ILLLUMINISMO
ROMANTICISMO
Ugo Foscolo
Giacomo Leopardi
Alessandro Manzoni
A ZACINTO
•
A Zacinto è uno dei più celebri sonetti della produzione di Ugo Foscolo,
scritto nel 1803 a Milano. Il sonetto affronta il tema dell'esilio e
della nostalgia della terra natale, e il poeta paragona la sua condizione
a quella di Ulisse, che però fu più fortunato di lui in quanto riuscì a
rimettere piede sulla sua petrosa Itaca ,mentre Foscolo è condannato
ad una illacrimata sepoltura, senza pianto, cioè morirà lontano dalla
sua terra che non potrà rimpiangerne la scomparsa.
<<Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell'onde
del greco mar da cui vergine nacque
Venere, e fea quelle isole feconde
col suo primo sorriso, onde non tacque
le tue limpide nubi e le tue fronde
l'inclito verso di colui che l'acque
cantò fatali, ed il diverso esiglio
per cui bello di fama e di sventura
baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.
Tu non altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra; a noi prescrisse
il fato illacrimata sepoltura. >>
Il sonetto fu composto nel 1802 per ricordare la morte del fratello minore Giovanni. Egli
esprime il suo dolore per l’immatura morte del fratello e per l’ avverso destino che non gli
consente di tornare in patria, per recarsi sulla sua tomba e per consolare la madre. Il poeta
vede la sua vita contrastata da affanni e agitata dai tormenti e desidera anch’egli trovare
pace nella morte, invocando di essere sepolto accanto al fratello, per poter finalmente
ritornare in patria
<<Un dì, s'io non andrò sempre fuggendo
di gente in gente, me vedrai seduto
su la tua pietra, o fratel mio, gemendo
il fior de' tuoi gentil anni caduto.
La Madre or sol suo dì tardo traendo
parla di me col tuo cenere muto,
ma io deluse a voi le palme tendo
e sol da lunge i miei tetti saluto.
Sento gli avversi numi, e le secrete
cure che al viver tuo furon tempesta,
e prego anch'io nel tuo porto quiete.
Questo di tanta speme oggi mi resta!
Straniere genti, almen le ossa rendete
allora al petto della madre mesta.>>
L’infinto , composto a Recanati nel 1819, è il primo dei canti cui il poeta diede il nome di idilli.
Nell’immagine l’infinito, il pensiero del poeta si smarrisce, si perde, ma questo naufragare
nell’immensità provoca una sanzione indefinibile di piacere e di dolcezza, percepire l’infinito
significa infatti per Leopardi evadere da una realtà circoscritta e limitata, per perdersi nel
nulla e dimenticare per qualche istante il dolore della vita
<< Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio.
e il naufragar m'è dolce in questo mare>>
Fu uno scrittore,poeta e drammaturgo
italiano.
Nasce a Milano il 7 marzo 1785 da Giulia
Beccaria e Pietro Manzoni. Alessandro
Manzoni morì di meningite il 22
maggio 1873. La malattia fu la
conseguenza di un trauma cranico che si
procurò il 6 gennaio quando cadde
sbattendo la testa su di uno scalino
all'uscita dalla chiesa di San Fedele di
Milano.
La morte del figlio maggiore
Pier Luigi, avvenuta il 27 aprile lo portò
ad uno stato di sconforto.
Il cinque maggio è un'ode scritta da Alessandro
Manzoni nel 1821, in occasione della morte di Napoleone
Bonaparte in esilio sull'isola di Sant'Elena.
Nell'opera, scritta di getto in tre giorni dopo aver appreso
il 16 luglio 1821 le circostanze della morte di Napoleone, lo
scrittore mette in risalto le battaglie e le imprese dell'ex
imperatore nonché la fragilità umana e la misericordia di Dio.
« Ei si nomò: due secoli,
l'un contro l'altro armato,
sommessi a lui si volsero,
come aspettando il fato;
ei fe' silenzio, ed arbitro
s'assise in mezzo a lor. »
I- Il primo capitolo si apre con un’ampia e minuziosa
descrizione dei luoghi dove si ambientano le prime
fasi dei Promessi Sposi
II- Di buon mattino Renzo si reca da don Abbondio
vestito in gran gala
Il curato finge di non ricordarsi del matrimonio,
poi, utilizza termini latini per confondere il giovane
, ma non riesce e Renzo capisce quello che c’è dietro.
VIII- Renzo , Lucia e Agnese fuggono da Milano per
andare a trovare fra Cristoforo , cui gli dirige dalla
monaca di Monza .
•
IX- Tutti e tre grazie ad un traghettatore , passano il
lago , e lì Lucia saluta le sue montagne dove fin l’ora era
cresciuta , poi al di là del lago c’è una monaca , dove
riesce a vedere niente solo le montagne che gli stanno
davanti alla cella.
•
XXI- Lucia viene catturato da persone che lavorano per
l’”innominato” che lavora per don Rodrigo ,Lucia si
dedica durante la sua prigionia alle preghiere e fanno
commuovere anche all’innominato che poi si pentirà.
•
XXIII- l’innominato incontra Federigo Borromeo che lo
converte , e la sua anima da ora in pii sarà sempre più
buona , ma non dimenticherà le cose brutte che ha fatto
in passato
•
XXXIII- Don Rodrigo prende la peste ma anche nello
stesso tempo viene tradito dal Griso che invece di
chiamare un dottore chiama i monatti (coloro che
portavano gli appestati al Lazzaretto)che derubano Don
Rodrigo di tutti i suoi beni. Ma poi anche il Griso che
aveva derubato Don Rodrigo prende la peste e muore.
I soggetti preferiti sono gli immensi paesaggi, definiti sublimi,
nei quali l’uomo è una piccola figura schiacciata dalla potenza
della natura. Diffusi sono i soggetti letterari tratti da
Shakespeare e Milton, e i temi storici scelti tra quelli della
propria storia nazionale. Sono molto diffuse, inoltre, le
immagini visionarie, tratte, dal mondo dell’irrazionale
nonostante la predominanza di Canova e del neoclassicismo,
alcuni artisti tentano di rinnovare la scultura ispirandosi non
più ai modelli classici, ma alla natura, e ricercando la
spiritualità interiore più che la perfezione esteriore della forma
In contrapposizione al rigore dell’architettura neoclassica, il
romanticismo non segue canoni fissi, ma realizza un
accostamento di epoche diverse , che prende il nome di
eclettismo storico. Altri architetti riprendono lo stile di vita
medioevale dando vita a importanti restauri
L'ITALIA PRE-UNITARIA
Nel milleottocento l'Italia non era unita come la conosciamo oggi, ma
divisa in tanti piccoli stati: il Regno Lombardo-Veneto, il Regno di
Sardegna, lo Stato della Chiesa e il Regno delle Due Sicilie, i Ducati di
Modena, Massa e Carrara, di Lucca e di Parma, il Granducato di Toscana.
Buona parte dei territori del nord e del centro, fatta eccezione per il Regno
di Sardegna che era governato dal Re Vittorio Emanuele I, erano
sottomessi all'Austria. Questa situazione rendeva l'Italia una penisola poco
sviluppata ed economicamente arretrata rispetto agli altri stati Europei.
IL RISORGIMENTO E LE SOCIETÀ SEGRETE
In questo clima iniziò il Risorgimento, cioè il periodo in cui gli abitanti della
Penisola diedero vita alle iniziative per la sua riunificazione. Le persone che
s'impegnarono per perseguire l'idea dell'Unità d'Italia si chiamavano patrioti.
Ma queste idee di liberazione non potevano circolare liberamente e quindi
i patrioti si riunirono in società segrete. La principale società segreta di quel
periodo fu la Carboneria e i suoi componenti si
chiavano Carbonari. Svolgevano le loro attività di nascosto per evitare che
gli austriaci li arrestassero e imprigionassero.
I MOTI RIVOLUZIONARI E LE TRE GUERRE D'INDIPENDENZA
L'unificazione non fu un processo pacifico, ma la conseguenza dei moti rivoluzionari, cioè
le battaglie contro lo straniero. Ma i moti non bastarono e furono necessarie tre guerre
d'Indipendenza per giungere all'Unità d'Italia.
La prima guerra d'indipendenza scoppiò nel 1848, il re di Sardegna, Carlo Alberto, su
richiesta dei patrioti Lombardi dichiarò guerra all'Austria, inizialmente vittorioso fu poi
sconfitto e dovette lasciare il regno al figlio Vittorio Emanuele II.
La seconda guerra d'Indipendenza scoppio nel 1859 ed ebbe come conseguenza la
liberazione della Lombardia e della Sicilia. La liberazione della Sicilia avvenne con
l'azione di Giuseppe Garibaldi che aveva un esercito di mille uomini, l'impresa è ricordata
come la "Spedizione dei mille". Nel 1861 venne dichiarato il regno d'Italia con capitale
Torino.
Ma l'Italia non era ancora del tutto liberata: mancavano il Veneto e il Lazio. Con la terza
guerra d'Indipendenza fu liberato il Veneto e ancora restava il Lazio. Nel 1871 i
bersaglieri giunsero a Roma e aprendosi una breccia nelle Mura della città liberarono
Roma. Con lo spostamento della capitale a Roma fu così completato il processo di Unità.
Jonathan non è un gabbiano come gli altri: lui
vuole sapere, vuole conoscere. Non si accontenta di
procurarsi un pezzo di pane come hanno fatto tutti
prima di lui.
Questo atteggiamento comporta la
disapprovazione dei suoi genitori; non ha amici,
patisce la fame.
Si adegua per un certo periodo agli imperativi di
suo padre e cede alle lacrime della madre, ma
continua ad allenarsi da solo e di nascosto per
imparare a volare libero.
Cade e si ferisce molte volte, ma non demorde.
Arriva a desiderare la morte, ma la fame di
conoscenza lo sostiene. E’ disposto a tutto per
saziare questa fame anche, appunto, a rinunciare
alla propria vita.
Quando riesce ad ottenere i primi risultati si
convince che gli altri lo seguiranno e vorranno al
pari di lui, imparare a volare liberi.
Ma si sbaglia: gli altri non capiscono e lo espellono
dal consorzio dei suoi simili condannandolo alla
solitudine.
Vagando sconsolato incontra una piccola comunità di reietti come lui,
esiliati per i suoi stessi motivi in un’altra dimensione.
A capo di questa comunità c’è Ciang che aprirà a Jonathan nuovi orizzonti
di conoscenza. Ciang gli farà da
maestro e gli darà le basi necessarie per capire e superare i suoi limiti.
La nostalgia assale Jonathan che decide di ritornare sulla Terra. Vuole
insegnare anche agli altri membri della sua comunità originaria la
perfezione del volo libero.
“..Ciascuno di noi è, in verità, un’immagine del grande
gabbiano, un’infinita idea di libertà senza limiti”…
Giuseppe Verdi nasce al 10
ottobre 1813 Milano,e muore il 27
gennaio 1901.E’ stato
un compositore italiano autore
di melodrammiche fanno parte del repertorio
operistico dei teatri di tutto il mondo.Naque
dada Carlo , e Luigia Uttini,.
Pur essendo un giovane di umile condizione
sociale, riuscì tuttavia a seguire la propria
vocazione di compositore Pietro Baistrocchi,
lo prese a benvolere e gratuitamente lo
indirizzò verso lo studio della musica e alla
pratica dell'organo.
IL NABUCCO VA,PENSIERO
• Nabucco è la terza opera (il titolo
originale completo è Nabucodonosor)
di Giuseppe Verdi e quella che ne
decretò il successo. Composta su
libretto di Temistocle
Solera, Nabucco fece il suo debutto il 9
marzo 1842 al Teatro alla
Scala di Milano. Gli artisti impegnati
nella prima furono.
LAVORO UNITARIO DI :
CHIARA BRANCALEONI
ARZEN COPA
GIUSEPPE MATERNI
THOMAS SABATINI
Scarica

Gruppo Sabatini