FOCUS CLINICI
NAUSEA
La nausea è una sensazione sgradevole, mal definita, spesso riferita come un
vago malessere localizzato in sede epigastrica o diffuso all’addome, associato a
senso di repulsione per il cibo.
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FOCUS CLINICI
VOMITO
Il vomito è l’espulsione forzata e improvvisa del contenuto gastrico attraverso la
bocca. Si definisce conato di vomito l’atto del vomito, non seguito da emissione
di materiale gastrico. Spesso, ma non necessariamente, la nausea precede il
vomito. Il centro del vomito è localizzato nella formazione reticolare del bulbo;
qui possono giungere impulsi tramite vie nervose (vagali o somatiche), che li
convogliano da varie parti dell’organismo: stomaco, vie biliari, ureteri, peritoneo
(Fig. 1). La stimolazione meccanica del palato o dell’istmo delle fauci, la
distensione gastrica o della pelvi renale, così come l’aumento della pressione
intracranica e il mal di mare possono causare vomito.
Sono cause di vomito:
• malattie dell’apparato digerente;
• malattie infettive;
• malattie endocrinologiche;
• malattie neurologiche;
• kinetosi.
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FIGURA 1
Vomito.
(Da: McNaught e
Callander, 1972;
ridisegnata e modificata.)
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FOCUS CLINICI
DIARREA
La diarrea è l’emissione di feci liquide o semiliquide, superiore alla norma per
quantità o per numero di evacuazioni. Generalmente la quantità di feci prodotte in
condizioni normali è pari a 50-250 g/die. La presenza di eccessiva quantità di muco,
sangue o pus prende il nome di dissenteria. Ogni giorno nell’intestino tenue e nel
colon transitano circa 9 litri di liquidi, che vengono riassorbiti quasi totalmente. In
base ai meccanismi fisiopatologici, sovente combinati tra loro, le diarree vengono
distinte in:
• osmotiche: si verificano per la presenza nel lume intestinale di soluti non assorbiti
e osmoticamente attivi, che richiamano un’abnorme quantità di acqua;
• secretorie: sono caratterizzate da ipersecrezione di acqua ed elettroliti da parte
della mucosa intestinale;
• motoria: caratterizzata da accelerazione della motilità e del transito intestinale,
con riduzione del tempo di assorbimento.
Diverse sono le cause di diarrea:
• cause infettive (per esempio, colite pseudomembranosa);
• cause infiammatorie (per esempio, morbo di Crohn, colite ulcerosa);
• cause neurologiche;
• cause endocrine;
• cause psicologiche (per esempio, colon irritabile);
• abuso di lassativi.
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FOCUS CLINICI
STIPSI
La stipsi è un disturbo che viene riferito come riduzione della frequenza dell’alvo, o
come emissione di una quantità di feci inferiore al normale, o ancora come
evacuazione difficoltosa di feci di consistenza aumentata o anche soltanto come
sensazione di defecazione incompleta. Negli adulti un criterio pratico per definire
la stipsi consiste dunque nel riferirsi al ritmo evacuativo del soggetto, prima
dell’insorgenza del disturbo. Da un punto di vista oggettivo la stipsi può essere
definita come una riduzione del peso delle feci emesse giornalmente
(normalmente 50-250 g), o come allungamento del tempo di transito oroanale.
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EMORRAGIA DIGESTIVA
L’emorragia digestiva è la perdita di sangue proveniente da qualsiasi punto del tratto
gastroenterico. Si può manifestare come:
• ematemesi: vomito contenente sangue di colore rosso vivo o marrone scuro (a
“fondo di caffè”);
• melena: evacuazione di feci nerastre di odore caratteristico, prodotto finale della
degradazione del sangue a opera degli enzimi digestivi;
• ematochezia: emissione rettale di sangue rosso vivo o nerastro, più o meno misto
a feci.
L’ematemesi è sempre espressione di una lesione alta (per esempio, varici
esofagee). La melena può originare in seguito a una lesione sia alta che bassa,
mentre la ematochezia è sempre secondaria a una lesione bassa.
Le cause di emorragia digestiva sono rappresentate da:
• malattia ulcerosa: idiopatica, peptica, farmaco-indotta (35-50%);
• rottura di varici esofagee, gastriche, duodenali (5%);
• erosioni gastroduodenali: infettive, da stress, da esofagite, da sindrome di MalloryWeiss (10-20%);
• varie: tumori, malformazioni vascolari (5%).
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Sonda di Sengstachen-Blackemore
Questa sonda permette il transitorio controllo del sanguinamento delle
varici esofagee mediante emostasi meccanica. Si tratta di una sonda
nasogastrica, lungo la quale sono inseriti un palloncino che può essere
gonfiato in cavità gastrica sino ad ottenere una pressione di circa
60mmHg e un palloncino esofageo che può essere gonfiato fino a una
pressione ideale di circa 40 mmHg. La sonda viene posizionata attraverso
il naso e, una volta raggiunto lo stomaco, si provvede a gonfiare il pallone
gastrico e a retrarre la sonda sino a incontrare resistenza. Si gonfia quindi
il pallone esofageo e si fissa la sonda alla cute nasale. La metodica è
efficace nella quasi totalità dei casi di sanguinamento da varici esofagee.
La sonda dev’essere rimossa entro 24 ore dal posizionamento, per il
rischio di comparsa di ulcere da decubito. Sono comunque frequenti
recidive del sanguinamento dopo la sua rimozione.
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