CINEMA EVENTI PERFORMANCE Addio all’attrice Jean Simmons Successo per “Hope for Haiti” A Mondaino la prova dell’arco LOS ANGELES - E’ morta a 80 anni nella sua casa di Santa Monica, non lontano da Los Angeles, l’attrice Jean Simmons la cui bellezza fece girare un tempo la testa a tanti colleghi, da Kirk Douglas a Sir Laurence Olivier. Nata il 21 gennaio 1929 a Londra, aveva iniziato la carriera al cinema a 15 anni; da ragazza seguì il suo futuro marito, Stewart Granger, negli Stati Uniti dove ottenne la cittadinanza nel 1956. In 60 anni di carriera ha girato oltre 50 film, accanto ad attori del calibro di Frank Sinatra, Gregory Peck e Marlon Brando. NEW YORK - Più di 130 big di Hollywood e della musica hanno partecipato alla maratona tv senza precedenti organizzata dalla Cnn per raccogliere fondi per i terremotati di Haiti. ‘Hope for Haiti Now’, trasmessa in diretta in prima serata dai 25 maggiori network americani, è stata aperta da George Clooney, che in collegamento da Los Angeles ha donato un milione di dollari, al pari di Di Caprio. Il telethon di due ore, condotto da Haiti dall’inviato della Cnn Anderson Cooper, è stato una parata all’insegna della generosità. MONDAINO - L’Arboreto Teatro Dimora presenterà questo pomeriggio, alle 17, la prova aperta dello spettacolo “L’arco senza corda”, ovvero il suono e la danza invisibili. Il progetto, a cura di Simona Bertozzi e Luciano Bosi, vede mettere in luce le diverse prospettive che ruotano intorno alla danza e al movimento, Danza e movimento, ma anche l’aspetto “invisibile” e nascosto delle origini del gesto, la sua forza e delicatezza, la corporeità delle sensazioni. SPETTACOLI Tel. 0541.351836 - Fax 0541.29793 Email: [email protected] Il musical ha conquistato oltre un milione di spettatori in tutta Italia La brillantina travolge Rimini Domani il 105 Stadium apre le porte a “Grease” RIMINI - (l.c.) Anni Cinquanta, gonne a ruota, giubbotti di pelle, ciuffo alla Elvis, ma soprattutto brillantina, che si traduce in una sola parola: “Grease”. Una parola che evoca l’America e suoi indimenticabili divi del mondo del cinema e dello sport, Marilyn Monroe, James Dean, Joe Di Maggio, ma anche un film e uno spettacolo in grado di sprigionare energia elettrizzante. Domani sera il 105 Stadium ospiterà il musical dei record: un collage di immagini colorate ed esplosive interpretate dai talentuosi interpreti della Compagnia della Rancia, con la regia di Federica Bellone. Grease continua a confermarsi il musical dei primati, dopo aver conquistato oltre 1.300.000 spettatori in tutta Italia in più di 1000 repliche, a 12 anni dal debutto risulta essere un fenomeno senza precedenti. La storia d’amore tra Danny e Sandy, i sogni dei T-Birds e delle Pink Ladies e, soprattutto, tanto rock ’n’ roll fanno sì che Grease sia diventato sinonimo di energia pura e divertimento da non perdere. Grease nasce nel 1971, quando Jim Jacobs e Warren Casey decidono di realizzare un musical Gli attori della Compagnia della Rancia, in scena con Grease composto solo per chitarra in un teatro sperimentale di Chicago; lo chiamano “Grease” per evocare i capelli imbrillantinati, hamburger, patatine fritte e favolose automobili fuoriserie sporche e infangate: un successo diventato un “classico” in tutto il mondo, che ha visto anche la consacrazio- ne teatrale di grandi attori come John Travolta (interprete di un ruolo minore, prima di indossare il giubbotto di Danny Zuko nel celebre film) e Richard Gere. La colonna sonora di Grease è rimasta per settimane al primo posto delle classifiche in molti paesi. In Gran Bretagna “You’re The One That I Want” e “Summer Nights” sono arrivate entrambe in vetta alle classifiche e vi sono restate per anni. La canzone “Hopelessly Devoted to You”, cantata nella versione cinematografica da Olivia Newton John, ha ricevuto anche una nomination al premio Oscar per la migliore canzone originale nel 1979. In Italia il musical è arrivato nel 1997, con la prima fortunata edizione: protagonista, nel ruolo di Sandy, Lorella Cuccarini. In poco tempo Grease si afferma come il primo long running show della storia dello spettacolo in Italia e ottiene dal pubblico un consenso senza precedenti: sold out in tutti i teatri che ha toccato, ha alternato sul palco, dal suo debutto a oggi, quasi 100 artisti. La biglietteria del 105 Stadium aprirà alle 17. Buio in sala alle 21. Al Cinema Settebello una seconda proiezione del film per accontentare il pubblico “Nine”, l’ombra del capolavoro “8 1/2” “Nine”: ovvero un film tratto da un musical ispirato da un film. Il gioco di incastri rientra nell’operazione di Rob Marshall, il regista di “Chicago”, autore della versione cinematografica del musical di Broadway (libretto di Arthur Kopit e Mario Fratti e testi e musiche di Maury Yeston) acclamato nelle due versioni “on stage” con Raul Julia (1982) e con Antonio Banderas (2003), a sua volta ispirato a “8 1/2” di Federico Fellini. Proiettato venerdì sera al Cinema Settebello, in occasione dell’uscita nazionale del film, l’evento è stato l’omaggio per festeggiare il compleanno di Fellini, che avrebbe compiuto novant’anni lo scorso 20 gennaio. Il film, introdotto da Vittorio Boarini, direttore della Fondazione Fellini, ha visto una grande partecipazione da parte del pubblico, tanto che si è dovuta organizzare una seconda proiezione alle 23 per accontentare tutti i concittadini del Maestro. Sgombriamo subito il campo da inutili paragoni: “Nine” (adattato da Michael Tolkin e Anthony Minghella a cui il film è dedicato) è un progetto che cita, riprende e coinvolge l’opera felliniana, riproponendo la crisi artistica ed umana di un popolare regista (Guido Contini, interpretato dall’ottimo Daniel Day Lewis) bloccato nell’ispirazione e travolto da una girandola di affetti femminili che comprendono la Moglie Luisa (Marion Cotillard), sacrificata all’altare della fama del marito, l’Amante Carla (Penelope Cruz), la Musa Claudia, l’attrice prediletta (Nicole Kidman), senza contare la Madre (Sophia Loren), la confidente speciale (la costumista Lily interpretata da Judi Dench) e la giornalista d’assalto (una scoppiettante Kate Hudson). Un musical che non pretende di afferrare tutta la complessità del capolavoro del maestro felliniano ma solo di presentarne gli aspetti principali in una godibile “versione con canzoni”, con vari rimandi al mondo dell’illustre riminese più o meno azzeccati. In un ‘Italia anni ’60 stile “Dolce Vita” (folta presenza di italiani nel cast) riletta in chiave certo convenzionale ma funzionale, Guido non riesce a trovare uno straccio di idea per la sua ultima produzione “Italia”. Dominano invece ansie, fragilità, rimpianti e ricordi con il re- A sinistra la sala “sold out” del Settebello, in basso Vittorio Boarini, direttore della Fondazione Fellini, introduce il film (Foto Migliorini) Lewis e Marion Cotillard in Nine gista arreso davanti all’evidenza di “un film che non c’è”. Certo il film “Nine” a tratti appare meno fluido rispetto a “Chicago” per via del montaggio troppo serrato in alcuni numeri musicali (come nel corposo “Be Italian” interpretato da Fergie dei Black Eyed Peas, impegnata a rievocare il celebre carattere della Saraghina), ma diverte quel tanto che basta per soddisfare occhi (notevole fotografia di Don Beebe) e orecchie (a proposito Andrea Guerra ha firmato lo “score” musicale di sostegno ad alcune canzoni originali dello spettacolo con tre nuovi pezzi scritti per il film dall’autrice Maury Yeston) con un bel finale molto cinematografico. Cifre non proprio sostanziose al box office USA, sotto i venti milioni di dollari… Paolo Pagliarani Agli Atti “Perfavore Sing” Gli intrecci musicali di Vincenzo Vasi Il cantautore Vincenzo Vasi RIMINI – (carli) “Perfavore Sing” di Vincenzo Vasi è, come ha spiegato lo stesso artista, “un progetto per piano e voce, apparentemente semplice, con un repertorio di canzoni che va da Bruno Lauzi a Frank Zappa passando per Franco Battiato, Anna Oxa, Peter Gabriel, The Residents, Violeta Parra, David Lynch, Ella Guru e mie composizioni. In realtà è uno studio sulla voce e sulla vocalità, sui vari modi di interpretare una canzone, riarrangiarla, stravolgerla, a volte smembrarla fino a renderla irriconoscibile. Un incontro-scontro con la canzone, qualsiasi essa sia, in una sorta di piano bar postatomico. Un repertorio molto vario e sempre in movimento, che pesca nei meandri più reconditi, tenendo conto del mio bagaglio culturale e professionale, anche e soprattutto nel metodo di esecuzione scelto, cioè nella reinterpretazione, dissacrazione, rispetto, disincanto, leggerezza e improvvisazione. Così come un collaudato duo inglese che ha fatto storia, Phil Minton & Veryan Weston, io ho scelto come compagno d’avventura il pianista Giorgio Pacorig, partner perfetto e fondamentale, capace di strappare e ricucire melodie e strutture armoniche creando territori sonori unici, dove la voce può correre e saltare liberamente. Divide con me l’esperienza e il reciproco forte stimolo ad abbattere il muro di convenzioni che spesso circonda la canzone”. La regola delle “cinque w” suggerisce di dare almeno il luogo e la data: questa sera alle 21 al Teatro degli Atti. Due cose su artista, ché non è detto che tutti lo conoscano: Vincenzo Vasi, polistrumentista e compositore, è considerato uno degli artisti più eclettici nell’ambito di vari generi musicali, dalla sperimentazione elettronica sino al pop d’autore. Diversi sono gli strumenti che suona e intreccia in maniera sublime: basso, theremin, vibrafono, chitarra, ukulele, giocattoli, tastiere, flauto a tiro, kazoo, fischio da naso. Ogni strumento, a partire da una voce dall’intonazione sempre perfetta, diventa un’estensione della sua intrinseca musicalità e della sua arte ritmica. Il concerto è inserito nella programmazione di “Assalti al Cuore Off”.