I numeri nel regno
animale
Gli animali sanno
contare?
• Pensiamo per un attimo alla più universale abilità
numerica, vale a dire la capacità di valutare e confrontare
due quantità o, la capacità di compiere giudizi di
numerosità relativa.
Per esempio, quando un passero comune cerca cibo in un
campo appena seminato è in grado di valutare
velocemente in quale zona del campo la disponibilità di
semi è maggiore.
La capacità di comparare quantità diverse rappresenta una
competenza di indiscusso valore adattivo e, come tale, ne
giustifica il successo evolutivo non solo nell’uomo ma in
moltissime specie animali.
Lo studio delle abilità numeriche nel mondo
animale ha perseguito due obiettivi
principali:
1. esplorare queste competenze di numerosità
relativa nel contesto più generale della
cognizione animale
2. permettere una miglior comprensione delle
abilità numeriche negli esseri umani
studiandone le origini, le somiglianze e le
analogie in altre specie.
• Un fervido interesse per la
cognizione degli animali è stato
favorito alla fine del XIX secolo
dal diffondersi delle teorie
evoluzionistiche secondo le quali
anche le attività psichiche, come
ogni altro aspetto del
comportamento umano, sono
frutto di una duplice evoluzione,
quella che segue lo sviluppo del
singolo individuo, o ontogenesi, e
quella che interessa lo sviluppo
della specie, o filogenesi.
Van Osten
• Van Osten, insegnante tedesco di matematica,
cercò di dimostrare che il suo cavallo Clever Hans,
dopo anni di intenso lavoro, aveva acquisito
notevoli abilità matematiche. Hans “l’intelligente”
era in grado di risolvere calcoli aritmetici di una
certa complessità, oltre a scomporre un numero in
fattori primi, estrarre radici quadrate e cubiche e
addizionare frazioni, scandendo la sua risposta
semplicemente battendo al suolo uno dei suoi
zoccoli.
• Molti esperti esaminarono a lungo le sorprendenti
capacità di Clever Hans non potendo altro che
riconoscere nell’estenuante e sistematico
programma di addestramento a cui era sottoposto
il cavallo, l’origine di un tale talento.
Fu solo grazie all’impegno
dello psicologo Oskar Pfungst,
che le apparenti doti
matematiche di Clever Hans
si rivelarono solo frutto della
mancanza di rigore
sperimentale da parte del suo
addestratore.
Il cavallo si dimostrò molto
intelligente a decodificare
indizi, quasi impercettibili,
che l’esaminatore
trasmetteva
involontariamente
ogniqualvolta esso, battendo
gli zoccoli anteriori,
arrivava alla risposta
corretta
• Gli psicologi sono ora
ben consapevoli
dell’involontario ma
significativo effetto che
le aspettative dello
sperimentatore possono
avere sul
comportamento dei
soggetti sperimentali.
• Noi sappiamo che la numerosità è
l’unica proprietà di un insieme di
elementi che non cambia a seconda
della natura degli elementi stessi
• 3 BANANE= 3 SUONI = 3 PERSONE
• Ciò che hanno fatto i ricercatori è stato
proprio di verificare sperimentalmente
tale ipotesi dimostrando che diverse
specie animali sono in grado di
formarsi rappresentazioni astratte
della numerosità e di operare su esse.
Il concetto di numero
• I numeri non sono altro che una
categoria che, come i colori o la
forma, permette di classificare gli
oggetti intorno a noi in base a una
proprietà,nello specifico la loro
numerosità
• Possedere il concetto di numero
significa non solo rappresentarsi
delle numerosità ma cogliere la
relazione ordinale tra i diversi
numeri e, eventualmente, svolgere
operazioni con essi.
Otto Koehler
Fu un etologo tedesco che nella prima metà del XX sec
condusse numerosi esperimenti con diverse specie di
uccelli.
Il più famoso fu un corvo di nome Jacob. Egli riuscì ad
addestrare Jacob a riconoscere piccole numerosità
ricompensandolo ogniqualvolta sceglieva, tra due
alternative, la scatola sul cui coperchio era riportato
lo stesso numero di punti disegnato su un cartoncino.
Le numerosità rappresentate sulle due scatole
differivano di una sola unità.
Questa fu una delle prime dimostrazioni che la capacità
degli animali di discriminare tra diverse numerosità
sembra basarsi su una genuina percezione di
informazioni quantitative, non potendo essere
attribuita ad altri fattori come la semplice identità
percettiva tra due simboli visivi.
Rochel Gellmann e
Randy Gallistel
• Sono due scienziati americani secondo cui l’innata
capacità di contare in assenza di competenze
linguistiche, si fonderebbe sull’utilizzo di distinte e
arbitrarie “etichette mentali” di ogni genere e tipo.
• Costruirsi una rappresentazione della numerosità
significa, poter mettere in corrispondenza uno-a-uno
queste etichette mentali e gli eventi o gli oggetti del
mondo o contarli mentalmente.
• Affinché il conteggio sia significativo devono essere
soddisfatti almeno due requisiti: tali etichette devono
essere ordinate in una precisa sequenza e l’ultima
etichetta deve essere riconosciuta come indicatore
della numerosità di ciò che si è contato (principio di
ordinalità e cardinalità).
• In conclusione possiamo
affermare che gli animali
possiedono una serie di
competenze numeriche,
tra cui l’abilità di
discriminare e ordinare
numerosità diverse,
fondate su qualche
meccanismo innato di
conteggio mentale che, per
quanto approssimativo,
risulta efficace soprattutto
con piccole numerosità.
Alcuni esempi di
animali matematici.
Il pappagallo Alex.
Alex è un pappagallo verde africano.
Se si chiede ad Alex quante sono le
matite davanti a lui, egli riesce a
dirne il numero corrispondente. E se si
chiede quante sono le matite rosse, egli
riesce a considerare solo quelle e dirne
il numero corretto, ignorando le
matite di altri colori. Chiaramente
l’addestramento di Alex ha previsto
l’apprendimento di un ricco
vocabolario e ha richiesto un lavoro
immenso.
Ma ha permesso di dimostrare che gli
uccelli non contano solo mentalmente,
ma possono farlo anche ad alta voce!!
La scimpanzé Ai
• Ai conosce i numeri arabi da 1 a
9 e sa indicare la corretta
numerosità di un insieme di
oggetti o figure, indicando su un
monitor del computer la cifra
corrispondente. Non solo: Ai sa
ordinare in sequenza qualsiasi
tripletta di numeri da 1 a 9 e,
nello svolgere questo compito, i
suoi tempi di risposta sono
influenzati dalla grandezza
relativa dei tre numeri.
• I primati non solo mostrano di poter
astrarre la numerosità di un insieme e
quindi formarsi una rappresentazione
mentale, anche quando per farlo non
possono basarsi su indizi percettivi, ma
possono compiere un vero e proprio
ragionamento aritmetico, vale a dire
manipolare queste rappresentazioni
prevedendo l’esito di un’operazione mentale.
• Le situazioni naturali in
cui sono evidenti la
vitale importanza e il
valore adattivo delle
abilità numeriche
spontanee comprendono
l’approvvigionamento di
cibo, i comportamenti di
accoppiamento, la cura
della prole ma anche
comportamenti
unicamente sociali.
Gli animali mostrano spontaneamente
e in una moltitudine di situazioni ecologiche
alcune rudimentali competenze numeriche,
che riguardano non solo il confronto
comparativo tra diverse numerosità ma
anche la capacità di operare tale confronto
in base a delle vere e proprie
rappresentazioni interne, come è dimostrato
dalla loro capacità di destreggiarsi e
confrontare stimoli di diversa natura, visivi,
uditivi o tattili.
Essi sono naturalmente portati a cogliere,
comparare e persino combinare insieme
quantità approssimative.
• Acquisire un sistema numerico implica
l’assegnazione arbitraria di un significato
preciso a dei simboli e poterli manipolare in
modo combinatorio per alterarne il
significato.
• Ciò che differenzia un bimbo, per quanto
piccolo e inesperto da qualsiasi altro
animale è la sua naturale predisposizione e
straordinaria facilità ad acquisire e
manipolare simboli, siano essi numeri o
parole.
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