri. Il Fidenza Village di Chic Outlet Shopping® Gestito da Value Retail, il villaggio di Fidenza è l’unica struttura italiana del gruppo. Punta su un consumatore di beni di lusso, informato sulle tendenze fashion, esigente in materia di griffe e qualità del servizio. Nei propri outlet il gruppo presenta un panel selezionato di brand della moda tra cui Armani, Versace, Marni e Missoni o firme più di nicchia come Duvetica o Pinko, tutte con sconti fino al 60%. Scelta a cinque stelle anche per l’ospitalità: all’interno, ristoranti luxury propongono specialità del territorio, nel corso dell’anno un calendario di eventi legati all’arte, al design ed alla fotografia che spesso coinvolgono personalità del mondo della moda. Inoltre sono offerti servizi Vip, dal trasporto con autista, al personal shopper, al servizio “compra e lascia” per fare acquisti senza i sacchetti appresso, alla suite dedicata ai clienti top. 8 ottobre 2012 23 R E T A I L %UDVLOHGXHELJHSHULOUHVWR JUDQGHIUDPPHQWD]LRQH L’economia verdeoro corre, spingendo il retail a un profondo rinnovamento. Consolidamento tra gli operatori del settore di Luigi Dell’Olio ' ue big, capaci di affermarsi anche in contesti internazionali, e una miriade di operatori fortemente radicati al territorio di riferimento. È la fotografia del mercato retail brasiliano che emerge dalle analisi degli addetti ai lavori. Un settore che inevitabilmente è legato alle dinamiche congiunturali, che vedono il gigante sudamericano ai primi posti per la crescita dell’economia, per alcuni aspetti meglio posizionato rispetto agli altri Bric (acronimo coniato per identificare le principali economie emergenti: oltre al Brasile, Russia, India e Cina). 8Q·HFRQRPLDDOJDORSSR Il Brasile arriva da un periodo di crescita galoppante della sua economia (+7,5% nel 2010), che ha tirato il freno (+2,7%) solo nel corso del 2011, pagando scotdella Francia. Quest’anno l’economia to al calo della domanda proveniente nazionale dovrebbe crescere al ritmo da Stati Unti ed Europa. Il progresso ha del 2,5-3%, sui livelli degli Stati Uniti, portato il Paese sudamericano al sesto ma molto meglio rispetto all’Europa, per posto per ricchezza prodotta ogni anno poi accelerare al +4% nel 2013. Un risulsecondo l’ultima rilevazione del Centre tato che sarà conseguito anche grazie ai for Economics and Business Research fondi (pari a 53 miliardi di euro, con cui i privati potranno costruire (Cebr), dietro Stati Uniti, 10mila chilometri di ferrovie Cina, Giappone, Germae 7.500 chilometri di strade nia e Francia, ma davanti federali attingendo a finana Italia e Regno Unito, che ziamenti a tassi agevolati) lo precedevano fino a pochi messi in campo dal Governo mesi fa. Una posizione che, per favorire il rinnovamento secondo gli analisti dell’istiinfrastrutturale e attirare per tuto di ricerca britannico, questa via investitori intersarà confermata anche nel DARIO RIGHETTI nazionali, oltre dalla politica 2020, a causa del sorpaspartner fiscale accomodante: a fine so da parte dell’India, comdi Deloitte agosto la Banca centrale del pensato dall’arretramento 24 8 ottobre 2012 Brasile ha tagliato di mezzo punto i tassi di interesse che sono scesi così al 7,5%, il livello più basso di tutti i tempi. 0HUFDWRWUDLQDWRGHLFRQVXPL Il mercato retail ha beneficiato negli scorsi anni della crescita economica, e anche il rallentamento degli ultimi tempi non sembra aver impattato particolarmente. Merito soprattutto della tenuta dei consumi delle famiglie, componente determinante per far uscire il Paese dalla recessione all’inizio degli anni Duemila, quindi mantenutasi su livelli elevati anche in seguito. Il fenomeno è principalmente dovuto al progressivo irrobustirsi della classe media. Secondo uno studio della Getulio Vargas Foundation, negli ultimi otto anni ben 33 milioni di persone sono passate R E T A I L dalla povertà alla classe media, divenendo quindi consumatori. “Il mercato retail brasiliano sta vivendo un momento molto positivo, con un giro d’affari in crescita del 19% anno su anno per un totale di 400 miliardi di dollari”, spiega Dario Righetti, partner di Deloitte, responsabile per il Consumer Business. “La spinta alla crescita non sembra destinata a esaurirsi nel breve, considerato che le ultime stime parlano di un fatturato a quota 650 miliardi nel 2016”. La crescita dei consumi non è, comunque, omogenea. Molto sostenuta nelle grandi città come Rio de Janeiro e San Paolo, dove si stanno affermando modelli di consumo simili a quelli delle economie mature (con il comparto food&beverage in pole), stentano invece a decollare nelle province più lontane, complice un reddito procapite sensibilmente più basso. 'XHELJGRPLQDQRLOPHUFDWR Il mercato è dominato da due big, il gruppo Pão de Acucar e Lojas Americanas, ai quali fanno da contraltare decine di realtà di piccole o medie dimensioni distribuite su un territorio vasto 23 volte l’Italia e con una popolazione che supera i 200 milioni. “Per certi versi si ripropone lo stesso schema che caratterizza l’offerta italiana”, commenta Righetti, “con pochi big e molte realtà frammentate, ma con una certa forza nei territori in cui operano”. L’ultima edizione del Global Powers and Retailing redatto da Deloitte, colloca il Pao de Acucar al 45esimo posto a livello mondiale (primo in Sud America) per vendite con 18,38 miliardi di dollari, in una classifica dominata da Walmart davanti a Carrefour, Tesco e Metro. Il gruppo, fondato nel 1948 a San Paolo e attivo in tutti i formati di vendita, dai supermercati di quartiere agli ipermercati, con un’offerta che spazia dall’alimentare ai prodotti tecnologici, dalla farmaceutica alla distribuzione di carburanti, fino LA TOP TEN DEI RETAILER SUDAMERICANI Classifica continentale e globale, fatturato dell’ultimo anno fiscale disponibile in milioni di dollari Nel mondo Gruppo Fatturato (mio $) Paese 1 45 Grupo Pão de Açúcar 18.318 Brasile 2 78 Cencosud 11.791 Cile 3 127 Falabella 7.473 Cile 4 129 Organizaciòn Soriana 7.425 Messico 5 158 Lojas Americanas 5.359 Brasile 6 170 Femsa Comercio 4.933 Messico 7 196 Controladora Comercial Mexicana 4.348 Messico 8 204 Comercial Chedraui 4.142 Messico 9 212 El Puerto de Liverpool 3.845 Messico 10 242 Signet Jewelers 3.437 Bermuda Fonte: Deloitte agli elettrodomestici, può contare su 1.800 punti vendita nel Paese e centri logistici a Rio de Janeiro, Brasilia, Fortaleza, Curitiba, Recife, Arujá e Camacari. A controllare la società sono, con quote paritarie, i francesi di Casino e il fondatore è Abilio Dos Santos Diniz (immigrato portoghese negli anni Quaranta), accreditato di un patrimonio personale superiore ai 3 miliardi di dollari, nonché padre dell’ex-pilota di Formula 1 Pedro Diniz. Lojas Americanas ha dimensioni più contenute, con vendite per 5,4 miliardi di dollari, che ne fanno il quinto retailer del Sud America e il 158esimo a livello mondiale. Il suo tratto distintivo è, però, un altro: considerando la crescita negli ultimi cinque anni, il gruppo brasiliano si piazza al nono posto a livello worldwide, con un progresso medio annuo delle vendite al 27,8% (grazie anche all’acquisizione, nel 2006, dei negozi brasiliani appartenenti alla catena Blockbuster). Il gruppo, controllato dagli imprenditori Jorge Paulo Lemann, Marcel Telles e Carlos Alberto Sicupira, conta 465 punti di vendita in 22 Stati brasiliani con un assortimento di 80mila prodotti, appartenenti a 4mila aziende. il mercato retail raggiungerà i 650 mld $ nel 2016 2SSRUWXQLWjSHUJOLLWDOLDQL Ci sono spazi per i retailer italiani nel Paese verdeoro? “Non vedo grandi possibilità”, risponde Righetti. “I nostri operatori potrebbero essere interessati a crescere oltreconfine, ma è più facile che si orientano verso Paesi più vicini. In ogni caso, un’espansione in Brasile richiederebbe investimenti ingenti”. Diverso il discorso per quanto concerne i produttori. “L’Italia mantiene un grande appeal sui prodotti industriali, chimici e dell’alimentare”, spiega l’esperto. “Inoltre molte nostre aziende hanno fatto negli ultimi anni grandi progressi sul fronte della responsabilità sociale e della sostenibilità ambientale. Temi al momento avvertiti solo da una nicchia di mercato nel Paese verdeoro, ma destinati a crescere di importanza”. Infine, quanto ai possibili sviluppi dell’offerta, per Righetti è verosimile che “si assisterà a un processo di concentrazione man mano che il mercato diventa maturo. Nel retail, caratterizzato da margini ristretti, le dimensioni sono fondamentali per generare economie di scala. Qualcosa del genere si è visto in passato in molti mercati maturi e lo stesso dovrebbe avvenire nei Bric”. • ; La rassegna sul retail nei Paesi emergenti (Bric) proseguirà nei prossimi numeri. La seconda puntata riguarderà la Russia 8 ottobre 2012 25 R E T A I L )RUPD]LRQHGHWWDJOLDWD SHU&RQDG$GULDWLFR Articolati e ben strutturati i percorsi formativi predisposti dalla cooperativa al fine di creare maggiore distintività di Barbara Trigari / a distintività per Conad Adriatico è rappresentata dalla qualità del servizio offerto. Ecco perché “l’arte del servizio” si trova al centro delle iniziative di formazione della cooperativa, per le quali investe circa un mio euro all’anno (un sesto del risultato netto dell’azienda). “Da una parte dobbiamo preservare la catena del servizio, spiega il direttore risorse umane Conad Adriatico Lino Fioravanti, che parte dalla cooperativa e coinvolge lo store e poi il consumatore; dall’altra c’è il pdv come ‘piattaforma relazionale’, quindi un servizio che va oltre gli aspetti tecnici, per coinvolgere quelli relazionali e umani”. ,OEXRQHVHPSLR Come il padre in una famiglia, le figure apicali devono essere coinvolte per prime, per diventare a loro volta allenatori nel proprio campo. “Il socio deve essere il primo tifoso di questo modello, se vogliamo davvero trasferirlo a tutti -prosegue Fioravanti-. Uno dei laboratori attivati da Conad Adriatico nell’ambito del progetto Arte del servizio, alla ricerca dei comportamenti d’eccellenza Il processo è partito nel 2008 con questa presa di coscienza ed è sfociato nel 2011 in un progetto mirato a rendere concreto lo slogan ‘artisti della qualità e maestri della convenienza’. Il 2012 sarà stato l’anno della ricerca, il 2013 quello del trasferimento degli insegnamenti, e finalmente nel 2014 la realizzazione del percorso”. ,ODERUDWRUL “Siamo partiti già nel 2008 creando dei manuali che rappresentassero le conoscenze merceologiche, le competenze di gestione e lo store management -spiega Fioravantima ci siamo accorti che mancava l’anima, appunto l’arte del servire come differenziale competitivo. Quindi nel 2012 abbiamo intrapreso la ricerca degli elementi di eccellenza definibili come ‘comportamenti artistici’ attraverso i laboratori, ovvero gruppi composti da soci, caporeparti, collaboratori con molta passione per il proprio lavoro. I risultati verranno usati come modello per la formazione da trasferire a tutti i pdv”. 0LVXUDUHLULVXOWDWL Conad MP (Miglioramento delle Performances) è un software creato ad hoc e condiviso in rete tra i soci, basato su 160 indicatori di tenuta del pdv declinati in una scala oggettiva. Infatti “Basarsi solo sul conto economico a consuntivo significava limitarsi al passato, chiarisce Fioravanti, mentre desideravamo costruire uno strumento che modificasse il comportamento e strutturasse il risultato futuro”. Non un metodo d’ispezione, ma lo strumento principale del socio per verificare la tenuta ottimale del proprio pdv, e risolvere subito se un indicatore non corrisponde, prima del consuntivo di fine mese. Tra gli altri strumenti di misurazione, Cliente Misterioso rileva il livello di servizio percepito dal cliente, e Bravo Conad premia i migliori reparti. /XRJKLHIRUPDWRUL La formazione teorica avviene in sede o in aule mobili allestite presso organizzazioni di categoria o strutture private sul territorio della cooperativa (che è molto esteso), per facilitare chi deve fruirne. Per la rete vendita ci sono pdv scuola e collaboratori-docenti coordinati dal progetto Distacchi & Supporti. I primi sono rivolti ai nuovi collaboratori distaccati presso pdv modello per l’addestramento; i secondi coinvolgono i nuovi pdv presso i quali vengono distaccati collaboratori-formatori che assumono quindi il ruolo di tutor verso gli allievi. In più, la cooperativa si avvale di quattro consulenti per l’ideazione delle attività di formazione. “Investire molto nella formazione è nella logica della cooperativa, che per missione deve tutelare il patrimonio comune per tramandarlo nel tempo”, conclude Fioravanti. • 26 8 ottobre 2012 informazione commerciale >L)Fã'+F"LL2 -..-Fã L33:L)++ > ovità in casa Agras Delic: si tratta di ADoC Day by Day, linea dedicata al segmento premium che abbina l’alta qualità a un prezzo conveniente. Grazie alle nuove referenze, i padroni di gatti e cani, il cui budget non consente un’alimentazione esclusiva o prevalente con ADoC-linea naturale, possono affidarsi al brand AdoC Day by Day per la “pappa” quotidiana dei pet, sempre di qualità, ma meno costosa. La nuova linea si compone di buste da 85g per il gatto (disponibili in quattro referenze: coniglio, pollo e prosciutto, salmone, Sterilized con pollo) e di buste da 100g per il cane (in due referenze: pollo e coniglio, vitello e ortaggi), e offre tanti vantaggi: gli ingredienti sono cotti al vapore; non sono ammessi conservanti e coloranti; sono presenti, nella composizione, vitamine, biotina, omega3. Per le specifiche esigenze dei gatti sterilizzati è stata anche creata l’apposita referenza “Sterilzed”. La golosa referenza “con salmone” può vantare il logo MSC (che attesta la provenienza da una zona di pesca gestita secondo criteri sostenibili). www.adoc.it R E T A I L $PD]RQSHUIH]LRQD LOVHUYL]LRFRQVHJQH Create delle stazioni di consegna situate all’interno di store di terzi aperti per buona parte del giorno di Fabio Salvati 8 no dei problemi che più frequentemente rendono meno piacevole l’esperienza dello shopping online è quello della consegna a domicilio. Questa avviene in orario di lavoro, quando il cliente non è a casa per poterla ricevere e a quel punto bisogno ricontattare il corriere per concordare la nuova consegna o, in caso di nuovo fallimento, bisogna ritirare la merce in zone spesso piuttosto scomode da raggiungere. Al fine di risolvere anche questo problema, Amazon.com sta testando una soluzione molto semplice ed efficace. Si tratta della possibilità di farsi spedire la merce in stazioni di consegna automatizzate comode da raggiungere e dove è possibile ritirare la merce all’ora più conveniente per il cliente. 0DVVLPDVLFXUH]]D Le stazioni di consegna (Amazon Delivery Lockers) altro non sono che delle postazioni di armadietti corazzati, simili a quelli dove è possibile lasciare i bagagli all’interno delle stazioni ferroviarie e degli aeroporti. Per garantire il massimo di sicurezza ed accessibilità, esse sono situate all’interno di pdv di terzi aperti per la maggior parte della giornata, come i super di quartiere o addirittura 24 ore su 24, come alcune farmacie e i 7 Eleven. L’utilizzo del servizio è semplice. Al momento del check out, quando si deve scegliere l’indirizzo di consegna, si può vedere utilizzando il codice di avviamento postale se il servizio è disponibile in una zona comoda per l’acquirente. Nel caso in cui sia disponibile e se il pacco da consegnare 28 8 ottobre 2012 Vista generale e touch screen di un Amazon Locker all’interno di uno store della catena di farmacie Rite Aid a Manhattan, NYC è compatibile con le dimensioni degli armadietti, si sceglie il luogo dove andare a ritirarlo. Una volta che la consegna è stata effettuata, Amazon.com avverte il cliente tramite una email che contiene un codice da utilizzare per il ritiro. Con il codice ci si reca alla stazione di consegna e tramite un touch screen si immette il codice di sblocco nel sistema. A quel punto l’armadietto contenente il pacco si apre e si può effettuare il ritiro. La merce rimane a disposizione per ritiro per i tre giorni successivi alla consegna. In caso di mancato ritiro, essa viene ritirata da Amazon.com, che rimborsa il cliente. Attualmente le stazioni di consegna Amazon si trovano a Seattle, dove sono state testate per la prima volta, a New York e a Londra. Se il servizio dovesse aver successo esso sarà probabilmente esteso ad altre città, presumibilmente partendo da quelle più grandi e densamente popolate. Queste soluzioni integrate fisico-virtuali non portano benefici solo agli operato- ri del commercio elettronico, ma anche e forse soprattutto al dettaglio fisico, che può utilizzare la sua rete di punti di vendita come network di ritiro di beni ordinati online. /·HVSHULHQ]DIUDQFHVH Un esempio interessante in tal senso è Chronodrive in Francia, che permette di ordinare la spesa online e andarla a ritirare in supermercati particolarmente comodi da raggiungere con la garanzia di Arval in auto entro cinque minuti, già pagata ed insacchettata. Altro esempio basato sullo stesso concetto di integrazione fisico-virtuale è quello dei negozi Tesco Homeplus in Corea, dove e possibile ordinare e pagare la spesa nelle stazioni della metropolitana di Seoul scannerizzando con lo smartphone i codici QR stampati su foto dei prodotti affisse sulle pareti per poi ritirare la spesa all’arrivo presso il pdv della catena più comodo per il consumatore fra quelli che offrono il servizio. • www.mediamacs.com Da un latte ricco, sano ed aromatico… Scopri il nostro vasto assortimento! Da oltre 40 anni Bayernland vi garantisce un vasto assortimento di prodotti sani e naturali con ottimo rapporto qualità-prezzo. Vi offre una ricca gamma di specialità prodotte in latterie modernissime, utilizzando il ricco ed aromatico latte dei pascoli Bavaresi. Il risultato è un’ampia scelta di prodotti dal sapore delicato e dalla freschezza garantita. Bayernland S.r.l. - 39049 Vipiteno (BZ) Via Passo Giovo - Tel. 0472 723 111 - Fax 0472 766 642 - [email protected] R E T A I L _ di A. Bonaccorsi * Dati aree da: Guida Nielsen Largo Consumo, edizione gennaio 2012 AREA NIELSEN 1 O IPERMERCATI: 350 O MQ 1.836.924 O SUPERMERCATI: 1.797 O MQ 1.717.015 O ALTRI: 3.968 O MQ 1.239.034 Superstore Viale Corsica 21 Milano 2.500 mq Groupe Auchan DATA DI APERTURA 29 agosto 2012 LOCATION Ubicato nella zona est del capoluogo lombardo, ad angolo con via Terenzio. A poche decine di metri sono presenti la fermata dell’autobus Campania Corsica e del tram 22 Marzo Campania. CONCORRENZA Nello stesso bacino d’utenza gravitano due pdv a insegna Unes, un Pam e un Coop. LAYOUT In linea con la politica del gruppo, il pdv nasce con particolare riguardo verso l’ambiente che si concretizza nell’utilizzo degli accessori d’arredo in materiale riciclato e nei vari accorgimenti tecnici. Al suo interno ha la zona Pausa snack, un’area ristoro con rete wireless attiva e gratuita. OFFERTA Conta un assortimento di 14.000 referenze. SERVIZI Orario: lun-sab 8,30-20,30; 30 8 ottobre 2012 sviluppo reti domenica 9,00-19,00. È dotato di un parcheggio con più di 670 posti auto. Inserite lungo il percorso la postazione ScontoSì che emette sconti last minute; la postazione “La nostra gastronomia” che fornisce oltre al Libro degli ingredienti, utili suggerimenti culinari, e la postazione La nostra enoteca che offre consigli per l’abbinamento piatti–vini. Presente anche il Simply24Ore, un distributore automatico aperto 24 ore su 24, con oltre 100 prodotti di prima necessità, per acquisti durante l’orario di chiusura. ADDETTI E CASSE Ha nove casse tradizionali poste in barriera (tra cui la cassa prioritaria per disabili e donne in gravidanza), sei casse selfservice Cassamica e due casse self-scanning Contorapido. AREA NIELSEN 2 O IPERMERCATI: 200 O MQ 1.649.157 O SUPERMERCATI: 1.831 O MQ 1.649.157 O ALTRI: 3.793 O MQ 1.114.701 Supermercato Via Dante Alighieri 6 Mira (Ve) 871 mq Coop Adriatica DATA DI APERTURA 23 agosto 2012 LOCATION Locomotiva alimentare del centro commerciale Mirasole. Si trova in una zona centrale a pochi metri da via Nazionale. CONCORRENZA Non insistono concorrenti diretti in zona. LAYOUT Riapre dopo i lavori di ristrutturazione che hanno riguardato l’intera struttura. Nella nuova disposizione degli spazi, l’ingresso si affaccia sul banco della pescheria, completamente ristrutturato e decorato con motivi che ricordano il mare; il percorso sfila poi verso la piazzetta dell’ortofrutta, per raggiungere infine il banco dei latticini con l’isola promozionale dei prodotti caseari. Per il rinnovamento del pdv la Cooperativa ha investito 830 mila euro. OFFERTA I prodotti freschi sono composti da 1.300 referenze. Generi vari, prodotti non alimentari e surgelati ne contano altre 4.800. SERVIZI Orario: lun-sab 8,30-20,00. ADDETTI E CASSE Occupa 29 lavoratori e ha sei casse attive in barriera più una inserita nel reparto pescheria. AREA NIELSEN 4 O IPERMERCATI: 150 O MQ 779.145 O SUPERMERCATI: 2.739 O MQ 2.065.999 O ALTRI: 7.204 O MQ 1.984.229 Superstore Viale Roma 72 Castelvetrano (Tp) 1.500 mq Comediterraneo srl (socio Sicilconad Mercurio) DATA DI APERTURA 9 agosto 2012 LOCATION È all’interno dell’area commerciale La piazza di Ermes, di fronte alla villa comunale lungo la principale via di accesso della città, facilmente raggiungibile dall’autostrada e da tutte le direttive di collegamento dei paesi limitrofi. Bacino di utenza potenziale 60.000 abitanti nell’arco di 15 minuti di percorrenza automobilistica standard. CONCORRENZA Sono attivi in zona due pdv Eurospar, un pdv Interspar, un pdv Despar Express, due pdv Sisa, quattro pdv Conad City, un pdv Lidl, un pdv Eurospin, un pdv Ard Discount, due pdv soft discount locali, due pdv drug store. LAYOUT Sposa la linea tradizionale dell’insegna. OFFERTA Sono circa 8.000 gli articoli in vendita, per il 90% alimentari. SERVIZI Orario: lun-dom 9,00-20,00. ADDETTI E CASSE La barriera casse è formata da cinque postazioni. L’organico operativo è composto da 25 addetti. NON FOOD Ottica Via Italica Lido di Camaiore (Lu) 219 mq Avanzi DATA DI APERTURA 11 agosto 2012 LOCATION Ad angolo con via Aurelia, sulla strada provinciale 1. sviluppo reti CONCORRENZA A più di un chilometro sono presenti due pdv a insegna Vision store. LAYOUT Non si discosta dal consueto format dell’insegna. OFFERTA Comprende 576 prodotti più gli articoli in esposizione nel corner Solaris. SERVIZI Orario: lunedì 16,00-20,00; mart-ven 9,30-12,30 e 16,0020,00; sabato 9,00-13,00 e 16,00-20,00. ADDETTI E CASSE Il team operativo è formato da quattro addetti. Attive due casse. Ottica Via Emilia Levante 8/10 Cesena 153 mq Avanzi DATA DI APERTURA 4 agosto 2012 LOCATION Si trova in zona periferica, sulla strada statale 9. CONCORRENZA Non ci sono concorrenti nella stessa zona. LAYOUT Riapre dopo il rebranding da Mister Optik e rimane in linea con la filosofia aziendale. OFFERTA In assortimento sono presenti 832 articoli. SERVIZI Orario: lunedì 16,00-20,00; mart-ven 9,30-12,30 e 16,0020,00; sabato 9,30-13,00 e 16,00-20,00. ADDETTI E CASSE Per le operazioni di pagamento è presente una cassa. Arredamento Via Regolizie snc San Giovanni Teatino (Ch) 32.000 mq Ikea DATA DI APERTURA 30 agosto 2012 LOCATION È a ridosso del casello autostradale Pescara Ovest-Chieti. CONCORRENZA Non ha competitor che gravitano nello stesso bacino di utenza. LAYOUT In linea con il format dell’insegna. Il pdv si estende su due piani e segue le direttive per un basso impatto ambientale: produce il 22% dell’energia elettrica necessaria, grazie all’installazione sul tetto di un impianto fotovoltaico di 6.952 moduli di silicio cristallino. La produzione annua stimata di energia elettrica è pari a circa 886.000 kW. L’illuminazione esterna del parcheggio è garantita da torri faro led che riducono il consumo di energia di circa il 60% rispetto a quelle tradizionali. Anche l’illuminazione interna utilizza faretti led 15W, consentendo un risparmio di circa 100.000 kWh/anno. OFFERTA Sono oltre 10.000 gli articoli in assortimento. SERVIZI Orario: lun-dom 10,00-20,00. Il parcheggio gratuito può ospitare fino a 1.250 posti, ma è potenziabile fino a 1.500. All’esterno del punto di vendita è attivo un servizio gratuito di erogazione di acqua potabile naturale e frizzante dedicato ai soci di Ikea family. ADDETTI E CASSE La barriera checkout è composta da 27 casse, di cui 16 selfservice. La squadra di lavoro conta 206 dipendenti. Elettronica di consumo Via Massa Avenza 32 Massa 1.334 mq Sgm Distribuzione DATA DI APERTURA 11 agosto 2012 LOCATION È tra le medie superfici del centro commerciale Mare Monti, realizzato in zona periferica. CONCORRENZA Nello stesso centro commerciale è attivo Game 7. LAYOUT Acquisito da Eldo, il pdv, completamente rinnovato, non si discosta dal tradizionale format dell’insegna. OFFERTA Circa 7.000 item. SERVIZI Orario: lun-sab 8,30-21,30; domenica 9,00-21,00. ADDETTI E CASSE Impiega 22 dipendenti e ha una barriera casse con quattro postazioni. Elettronica di consumo Corso Mortara 24 Torino 2.300 mq Sgm Distribuzione DATA DI APERTURA 18 agosto 2012 LOCATION In galleria al centro commerciale Snos. È ubicato poco di- _ R E T A I L stante dalla stazione Dora. La via interseca corso Svizzera. CONCORRENZA Attivo in galleria un Game Stop. LAYOUT Cambio d’insegna per l’ex pdv Eldo che riapre dopo i lavori di ristrutturazione seguendo la tradizione dell’insegna. OFFERTA Circa 8.000 prodotti. SERVIZI Orario: lun-sab 9,00-20,30; domenica 9,00-20,00. Disponibili circa 500 posti nel parcheggio coperto del centro. ADDETTI E CASSE Occupa 20 lavoratori. Attive cinque casse. Elettronica di consumo Strada statale 16 Lecce 1.460 mq Sgm Distribuzione DATA DI APERTURA 11 agosto 2012 LOCATION Aperto all’interno del centro commerciale Cavallino costruito in zona periferica al chilometro 962,7 della strada statale Lecce-Maglie. La via interseca la strada statale 94. CONCORRENZA Assente. LAYOUT Rinnovato nel layout e nell’esposizione dell’offerta, il pdv (ex Eldo) segue la linea aziendale. OFFERTA Offre 7.000 articoli in vendita. SERVIZI Orario: lun-sab 9,00-21,30; domenica 10,00-21,30. ADDETTI E CASSE I dipendenti sono 19 e quattro le casse. 8 ottobre 2012 31 I N D U S T R I A $WWULFLLWDOLDQHHFRVPHVL XQVHWFRQYLQFHQWH Cinema e bellezza: un connubio di successo per le aziende cosmetiche, sempre più propense a eleggere come brand ambassador i volti del cinema nostrano di Laura Brivio 6 e una volta la cosmesi era soprattutto retaggio di top model professioniste o star straniere note su scala mondiale, qualcosa nel settore beauty sta cambiando: sono sempre di più le attrici italiane che si ritagliano un ruolo di spicco nella comunicazione pubblicitaria. Un trend evidenziato dalla scelta di grandi brand di puntare su promesse di talento o su artiste già affermate come testimonial di campagne di comunicazione. Come si spiega il fenomeno? Per Paolo Zilianti, brand manager haircare di Procter & Gamble Italy: “L’utilizzo di testimonial italiane è un trend sicuramen- VIOLANTE PLACIDO AMBASCIATRICE DI L’ORÉAL PARIS Moderna, eclettica, forte e determinata. Per tutte queste qualità dallo scorso maggio Violante Placido è entrata a far parte della schiera di celebrity che hanno prestato il volto in passato a L’Oréal Paris. Per la giovane attrice si è trattato di un esordio come testimonial di Revitalift Total Repair 10 BB Cream in una campagna firmata McCann Erickson (direzione creativa di Maïté Winternheimer) veicolata su stampa da prima dell’estate e quindi in tv da settembre. Per lei, come nel caso di altre star, la multinazionale francese non ha previsto solo un ruolo in pubblicità, ma anche la rappresentanza in alcuni eventi di rilevo internazionale, a partire dalla Mostra del Cinema di Venezia, dove Violante ha sfilato sul red carpet dell’inaugurazione in qualità di ambasciatrice L’Oréal Paris. 32 8 ottobre 2012 te in crescita nella cosmesi, perché rappresentano una fonte d’ispirazione per le italiane che sempre di più vedono in loro un modello di bellezza accessibile. Sono donne che mettono anche a dura prova la loro pelle e i loro capelli per apparire sempre al meglio, quindi chi meglio di loro può mostrare i risultati delle performance di prodotto? Vittoria Puccini che abbiamo scelto per Pantene Aqua Light, è una donna raffinata, ma anche semplice e naturale, in sintonia con i valori di un marchio come Pantene, che ha l’obiettivo di far splendere tutte le donne”. Stéphane Grenier, direttore di marca di L’Oréal Paris Italia, sottolinea invece MARIA GRAZIA CUCINOTTA È L’IMMAGINE DI PENTA5 DI PLANTER’S Da quest’anno Maria Grazia Cucinotta presta il volto alla campagna dedicata alla linea Penta5 di Planter’s. L’attrice siciliana, grazie alla sua esplosiva bellezza mediterranea all’insegna della naturalità, incarna i valori del marchio italiano nella cosmetica naturale e, in particolare, i benefit di questa linea anti-age all’acido ialuronico. Veicolata su stampa periodica femminile beauty, natural e fashion, la campagna è stata realizzata dal reparto creativo interno dell’azienda genovese. L’utilizzo dell’attrice anche in questo caso non è confinato all’advertising classico, dal momento che la partnership con il marchio genovese comporta la sua partecipazione ad eventi e l’impiego della sua immagine anche sui materiali in-store. I N D U S T R I A che il brand d’oltralpe è vicino al cinema in tutto il mondo, non solo in Italia: “La passione e il rispetto per i suoi valori hanno reso possibile le collaborazioni con grandi eventi cinematografici internazionali: da Venezia a Cannes, da Berlino a Shanghai. Il cinema e L’Oréal Paris hanno in comune la passione per l’arte e la bellezza, il riconoscimento per il talento e la creatività. La bellezza candida e al tempo stesso seducente, unitamente alla sua personalità singolare, fanno di Violante Placido la perfetta ambasciatrice per il nostro brand. Mentre il claim ‘Perché voi valete’ di L’Oréal Paris cambia sfumatura a seconda della testimonial, che lo esprime a suo modo, con il proprio stile, atteggiamento, carattere. Questo è ciò che costituisce la nostra forza che si alimenta in universi differenti”. L’italianità dell’ambassador è stata “obbligata” per Planter’s, la cui scelta per il lancio di Penta5 è stata di trasmettere con una stella del nostro cinema la naturalità, la qualità e, non ultimo, le radici tricolori del brand che si sta affer- mando anche all’estero: “Maria Grazia Cucinotta è una delle attrici che meglio rappresentano l’Italia nel mondo -spiega Marco Scandroglio, direttore generale di Planter’s- e che potremmo senza dubbio definire ‘ambasciatrice del Made in Italy’. Inoltre, sposa perfettamente la filosofia della nostra azienda, da sempre al fianco delle donne che, come lei, scelgono la naturalità per valorizzare la loro bellezza”. 3UHPDWXURSDUODUHGLWUHQG Non ravvisa invece un trend emergente Alessandro Romano, direttore creativo di Euro RSCG Milano, la sigla che ha realizzato la campagna stampa Veet EasyWax con Martina Stella: “Non registro un particolare strapotere di attrici italiane: in questo momento ho in mente Violante Placido per L’Oréal Paris e, per prodotti non beauty, Sabrina Ferilli e Stefania Sandrelli. Vedo invece affermarsi la presenza di atlete e showgirl. Per noi Martina Stella non è solo due belle gambe: oltre a essere una testimonial conosciu- MARTINA STELLA SU STAMPA PER IL LANCIO DI VEET EASYWAX La non ancora trentenne ma già nota attrice Martina Stella dallo scorso aprile è testimonial della campagna stampa Veet ideata da Euro RSCG Milano. Per il lancio dello scalda cera elettrico Veet EasyWax, nuovo prodotto che permette di ottenere risultati professionali a casa propria garantendo gambe lisce fino a quattro settimane, la decisione del management del gruppo Reckitt Benckiser e del team d’agenzia è stata quella di affidarsi a un volto giovane e sexy per interpretare una donna molto femminile, dinamica e solare. All’annuncio stampa, che ha affiancato un soggetto televisivo realizzato internazionalmente dove l’attrice toscana invece non compare, hanno lavorato i fotografi Cristina Dell’Oro e Gabriele Inzaghi, l’art Gianluigi Diana e la copywriter Cristiana Lavanga. ta e apprezzata dal nostro target, sostituisce lo stereotipo della modella, un po’ finta per definizione. Sono vari gli esempi -e non da ieri- di testimonial attrici che hanno preso il posto delle classiche modelle: è un modo per dare più personalità e concretezza al prodotto e al brand. Il concetto è ‘lo comunico perché lo utilizzo anch’io e lo apprezzo’ e non ‘lo comunico solo per fartelo comprare’”. Dal reparto creativo interno di Planter’s mettono tuttavia in guardia dal rischio dell’effetto boomerang: “Da sempre il testimonial in pubblicità è una leva forte ed efficace ma, quando usata in maniera inadeguata, può rivelarsi addirittura controproducente. Nel nostro caso la scelta è stata fatta in un’ottica di posizionamento del brand, dal momento che Maria Grazia Cucinotta è più di una testimonial: incarna i valori di marca, ne certifica la qualità, ne valorizza le caratteristiche. Se sia in atto un vero trend legato all’utilizzo di attrici italiane nella cosmesi è difficile dirlo, ma di certo Planter’s si è mossa in anticipo”. • VITTORIA PUCCINI NUOVA TESTIMONIAL DI PANTENE AQUA LIGHT Non è la prima volta che Pantene, brand hair styling di Procter & Gamble, si affida a un’attrice italiana per la comunicazione della linea Aqua Light che promette di dare volume e lucentezza ai capelli più fini. La sofisticata attrice fiorentina, da quest’estate designata nuovo volto della gamma, raccoglie infatti il testimone dalla collega attrice Nicoletta Romanoff, che due anni fa aveva supportato l’esordio sul mercato di questa specifica linea. Artista affermata in televisione e al cinema, Vittoria Puccini è la protagonista di una campagna a cura dell’agenzia Grey che ha preso il via da luglio e che si articolerà su vari media, tra cui la televisione, con uno spot in cui l’artista spiega come fa a mantenere i capelli sani e lucenti nonostante i frequenti cambi di acconciatura a cui si sottopone per ragioni di set. 8 ottobre 2012 33 ,VWUX]LRQLSHUVFDULFDUHO·DSSOLFD]LRQH4U&RGHVXppp'e^[hgmZbgZeib'bm(jk'amfe ppp'bgZeib'bm I N D U S T R I A 'DLIRUPDWLDOSDFNDJLQJ %DULOODLQQRYDQHOODSDVWD Le Emiliane, confermano la vivacità del leader che segmenta l’offerta anche nell’ottica di crescere all’estero complesso perché in Italia si di fondo della marca -che aggiungono anche dimensiovogliamo che rimangano ni culturali e sociali radicate sempre fedeli alla nostra da secoli. Ma non è impossiidentità- e le abitudini di bile: pensiamo al contenuto consumo delle categorie di servizio, cioè della comonei diversi angoli del mondità e della rapidità, che ha do, cui noi, invece, dobbiaGIUSEPPE messo in discussione i momo adattarci. Dunque la noMORICI delli alimentari tradizionali stra marca è e sarà sempre chief marketing in tutto il mondo. Inoltre, ispirata al sentimento delle officer di Barilla non va sottovalutato il ruolo relazioni famigliari, al valore di Davide Bernieri del packaging, come driver dell’alimentazione sana ed continuo di nuove iniziative e di nuove equilibrata della tradizione mediterranea on novità, ma innovazioni. Sta frontiere di conservazione o di servizio. e al senso dell’amore per le cose belle in questo semplice assunto, Servizio e packaging, non a caso, sono che distingue da sempre l’Italia nel monall’apparenza solo un gioco di due elementi portanti del lancio dei nodo. Ma attorno a questi valori di fondo stri piatti pronti all’italiana in Usa e in parole, lo spirito fondante che dobbiamo essere in grado di costruire un Europa (un buon piatto di pasta pronto muove Barilla sul mercato della pasta. universo di prodotti che siano in grado di Un mercato maturo, presidiato, con forti al microonde in solo un minuto). Ecco, noi entrare nelle abitudini quotidiane della tensioni sul prezzo, ma nel quale il grupin Italia vorremmo guidare questo camclasse media di tutto il mondo. po alimentare parmense mantiene alta biamento e non subirlo”. l’attenzione, infondendo nei prodotti e Che spazio esiste sui mercati internanella marca l’insieme di quei valori da Il localismo/regionalismo si mantiezionali per l’accoppiata pasta/sugo ne un valore fondante per voi? pronto e come pensate di andarlo a sempre background della sua attività. Il Riuscire a rimanere fedeli a se stessi e, conquistare? lancio di nuovi formati di pasta all’uovo a al tempo stesso, raggiungere tutti i paesi In tutto il mondo -in un modo o in un marchio Le Emiliane è il pretesto per una chiacchierata con Giuseppe Morici chief del mondo e soddisfare le esigenze di altro- si mangia la pasta. Non in tutto il marketing officer di Barilla, che illustra persone molto diverse tra loro, è senz’almondo però la si mangia con il sugo di quali sarà la strategia nel futuro a breve. tro un esercizio difficile. Noi affrontiamo pomodoro: in alcune parti dell’Asia, come “Innovare nella pasta -spiega- è molto questa sfida distinguendo tra i valori ad esempio la Cina, il sugo al pomodoro come lo intendiamo noi è praticamente inesistente. Dunque la nostra missione Nuovo stabilimento per i sughi pronti in Occidente è quella di spingere al masUn investimento di 40 milioni di euro e una struttura ipertecnologica che impiegherà simo il concetto di pasta e sughi Baril120 addetti, su due linee di produzione. Barilla ha presentato il nuovo stabilimento per la insieme, come emblema del piatto di la produzione di sughi pronti realizzato nell’area di Rubbiano (Pr) nella quale il gruppo pasta all’italiana nella sua dimensione parmense detiene già un’unità produttiva. più autentica, portata nei mercati locali dal più grande produttore di pasta e di sughi italiano. Nei mercati invece dove il concetto è completamente sconosciuto, come in Cina, dovremo da un lato prima affermare il modello della pasta all’italiana e delle sue caratteristiche distintive e poi -solo dopo- arriveremo al concetto di piatto di pasta con il sugo. 1 • 8 ottobre 2012 35 INFORMAZIONE COMMERCIALE 3$1&2DQDOL]]DLOOLYHOORGLJUDGLPHQWRGHLUHSDUWLSDQHWWHULDGHOOD*'2 $WWUDWWLYLWjÀGHOL]]D]LRQHH SURSRVWHGLPLJOLRUDPHQWR PAN&CO, azienda leader per soluzioni globali per il reparto panettiera della GDO, presenta i risultati di un’ampia e approfondita indagine svolta sull’intero territorio nazionale. Quest’analisi è l’ultima parte di una ricerca di mercato in più fasi, eseguita dal 2010 a oggi. ,QVHJQHDQDOL]]DWH 2VFTUF TPOP BMDVOF EFMMF JOsegne prese in esame: Coop, Conad, Despar, Esselunga, Iper, Pam, Famila, A&O, Alì, E.Leclerc e Simply. La ricerca è stata poi suddivisa in base alle aziende che operano nelle varie aree HFPHSBöDIF FE JO CBTF BJ WBSJ canali e formati di vendita. “Con quest’ultima analisi abbiamo valutato il livello di gradimento dei reparti panetteria delle catene di supermercati ed ipermercati in Italia. L’intento è quello di offrire assistenza ai nostri clienti su come migliorare il loro reparto panettiera. Per questo sono stati intervistati coloro che decidono dove acquistare il pane, i consumatori”, spiega Emanuele Bassi, amministratore delegato di PAN&CO Italia. 5LVXOWDWLVRUSUHQGHQWL I risultati di questa indagine sono stati in alcuni casi sorprendenti. “Ad esempio, un dato che, seppur con qualche eccezione, contraddistingue molte insegne della GDO è che una percentuaMFNPMUPBMUBEFJMPSPDMJFOUJöEFlizzati, comunque non compra il pane nel punto di vendita dove abitualmente effettua gli acquisti”, illustra Emanuele Bassi. /DSDURODDLFRQVXPDWRUL t 2VBMFÒJMMJWFMMPEJHSBEJNFOto del reparto panetteria delle principali insegne della GDO in termini di varietà, bontà, qualità, freschezza, esposizione e packaging dei prodotti? t 2VBMFÒJMHSBEPEJöEFMJ[[B[Jone al reparto panetteria di chi compra abitualmente nelle varie insegne? t 2VBMF Ò JM SBòSPOUP USB J WBSJ Player che operano sullo stesso territorio? t $PTB EFWF GBSF MB (%0 QFS rendere l‘offerta del proprio reparto panetteria più attraente per il consumatore? t $IFDPTBQPTTPOPGBSFMFDBUFne di supermercati per invertire la tendenza che vede un’ampia fetta dei propri clienti non acquistare il pane nei loro pdv e per vincere la concorrenza sia degli altri Retailer che delle panetterie tradizionali? t 2VBMJ TBSBOOP J USFOE EJ WFOdita nei prossimi anni? t $PNF QPTTPOP MF B[JFOEF aumentare la loro dinamicità a fronte di esigenze dei consumatori difficili da decifrare e di un mercato sempre più vario? ,ULVXOWDWLLQGHWWDJOLR Le aziende che sono interessate a ricevere ulteriori informazioni sui contenuti dell’analisi possono contattare direttamente PAN&CO. (PDQXHOH%DVVL 3RWHQ]LDOHSHULOIXWXUR “Interpretando le opinioni, esigenze e richieste dei consumatori, e grazie alla conoscenza che abbiamo sia dei trend di vendita che del mercato , siamo in grado di rispondere ad alcune domande fondamentali sugli scenari futuri del comparto pane”, continua Bassi: 3$1&2,WDOLD6UO 9LD*RHWKH ,0HUDQR%= 0DLORIÀFH#SDQXQGFRFRP I N D U S T R I A %DOODULQLPL[LQQRYD]LRQH DOOHDQ]HVSRQVRUL]]D]LRQL Per distinguersi, l’azienda declina il valore della qualità ad un triplice livello: prodotto, servizio, comunicazione di Patrizia Pagani ) orte legame con la zione- enfatizzando i contetradizione culinaria nuti di qualità del prodotto e talento indiscusso ma curandone il corretto per l’innovazione di posizionamento di prezzo e prodotto. Sono i plus comsupportando il tutto con un petitivi che, dal lontano servizio puntuale e persona1889, fanno di Ballarini una lizzato a livello di pezzature LUC LAGORCE realtà di riferimento nei segminime, tempi e modalità di responsabile menti medio-alto e premium consegna, attività in store, divisione grande degli strumenti di cottura ecc.”. L’azienda mantovana, distribuzione antiaderenti. L’azienda, che fra l’altro, da tempo collaborappresenta una delle realtà ra strettamente con i gruppi produttive di maggior rilievo in Europa, della gdo anche sul fronte del copacking grazie ad un output intorno ai 12 milioni di pentolame con private label ed anche di pezzi l’anno, realizza un’elevata perattraverso altre iniziative delle insegne, centuale del proprio fatturato all’estero come le collection. (oltre il 70%) e, relativamente al mercato interno, canalizza quasi i 2/3 delle ven,OJXVWRGHOUHJDORLQNLW dite nelle superfici della gdo. Il mondo della cucina, in effetti, possiede un grande atout: la percezione di utilità 8QDVWUDWHJLDDUWLFRODWD che i prodotti stessi riescono a veicolare. Oggi, in una fase certamente poco brilEcco perché, nonostante la crisi, nei dilante per i consumi di casalinghi, Ballaversi canali distributivi pentole e stampi rini si sta distinguendo dai competitor da forno conservano un discreto appeal attraverso prodotti inediti, partnership presso i consumatori. Ballarini, nello spevirtuose con il trade, comarketing mirati, cifico, in questa fase continua a lavorasponsorizzazioni etiche ed altro ancora. re sullo strumento di cottura “vestito”: “L’intento è quello di costruire gamme un esempio è il progetto “Cookin’Italy”, mirate sulle specifiche aree di necessiconcretizzatosi finora in una gamma di tà dei nostri clienti -spiega Luc Lagorce, sei scatole regalo tematiche –contenenti responsabile divisione grande distribustrumenti di cottura in alluminio antia- ANTIADERENTE BATTE CERAMICO? Superato definitivamente il problema della sicurezza, continua comunque la competizione fra le padelle con antiaderente a base di fluoropolimeri e quelle con rivestimento ceramico. Ballarini, che vanta una notevole esperienza nella messa a punto di coating sintetici di alta qualità, fra cui il recentissimo bianco, ha approcciato anche il segmento ceramico, che oggi riscuote un buon successo presso la clientela. “Siamo convinti, però, che alla fine l’antiaderente tradizionale polimerico vincerà –dice Luc Lagorce- in quanto il rivestimento ceramico risulta inferiore sia in termini di risultati prestazionali di cottura sia sul piano della durata del prodotto”. derente– dedicate alla preparazione di piatti della cultura gastronomica italiana. Un altro articolo recentemente presentato è la confezione regalo comprensiva di uno stampo a cuore Ballarini, un vaso di amarene Toschi ed un ricettario. Duplice la reason why che accomuna tali tipologie di prodotti: offrire al consumatore stimoli accattivanti per indurlo a cucinare e/o fornirgli spunti interessanti per un dono di valore. &RRNFRPPXQLFDWLRQD Particolarmente sfaccettato ed originale anche il piano di brand communication finalizzato a rafforzare il posizionamento del marchio Ballarini quale moderno interprete della cucina di qualità. “Per noi la leva della comunicazione va intesa nel significato più ampio possibile –sottolinea Lagorce– andando a spaziare dalle attività sui media tradizionali alle azioni web, dalla partecipazione ad eventi di cucina alla promozione di iniziative di solidarietà”. Basti considerare, in proposito, il sostegno all’Istituto Oncologico Europeo di Umberto Veronesi o la partecipazione alla “Giornata della Buona Alimentazione” promossa da Andid. Un’altra operazione d’immagine, oltre che commerciale, è la partnership con Drogheria Plinio, nuovo locale milanese – inaugurato il 18 settembre scorso – che promette l’esperienza di mangiare all’interno di una vera “bottega” alimentare: qui le portate si servono all’interno delle piccole pentole della collezione ServinTavola Ballarini, acquistabili presso l’emporio stesso. • 8 ottobre 2012 37 I N D U S T R I A 0ROLQR5RVVHWWRLQQRYD GLYHUVLILFDHFUHVFH La politica di branding intrapresa è stata ripagata dai risultati: nel giro di quattro anni, ad esempio, il fatturato in gdo è raddoppiato di Manuela Soressi 1 on è stata una sorpresa per Chiara Rossetto, responsabile commerciale e marketing Molino Rossetto, il boom che sta vivendo in Italia la “cake art”. Se lo aspettava da tempo: “Vado regolarmente all’estero, soprattutto negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, a caccia di nuove tendenze e di prodotti interessanti e seguo con attenzione quello che si muove sul web, anche grazie al nostro sito e alla nostra pagina su Facebook. Così avevo già notato l’interesse crescente per la decorazione dei dolci. Quindi ho creato un assortimento di prodotti e accessori dedicati a questo settore, facendo di Molino Rossetto l’azienda italiana specializzata nel mondo del cake design”. Ampia la segmentazione del portafoglio: dai prodotti e accessori dedicati al settore cake art, ai kit completi di piccoli attrezzi da cucina e ai preparati per dolci e per pani re dell’azienda veneta, grazie a una gamma che spazia dalle farine classiche di grano 3URGRWWRLQHGLWRSHUO·,WDOLD tenero e di mais sino alle farine bio di farro Nel 2011 l’azienda padovana ha lanciato e kamut, quella di grano tenero integrale e la linea Sugar Art, che comprende pasta, le farine speciali di riso, di ceci, di grano cristalli e scagliette di zucchero, forme per saraceno, di castagne e di grano arso. “Da biscotti, smoother, tovagliette e anche produttori storici di farine prosegue Rosun’inedita cupcackes machine, brandizzata setto siamo stati capaci di proporle in una Molino Rossetto e venduta in abbinamento veste nuova, quella di preparati e miscele, al preparato per realizzare questi dolcetti e di affiancarle con accessori e utensili dediamericani. Un prodotto che l’azienda ha cati e brandizzati”. Negli ultimi quattro anni lanciato per prima in Italia e il giro d’affari realizzato nella che si inserisce nell’altro seggdo con farine e miscele è radmento di mercato dove Molino doppiato, arrivando a generare quasi sette dei 50 milioni Rossetto sta ottenendo ottidi euro fatturati dall’azienda. me performance: quello dei E pensare che, storicamente, preparati per dolci e per pani, Molino Rossetto nasce come forte della tendenza a realizproduttore contoterzista di zare in casa molti prodotti da CHIARA farine, perlopiù low price. Poi forno. Un atteggiamento che ROSSETTO una decina di anni fa la svolta, ha messo il turbo anche alle responsabile commerciale con la scelta di avviare in pavendite di farine, che rappree marketing rallelo una politica di marca e sentano il prodotto storico co38 8 ottobre 2012 di puntare su fasce di mercato più premianti, con la segmentazione dell’offerta su tre linee in modo da coprire tutti i canali. Infatti il brand Molino Rossetto è destinato alla gdo e al normal trade, Fior di Molino copre tutto l’universo dei discount mentre Cuore Di è distribuito nei delicatessen shop e nei canali alternativi. In parallelo l’azienda coltiva l’e-commerce tramite il suo sito http://www.mondomolino.com e ha aperto da pochi mesi un flagship store che propone un’innovativa shopping experience attraverso prodotti, accessori, libri, ricettari, eventi e degustazioni. Il primo Mondo Molino Shop è annesso allo stabilimento di Pontelongo, dove i tre impianti molitori e le 12 linee di confezionamento automatico utilizzano energia prodotta da fonti rinnovabili, grazie a un impianto fotovoltaico da 280 kw/h inaugurato nel 2010. L’attenzione ai temi della sostenibilità ha portato l’azienda a intervenire su tutto il processo produttivo. • i n d u s t r i a Co-marketing Fileni mirato al target mamme e bimbi Acquisito il licensing per i protagonisti del cartone “Gladiatori di Roma 3D”. I personaggi sono utilizzati on-pack di Ugo Stella N el 2011 Fileni ha raggiunto l’importante fatturato di 300 milioni di euro, seguendo una strategia multicanale: gdo, normal trade, horeca e anche B-to-B, con una filiera produttiva costantemente aggiornata. Non ultima, l’impegnativa acquisizione da Arena Holding dello stabilimento di Castelplanio (An), con annesso mantenimento del posto di lavoro per i 600 dipendenti che vi lavoravano. Di recente, dal punto di vista societario, è arrivata anche la trasformazione dell’azienda in holding. “L’obiettivo è di fare ordine, visto che abbiamo un’organizzazione molto articolata -afferma Roberta Fileni, figlia del fondatore Giovanni e direttore marketing- per cui era necessario compiere una ristrutturazione che garantisse trasparenza di rapporti verso il mondo bancario. Grazie alla holding abbiamo, inoltre, la certificazione del bilancio”. Sul fronte dell’offerta, da più di un decennio Fileni utilizza i personaggi Disney per catturare il target bambini e ragazzi. L’iniziativa ha lo scopo di creare valore nell’atto d’acquisto individuando bisogni non legati al food, ma in questo caso al leisure time 40 8 ottobre 2012 zo on-pack dei personaggi protagonisti del cartone Gladiatori di Roma 3D che Rainbow lancerà a metà ottobre e del quale Fileni potrà sfruttare il forte investimento in comunicazione. ROBERTA “I personaggi sono usati FILENI sulla linea di snack panadirettore marketing ti Alì Baba, Chicken stick, Fileni Crocchette, Patapollo e sulla novità Tangos, costituita da bocconcini di pollo piccante nel formato da 270 g”. Il piano marketing dell’iniziativa, che è L’accordo con Rainbow partita a metà settembre, è piuttosto Questa partnership con Disney permetarticolato. Innanzitutto l’inserimento in te di comprendere le basi su cui poggia ogni pack di un gadget in cui è raffigural’innovativo co-marketing con la casa di to uno dei personaggi del film, mediante produzione cinematografica Rainbow il quale realizzare un puzzle di tutto il con sede a Loreto (An) di Iginio Straffi, casting con lo scopo evidente di increil disegnatore che ha inventato le Winx, mentare le vendite con il collezionismo. riuscendo ad affermarsi a livello mondiaNel contempo è stata attivata una camle in un settore come quello del cartoon, pagna adv sul web, con appoggio sui che sembrava dominato da americani e social facebook e twitter, mentre in segiapponesi. L’accordo consiste nell’utilizlezionati pdv della gdo si sta facendo in-store promotion. Per finire c’è un concorso a premi con 1 kit al giorno Party Snack Samurai firmato Gladiatori di Roma con bicchieri, piattini, tovaglia e tovaglioli, nonché l’estrazione finale di cinque weekend per 4 persone presso la struttura Italy Family Hotels. “Siamo convinti -conclude Fileni- che in questo modo abbiamo intercettato bisogni latenti del consumatore al di là dei prodotto piatto pronto, soddisfacendo i quali abbiamo incrementato gli acquisti e creato altresì valore per il distributore”. “Siamo stati, infatti, i primi a lanciare sul mercato una linea per i bambini con un co-marketing con Disney. Poi nel 2009 abbiamo acquisito il licensing che, nonostante il costo, risulta per noi vantaggioso, perché aumenta la fidelizzazione del consumatore e la possibilità di rassicurarlo sulle nostre qualità nutrizionali, grazie anche all’effetto dei personaggi”. • I N D U S T R I A Il concetto di brand nel comparto è percepito dal consumatore in modo ampio, ma sempre nel segno della qualità 6LUDIIRU]DO·LGHQWLWj GHOODIUXWWDGLPDUFD di / a filiera della frutta italiana sta evolvendo velocemente, sotto la spinta di fattori “interni” che stimolano la competitività tra i vari protagonisti e di fattori “esterni”, cioè le esigenze di qualità e prezzo dei consumatori di oggi. Il sistema di brandizzazione evolve altrettanto rapidamente e con modalità più articolate rispetto alle strategie di brandizzazione di molti altri prodotti alimentari e percepito dal consumatore in modo molto ampio. Il valore di “marca” viene associato ad esempio al metodo di coltivazione: vedi i vari marchi biologici, sia della gdo che di singoli produttori e consorzi (come, ad esempio, Almaverde Bio), ma sempre più si affacciano i marchi che certificano l’equo e solidale e sostenibile e anche la stagionalità del prodotto (Gobal GAP certifica la stagione del raccolto del coltivatore). /DPDUFDLQVHJQD Il concetto di marca è associato dal consumatore al brand del distributore: le varie insegne della distribuzione moderna e le loro linee di marchi specifici legate ai 8 ottobre 2012 43 I N D U S T R I A non è particolarmente elevato ed è per questo che assistiamo da un lato alla ricerca di frutta di alta qualità e in primis biologica e dall’altro alla rincorsa al miglior prezzo. È per questo motivo, oltre che per tradizione, che frutta e ortaggi in generale sono acquistati in modo molto più diversificato rispetto ad altri prodotti alimentari. ,FDQDOLSLXWLOL]]DWL metodi produttivi e di controllo come ad esempio Naturama Esselunga, Percorso Qualità Conad, Solidal Coop. 0DUFDHWLSLFLWj Il concetto di Marca è anche associato alla frutta tipica (ad esempio, Annurca per le mele) e alle varietà (ad esempio Pink Lady e Gold Kiwi marchi brevettati la cui coltivazione è adattabile in diversi luoghi), ai marchi di certificazione della Tipicità (I.G.P., DOP), ma anche ai marchi di Consorzi, Cooperative, Organizzazioni di produttori e sempre più spesso ai Territori e Distretti (ad esempio, SudTirol, Rossa di Sicilia, Ciliegia di Vignola...) e ai paesi di provenienza (frutta italiana e di altri Paesi). Senza ovviamente dimenticare i marchi dei singoli produttori: ad esempio Sant’Orsola è tra i più riconosciuti dal consumatore nel panorama dei frutti rossi così come Chiquita per le banane. Il concetto di Marca si potrebbe estendere in una certa misura anche alla sigillatura dei singoli frutti con il codice a barre: pratica già diffusa negli Usa. In sintesi, il concetto di marca, per un prodotto che ha un’identità naturale ed autentica così connaturata, è ineludibi44 8 ottobre 2012 le ed estremamente vasto: dunque c’è ancora ampio spazio di posizionamento per produttori e distributori che intendono imprimere un valore distintivo, di riconoscibilità, autenticità e garanzia ai propri prodotti, dando maggiore significato al loro prezzo rispetto alla frutta convenzionale. Alla frutta di marca -latu sensu- il consumatore affida la speranza di avere qualcosa in più: freschezza, bontà, genuinità, salubrità, chiarezza sulla provenienza e metodo di coltivazione, raccolta e conservazione, sicurezza, controlli e sempre più sostenibilità. Dalla marca ci si aspetta di più anche perché il livello medio di soddisfazione nei confronti della frutta, sia sul fronte qualità che prezzo, è decisamente basso. Il contenuto di servizio e l’innovazione costituiscono attese che sempre più spesso il consumatore vorrebbe vedere soddisfatte nel momento dell’acquisto e del consumo. Purtroppo il livello di soddisfazione sul rapporto qualità/prezzo I canali di approvvigionamento sono vari: si acquista certamente in gdo ma molto anche nei mercati e in quelli diretti del contadino (Coldiretti e Consorzi Agrari), così come aumentano vendite presso grossisti e produttori, gli acquisti tramite GAS, le vendite dirette a domicilio, senza dimenticare l’utilizzo dei negozi tradizionali. Il consumatore italiano ha un rapporto ambivalente con la frutta: non si fida. Emerge dai nostri studi un’immagine di prodotti spesso scadenti a livello di sapore, maturazione, freschezza-integrità, naturalità, presenza di sostanze nutritive. Si ricorre non a caso sempre di più ad integratori e supplementi alimentari, per arricchire la nostra alimentazione e benessere e in particolare nella fascia di età dai 45 ai 64 anni in su. Da una recente indagine che ho diretto su quasi 700 soggetti dai 45 ai 54 anni in tutto il territorio italiano il 14% usa regolarmente integratori alimentari, vitamine, minerali e sali minerali. Il sistema marca deve poter dare garanzie e valori reali percepibili ad un consumatore che oggi è sempre più indebolito e preoccupato dalla crisi economica. Gli acquisti nei discount aumentano. Le campagne di educazione alimentare stimolano il consumo consapevole e il ruolo della frutta, però il consumo di frutta dal 2000 ad oggi non sta complessivamente crescendo, ma la frutta di marca è in controtendenza. il sistema marca deve poter dare garanzie e valori reali • I N D U S T R I A 7HQGHDFUHVFHUH LOVHJPHQWRLQVDSRULWRUL Il boom dei foodies, gli effetti della crisi economica sugli stili di consumo e il rapido cambiamento delle nostre tradizioni alimentari in una chiave globalizzata, stanno impattando in modo profondo e non episodico sul mercato 46 8 ottobre 2012 di Manuela Soressi / a contaminazione dei sapori e la diffusione della cucina etnica da un lato, i trend salutistici che spingono a sostituire il sale con le erbe aromatiche e le spezie dall’altro e l’incessante proposta di nuovi prodotti sempre più pratici, versatili e a maggior contenuto di servizio, continuano a rivitalizzare un comparto come quello degli insaporitori che sta diventando familiare per una fascia sempre più ampia di consumatori. 8QPHUFDWRYLYDFH A sospingere le vendite di spezie, erbe aromatiche e mix per condimenti rapidi una serie di fattori concomitanti. Innanzitutto, la brusca frenata del fuoricasa, determinata dalla crisi economi- ca in atto, che sta riportando gli italiani a scoprire la cucina casalinga. Un fenomeno sfaccettato, ma che non ha solo risvolti punitivi, anzi, sta spingendo coloro che hanno ridotto le uscite al ristorante a cercare di ricreare l’atmosfera del pasto fuori tra le mura domestiche, menù compresi. Secondo una ricerca TomorrowSWG, il 72,7% degli italiani preferisce consumare i pasti in casa e il 69% dei nostri connazionali vive questo stile di vita in maniera positiva. Inoltre, cucinare è un divertimento per il 61% degli italiani e viene considerato un importante momento di socializzazione dal 73,3% dei nostri connazionali. Una fetta crescente di consumatori, giovani ma non solo, stanno quindi trovando nella cucina e nella sua declina- I N D U S T R I A zione social sul web, tra fotografie di piatti, commenti e scambio di ricette/ trucchi, un volano verso una maggiore sperimentazione, un grande interesse per la ricerca e la riscoperta, la volontà di rendere partecipe la comunità delle proprie esperienze culinarie. &UHVFHO·HWQLFR Quindi, a fianco dei piatti di tutti i giorni, gli italiani si cimentano volentieri su preparazioni più elaborate, che spesso necessitano di spezie e insaporitori particolari per ottenere risultati simili a quelli degli chef. Con due filoni ben distinti: da un lato piatti della tradizione italiana o loro reinterpretazioni più moderne, seguendo i trend dell’haute cuisine internazionale; dall’altro la forte iniezione di cucina etnica, determinata dall’afflusso di immigrati da ogni parte del mondo, che hanno portato con sé abitudini alimentari, ricette, e, naturalmente, ingredienti, spezie comprese. Il risultato è che oggi circa 60 famiglie su 100, acquistano regolarmente spezie e insaporitori, con un baricentro delle vendite che è ancora spostato verso il Nord, ma che mostra buone dinamiche anche nelle regioni meridionali. mente nuovi prodotti è estremamente importante, sia per le aziende sia per la distribuzione moderna, perché serve a rinnovare costantemente l’interesse del consumatore che è sempre alla ricerca di nuovi stimoli. In questo modo, allargata a dismisura l’offerta di spezie e insaporitori, oggi il focus per conquistare nuovi consumatori è il packaging, strettamente correlato con il servizio, e la creazione di nuovi concept di prodotto, a maggior valore, che possano aumentare il contenuto di sapore nelle pietanze in modo semplice, senza andare a incidere sul tempo trascorso tra i fornelli, una variabile che non si può innalzare troppo in questi tempi di grande frenesia. Tra i packaging innovativi, oltre a interventi sulla grammatura, alle buste richiudibi- il packaging assume un ruolo sempre più decisivo per lo sviluppo del comparto 3XQWLIHUPLGHOODWUDGL]LRQH Segmentando le vendite per tipologia di prodotto, i top five sono i pilastri della cucina tradizionale del nostro paese: pepe, l’origano, il peperoncino, la noce moscata e lo zafferano rimangono i più venduti, con i primi tre a realizzare quasi il 50% dell’intero mercato. Ma sono le propaggini più evolute, i mix di spezie realizzati per specifiche pietanze etniche, a realizzare le crescite più evidenti, solleticando la fantasia di tutti quei consumatori che, stregati dalla cucina “dell’altro mondo”, vogliono ricrearla a casa con semplicità, ingredienti freschi e scelti, senza rinunciare al fondamentale tocco di esotismo al palato. 1XRYLSURGRWWLFURVVFDWHJRU\ Naturalmente l’innovazione è il cardine di questa crescita: offrire continua- li, ai tappi macinini, alle ricette impresse sulla confezione, oggi è il servizio a guidare l’approccio dei produttori alla categoria. Non a caso, all’interno del segmento dei dadi, il più importante all’interno della categoria degli insaporitori, a fianco dei granulari per brodo, che hanno rivoluzionato il concetto, oggi si fanno strada prodotti cross category, che rivoluzionano il concetto di inasprimento sia nella cottura al forno, sia in quella in padella. Si tratta di “soluzioni culinarie” che permettono a tutti di dare un tocco nuovo alle pietanze in modo semplice e rapido. Per la cottura al forno, si sta imponendo il concetto del “cartoccio” una busta nella quale inserire il prodotto da cuocere insieme a un mix di erbe, aromi e spezie, senza grassi e sale aggiunto: per la cottura in padella sono i gel in vaschetta monoporzione, realizzati con aromi, erbe e spezie, a rappresentare l’ultima frontiera del sapore intenso e rapido, senza sprechi, che permette ai produttori di innalzare il valore della proposta al di sopra della media del mercato. 6FDIIDOHDIIROODWR Storicamente parlando, a influenzare di più il comportamento di acquisto del consumatore in questo mercato e a stimolare le vendite sono la visibilità dei prodotti nel punto di vendita, la creazione di nuove occasioni di consumo e i consigli di utilizzo. Naturalmente anche il mercato degli insaporitori vive i trend che attraversano tutto l’alimentare di questi tempi: alcuni produttori spingono forte il tasto della naturalità, proponendo referenze biologiche, senza glutammato monosodico e con un ridotto tenore di sale, per dare un tocco in più ai piatti senza incidere negativamente sulla qualità della dieta. Tutto questo proliferare di referenze, oltre ad allargare il ventaglio delle scelte dei consumatori, ha inevitabili ripercussioni sullo scaffale, già affollato tra proposte di marca e le immancabili private label che si stanno guadagnando spazio, almeno sui prodotti basic, in questo combattuto mercato. (VSRVL]LRQLPLUDWH Oltre a scaffali sempre più articolati, sui quali è difficile individuare il prodotto tra un’offerta ampia, i distributori stanno accrescendo gli spazi e dedicando esposizioni par ticolari a segmenti sempre più identificati, come la cucina etnica o le referenze “benessere”. Naturalmente alle novità di prodotto sono dedicati spazi espositivi nei quali fare convivere anche attività promozionali volte a far comprendere la portata dell’innovazione, spesso con degustazioni guidate che vogliono mettere in luce la praticità e il portato di sapore dei nuovi concept di prodotto. • 8 ottobre 2012 47 S E R V I Z I 5HWDLOLQWHUQD]LRQDOH QXRYLUXROLSHULOHDGHU La grande distribuzione è tra i primi a offrire lavoro in Usa e affronta le nuove sfide ridefinendo il ruolo dei leader attuali e di quelli futuri di Loredana Oliva 6 tore specializzati, monomarca, con addetti alle vendite consapevoli e formati, e soprattutto con una leadership di alto livello, possibilmente uscita da una delle università più importanti del mondo. Il settore della grande distribuzione è oggi tra i primi a offrire ancora lavoro nel mercato americano, e sta ripensando a come affrontare le sfide dell’innovazione e dell’e-commerce in una realtà economica che cambia continuamente, attraverso una definizione del ruolo dei leader che ci sono già e di quelli che entreranno a capo di colossi come Tiffany, Nike, e Barnes & Noble nei prossimi anni. È necessario che abbiano competenze specifiche e di alto livello. ,OUXRORFHQWUDOHGHOUHWDLO Una ricerca di PricewatehouseCoopers, pubblicata un anno fa, pare confermare che un posto di lavoro su quattro negli Usa rimane nel settore del retail. Dati che sono stati più recentemente avvalorati dal Beige Book, la panoramica sui 12 distretti della Federal Reserve è stata utilizzata per le scelte di politica monetaria Target Stores è una delle aziende che hanno più appeal per chi ha finito un Master in business administration in occasione della riunione del Federal Open Market Committee del 12-13 settembre. Tra i settori che hanno tenuto e che sono definiti in miglioramento, oltre a quello turistico, automobilistico immobiliare, c’è la grande distribuzione, riferita in particolare all’ambito del lusso e delle più aggiornate tecnologie. Non sono mancate le grandi disfatte di gruppi della grande distribuzione che hanno subito perdite importanti sia in Europa sia negli Usa, negli ultimi tre L’IMPATTO ECONOMICO DEL SETTORE RETAIL NEGLI STATI UNITI L’effetto diretto del retail nell’economia nazionale Usa Impatto nazionale diretto % dell’economia Usa Stabilimenti 3,617,486 11.9% Dipendenti 28.113.476 16.3% $770.1 miliardi 8.7% $1.20 triliardi 8.5% Reddito da lavoro Prodotto interno lordo Fonte: PwC 48 8 ottobre 2012 anni. Ne hanno fatto le spese catene come Barnes & Noble con i suoi 718 negozi, che negli States sta subendo già da qualche tempo la concorrenza dell’e-commerce su libri, film, dvd, cd, mp3, supporti per la lettura e l’ascolto di musica e cultura da Amazon. Proprio il colosso delle vendite online sta aprendo un suo retail store a Seattle. I settori del lusso, e delle nuove tecnologie tengono dunque con dignità. Qui l’innovazione, la cura, l’attenzione al consumatore si è fatta più attiva, più all’ascolto. E questo ha dato i suoi frutti. L’esempio di Apple fa ancora scuola nelle business school dove si educano i giovani manager alla leadership consapevole, e dove gli store del commercio al dettaglio sono oggetto di studio e approfondimento costante. Accade che i Master specializzati, per giovani che dopo una laurea abbiano già fatto esperienza in azienda anche in ruoli di quadri, sino S E R V I Z I a qualche anno fa non più valorizzati da università come Harvard, Boston University, Darden business school (University of Virginia), oggi siano al cuore dei programmi della management education. Negli Stati Uniti, sono i migliori tra i giovani manager, mandati dalle stesse aziende a specializzarsi, per svolgere un master o un Mba (master in business administration), quello che è considerato un acceleratore di carriera. Le aziende negli Usa pagavano il corso, fino a 30mila euro l’anno, con la crisi questi master specializzati hanno avuto una battuta di arresto. Ma la ripresa 2012 sta riservando delle sorprese, il motivo è proprio il bisogno di nuove strategie per sostenere la gdo e il settore del lusso. Così aziende e grandi gruppi tornano a mandare i propri giovani manager a scuola nelle migliori business school internazionali. 8QFLUFRORYLUWXRVR S’innesca un circolo virtuoso: la provenienza di questi nuovi “studenti”, fa cambiare e disegnare su misura i programmi di queste scuole in riferimento a quelle aziende clienti della Management Education, così escono dalle business school profili di neo leader che tornano a lavo- rare nelle aziende che hanno finanziato la propria formazione, ma anche altri. Chi durante la crisi ha investito sulla propria carriera e si è ben guardato intorno, oggi punta a un ruolo nel top management delle aziende in crescita. Ecco perché nelle ricerche dei media, le aziende che hanno più appeal per chi ha finito un Mba sono Nike, Target e Gap, e LVMH, Tiffany, Prada e Porsche. Capi di azienda, diplomati con un Mba, hanno provato a spiegare questa nuova tendenza al Business Week di qualche settimana addietro: “Ci sono ruoli di primo piano nel retail per i general manager e per gli imprenditori, che possono essere dei leader creativi e capaci di analisi economica e finanziaria, nello stesso tempo”, sostiene Matt Kaness, executive director di Urban Outfitters dal 2007, con un Mba conseguito alla Darden University a Charlotteville. Matt Kaness, dice di portare avanti il proprio ruolo maturando tutte quelle conoscenze studiate nel corso del suo Mba: “Faccio tesoro ogni giorno di quanto ho imparato su come leggere lo sviluppo dell’e-commerce, e sull’uso delle nuove tecnologie per analizzare tutti i dati e fattori di cambiamenti, è un set di competenze che l’Mba sa sviluppare per raffor- Trovare lavoro nel retail in US L’Huffington Post inaugura un servizio di recruitment in collaborazione con Simply Hired, società internazionale per la ricerca di lavoro, che agisce attraverso un potente motore di ricerca online, per individuare i posti disponibili nei vari settori. La grafica dell’Huffington Post descrive bene la quantità di posti di lavoro disponibili in tempo reale: nelle grandi provette dalle quali attingere opportunità, al primo posto gli impieghi nell’ambito della sanità e la cura delle persone, e al secondo proprio il retail. Seguono l’ambito alberghiero, manifatturiero, tecnologia ed education. Il numero dei posti di lavoro disponibili nel commercio al dettaglio oscilla intorno a quota 240mila-250mila, rilevati mese per mese. Dagli incarichi di rappresentante vendite, addetti ai reparti di grandi store, alle posizioni senior nel management della Kellogg Company, o nelle risorse umane di importanti aziende statunitensi. Il mercato americano, che registra l’8.2% di tasso di disoccupazione, ha ricominciato a passo lento a vedere emergere nel mercato nuovi posti di lavoro a partire dalla primavera 2012, lo scorso luglio sono stati registrati 80mila nuovi posti di lavoro. La grande distribuzione sta offrendo in questa ripresa buone opportunità per persone che abbiano una formazione nel settore. Per avviare la ricerca ci può collegare al sito dell’Huffington Post dedicato a questa iniziativa http://www.huffingtonpost.com/ news/opportunity-working/ O direttamente a Simply Hired retail https://www.simplyhired.com/a/jobs/ LO list/q-retail. zare la leadership”. Il metodo di partire sempre dai case study, ha fatto sì che chi ha studiato nelle business school anche durante la crisi, ha potuto esaminare degli scenari che erano aggiornati e riempiti di attualità, l’analisi del mercato, le responsabilità di certe scelte sbagliate, il mancato controllo del team, la scelta di leader spregiudicati, sono stati argomenti al cuore dei corsi di management. Ecco che settori come il lusso, le tecnologie vendute nella grande distribuzione, fanno tesoro di competenze più rigorose, e con elementi di maggiore innovazione, rispetto al passato. (VHPSLGDOO·(XURSD La spinta del mercato americano, nella specializzazione degli store e nella costruzione di equipe di leader di nuova generazione con competenze specifiche e una maggiore responsabilità, pare sia arrivata anche in Europa. I master in Retail e Luxury retail, vivono una nuova stagione di prosperità. In particolare quelli che sono legati a un network florido di aziende del settore come il Master in Service Management e Retail dell’Università di Lund, in Svezia, o in Retail Management and Marketing alla Kingston University di Londra, e i master in management nel regno del Luxury retail, all’Università di Monaco, a Montecarlo. Uno degli esperti mondiali del settore, Jean-Noël Kapferer, insegna a Parigi a HEC business school nel programma Executive Mba in un corso sul Luxury management parte integrante della formazione manageriale. Kapferer ha pubblicato un’opera che è considerata la bibbia nel settore (“The Luxury Strategy: Break the Rules of Marketing to Build Luxury Brands”) oggi esprime i suoi dubbi su un modo di fare marketing che reputa superato: “Il lusso è un settore davvero serio, che ha proprie regole e specifici principi manageriali. Ci sono molte concezioni ormai da dimenticare, perché il marketing classico non funziona nel lusso. Oggi sempre meno. Applicando le regole di dieci anni fa si può uccidere un marchio, proprio come Ford ha ucciso Jaguar”. • 8 ottobre 2012 49 I N D U S T R I A *LRFDWWROLODVLFXUH]]D FRPSHWHDQFKHDOUHWDLO Il nuovo quadro giuridico europeo, che si completerà a luglio 2013, estende per la prima volta la filiera delle responsabilità di Patrick Fontana MENO, MA PIÙ BELLI Fino a tutto il 2010 i giocattoli a minor valore unitario -con un prezzo finale inferiore ai 15 euro- fungevano da referenze anti crisi del settore. Non è più così: ancora per tutto il primo semestre 2012 si registra un calo delle vendite principalmente nella gdo e il giocattolo torna a essere un bene acquistato sempre meno d’impulso, ma per il quale ci si rende disponibili a una spesa maggiore. Il mercato segnala un aumento del prezzo medio di acquisto di 4 punti percentuali, pur nel contesto peculiare della crisi delle famiglie. In termini di pezzi venduti il calo è di quasi sette punti. Il valore complessivo del mercato italiano si colloca attorno ai 1.700 milioni di euro. 6 i fa presto a dire giocattoli? Forse no, oppure non ancora, se è vero che il Toys Industries of Europe (Tie), l’associazione che raggruppa i produttori europei di giocattoli, ha programmato per il 2012 incontri pubblici in ben dieci Paesi, fra cui l’Italia, per informare dal vivo e aiutare tutti gli operatori economici a comprendere e applicare correttamente le nuove disposizioni normative comunitarie in tema giocattolo. La nuova direttiva UE di riferimento si propone di tutelare al meglio i 78 milioni di bambini che vivono sul suo territorio. La stessa Assogiocattoli italiana negli ultimi mesi è stata in attività costante per supportare il settore con interventi formativi ad hoc. La sola Guardia di Finanza nel primo anno di entrata in vigore parziale della legge europea ha incrementato di circa quattro milioni di ulteriori unità sequestrate (per un valore di mercato superiore ai 31 milioni di euro) il flusso di giocattoli tolti dal mercato perché non conformi alla sicurezza 50 8 ottobre 2012 richiesta. Due le finestre temporali previste per lo start: quella già operativa del luglio 2011 relativa ai requisiti fisico-meccanici ed elettrici; e quella del luglio 2013 che, con l’estensione ai requisiti chimici, completerà il quadro. Va dunque a terminare il periodo di transizione che ha visto presenti sul mercato i “vecchi” giocattoli disciplinati dal Dlgs 313 del 1991 e i “nuovi” giocattoli conformi alla D.2009/48/CE. &RVDFDPELDSHUODGLVWULEX]LRQH" Viene ampliato il concetto di categoria (l’insieme dei prodotti concepiti e destinati a finalità ludiche per persone under 14), includendo una serie di prodotti che prima ne erano esclusi. Esiste ancora un elenco di eccezioni nei quali trovano posto, per esempio, modelli da collezione in scala e attrezzature quali freccette a punta metallica e pattini a rotelle. Ma il punto fondamentale del nuovo quadro giuridico è senz’altro da considerare nel puntuale allargamento delle responsabilità, che coinvolge l’intera filiera d’immissione dei giocattoli nel mercato e che chiama in causa per la prima volta anche i negozianti, compresi quelli meno specializzati della gdo, soliti a utilizzare il comparto con funzioni tattiche promozionali. Il retailer è chiamato ad agire “con diligenza nell’esercizio della sua attività” (all’atto degli acquisti e nelle verifiche precedenti la commercializzazione): ha l’obbligo di non immettere prodotti pericolosi, dei quali avrebbe dovuto conoscerne la pericolosità sia in base alle informazioni in suo possesso, sia in base alla sua qualità di operatore professionale. Sul versante dei controlli è tenuto a conservare e fornire la documentazione idonea a rintracciare l’origine dei prodotti fino a un periodo di 10 anni dal momento della cessione al consumatore. Su prodotti o imballaggi potranno anche essere riportati marchi di sicurezza privati volontari, che daranno visibilità a controlli certificati da enti indipendenti. • 6° CONSUMER & RETAIL SUMMIT VERSO UN NUOVO RETAIL TRA INNOVAZIONE E COMPETITIVITÀ: I PARADIGMI PER LA CRESCITA MILANO, 10 OTTOBRE 2012 (ORE 8.30 -17.00) SEDE GRUPPO 24 ORE - VIA MONTE ROSA, 91 In collaborazione con: INTERVENGONO Imanuel Baharier VeriFone Italia Marina Bassi Business Media Gruppo 24 ORE Anna Bertolini Business Media Gruppo 24 ORE Lamberto Biscarini The Boston Consulting Group Daniele Bragaglia Eridania Italia Matteo Cascinari Blomming Roberto Chieppa Prénatal Angelo d’Imporzano Accenture Alessandro Diana Accenture Maurizio Distefano Warner Bros. Consumer Products Andrea Dodi Gabbiano Vincenzo Fiore Auriga Patrick Fontana Business Media Gruppo 24 ORE Massimo Fubini ContactLab Francesco Fumelli SCS Consulting Jean-Pierre Giannetti MicroStrategy Manuela Giola WE Licensing Vincenzo Grassi PwC Boris Hageney Groupon Andrea Illy illycaffè Sami Kahale Procter & Gamble Italia Cristina Lazzati Business Media Gruppo 24 ORE Mattia Losi Business Media Gruppo 24 ORE Lucio Morini Gabbiano Lars Petersson Ikea Italia Francesco Pugliese Conad Vittorio Radice La Rinascente Enrico Sacchi Business Media Gruppo 24 ORE Angel Sanchez Conserve Italia Fabio Sordi Auchan Italia Ugo Stella Business Media Gruppo 24 ORE Davide Surace Euronics Italia Giuseppe Tamola Zalando Italia Vincenzo Tassinari Coop Italia Luca Torre Ambers&Co Capital Microfinanzas Rosario Trefiletti Federconsumatori Giuseppe Tripoli Ministero dello Sviluppo Economico Mariano Tudela Checkpoint Systems Alessandro Zanotti Accenture MAIN SPONSOR: SPONSOR UFFICIALI: SPONSOR: EXHIBITOR: La partecipazione all’evento è libera e gratuita fino ad esaurimento posti. Per informazioni e iscrizioni: www.formazione.ilsole24ore.com/retail2012 Servizio Clienti Tel. 02 5660.1887 Fax 02 7004.8601 [email protected] Il Sole 24 ORE Formazione ed Eventi Milano - via Monte Rosa, 91 Roma - piazza dell’Indipendenza, 23 b/c ORGANIZZAZIONE CON SISTEMA DI QUALITÀ CERTIFICATO ISO 9001:2008 S E R V I Z I =DODQGRFUHVFLWDVSULQW VXOO·RQGDGHOVHUYL]LR L’e-retailer di scarpe e abbigliamento è presente in dieci Paesi europei, tra cui l’Italia. Consegna e reso sono sempre gratuiti di Enrico Sacchi $ ssortimento, servizio e prezzo sono fattori comuni a molti ecommerce di successo, a cui si associa una sapiente presenza sui canali social e la “pubblicità” spontanea grazie al passaparola. Non fa eccezione a questa regola Zalando.com, nato nel 2008 a Berlino su iniziativa di Robert Genz e David Schneider come boutique online di scarpe e abbigliamento, a cui si sono aggiunti attrezzature sportive e accessori moda; il sito è presente attualmente in una decina di paesi in Europa, tra cui l’Italia. 6HUYL]LXQLFLHGLVWLQWLYL Lo shopping su Zalando è caratterizzato da una combinazione di servizi unici e distintivi: spedizione e reso gratuiti, formula “soddisfatti o rimborsati” valida fi- Attraverso il proprio blog Appunti di Moda e i canali social, Zalando aggiorna i clienti sulle ultime tendenze in ambito moda no a 30 giorni e servizio clienti gratuito. A differenza di molti rivenditori online, Zalando vende principalmente prodotti in-season (nuove collezioni). Come ogni retailer di prodotti in-season, Zalando si adegua ai prezzi di mercato che vengono concordati con i brand. Per quanto riguarda le vecchie collezioni, il retailer ha maggiore flessibilità sul prezzo da applicare, il che si traduce in un’offerta molto ampia di promozioni. Una delle caratteristiche peculiari di Zalando è quella di offrire uno dei più vasti assortimenti disponibili online, con prodotti per tutte le fasce di prezzo e per tutti i gusti, nel rispetto di uno standard di qualità. Contrariamente agli altri negozi in rete, da Zalando non c’è un valore minimo di spesa. Non importa se la scarpa costa 9€ o 99€, la spedizione è sempre gratuita. ZALANDO.COM, ALCUNI NUMERI CHIAVE 30mila paia di scarpe vendute ogni giorno in tutta Europa 100mila articoli in assortimento, tra scarpe, accessori e abbigliamento uomo/donna e bambino 1 milione di visitatori al giorno 100 milioni il fatturato mensile 1 miliardo e 300 milioni di euro la previsione di chiusura per il 2012 a livello di gruppo 1° negozio online in Europa per fatturato (VSHULHQ]DG·DFTXLVWR Nonostante Zalando sia nato meno di quattro anni fa è diventato uno dei brand di e-commerce più conosciuti: in Germania l’awareness è superiore al 96%. Nello scorso giugno a Barcellona si è aggiudicato la medaglia d’oro per la categoria “Cross Border Webshop of Europe” nell’ambito dell’E-Commerce Summit. Esemplificativa la motivazione della giuria: “Con Zalando i clienti di ogni mercato di riferimento si sentono come se stessero acquistando su uno shop locale. Zalando svolge ricerche accurate e si adatta al mercato sotto diverse prospettive, incluse modalità di pagamento, consegna e marketing. Le performance in termini di branding sono eccellenti. Inoltre, hanno un forte senso d’impresa e mostrano grande determinazione quando entrano in nuovi mercati”. Zalando si distingue, inoltre, per un elevato livello di competenza nell’online marketing, caratterizzato da un approccio multicanale. Accattivante lo spot tv “Urla di piacere”, in onda a settembre, che mette in scena un’improbabile rapina in banca, al culmine della quale irrompe il fattorino Zalando. • 8 ottobre 2012 53 P R O D O T T I E I M P R E S E ,QIRUPD]LRQHFRPPHUFLDOH +P3LVFRPSOHWDLOUHVW\OLQJGHOODOLQHD9LYLVDQR 1XRYRORRNSHUL9LYLVDQR0HQRJUDVVLFRQ6RLDH0HQRGLJUDVVLFRQIDULQDGL5LVR UHIHUHQ]HFRQFXLVLFRPSOHWDLOUHVW\OLQJGHOODJDPPD9LYLVDQRFRPSUHQVLYDGLSURGRWWL GROFLDUL HVSUHVVDPHQWH SHQVDWL SHU L FRQVXPDWRUL DWWHQWL DOOD SURSULD DOLPHQWD]LRQH /D SULPDYDQWDXQSURILORQXWUL]LRQDOHSUHJLDWRROWUHDGXQFRQWHQXWRLQJUDVVLLQIHULRUHGHO ULVSHWWRDOODPHGLDGHLIUROOLQLSLYHQGXWLODVHFRQGDVLGLVWLQJXHSHULOGLJUDVVL VDWXULLQPHQRULVSHWWRDOODPHGLDGHLIUROOLQLEHVWVHOOHUPDDQFKHSHUO¶DOWDGLJHULELOLWj/D QXRYD YHVWH JUDILFD GHOOD OLQHD FRQIHULVFH DL SDFN PDJJLRUL FRQWHQXWL LQIRUPDWLYL TXDQWR D FDUDWWHULVWLFKH H EHQHILW 8Q¶DOWUD QRYLWj ULOHYDQWH FRQVLVWH QHOOD VXGGLYLVLRQH GHJOL LWHP 9LYLVDQR LQ SHUFRUVLGDFROD]LRQH±³(TXLOLEULR´³&XRUH´³/HJJHUH]]D´HG³(QHUJLD´±VHJPHQWDQGROLLQIXQ]LRQHGHOOH VSHFLILFKHHVLJHQ]HGLEHQHVVHUH .Y\WWV7LKVU$&26VFHOWD 4PSH1XRYRFRQFRUVR0LODSHU GD)$2FRPHLPSUHVDPRGHOOR YLQFHUHVRJJLRUQLLQ$OWR$GLJH 8QHVHPSLRGDVHJXLUHLQDPELWRDJURLQGXVWULDOH FRVu q VWDWD GHILQLWD OD $&26 ± UHDOWj IDFHQWH SDUWH GHO *UXSSR 3HGRQ ± GD SDUWH GHOOD )$2 1HO FRUVR GHOO¶XOWLPD ULXQLRQH GHO &RPPLWWHH 2Q :RUOG )RRG 6HFXULW\ 5RPD OXJOLR ± LQ FXL VL VRQR SUHVHQWDWH OH EHVW SUDFWLFH SHU SURPXRYHUHODVLFXUH]]DDOLPHQWDUHHFRPEDWWHUH OD PDOQXWUL]LRQH ± q VWDWR SDUWLFRODUPHQWH DSSUH]]DWR TXDQWR IDWWR ILQRUD GDOO¶D]LHQGD LQ $IULFD $WWLYD QHO VHWWRUH GHL OHJXPL FRQ SURSUL VWDELOLPHQWL LQ &LQD $UJHQWLQD H GDO (WLRSLD$&26 SXQWD VXOOR VYLOXSSR GL XQ QXRYRPRGHOORDJURLQGXVWULDOHHFRQRPLFDPHQWH VRVWHQLELOH H VRFLDOPHQWH UHVSRQVDELOH XQ VLVWHPD FKH SHUPHWWH D PLJOLDLD GL IDPLJOLH ORFDOL GL DFFHGHUH DOOH ULVRUVH QDWXUDOL WUDUQH VRVWHQWDPHQWR PLJOLRUDUH OH SURSULH FRQGL]LRQL GLYLWD /R\RJXUWKDSLJXVWR«VHWLUHJDODXQDYDFDQ]DGLTXDOLWj,O VHWWHPEUHqSDUWLWRLOQXRYRFRQFRUVR³9LQFLLOPRQGR0LOD´ FKH PHWWH LQ SDOLR VRJJLRUQL GL XQD VHWWLPDQD QHL SUHVWLJLRVL DJULWXULVPL*DOOR5RVVRDOWRDWHVLQL ,OPHFFDQLVPRqVHPSOLFHEDVWDDFTXLVWDUHOR\RJXUWLQWHUR0LOD QHOOHFRQIH]LRQLGDRGDSH]]LFRPSLODUHHVSHGLUHLOWDJOLDQGR FRQWHQXWR DOO¶LQWHUQR HG DWWHQGHUH L ULVXOWDWL GHOO¶HVWUD]LRQH VHWWLPDQDOH GL VRJJLRUQL SHU XQ¶LQWHUD IDPLJOLD OH YLQFLWH YHQJRQRFRPXQLFDWHVXOVLWRZZZPLODLWHWUDPLWHUDFFRPDQGDWD /D QDWXUD D SRUWDWD GL PDQR L IRUWXQDWL HVWUDWWL SRWUDQQR YHGHUH G R Y H H FRPH QDVFH LO SUHJLDWR ODWWH 0LOD VHJXLUH GD YLFLQR LO ODYRURGHLFRQWDGLQL H VSHULPHQWDUH GDO YLYR O¶DWPRVIHUD SXUD H LQFRQWDPLQDWD GHLPDVLVXGWLUROHVL +L5PNYPZQXRYDOLQHDGLDFHWLEDOVDPLFL«HXQNHWFKXS $&DUSLQHOFXRUHGHOOD]RQDGLSURGX]LRQHWLSLFDQDVFHXQHFFHOOHQ]DWXWWDLWDOLDQDFKHGHOL]LDLSDODWL GHLSLUDIILQDWLJRXUPHW(¶O¶$FHWR%DOVDPLFRGL0RGHQD,*3GL'H1LJULVRJJLSUHVHQWDWRLQXQD QXRYDJDPPDGLUHIHUHQ]HFODVVLILFDWHLQEDVHDOODSHUFHQWXDOHGLPRVWRG¶XYDDFXLVLDJJLXQJHOD YDULDQWH %LR H O¶$FHWR %DOVDPLFR ,QYHFFKLDWR DQQL ³3L PRVWR SL JXVWR´ TXHVWD OD KHDGOLQH GHOOD FDPSDJQDVWDPSDGHGLFDWDDOODOLQHDFRQWHVWLPRQLDOG¶HFFH]LRQHORFKHI*LDQIUDQFR9LVVDQLFKHPHWWH LQULVDOWROHVSHFLILFKHFDUDWWHULVWLFKHGLFLDVFXQDSURGRWWRHGLVXJJHULPHQWLSHUVFHJOLHUHO¶DFHWRJLXVWR SHURJQLSLDWWR3HULSLDWWLIUHGGLULVXOWDSHUIHWWRO $FHWR%DOVDPLFRGL0RGHQD,*3$TXLOD%URQ]RFRQXQD SHUFHQWXDOHGLPRVWRGHOFKHHVDOWDLOPRQGRGHOOHLQVDODWHPHQWUHSHULSLDWWLFDOGLLOPRVWRG XYD GLYHQWDLOSULPRLQJUHGLHQWHYDORUL]]DQGRLOFRQWUDVWRDJURGROFH2JQLERWWLJOLDHYLGHQ]LDFKLDUDPHQWHOD ILQDOLWjG¶XVRJUD]LHDQFKHDOOHGHFOLQD]LRQLGHOVLPERORVWRULFRGHOODFDVDSURGXWWULFHO¶$TXLODELDQFD GLPRVWRG XYDEURQ]RRURSODWLQR 8Q¶XOWHULRUH QRYLWj ODQFLDWD UHFHQWHPHQWH GD 'H 1LJULV q LO SULPR .HWFKXS DOO¶$FHWR %DOVDPLFR FKH SURPHWWHGLIDUHEUHFFLDQHOOHDELWXGLQLGLFRQVXPRGHJOLLWDOLDQLXQ¶LQHGLWDFRPELQD]LRQHGLJXVWL GDSURGRWWRLWDOLDQRHGLQOLQHDFRQOHQXRYHWHQGHQ]HIRRG S E R V I Z I %RUVD0HUFLIDUHWH FRQOHLPSUHVH di Barbara Trigari target sono i distributori dei beni di largo consumo: chi possiede catene di pdv e chi gestisce le piattaforme distributive, i Cedi, dai quali la distribuzione organizzata acquista le merci. “Il sistema non coinvolge la formazione del prezzo e non è una forma di mediazione commerciale, prosegue Lazzarotto, semplicemente confronta i listini pubblici dei Cedi, come in un magazzino virtuale, e procede all’acquisto al prezzo migliore, pagando immediatamente”. Per il negoziante significa acquistare in promozione dai distributori l’80% delle volte, senza sottostare a vincoli contrattuali, quindi disporre di un risparmio nell’ordine del 20% a costi di gestione già detratti: rimane spazio per abbassare i prezzi alla vendita senza ridurre, anzi aumentando, i margini. Per ora i prodotti coinvolti sono quelli grocery per semplicità di gestione rispetto a freschi e freschissimi, ma il sistema è facilmente adattabile ad altri ambiti, in particolare al non food. Confronta i listini pubblici dei Cedi e acquista al prezzo migliore $ cquistare a prezzo più basso, per aumentare i margini o ridurre i prezzi al consumo, è rilevante per la gestione di qualsiasi impresa di distribuzione, e per poterlo fare bisognerebbe confrontare i listini di tutti gli operatori, per poi procedere subito all’acquisto più conveniente. Un po’ come avviene in rete con i voli aerei. A realizzarlo è Borsa Merci (BM), progetto sviluppato da Unindustria in partnership con Warrant Group e cofinanziato dalla Camera di Commercio di Roma. “Borsa Merci, spiega Francesco Lazzarotto, responsabile progetti speciali di Warrant Group e consulente per il progetto, opera come la casalinga che fa la spesa al mercato, da cui il nome: confronta le bancarelle, e poi sceglie quella più conveniente, a parità di qualità”. Il &RQWUDWWRGLUHWH È il passo successivo che permette la concreta attuazione del progetto, previ- BORSA MERCI - LO SCHEMA FINANZIARIO La tempistica, dall’ordine al pagamento Distributori beni di largo consumo 2 Acquisto Nascita di un credito da BM a OGDO BORSA MERCI 4 Pagamento credito Operatori grande distribuzione organizzata 1 Ordine 3 Consegna t t 0 t1 t2 t3 Fonte: Borsa Merci sta entro fine anno: un contratto di rete aperto, stipulato tra i soggetti fondatori di BM (una sorta di consorzio tra professionisti con competenze complementari) e gli operatori della distribuzione che vi aderiscono (commercianti). I distributori non sono coinvolti se non nella condivisione (che già avviene) dei listini, e nemmeno l’industria che negozia autonomamente i propri contratti. Entreranno in gioco invece gli istituti di credito per sostenere gli operatori della d.o. con un sistema che anticipi il denaro per i pagamenti, suddivida equamente i costi del finanziamento e allo stesso tempo vagli l’affidabilità (creditizia e settoriale) delle aziende che accedono alla rete. A BM tocca una percentuale fissa o in base ai volumi di acquisto. &LUFRORYLUWXRVR Una volta a regime su scala nazionale, BM porterà vantaggi ai medi e piccoli operatori, che potrebbero contare su benchmarck di settore e competere realmente con la gdo abbassando i prezzi al consumo, grazie ai risparmi lato acquisti. L’industria a sua volta potrebbe essere spinta a rivedere i contratti con i distributori verso una maggiore razionalizzazione. “Al momento il progetto riguarda il Lazio -prosegue Lazzarotto- e non gestisce la qualità, ma abbiamo avuto manifestazioni di interesse da parte di Unindustria per l’applicazione a livello nazionale e su articoli come carburanti, tessile e moda. Quindi siamo in cerca di adesioni per dare una chiara definizione operativa al progetto entro l’anno”. Non sarà necessario aderire immediatamente, perché per definizione BM ha una struttura aperta e presumibilmente si evolverà in base alle richieste e alle necessità degli operatori che decideranno di dagli fiducia. • 8 ottobre 2012 55 C U L T U R E _ opinione *HRVRFLDOEXVLQHVV QXRYRSDUDGLJPDGHOOD5HWH Massimo Giordani, Ceo della Digital Agency Time & Mind, direttore di Popai Digital ' ai primi anni del 2000, quando il Web prese la strada della condivisione e del cosiddetto “2.0”, molte cose sono cambiate. È cambiato il contesto economico, ma anche quello socio-politico, in tutto il mondo. In questo scenario, la tecnologia ha svolto un ruolo di assoluta rilevanza ponendo le basi infrastrutturali di eventi che hanno realmente cambiato gli assetti di interi paesi. Si pensi all’elezione del primo presidente nero degli Stati Uniti, per la quale, certamente, il Web ha avuto un ruolo fondamentale (e lo avrà ancor più nelle prossime elezioni). Oppure alla primavera araba, dove i social network sono stati il veicolo indispensabile dei vari movimenti di protesta. Oggi, stiamo vivendo una fase dove l’evoluzione del Web passa dal suo utilizzo in mobilità. La quantità di tempo dedicata alla navigazione online attraverso smartphone e tablet sta per superare quella riservata ai computer tradizionali. Le principali società di ricerca hanno invidividuato nel 2014 l’anno del sorpasso. 56 8 ottobre 2012 Non si tratta solamente di un cambiamento del dispositivo utilizzato per accedere alla rete, la connessione in mobilità comporta un mutamento profondo delle possibilità di utilizzo della Rete in senso ampio. Il concetto di “cloud computing”, la “nuvola” nella quale tutti possono scambiare e depositare informazioni sfruttando una rete diffusa di server, è ormai entrato nel linguaggio comune e, soprattutto, nell’uso quotidiano, a volte inconsapevole, di milioni di utenti. Fra le tante opportunità offerte dalla tecnologia ve n’è una che sta cambiando profondamente il rapporto fra la sfera digitale e il mondo fisico: la geolocalizzazione. L’introduzione nei dispositivi mobili di microprocessori dedicati alla gestione del segnale GPS (Global Positioning System), gli stessi utilizzati nei navigatori satellitari, ha aperto scenari di straordinaria rilevanza. Oltre all’integrazione delle funzioni di navigazione satellitare direttamente negli smartphone, la funzione di geolocalizzazione ha consentito lo sviluppo di una serie innumerevole di applicazioni capaci di offrire servizi altrimenti impossibili da ottenere. Si pensi alla “realtà aumentata” che consente di sovrapporre informazioni digitali alle immagini del mondo fisico (l’esempio classico è quello del turista che vuole avere informazioni, per esempio, su un monumento o sui mezzi di trasporto presenti nel luogo in cui si trova in quel preciso istante). Oltre a queste applicazioni, che potrebbero apparire sicuramente utili ma non particolarmente rivoluzionarie dal punto di vista business, si stanno affermando funzionalità che integrano la geolocalizzazione con aspetti di tipo commerciale. E qui le opportunità si dispiegano a ventaglio. I Location Based Services (LBS) hanno già trovato in piattaforme come Foursquare, Google+ local o Facebook places, gli spazi dove essere applicati anche dal punto di vista commerciale. Molte aziende hanno imparato che essere presenti sui geo-socialnetwork può davvero portare nuovi clienti nel punto vendita e innescare il processo del passaparola attraverso il “check-in”. Vodafone, per esempio, ha utilizzato Foursquare per regalare promozioni a chi faceva il check-in nei negozi convenzionati. Discorso analogo per McDonald’s che ha sviluppato una campagna dove, comprando un sandwich e facendo l’immancabile check-in, si riceveva una bibita in omaggio. Sono però le realtà più piccole a poter trarre i benefici maggiori. Bar, ristoranti, alberghi, attività commerciali in genere, tutti hanno la concreta possibilità di attivare logiche di geo-socialmarketing. È chiaro che occorre passare dalla fase pionieristica di questa nuova modalità di marketing, fondata soprattutto sulla curiosità e sull’interesse personale, a un livello più strutturato, pienamente integrato con le altre iniziative aziendali on e off-line. Anche gli utenti in mobilità del Web devono evolversi e imparare a cogliere, oltreché l’aspetto più ludico della rete, anche le opportunità di business. L’era del geo-socialbusiness è iniziata. funzionalità di tipo “geo” si integrano con aspetti commerciali • libri _ C U L T U R E VITE CHE NON POSSIAMO PERMETTERCI di Zygmunt Bauman Laterza pagine 234, € 9,50 /DVRFLHWjOLTXLGD HLVXRLGDQQL SLXWWRVWRFRQVLVWHQWL di Gennaro Fucile = ygmunt Bauman è uno dei sociologi viventi più influenti di questi primi anni del nostro giovane secolo. Nel suo lavoro ha scandagliato tutti i grandi temi della modernità e della postmodernità, dalle nuove povertà nel mondo della globalizzazione al percorso dell’identità nella contemporaneità. Riflessioni sempre esposte pacatamente, con grande chiarezza e altrettanta fermezza, perché, occorre premetterlo, Bauman è un critico radicale dell’esistente. È un autore anche molto prolifico, ma questa sua ennesima uscita giunge a proposito, perché risulta particolarmente adatta a chi si accosta per la prima volta alla lettura del suo pensiero. Una sorta di visita guidata al pensiero di Bauman resa possibile dalla forma stessa del testo, non redatto come un saggio, ma articolato in una serie di otto conversazioni con la giornalista e docente universitaria Citlali Rovirosa-Madrazo. Una scelta indovinata, perché rende possibile seguire una miriade di ragionamenti, di divagazioni, di rimandi (anche alla bibliografia dell’autore) intorno a tutte le questioni di più scottante attualità, ripercorse nel loro evolversi, individuandone le cause e analizzandone gli effetti sulla vita di ognuno di noi. A iniziare dalla grande crisi finanziaria nella quale siamo tuttora immersi, prova paradossale dello straordinario successo delle banche e non del loro fallimento, secondo Bauman, poiché il fine ultimo dell’offerta di credito è “creare ed espandere il bisogno di credito” e dunque ecco che il successo consiste nell’avere trasformato “ una stragrande maggioranza di uomini e donne, vecchi e giovani, in una razza di debitori”. Oltre alla cosiddetta crisi del credito la prima parte del volume prende in esame le profonde mutazioni intervenute nella forma dello Stato-nazione e il decadimento del Welfare, causate entrambe dalla “transizione da una società di produttori a una società di consumatori”, dovute al liquefarsi delle istituzioni della modernità. 8QPRQGRLQPXWD]LRQH Nella seconda parte del libro vengono in primo piano le ripercussioni nella vita degli uomini della società liquida (la celebre metafora dello stesso Bauman), dove i cittadini sono diventati clienti, i passeggeri e i pazienti sono diventati utenti e la povertà è una disfunzione patologica del povero e non un’ingiustizia sociale, frutto di una disfunzione strutturale. In questo scenario si modifica l’etica, cambia il ruolo della scienza, quello dello Stato e della Chiesa, si ridistribuiscono le funzioni di controllo, si ri-attiva in modo inedito il binomio controllo/paura, si prefigura una centralità della biotecnologia capace di sorpassare scenari fino a oggi (anzi a ieri) ad appannaggio della fantascienza e si mortifica il sentimento dell’amore, passato dall’essere “affine alla trascendenza […] solo un altro nome per l’impulso creativo […] gravido di rischi come lo sono tutti i processi creativi di cui non si è mai certi di quale sarà l’esito”, all’avere le stesse dinamiche dello shopping. Bauman cita Emily Dubberley, autrice di “Brief Encounters: The Women’s Guide to Casual Sex”. La Dubberley segnala che ormai procurasi sesso è “come ordinare una pizza […] Ora puoi collegarti a Internet e ordinare dei genitali”. Si è premesso che Bauman è un critico radicale dello stato di cose presenti. Un’ultima conferma ci viene proprio da Rovirosa-Madrazo che al termine delle loro conversazioni dice di lui: “Se si potessero paragonare le teorie sociali o i teorici della sociologia a utensili da cucina, Zygmunt Bauman sarebbe sicuramente uno dei coltelli più taglienti”. • 8 ottobre 2012 57 N O M I numero 32 - 8 ottobre 2012 www.gdoweek.it - www.gdoweektv.it Aimia 16, Almaverde Bio 43, Amazon 28/48, Andid DIRETTORE RESPONSABILE: Mattia Losi 37, Api 16, Apple 48, Arena Holding 40, Assogiocattoli 50, Auchan 16, Autogril 19/20, Avanzi 31, Ballarini 37, Balocco 14, Balocco Alberto 14, Barilla 35, Barnes & Noble 48, Bauman Zygmunt 57, Benent AREA RETAIL VICEDIRETTORE: Cristina Lazzati REDAZIONE: Ugo Stella (Caporedattore), Gennaro Fucile (Vicecaporedattore), Marina Bassi (Caposervizio), Gino Pagliuca, Enrico Sacchi (Caposervizio) Patrick Fontana (Vicecaporedattore), Francesco Oldani (Vicecaposervizio), Anna Bertolini, Roberto Pacifico 55, Carrefour 25, Censis 8/9, Coldiretti 8, Conad 30, UFFICIO GRAFICO: Elisabetta Delfini (coordinatore), Walter Tinelli, Mauro Ballocchi, Elisabetta Buda, Patrizia Cavallotti, Elena Fusari, Laura Itolli, Cristina Negri, Diego Poletti, Luca Rovelli Conad Adriatico 26, Conbipel 20, Coop 30, Cucinotta SEGRETERIA DI REDAZIONE: Donatella Cavallo, Rita Galimberti, Paola Melis [email protected] 12, Blockbuster 25, Camera di Commercio di Roma Maria Grazia 32, Dell’Oro Cristina 33, Deloitte 24/25, Diana Gianluigi 33, Dico 12, Dinis Abilio Dos Santos 25, Edizioni Laterza 57, Euro RSCG Milano 33, Expert 31, Fashion District 23, Fidenza Village 23, Fileni 40, Fileni Roberta 40, Fioravanti Lino 26, Gap 49, Genz Robert 53, Getulio Vargas Foundation 24, Global Blue 22, Grenier Stephane 32, Grey 33, Gruppo Campari 19/20, Gruppo Mittel 23, Ikea 31, Imaginarium 20, COLLABORATORI: Davide Bernieri, Alessandra Bonaccorsi, Laura Brivio, Marilena Colussi, Rosarita Crisafi, Luigi Dell’Olio, Massimo Giordani (Digital Agency Time & Mind) Lu.Ca, Loredana Oliva, Patrizia Pagani, Fabio Salvati, Manuela Soressi, Barbara Trigari PROGETTO GRAFICO: Elisabetta Delfini, Walter Tinelli DIRETTORE EDITORIALE BUSINESS MEDIA: Mattia Losi PROPRIETARIO ED EDITORE: Il Sole 24 ORE S.p.A. 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