AGENZIA REGIONALE DI PROTEZIONE CIVILE
Tutela della sicurezza e della salute dei
volontari della protezione civile
DPI: RIFERIMENTO NORMATIVO
E LINEE GUIDA
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
Contenuti
•
Titolo IV – D.Lgs 626/94
•
D.Lgs 475/92
•
Categorie D.P.I.
•
Certificazione CE
•
Nota informativa e Libretto d’uso e Manutenzione
•
Elementi tecnici generali dei D.P.I. di soccorso
•
Linee guida per la scelta dei D.P.I.
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
3
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
Quadro di riferimento normativo
•
Il primo elemento basilare di conoscenza dei Dispositivi di Protezione Individuale (D.P.I.) è
la conoscenza del quadro normativo di riferimento.
•
Nonostante numerosi siano stati i riferimenti normativi precedenti la questione dei D.P.I. è
stata affrontata solo di recente in modo organico da due Direttive CEE, la 89/656 e la
89/686, recepite in Italia rispettivamente dai:
Titolo IV del D.Lgs 626/94
D.Lgs 475/92
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
Quadro di riferimento normativo
Titolo IV del D.Lgs 626/94
– Introduce precisi obblighi in materia di D.P.I. sia per il datore di lavoro che per
il lavoratore.
D.Lgs 475/92
– Introduce precisi obblighi in materia di D.P.I. per il costruttore.
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
Quadro di riferimento normativo
• Sostanzialmente con le nuove Direttive europee vengono separate le
responsabilità in materia di D.P.I. tra datore di lavoro, lavoratore e costruttore che
in passato erano in Italia principalmente “appannaggio” del solo datore di lavoro.
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
OBBLIGHI FONDAMENTALI DEL DATORE DI LAVORO IN MATERIA DI
D.P.I. FISSATI DAL D.LGS 626/94 – TITOLO IV – ART. 43 DI RECEPIMENTO
DELLA DIRETTIVA 89/656 CE
A.
DEVE EFFETTUARE L’ANALISI DEI RISCHI RESIDUI PRESENTI
NELL’AMBIENTE LAVORATIVO NON ELIMINABILI CON MISURE DI
PROTEZIONE “COLLETTIVA”.
B.
DEVE SCEGLIERE D.P.I. PIÙ “ADEGUATI” AI RISCHI RESIDUI RILEVATI
DA CUI SI DEVE PROTEGGERE IL LAVORATORE IMPOSTANDO LA
SCELTA SULLA BASE DELLE INFORMAZIONI A CORREDO DEI D.P.I.
FORNITE DAL FABBRICANTE.
C.
DEVE FORNIRE AI LAVORATORI I D.P.I. SCELTI ACQUISENDOLI
CONFORMI AL D.LGS 475/92, OVVERO IN BASE AD ESSO CERTIFICATI
CE.
D.
DEVE CONTROLLARE IL CORRETTO MANTENIMENTO IN EFFICIENZA
DEI D.P.I. E VERIFICARNE IL CORRETTO IMPIEGO ACCERTANDO CHE
E.
DEVE FORNIRE AI LAVORATORI INFORMAZIONE SUI RISCHI DA CUI I
VENGANO UTILIZZATI SOLO PER GLI USI PREVISTI E FORNENDO
D.P.I. PROTEGGONO, FORMAZIONE ED EVENTUALE ADDESTRAMENTO
INFORMAZIONI SULL’USO COMPRENSIBILI PER I LAVORATORI.
ALL’USO DEGLI STESSI.
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D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
OBBLIGHI FONDAMENTALI DEL LAVORATORE IN MATERIA DI D.P.I.
FISSATI DAL D.LGS 626/94 – TITOLO IV – ART. 44 DI RECEPIMENTO
DELLA DIRETTIVA 89/656 CEE
A.
DEVE SOTTOPORSI AL PROGRAMMA DI FORMAZIONE E
ADDESTRAMENTO ORGANIZZATO DAL DATORE DI LAVORO.
B.
DEVE
UTILIZZARE
CORRETTAMENTE
I
D.P.I.
MESSI
A
DISPOSIZIONE CONFORMEMENTE ALL’INFORMAZIONE E ALLA
FORMAZIONE
RICEVUTE
ED
ALL’ADDESTRAMENTO
EVENTUALMENTE ORGANIZZATO.
C.
DEVE AVERE CURA DEI D.P.I. MESSI A DISPOSIZIONE SEGUENDO
LE PROCEDURE AZIENDALI DI RICONSEGNA E SEGNALANDO AL
DATORE DI LAVORO O DIRIGENTE EVENTUALI DIFETTI.
D.
NON DEVE APPORTARE MODIFICHE AI D.P.I. A DISPOSIZIONE DI
PROPRIA INIZIATIVA.
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D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
OBBLIGHI FONDAMENTALI DEL COSTRUTTORE IN MATERIA DI
D.P.I.FISSATI DAL D.LGS 475/92 DI RECEPIMENTO DELLA DIRETTIVA
89/686 CEE
A.
DEVE OSSERVARE NELLA COSTRUZIONE DEI D.P.I. LA RISPONDENZA
A DETERMINATI REQUISITI ESSENZIALI DI SICUREZZA (ELENCATI
NELL’ALLEGATO II AL D.LGS 475/92).
B.
DEVE DIMOSTRARE LA RISPONDENZA AI REQUISITI ESSENZIALI DEI
D.P.I.
PRODOTTI AGLI ORGANI DI CONTROLLO MEDIANTE
L’ASSOGGETTAMENTO AD UNA PROCEDURA AUTORIZZATIVA CHE
CAMBIA A SECONDA DELLA CATEGORIA DI APPARTENENZA DEL
PROPRIO PRODOTTO ALL’INTERNO DI UNA CLASSIFICAZIONE DEI
D.P.I. FORNITA DALLO STESSO DECRETO.
C.
DEVE INDICARE LA CORRISPONDENZA AI REQUISITI ESSENZIALI DEI
D.
DEVE GARANTIRE CHE I PROPRI PRODOTTI POSSEGGANO LE
D.P.I. PRODOTTI ALL’UTILIZZATORE MEDIANTE L’APPOSIZIONE
CARATTERISTICHE DA ESSO DICHIARATE IDONEE A PROTEGGERE DAI
DELLA MARCATURA “CE” SUGLI STESSI E MEDIANTE IL RILASCIO
RISCHI PER I QUALI SONO CONCEPITI E CONTINUINO A POSSEDERLE,
DELLA DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ AI REQUISITI ESSENZIALI DI
PER TUTTO IL PERIODO DELLA VITA UTILE, INDICATO NELLA
SICUREZZA.
OBBLIGATORIA
NOTA
INFORMATIVA
O
LIBRETTO
D’USO
E
MANUTENZIONE.
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D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
Obblighi del costruttore
• Il Decreto 475/92 stabilisce, inoltre, il principio che il rispetto di euronorme
armonizzate tecniche (EN) di riferimento nella costruzione dei D.P.I. - o in
mancanza di queste di norme nazionali di prodotto - dà ai D.P.I. in base ad esse
realizzati la presunzione automatica di rispetto dei requisiti essenziali di sicurezza.
• Oggi le euronorme armonizzate, pur essendo volontarie, sono difficilmente
ignorabili da parte dei costruttori.
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
Decreto L.gs 475/92
•
Il decreto legislativo suddivide infine i D.P.I. in tre categorie e Per ogni categoria stabilisce
differenti procedure di certificazione:
la prima categoria riguarda “...i D.P.I. di progettazione semplice destinati a salvaguardare la
persona da rischi di danni fisici di lieve entità...“;
la seconda categoria comprende “...i D.P.I. che non rientrano nelle altre due categorie...”;
la terza categoria si riferisce ai “... D.P.I. di progettazione complessa destinati a
salvaguardare da rischi di morte o di lesioni gravi e di carattere permanente...”.
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
D.P.I. 1^ CATEGORIA
D.P.I. 2^ CATEGORIA
D.P.I. 3^ CATEGORIA
Elaborazione
FASCICOLO TECNICO
e conservazione in stabilimento
Elaborazione
FASCICOLO TECNICO
E invio al vaglio dell’organismo notificato
Elaborazione
FASCICOLO TECNICO
e invio al vaglio dell’organismo notificato
Rilascio
DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ CE
unitamente al prodotto
Conseguimento
ATTESTATO DI CERTIFICAZIONE O OMOLOGAZIONE CE
da parte di un organismo notificato
Conseguimento
ATTESTATO DI CERTIFICAZIONE O OMOLOGAZIONE CE
da parte di un organismo notificato
Rilascio
LIBRETTO D’USO E MANUTENZIONE
unitamente al prodotto
Rilascio
DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ CE
da parte di un organismo notificato
Controllo di
CONFORMITÀ DELLA PRODUZIONE
al tipo omologato
Apposizione
MARCATURA CE
sul prodotto
Rilascio
LIBRETTO D’USO E MANUTENZIONE
unitamente al prodotto
Rilascio
DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ CE
unitamente al prodotto
Apposizione
MARCATURA CE
sul prodotto
Rilascio
LIBRETTO D’USO E MANUTENZIONE
unitamente al prodotto
Apposizione
MARCATURA CE
Sul prodotto
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D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
Certificazione CE
•
Si ha dunque un processo certificativo sempre più severo per il costruttore (che va
dall’autocertificazione fino al controllo in stabilimento) mano mano che ci si affaccia a
D.P.I. sempre più prestanti in termini di protezione
• La conoscenza dei certificati connessi con questo processo che devono
accompagnare i D.P.I. sana certamente in parte la problematica della:
– corretta scelta finalizzata all’acquisto.
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
Certificazione CE
•
La certificazione CE tuttavia è un requisito necessario dei D.P.I., ma non sufficiente!
• Il fatto che essa ci sia assicura che il D.P.I. sia adeguato al rischio per cui viene
progettato e costruito, ma il requisito più importante è quello di:
– adeguatezza tecnica sostanziale al rischio per il quale lo si vorrebbe
utilizzare.
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
Corretta scelta dei D.P.I.
•
Abbiamo visto che la determinazione di “adeguatezza tecnica” del D.P.I. al rischio che si
vuole fronteggiare è il problema più importante da dover risolvere per operare una:
– corretta scelta finalizzata all’uso.
•
È necessario allora acquisire delle conoscenze tecniche approfondite dei D.P.I. Queste,
come può ricavarsi dalla lettura del quadro normativo precedentemente fatta, possono
essere desunte dalla:
– NOTA INFORMATIVA (o LIBRETTO D’USO E MANUTENZIONE).
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
Corretta scelta dei D.P.I.
• Euronorme armonizzate (o in assenza di queste altre norme di autorevole
riferimento):
NOTA INFORMATIVA
LIBRETTO D’USO E MANUTENZIONE
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
Corretta scelta dei D.P.I.
• Solo, infatti, dalla conoscenza incrociata di entrambi i riferimenti sopraindicati
possono
trovare una risposta le seguenti
domande che “sempre” devono
accompagnare la scelta e l’uso dei D.P.I. per far si che siano i più adeguati e che
vengano impiegati nel modo più corretto.
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
CORRETTA SCELTA DEI D.P.I. – DOMANDE
COSA: SCOPO DEL DISPOSITIVO, OVVERO DA “COSA” IL D.P.I.
PROTEGGE CON INDIVIDUAZIONE CHIARA DEI RISCHI DA CUI
PROTEGGE.
COME: FUNZIONAMENTO E MODALITÀ DI IMPIEGO,
OVVERO “COME” FUNZIONA E SI USA, CON INDICAZIONI
DELLE OPERAZIONI DA COMPIERE NECESSARIAMENTE
PRIMA, DURANTE E DOPO L’USO.
DOVE: CAMPI DI IMPIEGO OVVERO “DOVE” SI USA, CON
INDIVIDUAZIONE DELLE SITUAZIONI IN CUI PUÒ ESSERE
PROFICUAMENTE IMPIEGATO CON ESEMPLIFICAZIONI DELLE
QUANDO: LIMITI DI IMPIEGO, OVVERO “QUANDO” SI USA E
SITUAZIONI DI INTERVENTO TIPO.
QUANTO: CLASSE DI PROTEZIONE OVVERO “QUANTO”
PROTEGGE, CON INDIVIDUAZIONE
DEL FATTORE DI
ABBATTIMENTO DELLA AGGRESSIONE (QUALUNQUE ESSA
QUANDO NO, CON INDIVIDUAZIONE DELLE SITUAZIONI IN CUI,
IN RELAZIONE ALLA CLASSE DI PROTEZIONE PROPRIA DEL
DISPOSITIVO, QUESTO SMETTE DI PROTEGGERE.
SIA) CHE INDICA LA PRESTAZIONE PROTETTIVA
18
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
Corretta scelta dei D.P.I.
•
Importanza delle Norme Tecniche Armonizzate: a queste la normativa assegna il compito
di definire, nei dettagli tecnici, la rispondenza dei D.P.I. considerati ai richiesti requisiti
essenziali di sicurezza; le stesse sono un importante riferimento poiché individuano:
– i requisiti prestazionali protettivi minimi;
– le metodologie di prova necessarie a testarli.
•
Ovviamente le informazioni che da esse possono dedursi sono riferite alla famiglia di D.P.I.
a cui quello considerato appartiene.
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
Corretta scelta dei D.P.I. – Nota informativa
•
Deve riportare le seguenti preziose informazioni relative allo specifico D.P.I.:
le istruzioni di deposito, di impiego, di pulizia, di manutenzione, di revisione e di disinfezione;
le prestazioni ottenute agli esami tecnici effettuati per verificare i livelli o le classi di protezione
dei D.P.I.;
gli accessori utilizzabili con i D.P.I. e le caratteristiche dei pezzi di ricambio appropriati;
le classi di protezione adeguate ai diversi livelli di rischio e i corrispondenti limiti di
utilizzazione;
la data ed il termine di scadenza dei D.P.I. e di alcuni dei loro componenti.
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
Ricapitolando…
IL PROBLEMA DELLA CORRETTA SCELTA
DEI D.P.I. FINALIZZATA A:
CORRETTO ACQUISTO
(CONOSCENZA DEGLI OBBLIGHI
“FISCALI”)
CONOSCENZA
DEL PROCESSO DI
CERTIFICAZIONE
CE DEI D.P.I.
VERIFICA ESISTENZA
DELLE NECESSARIE
CERTIFICAZIONI CE
SUI D.P.I. SCELTI
CORRETTO USO (CONOSCENZA
DEGLI OBBLIGHI “TECNICI”)
VALUTAZIONE
DEI RISCHI
RESIDUI
PRESENTI
NELL’AMBIENTE
DI LAVORO
VALUTAZIONE DELLE INFORMAZIONI
TECNICHE CONTENUTE NELLE
CERTIFICAZIONI CE DEI D.P.I.
ESAMINATI (NOTA INFORMATIVA) E
VALUTAZIONE DI CONFORMITA AD
EVENTUALI EURONORME AL FINE DI
CAPIRNE LE EFFETTIVE CAPACITA’
PROTETTIVE
VERIFICA DELLA
ADEGUATEZZA
TECNICA DEI
D.P.I.
SELEZIONATI AI
RISCHI RESIDUI
VALUTATI
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
Elementi tecnici generali dei D.P.I. di soccorso
•
La determinazione di “adeguatezza tecnica” del D.P.I. al rischio che si vuole fronteggiare
passa necessariamente per la conoscenza tecnica approfondita dei D.P.I. che solo le
euronorme tecniche armonizzate di riferimento relative alla famiglia di D.P.I. che si
considera e la Nota Informativa, per lo specifico D.P.I., possono dare…
•
Al fine di dare delle basi di partenza a questa conoscenza tecnica esaminiamo gli elementi
generali che accomunano tutti i D.P.I. per soccorso e li contraddistinguono da quelli per
uso lavorativo.
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
Elementi tecnici generali dei D.P.I. di soccorso
• I D.P.I. sono infatti sempre una misura di sicurezza residuale.
• Tuttavia per i soccorritori i D.P.I. assumono un’importanza maggiore per ragioni
legate proprio alla atipicità della figura del soccorritore stesso.
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
ATIPICITÀ DELL’ATTIVITÀ DEL
SOCCORRITORE
INDEFINIZIONE DEL LUOGO DI LAVORO IN QUANTO
COINCIDENTE POTENZIALMENTE CON UN QUALSIASI
SCENARIO DI INTERVENTO
FREQUENTE ESPOSIZIONE AL RISCHIO TOTALE
DURANTE L’ATTIVITÀ DI SOCCORSO PER LA
IMPOSSIBILITÀ DI CONTENERLO SEMPRE CON
ADEGUATE MISURE DI PROTEZIONE COLLETTIVA
MOLTEPICITÀ DEGLI SCENARI
CON ESPOSIZIONE POTENZIALE
A NUMEROSI TIPI DI RISCHI
MUTEVOLEZZA DEGLI SCENARI
CON ESPOSIZIONE POTENZIALE
A LIVELLI DI RISCHIO
INDETERMINATI
SITUAZIONI DI INTERVENTO
ESPREME CON POSSIBILE
AGGRESSIONE O
COINVOLGEMENTO DEI D.P.I.
STESSI
SITUAZIONI IN CUI I D.P.I.
RISULTANO L’UNICA
POSSIBILITÀ DI CONDURRE
L’NTERVENTO OVVERO VERI E
PROPRI STRUMENTI DI
LAVORO
D.P.I. AVENTI
PREVALENTEMENTE UNA
FUNZIONE PROTETTIVA DEL
TIPO “MULTIRISCHIO”
D.P.I. CON PRESTAZIONI
PROTETTIVE AL VERTICE DELLA
CATEGORIA
D.P.I. CHE DEVONO RISULTARE
CAPACI DI PROTEGGERE
ANCHE SE STESSI E NON
AGGRAVARE LO SCENARIO
D.P.I. CHE DEVONO
GARANTIRE LA PIÙ ELEVATA
OPERATIVITÀ POSSIBILE
ELEMENTI CARATTERIZZANTI TECNICAMENTE I
D.P.I. DEL SOCCORRITORE
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
Linee guida per la scelta dei D.P.I.
•
La scelta dei D.P.I. più adeguati per le organizzazioni di soccorso volontario che operano in
supporto degli enti istituzionalmente preposti ai singoli settori del soccorso non è
certamente un problema di facile soluzione, considerata la varietà dei settori coperti e
quindi dei rischi da dovere fronteggiare.
•
Un primo criterio di scelta, però, può essere, senza dubbio, quello di utilizzare D.P.I. simili a
quelli impiegati dai soccorritori “istituzionali” che si affiancano e con i quali si condividono
i rischi!
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
Linee guida per la scelta dei D.P.I.
•
Tuttavia, volendo operare autonomamente tale scelta, in aggiunta ai criteri
precedentemente illustrati, si fornisce di seguito parte di una linea-guida universale
messa a punto dal Gruppo di lavoro europeo N52: “D.P.I. per soccorritori” istituito dal
CEN, che potrà risultare un utile riferimento per i responsabili delle diverse organizzazioni
di soccorso al fine di operare una corretta scelta dei D.P.I. “attagliata” sulle esigenze di
protezione particolari delle singole organizzazioni stesse.
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
GRUPPO DI LAVORO/D.P.I. SOCCORRITORI /N52
“LINEE GUIDA DI VALUTAZIONE DEI RISCHI PER LA SCELTA DEI D.P.I. PER SOCCORRITORI ”
•
•
•
•
•
•
•
•
A. Introduzione
Durante le operazioni di lotta all’incendio ed altre attività proprie dei Soccorritori , molti differenti pericoli possono essere incontrati. Dove possibile, il livello di rischio che ciascun
pericolo presenta per il soccorritore dovrebbe essere eliminato o ridotto ad un livello accettabile. La guida fornita in questo documento indica come effettuare una valutazione dei
rischi mediante il riconoscimento dei pericoli che possono essere presenti, della probabilità che il soccorritore risulti esposto ad essi e delle possibili conseguenze di tale esposizione.
Queste linee-guida sono state create per aiutare coloro che sono coinvolti nella decisione di scegliere le dotazioni di D.P.I. per le tipologie di Soccorritori dei quali sono responsabili:
–
squadre di soccorritori;
–
squadre forestali;
–
squadre dissesti e crolli;
–
squadre lotta all’incendio;
–
squadre di pronto soccorso;
–
squadre emergenza chimica;
–
squadre rilevazione fughe di gas
B. Basi delle linee-guida
Una definizione di “Rischio” è “ la probabilità che un danno derivante da un particolare pericolo si realizzi”. Il Rischio rispecchia assieme la probabilità e le conseguenze di un evento
calamitoso.
Nella Tabella dei pericoli al paragrafo E seguente sono elencate le categorie di molti dei pericoli potenzialmente incontrabili da Soccorritori nell’espletamento dei loro compiti . E’
molto improbabile che tutti i pericoli elencati possano essere riscontrati durante un intervento ma d’altro canto non è nemmeno una lista definitiva di tutti rischi possibili.
I pericoli possono essere cancellati o aggiunti da qualsiasi altra organizzazione che giunga ad una particolare analisi di rischio, soggetta a condizioni e requisiti locali.
Considerando le varie attività nelle quali un soccorritore può essere esposto e applicando la formula dell’analisi di rischio in questo modello riga per riga, ovvero per ciascun pericolo
che potrebbe essere incontrato, i rischi più seri potranno essere identificati dai loro numeri più alti. Questo farà capire dove decisioni devono necessariamente essere prese per
assicurare adeguati e corretti livelli di protezione per i Soccorritori .
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
Formula della valutazione di rischio
R = PxS
Dove:
R = Rischio
P = Probabilità che il Soccorritore sia esposto ad un pericolo
S = severità delle conseguenze per il soccorritore se esposto al pericolo
I D.P.I. andrebbero scelti basandosi sulla protezione del soccorritore dai rischi identificati.
D. Valori di “P “e di “S”
PROBABILITA’
B) SEVERITÀ DELLE CONSEGUENZE
0 Mai
0 NESSUNA
1 Eccezionalmente
1 BASSA
(danni lievi: Piccoli tagli; Piccole bruciature ecc.)
2 Occasionalmente
2 MODERATA (danni seri: Rottura di ossa, Ustioni serie)
3 Molto frequentemente
3 ALTA
(minaccia per la vita)
4 Sempre
4 ESTREMA (morte certa)
“0” dovrebbe essere assegnato solo dove non c’è assolutamente possibilità che il pericolo venga incontrato
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
E Tavola dei pericoli
R = PxS
Pericolo
origine e tipologia
1. Aggressione Termica
a) calore convettivo
b) calore radiante
c) calore conduttivo
d) contatto con fiamma
e) calore di contatto
e) gocce di metallo fuso
f) braci incandescenti
g) flashover
Probabilità
per il soccorritore di
essere esposto al pericolo
Severità
delle conseguenze per il
soccorritore se esposto
Rischio
Parte del corpo esposta
(prodotto di P x S) (Pittogrammma per la parte del
corpo)
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
Pericolo
origine e tipologia
Probabilità
per il soccorritore di
essere esposto al
pericolo
Severità
delle conseguenze per
il soccorritore se
esposto
Rischio
(prodotto di P x S)
Parte del corpo esposta
(Pittogrammma per la
parte del corpo)
4. Pericoli ambientali
a) ambiente caldo
b) ambiente freddo:
‒ raffreddamento del
corpo intero
‒ raffreddamento
locale
c) superfici fredde
d) flussi d’aria
e) pioggia
f) spruzzi
g) cadute in acqua
30
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
Pericolo
origine e tipologia
Probabilità
per il soccorritore di essere
esposto al pericolo
Severità
Rischio
delle conseguenze per il (prodotto di P x
soccorritore se esposto S)
Parte del corpo
esposta
(Pittogrammma per la
parte del corpo)
5. Pericoli meccanici
a) perforazione
b) taglio
c) abrasione
d) caduta di oggetti dall’alto
e) particelle volanti (schegge)
f) impatto
g)impigliam.to
h) pressione
i) caduta
l) scivolamento
m) vibrazioni
n) morsi e punture di animali
o) scoppio
31
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
Pericolo
origine e tipologia
Probabilità
Severità
Rischio
Parte del corpo
per il soccorritore di essere delle conseguenze per il (prodotto di P x esposta
esposto al pericolo
soccorritore se esposto S)
(Pittogrammma per la
parte del corpo)
9. Altri rischi
a) stress da caldo o da
freddo
b) smarrimento
c)disidratazione
32
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
F Tavolo delle misure di controllo del rischio
Pericolo
origine e tipologia
1. Aggressione Termica
Rischio
Parte del corpo
(prodotto di P esposta
x S)
(Pittogramma per la
parte del corpo)
Misure di controllo del rischio
(quando è necessario, per la protezione contemporanea da più pericoli, è
riportata l’indicazione che devono essere trovati i livelli di prestazione protettiva
contro tutti i pericoli identificati).
Quando è richiesta l’intera protezione del corpo controllare la compatibilità dei
D.P.I.
Tutti i D.P.I. per la lotta all’incendio: le tavole della NASA specificano il tempo di
protezione necessario per differenti livelli di temperatura-calore radiante
a) calore convettivo
EN 469, EN659, EN 1486, EN 531
b) calore radiante
EN 469, EN659, EN 1486, EN 531, EN 443, EN 345-2, EN 137, EN-ISO 15384
c) calore conduttivo
EN 469, EN 659, EN 443, EN 345-2
d) contatto con fiamma
EN 469, EN659, EN 1486, EN 531, prEN-ISO 15384
e) calore di contatto
EN659, EN 1486
e) gocce di metallo fuso
EN 531 (minimo livello di prestazione = D2), EN 168
f) braci incandescenti
EN 469, EN 659, EN 443, EN 531
g) flashover
Tutti i D.P.I. per la lotta specializzata all’incendio: il tempo necessario di
protezione dato dalla tabella NASA è quello corrispondente alla Classe 4
33
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
Pericolo
Rischio
origine e tipologia
(prodotto di P
x S)
Parte del corpo
esposta
(Pittogramma per la
parte del corpo)
Misure di controllo del rischio
(quando è necessario, per la protezione contemporanea da più pericoli, è
riportata l’indicazione che devono essere trovati i livelli di prestazione protettiva
contro tutti i pericoli identificati)
Quando è richiesta l’intera protezione del corpo controllare la compatibilità dei
D.P.I.
4. Pericoli ambientali
a) ambiente caldo
b) ambiente freddo:
• raffreddamento del corpo
intero
• raffreddamento locale
c) superfici fredde
d) flussi d’aria
Tabella NASA sui tempi di esposizione in ambienti differenti.
Vedere Paragrafo 7 a seguente
ENV 342, EN 469 o con vestiario supplementare, preferibilmente a
EN 511 sotto un vestiario EN 469, EN 443 prende in considerazione
la resistenza al freddo
EN 511
EN 511, vedere Paragrafo 3a Ambiente freddo soprattutto.
Calzature soddisfacenti andrebbero usate per prevenire lo
scivolamento vedi Paragrafo 5 l.
Il contatto con alcune superfici fredde può produrre al cune ustioni
serie. Tutti i contatti con gas liquefatti dovrebbero essere evitati.
Se questo pericolo si identificasse come rischio possibile
dovrebbe essere essere preso in considerazione l’indossamento di
idoneo equipaggiamento anticaduta compatibile con indumenti EN
469
34
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
Pericolo
Rischio
origine e tipologia
(prodotto di P x esposta
S)
(Pittogramma per la parte
del corpo)
Parte del corpo
Misure di controllo del rischio
(quando è necessario, per la protezione contemporanea da più pericoli, è riportata l’indicazione che devono
essere trovati i livelli di prestazione protettiva contro tutti i pericoli identificati
Quando è richiesta l’itera protezione del corpo controllare la compatibilità dei D.P.I.
5. Pericoli meccanici
La protezione totale da oggetti taglienti la si raggiunge mediante indumenti realizzati in materiale duro
(maglia di metallo), altri tipi di D.P.I. fatti di materiali leggeri possono solo offrire una protezione limitata
a) perforazione
b) taglio
EN 388
EN 388, EN 659, EN 381
c) abrasione
EN 388, EN 659
d) caduta di oggetti
dall’alto
e) particelle volanti
(schegge)
f) impatto
EN 443, EN 345
g)impigliam.to
Design del D.P.I., resistenza del materiale costituente in caso di contatto con chiodi
EN 166 oltre alla protezione dal calore
EN 443, EN 344
h) pressione
i) caduta
l) scivolamento
Sistemi a norma EN 341, EN 361, EN 813, EN 358, EN 1891, i quali saranno selezionati a seconda della
possibilità di ancoraggio; andranno considerate anche le caratteristiche antiscivolo delle calzature
La EN 358 va usata anche quando si deve prevenire l’ingresso di un operatore in un area pericolosa
La EN 813 deve essere usata solo per prevenire la caduta dall’alto!
La EN 361 va usata per prevenire la caduta libera e per proteggere dalla caduta libera da piccole altezze
PrEN 13278
m) vibrazioni
EN.ISO 10819
n) morsi e punture di
animali
35
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
Pericolo
Rischio
origine e tipologia
( prodotto di P x
S)
Parte del corpo
esposta
(Pittogramma per la parte del
corpo)
Misure di controllo del rischio
(quando è necessario, per la protezione
contemporanea da più pericoli, è riportata
l’indicazione che devono essere trovati i livelli di
prestazione protettiva contro tutti i pericoli
identificati
Quando è richiesta l’itera protezione del corpo
controllare la compatibilità dei D.P.I.
9. Altri rischi
a) stress da caldo o da
freddo
b) smarrimento
Ventilazione, rimozione del D.P.I.,
assunzione di fluidi, controllo del carico
di lavoro
Radio, funi di sicurezza
c)disidrataz.ne
Assunzione di fluidi
36
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
G Altri fattori da dover considerare
• L’addestramento, le tattiche e le procedure di intervento di ciascuna organizzazione avranno una notevole
influenza sull’analisi di rischi e probabilmente detteranno come ciascun rischio deve essere tenuto in conto
ed indicheranno i valori da attribuire a “P” e ad “S”.
• Anche se non viene identificato come un rischio potenziale serio quello riportato al Paragrafo 7a della Tavola
dei pericoli, l’aspetto psicologico dell’indossare un D.P.I. dovrebbe essere comunque considerato quando si
procede ad effettuare l’analisi di rischi in quanto esso può avere un serio impatto sulla salute e la sicurezza
del soccorritore.
• Decidere se l’analisi di rischio deve riguardare solo lo scenario incidentale o da quando l’operatore esce
dalla sede do servizio a quando vi ritorna; ad esempio i casi ambientali possono non costituire un serio
pericolo durante l’intervento, ma possono diventarlo se un operatore rimane fermo a lungo esposto a
cattive condizioni atmosferiche mentre aspetta di affrontare l’intervento.
• Considerare se l’analisi di rischio è costruita sul presupposto che l’operatore non ha protezione alcuna
addosso oppure se esso possiede già un equipaggiamento con definiti livelli di protezione.
• Potrebbe essere deciso che, pur essendo stati identificati differenti rischi dall’analisi di rischio, la decisione
presa sarà quella di provvedere solo alla protezione contro il rischio che presenta le più elevate
conseguenze.
37
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
UNI 11047: 2003
•
Questa norma, sulla scorta dello studio precedentemente
esaminato, ha dato in parte una risposta al problema
specifico della scelta dei D.P.I. limitatamente al settore dei
soccorritori addetti alle operazioni di spegnimento degli
incendi boschivi e/o di vegetazione.
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
Sintesi della norma UNI 11047
RISCHI
Calore
convett./rad.
RISCHI
TERMICI
RISCHI
AMBIENTALI
RISCHI
FISICI
MECCANICI
vie resp
viso
gambe
tronco
corpo int
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
Calore
conduttivo
3
-
3
3
3
3
3
3
3
3
Immersione
termica
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
Particelle
incandesc.ti
3
1
2
2
1
1
1
1
1
1
Fiammata
3
2
3
3
3
3
3
3
3
3
Ambiente
freddo
-
2
1
2
2
1
2
1
1
2
Ambiente Caldo
-
-
-
-
-
-
-
-
-
3
Vento
2
-
-
-
-
-
-
-
-
2
Penetrazione
3
-
1
1
1
1
2
1
1
1
Taglio
-
-
2
2
2
2
2
2
2
2
Abrasione
-
-
1
1
1
1
1
1
1
1
Oggetti cadenti
-
-
1
3
1
1
2
1
1
1
Impatto
2
-
2
2
2
2
2
2
2
2
Caduta dall’alto
-
-
-
-
-
-
-
-
-
3
-
-
-
-
-
-
-
-
-
3
Fumo
3
3
-
-
-
-
-
-
-
3
Ipertermia
-
-
-
-
-
-
-
-
-
3
RISCHIO NON VISIBILITA’
ALTRI
RISCHI
PARTI DEL CORPO ESPOSTE
testa
mani
braccia
piedi
occhi
D.P.I. – RIFERIMENTO NORMATIVO E LINEE GUIDA
Linee guida
•
Lo studio esegue un’attenta analisi di rischio per questo
tipo di soccorritori individuando le parti del corpo da
proteggere necessariamente.
•
Tuttavia non indica come proteggerle
ovvero non
individua gli specifici D.P.I. da impiegare.
Solo la conoscenza tecnica dei D.P.I. stessi consente di
sceglierli correttamente.
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Diapositiva 1 - Protezione Civile