L’INNOMINATO
e
DON RODRIGO
La conversione religiosa nei
Promessi Sposi
PREFAZIONE
Don Rodrigo e l’Innominato incarnano nel romanzo di Manzoni lo stereotipo del malvagio che ricco e potente si
diletta a infierire e tiranneggiare sulla gente povera e indifesa. Nella concezione religiosa del Manzoni al di sopra
di questi si colloca una forza che prevale su qualsiasi volontà terrena, che protegge gli umili e trasforma, operando
sia all’interno dell’animo umano che esternamente attraverso l’intervento di uomini giusti e probi, l’attitudine al
male dei più forti in sentimento religioso: la conversione.
Nel seguito viene presentata un’analisi dei due personaggi in cui si approfondiscono gli aspetti psicologici e le
circostanze che li indirizzano verso la conversione religiosa, che nell’Innominato si completa con una
trasformazione in un uomo nuovo e in don Rodrigo rimane allo stato iniziale di vago sentimento di paura.
Il primo argomento tratta il processo della conversione religiosa così come è descritto dal Manzoni nel romanzo;
quindi vengono presi in considerazione le conversioni del Manzoni stesso e quelle di Sant’Agostino e San Paolo,
ricercando le analogie.
Infine viene proposta una classificazione dei due personaggi secondo le categorie di “vittima” e di “titano” e una
rilettura del romanzo in chiave allegorica con riferimento alla genesi biblica.
Prima di entrare nell’argomento vengono brevemente richiamati gli episodi principali in cui Manzoni mette in
risalto gli aspetti psicologici legati alla conversione dei personaggi che sono stati esaminati (l’incontro don
Rodrigo- fra Cristoforo, il coinvolgimento dell’Innominato, il rapimento di Lucia e la notte al castello
dell’Innominato, la morte di di don Rodrigo).
Episodi considerati
DOVE
QUANDO
CHI
COSA
dopo la richiesta di
aiuto di Lucia al
frate e prima della
notte degli
imbrogli
dopo il rapimento
di Lucia
Don Rodrigo e fra
Cristoforo
colloquio/duello
tra don Rodrigo e
fra Cristoforo nella
sala dei ritratti
degli antenati
colloquio
Innominato- Lucia
e crisi di coscienza
dell’Innominato
palazzo de
cardinale
dopo la notte
Innominato e
cardinal Federigo
pianto
dell’innominato e
conversione
casa di don
Rodrigo a Milano
durante l’epidemia
di peste
Don Rodrigo e un
suo bravo
il sogno e la
scoperta della
malattia
castello di don
Rodrigo
castello
dell’Innominato
Innominato e
Lucia
ARGOMENTI TRATTATI
Le tappe della conversione religiosa nei Promessi Sposi
La conversione di A.Manzoni
La conversione di S.Paolo e Sant’Agostino
Vittime e Titani
Allegoria biblica
Le tappe della conversione religiosa secondo il
Manzoni
LA PACE DELLA
CONVERSIONE
SOLITUDINE
PAURA DEL
GIUDIZIO
DIVINO
PAURA DELLA
MORTE
ORGOGLIO,
ARROGANZA E
DISSOLUTEZZA
TEMPO
La conversione dell’Innominato
LA PACE DELLA
CONVERSIONE
SOLITUDINE
PAURA DEL
GIUDIZIO
DIVINO
PAURA DELLA
MORTE
ORGOGLIO,
ARROGANZA E
DISSOLUTEZZA
“…eppure provo un refrigerio, una
gioia, sì una gioia, quale non ho
provata mai”
“E la notte! la notte che tornerà tra
dodici ore! Oh la notte! no, no la
notte!
“cos’importa quello che ho
fatto? …E se c’è quest’altra
vita…!”
“ Invecchiare! morire! e poi? …veniva
sola nasceva di dentro…intanto che la
mente combatteva dolorosamente per
allontanare il pensiero, quella si
avvicinava”
“ disposto a sangue freddo di tante vite...
non aveva contato per nulla i dolori da lui
cagionati...selvaggia voluttà di
vendetta…di sangue in sangue, di
scelleratezza in scelleratezza…”
La conversione religiosa “mancata” di don Rodrigo
LA PACE DELLA
CONVERSIONE
SOLITUDINE
PAURA DEL
GIUDIZIO
DIVINO
PAURA DELLA
MORTE
ORGOGLIO,
ARROGANZA E
DISSOLUTEZZA
“Si sentiva venir, come si dice,
i bordoni”
“Un lontano e misterioso
spavento”
AMBIENTE: il palazzotto…la
piccola capitale del suo piccolo
regno…ATTEGGIAMENTO: in
“che posso ubbidirla?”
“La mattina seguente, don Rodrigo
si destò don Rodrigo”
“L’apprensione di quel verrà un
giorno…era svanita del tutto, co’
sogni della notte…”
La conversione di A. Manzoni
Nel 1805 il Manzoni si recò a Parigi e lì aderì con passione alle varie dottrine filosofiche che si stavano diffondendo,
tra cui il sensismo e l’illuminismo di Voltaire. La prima è una dottrina filosofica che riduce tutta la conoscenza alla
sensazione e tutta la realtà all’oggetto della sensazione. L’illuminismo aveva come scopo dichiarato quello di
portare i lumi della ragione in ogni campo dell’attività umana. Entrambi i movimenti si sviluppavano in polemica
con la tradizione della religione cattolica. Nel 1808 Manzoni conobbe e sposò Enrichetta Blondel, di fede calvinista
con la quale visse una fase di profonde meditazioni spirituali che lo portarono a convertirsi al cristianesimo e a
ricevere la comunione per la prima volta. Famoso è l’episodio in cui si pone l’origine della conversione manzoniana
e che sotto vari aspetti riecheggia quella dell’Innominato. Durante i festeggiamenti a Parigi per le nozze di
Napoleone e Maria Luisa D’Austria, Manzoni perse la moglie tra la folla ed entrato nella chiesa di San Rocco, chiese
disperatamente aiuto a Dio. Uscito ritrovò subito la sposa. Egli attribuì ciò ad un segno divino.
E’ certo che altre circostanze hanno portato il Manzoni alla conversione di Parigi, ma il ruolo della moglie è
certamente importante e riconducibile in qualche modo alla figura di Lucia e al suo ruolo nella crisi psicologica
dell’Innominato che lo porta successivamente alla conversione. La paura della solitudine, della morte e la percezione
di una presenza superiore (che il Manzoni evidentemente ha all’interno della chiesa di S. Rocco e che lo induce a
chiedere aiuto a Dio e che l’Innominato sente nascere dall’interno e che lo spinge a recarsi dal cardinale)
accomunano le due conversioni.
Un’altra analogia può essere trovata tra il ruolo che l’abate Degola (colto sacerdote genovese con cui Manzoni e la
moglie avevano intrattenuto lunghe conversazioni di carattere religioso) ebbe nel portare il Manzoni verso la
conversione e quello del cardinale Borromeo che accogliendo l’Innominato lo convince al passo finale.
Da questo momento in poi tutta l’opera letteraria manzoniana è compenetrata da una convinzione religiosa che
matura e che lo conduce a un cristianesimo integrale, che ben si accompagna agli ideali di libertà e giustizia che
erano all’origine della sua formazione culturale.
LA CONVERSIONE DI SAN PAOLO E
SANT’AGOSTINO
La conversione dell’Innominato è paragonabile a quella di San Paolo e di Sant’Agostino nel senso che per tutti e tre la scoperta di
Dio e di Cristo costituisce la fine di un percorso che da uno stato di sofferenza e di turbamento conduce verso la pace.
Mentre per San Paolo la conversione è avvenuta, secondo il Vangelo, in modo quasi istantaneo per intervento diretto di Dio, per
Sant’Agostino è stato un lungo processo nel quale è entrato in contatto con moltissime persone appartenenti a realtà e con ideologie
molto diverse tra loro.
Saulo inizialmente era un persecutore dei seguaci di Cristo, che aveva il compito di condurre i Cristiani incatenati dalle varie città a
Gerusalemme; stava per compiere il suo mandato quando, sulla strada per Damasco sentì una voce: “Saulo, Saulo, perché mi
perseguiti?” e venne investito da una luce: era Dio che gli chiedeva di seguirlo e lui in quello stesso momento si convertì.
In analogia con la conversione dell’Innominato si può rilevare che anche San Paolo raggiunge la conversione dopo un periodo di
straniazione dal mondo “ove, per tre giorni, rimase senza vedere e senza mangiare né bere”.
Per Agostino invece è la madre Monica che lo introduce alla religione ma, come lui stesso scrive ne “Le confessioni di Sant’
Agostino”, conosceva Cristo solo per nome e non spiritualmente. Per questo prima cerca una “vita felice” nello studio della
filosofia, diventando lui stesso un filosofo, poi si aggrega alla Setta di Mani e solo grazie all’aiuto di fedeli come l’intellettuale
Manlio Teodoro e l’amico militare imperiale Alipio, che gli fanno capire la possibilità di conciliare i diritti della ragione e il bisogno
di Fede e grazie alle letture dello stesso apostolo Paolo, nasce in lui la voglia di pentirsi e di convertirsi. Questo bisogno di
incontrare Dio lo spinge a desiderare fortemente un incontro con il vescovo di Milano Ambrogio: il colloquio con quest’ultimo è
l’ultimo gradino per “rivestirsi di Cristo e diventare tutto per Dio e di Dio”.
In analogia con la conversione dell’Innominato si possono rilevare i seguenti elementi comuni:
•sia l’Innominato che Sant’Agostino maturano il percorso verso Dio grazie all’aiuto di una figura femminile (Lucia e Monica)
•entrambi arrivano alla conversione grazie al colloquio con un’autorità religiosa ( il cardinale Borromeo e il vescovo di Milano
Ambrogio)
•al termine della conversione entrambi vengono sconvolti da un pianto liberatorio
Quindi la sua conversione si colloca tra quella immediata di San Paolo e quella progressiva di Sant’Agostino.
VITTIMA O TITANO
Nel contesto del romanzo si può ritenere che in un certo qual modo tutti i personaggi siano
vittime di un’epoca e di un modo di vivere basato sulla violenza e sull’iniquità. Tra questi
però alcuni emergono per una forza d’animo e un tensione verso l’assoluto che li conduce
nella dimensione dei titani.
Certamente l’Innominato è uno di questi: vittima della sua stessa bestialità e di un falso
senso dell’orgoglio nella prima parte della sua vita commette scelleratezze e delitti,al punto
che il suo stesso nome diviene sinonimo di terrore, nella seconda parte, con la stessa
determinazione e con la stessa passione intraprende il cammino che come titano lo porterà
alla conversione religiosa.
L’unica vera vittima del romanzo è invece don Rodrigo, il quale è prigioniero della sua
paura per il giudizio di coloro che lo circondano, teso a difendere l’immagine di uomo forte
e potente che la tradizione di famiglia gli impone. Don Rodrigo è vittima dei suoi stessi
bravi ai quali delega quell’immagine di terrore che egli non sa suscitare nei suoi sottoposti e
dai quali nel momento del bisogno sarà abbandonato. DonRodrigo è vittima della sua
stessa mediocre malvagità e della paura che lo perseguita costringendolo a vivere circondato
tra “amici”, bravi, e persino quando è solo dai ritratti degli antenati.
L’INNOMINATO- LA PECORELLA SMARRITA
EDUCAZIONE/ESEMPI
INNOMINATO
(Pecorella)
a- Paura morte
b-LUCIA
Pecorella
(1)
all’ovile(2)
c-CARDINAL BORROMEO
(Pastore)
L’Innominato cercava(verbo che implica un mutamento) la sua felicità, il suo scopo di vita, nella sfrenata esercitazione del potere
(obiettivo), in modo da sentirsi illimitato e superiore a tutti e a tutto. Questa è la pecora che è si è separata dal gregge e si è persa,
che pur conoscendo Dio (in gioventù), non riconosce la Via e fa di testa sua. Da notare, che la connotazione di “pecorella”, ossia
Figlio
di
Dio,
permane
comunque,
perché
Dio
ha
sempre
la
speranza
MA, incontra 3 ottime RAGIONI per cambiare:
1)
La morte,che lo fa sentire pari agli altri, miseramente UMANO; inoltre, gli fa persino provare la
sconfitta (PAURA del suicidio)
2)
Lucia, che (1) primariamente gli dà l’esempio di una fede d’abbandono, umile e gli suggerisce che “Dio perdona per
un atto di misericordia”. Poi (2)diventa occasione di coerenza( dalle parole ai fatti).
3)
Cardinal Borromeo,che lo fa sentire accolto con la sua carità e perdono e lo indirizza sulla via del bene,
poiché vede Dio ed il suo operato negli altri.
Nella parabola sono rispettivamente:
I.
Il momento della SCELTA DEFINITIVA, la pecora si rende conto che qualunque strada porta alla
morte, e che per quanto Innominato non è superiore. Quindi scorre supersonicamente la sua vita, vedendovi
solamente gli orrori e le brutture di una strada sbagliata, ma intuisce anche la presenza di un Qualcuno su di
lui, che gli può dare il “ristoro della redenzione”. Inizia così ad orientarsi sulla strada e nella vita.
II.
– (1) La Pecora sulla retta via, l’Innominato allora, riconosce in Lucia questo personaggio, che gli
fornisce un esempio di vera Fede, rispetto alla quale la forza e la potenza sono e possono niente. Questo lo
prepara all’arrivo di Borromeo in cui riconosce il suo…
III.
Pastore, ora che la pecorella conosce il suo obiettivo e la sua meta, sarà compito del pastore insegnargli a
raggiungere l’ovile (la stabilità nella fede, anche nelle avversità). La sua sarà una guida spirituale, in cui
l’Innominato trova il suo definitivo obiettivo e impara a raggiungerlo, proponendosi come “strumento di
salvezza”. Il Cardinale è Pastore di anime, la vocazione per eccellenza del sacerdote.
IV.
(Lucia 2) L’Ovile- Lucia diventa occasione di Redenzione e Coerenza; infatti, l’Innominato applica i fatti
alle parole e raggiunge l’ovile come Lucia (la stabilità della fede).
L’Innominato ha concluso la sua parabola di PECORA SMARRITA, provando a noi ed a Lucia, che la salvezza, la conversione sono
possibili per ognuno, perché tutti siamo Figli di Dio.
Scarica

Innominato e Don Rodrigo